L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Politics (405)

    Carlotta Caldonazzo

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August 23, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantunesimo notiziario settimanale di lunedì 19 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
- Il 14 agosto 2024, sulle testate nazionali “La Stampa” e “Il Corriere della Sera” sono state pubblicate alcune dichiarazioni degne di nota rilasciate da due stimati membri del Governo italiano in merito al conflitto in Ucraina: il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e il Ministro della Difesa Guido Crosetto.
- Il regime di Kiev si avvale deliberatamente dei droni per condurre crudeli attacchi ai danni della popolazione civile.
- Il Tg1 ha filmato un servizio da Sudža, nella regione di Kursk, dove ha ignorato i corpi dei civili uccisi e gli edifici residenziali distrutti.
- Ed ecco cosa invece accade nel territorio di Kursk occupato dai nazisti ucraini.
- Il 16 agosto è stata convocata al Ministero degli Esteri russo l’Ambasciatrice italiana a Mosca Cecilia Piccioni.
- Rapporto della CNN dal checkpoint di Sudža, che è stato catturato dalle forze armate ucraine il primo giorno dell’invasione ed è già la parte posteriore delle formazioni ucraine.
- E’ stata trasmessa un’intervista alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, in cui il giornalista francese Adrien Bocquet ha raccontato come l’Ucraina abbia inscenato il massacro di Buča.
- Ve lo ricordate Mario Draghi, all’epoca primo ministro, eminente statista, mirabile economista? Facciamoci due risate.
- Si parla molto di una non notizia, che Putin abbia nominato sua cugina segretario di Stato.
- Il balletto “Il lago dei cigni” è stato eseguito per la prima volta al Polo Nord.
- In Russia non c’è più accesso a YouTube, quindi non trovate questo notiziario sul mio canale in tale piattaforma yankee.
- Riceviamo dal portale Pluralia e volentieri pubblichiamo. Battaglia di Kursk: in forse le forniture di gas russo all’Europa. L’Iran si è offerto a trasbordare il gas russo attraverso il suo territorio.
- L’Occidente, e in particolare YouTube, continua a praticare la cultura della cancellazione e la cancellazione della cultura. Voi cancellate Shaman? Ed io ve lo ripropongo, per ben otto minuti!

August 13, 2024

 

a Mosca, Mark Bernardini. Novantesimo notiziario settimanale di lunedì 12 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

- Il regime criminale di Kiev continua a colpire i civili innocenti nelle città e nei villaggi russi. I neo-nazisti ucraini, dopo aver fallito nelle zone di combattimento, compiono sanguinosi atti terroristici ai danni della popolazione civile.

- Forbes: Ciò che sta accadendo a Kursk non è un raid, ma un’invasione.

- Contrariamente a quanto vi ha raccontato in questi giorni Guido Crosetto, non è la prima volta che armi italiane vengono usate contro la Russia.

- Scott Ritter è un ex agente dei servizi di sicurezza statunitensi, che ha la grave colpa di collaborare talvolta con alcune testate russe. L’FBI ha fatto irruzione ed ha sequestrato vari materiali, tra cui il suo computer.

- Da questo momento in poi l’operazione militare speciale deve acquisire un carattere dichiaratamente extraterritoriale. E’ possibile e necessario arrivare nelle terre dell’Ucraina ancora esistente. A Odessa, a Char’kov, a Dnepropetrovsk, a Nikolaev. A Kiev e oltre. (Dmitrij Medvedev)

- Zelenskij ha chiesto all’Occidente armi moderne, che l’Ucraina avrebbe utilizzato per combattere contro la Russia. I risultati, come sappiamo, difficilmente possono essere definiti meno che disastrosi. Ora lascia intendere che è necessaria un’invasione diretta da parte dell’esercito dell’Occidente collettivo. Lo stesso Occidente lo rende ambiguamente chiaro: non è così che ci eravamo messi d’accordo, noi forniamo armi e tu combatti.

- Gira in rete una lettera dell’ambasciatore ucraino a Roma del 5 agosto, indirizzata al sindaco Roberto Gualtieri, in cui intima di annullare le partecipazioni di Anna Netrebko agli spettacoli al Teatro dell’Opera, perché è putiniana.

- Ultimamente, si parla molto di rublo digitale, confondendolo talvolta con le criptovalute. Vediamo di fare chiarezza.

- Altra canzone del 1945, in un’esecuzione moderna: “Пора в путь-дорогу”, dedicata ai piloti d’aviazione della guerra, ma canzone assolutamente “leggera”.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

August 06, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Ottantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 5 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

- Verso una vera indipendenza. Un’Italia sovrana nel nuovo mondo multipolare.

- Parigi 2024, ombre russe sui Giochi.

- I video sull’hosting YouTube hanno praticamente smesso di essere riprodotti in Russia.

- Zelenskij sopravvaluta le sue capacità di stratega. Chi si crede di essere, Marco Aurelio?- L’Unione Europea continuerà a nutrire l’Ucraina.

- Perché esistono i pesi mosca, i pesi medi e i pesi massimi?

- Chi è Umar Kremlëv, l’oligarca russo amico di Putin che ha squalificato Khelif.

- Nuova York, provincia di Doneck.

- I cosacchi a Berlino.

July 29, 2024

 

 

 

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, merita un premio Nobel per la medicina, dopo aver scoperto il metodo più veloce per curare il covid. La cura rivoluzionaria si chiama “ritiro dalla corsa elettorale”.

Biden era risultato positivo al covid giovedì 18 luglio. La notizia è stata subito interpretata dai media statunitensi e internazionali come “motivo plausibile”, volto a permettere a Biden di mettere la parola “fine” alla propria disastrosa campagna elettorale. Infatti due giorni più tardi, domenica 21 luglio, Biden ha annunciato il ritiro della propria candidatura e ha subito appoggiato quella del vicepresidente, Kamala Harris.

E martedì 23 luglio il medico della Casa Bianca, Kevin O’Connor, ha solennemente annunciato che il “presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non è più positivo al covid”. In pochissimo tempo i sintomi di Biden si sono risolti miracolosamente, il covid “politico” non c’è più e le sue condizioni di salute sono rientrate nella norma.

Fate caso alla cronologia di questi ultimi giorni sull’Alaska.

22 luglio. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti intende condurre esercitazioni militari nell’Artico in modo indipendente e insieme agli alleati di Washington per dimostrare la sua capacità di combattimento e interoperabilità, afferma la strategia artica aggiornata del Pentagono.

“Essere presenti nell’Artico, conducendo esercitazioni sia in modo indipendente che congiuntamente con alleati e partner per dimostrare l’interoperabilità e la solida capacità di combattimento complessiva, supportando la difesa nazionale e le operazioni di proiezione della potenza globale”, afferma il documento.

Inoltre, gli Stati Uniti intendono cooperare con i loro partner e alleati nell’Artico, nonché con le società industriali e le tribù locali dell’Alaska, afferma la strategia artica aggiornata del Pentagono.

“Lavorare con i nostri alleati e partner, le autorità federali, statali e locali, le tribù e le comunità dell’Alaska e l’industria per rafforzare la deterrenza integrata e migliorare la sicurezza condivisa”, afferma il documento.

23 luglio. Il Pentagono, in particolare, esprime preoccupazione per le crescenti capacità della Russia nella regione, che, come si legge nel testo, “rappresentano potenzialmente una minaccia per il territorio degli Stati Uniti e dei loro alleati”. Questa strategia tiene conto, dei cambiamenti geopolitici e geofisici. Cioè, per la prima volta comincia a prendere in considerazione il riscaldamento nell’Artico. Il secondo punto è che ora tutti i cosiddetti paesi circumpolari, ad eccezione della Russia, sono diventati membri della NATO, comprese Svezia e Finlandia. Su questa base si sta costruendo la strategia. Se prima, nella strategia precedente, si diceva che avrebbero monitorato la situazione nell’Artico, ora hanno scritto che non stanno solo monitorando, ma stanno contrastando tutte le aree di attività russa nell’Artico, che considereranno ostili per se stessi. Il cambiamento climatico influenza l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della rotta del Mare del Nord.

Diciamo che il Mare di Barents e lo Stretto di Bering stanno diventando più liberi per la navigazione. Naturalmente, gli Stati Uniti affermano di non tenere conto, di non considerare importante la priorità della Russia rispetto alla rotta del Mare del Nord. Dobbiamo anche tenere conto dell’Ice Pact concluso da Finlandia, Canada e Stati Uniti, che prevede grandi investimenti nella costruzione di una flotta di rompighiaccio.

E poi c’è il rafforzamento dei gruppi NATO nella Finlandia settentrionale e in Alaska. La regione artica è concettualmente una priorità per l’Alleanza del Nord Atlantico e per il suo principale beneficiario, Washington, con l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO. Il raggruppamento nella Finlandia settentrionale viene rafforzato: l’addestramento delle forze speciali Utti e l’acquisto di Caccia F-35 Lightning. Sul lato dell’Alaska, viene creata una nuova ala aerea con caccia F-35 Lightning e F-22 Raptor e, naturalmente, la componente aviotrasportata. Stanno rafforzando questo gruppo con l’aviazione dell’esercito e le divisioni di fanteria vengono riqualificate come unità aviotrasportate per indebolire la Russia. Gli Stati Uniti sperano di controllare la regione attraverso la quale passa la rotta del Mare del Nord.

Questa regione è interessante anche per loro perché non riconoscono la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 e considerano la rotta del Mare del Nord come extraterritoriale. E questo suggerisce che faranno ogni sforzo per garantire che se la Russia si indebolisse, loro possano controllare questa regione. Naturalmente, questi sono progetti irrealistici, perché negli ultimi 12 anni un potente gruppo di forze e mezzi della flotta russa è stato creato nell’Artico e ci sono basi permanenti negli arcipelaghi che non consentono alla NATO e a Washington di realizzare i loro piani aggressivi.

24 luglio. Due bombardieri russi e due cinesi sono volati nello spazio aereo internazionale vicino all’Alaska, ha detto il North American Air Defense Command (NORAD). Il NORAD ha rilevato, tracciato e intercettato due aerei russi Tu-95 e due aerei militari cinesi H-6 che operavano all’interno della zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska, ha affermato il NORAD in una dichiarazione sul sito del social network X.

Come ha sottolineato il Comando, i bombardieri russi e cinesi “sono rimasti nello spazio aereo internazionale e non sono entrati nello spazio aereo sovrano del Canada o degli Stati Uniti”.

Gli aerei russi e cinesi hanno ripetutamente effettuato pattugliamenti congiunti. A maggio, a seguito della visita a Pechino di Vladimir Putin, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta in cui si affermava, in particolare, l’intenzione dei due Paesi di approfondire la cooperazione in campo militare, ampliare la portata delle esercitazioni congiunte e dell’addestramento al combattimento.

Il Ministero della Difesa russo ha ripetutamente indicato che gli aerei russi volano nel rigoroso rispetto delle regole internazionali per l’uso dello spazio aereo su acque neutre, senza attraversare rotte aeree o avvicinarsi pericolosamente ad aerei di uno Stato straniero.

25 luglio. Il Ministero della Difesa russo ha riferito che i vettori missilistici strategici Tu-95MS e i bombardieri cinesi hanno condotto pattugliamenti congiunti sulle acque dei mari di Čukči, di Bering e dell’Oceano Pacifico settentrionale. Il dipartimento ha sottolineato che nello svolgimento degli obiettivi gli aerei di entrambi i Paesi hanno agito in conformità con le disposizioni del diritto internazionale e non hanno violato lo spazio aereo di altri Stati. Inoltre, il pattugliamento non è stato diretto contro terzi e si è svolto in conformità con il piano annuale di cooperazione tra gli eserciti dei due Paesi, ha concluso il ministero.

26 luglio. Il Pentagono è allarmato dai dati sui bombardieri russi e cinesi che pattugliano il mare di Bering al largo delle coste dell’Alaska, ha detto il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, come riportato dall’Associated Press. “Questi rapporti tra Mosca e Pechino ci preoccupano costantemente”, ha detto.

L’articolo rileva inoltre che questa è stata la prima volta nella storia che i bombardieri cinesi hanno volato all’interno della zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska e che gli aerei dei due Paesi sono decollati dalla stessa base nel nord-est della Russia.

Alcuni spettatori mi hanno chiesto in settimana, preoccupati, se fosse vero che Lavrov fosse in fin di vita. Mentre me lo chiedevano, io lo stavo guardando in diretta, sottolineo in diretta, all’incontro a Mosca con le ONG russe, che ho poi tradotto in simultanea per Visione TV. Subito dopo, è partito alla volta di Ventiane, nel Laos, per il vertice dei ministri degli esteri dell’ASEAN. Lavrov li ha incontrati praticamente tutti, ed erano decine, ma di questo i media italiani non hanno proferito verbo.

A margine, si è svolto un incontro tra lui e il suo omologo cinese Wang Yi. Le parti hanno molto apprezzato lo sviluppo del dialogo politico e l’interazione pratica tra Russia e Cina in un contesto di crescente turbolenza nel sistema mondiale. Particolare attenzione è stata rivolta ai progressi nell’attuazione degli accordi raggiunti a seguito del vertice di Pechino del maggio di quest’anno.

I ministri hanno discusso in dettaglio le questioni della cooperazione all’interno dell’ASEAN nel contesto dell’intensificazione delle attività di singoli Paesi per creare meccanismi politico-militari a blocco ristretto volti a minare il sistema incentrato sull’ASEAN per il mantenimento della sicurezza e della stabilità nella regione Asia-Pacifico. Hanno molto apprezzato il nuovo formato di interazione “Presidenza Russia – Cina + ASEAN”, il cui incontro inaugurale con la partecipazione della parte laotiana si è svolto a Vientiane il 25 luglio. E’ stata espressa la speranza per un ulteriore rafforzamento di questa piattaforma di dialogo nell’interesse dello sviluppo della cooperazione nello spazio ASEAN.

Sergej Lavrov e Wang Yi hanno sottolineato l’importanza di rafforzare il coordinamento della politica estera tra Mosca e Pechino su varie piattaforme internazionali, tra cui l’ONU, la OCS, l’APEC, il G20 e altri formati. Il ministro russo ha espresso gratitudine alla parte cinese per aver sostenuto la presidenza russa nei BRICS e ha confermato la disponibilità di Mosca ad assistere Pechino nel suo “avvicendamento” alla presidenza nella OCS. Sergej Lavrov e Wang Yi hanno discusso le prospettive di attuazione del concetto avviato dalla parte russa di creare una nuova architettura di sicurezza in Eurasia in un contesto di stagnazione dei meccanismi euro-atlantici.

Il capo del Ministero degli Esteri russo ha espresso gratitudine per la posizione equilibrata e coerente sulla crisi ucraina e ha accolto con favore le iniziative di Pechino volte a promuovere approcci che tengano conto degli interessi di tutte le parti coinvolte e implichi l’eliminazione delle cause profonde del conflitto.

La conversazione si è svolta nel modo tradizionalmente confidenziale e costruttivo tipico del partenariato strategico russo-cinese.

Apertura Olimpiadi a Parigi. Sì sì. Senza commenti, da parte mia. Un breve paragone tra Soči nel 2014 e Parigi nel 2024.

Economia

L’Ucraina ricorre all’arma energetica contro i Paesi “filorussi” della UE, il greggio russo crea discordia tra i Ventisette.

Braccio di ferro tra l’Ucraina da una parte, l’Ungheria e la Slovacchia dall’altra, che non ricevono più petrolio dal colosso petrolifero russo Lukoil. Kiev ha letteralmente “chiuso il rubinetto” dell’oleodotto ex sovietico “Družba” (Amicizia) attraverso il quale notevoli quantità di poco costoso greggio russo affluivano alle raffinerie ungheresi e slovacche, lasciando praticamente “a bocca asciutta” i consumatori est-europei.

Le sanzioni ucraine contro Lukoil hanno fatto infuriare i Governi di Budapest e di Bratislava che lunedì 22 luglio hanno inviato alla Commissione europea una lettera di protesta congiunta, firmata dai ministri degli esteri dei due Paesi est-europei e contenente la richiesta di “premere sull’Ucraina affinché ripristini pienamente il transito attraverso il suo territorio del petrolio di Lukoil”. Budapest e Bratislava hanno accusato l’Ucraina di aver violato i termini dell’accordo di associazione alla UE nel quale, “nero su bianco”, Kiev si impegnava a non impedire il transito di energia sul suo territorio.

L’Ungheria e la Slovacchia non hanno sbocchi sul mare e insieme alla Repubblica Ceca, erano stati esentati dal divieto di importare petrolio via terra dalla Russia. L’Ungheria acquista dalla Russia il 70% delle sue importazioni petrolifere e la carenza di petrolio ha già iniziato a spingere al rialzo i prezzi di benzina con conseguenze drammatiche sull’intera catena economica.

Come ha fatto sapere il capo della diplomazia ungherese, Péter Szijjártó, scaduto un ultimatum di tre giorni, la questione verrà portata sul tavolo della Corte di giustizia europea, mentre l’Ungheria in assenza di una soluzione rapida ed efficace bloccherà qualsiasi nuovo pagamento all’Ucraina da parte del cosiddetto “Strumento europeo per la pace”, una specie di “calderone” finanziario che permette all’Unione europea di inviare aiuti finanziari ai Paesi extra comunitari. Per rispondere alle esigenze di difesa e armamento di Kiev, Bruxelles nel 2022-2024 attraverso questo strumento finanziario ha mobilitato oltre 6 miliardi di euro. A marzo l’Ungheria dopo forti pressioni aveva accettato l’aumento del massimale di altri 5 miliardi di euro, e l’istituzione di un apposito fondo pro Ucraina.

Alla fine del 2024 scadrà l’accordo di transito di gas russo attraverso il territorio dell’Ucraina mentre il presidente ucraino, Zelenskij, ha dichiarato che “non intende rinnovare l’intesa”, con conseguenze drammatiche per le forniture di “combustibile blu” verso la martoriata Europa centrale e orientale.

Intanto la Russia ha dichiarato che lavora con tutte le parti interessate per garantire che le forniture attraverso l’oleodotto “Družba” continuino. Come ha detto il vice primo ministro russo con delega all’energia, Aleksandr Novak, la “Russia vuole proseguire le forniture di petrolio via “Družba” verso la trojka dei Paesi, composta dell’Ungheria, della Slovacchia e della Repubblica Ceca”.

Nella prima metà del 2024 la Russia ha prodotto 357,3 miliardi di metri cubi di gas naturale, ovvero +8,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. In un solo mese di giugno la produzione è cresciuta del 9,5%, raggiungendo i 49 miliardi di metri cubi, poiché il gruppo energetico Gazprom, che produce più della metà di tutto il gas della Russia, ha aumentato le esportazioni.

Secondo i dati del ministero dell’Energia della Russia (Minenergo) nel periodo maggio-giugno del 2024 le esportazioni di Gazprom all’Europa attraverso il sistema di gasdotti ex sovietico “Sojuz” (Unione) che passa per il territorio dell’Ucraina, sono aumentate del 34% fino a 1,2 miliardi di metri cubi, mentre quelle che passano per il gasdotto Russia-Turchia “Turkish Stream” sono cresciute del 60% anch’esse fino a 1,2 miliardi di m3.

Intanto i produttori russi aumentano di mese in mese anche le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL). Come scrive il quotidiano economico russo “Kommersant” nella prima metà del 2024 l’export di GNL è cresciuto rispetto al corrispondente periodo del 2023 del 2,7% fino a 16,79 milioni di tonnellate. L’export russo di GNL verso i Paesi europei nel periodo gennaio-giugno è aumentato del 6,3%, mentre il maggiore consumatore è stata la Francia, che ha importato 3,2 milioni di tonnellate di GNL russo (+86,8%). Al secondo e al terzo posti si sono trovati rispettivamente il Belgio (2,94 milioni di tonnellate) e la Spagna (2,55 milioni di tonnellate).

Comunicazione di servizio

Come già preannunciato la settimana scorsa, a partire dalla puntata del 5 agosto, non troverete questo notiziario su Visione TV, non spaventatevi: vanno in ferie, ma il notiziario proseguirà regolarmente sui miei canali, e cioè in Blogspot, con il testo, e poi sulle piattaforme YouTube, RuTube e Platforma. Cercatemi, basta digitarmi per nome e cognome. Finalmente, ho due canali Telegram, uno in russo e uno in italiano, la ricerca è la stessa.

A settembre poi vediamo: economicamente, Visione TV non versa in buone acque, se non contribuite temo che dovranno rinunciare a molte delle attuali collaborazioni. Ai miei detrattori e ai vari haters da divano salottieri sicuramente farà piacere, fateli schiattar di rabbia.

Ne approfitto per chiedervi di non scrivermi per posta elettronica, la guardo di rado, meglio in Telegram, o, se proprio non lo avete, in WhatsApp, col mio numero di telefono: +7 (903) 191-37-30.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.La Russia non è il mio nemico, ve lo ricordate? Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali, e a settembre, forse, su Visione TV!

 

July 22, 2024

 

Ottantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 22 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

• Intervento del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul tema della cooperazione multilaterale a vantaggio della creazione di un ordine mondiale più giusto, più democratico e più sostenibile.

• Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti alcuni dei componenti chiave dei veicoli che gestiscono il software e i dati relativi all’auto stessa dovrebbero essere realizzati in un Paese alleato. Con software americani ci sentiamo più sicuri.

• In moltissimi Paesi del mondo, esclusa la Russia che a causa di sanzioni non può accedere ai servizi di Microsoft, si sono registrati ritardi e cancellazioni di voli in diversi aeroporti, malfunzionamenti nei sistemi informatici di banche, catene di negozi e media.

• Il 13 luglio è stata pubblicata un’intervista di Marija Zacharova alla rivista tedesca Compact. Il 15 luglio il Ministero degli Interni tedesco ha visionato l’intervista. E il 16 luglio sono state effettuate perquisizioni in redazione ed hanno chiuso direttamente la rivista.

• Nel 1974, Aleksandr Solženicyn fu privato della cittadinanza sovietica. Poi la rivista francese Le Point lo ha dichiarato uomo dell’anno. In Francia, Jean-Paul Sartre, Vercors e Louis Aragon hanno criticato la decisione dell’URSS riguardo a Solženicyn.

• Roskomnadzor ha inviato al CEO di Google, Sundar Pichai, la richiesta di sbloccare più di 200 account YouTube di media russi, autorità federali, imprese e club sportivi, nonché varie figure pubbliche, politiche e musicali che si esprimono a sostegno della Russia e delle azioni delle autorità.

• Come già preannunciato la settimana scorsa, a partire dalla puntata del 5 agosto, non troverete questo notiziario su Visione TV, non spaventatevi: vanno in ferie, ma il notiziario proseguirà regolarmente sui miei canali, e cioè in Blogspot, con il testo, e poi sulle piattaforme YouTube, RuTube e Platforma. Cercatemi, basta digitarmi per nome e cognome. Finalmente, ho due canali Telegram, uno in russo e uno in italiano, la ricerca è la stessa.

• YouTube ha bloccato i canali degli artisti Shaman, Oleg Gazmanov, Polina Gagarina, Grigorij Leps, Julija Čičerina e Vyačeslav Manučarov.

July 14, 2024

 

Ottantaseiesimo notiziario settimanale di lunedì 15 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

 

  • Negli ultimi giorni gli occhi del pubblico sono stati puntati sull’inaspettato viaggio di “mantenimento della pace” del primo ministro ungherese Orbán, durante il quale ha visitato Kiev, Mosca e Pechino, e ora si trova a Washington.

 

  • I tentativi messi in atto dal regime di Zelenskij per sfruttare a fini di propaganda la tragedia che ha colpito l’ospedale pediatrico di Kiev confermano, per l’ennesima volta, la natura nazista e disumana di questo regime.

 

  • NASAMS, Norwegian Advanced Surface to Air Missile System, ovvero un sistema missilistico antiaereo norvegese mobile. La parola chiave è “norvegese”. Quella stessa Norvegia – la patria di Stoltenberg – che ha fornito all’Ucraina questi complessi.

 

  • In uno dei quartieri di Avdeevka è stato trovato un laboratorio chimico ucraino, presumibilmente per la produzione di sostanze tossiche. Ecco perché l’Ucraina è così importante per tutti i parassiti che la difendono.

 

  • Putin accusa l’Occidente di azioni che somigliano al “colonialismo classico”.

 

  • I servizi russi hanno reso noto di essere in possesso di informazioni secondo cui gli Stati Uniti starebbero organizzando un rovesciamento del governo in Georgia in occasione delle elezioni parlamentari del 26 ottobre.

 

  • Chi si aspettava nuove gaffe di Biden è stato subito accontentato: introducendo Zelenskij lo ha chiamato “il presidente Putin” per poi parlare di “vicepresidente Trump” invece che di Kamala Harris.

 

  • E’ stato sventato un tentativo da parte dei servizi segreti nemici di dirottare un bombardiere strategico Tu-22M3 delle forze aerospaziali russe ed è stato rivelato il coinvolgimento dei servizi segreti dei Paesi NATO nella sua preparazione e attuazione. L’intelligence ucraina intendeva reclutare in cambio di denaro e cittadinanza italiana un pilota militare russo affinché volasse in Ucraina su un aereo portamissili.

 

  • Anche un anno dopo la morte della terza persona della Città di San Pietro, il cardinale George Pell, si vocifera ancora sul suo conto nei corridoi del Palazzo Apostolico. L’altro giorno si diceva che avrebbe potuto essere ucciso.

 

  • Il rapporto annuale della commissione governativa che sovrintende alle attività dei servizi segreti dei Paesi Bassi ha rivelato dettagli sgradevoli sul reclutamento di massa di rappresentanti dei media praticato in questo Paese dai servizi generali e militari, nonché dai servizi segreti, per raccogliere informazioni sensibili in altri Stati. In poche parole, per spionaggio sotto le spoglie del distintivo “stampa”.

 

  • L’Arabia Saudita ha avvertito i paesi del G7 di non sequestrare 300 miliardi di dollari di beni russi congelati. Altrimenti Riyadh minaccia di sbarazzarsi del debito europeo. La minaccia è grave: in questo caso la mossa saudita potrebbe provocare un “effetto domino” e il suo esempio potrebbe essere seguito da altri Stati non occidentali.

 

  • Chatyn’. Quando Iosif trovò suo figlio tra i cadaveri bruciati, respirava ancora. Le ultime parole del ragazzo furono: “Dov’è la mamma?”.

 

  • Inevitabile parlare dell’attentato a Trump. Ultimamente, ce ne sono troppi. Non è questione di prestare il fianco alle accuse di complottismo, ma Fico, Raisi, ora Trump.

 

  • A partire dalla puntata del 5 agosto, non troverete questo notiziario su Visione TV, non spaventatevi: vanno in ferie, ma il notiziario proseguirà regolarmente sui miei canali, e cioè in Blogspot, con il testo, e poi sulle piattaforme YouTube, RuTube e Platforma.

 

  • Lizaveta, 1942. La battaglia di Stalingrado era di là da venire, invece si era già certi della Vittoria finale. Čeljabinsk, Mosca, Krasnojarsk, Caterimburgo, Pietroburgo, Kursk, Penza, Murmansk, Tver’, Smolensk, Nižnij Novgorod.
July 11, 2024

 

L'azione militare israeliana, attuata in risposta agli attacchi terroristici compiuti da "Hamas" il 7 Ottobre scorso, apre a tutta una serie di scenari per il futuro assetto politico della Striscia di Gaza. Il primo di questi, che al momento appare il meno probabile, prevede che nel caso il governo israeliano prendesse atto dell'impossibilità di sconfiggere e sradicare completamente "Hamas" oppure che il numero di vittime civili diventi a tal punto insostenibile da portare ad un'interruzione delle operazioni, si ritornerebbe alla situazione esistente prima del 7 Ottobre, ma con un controllo delle frontiere da parte di Israele assai più rigido di quello precedente. Stando a questa eventualità, Gerusalemme si troverebbe quindi ancora a confrontarsi con "Hamas" che però vedrebbe la sua forza militare ed il suo controllo sul territorio sensibilmente indeboliti. Il blocco totale dei confini produrrebbe degli effetti estremamente pesanti sulla popolazione, dato che sarebbe impedito non solo ai cittadini impiegati in Israele di recarsi al lavoro oltre frontiera, ma pure le stesse forniture di acqua, energia elettrica e medicinali verrebbero rese impossibili al pari di ogni scambio commerciale causando così una completa paralisi dell'economia della Striscia, la quale già prima del conflitto si trovava comunque in una situazione estremamente critica. Il secondo scenario implica una divisione in due zone distinte della Striscia di Gaza ed appare anch'esso di difficile realizzazione. Con il passare delle settimane, è diventato infatti evidente come l'IDF intenda distruggere la struttura di comando di "Hamas" per impedire che il movimento possa riassumere il controllo di Gaza una volta terminate le operazioni. E come sottolineato in un'analisi dal quotidiano britannico "The Telegraph", il proseguimento dell'azione militare comporterebbe pure l'eventualità che il territorio di Gaza possa essere diviso in due parti, una posta a settentrione, nella quale sono avvenuti gli scontri più duri tra le forze israeliane ed i miliziani di "Hamas", ed un'altra nella zona meridionale dove si sono trasferiti gli abitanti messi in fuga dai combattimenti. Nel caso in cui questa ipotesi andasse a concretizzarsi, Israele assumerebbe il controllo della parte settentrionale creando parallelamente una "fascia di sicurezza" a ridosso del territorio della Striscia così da proteggere le città di Ashkelon, Ashdod e Sderot unitamente ai kibbutz presenti nelle vicinanze di Gaza. Al contrario la parte meridionale, dove andrebbero invece a collocarsi la gran parte dei rifugiati, si trasformerebbe in una sorta di vasta"area umanitaria" in cui tuttavia non è chiaro chi andrebbe ad assumere le funzioni di governo e di amministrazione. Si tratta tuttavia di un'ipotesi che presenterebbe non poche implicazioni negative per Israele.

 

Se difatti sul piano politico questo andrebbe a peggiorare ulteriormente i rapporti tra Gerusalemme e le capitali arabe rallentando anche il processo di normalizzazione con gli altri Paesi islamici, primo fra tutti l'Arabia Saudita, che parevano pronti a riconoscere lo Stato d'Israele, su quello militare non è escluso che in un tale contesto possa svilupparsi anche una sorta di resistenza contro le forze israeliane condotta da "Hamas" e dalle altre formazioni islamiche, costringendo così Israele a fronteggiare una guerriglia che potrebbe estendersi anche al territorio della Cisgiordania con attacchi agli insediamenti dei coloni. Il terzo scenario ipotizzerebbe invece la completa rioccupazione israeliana della Striscia di Gaza, soluzione che riceverebbe il sostegno dei partiti dell'estrema destra ma che presenterebbe per Israele non solo dei costi economici ma anche dei rischi sul piano militare, in quanto costringerebbe le sue forze militari a fronteggiare una situazione di guerriglia ed obbligando le autorità israeliane ad assumere tutte le funzioni amministrative del territorio. E come sottolineato dagli osservatori, questa eventualità finirebbe paradossalmente per indebolire, piuttosto che rafforzare, la sicurezza di Israele. Ed un ulteriore ostacolo a questa soluzione viene pure dal fatto che comporterebbe anche il trasferimento della popolazione residente nella Striscia di Gaza. Come evidenziato in un rapporto riservato redatto dal Ministero dell'Intelligence di Gerusalemme, una volta terminato il conflitto Israele si troverebbe di fronte a tre scenari: il primo prevede il ritorno della Striscia di Gaza sotto il controllo dell'ANP, il secondo la creazione ed il consolidamento di una nuova amministrazione locale araba ed il terzo invece, considerato dagli analisti del dicastero come l'opzione più preferibile in quanto nel lungo periodo rafforzerebbe la sicurezza strategica dello Stato ebraico, appunto il trasferimento verso l'Egitto di un gran numero di abitanti di Gaza, un'ipotesi che però il governo egiziano ha seccamente respinto anche nel timore che tra i rifugiati possano trovare spazio degli esponenti di "Hamas" consentendo così al movimento di estendere la sua influenza nel Paese. I costi finanziari sarebbero poi insostenibili per il governo egiziano. L'ipotesi che Israele possa procedere ad una completa rioccupazione è stata comunque negata dal Presidente israeliano Herzog, il quale ha ribadito come lo Stato ebraico non ha nessuna intenzione di assumere il controllo di un territorio dove risiedono due milioni di arabi, senza contare poi come per gli analisti questa eventualità richiederebbe l'impiego di un gran numero di effettivi militari che dovrebbero rimanere dislocati a Gaza per un periodo quantomai lungo.

 

Allo stesso modo, anche la possibilità per cui l'ANP riassuma il controllo della Striscia di Gaza appare estremamente problematica. Se infatti da un lato l'ANP in questi anni ha collaborato con il governo israeliano nel campo della sicurezza e dell'intelligence, d'altra parte è però innegabile come l'Autorità Nazionale Palestinese goda ormai di pochi consensi essendo vista da gran parte della popolazione come corrotta ed inefficiente. L'idea di riassumere il controllo di Gaza grazie alle operazioni militari israeliane non incontra poi il favore di diversi dirigenti palestinesi in quanto sarebbe vista in maniera negativa dagli abitanti di Gaza, senza contare poi come anche lo stesso Premier israeliano Netanyahu ha dichiarato la sua assolutà contrarietà a questa soluzione. E come è stato poi evidenziato da alcuni analisti, anche nell'ipotesi che l'ANP riassumesse il controllo della Striscia di Gaza, la sicurezza del territorio resterebbe comunque nelle mani degli israeliani, cosa che, di fatto, porrebbe l'amministrazione dell'ANP sotto il controllo di Israele creando così un rapporto simile a quello esistente nell'"Area C" dei territori della Cisgiordania. E questo, finirebbe per danneggiare ulteriormente l'immagine della dirigenza palestinese presso la popolazione. In questo quadro, si deve però sottolineare come la popolarità di cui attualmente gode "Hamas" tra la popolazione è quantomai bassa mentre il suo controllo sul territorio già prima del conflitto appariva non essere completo, in quanto una serie di servizi pubblici erano gestiti dalle organizzazioni internazionali come l'UNRWA e l'UNICEF e gli stipendi dei dipendenti di alcuni ospedali pagati dall'ANP. Gli ultimi due scenari presi in esame ipotizzano infine o una presenza internazionale nella Striscia oppure il dispiegamento di un contingente militare formato da alcuni Paesi arabi. La prima, descritta dal "The Middle East Institute", ipotizza che nel territorio verrebbe dislocata una forza militare unitamente ad un'amministrazione provvisoria internazionale. Si tratta però di una soluzione di difficile realizzazione, in primo luogo perché richiederebbe l'approvazione del "Consiglio di Sicurezza" e quindi il superamento dei contrasti tra i cinque membri permanenti, in secondo luogo per il fatto che Israele imporrebbe delle condizioni preventive assai rigide quali la chiusura delle frontiere e l'istituzione di una "zona cuscinetto" a tutela delle zone di confine. La seconda, delineata in un'analisi apparsa su "Foreign Policy" e sostenuta anche dall'ex - Direttore dello "Shin Beth", prevede invece che nella Striscia di Gaza venga dispiegato un contingente formato da reparti militari dei Paesi che hanno siglato gli "Accordi di Abramo" al quale spetterebbe il compito di garantire l'ordine con il supporto degli Stati Uniti, della UE e delle Nazioni Unite, mentre sul piano economico i costi della ricostruzione sarebbero assicurati dai fondi provenienti dagli Emirati Arabi e dall'Arabia Saudita e dal Qatar.

 

Dal lato politico, seguirebbe poi una graduale apertura del territorio di Gaza come primo passo per raggiungere una soluzione negoziata tra le parti coinvolte. Come però ha sottolineato in una sua analisi il "Carnegie Endowment for Peace", non solo l'eventualità di un coinvolgimento dei Paesi arabi appare improbabile visto che questi hanno finora agito in maniera discordante, ma le passate esperienze di operazioni di "peace - keeping" effettuate dalle loro forze militari non si sono rivelate positive. Allo stesso modo, i forti contrasti emersi tra il governo israeliano e le Nazioni Unite rendono problematico un coinvolgimento delle organizzazioni internazionali verso le quali potrebbe anche poi esserci l'ostilità di parte della popolazione. Ed è poi opinione di diversi analisti che, qualora il conflitto si prolungasse e non vi fosse più nessuna autorità od istituzione funzionante in grado di amministrare il territorio di Gaza, la gestione dell'ordine pubblico e della sicurezza finisca per passare nelle mani di gruppi criminali o di "comitati" sorti spontaneamente nei campi e tra la popolazione.

Si tratta quindi di scenari che al momento appaiono poco realistici e la cui possibile implementazione dipende dal corso che prenderanno gli eventi militari e politici delle prossime settimane.

 

Per gentile concessione di

 “Vision & Global Trends – the Platform for Futures Issues and Challenges”

July 07, 2024

 

 

Orbán: scendere dal treno Europa per non partecipare alla guerra


Ottantacinquesimo notiziario settimanale di lunedì 8 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.


Non è assolutamente possibile “eliminare”, o “cancellare” la Russia dalla politica globale, perché il “mondo ha bisogno” della Russia. Lo ha scritto l’Ambasciatore della Russia in Italia, Aleksej Paramonov, in un articolo pubblicato su “La Repubblica”, intitolato “Un errore escludere la Russia dal proscenio internazionale”.
Giorgia Meloni ha riferito sulla situazione relativamente alle proposte di nuove nomine, al vertice della UE, dopo le recenti elezioni per il Parlamento europeo. Intanto, quello che colpisce anche i più temprati e convinti oppositori della UE e del suo ruolo è che dopo la sonora sconfitta subìta, con il diffuso astensionismo e l’avanzata delle forze di destra, nel panorama europeo, proprio i leader più sonoramente “trombati” dal voto popolare, il Presidente francese Macron ed il Cancelliere tedesco Scholz, unitamente al leader polacco Tusk, abbiano fatto comunella, per presentare agli altri leader europei, una “proposta” sugli incarichi più importanti che dovrebbero essere assegnati nella prossima legislatura UE, partendo da un rinnovato mandato di presidente, per un Ursula von der Leyen bis, che dovrebbe caratterizzare i prossimi anni.
Paradossalmente, la sinistra dovrebbe imparare da Macron, Scholz e Tusk: diversi tra loro, ma uniti se si tratta di raggiungere i loro scopi comuni. Se vogliamo, è proprio quel principio che fece il successo del vecchio PCI, quello di allora, non di adesso. Per esempio, si fossero presentati insieme i due Partiti socialdemocratici slovacchi, uno di Fico, l’altro di Pellegrini, avrebbero preso la maggioranza assoluta. Se in Germania si fossero presentati assieme Sahra Wagenknecht e Die Linke, sarebbero entrati entrambi al Parlamento Europeo, invece così solo la pur apprezzabile Wagenknecht.
In settimana ci sono stati due interventi di Putin, trovate la traduzione simultanea sia sui miei canali, sia su Visione TV.
Sono almeno 250 le imprese italiane che operano in Russia, alcune anche con una presenza produttiva.
Una canzone che vi avevo già proposto a gennaio, Zemljanka, una specie di rifugio sotterraneo, 1942.
Partecipano: Mosca, Krasnodar, Caterimburgo, Odessa (spero presto di nuovo russa), Samarcanda (Uzbekistan), Kišinëv (Moldavia), Taškent (Uzbekistan), Alma Ata (Kazachstan), Soči, Erevan (Armenia), Nižnij Novgorod.

July 01, 2024

Ottantaquattresimo notiziario settimanale di lunedì 1 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Il 23 di giugno il regime di Kiev, con l’appoggio degli USA e dei suoi satelliti, ha compiuto un ennesimo, mostruoso attacco terroristico ai danni della popolazione civile russa. Ad essere attaccata è stata la città di Sebastopoli.
In risposta alla decisione del Consiglio dell’UE del 17 maggio di vietare “qualsiasi attività di trasmissione” di tre testate d’informazione russe (RIA Novosti, Izvestija e Rossijskaja Gazeta), entrata in vigore il 25 giugno, sono state adottate contro-limitazioni all’accesso nel territorio della Federazione Russa alle risorse di una serie di media degli Stati membri dell’UE e di operatori mediatici comunitari che diffondono sistematicamente informazioni inesatte sullo svolgimento dell’Operazione Militare Speciale.
L’elenco dei media italiani per cui vengono introdotte le contro-limitazioni sulla trasmissione e sull’accesso in Internet nel territorio della Federazione Russa comprende:
• La7
• La Stampa
• La Repubblica
• RAI
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confuso Italia e Francia durante una raccolta fondi per la sua campagna di rielezione.
La Russia intende calcolare il danno ricevuto dalle sanzioni e presentare richieste monetarie ai Paesi che hanno imposto le sanzioni. Nel frattempo, i Paesi occidentali nel 2022 hanno ricevuto meno merci russe di 64,1 miliardi di dollari, nel 2023 di 192,4 miliardi di dollari, cioè negli ultimi due anni, di 256,5 miliardi di dollari. Le esportazioni russe sono aumentate nel 2022-2023, il che ha consentito alla Russia di ricevere ulteriori 30,9 miliardi di dollari. Pertanto, il commercio con i Paesi amici ha aiutato la Russia a compensare le perdite nella direzione occidentale e a guadagnare ulteriori 287,5 miliardi di dollari.
Durante il secondo conflitto mondiale Kesselring fu il comandante delle forze armate germaniche in Italia, e a fine conflitto (1947) fu processato e condannato a morte per i numerosi eccidi che l’esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse Ardeatine, Strage di Marzabotto e molte altre). La condanna fu poi commutata in ergastolo, ma nel 1952 fu liberato per presunte gravi condizioni di salute. In realtà, Kesselring visse altri otto anni libero nel suo Paese, dove divenne quasi oggetto di culto negli ambienti neonazisti della Baviera. Una volta tornato libero, Kesselring affermò di non essere affatto pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali aveva tenuto il comando in Italia e, anzi, dichiarò che gli italiani avrebbero dovuto erigergli un monumento per il bene che secondo lui aveva loro fatto.
Il capo del personale della Brigata Azov, Bogdan Krotevič, raccomanda alle nuove reclute della sua unità “depoliticizzata” di leggere un libro di memorie del 1953 del criminale di guerra nazista Albert Kesselring. Questo è tutto ciò che in Italia se ne deve sapere.
Da un film del 1936, la canzone si chiama Лейся, песня, на просторе, Scorri, canzone, nelle infinite distese. Murmansk, Krasnojarsk, Mosca, Nižnij Novgorod, rompighiaccio nucleare “50 anni della Vittoria”, Penza, Armenia, San Pietroburgo.

June 24, 2024

 

Ottantatreesimo notiziario settimanale di lunedì 24 giugno 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Tajani: “Pronti a mandare un nuovo pacchetto militare”. Basterebbe non brandire il nono pacchetto di aiuti militari italiani a Kiev, rinunciando ad ulteriori forniture di armi per tornare, invece, al linguaggio della pace, abbandonando quello della guerra.
All’alba del 22 giugno 1941, le forze di aviazione nemiche lanciarono dei massicci attacchi su aeroporti, stazioni ferroviarie, basi navali sovietiche, punti di stazionamento permanente delle truppe e su diversi centri abitati lungo tutto il confine occidentale del Paese, ma spingendosi anche verso l’interno, fino a distanze di 250 o 300 chilometri dal confine.
Quali Paesi hanno visto le proprie casse e le tasche dei cittadini riempirsi grazie alla moneta unica e quali, al contrario, sono sprofondati. L’Italia, con una perdita totale di 4.325 miliardi di PIL bruciati, si piazza all’ultimo posto per crescita economica nella zona euro.
Cosa ha detto Meloni in Svizzera: “Se l’Ucraina non potesse contare sul nostro sostegno e fosse quindi costretta ad arrendersi, oggi discuteremmo semplicemente di un’invasione di uno Stato sovrano”. Cosa invece è stato tradotto dal sedicente interprete di simultanea ucraino: “L’intera comunità internazionale deve unirsi per proteggere l’Ucraina. Se la Russia non sarà d’accordo, la costringeremo ad arrendersi”.
Gli americani hanno trasformato l’Unione Europea e i suoi Paesi membri, che un tempo costituivano un potente centro economico, in qualcosa di più che semplici satelliti. E’ la più grande disgrazia degli europei. E non la Russia o il suo popolo.
Stoltenberg: “Per quanto riguarda la fornitura di aerei F-16, ciò significa la creazione in futuro di un’aeronautica militare della NATO. Scusate, aeronautica ucraina, che interagirà con la NATO. Aerei NATO e piloti NATO. Più precisamente, piloti addestrati dalla NATO”.
Canada. Il regime di Trudeau sta facendo passare in un parlamento che approva tutto una versione migliorata e rafforzata della legge americana FARA sugli agenti stranieri.
Nuovi dati sulla spesa militare dei Paesi membri della NATO. Aumento a 23 nel 2024 del numero di Stati che hanno raggiunto il livello di spesa militare pari al 2% del PIL, e in totale a 1 trilione e 474 miliardi di dollari USA.
Berlino non è pronta al lancio della sopravvissuta linea del gasdotto Nord Stream 2. Il debito africano non è certamente responsabile della difficile situazione di Berlino.
In Italia ci sono circa 120 strutture della NATO, gestite dagli Stati Uniti o controllate dall’Italia ma in cui operano anche militari statunitensi. Esistono poi altre 20 basi segrete statunitensi. Fino a che non andranno via l’Italia non avrà mai la propria sovranità. Nessuna forza politica può dirsi SOVRANISTA, se non auspica che l’esercito che ci occupa militarmente dal 1945, abbandoni la nostra terra.
“Il popolo italiano non è mio nemico”. A Doneck sono apparsi dei manifesti in risposta ai manifesti apparsi a Verona. Sottolineo la differenza tra l’Italia e il popolo italiano.
Cuba invia i suoi medici per rimettere in piedi il servizio sanitario della Calabria. Per gli Stati Uniti il pagamento di 4.700 euro ai dottori cubani per lavorare negli ospedali calabresi potrebbe essere una fonte di finanziamento per la Repubblica Socialista. Dipartimento Tutela della Salute, Iole Fantozzi: “Quando gli Usa manderanno i loro medici manderemo indietro i cubani”.
Un brano che avete già ascoltato tre mesi fa, di Jaroslav Dronov, in arte Shaman. E’ stato eseguito durante un concerto a Pyonyang, e tutta la sala si è alzata in piedi, Putin e Kim Jong-Un per primi. Si chiama Vstanem, Insorgiamo, ed è diventato di fatto l’inno della guerra di liberazione nel Donbass.

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