L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Kaleidoscope (1457)

Free Lance International Press

This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

Sotto le note di ''5 Minuti'' , colonna sonora di uno dei piu' famosi film sovietici ''Notte di Capodanno'', Free Lance International Press da Mosca, vi augura un felice anno nuovo con le bellissime immagini di festa sulla Piazza Rossa...un buon 2018 !

Lyudmila Gurchenko fu l'attrice nel ruolo principale di questo film e la pellicola fu diretta da uno piu' famosi registi sovietici, Eldar Ryazanov. La canzone fu cantata dalla stessa Gurchenko e da come si puo' intuire il titolo e' basato sull'idea che mancano solo cinque minuti all'anno nuovo, questa canzone divento' un vero inno natalizio.

tempio della grande contemplazione 1 
 Merigar, il tempio della Grande Contemplazione

Luigi Vitiello è medico e psicoterapeuta. Allievo di Choegyal Namkhai Norbu dal 1977, si è formato sotto la sua guida come insegnante di Yantra Yoga e meditazione. Tiene corsi e seminari sulla medicina tibetana in varie parti d’Italia ed è autore di vari articoli su questi temi.

D – Cosa l’ha attratta della filosofia tibetana e di conseguenza dello Yantra Yoga?

R. - Credo che il Tibet e la sua religione, o filosofia secondo i punti di vista, abbiano sempre avuto un fascino particolare su chi ne è venuto in contatto.

Leggendo fin da ragazzo le storie di chi aveva viaggiato in quelle terre, coglievo sempre una particolare attrazione e un profondo rispetto per quella cultura così lontana dalla nostra, eppure capace di suscitare ammirazione per la profondità delle sue conoscenze.

Così quando ebbi l’opportunità di incontrare Choegyal Namkhai Norbu, un Lama tibetano che allora era professore associato all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, la città dove vivo, e insegnava questo particolare yoga, decisi di seguirlo.

D – Quali sono le differenze con altre tipologie di Yoga praticate oggi anche in Occidente?

R. – Lo Yantra è uno yoga particolarmente dinamico: lavora principalmente sincronizzando movimento e respirazione. In questo modo, armonizzando l’aspetto somatico e quello energetico, ottiene rapidamente effetti anche sul livello mentale e questo si può percepire fin dalle prime lezioni.

D – In qualità di insegnante ha verificato eventuali resistenze/difficoltà negli allievi occidentali a praticare correttamente e accettare la disciplina che comporta un corretto apprendimento?

R. – Non direi. Credo anzi che proprio le sue caratteristiche lo rendano particolarmente adatto a noi occidentali, abituati a una vita piuttosto dinamica.

Certo ci sono vari livelli e occorre progredire senza fretta, ma il Maestro ha organizzato i corsi di formazione in modo molto rigoroso perché gli insegnanti possano essere in grado di seguire adeguatamente gli allievi interessati.

D – Quanto conta l’ambiente in cui si riceve l’insegnamento, sia per il docente che per l’allievo?

R. – Certamente il luogo dove si pratica ha una sua importanza. Così come una seduta di psicoterapia non si può tenere in modo efficace stando seduti al tavolino di un bar affollato, così entrare in una pratica yogica riesce meglio in un contesto dove ci sia silenzio, aria pulita, ecc.

D – Con quali modalità è stata scelta la località di Merigar per realizzare il centro Dzogchen in Toscana, il più grande d’Italia?teaching at Merigar Gonpa 4

R. – Quando il Maestro cominciò a dare i primi insegnamenti, eravamo in pochi a seguirlo e Lui ci chiese di non dare nessuna pubblicità a questi incontri: funzionava solo il passa parola.

In poco tempo comunque si raccolsero troppe persone per poterci riunire in una struttura pubblica, così il Maestro pensò che fosse opportuno trovare un nostro spazio e che sarebbe stato meglio se fosse nell’Italia centrale, per essere raggiunto facilmente sia da sud che dal nord.

Così in molti ci mettemmo a cercare un terreno adatto per creare il nostro centro e quando venne indicato il podere su cui poi è sorta Merigar, il Maestro, dopo averlo visto, lo riconobbe come il posto giusto. Scoprimmo poi che la zona del Monte Amiata in alcune guide era chiamata “il piccolo Tibet”...

D – Può lo Yantra Yoga essere insegnato anche ai bambini, e che ne pensa della proposta di Gentiloni di inserire l’insegnamento yoga, come per la ginnastica, a partire dalle scuole dell’obbligo?

R. – Non sapevo di questa proposta, e mi sembra ottima. Ma lo Yoga non è, nè penso che debba diventare, solo una forma di ginnastica. Credo si possa definire come il più antico “manuale d’uso” per noi esseri umani. Infatti, partendo dal corpo, ci rende consapevoli del respiro, dei movimenti e dei pensieri; ci educa a una padronanza rilassata e non competitiva di noi stessi e più presto si comincia a praticarlo, migliori e più profondi sono i suoi effetti.

Lo Yantra Yoga poi ha una forma specifica dedicata ai bambini, chiamata Kunar Kumari, studiata da Choegyal Namkhai Norbu proprio per loro, in modo da coinvolgerli divertendoli, come un gioco. A Napoli abbiamo già esperienze molto interessanti di questo Yoga praticato in una scuola per l’infanzia.

D – Quali attività si organizzano nel corso dell’anno a Merigar?

R. - Oltre ai seminari intensivi che si svolgono periodicamente sia per principianti che per allievi esperti, credo sia importante ricordare la settimana di “Vacanze Yoga per adulti e bambini” che da anni Merigar organizza in estate.

E’ un’occasione rivolta a chi vuole avvicinarsi a queste discipline per trascorrere una vacanza sana e non stressante, anche in compagnia dei bambini, a cui vengono dedicati spazi di animazione mirati secondo l’età.

In quei giorni, oltre la pratica dello Yantra Yoga e della meditazione, viene particolarmente curata anche l’alimentazione. E’ una formula che si è perfezionata negli anni e sta ottenendo un crescente interesse.

December 27, 2017

4Attentato terroristico ieri sera a San Pietroburgo in un supermercato in piazza Ka1linin, 13 i feriti. L'ordigno rudimentale pari a 200 grammi di TNT era riempito di chiodi e bulloni.

 

Il supermercato era affollato di gente, sono i giorni che precedono il capodanno ortodosso, la festa più sentita dai i russi che, per tradizione, scambiano i regali durante la notte di San Silvestro.

In un video della sorveglianza del supermercato si vede il presunto terrorista mentre lascia uno zaino, l'ordigno era nell’area che ospita gli armadietti per depositare borse e valigie. Sembra che il sospettato non sia di origine slava.

Non si sono fatti attendere i messaggi dei sostenitori dell'ISIS inneggiando all'attentato di San Pietroburgo e tra i messaggi lasciati si legge: ''Daremo ai Crociati un assaggio della loro stessa medicina''.

Dieci giorni fa, con l'aiuto della CIA americana, era stato sventato un attentato, sempre a San Pietroburgo, che come obiettivo aveva la cattedrale di Kazan, situata sulla famosa strada della Prospettiva Nievski. Il piano prevedeva altri 5attentati in vari luoghi affollati da gente. Nei giorni successivi Putin ha ringraziato telefonocamente Trump per il lavoro svolto dall’intelligence americana, e ha promesso di ricambiare il favore.7

''Se c’è rischio, non catturate nessuno e uccidere i terroristi sul posto'', queste sono state le parole dure rilasciate da Putin durante la cerimonia di premiazione al Cremlino per il personale russo che ha prestato servizio in Siria.

 491676acfdf4dc725fdff2e6b0b57256 MFrammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

ULTIM’ORA

È MORTO Gualtiero Marchesi, un grande della cucina italiana che amava definirsi semplicemente “un cuoco”. Sua la frase cult:” Un piatto ha bisogno di studio, ricerca, passione e coreografia. Ma ricordarsi poi che dovrà piacere e soddisfare”. Così mi piace ricordarlo.

IMG 20160401 135319La Riflessione!

Ci siamo, come tutti gli anni. È Natale “dobbiamo spendere”. E per farlo servono dati economici “scacciacrisi”. Dobbiamo sorridere all’Anno Nuovo con i soliti, sempre uguali, dati sulla produzione vitivinicola. “Siamo la nazione che produce più vino al mondo”, “il nostro Prosecco batte lo Champagne”. Poi, conti alla mano, siamo terzi in ordine di fatturato e il nostro export, per oltre il 60%, è tirato dal vino in tetra pak (Tavernello, Ronco ecc…), dal prosecco e dal lambrusco. E al quarto posto c’è la CINA.

 

 

Frammento n. 1

Nasce VINTEGRA, Vino patrimonio comune.

 Vintegra

FederVini e AssoEnologi, nell’ambito dell’accordo “Vino Patrimonio Comune” hanno dato vita a VINTEGRA, sistema specializzato e garantito di servizi integrati basato sui principi dell’economia e della condivisione. “Vogliamo applicare i principi della sharing economy all’interno della filiera vitivinicola” ha affermato Riccardo Cotarella, presidente dell’Assoenologi. “Ogni singolo prodotto è oggi ambasciatore del saper fare italiano e quindi deve attingere da una rete di competenze e diventare patrimonio comune” ha aggiunto Sandro Boscaini, presidente di Federvini. Quindi dal 2018 contributo della ricerca e comunicazione nei mercati. Fare squadra!

 

 

vino vigne in toscanaFrammento n. 2

Vino: in Toscana (e non solo) il 2017 la peggior annata di sempre per quantità.

Il valore economico è previsto in 480 milioni di euro persi. Confagricoltura Toscana precisa che il tutto è dovuto dalla gelata di Aprile, dalla siccità estiva e dall’effetto ungulati (da non sottovalutare anche in altre regioni). Confagricoltura usa il termine devastante. Tutto quanto, ahimè, si ripercuoterà sul consumatore che sarà costretto a sborsare dal 20% al 40% in più per una bottiglia di vino.

 

 

Frammento n. 3image

Cantine ad emissioni zero.

Arriva dalla Spagna questa verde notizia. Miguel Torres, presidente della storica cantina iberica Bodegas Torres, ha presentato le nuove tecnologie che entro il 2032 potrebbero permettere di avere la prima cantina ad emissine zero di CO₂. In un prossimo futuro si prevedono aumenti delle temperature globali di oltre 2 gradi. Per questo la Bodegas Torres vuole essere in prima linea per recuperare e riutilizzare la CO₂. Intanto ridurrà entro il prossimo 2020 l’emissione di circa il 30%. La Cantina aziendale posta nel Penedes (Catalogna)ha già installata una caldaia a biomassa, installazioni solari e fotovoltaiche tanto da produrre il 25% delle proprie necessità.

Frammento n. 4

olivo NG13Leccino CSS 02 Minerva. Addio alla Xylella.

È uno dei cloni brevettati da un vivaio di Pistoia: Vivaio Attilio Sonnoli. Resistente al freddo e maggior qualità e quantità di produzione. Si chiama Minerva ed è stato dichiarato dall’Istituto per la Protezione sostenibile delle piante (CNR Bari) resistente alla Xylella, batterio che vive e si riproduce all'interno dell'apparato conduttore della linfa grezza (i cosiddetti vasi xilematici, portatori di acqua e sali minerali). Una speranza in più per i produttori pugliesi ai quali recentemente la Comunità Europea ha concesso la possibilità di reimpianto nelle zone infette.

Frammento n. 5

Un patto di filiera per rafforzare la competività della “pasta italiana”

Firmato in questi giorni un importante accordo che “sembra superare” la guerra del grano in Italia. Alleanza Cooperative, Confagricoltura,shutterstock 136439594 623x421 Cia, Copagri, Aidepi e Italmopa insieme per aumentare la disponibilità di grano duro italiano adatto alla pastificazione sostenendo gli agricoltori che scelgono di puntare sulla qualità. L’Italia è prima al mondo nella produzione ed export della pasta. Ma paesi emergenti come l’Egitto e la Turchia stanno facendo passi da gigante appoggiati dai propri governi. E noi… Serve adesso una risposta di “squadra”. Le intenzioni ci sono tutte in questo protocollo d’intesa. Rimarrà tale?

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

Francesco Borromini, l’altro grande protagonista del Barocco, considerato l’antagonista di Bernini, moriva suicida nel 1667. In occasione del 350° anniversario, le celebrazioni si sono aperte con il Convegno Internazionale di Studi, che ha occupato tre giorni dall’11 al 13 dicembre e tre diverse sedi: Accademia Nazionale di San Luca; Musei Vaticani; Sapienza Università di Roma. Facoltà di Architettura.

A conclusione del secondo giorno del convegno, in una delle sale della Pinacoteca Vaticana, è stata inaugurata la mostra Francesco Borromini. I disegni della Biblioteca Apostolica Vaticana, in corso fino al 5 gennaio 2018. Le opere fanno parte di tre diversi manoscritti, il Vaticano Latino 11257 e 11258, dove sono raccolte le carte di Virgilio Spada, oratoriano, amico di Borromini e il Chigiano P.VII.9. Quest’ultimo, è stato curato direttamente da papa Alessandro VII Chigi per la propria biblioteca, quando l’architetto ticinese era ancora in vita.

La selezione di esempi dell’opera grafica dell’architetto barocco si è concentrata sul periodo del pontificato di Innocenzo X Pamphili. In particolare i progetti per la risistemazione di Piazza Navona con la Fontana dei Fiumi e del Palazzo Pamphili insistente sulla stessa piazza. L’altra grande committenza papale riguardava, sempre in vista del Giubileo del 1650, il restauro-rifacimento della Basilica di San Giovanni in Laterano. Anche la Basilica di San Paolo fuori le Mura era inclusa nei progetti dei lavori in previsione dell’Anno Santo, come testimonia il disegno esposto proveniente dalla Collezione Paolo Portoghesi.

La provenienza dalla Biblioteca Vaticana della Direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, con le mostre che vedono, protagoniste e partecipi, le opere del patrimonio librario, ha ricostituito, quell’unità, non solo di storia e di situazione fisica, ma anche visiva e visibile, delle collezioni d’arte e librario-documentarie.

Le celebrazioni proseguiranno a gennaio 2018 con la Missa Ecce Sacerdos magnus, messa a tre cori su partitura di Orazio Benevolo (1605-1672), presso la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, uno dei capolavori borrominiani, il giorno 27. Da gennaio a marzo sono previste visite, lezioni e letture sulle principali architetture del maestro barocco, tenute dalla Sapienza Università di Roma. Facoltà di Architettura. Sempre a marzo, scade il termine del Concorso fotografico per gli studenti «Le opere di Francesco Borromini», organizzato dalla Sapienza Università di Roma. Facoltà di Architettura insieme alla Accademia di Belle Arti di Roma. Infine, sempre a marzo, le giornate di studio Borromini e l’architettura moderna, che si terranno presso il MAXXI. Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo e alla Sapienza Università di Roma. Facoltà di Architettura, chiuderanno il programma.

December 14, 2017

ljklhWillem Dafoe, attore versatile in grado di spaziare con grande facilità da ruoli comici a drammatici, è stato nominato ai Golden Globe per il film The Florida Project di Sean Baker, stimato regista di Tangerine, in sala il 1° Febbraio con Cinema di Valerio De Paolis, già ricco di riconoscimenti da tutto il mondo.

La pellicola ha appena ricevuto una nomination ai Golden Globe per l’interpretazione di Willem Dafoe, come attore non protagonista. Presentato con grande successo alla Quinzaine des Realisateurs, il film ha iniziato un lungo percorso di Festival - da Toronto a New York, da San Sebastian a Londra, fino a Torino dove è stato il film di chiusura - e moltissimi riconoscimenti: nomination ai British Indipendente Film Awards, agli Spirit Awards ai Gotham e Satellite Awards; film dell’anno all’American Film Institute Awards, ha vinto anche il Toronto Film Critics Associations, il Los Angeles Film Critics Association, il New York Film Critics Circle Awards, San Francisco Film Critics, e molti altri.

La storia è incentrata sul mondo dell’infanzia, la sua innocenza, le scoperte, la spensieratezza, contrapposto all’universo degli adulti, con le loro difficoltà e i loro problemi. Una vivace bambina di sei anni, il suo gruppo di amici e le vacanze estive che si riempiono della sorpresa, dello spirito di possibilità e del senso di avventura tipici di quella fase della vita, mentre gli adulti intorno a loro attraversano tempi difficili. Hanno circa sei anni e riescono ancora a trasformare una realtà fatta di fast food, trash televisivo e quotidiana miseria in un’avventura. Moonee è una piccola canaglia, la sua giovane mamma Halley si muove lungo il confine tra legalità e crimine e l’unico che cerca di tenere insieme le cose è Bobby (Willem Dafoe), il manager del Magic Castel Hotel dove vivono Moonee e Scooty.

Ambientato a Orlando, Florida, la capitale mondiale delle vacanze, un paradiso ricco di sole al quale accorrono, ogni anno, milioni di turisti da tutto il mondo, un regno incantato con una miriade di parchi tematici, spettacoli e resort, il film rivela però che, a pochi passi di distanza, c’è un mondo completamente diverso, in cui vivono personaggi descritti da Baker senza pietismi e con una gran dose di allegria.

Il debutto dell’ala del Vittoriano destinata alle mostre temporanee d’arte, anni or sono, era stata nell’ambito impressionista. La vocazione e specializzazione è stata confermata negli anni e ora è la volta di Monet. Capolavori dal Museé Marmottan Monet, Parigi, in corso fino all’11 febbraio 2018.

Sono sessanta le opere provenienti dal museo parigino, che, donate all’istituzione dal figlio Michel, erano conservate a Giverny, ultima residenza del pittore.

Come di consueto, in apertura è allestita la saletta con il filmato che introduce all’esposizione, mentre nel corridoio un grande pannello riporta la biografia.

La novità, ormai divenuta consuetudine, è costituita dalla realtà immersiva di schermi, dove foto di giardini e di fiori si trasformano nei dipinti. Quasi a voler suggerire e far assimilare, a livello subliminale, quello che è stato il processo creativo e rivoluzionario instaurato dal movimento impressionista.

Una ribellione giocata tra il fisico e lo spirituale. Fisicamente gli impressionisti avevano abbandonato gli atelier, luogo di azione dei pittori accademici, per immergersi nella natura en plen air. Alla fisica si erano affidati per la teoria del colore e gli studi sul funzionamento dell’occhio umano. Alla chimica avevano richiesto di sintetizzare colori che, spremuti dal tubetto, passavano direttamente sulla tela, dove, insieme al gesto, andavano a costituire la materia dell’opera.

L’invenzione della fotografia li aveva spinti a cercare un’arte più reale del reale. Così, abbandonando la prospettiva rinascimentale, interpretazione matematica dello spazio, si erano affidati all’occhio perchè fotografasse l’attimo fuggente di una porzione di mondo. Ma la pellicola su cui fissare l’immagine era l’anima, capace di imprigionare e rispecchiare l’infinito.

La mostra parte dalle caricature e dai ritratti dei figli, per poi snodarsi tra i diversi paesaggi e le dimore di Monet, fino ad arrivare ai giardini e ai fiori. È un percorso cronologico e tematico che vede nelle versioni del Salice piangente, ne Le rose, ne Il ponte giapponese e nelle Ninfee, il punto d’arrivo della ricerca e della poetica di Monet.

Come di consueto i dipinti sono esposti in modo labirintico, succedendosi senza sosta tra piano inferiore e piano superiore. La situazione è particolarmente penalizzante nel caso delle opere impressioniste, dove, la tecnica esecutiva fatta di macchie di colore e luce, impone un allontanamento dello spettatore, così che la mente sia in grado di ricostruire la scena e il soggetto inquadrati dall’occhio.

 

 

Monet

Capolavori dal Museé Marmottan Monet, Parigi

19 ottobre 2017 - 11 febbraio 2018

Roma, Complesso del Vittoriano - Ala Brasini

Orari: da lunedì a giovedì 9.30 - 19.30

venerdì e sabato 9.30 - 22.00

domenica 9.30 - 20.30

Ingresso: Intero €.15,00

Ridotto €. 13,00

Info: Tel. + 39 06 87 15 111

www.ilvittoriano.com

Il 7° Mercato dei Vignaioli Indipendenti, svoltosi a Piacenza il 25 e 26 novembre scorso, si è chiuso con un successo atteso (era nell’aria) ma non nella misura che lo è stato veramente.

Grande, Grande, Grande, volutamente in crescendo a significare un successo maturato anno dopo anno, ben programmato, solidificando e compattando quanto realizzato. Crescere insieme è il motto. Come dargli torto.

I numeri parlano da soli. Una due giorni da Sold Out. E la cosa più sorprendente e allo stesso tempo clamorosa è stato il registrare affluenza di visitatori da regioni svariate e lontane. Presenze dalla Sicilia, Calabria e Sardegna per assaggi e acquisti ai circa cinquecento banchi dei vignaioli indipendenti .

La formula di così tanto successo?

  • rappresentare la figura del viticoltore promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani

  • fatta da vignaioli che coltivano le proprie vigne, imbottigliano il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vendono tutto o parte del proprio raccolto in bottiglia, sotto la propria responsabilità, con il proprio nome e etichetta.

  • persone che rispettano le norme enologiche della professione, limitando l'uso di additivi inutili e costosi, concentrando la propria attenzione sulla produzione di uve sane che non hanno bisogno del maquillage di cantina.

Quest’ultima posizione non vuol dire condurre necessariamente la propria coltivazione e le tecniche di cantina con certificazione biologica e/o biodinamica, ma produrre vini che prima di tutto siano buoni.

Ragione di questo trionfo, boom?

L’impegno generoso in vigna e in cantina, la ricerca costante della qualità, l’attenzione (finalmente aggiungo) dell’immagine del prodotto e perché no l’attività unitaria, associativa, di promozione e valorizzazione nel rispetto delle tradizioni, dei territori, per una offerta eterogenea di grande qualità.

E poi, non ultima, la familiarità che si respira appena varcate le porte della Mostra-Mercato. Essere uno di loro. D’obbligo dare del “tu” . Sorrisi, euforia, ottimismo, il bicchiere mezzo pieno. Fuori del capannone fieristico i problemi di tutti i giorni, dentro disponibilità, fratellanza, cordialità e stima. Quest’ultima toccata con mano. Alla richiesta di darmi qualche dritta negli assaggi, la risposta immediata e gentile è stata: ”vai ad assaggiare i vini di quel produttore o dell’altro” in una forma di cameratismo inusuale di questi tempi.

Giri per i banchi, leggi da dove provengono i vignaioli e subito il richiamo alla mente della straordinarietà dei luoghi di origine dei loro vini e la solidità delle tradizioni locali. Forse la mia presenza vuol essere il raccontare modestamente, con sobrietà, semplicità l’immenso patrimonio vitivinicolo che si cela dietro queste facce, le più arse dal sole, sagomate dalle intemperie.

Duemila anni di cultura del vino, di generazione in generazione, a volte di acquisizione in acquisizione, di volontà e ritorno alla terra, di lascio tutto e vado a vivere in campagna. Legame alla terra e al vino comunque sia la provenienza portando qui a Piacenza testimonianze, storia, echi e suggestioni.

Scrisse un giorno Pablo Neruda:” Non soltanto amore, bacio bruciante e cuore bruciato, tu sei vino di vita, ma amicizia degli esseri, trasparenza, coro di disciplina, abbondanza di fiori…”.

Questa è stata la FIVI, la mostra-mercato giunta alla sua 7° edizione. Lunga vita alla FIVI.

Urano Cupisti

Il 7° Mercato dei Vignaioli Indipendenti, svoltosi a Piacenza il 25 e 26 novembre scorso, si è chiuso con un successo atteso (era nell’aria) ma non nella misura che lo è stato veramente.

Grande, Grande, Grande, volutamente in crescendo a significare un successo maturato anno dopo anno, ben programmato, solidificando e compattando quanto realizzato. Crescere insieme è il motto. Come dargli torto.

I numeri parlano da soli. Una due giorni da Sold Out. E la cosa più sorprendente e allo stesso tempo clamorosa è stato il registrare affluenza di visitatori da regioni svariate e lontane. Presenze dalla Sicilia, Calabria e Sardegna per assaggi e acquisti ai circa cinquecento banchi dei vignaioli indipendenti .

La formula di così tanto successo?

  • rappresentare la figura del viticoltore promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani

  • fatta da vignaioli che coltivano le proprie vigne, imbottigliano il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vendono tutto o parte del proprio raccolto in bottiglia, sotto la propria responsabilità, con il proprio nome e etichetta.

  • persone che rispettano le norme enologiche della professione, limitando l'uso di additivi inutili e costosi, concentrando la propria attenzione sulla produzione di uve sane che non hanno bisogno del maquillage di cantina.

Quest’ultima posizione non vuol dire condurre necessariamente la propria coltivazione e le tecniche di cantina con certificazione biologica e/o biodinamica, ma produrre vini che prima di tutto siano buoni.

Ragione di questo trionfo, boom?

L’impegno generoso in vigna e in cantina, la ricerca costante della qualità, l’attenzione (finalmente aggiungo) dell’immagine del prodotto e perché no l’attività unitaria, associativa, di promozione e valorizzazione nel rispetto delle tradizioni, dei territori, per una offerta eterogenea di grande qualità.

E poi, non ultima, la familiarità che si respira appena varcate le porte della Mostra-Mercato. Essere uno di loro. D’obbligo dare del “tu” . Sorrisi, euforia, ottimismo, il bicchiere mezzo pieno. Fuori del capannone fieristico i problemi di tutti i giorni, dentro disponibilità, fratellanza, cordialità e stima. Quest’ultima toccata con mano. Alla richiesta di darmi qualche dritta negli assaggi, la risposta immediata e gentile è stata: ”vai ad assaggiare i vini di quel produttore o dell’altro” in una forma di cameratismo inusuale di questi tempi.

Giri per i banchi, leggi da dove provengono i vignaioli e subito il richiamo alla mente della straordinarietà dei luoghi di origine dei loro vini e la solidità delle tradizioni locali. Forse la mia presenza vuol essere il raccontare modestamente, con sobrietà, semplicità l’immenso patrimonio vitivinicolo che si cela dietro queste facce, le più arse dal sole, sagomate dalle intemperie.

Duemila anni di cultura del vino, di generazione in generazione, a volte di acquisizione in acquisizione, di volontà e ritorno alla terra, di lascio tutto e vado a vivere in campagna. Legame alla terra e al vino comunque sia la provenienza portando qui a Piacenza testimonianze, storia, echi e suggestioni.

Scrisse un giorno Pablo Neruda:” Non soltanto amore, bacio bruciante e cuore bruciato, tu sei vino di vita, ma amicizia degli esseri, trasparenza, coro di disciplina, abbondanza di fiori…”.

Questa è stata la FIVI, la mostra-mercato giunta alla sua 7° edizione. Lunga vita alla FIVI.

November 30, 2017

ukytky29.11.2017 - Questa mattina la Corea del Nord ha effettuato con successo il 20o test missilistico in quest’anno, dopo due mesi di “inattività”.

I fatti

L’agenzia ufficiale KCNA ha affermato che il missile era il più sofisticato rispetto a tutti i test precedenti ed è in grado di trasportare una testata nucleare pesante “super-large”.

Queste affermazioni non sono ancora state verificate dagli esperti, ma gli stessi si aspettavano che Pyongyang dimostrasse che ora ha l’intero territorio degli Usa nel suo raggio d’azione: uno sviluppo che rafforza in modo significativo la sua posizione negoziale nei confronti di Washington.

Da quanto  viene riportato, il missile ha volato per 50 minuti su una traiettoria molto alta, raggiungendo l’altezza di 2.796 miglia (10 volte maggiore dell’orbita della Stazione Spaziale Internazionale della Nasa), cadendo a una distanza di 621 miglia dal lancio ad ovest della costa del Giappone. David Wright, fisico ed esperto missilistico della Union of Concerned Scientists, calcola che su una traiettoria normale anziché così alta, il missile avrebbe una portata di 8.078 miglia (13.000 km), sufficiente a raggiungere Washington, l’Europa e l’Australia.

Le implicazioni

I commenti parleranno ovviamente di ennesima provocazione, di escalation inaccettabile. Ci sarà un ulteriore polverone. Vogliamo, per lo meno noi, ragionare con freddezza e raziocinio?

Innanzi tutto ho discusso più volte che la responsabilità dell’escalation nucleare della Corea del Nord ricade in primo luogo sugli Stati Uniti[1]. Questo non certo per “giustificare” che Pyongyang si sia dotata di armamenti nucleari, che sono comunque un delitto contro l’umanità, come verrà sancito non appena il nuovo Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari entrerà in vigore: è l’esistenza stessa delle armi nucleari, il loro uso come minaccia, a moltiplicare gli Stati che ambiscono dotarsene. Da un lato è ormai il segreto di Pulcinella che gli armamenti nucleari implicano enormi interessi economici oltre che militari, gli Stati che se ne sono dotati hanno ricevuto informazioni, tecnologie e supporti da cani e porci, e la Corea del Nord non ha certo fatto eccezione.

Si smetta di dipingere Kim come un pazzo fuori di testa, a mio parere è molto lucido, e fa un freddo, ancorché cinico, calcolo: “Saddam ha abbandonato i suoi armamenti e è stato fatto fuori, Gheddafi pure e è stato ucciso”. Più realistico di così! Sono gli Stati Uniti, e Trump in modo esasperato, che conoscono solo il linguaggio della minaccia della coercizione.

Pyongyang ha offerto la disponibilità a negoziare, non da ora ma da anni[2], ponendo come condizione il riconoscimento del suo status di Stato nucleare. Ormai gli Usa, e tutto il modo, devono prendere atto che – per loro precisa responsabilità – la Corea del Nord non pone più un problema di proliferazione, ma è uno Stato nucleare a tutti gli effetti. Kim e il suo regime possono essere legittimamente antipatici, ma di fronte alla minaccia che incombe è necessario mettere in secondo piano l’obiettivo di regime change, e lasciare il posto alla politica, ai popoli e alla storia.

La situazione diventa sempre più drammatica, e il rischio che venga premuto – accidentalmente, per errore o per calcolo – il bottone della fine del mondo è sempre più concreto. Sta al più forte, non al più debole, avere la saggezza di negoziare. La strada è chiara, anche se tutt’altro che priva di ostacoli e problemi: intavolare finalmente – dopo 63 anni dalla Guerra di Corea – un negoziato di pace complessivo che possa pacificare l’intera penisola coreana, e porre le basi per la sua completa denuclearizzazione.

 

[1]             A. Baracca, “La resistibile ascesa nucleare della Corea del Nord”, Pressenza, 3 maggio 2017, https://www.pressenza.com/it/2017/05/la-resistibile-ascesa-nucleare-della-corea-del-nord/.

[2]               Si veda ad esempio D. Bandow, “North Korea Wants to Talk Peace Treaty: U.S. Should Propose a Time and Place”, The National Interest, 3 dicembre 2015, http://nationalinterest.org/blog/the-skeptics/north-korea-wants-talk-about-peace-treaty-us-should-propose-14504; A. Denmark, “Time for President Trump to negotiate with North Korea”, The Hill, 10 novembre 2017, http://thehill.com/opinion/white-house/354891-time-for-president-trump-to-negotiate-with-north-korea.

per gentile concessione dell'Agenzia di stampa Pressenza

2017: Edizione da bollino Platinum, il più prezioso

 

 

IMG 20171114 115604Devo dire proprio di sì. Evento difficilmente superabile, senza alcuna “sbavatura organizzativa”. Vicinissimo alla perfezione.

Una “macchina” che ha bisogno di un solo goccio d’olio, meglio dire di vino, per far girare gli ingranaggi degli avvenimenti durante i cinque giorni. Dalla bio-dinamica al Catwalk Champagne passando per i tre giorni tradizionali, centrali, ricchi, come sempre, di novità “stellari” per gli appassionati di vini e non.

 

Non solo Vino.

La Gourmet Arena che da alcuni anni ha trovato la giusta location, come continuità del Wine, nella tensostruttura posizionata tra il fiume Passirio e il Kurhaus, lungo quella passeggiata resa famosa nel mondo come promenade Sissi.

Quet’anno oggetto di ulteriore “sana decisione”, da parte di Helmuth Köcher, liberandola dallo Show Cooking che, meritatamente, ha ottenuto il suo spazio in altra sede, piazza della Rena, vicinissima al Kurhaus, ribattezzata Cooking Farm.

Già, la Cooking Farm, meglio dire Chef Performance.

Dal venerdì 10 al Lunedì 13, nell’orario di apertura, più di venti chef stellati si sono alternati ai fornelli nel proporre piatti di particolare importanza cucinati secondo le loro filosofie di pensiero. Senza dimenticare i “temi giornalieri”

 

Wild Cooking, Fermenti in cucina, la prima manifestazione italiana sui cibi fermentati svoltasi Venerdì 10 in contemporanea con Bio&Dynamica, l’evento enoico più importante e rappresentativo insieme a Summa di Alois Lageder, guarda caso anche lui altoatesino.

 

Cooking Farm, confronto tra la più prestigiosa cucina italiana e la tradizione contadina svoltasi nel giorno 11. Sperimentare e giocare, amore per le radici e curiosità verso altre culture, lavorare in sintonia con la natura, la pizza nella continua e costante ricerca delle migliore eccellenze gastronomiche italiane.

Cooking Farm, “Place to be” per gli amanti dell’Alta Gastronomia svoltasi nel giorno 12. Rispetto come pilastro centrale di una precisa architettura, il fedele artigiano del cibo, la proposta di Risate&Risotti, cucinare per soddisfare i propri familiari.

Cooking Farm, il premio GODIO, inserito dall’ormai lontano 2004 in onore e memoria dello chef Giancarlo Godio, svoltosi Lunedì 13, con la premiazione di Luis Haller, altoatesino della Val Passiria, come giovane appassionato per l’arte culinaria e per la sua vocazione ai piatti semplici, composti di tre o quattro ingredienti, sapientemente selezionati, con cui riesce a creare sapori del tutto inaspettati.

 

Ed infine, martedì 12, durante l’evento di chiusura dedicato agli Champagne “esclusivi”, Catwalk Champagne, lo chef Italo Bassi trent’anni ai vertici della ristorazione italiana e internazionale insieme al giornalista francese Sebastien Ripari fondatore di “Le Bureau d’elude gastronomique”, hanno dato vita ad un show cooking con la complicità della Maison Maxime Blin. Maison che si trova a Trigny nel Massiccio di Saint-Thierry, chiamato anche Petit Montagne de Reims, posto sul C 2 fotogallery 3083803 6 image50esimo parallelo.

Il nostro lavoro- parole di Helmuth Köcher – consiste nello scegliere annualmente il massimo della qualità per gli appassionati di vino e gourmet. E presentarlo in

 e60a50f12115021d51c39d3565691654 625x350
 Helmuth Köcher

una cornice esclusiva come Merano. Siamo e rimaniamo i nostri clienti più esigenti”

Lo “sdoganamento” ufficiale del nuovo Merano Food & Wine Festival e risposta secca, con “una cornice esclusiva come Merano” alle insistenti e continue pressioni svolte da alcuni media nell’indicare Milano come sede logistica migliore. Svanirebbe il fascino, la seduzione, l’attrazione unite a charme, carisma a favore della sola massificazione senza anima, solo business.

 

E il futuro? Sono sempre le parole di Helmuth Köcher ad indicarne le linee.

Diffondiamo l’eccellenza enogastronomica da oltre 25 anni attraverso la selezione e valutazione dei prodotti, comunicazione dell’eccellenza, allestimento di eventi esclusivi rivolti al B2B e al B2C ed organizzazione di eventi in Italia e Europa. Da dicembre partiranno i Corsi di formazione di figure professionali e specializzate in ambito eno-gastronomico. Wine export manager, Event Manager tra tradizione e innovazione, Commesso agroalimentare, Cameriere, Aiuto cuoco ed altri. Un nutrito programma per tenere sempre ai vertici il Merano Wine Festival senza dimenticare che siamo arrivati fino a qui grazie al VINO”. Chapeau!

 

© 2022 FlipNews All Rights Reserved