L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


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Kaleidoscope (1381)

Free Lance International Press

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Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

 

Frammento n. 1   Amphora Revolution a Verona

Per la prima volta un evento nazionale dedicato ai vini in anfora  A Verona 7 e l’8 giugno alle Gallerie Mercatali. Una joint venture tra Merano Wine Festival e Vinitaly. Un evento dedicato ai migliori vini italiani fatti in anfora. L’obiettivo è il rilancio di una tecnica antica come una rivoluzione a sostegno della naturalità del prodotto e della sostenibilità, oltre a una sfida contro il cambiamento climatico. La prima referenza nazionale grazie alla presenza di produttori in anfora provenienti da tutto il territorio italiani che avranno l’obiettivo di raccontare queste tecniche enologiche antiche, ma incredibilmente attuali. 

 

 

Frammento n. 2   Vini in fondo al mare. Una moda?

“Conchiglie, coralli e incrostazioni sul collo delle bottiglie e prezzi a dir poco generosi”. La si può pensare come si vuole ma una cosa è certa: il vino che ha riposato al buio degli abissi cambia sapore. Non è suggestione. Lo ha dimostrato l’assaggio delle Veuve Cliquot ritrovate nei fondali del Mar baltico. Un caso? Devo dire che rimango molto scettico anche perché tutti i successivi tentativi hanno dato risultati altalenanti. Profondità, mancanza di luce, temperature costanti  le potenzialità acclamate dai sostenitori di questo metodo di affinamento. I costi però sono elevati e portano queste bottiglie ad uscire sul mercato solo per pochi. Ne vale la pena? 

 

Frammento n. 3    Spostiamo più a Nord il Barolo.

"Spostiamo a Nord il Barolo": la proposta spacca il Consorzio (e non solo)  25 Mar 2024, 13:55 | a cura di Vittorio Ferla Di chi la colpa se non del solito cambiamento climatico che impone, come in questo caso,  una riflessioni: eliminare il divieto di impiantare i vigneti nei versanti collinari esposti al Nord. Sappiamo che qualsiasi tentativo di modificare il disciplinare crea sempre tanta confusione ma, in questo caso, qualcuno sarebbe disposto. La tensione resta alta: alcuni produttori preferiscono tacere sulle loro preferenze per esprimersi direttamente nel segreto dell’urna alla prossima votazione (imminente) per il rinnovo delle cariche all’interno del Consorzio. La partita è tutt’altro che chiusa. Occhio, quindi, alle prossime elezioni consortili che potrebbero di fatto diventare una sorta di votazione anche sulla questione del disciplinare. O almeno anticiparne gli esiti. 

 

 

Frammento n. 4  Rinasce un vecchio vino di Giacomo Tachis: Ceuso .

L’azienda Tonnino fa rinascere il Ceuso: “Dagli antichi appunti di Giacomo Tachis ridiamo vita a un grande vino” Così l’annuncio da parte dell’Azienda Tonnino, Il ri-nascituro: Ceuso. Una storia iniziata nel 1995: un blend di Nero d’Avola per il 50%, e la restante metà Cabernet Sauvignon e Merlot. Insomma: un bordolese con taglio siciliano di cui Tonnino produce 4mila bottiglie, destinate per la maggior parte al mercato internazionale, Stati Uniti in testa. Il vino di Tachis fu prodotto dal 1995 al 2012, poi lo stop. La sua seconda vita riprende nel 2020, contemporaneamente all’acquisto del Baglio Ceuso da parte di Antonio Tonnino. 

 

Frammento n. 5   “Più padelle e meno stelle”

Il ritorno delle trattorie. Quasi tutte a livello familiare e la ricerca di una cucina territoriale. “Più padelle e meno stelle” coniato da Daniele Cernilli. Secondo il mio parere servono tutte e due: padelle della nonna e le stelle della “guida rossa”. Da Maria, da Giuseppe, da Francesco, il nome che attira o richiami dialettali come da mi pa’, da mi ma’, oste della malora, tutti ad indicare una cucina che fa della genuinità la caratteristica dominante. Affidabilità, organizzazione, accuratezza per gli “stellati”, in cui sapori e innovazione si sposano a meraviglia. Più padelle e meno stelle?

 

Osservo, scruto, assaggio e…penso.  (urano cupisti)

 

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 Icone di povertà e resilienza

Aldo Morrone, direttore dell'Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali (IISMAS), è rientrato dal Corno d'Africa, testimone dei traumi del conflitto, degli abusi sulle donne, della distruzione di infrastrutture di base. Parla della tenacia e dedizione con cui continua a operare l'ospedale che sostiene al confine con l'Eritrea: "Sentirsi toccati nelle piaghe è un modo per avere una immediata comunicazione. Sono loro che mi insegnano la solidarietà vera"

 

Un Paese meraviglioso con una popolazione che, sebbene ridotta allo stremo, riesce ancora a dare testimonianza di una solidarietà

  Curare i più piccoli  

fortissima che ha molto da insegnare. Così sintetizza la situazione che attualmente vive l'Etiopia Aldo Morrone, direttore scientifico dell'Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali (IISMAS) rientrato due settimane fa da una delle sue periodiche visite nello Stato del Corno d'Africa. Esperto di patologie tropicali e malattie della povertà, si occupa di medicina transculturale, con una spiccata attenzione sulla salute dei migranti e delle fasce a rischio di emarginazione sociale. Attraverso i suoi occhi, il racconto delle conseguenze fisiche, psicologiche, economiche e infrastrutturali di una guerra, in Tigray, fratricida. 

Il Tigray e la guerra "nascosta"

"Ho trovato un'Etiopia ridotta molto male per una guerra che ad Addis Abeba si nasconde: molte persone non sanno nemmeno che ci sono stati anni di guerra fratricida". È tra gli aspetti più inquietanti la volontà istituzionale, secondo quanto riferito dal dottor Morrone, di mantenere il conflitto sotto il tappeto. Eppure le tracce sono macroscopiche con un bilancio di due anni (tra il 2020 e il 2022) tragico: secondo alcune stime sarebbero state circa 500mila le vittime, alle quali si aggiungerebbero due milioni di sfollati interni. È lo stillicidio consumato al nord, dove si sono confrontati l’esercito federale, che rispondeva agli ordini del governo di Addis Abeba, e le milizie tigrine, agli ordini del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf);

sono poi comparsi anche le milizie amhara e l’esercito eritreo che aveva pretese territoriali su una zona che confina tra Eritrea e Tigray. Scontri durissimi che hanno finito per mettere in ginocchio i miliziani tigrini che intanto erano stati supportati dall’Esercito di liberazione oromo (Ola), formazione armata della frangia più estremista del popolo oromo (l’etnia più numerosa dell’Etiopia). Il 2 novembre 2022 arriva la firma dell'accordo, mediato dall'Unione africana, tra Addis Abeba e Macallè per un cessate il fuoco che, almeno sulla carta, ha posto fine al conflitto.

"È una guerra di cui non si è voluto far parlare", osserva Morrone che dice di aver visto una "situazione disastrosa". Parla di una "bolla speculativa incredibile" e porta alcuni esempi: "gli stipendi dei medici viaggiano intorno ai 250 dollari al mese, un pranzo non costa meno di cinque o sei dollari. Nel nord la situazione è allo stremo. La guerra è ancora di fatto non conclusa, nonostante gli Accordi di Pretoria che

   L'attesa di una cura, una carezza, una possibilità di vita  

avrebbero dovuto sancire un armistizio ma che di fatto non è avvenuto. Ci sono circa 600-700 mila sfollati dalle varie aree del Tigray che ancora non riescono a tornare nei propri villaggi a causa della distruzione e per la presenza di bande armate in diverse parti del Paese. In più, c'è lo spettatore che finge di essere assente ma è fortemente presente: sono le truppe eritree che hanno oltrepassato il confine e quindi c'è una situazione di grande tensione". Una "grandissima instabilità" dovuta anche alla tensione fra gli altri gruppi etnici, amhara e oromo, aggiunge Morrone il quale ben conosce la realtà di questi luoghi dove dal 1984 è attiva un'opera di formazione non solo sanitaria di cui tutt'ora si fa promotore.

Decine di migliaia di donne stuprate

"A farne le spese sono le persone più povere. Contadini, pastori. La situazione drammatica è a scapito soprattutto delle donne", continua il medico che segnala "oltre 30-40 mila stupri cosiddetti etnici. Io ho potuto visitare queste donne in cui lo stupro è stato una forma terribile di violenza finalizzata a impedire loro di avere figli. Alcune - afferma - purtroppo hanno perso la vita, altre si sono suicidate, altre ancora, con l'aiuto di altre donne, stanno cercando di recuperare un senso di vita. In molti casi sono state violentate davanti ai propri figli o al proprio marito". A fronte di queste atrocità - che pure organismi tra cui Medici senza Frontiere o Amnesty Interntional hanno ripetutamente denunciato - mancano medici, operatori sanitari, psicologi, ginecologi che possano prendersi cura di queste persone. "Esistono dei centri ma non c'è di fatto personale", scandisce Morrone che non attribuisce responsabilità specifiche difficile da riscontrare in un contesto dove sembrerebbe aver dominato l'assoluta mancanza di regole. È accaduto per i reati di matrice sessuale così come per i furti di bestiame o di alimenti. "Gli ospedali nel Tigray sono stati per oltre due anni senza cibo e senza medicine perché resi oggetti di furti o requisizioni. Le banche sono state chiuse, non c'era la possibilità di avere combustibile né ambulanze o automobili. Gli ospedali sono stati dunque imprigionati in una situazione drammatica. Infermieri, medici, biologi hanno fatto i salti mortali per sopravvivere".

Formare i sanitari locali: dare salute è dare dignità

Morrone spiega il lavoro di sinergia internazionale fatto negli ultimi decenni per creare quattro facoltà di medicina per formare "medici locali che sono davvero bravi". Aggiunge che il grande problema è quello delle terapie per la crescita dei tumori o per debellare virus come quello dell'hpv. Con un'équipe multidisciplinare con farmacisti e antropologi l'ISMASS ha attivato collaborazioni con gli istituti di ricerca più importanti in Italia per creare non solo assistenza ma anche ricerca scientifica che potesse migliorare il trattamento di queste persone. Illustra così la genesi di quello che è uno degli ospedali costruiti nel Tigray a pochi chilometri con il confine eritreo, voluto proprio per essere un segno di pace oltre che di salute e dignità e che ha sempre accolto donne, bambini e anziani sia dell'Eritrea sia del Tigray. La struttura è stata bombardata e 15 persone che là lavoravano nel 2022 sono rimaste uccise ma, ciò nonostante, si continua a lavorare perché ci sono migliaia e migliaia di persone che hanno necessità di

    Il dottor Aldo Morrone visita una donna

essere curate. "Mi hanno chiesto di aiutarli a ricostruire l'ospedale", riferisce ancora Morrone che sottolinea come la conseguenza più drammatica di questa guerra sia stata proprio la distruzione dei servizi sanitari e di quelli scolastici.

"Ho visto numerose scuole bombardate dove però le maestre, con i bimbi in braccio o sul dorso, continuano a fare lezione sotto la parte ancora in piedi. Poi purtroppo si sono diffuse le malattie: epidemie di colera per oltre 90mila casi, si è superato un milione di casi di malaria. Quest'anno 15mila casi di morbillo, solo se si tiene conto di quelli di cui si può avere certezza. Il governo mi ha chiesto di aiutarli nei casi di leishmaniosi, malattia della pelle viscerale causata da un insetto. Poi ci sono i casi di dengue, tubercolosi...". Malati che nessuno tocca si sentono miracolosamente vivi, non ai margini, non scarti da rifiutare. "Io visito, tocco, accarezzo tutti. Non perché sono un folle ma perché so riconoscere le malattie contagiose. Sentirsi toccati, anche coloro a cui la lebbra ha distrutto gli arti, è un modo per avere una immediata comunicazione, praticare una vicinanza che è percepita come foriera di speranza". Si contribuisce così a far uscire dalla paura, dalla solitudine, dal senso di totale abbandono.

I campi profughi, le stimmate di una fragilità inaudita

"La cosa più drammatica è stata visitare i campi profughi dove ho passato intere giornate mangiando anche con loro", racconta ancora il professor Morrone. C'è un episodio particolare che lo ha molto impressionato: "Alcune persone mi hanno voluto far visitare una donna con una ferita aperta che ho immediatamente cercato di tamponare anche se mancavano garze. I familiari mi hanno ringraziato non tanto perché l'avessi soccorsa dal punto di vista medico ma perché avevo fatto in modo che non rimanesse traccia del sangue sul suo corpo". Portare aiuto vuol dire reciprocità, non solo dare. "Ecco, queste persone mi stanno insegnando sempre di più cosa vuol dire la solidarietà vera. Quando chiedevo a questi medici locali come avessero fatto a sopravvivere senza cibo e senza medicine, mi hanno raccontato di alcuni contadini che nascondevano un po' da mangiare dividendolo con il personale sanitario e le maestre". Donne, anziani, bambini... Quello fotografato dal dottor Morrone è un Paese che porta ancora le stimmate di una fragilità inaudita, e che malgrado ciò offre gesti di profondissima umanità che non passano sulla cronaca internazionale. Come quello di una infermiera, lodata in questo caso anche dalle Nazioni Unite, che è riuscita a salvare decine di persone nascondendole a casa sua o nei boschi. "Questa donna mi ha raccontato che ha fatto tutto questo pensando che questa violenza sarebbe potuta capitare a lei. Del tutto spontaneamente. Lo ha scritto in un libro in tigrigno che vorremmo tradurre in inglese come testimonianza di speranza e di futuro".

 

  per gentile concessione di https://www.vaticannews.va

 

 

   Champagne

Quanti sono i vitigni allevati nella Champagne e quali sono? Dove li troviamo? La loro storia.

     Pinot Meunier

Se ponete la domanda “quanti vitigni vengono allevati nella Champagne, la stragrande maggioranza di persone risponderanno: TRE, Pinot Noir, Pinot Meunier, Chardonnay.

In pochi aggiungeranno Pinot Blanc ed Arbanne. In pochissimi aggiungeranno il Fromenteau (Pinot Gris) e Petit Meslier.

     Drappier Quattruor

Basta calpestare le vigne da est ad ovest, da nord a sud, nei 23 territori sparpagliati raggruppati in 4 macro-aree:

  • La Montagne de Reims e il Val de Reims (8.000 ha, 101 comuni e circa 3.700 viticoltori) con la Grande Montagne, la Vallée de la Vesle e la Vallèe de l’Ardre ( Petite Montagne de Reims), il Massif de Saint-Thierry, i Monts de Berru;
  • La Vallée de la Marne (11.600 ha, 98 comuni, 5.200 viticoltori) con la Grande Vallée de la Marne, i Coteaux Sud d’Épernay, la Vallée de la Marne rive droite, la Vallée de la Marne rive gauche, il terroir de Condé, la Vallée de la Marne occidentale;
  • La Côte des Blancs (5.800 ha, 57 comuni, 3.950 viticoltori con la Côte des Blancs propriamente detta, la Val du Petit Morin, il Sézannais o Côte de Sézanne, il Vitryat, l’area di Montgueux vicino a Troyes;
  • L’Aube con la Côte des Bar (6.800 ha, 63 comuni, 2.250 viticoltori) con il Barsuraubois (Bar-sur-Aube) e il Barséquanais (Bar-sur-Seine e Riceys)
    Petit Meslier e Arbane

Ed ascoltare  i vignerons parlare, oltre di Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay, di:

  1. ARBANNE (BIANCO)
  2. PINOT BLANC (BIANCO)
  3. PETIT MESLIER (BIANCO)
  4. PINOT GRIS o FROMENTEAU (BIANCO)
  5. PINOT DE JOUILLET (NERO)
  6. PINOT ROSÉ O ENFUMÉ O MEUNIER ROSÉ (NERO)

Gli ultimi due chiamati anche uve fantasma per la rarità.

Ed eccoci arrivati a 9 vitigni. Bisogna ricordare che il territorio della Champagne in epoche passate possedeva numerose varietà d’uva. Si contavano un’ottantina di vitigni. Ne ricordiamo qualcuno conosciuto ed altri un po’ meno? Gouais, Gamay, Morillon ecc…

La revisione del disciplinare, parliamo del 2009/2010, finalmente riammise a pieno titolo i sei vitigni ricordati. Maison importanti come Drappier, Laherte Frères, Agrapart, Aspasie, Aubry e diversi Recoltant piccoli hanno sperimentato e stanno sperimentando, sia in assemblaggio che in purezza, il vitigno Arbanne, il Pinot Blanc, il Petit Meslier e il Pinot Gris.

Devo dire che negli assaggi, anche recenti, mi è sembrato di recepire un’originalità  ed una distinzione sensibile.

  Fromentau

Il Pinot Blanc nella Champagne è conosciuto anche con il vecchio nome di Enfumé e Blanc Vrai (Vero Bianco). Utilizzato nelle cuvée grazie al suo apporto di “morbidezza”;

L’Arbanne, ritenut

  Pinot Blanc

o particolarmente ostico necessita di terreni collinari con pendii ben esposti in quanto varietà che matura tardivamente. Negli ultimi tempi è il vitigno sotto osservazione visto i cambiamenti climatici. Lo si trovava solo nell’Aube; oggi è coltivato anche nella Vallée de l’Ardre;

Il Petit Meslier è frutto dell’incrocio di due varietà: Gouias Blanc e Savagnin. Contrariamente all’Arbanne matura precocemente ma riesce a mantenere un elevato livello di acidità;

Il Pinot Gris  in Champagne è conosciuto anche come Fromenteau. Le sue origino sono riconducibili alla Borgogna. I suoi vin clair, i vini che hanno completato la prima fermentazione e pronti per essere assemblati con altri vini prima di iniziare la seconda fermentazione, risultano profumati e speziati oltre misura. Trova spazio solo in particolari assemblage;

Infine il Pinot Juillet e il Pinot Rosé che tutt’oggi rimangono delle vere e proprie rarità. Qualcuno le ha descritte come un “pizzico di sale nel dessert per rendere saporito un ricordo primordiale” (Roberto Bellini).

Le varietà “dimenticate” ed oggi ritrovate rappresentano circa il 10% dell’intera produzione.  

Per alcuni, questi vitigni simboleggiano un patrimonio viticolo da preservare mentre per altri rimangono varietà dimenticate a ragion veduta. Non sono d’accordo. Personalmente preferisco non dimenticare, anzi.

 

 

 

 

 Gli esseri umani stavano cercando di comportarsi come tali e non come ingranaggi nella macchina capitalista (George Orwell)

 

Mai tanta confusione e caos sovrastano i nostri giorni sempre più confusi. Guerre di serie A e guerre di serie B dove il comune denominatore è l’essere umano è ridotto a scarto. Non esistono categorie; uomini, donne, vecchi e bambini. Vengono attaccate scuole e ospedali, chiese e moschee. Niente ha più valore, niente ci rende umani. Là dove non c’è guerra e  si parla di politica dove tutti sono bravi, tutti hanno la soluzione in mano: basta leggere un comunicato di una posizione e ti accorgi che sono tutti uguali, stesse idee, stessi propositi, stesse ambizioni. Sono solo chiacchiere al vento che non avranno eco né adattamento alcuno. Là dove il dio quattrino comanda vi sono sempre proseliti in grande quantità, il potere è una calda e solida poltrona che rende colui che vi approda, padrone di scelte e di comizi sempre meno costruttivi e sempre più di specchio personale. La società è un imbroglio dove il pensiero è sempre meno riflessione e sempre più desiderio di emergere anche calpestando e ignorando i veri bisogni della gente. La sanità, la giustizia, l’aiuto al volontariato, l’assistenza agli anziani, l’istruzione, l’ecosistema divengono solo deterrenti che sopratutto nel periodo elettorale servono come specchi alle allodole per avere voti e preferenze. Il viaggio umano è ormai una corsa al declino dove i valori, i bisogni, le esigenze civili sono calpestati dal desiderio di raggiungere risultati personali di grande rilievo che a niente serviranno per garantire quelle soluzioni che finalmente aiuterebbero i poveri cittadini speranzosi sempre di un cambiamento. Ma come può cambiare la politica se gli stessi cittadini non sanno più come muoversi? Non esiste la libertà di parola, non esiste la libertà di espressione, non esiste più la libertà di manifestare né quella di essere se stessi. Se vai contro un’idea che la maggioranza sceglie, rischi di essere soppresso come persona e come individuo. Attenzione a parlare di Israele o Palestina, di Russia o Ucraina, di pro alla libertà sessuale, di scelta politica, addirittura devi piegarti a un vaccino se vuoi lavorare. Non esiste ancora un marchio sulla pelle, ma sei comunque additato per ogni libertà di opinione se questa si discosta da una maggioranza. Persino nei social vieni bloccato per una frase che viene respinta da una scelta di potere. Un giorno di tanti anni fa, ci dissero di non essere più sotto una dittatura che obbligava a delle scelte per non essere piegati. Per un poco è stato così. Adesso che siamo in democrazia, ci rendiamo conto che ci sono tantissime catene e condizionamenti  e che non è vero l’uguaglianza fra ogni cittadino, non è vero che i trattamenti sono i medesimi non è vero che puoi scegliere perché ci sono e ci saranno sempre dei compromessi. Negli anni è avvenuta un’evoluzione (o involuzione) del termine di democrazia. Troppe modificazioni, troppo timore in ogni espressione. Di questo qualcuno se n’è approfittato come sempre perché l’uomo per natura, ha più mani per prendere che braccia per donare. L’umano è cambiato; si è adattato al dolore, alle notizie terrificanti del tg, preferisce riprendere con il telefonino ogni forma di violenza che intervenire. Schiavi di un sistema pur rendendosene conto. Girarsi dall’altra parte è un classico. Il giardino di casa propria è la confort zone dove vivere: il resto si vedrà!

Il Convegno promosso dall’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON), il primo giugno in Campidoglio, dedicato alla vita, alla missione e al messaggio di Pace del fondatore A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada, oltre a risultare ben strutturato e armonicamente articolato, si è rivelato un momento di intensa riflessione e di festosa comunione. Molti sono stati gli interventi (tutti di indubbio interesse) non soltanto di esponenti storici del Movimento, ma anche di studiosi e di cariche istituzionali. Fra di essi, particolarmente apprezzata è stata la relazione di Monsignor Michael Santiago (Dicastero per il Dialogo Interreligioso della Santa Sede), ispirata ad una prospettiva di grande apertura, simpatia e vicinanza, lontanissima dai secolari pregiudizi dei tempi passati, mirante ad evidenziare il carattere autenticamente universale  dei principi e dei valori spirituali dell’esperienza religiosa del Movimento Hare Krishna.

Peculiare attenzione è stata comprensibilmente dedicata alla presentazione della figura e dell’opera del fondatore Swami Prabhupada (1896-1977), personalità di indiscutibile statura morale ed intellettuale, che, sospinto da mistico spirito missionario, ha saputo svolgere una ammirevole azione educativa, prima ancora che divulgativa, nella New York degli anni Sessanta, prendendo le mosse dagli ambienti più emarginati e degradati.

All’interno del panorama culturale occidentale, finalmente sempre più pluralista, la presenza dell’ISKCON, ben al di là degli aspetti più esteriori di carattere coreografico e cerimoniale, costituisce senza dubbio una presenza preziosa e stimolante. La nostra società, infatti, tanto fortemente desacralizzata e tanto nichilisticamente risucchiata nel gorgo di un

A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada

consumismo mediaticamente pilotato, non potrà, infatti, che ritrovarsi arricchita dalla presenza di un messaggio incentrato sui valori dell’Amore e della nonviolenza, nonché dalla diffusione di uno stile di vita improntato alla tolleranza, alla semplicità, alla gentilezza, al rispetto della natura e alla gioia di vivere. Messaggio non di certo banalmente riducibile ad una delle tante esoticheggianti “stramberie” della cosiddetta new age, ma che affonda le sue radici culturali all’interno di una delle anime più genuine e rappresentative dell’Induismo tradizionale, quella devozionale (bhakti)della scuola visnuita, risalente, in particolar modo, all’insegnamento di grandi maestri come Vallabha e Caitanya (sec.XVI).

Immancabili canti rituali e un raffinato rinfresco vegetariano hanno coronato nel migliore dei modi (anche grazie alla straordinaria cornice della grande terrazza capitolina messa a disposizione dei presenti) la felice mattinata di pensiero e di interiore riflessione.

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Per saperne di più:

https://www.harekrsna.it/

 

June 04, 2024

Ottantesimo notiziario settimanale di lunedì 3 giugno 2024 degli italiani di Russia. Oggi parleremo spesso delle elezioni del Parlamento Europeo, che in alcuni Paesi membri iniziano il 6 giugno, ma che comunque termineranno in tutta l’Unione Europea il 9 giugno. Non parleremo solo di questo, anche perché, a noi italiani residenti all’estero fuori dall’UE, non ci fanno votare, siamo cittadini di serie B. Buon ascolto e buona visione.

  • Ennio Flaiano, La solitudine del satiro, 1973.
  • La decisione di escludere i talebani dagli elenchi delle organizzazioni bandite in Russia è attesa e matura.
  • Quanti sono gli abitanti della Georgia? Tre milioni e mezzo. Quante sono le ONG in Georgia? Circa ventimila. Non so se ci rendiamo conto. Una ogni 175 abitanti, poco più di un condominio.
  • Abbiamo sentito la versione scandalizzata dei media mainstream sul Papa, che avrebbe detto che tra i prelati ci sia troppa frociaggine.
  • XXVII Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo.
  • Il romanzo breve “I cosacchi” di Lev Tolstoj.
  • In Svizzera si parla di pace con la Russia senza la Russia.
  • Sanzioni: maggio 2022, Draghi convinse l’Europa che in pochi mesi la Russia sarebbe stramazzata. Risultato: l’eurozona cresce dello 0,7, Mosca del 3,6.
  • L’operazione Gladio si riferisce alle operazioni clandestine CIA-NATO durante l’era della Guerra Fredda che prevedevano la creazione di eserciti segreti “stay-behind” in Europa impegnati nella manipolazione politica, molestie nei confronti dei Partiti di sinistra, massacri, colpi di Stato e tortura.
  • La Russia parte dal fatto che tutti i mezzi di distruzione a lungo raggio utilizzati dall’ex Ucraina sono già controllati direttamente dal personale militare della NATO. Questa non è “assistenza militare”, ma partecipazione alla guerra contro di noi. E le loro azioni potrebbero diventare “casus belli”.
  • “Il mondo sta osservando la barbarie di un vampiro malato, maniaco, psicopatico e divoratore di sangue di nome Netanyahu, e la sta guardando in diretta TV”, ha dichiarato Erdogan.
  • La condanna di Donald Trump a 4 anni di reclusione.
  • L’Occidente può coinvolgere la Finlandia e la Svezia nelle ostilità.
  • La pace sarà preservata e consolidata se i popoli prenderanno nelle proprie mani la causa del mantenimento della pace e la difenderanno fino alla fine.
  • Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per realizzare un progetto condiviso nell’ambito della Military Mobility.
  • Giorgia Meloni ha confermato che l’Ucraina parteciperà al vertice del G7 a metà giugno. Ha anche osservato che Vladimir Zelenskij sarà presente al vertice del G7, così come “almeno 15 Paesi e organizzazioni internazionali”.
  • Il presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani nella Federazione Russa (GIM Unimpresa), Vittorio Torrembini: l’economia italiana ha subito 10-15 miliardi di euro di perdite a causa delle sanzioni anti-russe.
  • Tëmnaja noč’ (letteralmente Notte buia) è una famosa canzone sovietica associata alla Seconda Guerra Mondiale. Per la prima volta è stata suonata da Mark Bernes nel film di guerra I due combattenti (1943).
     Schiapparelli

Sempre piu' l'intelligenza artificiale domina sulle sovrastrutture del Concept Store e della realta' virtuale come in questo contesto Moda dove ne riscontriamo una palese e nitida applicazione.

L'illusionismo creato da fibre tessili ottiche e trasmettitori di luce e colori in una policromia che domina sugli abiti diventa palcoscenico e non piu' passerella:dai saltimbanchi al poligonismo come pure al poligenismo si esce e si entra in schemi dettati dal buonsenso ma anche dal surreale attraverso prodotti metamorfici che scuotono la mente ma non la fantasia poiche' l'imprevedibile non sempre soddisfa i gusti degli osservatori: lo stupore è concreto ma non coerente con quello che poi veramente si cerca di ottenere per entusiasmarci.

Siamo nel regno dell'Alta Moda di gennaio 2024,siamo a Parigi dove il retro' è sempre reinterpretato dai piu' classici ma off shore ed ecco Viktor & Rolf sovrabbondare,Schiaparelli con un magnetismo lunare, Giorgio Armani Prive' ricco di architetture e simmetrie,Dior con minuziose lavorazioni,,Chanel che riecheggia l'androgena Coco',Jean Paul Gualtiero torna a nastri,lacci,corsetterie e bondage nelle tonalita' del rosa e del nero,Gian Battista Valli impera con volumi trasversali ,dove volteggiano nel neonondo le sette sottane come in una Pompadour in un thunderdom di eleganza sospesa; le crinoline ? Perché no...torniamo ad una Chloe' soft nella sua evanescenza e trasparenza come anche Valentino che esordisce e sbalordisce con una sposa unique in see through di tulle e pizzo nero Chantilly.

La moda? Non soltanto sulla catwalk ma anche nel parterre e nelle receptions,sorrette da trampoli o stiletto rocamboleschi e dal glamgloss si ergono le muse dei rotocalchi dove una Naomi Campbell è sempre presente.

Temperiamo i colori della nuova stagione con toni accesi off limits ed un vasto caleidoscopio ci irradia nel Cosmotron della vestibilita' oltre a

    Paul Costello

creste,cornici,piume,concentriche spirali e greppiers nelle tendenze d'oltreoceano.

I Bogcore e non più gli Jankees da New York con Tommy Hillfinger e Thomas Browne con un inverosimile spettacolo dedicato ad Edgar Allen Poe nelle Fairy Fun Groove .

Casual,country,dark,folk e grunge; in questa Grande Mela il wrap dress di Diane Von Furstemberg festeggia i suoi cinquanta anni e per DKNY la super model Kaia Gerber rappresenta il volto della

generazione Zeta.

Opulescenza ed una sempre ovvia stravaganza a Londra dove si celebrano i quaranta anni di runaway arricchite da eventi circondariali di pregio ed eccentricità e dove non poteva mancare Anna Wintour, mentre la supermodel Iris Law risplende con un insolita fluorescenza nella sfilata di Burberry laddove il direttore creativo Daniel Lee omaggia il Brit Style(city subculture and British country); Lila Moss primeggia alla sfilata grottesca ed oversize  di J.W. Anderson; il glamour dei capi di Paul Costello si immedesima nella sindrome della regalità in una scelta del subject matter che ripropone la classe e la semplicità pur sempre apprezzata.

Cosa dire poi su Milano Fashion Week:un melange di stili indescrivibile con  Iceberg, Borbonese,Antonio Marras,Fendi, Etro,Cavalli,Max Mara, Prada,Emporio Armani,Tom Ford.Jimny Choo,Bottega Veneta,Blumarine,Curiel,Gucci,Versace,Brioni,seguiti da un'interminabile caravan di grandi brands senza trascurare le marche minori e con ampia rilevanza agli artisti emergenti.

Il World of Fashion dell'Alta Moda Romana  si è svolto nello sfarzo di Palazzo Brancaccio con nomi di stilisti italiani di rilievo come Raffaella Curiel,Ettore Billotta e dove è emersa la sfilata della calabrese Azzurra Di Lorenzo con il suo Giardino dell'Anima. Per il centenario  Renato Balestra(quest'anno avrebbe compiuto 100 anni) la capitale ha organizzato tre grandi eventi tra Trinità dei Monti,Porta Pinciana e il Campidoglio dedicati a questo grande maestro di elegantissima arte manifatturiera.

   Dior

Proiezioni irrefrenabili e redesigning clothing  come una tua carta d'identità diventa un redesigning gli umani per gli anni a venire.

Comunque anche questa volta la moda è seducente,maliziosa,creativa,intima,perversa e superlativa, un racconto raccolto in un libro dei sogni,in un metaverso di un mondo virtuale dove ci si può proiettare ed interagire occupando capsule temporali attraverso il potere dell'immaginazione.

Non soddisfatti inoltre della settimana della moda i nostri beniamini continueranno con Sfilate Cruise per portare le loro collezioni in tutto il mondo

May 27, 2024

Lo diciamo apertamente come ha fatto la senatrice Liliana Segre, al Senato, e lo ribadiamo con forza su queste pagine: il premierato e la modifica in tal senso della nostra Costituzione non è a parer nostro un’urgenza per il nostro paese. 

In tal senso, gli italiani si sono già espressi con i referendum costituzionali del 2006 e del 2016: non vogliamo riformare, tirandola per la giacca, la Costituzione italiana. 

Quante volte abbiamo accusato il governo in carica dell’abuso della podestà legislativa per decreti, in casi che non hanno nè la necessità e né l’urgenza. Il dibattito parlamentare viene sempre meno, resta solo ahimè la decretazione d’urgenza.

 Difronte a questo quadro, il governo in carica, prova il colpo di spugna e tenta ancora una volta di riformare la nostra Carta con il cosiddetto premierato, cioè l’elezione diretta del capo del governo. 

La premier Giorgia Meloni ha detto “o la và o la spacca” alludendo ad un gioco con uno slogan,  ma questo non è un gioco. Anzi. Aborriamo.

Pensiamo invece a gran voce, che per riformare la nostra Carta servirebbe innanzitutto uscire dalle logiche dell’oggi, delle discipline di partito e volare alto nel diritto costituzionale. 

Pensiamo inoltre che per riformare la Costituzione per le generazioni future non servono prove di forza, ma lungimiranza, rispetto, e soprattutto riguardo del principio di precauzione. 

Introdurre l’elezione diretta del presidente del consiglio, comporta secondo la senatrice Segre due rischi opposti. 

Il primo è che il presidente del consiglio eletto in forma diretta dal popolo dovrebbe convivere con un parlamento riottoso, insofferente alle imposizioni a colpi di maggioranza. Il secondo è il rischio di produrre una grave lesione della rappresentatività del Parlamento per creare a qualunque costo una maggioranza a servizio del presidente dell’esecutivo eletto. 

Come è possibile allora perseverare nell’errore? 

In più e non da poco, con questa riforma, si avrebbe un declassamento del presidente della Repubblica. Verrebbe privato di sue importanti prerogative e sarebbe costretto a guardare dal basso in alto il presidente del consiglio forte di una sua diretta investitura popolare. 

Va detto anche, che l’elezione del Presidente della Repubblica potrebbe rientrare in un bottino di vittoria della coalizione politica che vince le elezioni nel paese. In un colpo solo, grazie al premio di maggioranza. 

La maggioranza avrebbe quindi i numeri - con il partito o coalizione vincitrice delle elezioni- di nominare l’inquilino del colle più alto, anche con un esiguo numero di voti, ma sufficiente per farlo. Come già avvenuto in un recente passato. 

In tutto questo il premier eletto avrebbe potere di vita e di morte sul Parlamento.

A differenza dei sistemi semipresidenziali o presidenziali di altri paesi europei, perfettamente bilanciati in sistemi di pesi e contrappesi, il nostro esperimento sarebbe davvero pericoloso. 

Ricercare il modo di assicurare maggiore stabilità al governo in carica, non può passare attraverso questo esperimento. Solo le democrazie più evolute hanno la separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti. Noi ce l’abbiamo dal 1948 così come hanno voluto i padri costituenti, uomini e donne della nostra Assemblea Costituente e abbiamo il dovere di proteggerla e di rispettarla.

May 27, 2024

Settantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 27 maggio 2024 degli italiani di Russia. A proposito, domenica prossima, 2 giugno, buona festa della Repubblica antifascista nata dalla Resistenza. E non venitemi a dire che non ci hanno liberati, e che secondo qualcuno i risultati furono falsificati, e altre simili amenità che sanno di stantio. Godetevi la festa, punto. Buon ascolto e buona visione.
Il 24 maggio, assieme ad una delegazione interministeriale, Putin ha incontrato Lukašenko a Minsk. Anche stavolta si è parlato di visita improvvisa, nonostante fosse programmata da tempo e nonostante che si siano incontrati ultimamente decine di volte. Il fatto è che Putin è superattivissimo, quasi tutti i giorni si incontra con qualcuno al Cremlino o si reca lui stesso da qualche parte, su scala nazionale e internazionale. Di questo però in Italia non si parla, e così i pennivendoli atlantisti possono scrivere: mistero su Putin, non si vede da giorni, ha il cancro, l’infarto, il Parkinson, l’Alzheimer, e magari tutto insieme contemporaneamente, a quel punto io accendo il televisore e quasi per certo vedo Putin in diretta all’ennesimo incontro. Talvolta, l’incontro è talmente significante, talvolta cruciale, che non se ne può non parlare, e allora diventa a sorpresa, come è stato pochi giorni fa all’incontro col presidente cinese Xi Jinping.
Mike Johnson alla Corte Penale Internazionale: “comandiamo noi”.
Ed ecco le risposte del Ministro degli Esteri Sergej Lavrov alle domande dei media.
Marija Zacharova a raffica.
Una notizia che attendevamo con impazienza. Il tabloid britannico The Times ritiene che dietro l’attentato alla vita del primo ministro della Repubblica Slovacca Robert Fico… ci sia la Russia. Confessate: anche voi aspettavate, vero?
Nel periodo gennaio-aprile, secondo i dati cinesi, la Russia ha aumentato le forniture di petrolio alla Cina del 16,6% su base annua.
Una notizia emblematica. L’Italia è diventata il principale acquirente di gas russo nell’UE.
Sono stato intervistato dal canale russo REN TV.
Siamo al 1940, canzone diventata famosa nel 1944. Una formazione di partigiani. Un ragazzo che si innamora di una partigiana scura moldava, quando si era tutti insieme.

 

Intervista a Luigi Antonio Macrì*

 

L’avvento di internet, con il conseguente velocissimo sviluppo delle tecnologie più avanzate e sofisticate, ha inciso e sta continuando ad incidere in maniera sempre più invasiva e a tutti i livelli sulle nostre esistenze. Ma, se evidenti risultano essere gli innegabili vantaggi che questi cambiamenti stanno producendo in ogni settore della nostra vita, sia a livello individuale che collettivo, sempre più inquietanti appaiono anche gli aspetti problematici di natura fisica e psicologica insiti in quella che è stata definita una vera e propria mutazione antropologica.

Sempre più, in particolare, educatori e genitori si vanno rendendo conto di quanto le tecnologie  digitali tendano a diventare fagocitanti e schiavizzanti soprattutto in ambito infantile ed adolescenziale, con gravi conseguenze per quanto concerne l’apprendimento, la memoria, il linguaggio, la concentrazione, le relazioni sociali. Già nel 2017, a questo proposito, l’Unicef pubblicò un rapporto che metteva in luce i rischi di un uso non equilibrato e non corretto dei sempre più onnipotenti strumenti tecnologici.

Fortunatamente, mentre a livello istituzionale non sembra essersi ancora  affermata una adeguata consapevolezza della portata del fenomeno, nel mondo educativo  sempre più si va affermando la volontà di effettuare una lucida riflessione volta a fotografarlo e a fronteggiarlo con fermezza ed intelligenza.**

In merito a ciò, proponiamo una nostra conversazione con il prof. Luigi Antonio Macrì, da anni encomiabilmente impegnato in prima linea, a difesa della salute psicofisica dell’infanzia.

 

   Per la maggior parte della popolazione mondiale, in particolare per gli adolescenti, Internet è diventato uno strumento irrinunciabile che finisce per occupare un posto sempre più importante e dominante nell’ambito delle singole esistenze. Tu, da parecchi anni, oramai, ti stai dedicando con sincera passione ad affrontare il problema dei rischi legati ad un uso poco consapevole delle moderne tecnologie, soprattutto per quanto concerne infanzia e adolescenza. Cosa ti ha spinto, in particolare, ad impegnarti in questo campo?

LAM. Mi ha spinto la consapevolezza che siamo in una concreta e seria emergenza educativa sia da punto di vista delle innovazioni tecnologiche che la Scuola ed i docenti non riescono a gestire adeguatamente, sia dalla pervasività delle tecnologie che portano un gran numero di genitori a sottoporre i propri figli alle sollecitazioni degli schermi sin dai primi anni di vita.

 

 Quali sono, a tuo avviso gli effetti più pericolosi, a breve e medio termine, della dipendenza da internet e, in generale, dell’uso sempre crescente delle più moderne tecnologie comunicative?

LAM. In sintesi, gli effetti più pericolosi ed in crescita sono i seguenti: isolamento sociale, oggi a livello internazionale definito Hikikomori che in giapponese significa "mettersi da parte", permanenza eccessiva davanti agli schermi, cambiamento del modo di apprendere e di comunicare che può portare ad una  progressiva perdita delle capacità e delle mancate creazioni delle competenze sociali, emozionali e relazionali.

  Ogni tanto, è comunque possibile imbattersi in qualche servizio giornalistico che, con toni più o meno allarmistici,  sottolinea come l’uso senza misura e senza autocontrollo  della Rete possa provocare (e stia provocando) vere e proprie forme di dipendenza. Ciononostante, ti sembra che il mondo delle istituzioni, in particolar modo quelle scolastiche, si stia dimostrando  sufficientemente consapevole della gravità del problema?

LAM. Il mondo delle Istituzioni è poco consapevole della gravità dell'emergenza sociale ed educativa che stiamo attraversando. Nessuno vuole demonizzare le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione che hanno  portato a un cambiamento epocale a livello globale. Le positività che emergono sono molteplici nei diversi aspetti delle attività umane; ad esempio l'Intelligenza Artificiale, della quale spesso si parla in modo non adeguato e distopico, sta dando un grande contributo, tra l'altro, nel campo della ricerca scientifica, farmacologica e nella diagnostica sanitaria. Quello che manca è una informazione/formazione di base per poter gestire al meglio queste innovazioni senza subirne le conseguenze degli effetti negativi o non adeguati del loro utilizzo. Oggi abbiamo una ridondanza di informazione nella quale dobbiamo discernere le false notizie da quelle importanti ed essenziali. Il mondo scolastico, poi, sta diventando sempre più burocratico e distante dagli obiettivi centrali che, ritengo, risiedono, tra l'altro, nella centralità dello studente in un rapporto dialogico e

d empatico con i docenti, nella capacità di intercettare le innovazioni, analizzarle e gestirle, nella capacità di mettere da parte con forza la figura dell'attività del docente meramente trasmissiva e scarsamente legata alla logica laboratoriale, al lavoro di gruppo e all'interazione con le realtà scientifiche, sociali e culturali in continuo movimento e trasformazione.

 

 Quali strategie, quindi, andrebbero adottate per contrastare questo fenomeno? Tu, in particolar modo, cosa proponi?

LAM. Ritengo che nella risposta precedente abbia già dato qualche indicazione delle strategie che andrebbero adottate, in particolare nelle scuole. In Italia, nel nostro Paese, da sempre, la Scuola, la Cultura e l'Istruzione non sono mai state centrali nelle politiche governative. I dati del 2021 ci dicono che l'Italia ha speso il 4.1% del PIL (Prodotto Interno Lordo) in istruzione, meno della media europea. Nell'indice dell'OCSE, la Finlandia, che si posiziona al decimo posto,  è uno dei sistemi scolastici migliori al mondo laddove l'Italia è al 36° posto su 57.

Per quanto mi riguarda, dopo una vita spesa nella Scuola, a livello di docenza, formazione, coordinamento e dirigenza, propongo di mettere davvero al centro la Scuola in quanto le sorti del futuro e della qualità della nostra Società, tra 40 anni, perché questi sono i tempi, dipendono dalla qualità dell'Istruzione e della formazione odierna. Ma più che fare proposte di alto spessore, che avrebbero un senso se si riuscisse a creare un dibattito nazionale su questi temi, sono passato all'azione proponendo un'attività nazionale al fine di dare supporto, in via prioritaria a genitori, docenti e altri portatori di interesse, nel gestire l'uso delle tecnologie con i minori in modo attento e consapevole.

Il progetto Tecnologie, Genitori e Minori - Attivazione Antenne intende creare in ogni regione e provincia un'antenna, ovvero un gruppo iniziale di due/tre persone che, dopo un'adeguata formazione specifica, andranno a confrontarsi con i genitori del loro comprensorio per offrire, senza alcuno scopo di lucro ed in una forma puramente volontaristica, il loro supporto.

Ad oggi abbiamo coinvolto più di  30 cittadini in 8 regioni.

Chiediamo

la collaborazione di cittadini sensibili che vogliono dare, nel loro entourage sociale, un loro contributo fattivo.

 

Coloro che volessero dare la propria disponibilità ad essere informati sul tema e sul progetto in corso possono aderire alla

 

 

** Comunità Tecnologie e Minori, dalla parte dei Bambini 

 

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScpwSNfiOdH8NEL5BkLqQjWyzXerXOzw0DnSxSD8MS4hKYonw/viewform?usp=sf_link

 

 o scrivere a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. 

  

 

                           Luigi Antonio Macrì

 

Macrì Luigi Antonio, docente di lingua inglese, è stato dirigente scolastico di scuole di ogni ordine e grado. Formatore nel campo linguistico e delle tecnologie, è stato referente tecnico-educativo, per le tecnologie e le lingue straniere, dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria dal 2001 al 2007 nonché coordinatore e componente di gruppi di lavoro regionali e ministeriali.

Attualmente direttore responsabile della rivista on line www.ictedmagazine.com, che tratta le problematiche relative allo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con particolare attenzione all’istruzione ed alla formazione.

Promotore e presidente dell’Associazione Focus on, è attivo nel movimento internazionale, nato negli Stati Uniti, Humane Tech Community che, a proposito dei temi relativi all’uso delle tecnologie, “promuove soluzioni che migliorano il benessere, la libertà e la società.”.

Negli ultimi anni è stato componente di gruppi di lavoro nazionali promossi da Repubblica Digitale, iniziativa strategica nazionale coordinata dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Segue con grande attenzione lo sviluppo dei rischi di dipendenza da tecnologie, in particolare per adolescenti e minori; su questa tema è stato relatore in Scuole di ogni ordine e grado e in convegni della Società Italiana delle Tossicodipendenze.

Ha pubblicato di recente, con Francesco De Siena, il libro Vibrazioni e Suono  Strutture Primordiali dell'Universo, nonché libri e traduzioni su temi teosofici, esoterici ed ermetici come una serie di volumi, ancora da completare, tratti da The secret teachings of all ages di M.P. Hall.

In merito alle attività relative al tema Tecnologie e Minori, oltre ad aver promosso e partecipato a diversi convegni, attività formative e tavole rotonde, nel giugno 2023 ha realizzato il primo Digital Detox Day in cui genitori e bambini sono stati, per un'intera giornata, insieme ad operatori sociali e sportivi, in un contesto marino, lontani da cellulari e tecnologie;

vedi www.associazionefocuson.it e www.ictedmagazine.com

 

 

 

 

 

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