L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Carlotta Caldonazzo
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Da una quindicina d'anni a questa parte, alla cittadinanza italiana, ai turisti e soprattutto alla popolazione capitolina, è impedito passeggiare liberamente in Piazza Montecitorio e Piazza Colonna. Motivo di questo impedimento fisico? Transenne di ferro, anzi: orride strutture di ferro amovibili e vasi dozzinali di cemento divenuti contenitori di cicche di sigarette e lattine che oltre ad impedire a cittadini e turisti di passeggiare su suolo pubblico, cozzano tremendamente con la fastosità circostante. Un ripugnante quanto squallido abuso di potere ulteriore, venne messo in atto col governicchio messo in piedi sempre da Napolitano, uno dei tanti di allora; mi riferisco a quello compreso tra Monti e Renzi. Si disse che piazzare ostacoli fisici sarebbe stata una misura per contenere atti violenti come quella specie di sparatoria del 28 Aprile 2013 sulla quale - in certi ambienti - si avanzano sospetti sulle dinamiche e sul movente e che la vera motivazione dell'escalation di tensione si diceva fosse dovuta al fatto che "I POLITICI TIRANO TROPPO LA CORDA" come riportava il virgolettato de "Il fatto quotidiano". Elucubrazioni complottiste a parte, oggi, 2023, un pezzo del centro di Roma non può essere gustato a piedi e nemmeno con altri mezzi perché è stato relegato ad uso esclusivo dei parlamentari non eletti dal popolo ma dalle segreterie di partito: esattamente quelli che a seguito della chiusura dell'Ospedale San Giacomo di via Ripetta si sono fatti costruire una sala di rianimazione all'interno di Montecitorio, tanto per capirci o, se preferite, quelli che con meno di dieci euro s'ingozzano di prelibatezze nella splendida cornice del prestigioso ristorante “buvette” presso cui nessun plebeo è ammesso.
Nella città dell'immondizia a cielo aperto e del meretricio con le chiappe al sole, va bene anche questo...
Sulla luna non siamo mai andati, cioè gli amerikani non sono mai andati; la terra non è tonda (così come il quadro di Leporello); Barbra Streisand non è mai stata bella; Guccini è un grande cantante. Verità e menzogne che odorano o puzzano di verità che non sono platonicamente opinioni ma appunto essenze e per ciò stesso innate in quanto ben altra cosa dalle “cose del mondo” sensibile. E innate sono le colpe dei fascisti venute al mondo con loro stessi che com’è noto non hanno storia, innate quelle dei fascisti storici (che pur una ragion d’essere l’ebbero, tra crisi dello Stato liberale e misero fallimento dei socialismi), innate quelle dei neo-fascisti che tentarono di buttar giù uno Stato disarmato, con l’aiutino (“Mara un aiutino”) dei servizi segreti, di pochi militari e di una o più logge massoniche. Non ce la fecero. Guai ai vinti.
C’è una barzelletta che gira sui fascisti. La riassumo. Un domatore salva un bambino, in un circo, da morte sicura perché un leone sta per sbranarlo. Il giorno dopo si scopre che il domatore è “fascista” e allora tutti si schierano dalla parte del povero leone che quel disgraziato domatore voleva far morire di fame… Francesco Cossiga, cattolico e liberale, indicò per la strage di Bologna una pista palestinese, vari altri intellettuali e giornalisti di sinistra (oggi sulle pagine dei giornali) avanzano dubbi sulle certezze delle sentenze e sulla colpevolezza di Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Se ne può discutere, se ne discusse. Quando Marcello de Angelis dirigeva “Area”, quel mensile pubblicò servizi e speciali “revisionando” gli esiti del processo, dubitando dunque della reale colpevolezza dei colpevoli. Perfino in quel caso se ne poteva discutere.
Ma oggi che il “fascismo” è di nuovo al potere (e la sinistra, di Schlein e Conte, è ancora più incapace), oggi che Carlo Ginzburg urla la sua preoccupazione sugli inganni della destra e sulla forza psicologica che essa mette in campo per imbrigliare e imbrogliare il povero elettorato, che de Angelis ripeta quel che ha sempre detto e che (da cittadino) avanzi dubbi sugli esiti processuali di quella dannatissima storia, oggi no!, oggi è tutto dannatamente pericoloso. Gli è che bisogna lottare con ogni energia per annullare il falso ordine democratico (la democrazia val sempre bene per noi non per gli altri) sul quale basa il proprio potere questa destra fascista o questo fascismo di destra.
Strano paese il nostro. Cattolico, campanilista e tradizionalista ma proprio non va l’idea di voler negare il progresso per affidarsi alla conservazione, a Panfilo Gentile, a Giovanni Gentile, a Giuseppe Prezzolini. E guai se hai il potere per scrivere finanche due righe. Prezzolini disse che l’Italia era un’invenzione letteraria ma se tornasse si rimangerebbe ogni parola perché la letteratura è morta e “quelle” invenzioni sono state derubricate a noie…
Per gentile concessione delle “Jene sicule”
La presenza militare statunitense in Italia ebbe inizio nel 1943 con l’invasione del paese, alleato della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, e la sua liberazione dal nazifascismo; divenne in seguito permanente dal 1951 a seguito della sottoscrizione di un accordo di collaborazione militare.
Quante basi militari NATO e americane ci sono in Italia?
Le basi presenti sul Nostro territorio sono circa 120, sono dislocate sul nostro territorio nazionale, di quanti soldati parliamo e a chi spettano le decisioni al loro interno.
Si sospetta, però, che siano in totale 140, 20 sarebbero coperte da segreto.
Il nostro Paese ospita 13.000 soldati americani.
L’Italia è un membro dell’alleanza Atlantica, pertanto risulta molto complicato dividere le basi Nato dalle basi Usa, da basi italiane, dove operano anche militari della Nato.
Gli Stati Uniti sono chiaramente i leader dell’Alleanza Atlantica.
Sono 4 i maggiori centri Nato in Italia; il centro di ricerche Nato della Spezia,
l defense college di Roma, Il Comando Nato di Napoli e infine la base Navale di Taranto.
Il Comando operativo di vertice interforze (COVI) italiano, che ha sede a Roma, nel quartiere di Centocelle: si tratta di un organismo alle dirette dipendenze del capo di stato maggiore della difesa che esercita la pianificazione, il coordinamento e la direzione delle operazioni militari delle forze armate italiane, soprattutto in relazione alle attività Nato.
Non tutte hanno una funzione operativa, alcune si occupano di intelligence, di formazione ed hanno funzioni di logistica.
Solbiate Olona, in provincia di Varese in Lombardia: qui ha sede il Nato Rapid deployable corps (il Corpo di armata di reazione rapida), un contingente multinazionale pronto ad entrare rapidamente in azione dove ce ne fosse bisogno.
L’Italia fornisce il 75 per cento del personale, mentre il rimanente 25 per cento è costituito da militari provenienti da altre nazioni.
Esistono poi centri di telecomunicazioni, centri di rifornimento, poligoni di tiro, etc ..
In caso di guerra tutte queste installazioni fungerebbero da basi Nato, è chiaro.
Alcune di queste basi naturalmente sono segrete, altre sono molto piccole, anche se molto importanti strategicamente.
Nel Nostro paese si trovano circa 13.000 militari statunitensi, come potete osservare nella cartina in basso.
Lo Stato italiano paga ogni anno il trentasette per cento dei costi delle basi (Aviano, La Maddalena, Sigonella e altre) e delle truppe americane di stanza nel nostro paese: risulta dai documenti ufficiali di bilancio delle forze armate Usa, del Dipartimento della difesa e del Congresso (il Parlamento) degli Stati Uniti.
La base aerea più grande (per superficie) d’Europa è l’aeroporto di Amendola, in Puglia.
La comunità militare americana (soldati più famiglie) in Italia è concentrata per la maggior parte nelle basi di Aviano e Vicenza.
Base di Aviano (Friuli): aeronautica USA, con presenza di armi atomiche.
Base di Ghedi (Lombardia): tecnicamente italiana, ma con forte presidio americano in quanto ospita delle armi atomiche.
Base di Camp Ederle (Veneto): esercito USA.
Base di Camp Darby (Toscana): esercito USA (anche se tecnicamente italiana).
In Sicilia si contano ben 16 basi Nato.
Famosa la base militare americana di Sigonella, nella piana di Catania, a due passi da Lentini.
E’ una delle basi aeree della Nato più importanti per la sua posizione e gli equipaggiamenti custoditi. Da Sigonella partono le missioni di ricognizione aerea dei cinque droni Global Hawk, usati anche per la guerra in Ucraina.
A Sigonella ha sede l‘Alliance ground surveillance (la Sorveglianza al suolo dell’alleanza) della Nato che permette di monitorare in tempo reale con determinati strumenti (tra cui i droni Global Hawk) la situazione in terra, mare e cielo.
per gentile concessione di Giornalesera.com
Comodamente stravaccati sui divani dell'attico di Jep Gambardella, gli ospiti assistono con un certo imbarazzo al ritratto graffiante ma realistico che il padrone di casa offre dell'ospite, la splendida cinquantatreenne dal trascorso chiacchierato coll'allora vertice del P.C.I. In poche battute, il ritratto di una prolifica autrice politicamente e socialmente impegnata viene impietosamente demolito per assumere contorni più veri: una moglie infedele ripagata con pubblicazioni di nullo conto della solita casa editrice controllata per certi tipi di servizietti resi senza mutandine... servizietti in cui si era specializzata già ai tempi dell'università, nei bagni per la precisione.
Uno spaccato da cineteca chiaramente. Un monologo da un milione di visualizzazioni... il più cliccato di tutti i monologhi della pellicola di Sorrentino presenti in rete. Il titolo lo conosciamo tutti, "La grande bellezza". Opera deliziosa, nel vero senso della parola. Capovolgente, oserei dire: da dieci anni a questa parte (ovvero da quando è apparsa nelle sale cinematografiche ad oggi, 2013 – 2023), non passa giorno che non ripensi ad una o più sequenze. L'ultima volta, lunedì scorso, tre giorni fa in compagnia di persone di varie nazionalità: spagnola, statunitense, colombiana e coreana. Cena in un borgo antico, dietro Via Cassia, appena fuori il GRA, a due passi da una scuola elementare, ridotta anch'essa a discarica, come potete vedere dalle immagini che... piangono da sole! Se non fosse stato per i manicaretti superbi, i vini eccelsi e l'ambiente suggestivo, mi sarei vergognato ancor di più: il contenuto della conversazione di tutta la serata è stato l'immondizia di Roma! La capitale storicamente più famosa al mondo, seppellita da metri di immondizia emanante olezzi di percolati nauseabondi. Questa è la Roma del sindaco attuale, lui sì con un vero passato nel P.C.I. di cui è stato tesserato dal 1985; lui sì titolare di cattedra universitaria, pubblicazioni, titoli vari e un vero e proprio pedigrée politico internazionale. Sulla carta un fenomeno, all'atto pratico un pericolosissimo incompetente, quasi peggio di Veltroni, il “fallito di successo” che aveva trasformato Roma in un accampamento a cielo aperto di cui conservo ancora le oltre cinquemila fotografie scattate nel lontano 2008!
Al fenomeno su carta con espressione acuta, di mente lucida, occhio vigile e sguardo vispo, faccio pervenire due osservazioni che mi sono state rivolte dagli amici e dalle amiche di cui sopra cui deve come minimo delle scuse per aver “estorto” sarebbe il caso di dire la ripugnante gabella (tassa di soggiorno) di parecchi euro per la loro permanenza in queste condizioni da terzo mondo bombardato:
“Perché voi romani consentite ad una persona simile di continuare a percepire lo stipendio se vi costringe a vivere nell'immondizia”?
“Com'è possibile che le autorità competenti in materia di sanità pubblica rimangano in silenzio e non provvedano a sollecitare un'indagine sull'operato ignobile di costui e dei suoi sodali”?
Si mormora che a Monteverde Vecchio vi sia la scorta fissa sotto casa del fenomeno su carta. Sicuramente la gente apprezza l’auto “Punto” delle forze dell’ordine che devono proteggerlo dall'affetto smisurato della cittadinanza capitolina, notoriamente troppo calorosa!!!
Elena Basile, ex diplomatica italiana, già ambasciatrice in Svezia e Belgio, ha iniziato una collaborazione con il Fatto Quotidiano. Prima con lo pseudonimo Ipazia (come ha ammesso lei stessa attraverso i suoi social) e poi firmando le sue analisi direttamente. Nei suoi articoli ha mantenuto una posizione approfondita, ragionata, critica rispetto al suicidio che l'Europa ha compiuto nel seguire gli Stati Uniti nel conflitto alla Russia attraverso l’Ucraina. Sempre con estrema moderazione nelle sue argomentazioni, ma con il torto, tuttavia, di uscire da quel tracciato imposto dalla propaganda bellica ufficiale della Nato.
In Italia, semplicemente, da quel tracciato non si può uscire e così da ieri contro Elena Basile è iniziata una vera e propria caccia alle streghe da parte del fondamentalismo atlantista più estremo e pericoloso. A lei va la solidarietà totale della redazione de l'AntiDiplomatico ed un invito a proseguire nel suo egregio lavoro di informazione.
Del resto, come sottolinea a l'AD l'ex Ambasciatore a Teheran e Pechino, Alberto Bradanini, la posizione della Basile riprende una corrente sempre più consolidata di pensiero che sta prendendo corpo negli stessi Usa, soprattutto da accademici e pensatori della cosiddetta corrente realista, con capostipite il professor Mearsheimer.
Di seguito l'intervista rilasciata a l'AntiDiplomatico dall'Ambasciatore Bradanini
Ambasciatore l’ha colpita il livello di attacchi che sta subendo l'ex diplomatica Elena Basile? Che segnale è per la libertà di espressione in Italia?
Reputo che siamo davanti a un ennesimo paradigma di capovolgimento di priorità. È quanto mai agevole sul palcoscenico politico italiano essere assaliti da contorcimenti su argomenti distrattivi, mettendo alla gogna un ex-funzionario diplomatico solo per aver trovato il coraggio di esprimere un pensiero critico e argomentato sul conflitto in corso. Scandalizzarsi perché Elena Basile lo ha fatto quando era ancora in servizio, poi, significa coprirsi le parti pudiche con l’antica foglia di fico. Da che mondo è mondo, il ricorso allo pseudonimo ha consentito a tanti di esprimersi quando le circostanze lo impedivano.
Nel caso in questione, d’altra parte, non pare proprio che questo abbia nuociuto alla cosiddetta politica estera italiana, che del resto è inesistente. Invece di centrare l’analisi sul merito, in un passaggio cruciale che rischia di travolgere l’Europa e il mondo, cercando di ragionare su cause e possibili uscite da questo conflitto - cercando semmai di sfatare l’evidenza che l’Italia, non essendo un paese sovrano, può solo obbedire ma non proporre soluzioni – i cosiddetti politici di professione s’industriano a biasimare il dissenso. Dubito che l’ex-diplomatica in parola sarebbe stata aggredita se avesse espresso riflessioni allineati alla narrativa dominante.
ll senatore Enrico Borghi (Azione-ItaliaViva e membro del Copasir) ha presentato un’interrogazione in commissione Esteri di Palazzo Madama sul caso. Come giudica questa iniziativa?
L’interrogazione del Sen. Enrico Borghi non sorprende. Si può arguire che essa serve di monito e per definire un possibile giro di vite, affinché in analoghe circostanze i diplomatici si tengano lontani dalla tentazione di esprimere un pensiero critico. Il nemico, dunque, non è la guerra, la sopraffazione, le ingiustizie nel mondo, no, il nemico è il libero pensiero, specie in un sistema angosciato dalla libertà d’espressione e dunque dall’arma dell’argomentazione!
Considerando anche la sua esperienza diretta, quanti diplomatici all’interno della Farnesina hanno idee lontane da quelle imposte da Nato e Unione Europea ma hanno timore ad uscire allo scoperto? E che cosa si potrebbe fare perché le voci critiche della Farnesina possano emergere?
Ovunque, le voci critiche sono in minoranza. Ovunque, i più sono allineati, per disinteresse, quieto vivere e conformismo. È così anche alla Farnesina, dove pure non mancano menti illuminate, che tuttavia non sono solite nutrirsi di carne di leone. Onore, dunque, a Elena Basile che, con coraggio e approfondimento, ha osato esprimersi in termini disallineati, ma ragionati, in un passaggio tragico come la guerra in corso. Il suo giudizio, tutt’altro che estremista, è del resto condiviso da un’ampia schiera di analisti e studiosi (occidentali, anzi americani), tra i quali, per citarne alcuni, J. Mearsheimer, J. Sachs, S. Ritter. R. McGovern. H. Schlanger (tutti Usa) e sotto diversi aspetti H. Kissinger, G. Kennan, S. Romano (I), F. Asselineau (F) e J. Baud (CH) e persino W. Burns (quando era ambasciatore Usa a Mosca).
Quanto all’esigenza che il pubblico italiano possa ascoltare voci critiche di diplomatici colti e preparati su temi complessi, essa non è semplice da soddisfare. Tutti i funzionari pubblici sono tenuti a obbedire ai governi in carica, anche contro i loro convincimenti. Per evitare ogni imbarazzo, oltre che per correttezza istituzionale, s’impone dunque anche al pensiero espresso discrezione e accortezza. Una strada potrebbe essere quella di consentire ai diplomatici privi d’incarico, ma con ampia esperienza alle spalle, di tenere pubbliche udienze nelle università italiane, senza impegnare le posizioni del governo beninteso, illustrando anche i diversi, confliggenti punti di vista. Alla luce della tradizione conservatrice della Farnesina, è di tutta evidenza che con questo pensiero si entra nel reparto dei libri di fantascienza. Per tornare al caso in parola, mi pare che i criteri di discrezione e accortezza siano stati da Elena Basile - nei fatti - sostanzialmente rispettati.