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Sulla Torre dell’Orologio è andato in scena il “Melusiando”, su un palcoscenico naturale tra le vette di Orsomarso, a pochi chilometri da Scalea, territorio interno di una Calabria che ha ancora molto da dire e soprattutto da scoprire di se stessa. Orsomarso è lo storico piccolo Comune in cui si è tenuta la 1^ Edizione di “CRIVU Festival dei paesaggi straordinari e delle rive sconosciute” ideato e posto in essere da Monica Marziota e Michele Gerace. Orsomarso è una perla incastonata tra i contrafforti occidentali dell’Appennino calabrese e il Tirreno, dentro la Valle del Fiume Argentino e nel Parco Nazionale del Pollino. Cuore del Mercurion, è stato uno dei maggiori centri del misticismo dell’Italia Meridionale. Monica Marziota, Artista cosmopolita cresciuta tra l’Avana, Toronto, Gran Canaria e Roma, soprano, musicista, performer e musicologa con Michele Gerace, Avvocato, divulgatore scientifico e culturale della Scuola “cento giovani” nonchè Presidente dell’Osservatorio sulle Strategie Europee per la Crescita e l’Occupazione, coppia nella vita col figlio Agostino di soli due anni, che pensano alla roccia, alla rupe, alla verticalità, all’immanenza e alla trascendenza e ne fanno una realtà tutta da vivere e sperimentare dal 2 al 4 agosto, è davvero una notizia. In quella verticalità si è situata la pièce di Antonella Pagano. Si son dovuti salire 115 ripidi scalini per giungere sulla spianata della Torre e poterla ascoltare.
Lassù in cima sorgeva il monastero, proprio come i monasteri delle Meteore in Grecia, a 200 chilometri da Salonicco; oggi il monastero non c’è più, e neppure ci sono più la fortificazione longobarda e la roccaforte romana, si sono anche dissolti i pregevoli affreschi che ornavano l’ultima parete esposta per oltre un millennio ai sette venti, perciò le quinte sono state le lussureggianti montagne mentre il fondale è stato l’illuminata frattura tra quegli orizzonti ricamati. Il “Melusiando” è andato in ridotto su quella spianata per poi andare in integrale nella sottostante Piazza dell’Orologio. E’ lassù, dove il cielo è più cielo e la terra più terra, che la Pagano ha evocato i suoi mentori, gli stessi che hanno suggerito il Festival: roccia, rupe, onda, immanenza, trascendenza, quella che la Pagano chiama la femminil sostanza. Vi convoco tutte! Ha cantato, voi tutte Melusine già invocate da Goethe e Alvaro. Ha auspicato il melusinovivere in verticalità piuttosto che la minimale oriozzontalità. Ha composto un’Ode alla Calabria melusina abbracciata dal Maschile Mediterraneo con tutti i suoi fertili abissi! Ha inneggiato alla Calabria melusina solida d’Appennino, sostanza maschile che l’attraversa.
CalabriamelusinamelusinaCalabriamelusina la sua innamorata litania insieme all’ormai noto Calla bellezza calla Kalos cantate il canto che il vento orchestrò- Calla bellezza calla Kalos canta il canto che il vento cantò! Grazie a questo poetico canto la leggenda s’è incastonata con maggiore significazione tra quelle vette; Melusina, che quel gran Maestro che fu il rivoluzionario Medioevo, da donna-uccello la volle donna-pesce, ha convocato a sua volta tutte l’ardite immortali Melusine…fate d’Acqua, donne or serpenti or draghi! Attraverso queste presenze mitiche la Pagano -drammaturga e interprete- ha inteso dire ai contemporanei che vi sono territori che non tutti possono attraversare, quelli che dividono i due mondi; e che conoscere il soprannaturale è rompere il tabù, è rompere il patto con la divinità.
Occorre di fatto, dirà nella Pièce, che non si approdi casualmente, brutalmente, poiché è indispensabile che prima ci si alleni in tre esercizi, in quei tre termini spirituali e culturali di cui è maestro il Prof. Claudio Strinati: la Conoscenza, il Riconoscimento e la Partecipazione. Solo attraverso quest’umana accurata ‘ginnastica’ si potrà attraversarli rispettosamente, sia i territori fisici che i territori dell’anima. Melusiando, dunque, benchè consapevole d’essere in controtendenza, tenta, suggerisce con parole, musica, testi e nenie la via maestra che sta proprio lì, nella controtendenza. L’interprete, facendosi Melusina, narra del suo castello infinito, che ha stanze su tutti i territori del pianeta e che in questi primi giorni di agosto abita la stanza della Calabria, regione femminile abbracciata da due mari! 115 scalini da salire, in ripida ascesa fino a dominare il susseguirsi di vette per un Teatro che trova il suo palcoscenico più straordinario anche perché vive l’INCONTRO più autentico con la Natura, la Cultura e il possibile Sviluppo.
E’ il palcoscenico dello stare IN: dentro le cose, dentro il mondo, dentro l’Umanità; CON: Tutti e con il Tutto che è magistrale nel bene e nel male; TRA: gli alberi che disegnano i labirinti forestali e i gomitoli di strade e straderelle che s’insinuano in Orsomarso, come in tutti i piccoli paesi di questa Italia delle mille e mille Italie, facendo scoprire, incontrare e percepire i palpiti dei cuori altri e delle anime nuove e antiche. Melusiando è stato scritto in poesia, prosa poetica e musica appositamente per Orsomarso, per il suo peculiare altrove e per l’insieme generato dall’organizzazione che ha coinvolto tanti meravigliosi cuori e luminose anime che hanno fatto crescere il forziere di tesori di quel territorio; Melusiando invita anche ad incontrare l’altrove che sta nel profondo di noi stessi là dove attende che ce ne occupiamo; Melusiando è il canto di gratitudine verso tutta la Bellezza che è data a tutti nella più assoluta delle gratuità.
Il caldo di Roma porta Athos De Luca, storico promotore della commemorazione di Hiroshima a Piazza del Pantheon, a rendere più essenziale, di anno in anno, la cerimonia sostenuta dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio.
Dopo i due inni giapponese e italiano suonati dalla Banda dei Carabinieri seguono gli interventi del Consigliere dell’Ambasciata del Giappone in Italia; dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotar; dell’Assessore della Regione Lazio Fabrizio Ghera. Viene premiato il Presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e un saluto viene concesso alla Vice Presidente di WILPF Italia APS Romina Gurashi.
Infine, in sequenza si svolgono il balletto degli allievi della Scuola del Balletto di Roma diretto da Paola Jorio: una coppia di giovani sinuosi che espongono una preziosa colombina bianca; il canto profondo e triste di Eiko Misumi e l’esecuzione de “Il Silenzio” da parte di un trombettiere dei Carabinieri.
Sebbene non si entri mai nello specifico e nel tecnico e al momento non è mai stata premiata un’associazione che si occupi di contrastare il nucleare, l’evento invia sempre un messaggio: 1 non si può dimenticare; 2 la pace è fondamentale; 3 la virtù viene premiata ogni anno con un fossile regalato ad una associazione che svolge un ruolo etico – quest’anno la Stampa per l’indispensabile necessità di lasciarla libera -; 4 la bellezza dell’arte salverà il mondo.
La società civile esperta sa quali Paesi e Governi hanno veramente intrapreso la strada per evitare la guerra, guerre nucleari, incidenti nucleari, quindi è con commozione mista a severità che partecipano a queste commemorazioni, sapendo che tutto cambia se si decide in un modo o in un altro.
In un momento in cui tornano le armi nucleari USA a Lakenheath, in UK (https://Lakenheathalliancefor peace.org.uk/front.page/about-us/letter-of-support); tornano gli euromissili in Germania entro il 2026 (www.peacelink.it/noeuromissili); la Bielorussia minaccia di usarle e molte delegazioni in occasione del Secondo Comitato Preparatorio dell’11° ciclo di Revisione del Trattato di Non Proliferazione a Ginevra hanno sostenuto l’energia nucleare per risolvere la crisi climatica e per raggiungere gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (cfr. Rinnovabile non Radioattivo Reaching Critical Will Notizie NTP in rassegna Vol 19, n.5), la volontà di cambiare è l’unico modo di dimostrare rispetto alle vittime di Hiroshima e Nagasaki.
L'unico parlamentare su cui mi sento di spendere delle buone parole è Lucio Malan, il quale come Senatore nella XVII Legislatura celebre per il decreto Legge 73/2017, all'indomani della conversione in Legge 31 luglio 2017 nr. 119, espresse un sincero dispiacere perché il Senato non riusci' nei suoi emendamenti nell'estate 2017, a stralciare la discriminazione scolastica introdotta nella scuola della infanzia.
Fu uno dei pochi, assieme al Senatore dottor Maurizio Romani, ad esprimere grave preoccupazione per questo decreto Legge chiamato Decreto Lorenzin, ma il cui autore tecnico materiale non fu l'On. Beatrice Lorenzin, né l'On. Gentiloni Presidente del Consiglio, ma il dottor Ranieri Guerra, che nel 2014 si recò a Washington, D.C., presso la Casa Bianca, assieme al Ministro della Salute Lorenzin e al Presidente AIFA di allora Pecorelli, poi dimissionario per conflitto di interesse.
Vano fu il discorso del Senatore Romani, che tento' di spiegare ai colleghi del Senato la inutilità tecnica di imporre come discriminanti in ambito scolastico i quattro vaccini già obbligatori allora per legge, che da 4 divennero 10.
I 4 vaccini pediatrici obbligatori sino al maggio 2017, infatti, non erano e non sono in grado di produrre alcun effetto gregge o immunità di gregge ma semmai, qualora funzionino, producono solo una mera protezione personale (soggetta a scadenza).
I senatori che votarono No alla conversione in Legge del Decreto "Lorenzin" furono 63 su 315.
Un numero che avrebbe potuto essere molto più grande se certi giochi di compromesso nel cuore della notte non furono fatti in Senato in extremis.
Tornando dal viaggio negli States al cospetto del Presidente Obama, la delegazione italiana di allora raccolse raccomandazioni politico-sanitarie (e forse documenti riservati?) perché la Italia venne nominata come capofila delle strategie vaccinali mel mondo per almeno cinque anni.
Il breve commento a questa nascente commissione d'inchiesta sulla psicopandemia Covid-19 non lo faccio perché vi siano salvatori o benefattori che in Parlamento possano cambiare la musica o la sensibilità, ma per sottolineare chi è rimasto da allora, e che forse ha più sensibilità di altri rispetto a certe tematiche.
Un cambiamento di politica sanitaria vaccinale - pediatrica e non - sarà possibile in Italia soltanto quando una massa critica di persone (trasversale e che non riunisca etichette e che non sia etichettabile) esprima un dissenso o un malumore diffuso nei confronti del potere autoritativo dello Stato in materia di salute pubblica e autodeterminazione della salute a livello individuale.
Al momento molti si sono svegliati in Italia e hanno messo in dubbio la buona fede delle Autorità, anche pagando un caro prezzo personale per aver riposto fiducia in prodotti biotecnologici che si è poi scoperto - ma lo si sapeva già a livello tecnico - che non solo non erano in grado di arrestare alcun contagio, ma esponevano i vaccinati / sierati a gravi rischi di reazioni avverse oltre che a una compromissione - in taluni casi - del proprio sistema immunitario.
Vi è nondimeno ancora una larga fetta della popolazione italiana totalmente ignara dell'inganno perpetrato e delle ripercussioni di salute a breve e a lungo termine, a causa dell'uso a tappeto di questi vaccini a vettore virale e sieri genici, che si manifestano e si manifesteranno verosimilmente ancora nel futuro.
Il distretto della Rioja si estende lungo le rive del fiume Ebro. Si trova, insieme al distretto della Navarra, ai piedi dei Pirenei, quella catena di monti che separa la Spagna dalla Francia. Non solo.
Rioja e Navarra sono considerate le zone viticole dei Paesi Baschi.
La Rioja è larga circa 40 Km e lunga 100 Km. Il suo nome? Deriva da un affluente dell’Ebro, il Rio Oja.
Tre sono le sottozone che la contraddistinguono: Rioja Alta, Rioja Alavesa e Rioja Baja.
Clima continentale con terreni principalmente calcarei con venature di ardesia (Rioja Alavesa), argilla ferrosa, limo e sabbia (Rioja Baja).
Classificazioni diverse dal resto della Spagna: Sin crianza, con crianza, riserva, gran riserva, double pasta.
La Rioja. Panorama |
Produzione attestata sull’80% di vini rossi e il restante tra bianchi e spumanti (cava).
I vitigni Tempranillo, il più importante, seguito da Garnacha Tinta, Mazuelo, Graciano, il bianco Viura, la Garnacha Bianca e la Malvasia.
Ma non è di questo che desidero parlare, anche perché non scopro niente di nuovo. Tutti dati conosciuti.
Nel mio recente viaggio nella Rioja come sempre, prima di partire, ho fatto ricerche sulla Storia di questo distretto.
È vero che i resti fossili trovati risalgono al Terziario, che la vite risulterebbe coltivata sin dal 3000 a.C., che i Fenici approdarono in Spagna intorno all’anno 1000 a.C. ed infine i Romani che posero il controllo del vino su tutta la penisola iberica.
La fillossera della vite |
Si narra che il vino spagnolo fosse molto gradito a Roma tant’è che Columella ne riportò i pregi nel suo De re rustica.
Poi arrivarono i barbari, i vandali e i Mori (musulmani) che, per ignoranza o motivi legati alla religione, impedirono di fatto alla viticoltura di crescere.
Ed eccoci a parlare della notorietà della Rioja. Perché?
Tutti noi conosciamo la Philloxera vastatrx, l’afide devastante distruttore dei vigneti in Europa. Storicamente ci troviamo alla fine del 1800. L'attività di questo insetto, arrivato dalle Americhe, si mostrò particolarmente pernicioso e i danni che provocò furono molti: la sua puntura infatti generò tuberosità, delle voluminose escrescenze che alterarono, indebolirono fino a distruggere i vitigni, facilitando anche l'attacco di altri infestanti. Tutta l’Europa ne fu invasa e contagiata tranne qualche piccola enclave. Cito la Regione Puglia in Italia e la Rioja in Spagna.
Quando il territorio vitivinicolo di Bordeaux fu invaso da questo afide dovuto agli scambi commerciali, via mare, dall’allora importante porto sulla Garonne, diversi vignaioli bordolesi, persi i loro vigneti, si stabilirono nella vallata del fiume Ebro (Rioja e Navarra)dove appunto l’insetto non era arrivato.
Per non contaminare l’area non portarono nessuna talea con loro. Portarono però la loro conoscenza ed esperienza elevando in poco tem
Gli effetti della fillossera |
po ia viticoltura della Rioja.
Basti pensare che è stato il primo distretto spagnolo ad usare le tecniche di vinificazione bordolese con la fermentazione in tini e l’affinamento in barrique da 225 litri.
La fillossera, in un certo senso, alla base dei successi dei grandi rossi della Rioja. Chapeau!
Urano Cupisti
Da Mosca, Mark Bernardini. Ottantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 5 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
- Verso una vera indipendenza. Un’Italia sovrana nel nuovo mondo multipolare.
- Parigi 2024, ombre russe sui Giochi.
- I video sull’hosting YouTube hanno praticamente smesso di essere riprodotti in Russia.
- Zelenskij sopravvaluta le sue capacità di stratega. Chi si crede di essere, Marco Aurelio?- L’Unione Europea continuerà a nutrire l’Ucraina.
- Perché esistono i pesi mosca, i pesi medi e i pesi massimi?
- Chi è Umar Kremlëv, l’oligarca russo amico di Putin che ha squalificato Khelif.
- Nuova York, provincia di Doneck.
- I cosacchi a Berlino.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, merita un premio Nobel per la medicina, dopo aver scoperto il metodo più veloce per curare il covid. La cura rivoluzionaria si chiama “ritiro dalla corsa elettorale”.
Biden era risultato positivo al covid giovedì 18 luglio. La notizia è stata subito interpretata dai media statunitensi e internazionali come “motivo plausibile”, volto a permettere a Biden di mettere la parola “fine” alla propria disastrosa campagna elettorale. Infatti due giorni più tardi, domenica 21 luglio, Biden ha annunciato il ritiro della propria candidatura e ha subito appoggiato quella del vicepresidente, Kamala Harris.
E martedì 23 luglio il medico della Casa Bianca, Kevin O’Connor, ha solennemente annunciato che il “presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non è più positivo al covid”. In pochissimo tempo i sintomi di Biden si sono risolti miracolosamente, il covid “politico” non c’è più e le sue condizioni di salute sono rientrate nella norma.
Fate caso alla cronologia di questi ultimi giorni sull’Alaska.
22 luglio. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti intende condurre esercitazioni militari nell’Artico in modo indipendente e insieme agli alleati di Washington per dimostrare la sua capacità di combattimento e interoperabilità, afferma la strategia artica aggiornata del Pentagono.
“Essere presenti nell’Artico, conducendo esercitazioni sia in modo indipendente che congiuntamente con alleati e partner per dimostrare l’interoperabilità e la solida capacità di combattimento complessiva, supportando la difesa nazionale e le operazioni di proiezione della potenza globale”, afferma il documento.
Inoltre, gli Stati Uniti intendono cooperare con i loro partner e alleati nell’Artico, nonché con le società industriali e le tribù locali dell’Alaska, afferma la strategia artica aggiornata del Pentagono.
“Lavorare con i nostri alleati e partner, le autorità federali, statali e locali, le tribù e le comunità dell’Alaska e l’industria per rafforzare la deterrenza integrata e migliorare la sicurezza condivisa”, afferma il documento.
23 luglio. Il Pentagono, in particolare, esprime preoccupazione per le crescenti capacità della Russia nella regione, che, come si legge nel testo, “rappresentano potenzialmente una minaccia per il territorio degli Stati Uniti e dei loro alleati”. Questa strategia tiene conto, dei cambiamenti geopolitici e geofisici. Cioè, per la prima volta comincia a prendere in considerazione il riscaldamento nell’Artico. Il secondo punto è che ora tutti i cosiddetti paesi circumpolari, ad eccezione della Russia, sono diventati membri della NATO, comprese Svezia e Finlandia. Su questa base si sta costruendo la strategia. Se prima, nella strategia precedente, si diceva che avrebbero monitorato la situazione nell’Artico, ora hanno scritto che non stanno solo monitorando, ma stanno contrastando tutte le aree di attività russa nell’Artico, che considereranno ostili per se stessi. Il cambiamento climatico influenza l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della rotta del Mare del Nord.
Diciamo che il Mare di Barents e lo Stretto di Bering stanno diventando più liberi per la navigazione. Naturalmente, gli Stati Uniti affermano di non tenere conto, di non considerare importante la priorità della Russia rispetto alla rotta del Mare del Nord. Dobbiamo anche tenere conto dell’Ice Pact concluso da Finlandia, Canada e Stati Uniti, che prevede grandi investimenti nella costruzione di una flotta di rompighiaccio.
E poi c’è il rafforzamento dei gruppi NATO nella Finlandia settentrionale e in Alaska. La regione artica è concettualmente una priorità per l’Alleanza del Nord Atlantico e per il suo principale beneficiario, Washington, con l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO. Il raggruppamento nella Finlandia settentrionale viene rafforzato: l’addestramento delle forze speciali Utti e l’acquisto di Caccia F-35 Lightning. Sul lato dell’Alaska, viene creata una nuova ala aerea con caccia F-35 Lightning e F-22 Raptor e, naturalmente, la componente aviotrasportata. Stanno rafforzando questo gruppo con l’aviazione dell’esercito e le divisioni di fanteria vengono riqualificate come unità aviotrasportate per indebolire la Russia. Gli Stati Uniti sperano di controllare la regione attraverso la quale passa la rotta del Mare del Nord.
Questa regione è interessante anche per loro perché non riconoscono la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 e considerano la rotta del Mare del Nord come extraterritoriale. E questo suggerisce che faranno ogni sforzo per garantire che se la Russia si indebolisse, loro possano controllare questa regione. Naturalmente, questi sono progetti irrealistici, perché negli ultimi 12 anni un potente gruppo di forze e mezzi della flotta russa è stato creato nell’Artico e ci sono basi permanenti negli arcipelaghi che non consentono alla NATO e a Washington di realizzare i loro piani aggressivi.
24 luglio. Due bombardieri russi e due cinesi sono volati nello spazio aereo internazionale vicino all’Alaska, ha detto il North American Air Defense Command (NORAD). Il NORAD ha rilevato, tracciato e intercettato due aerei russi Tu-95 e due aerei militari cinesi H-6 che operavano all’interno della zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska, ha affermato il NORAD in una dichiarazione sul sito del social network X.
Come ha sottolineato il Comando, i bombardieri russi e cinesi “sono rimasti nello spazio aereo internazionale e non sono entrati nello spazio aereo sovrano del Canada o degli Stati Uniti”.
Gli aerei russi e cinesi hanno ripetutamente effettuato pattugliamenti congiunti. A maggio, a seguito della visita a Pechino di Vladimir Putin, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta in cui si affermava, in particolare, l’intenzione dei due Paesi di approfondire la cooperazione in campo militare, ampliare la portata delle esercitazioni congiunte e dell’addestramento al combattimento.
Il Ministero della Difesa russo ha ripetutamente indicato che gli aerei russi volano nel rigoroso rispetto delle regole internazionali per l’uso dello spazio aereo su acque neutre, senza attraversare rotte aeree o avvicinarsi pericolosamente ad aerei di uno Stato straniero.
25 luglio. Il Ministero della Difesa russo ha riferito che i vettori missilistici strategici Tu-95MS e i bombardieri cinesi hanno condotto pattugliamenti congiunti sulle acque dei mari di Čukči, di Bering e dell’Oceano Pacifico settentrionale. Il dipartimento ha sottolineato che nello svolgimento degli obiettivi gli aerei di entrambi i Paesi hanno agito in conformità con le disposizioni del diritto internazionale e non hanno violato lo spazio aereo di altri Stati. Inoltre, il pattugliamento non è stato diretto contro terzi e si è svolto in conformità con il piano annuale di cooperazione tra gli eserciti dei due Paesi, ha concluso il ministero.
26 luglio. Il Pentagono è allarmato dai dati sui bombardieri russi e cinesi che pattugliano il mare di Bering al largo delle coste dell’Alaska, ha detto il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, come riportato dall’Associated Press. “Questi rapporti tra Mosca e Pechino ci preoccupano costantemente”, ha detto.
L’articolo rileva inoltre che questa è stata la prima volta nella storia che i bombardieri cinesi hanno volato all’interno della zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska e che gli aerei dei due Paesi sono decollati dalla stessa base nel nord-est della Russia.
Alcuni spettatori mi hanno chiesto in settimana, preoccupati, se fosse vero che Lavrov fosse in fin di vita. Mentre me lo chiedevano, io lo stavo guardando in diretta, sottolineo in diretta, all’incontro a Mosca con le ONG russe, che ho poi tradotto in simultanea per Visione TV. Subito dopo, è partito alla volta di Ventiane, nel Laos, per il vertice dei ministri degli esteri dell’ASEAN. Lavrov li ha incontrati praticamente tutti, ed erano decine, ma di questo i media italiani non hanno proferito verbo.
A margine, si è svolto un incontro tra lui e il suo omologo cinese Wang Yi. Le parti hanno molto apprezzato lo sviluppo del dialogo politico e l’interazione pratica tra Russia e Cina in un contesto di crescente turbolenza nel sistema mondiale. Particolare attenzione è stata rivolta ai progressi nell’attuazione degli accordi raggiunti a seguito del vertice di Pechino del maggio di quest’anno.
I ministri hanno discusso in dettaglio le questioni della cooperazione all’interno dell’ASEAN nel contesto dell’intensificazione delle attività di singoli Paesi per creare meccanismi politico-militari a blocco ristretto volti a minare il sistema incentrato sull’ASEAN per il mantenimento della sicurezza e della stabilità nella regione Asia-Pacifico. Hanno molto apprezzato il nuovo formato di interazione “Presidenza Russia – Cina + ASEAN”, il cui incontro inaugurale con la partecipazione della parte laotiana si è svolto a Vientiane il 25 luglio. E’ stata espressa la speranza per un ulteriore rafforzamento di questa piattaforma di dialogo nell’interesse dello sviluppo della cooperazione nello spazio ASEAN.
Sergej Lavrov e Wang Yi hanno sottolineato l’importanza di rafforzare il coordinamento della politica estera tra Mosca e Pechino su varie piattaforme internazionali, tra cui l’ONU, la OCS, l’APEC, il G20 e altri formati. Il ministro russo ha espresso gratitudine alla parte cinese per aver sostenuto la presidenza russa nei BRICS e ha confermato la disponibilità di Mosca ad assistere Pechino nel suo “avvicendamento” alla presidenza nella OCS. Sergej Lavrov e Wang Yi hanno discusso le prospettive di attuazione del concetto avviato dalla parte russa di creare una nuova architettura di sicurezza in Eurasia in un contesto di stagnazione dei meccanismi euro-atlantici.
Il capo del Ministero degli Esteri russo ha espresso gratitudine per la posizione equilibrata e coerente sulla crisi ucraina e ha accolto con favore le iniziative di Pechino volte a promuovere approcci che tengano conto degli interessi di tutte le parti coinvolte e implichi l’eliminazione delle cause profonde del conflitto.
La conversazione si è svolta nel modo tradizionalmente confidenziale e costruttivo tipico del partenariato strategico russo-cinese.
Apertura Olimpiadi a Parigi. Sì sì. Senza commenti, da parte mia. Un breve paragone tra Soči nel 2014 e Parigi nel 2024.
Economia
L’Ucraina ricorre all’arma energetica contro i Paesi “filorussi” della UE, il greggio russo crea discordia tra i Ventisette.
Braccio di ferro tra l’Ucraina da una parte, l’Ungheria e la Slovacchia dall’altra, che non ricevono più petrolio dal colosso petrolifero russo Lukoil. Kiev ha letteralmente “chiuso il rubinetto” dell’oleodotto ex sovietico “Družba” (Amicizia) attraverso il quale notevoli quantità di poco costoso greggio russo affluivano alle raffinerie ungheresi e slovacche, lasciando praticamente “a bocca asciutta” i consumatori est-europei.
Le sanzioni ucraine contro Lukoil hanno fatto infuriare i Governi di Budapest e di Bratislava che lunedì 22 luglio hanno inviato alla Commissione europea una lettera di protesta congiunta, firmata dai ministri degli esteri dei due Paesi est-europei e contenente la richiesta di “premere sull’Ucraina affinché ripristini pienamente il transito attraverso il suo territorio del petrolio di Lukoil”. Budapest e Bratislava hanno accusato l’Ucraina di aver violato i termini dell’accordo di associazione alla UE nel quale, “nero su bianco”, Kiev si impegnava a non impedire il transito di energia sul suo territorio.
L’Ungheria e la Slovacchia non hanno sbocchi sul mare e insieme alla Repubblica Ceca, erano stati esentati dal divieto di importare petrolio via terra dalla Russia. L’Ungheria acquista dalla Russia il 70% delle sue importazioni petrolifere e la carenza di petrolio ha già iniziato a spingere al rialzo i prezzi di benzina con conseguenze drammatiche sull’intera catena economica.
Come ha fatto sapere il capo della diplomazia ungherese, Péter Szijjártó, scaduto un ultimatum di tre giorni, la questione verrà portata sul tavolo della Corte di giustizia europea, mentre l’Ungheria in assenza di una soluzione rapida ed efficace bloccherà qualsiasi nuovo pagamento all’Ucraina da parte del cosiddetto “Strumento europeo per la pace”, una specie di “calderone” finanziario che permette all’Unione europea di inviare aiuti finanziari ai Paesi extra comunitari. Per rispondere alle esigenze di difesa e armamento di Kiev, Bruxelles nel 2022-2024 attraverso questo strumento finanziario ha mobilitato oltre 6 miliardi di euro. A marzo l’Ungheria dopo forti pressioni aveva accettato l’aumento del massimale di altri 5 miliardi di euro, e l’istituzione di un apposito fondo pro Ucraina.
Alla fine del 2024 scadrà l’accordo di transito di gas russo attraverso il territorio dell’Ucraina mentre il presidente ucraino, Zelenskij, ha dichiarato che “non intende rinnovare l’intesa”, con conseguenze drammatiche per le forniture di “combustibile blu” verso la martoriata Europa centrale e orientale.
Intanto la Russia ha dichiarato che lavora con tutte le parti interessate per garantire che le forniture attraverso l’oleodotto “Družba” continuino. Come ha detto il vice primo ministro russo con delega all’energia, Aleksandr Novak, la “Russia vuole proseguire le forniture di petrolio via “Družba” verso la trojka dei Paesi, composta dell’Ungheria, della Slovacchia e della Repubblica Ceca”.
Nella prima metà del 2024 la Russia ha prodotto 357,3 miliardi di metri cubi di gas naturale, ovvero +8,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. In un solo mese di giugno la produzione è cresciuta del 9,5%, raggiungendo i 49 miliardi di metri cubi, poiché il gruppo energetico Gazprom, che produce più della metà di tutto il gas della Russia, ha aumentato le esportazioni.
Secondo i dati del ministero dell’Energia della Russia (Minenergo) nel periodo maggio-giugno del 2024 le esportazioni di Gazprom all’Europa attraverso il sistema di gasdotti ex sovietico “Sojuz” (Unione) che passa per il territorio dell’Ucraina, sono aumentate del 34% fino a 1,2 miliardi di metri cubi, mentre quelle che passano per il gasdotto Russia-Turchia “Turkish Stream” sono cresciute del 60% anch’esse fino a 1,2 miliardi di m3.
Intanto i produttori russi aumentano di mese in mese anche le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL). Come scrive il quotidiano economico russo “Kommersant” nella prima metà del 2024 l’export di GNL è cresciuto rispetto al corrispondente periodo del 2023 del 2,7% fino a 16,79 milioni di tonnellate. L’export russo di GNL verso i Paesi europei nel periodo gennaio-giugno è aumentato del 6,3%, mentre il maggiore consumatore è stata la Francia, che ha importato 3,2 milioni di tonnellate di GNL russo (+86,8%). Al secondo e al terzo posti si sono trovati rispettivamente il Belgio (2,94 milioni di tonnellate) e la Spagna (2,55 milioni di tonnellate).
Comunicazione di servizio
Come già preannunciato la settimana scorsa, a partire dalla puntata del 5 agosto, non troverete questo notiziario su Visione TV, non spaventatevi: vanno in ferie, ma il notiziario proseguirà regolarmente sui miei canali, e cioè in Blogspot, con il testo, e poi sulle piattaforme YouTube, RuTube e Platforma. Cercatemi, basta digitarmi per nome e cognome. Finalmente, ho due canali Telegram, uno in russo e uno in italiano, la ricerca è la stessa.
A settembre poi vediamo: economicamente, Visione TV non versa in buone acque, se non contribuite temo che dovranno rinunciare a molte delle attuali collaborazioni. Ai miei detrattori e ai vari haters da divano salottieri sicuramente farà piacere, fateli schiattar di rabbia.
Ne approfitto per chiedervi di non scrivermi per posta elettronica, la guardo di rado, meglio in Telegram, o, se proprio non lo avete, in WhatsApp, col mio numero di telefono: +7 (903) 191-37-30.
Musica
Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.La Russia non è il mio nemico, ve lo ricordate? Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali, e a settembre, forse, su Visione TV!
Con un’autentica pièce e un testo poetico: “Panalfabetare” mi sono recata nel cuore del Sannio, a Morcone. L’Alfabeto di pane che ho ideato molti anni orsono continua a ispirarmi pagine e a suggerirmi territori in cui e di cui narrare. Quest’ultimo Panalfabetare, capitolo di tutta la grande magia che è la Poesia dei Territori fisici e dell’anima che da sempre alacremente coltivo- è dedicato alla storia e alla vitalità che l’Antico Mulino Florio ha avuto nel tempo e che continua ad averne rinnovando ancora oggi il farsi esperienza produttiva del territorio fin dal 1700 quando fu edificato. La direzione artistica e scientifica di RaRo ha pensato e voluto la parola poetica per tratteggiarne la storia passando per una prospettiva creativa e fiabesca insieme, la storia di tutto il contesto, vita, sementi, acqua, meccanica e idraulica. Il Mulino Florio è stato appositamente aperto dall’Associazione Il Presepe nel presepe; associazione che in dicembre allestisce l’immenso presepe vivente sull’estesa radura prospicente il bosco, poco più in là da dove sorge il delizioso mulino. Dunque è proprio dentro il mulino che s’è espanso il suono dell’armonica a bocca e dei campalli che fanno sintesi di tutto il pastorale, il magico e il sacro che percorre le contrade italiane.
Il rito della molitura ovvero il Rito della Mugnaia, così ho sciorinato poesia, storia, letteratura, fatti sociali insieme ad una spolveratina sapiente di sociologia, giusto quanto e come fanno le mamme in cucina con il sale. E il Rito si è fatto pièce naturale nella sua totale verità, non v’è stata finzione e la scenografia è stata realmente il mulino con l’acqua che riempiva la fota, la grande vasca dentro la quale girava la grande ruota a trasmettere energia alle grandi pietre che molivano i grani antichi. Forse era tempo che ci fosse una mugnaia dopo secoli di mugniai? E’ stata la trovata drammaturgica per un copione riversato in uno scenario oltremodo sorprendente. Morcone, capitale del Territorio sannitico, area interna del beneventano sta ospitando, dal 5 luglio a tutto il 4 agosto, la 1^ Edizione di RaRo, Festival del Lavoro Creativo & Culturale.
L’anima di tutto quanto è la Prof.ssa Rossella Del Prete, Responsabile scientifico e Direttore artistico che sostiene vibratamente che: “La creatività ha ampiamente dimostrato di essere fondamentale per la qualità sociale e lo sviluppo economico dei territori. Design e cultura materiale, moda, architettura; tecnologie e software dell’informazione e della comunicazione (ICT), branding, pubblicità, teatro, cinema radio, televisione ed editoria e poi l’industria del gusto, l’arte contemporanea, il patrimonio culturale, la musica e lo spettacolo dal vivo sono alcune delle declinazioni della creatività e dei lavori ad essa connessi; le imprese creative -ha continuato la Prof.ssa Del Prete - generano circa il 6% delle ricchezza prodotta (oltre 90 miliardi) e valorizzano una filiera produttiva di oltre 250 miliardi di euro. La cultura, per l’Italia tutta, è un formidabile attivatore di economia come riporta anche quest’anno il Rapporto annuale di Fondazione Symbola e UnionCamere ‘Io sono Cultura’, che continua ad attestare il valore crescente del Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) che nel 2021 corrispondeva a 88,6 miliardi di euro corrispondenti al 5,6% del valore aggiunto italiano e un valore accresciuto di + 1,8% nel 2022. Il Settore Culturale e Creativo, dunque, offre lavoro a quasi un milione e mezzo di persone, cioè quasi il 6% dell’occupazione totale. Si tratta di una filiera oggi molto complessa in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore (275.318 imprese e 37.668 organizzazioni no-profit)”.
Avendo vissuto molti decenni a Matera è indubbio che nutra un’autentica venerazione per la farina e il pane, indubbio che la lunga storia dei mugnai -terminata con il declino dei mulini in quel lontano gennaio del 1869 quando una legge iniqua, brutta e cattiva penalizzo’ proprio i piccoli mulini di montagna- che non potesse interessarmi, anzi mi intrigasse fino al punto di scrivere una pièce. Di lì a pensare il personaggio della mugnaia che si fa rivoluzionaria e rivendica la dignità e l’importanza di quei lavori nobili che hanno significato molto nella storia della nostra nazione e dei nostri paesi, il passo è stato non proprio breve ma di certo sentito fino nelle viscere. Sapere, per esempio, che i mugnai riuscirono, almeno nelle grandi città, a fondersi e comporre le corporazioni benchè poi non siano riusciti ad assumere un ruolo importante nella generale organizzazione sociale, è altra sostanza storica e sociale che di diritto è entrata nella pièce.
Alla materializzazione delle metafore, cosa che amo fare da sempre, vi ha provveduto la Chef internazionale Anna Maria Mastrantuono che ha realizzato le lettere dell’Alfabeto di pane ricamando la pasta di pane, intrecciandola e decorandola con rose e farfalle, sempre buone e di pane pure quelle. Pagine di seta e lettere di pane hanno composto una pièce delicata e commovente che ha accarezzato finanche le pietre di cui è fatto l’Antico Mulino Florio nella fitta boscaglia di Morcone, le parole e le lettere di pane, i versi, le filastrocche e le delicate laiche ‘litanie’ hanno incisivamente stigmatizzato la sacralità dei chicchi di grano che -sotto il lavorio delle pietre molitorie e di sorella acqua- han fatto la sacralità di quella polvere bianca che diventa pane per la famiglia e meraviglia di nutrimento, oltre che di nutrizione. La sacra magia del Teatro s’è fusa alla sacra magia della Farina e del Pane dentro un sacro Bosco. Un sacro Mulino tutto in pietra, con la sua forma fiabesca, la ruota con pale orizzontali, che è rarità e peculiarità insieme, e i grani antichi e le belle parole danno ancora oggi un Pane Buono! Non ha forse il pianeta bisogno urgente di buone parole, buone come il pane? Non può il Teatro rigenerarsi narrandosi in luoghi che sono autentici, veri teatri naturali?
Ottantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 22 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
• Intervento del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul tema della cooperazione multilaterale a vantaggio della creazione di un ordine mondiale più giusto, più democratico e più sostenibile.
• Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti alcuni dei componenti chiave dei veicoli che gestiscono il software e i dati relativi all’auto stessa dovrebbero essere realizzati in un Paese alleato. Con software americani ci sentiamo più sicuri.
• In moltissimi Paesi del mondo, esclusa la Russia che a causa di sanzioni non può accedere ai servizi di Microsoft, si sono registrati ritardi e cancellazioni di voli in diversi aeroporti, malfunzionamenti nei sistemi informatici di banche, catene di negozi e media.
• Il 13 luglio è stata pubblicata un’intervista di Marija Zacharova alla rivista tedesca Compact. Il 15 luglio il Ministero degli Interni tedesco ha visionato l’intervista. E il 16 luglio sono state effettuate perquisizioni in redazione ed hanno chiuso direttamente la rivista.
• Nel 1974, Aleksandr Solženicyn fu privato della cittadinanza sovietica. Poi la rivista francese Le Point lo ha dichiarato uomo dell’anno. In Francia, Jean-Paul Sartre, Vercors e Louis Aragon hanno criticato la decisione dell’URSS riguardo a Solženicyn.
• Roskomnadzor ha inviato al CEO di Google, Sundar Pichai, la richiesta di sbloccare più di 200 account YouTube di media russi, autorità federali, imprese e club sportivi, nonché varie figure pubbliche, politiche e musicali che si esprimono a sostegno della Russia e delle azioni delle autorità.
• Come già preannunciato la settimana scorsa, a partire dalla puntata del 5 agosto, non troverete questo notiziario su Visione TV, non spaventatevi: vanno in ferie, ma il notiziario proseguirà regolarmente sui miei canali, e cioè in Blogspot, con il testo, e poi sulle piattaforme YouTube, RuTube e Platforma. Cercatemi, basta digitarmi per nome e cognome. Finalmente, ho due canali Telegram, uno in russo e uno in italiano, la ricerca è la stessa.
• YouTube ha bloccato i canali degli artisti Shaman, Oleg Gazmanov, Polina Gagarina, Grigorij Leps, Julija Čičerina e Vyačeslav Manučarov.
Gabriele Sbattella o semplicemente Gabry conosciuto come “ l’uomo gatto” classe 1971, è stato campione per ben 79 puntate di fila della trasmissione Sarabanda condotta da Papi. Gabry fece la storia del programma , poi negli anni ebbe una serie di esperienze artistiche. In tempi più recenti Gabry L’uomo Gatto e il noto cantautore pontino Tony Riggi hanno stretto un rapporto di amicizia correlata con la musica. Il loro incontro avvenne negli studi Vox di Roma dove tutti e due dovevano effettuare il provino per “Tu si que vales”. L’ interpretazione dell’artista marchigiano piacque molto a Tony Riggi che subito gli fece la proposta di collaborare musicalmente con lui. Recentemente si sono ritrovati a Latina per completare quello che avevano iniziato, ossia il remake di un brano musicale che Gabry aveva già lanciato. Si intitola “stare insieme a te” e presto sarà trasformato in Kizomba nella nuova versione prodotta Tony Riggi che è l’editore del brano. In seguito la nuova versione della canzone, uscirà anche come video clip su tutti gli store digitali, in formato MP3. Gabry lo abbiamo incontrato con la compagna Elena insieme a Tony Riggi al Lido del Sandalo del litorale di Latina ed è sorta una piacevole conversazione.
Buongiorno Gabriele è un piacere incontrarti e conoscerti personalmente.
Sono lieto di stare qui e apprezzare la costa di mare pontina. Conoscevo il litorale Tirrenico perché avevo lavorato in Toscana, però lungo la costa laziale c’ero stato solo di passaggio . Conoscere il l Lido di Latina è stata una piacevole scoperta, con il suo profumo di mare molto intenso. Io abito nelle Marche in una bella località quale Porto San Giorgio e fin dalla giovane età mi sentivo attratto dalla passione per la musica che ascoltavo tutto il giorno con i dischi 45 giri. Dopo qualche anno trovai impiego per quattro stagioni come animatore turistico nei villaggi e così misi a frutto la mia conoscenza per le lingue straniere. Ad un certo punto arrivò la grande opportunità della televisione e sappiamo tutti com’è andata a finire.
Sei stato tra i personaggi entrati nella storia della fortunata trasmissione “Sarabanda” condotta da Enrico Papi la quale ti ha fatto conoscere al grande pubblico
Diciamo che ci andai per caso giusto per fare un’esperienza in televisione e divertirmi, ma non pensavo di avere le doti per diventare campione. La cosa incredibile è che mi chiamarono dall’oggi al domani, così mi ritrovai catapultato in fretta in quella trasmissione, diventai campione e tutto quello che poi è arrivato, non me lo sono andato a cercare. In seguito per caso mi è capitata l’opportunità di fare anche l’attore, ci ho provato un paio di volte e ho capito che potevo fare anche quell’esperienza . Un amico mi disse, ti vorrei far recitare in un film drammatico, anche se a prima vista sembrerei poco adatto dal momento che il mio viso è simpatico, portato a far ridere. Posso dire invece che me la sono cavata abbastanza bene, in quanto mi son saputo calare in un personaggio che presentava un ruolo molto intenso. il film uscirà a dicembre nei circuiti delle reti Mediaset e non vedo l’ora che questo film esca, perché ho voglia di vedermi nei panni di attore. Devi dire che io sono molto critico nei confronti di me stesso.
Tony raccontaci di questa tua recente e nuova collaborazione con Gabry
Io credo che la nostra intesa possa funzionare e in seguito ci saranno altre sorprese con nostre produzioni inedite. In questo momento ci troviamo al Lido del Sandalo sul litorale della spiaggia di Latina e abbiamo già cantato insieme il ritornello della canzone. E’ nostra intenzione prossimamente, dedicare un formato vinile a questo brano. Tempo fa sembrava un oggetto finito nel dimenticatoio dei ricordi, invece il vinile sta tornando prepotentemente di moda e e tantissimi artisti stanno ripubblicando i loro migliori LP in questo formato.
Gabry cosa ne pensi del formato di musica del vinile?
Credo che stia rivuvendo una nuova giovinezza. Io che ho ormai superato i cinquanta, ho potuto osservare tutta l’evoluzione della musica, dal vinile, al nastro, al compact disk, al digitale. Eravamo analogici e siamo diventati digitali, però il fruscio che fa la puntina sul vinile è qualcosa di romantico che lascia l’ascoltatore incantato. Qualche giorno fa stavo ascoltando un vinile di Battisti, l’ho messo sul giradischi e sembrava che Lucio si trovasse davanti a me in sala d’incisione a cantare il brano. Gli amanti della musica sono concordi che l’ascoltare un disco con il vinile, lascia una grandissima sensazione.
Per concludere, com’è nata Gabry questa simpatica denominazione, di uomo Gatto?
Mi trovavo a Ravenna nel 2002 in un villaggio e dovevamo montare uno studio musicale per rappresentare un ruolo non ballato dal momento che io non so ballare. Mi era piaciuto talmente tanto questo personaggio, che alla fine dissi, lo porto a Sarabanda e in trasmissione piacque molto. Non potevamo portare il nome di questo personaggio con il nome originale perché l’inglese non è una lingua conosciuta da tutti qui in Italia, così abbiamo creato questo fantomatico personaggio dell’uomo gatto (in inglese cat) che è un tipo bizzarro con le sue camice colorate, le cravatte particolari e la sciarpa del Bayer Monaco.
Grazie Gabry
Ottantaseiesimo notiziario settimanale di lunedì 15 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Bruce Payne |
Una delle più maestose ville suburbane di Roma, Villa Massimo, si è illuminata -oltre che del cielo capitale- di tutte le stelle del cinema italiano convenute per la festa del Globo d’Oro di questo 2024. L’Associazione della Stampa Estera in Italia ha pensato e fondato il Premio ben 64 anni orsono perché la settima arte -definizione coniata da Ricciotto Canudo nel 1921- la cinematografia parlasse dell’Italia al mondo. Era stato proprio Canudo a pubblicare la definizione del Cinema quale “La nascita della settima arte”, il manifesto con cui intese annunciare e far comprendere al mondo che la cinematografia avrebbe compiuto il miracolo della sintesi spazio-temporale; è così che dal cortometraggio di soli 3 secondi, realizzato da Louis Aimé Augustin Le Prince nel 1887, al primo film di Auguste e Louis Lumière nel 1895, ad oggi, il tempo e lo spazio si sono dati convito sugli schermi di tutto il mondo per poi essere la Festa del 3 luglio 2024 in un luogo già prestigioso per se stesso, Villa Massimo. Negli ultimi sessantaquattro anni l’Associazione della Stampa Estera ha inteso celebrare molto prestigiosamente il cinema italiano, gli autori, i produttori, i registi, gli interpreti e tutte le maestranze alle cui eccellenze attribuisce il Premio, anzi, più precisamente, un alto riconoscimento al talento. E insieme al riconoscimento la promozione, per l’appunto in tutto il mondo, della cinematografia, arte ma anche importante e rilevante industria. Ha, dunque, dato convito a tutti nel luogo che con suoi giardini, con la sua storia culturale, con l’essere sede dell’Accademia Tedesca, lì dove arte e creatività germogliano feracemente, ha voluto conclamatamente attribuire al Cinema il ruolo di grande significanza culturale ed economica. Quella di quest’anno è un’edizione peculiare per essere particolarmente attenta al Principio Femminile di cui tutta la Storia e la Filosofia sono intrise, è, pertanto, particolarmente
Monica Bellucci Globo d’Oro alla carriera |
prezioso rilevare che il Cinema oltre che profondamente sensibile e segnato, ne faccia una cifra di cui andar fiero. “E’ l’edizione del cinema italiano al femminile" ha commentato sui media Claudio Lavanga, Co-Direttore Artistico del premio. Dal Miglior Film alla Migliore Regia, dalla Migliore Attrice e Attore ai molti altri riconoscimenti, il Globo d’Oro ha coperto l'intero spettro della produzione cinematografica. Tanti i volti amati dagli italiani, tante le suggestioni e molte di più le emozioni. Alcuni i volti internazionali giunti ad onorare la Festa del nostro cinema: c’era l’oramai toscano Sting e signora, la Trudy Styler che ha indagato la città che insieme a Matera producono su me un effetto catartizzante come poche cose al mondo: i miei figli, i territori fisici di questa nazione baciata da tutti gli dei del mondo, i territori dell’anima che da sempre alacremente coltivo; ebbene, aver indagato la Napoli che adoro in tutti i suoi colori, sapori, suoni e in quella lingua che ha saputo produrre canti e balli, danze e musiche con un DNA sintesi d’UMANITA’, mi fanbno dire che vorrò conoscere personalmente questa donna che “ha osato” indagare Napoli; ci vuole, infatti, coraggio da leoni e sensibilità angelica per passare su quelle strade, dentro quella storia, sniffare Napoli è sniffare la vita, la vita vera, è osservare quella pietra preziosa multisfaccettata e tentare di coglierne i segreti, le magie, le malìe, il fascino infinito, il sogno che a Napoli sa come farsi realtà, Napoli? Napoli sa entrare dai pori della pelle e conficcarsi nell’anima! Voglio guardare negli occhi Trudy Styler, è nata nel mio stesso mese, nel mio stesso anno sicuramente ha negli occhi la polvere magica dei secoli, la stessa che so di avere io che son vissuta a Matera, unica città al mondo perennemente antropizzata. Vorrò farLe percorrere le assolate viuzze dentro i “Sassi”, là dove la Malva e i Capperi fioriscono insieme alle antiche storie. E c’era Tim Burton che ha accompagnato la nostra Bellucci e c’era Bruce Payne. Il Bruce Payne delle 200 ed oltre pellicole interpretate, il Payne che ha interpretato il terrorista ad alta quota, Passenger 57, così come in Creators-The-Past (girato in Italia), Dungeon & Dragons, Highlander e, nel 2024, entrambi: Rendel.2 e lo Stoico, appena venduto in tutto il mondo a Cannes 2024. Si Lui ha voluto esserci e ha accettato la mia intervista, anzi ha esordito con questa bella esclamazione: che notte è stata! Splendidamente presentata da Claudio Lavanga, Alina Trabattoni (Direttori Artistici) e Antonio Centomani (regista televisivo). E ritrovare Tim Burton con il quale ho una bella amicizia dopo l’incontro in Warner Bros. E ricordare quanto ci siamo divertiti a giocare sull'idea ispiratrice di Mr Bruce Payne come Mr Bruce Wayne. Si, è una persona molto gentile, mi ha portato nel suo grande studio, nei Pinewood Studios con le pareti letteralmente coperte, direi: adornate con i suoi incredibili storyboard. Ero e confesso d’essere ancora un suo grande fan. Lui è un vero grande! E poi l’altro incontro straordinario l’ho avuto con il fascino di Trudie Styler, brava per le sue incredibili capacità narrative, gli investimenti e soprattutto tutta quella Sua interiorità posta al servizio della narrazione! Condivido la sua stessa passione per Napoli. Vi ho trascorso un anno per lavoro, prima e anche durante il tempo del terribile "Virus Wuhan". Penso di aver conosciuto molto bene Napoli, la sua incredibile energia, la spontaneità, la forza, la tenacia e soprattutto quella celebrazione della vita che trovo così profondamente radicate in tutta l’Italia e in particolare nel Sud d'Italia. Essere accettati, sperimentare la compassione e la gentilezza, l'ospitalità e l'inventiva oltre la ricca storia sul come sopravvivere sfruttando al meglio, anzi: facendo tesoro d’ogni giorno, sono valori incommensurabili. Saremmo davvero fortunati se tutti potessimo respirare quella stessa aria restando, però, umili ed educati per imparare dalla cultura profonda e stimolante del sud Italia. Direi che sono fortunata io ad aver avuto l’opportunità di intervistare un grande attore d’oltreOceano e raccogliere impressioni, suggestioni e pensieri sulla serata dei Globi d’Oro di questo 2024. Allora gli chiedo:
Mr Payne, ci sono differenze tra il cinema italiano e quello americano? E se si qual’è la più significativa?
Intanto la FAMA. Quindi, avendo scritto, diretto e prodotto film in Italia, con molte delle troupe italiane, penso di aver maturato una visione chiara e un punto di vista personale e originale in relazione al 2024 e per il prossimo 2025. Naturalmente questa domanda richiederebbe una lunga risposta, ma conosco bene gli spazi della stampa, pertanto se devo limitarmi ad una visione omnicomprensiva direi: quando si visiona ciò che è vagamente definito come: "Un film europeo" e, in questo caso, un film italiano, mi chiederei: cosa porti via con te dopo averlo visto? Cosa risuona con te e perché? In generale si dispone decisamente di meno soldi, non ci si orienta verso grandi stelle e si punta piuttosto alla realizzazione del successo in n. di biglietti, insomma d’incasso che, d’accordo, per gli investitori significa gratificarsi, ma il film? E’ vittorioso di per sè? Ha fatto scoprire qualcosa allo spettatore? Magari qualcosa di nuovo? O ha finito solo per aggiungersi al popcorn? Nella cinematografia europea seria c'è una profonda e viscerale connessione con il rispetto dell ' “Arte” del fare Cinema, cruciale se si voglia riflettere seriamente sul mondo. Rispetto a quanto Lei accennava circa Ricciotto Canudo, uno dei primi teorici del cinema italiano, accreditato per aver inventato la definizione del cinema quale "Settima arte", direi che il cinema europeo rischia e si sforza di essere toccante e originale, insomma tutt’altro che un “franchising alimentato al cucchiaio” con uno spell-it-out che generi pieno coinvolgimento dello spettatore nel senso che possa trovare, nel susseguirsi di coincidenze, di pensieri, sentimenti e significati, il getto costante di adrenalina. Mi piace pensare che lo stesso fare seducente con cui in Italia si prepara e si apprezza il cibo sia utile, parimenti, per compiere il lungo cammino verso la comprensione di quanto e come ci interconnettiamo tutti, quindi potremmo applicare la stessa ricetta-formula al film, sì da ottenere quella speciale texture, quell’increspatura, piega, aroma e finanche l’imperfezione… in poche parole: la Vita
Quale parte del pianeta ha le migliori maestranze e la migliore tecnologia?
Matteo Garrone per “Io capitano” |
In termini di passione? È impossibile rispondere a questo. Tutti i paesi e le culture hanno tanto da offrire, condividere, e inventare storie da raccontare. In termini di tecnologia? Sì, si potrebbe supporre che quei paesi “benedetti”, ossia con le tasche più profonde, hanno la migliore tecnologia-ma ciò sarebbe molto fuorviante. Ad esempio, Romania, Bulgaria, Ungheria e Sì: Italia,
tutti hanno incredibili talenti e originalità che trasudano abbondantemente dalle loro vene.
Poi l'India e l'Inghilterra. Vale a dire Prime focus (Mumbai) genitore di Double Negative (DNeg)- società di effetti visivi britannico-indiano, fondata nel 1998 e Londra, il Regno Unito, che impiegano, a livello globale, migliaia di persone di grande talento; affermo ciò perché ho avuto esperienza con artisti del calibro di Steve Griffith e Steve Jelly, grandi creativi, logici, oltre che di grande statura umana. Inoltre, naturalmente, l'I.L.M. di George Lucas (industrial light and magic), quindi l'incredibile, supremo editor, Martin Smith, con il quale ho avuto il grande piacere di lavorare fianco a fianco. Oggi: i computer, le linee T3, T4, T5 e la fibra ottica rendono il mondo molto più piccolo, tutto ravvicinato e a portata di mano per coloro che hanno fame di conoscenza e sanno “sentire” il domani prima che arrivi.
Quale immagine del cinema italiano porta nel cuore? Quale ha colpito il suo immaginario con tutta la potenza simbolica ed evocativa?
Ancora una volta, so che lo spazio stampa non può contenere un argomento così enorme.
L'elenco dei creativi e di tutti coloro che sono “ispirazione” è lungo. Per citarne alcuni: Roma, città aperta (1945) Ladri di biciclette (1948) Vacanze romane (1953)
La Strada (1954) La Grande Guerra (1959) La battaglia di Algeri (1960) La Dolce Vita (1960) L'Avventura (1960) La Notte (1961) 8½, Il leopardo, (1963), Il Grande Silenzio (1968)
Il conformista (1970) Il grande Vittorio Storaro. 'Last Emperor, Apocalypse Now', la lista è infinita,
Lo splendido Sergio Leone -unitosi come siamese al supremo Ennio Morricone.
E come dimenticare Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Roberto Rossellini,
Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Luchino Visconti, Francesco Rosi e Dario Argento?
Potrei scrivere tanto di più anche per citare tutti gli ultimi creativi italiani, ma sono solo umano e come tutti: sono eccitato e potentemente entusiasta per tante delle immagini dei film e delle storie, come lo sono con i lavori degli attuali Nuovi registi.
Quale attrice e quale regista? Ho detto attrice.
Per quanto riguarda ‘il super potere femminile… che è donna', mi sovviene l'intervista di Connie Chung dell'unico e stellare Marlon Brando, nel settembre 1989, in cui la signorina Chung gli chiese se sapesse d’essere considerato il più grande attore di tutti i tempi. Ebbene, dovremmo ringraziare il Grande Marlon Brando per l’umile gestazione in e di: del suo lato femminile, essendogli consapevoli e grati del nutrimento che ce ne viene, invece che continuare a tenere la porta chiusa da maschi dominanti unidimensionali. Consiglio, a tale riguardo, la visione della clip: https://youtu.be/fgvMPUcw_2Q?feature=shared, che ci fa riflettere sul tema del "sessismo".
Nel suo documentario ‘Women Make Film', il raro e incredibile Mark Cousins, con,
Exec Prod: l'unica e stellare Tilda Swinton afferma abbastanza correttamente che: "Molti uomini si identificano così tanto con gli uomini che omettono le donne - questo è sessismo - e dobbiamo chiamarlo sessismo; insomma, benchè non intendano lasciare le donne fuori dalla storia del cinema, di fatto lo fanno. Ergo, gentilmente, se vuole, usi la seguente postulazione spesso usata: nella lingua inglese, divenuta la lingua dell'America, esiste ancora oggi la parola "storia"? -La sua storia- Perché non è "LA NOSTRA STORIA"? Nella squisita lingua italiana, se proviamo ad usare ‘' wordreference.com ' e inseriamo la parola ‘storia’, la risposta in traduzione è la parola: "storia". Figo, vero? Nessuna assegnazione di genere. E' una storia. Tutte le nostre storie. Adesso Lei A.A. Pagano mi chiede: quali attrici e quali registi ammiro? Beh, se l'universo fosse così gentile e mi concedesse l'opportunità di lavorare con Meryl Streep, significherebbe andare al di là d’un sogno. Ovviamente, se fossero ancora con noi le grandi e sorprendenti Anna Magnani e Monica Vitti, sarebbe altro sogno! E sarebbe altrettanto incredibile lavorare al fianco di Claudia Cardinale, Eva Mattes, Kyoko Kagawa, Gong Li e -naturalmente- l'indomabile Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone. Ce ne sono davvero troppe da menzionare, includerei: Ana Caterina Morariu, Gaia Bermani Amaral, Monica Bellucci, Asia Argento, Vittoria Puccini, Cristiana Capotondi,
Carolina Crescentini, Elisabetta Canalis, Maria Grazia Cucinotta, Paola Cortellesi, Laura Morante, Anna Safroncik. Il potere delle donne registe in Italia è palpabile. Ricordiamo come "Il Duce" fu così impressionato: che tentò di sviscerare, comprendere profondamente la meravigliosa e rara Elvira Coda Notari. Nata nel 1875 a Salerno e che dal 1916 al 1930 creò una così vasta produzione, circa 60 lungometraggi più un centinaio di cortometraggi e documentari. E che dire, insieme ad Elvira Notari, di Pionieri del calibro di Lina Wertmüller e Liliana Cavani? Sono state per decenni le rare eccezioni che hanno sfondato raggiungendo il più vasto pubblico. Lina Wertmüller ha vinto i suoi primi premi nel 1963 e nel 1965. È stata la prima donna a vincere -come miglior regista- agli Academy Awards nel 2019! Pensi a questo e a cosa dice oggi la comunità cinematografica globale. Veramente? 2019 !! Ma ppppppper favore!!!!!
Per quanto riguarda i registi e creativi in futuro? Mi piacerebbe molto lavorare con:
Chiara Bellosi, Susanna Nicchiarelli, Michela Occhipinti, Alice Rohrwacher, Maura Delpero, Elena Petitti di Roreto, Elena Rossini, Chiara Battistini, Serena Corvaglia, Veronica Mengoli, Edoardo De Angelis, Roberto Saviano, Leonardo Fasoli, Stefano Bises, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Gianfranco Rosi, Eitan Pitigliani, per citarne solo alcuni tra gli straordinari tanti talenti in Italia oggi.
Banale ma non troppo: con quale regista italiano lavorerebbe sia come interprete che come co-regista?
In un solo battito cardiaco di New York, in un nano secondo, sa? Trovo sempre strano, come il mondo sembri dimenticare -forse è la mutazione della spesso errata guida di affidarsi ad app e smartphone life construct'? Quello che voglio dire è: basta dire una sola parola, la parola: ITALIA. Lasciarla marinare nel proprio essere e nel proprio spirito e scoprire: Architettura, invenzioni scientifiche e tecnologiche e scoperte antiche e nuove. Arte, Medicina, Opera, Musica, Letteratura, Tutti i costumi e la Medicina e il Romanticismo. Oh! Qualcuno ha detto Cibo, caffè, Bevande e la loro coltivazione e la loro lavorazione? Si, anche tutto ciò. Insomma e’ lo zeitgeist umano; il ' Made in Italy’ è uno dei più famosi loghi catch phrases di tutti i tempi! Ho anni di esperienza in questo campo, lavorando come, Co-Regista, Scrittore, Produttore esecutivo, Interprete, Creativo, Adattatore, “Scultore” in Piemonte, Napoli, Milano e Roma. È un lavoro molto di cura dei dettagli. Richiede ore e ore di ricerca, il testo non si ottiene da una traduzione al pulsante, con una app e un clic, è un lavoro certosino, richiede, sottigliezza, finezza, pazienza e poi, naturalmente, porsi molte domande al fine di trovare l'epoca corretta, il giusto posizionamento, l’impostazione, come dire: il nido di ciascuna parola, quindi il nido della frase per poi tessere il tutto; come un sarto: con ago, filo e punto dietro punto per unire attraverso ogni personaggio, ogni scenario e situazione e poi con costante paziente raffinazione procedere con il pizzicare raffinatissimo. Al momento mi impegna un incredibile progetto che sto sviluppando con lo scrittore e direttore della fotografia Mimmo Fontanella. Si chiama "Ombre nella luce". Un’Opera unica, ambientata a Napoli, un’opera multiforme che abbraccia l'amore profondo, che mette insieme molte dimensioni affascinanti nel tempo e nelle relazioni; una storia vera di eroine di fede e di tenacia.
Grazie Mr. Payne, spero presto ce ne vorrà parlare. Intanto La ringrazio molto per tutto quanto ci ha donato così generosamente. Inoltre, lei sembra profondamente innamorato della mia Italia, non avrà mica intenzione di stabilirsi qui?
Lo sto sognando, vediamo!
Torno alla serata. Se il Globo d’Oro alla carriera è andato ad una Donna-Attrice di rara bellezza, iconica, nota nel mondo qual’è Monica Bellucci, mi ha molto colpito l’incredibile voce e il volto plastico ed
C’è ancora domani di Paola Cortellesi |
evocativo di Maurizio Lombardi cui è andato lo speciale riconoscimento del Globo d'Oro Italiani nel Mondo. Un attore dalla statura internazionale, talchè è proprio internazionalmente che si va esprimendo con una incisività molto oltre il comune, anzi oltre lo straordinario anche quale nobile portabandiera dell’italianità nel mondo. Oltre il comune e soprattutto oltre il convenzionale sono stati i co-direttori Alina Trabattoni e Claudio Lavanga -con la regia di Antonio Centromani- che hanno condotto la serata con misurata eleganza, nessuna affettazione, nessun cedimento allo sterile sussiego, piuttosto con deliziose piccole e simpatiche gags a stemperare la solennità dei conferimenti, la magia della notte del cinema italiano, il fascino di una storia infinita, gloriosa, scintillante e ammaliante. Alina Trabattoni cura insieme a Claudio Lavanga la direzione artistica del Globo d’Oro - riconoscimento dell’intenso duro costante lavoro, un intreccio di passione e dedizione che tutti i professionisti del cinema spendono per porre in essere le loro opere. In ragione di ciò, per coloro che ricevono questo premio, con una metafora appropriata a Roma, direi che si aprono le porte di un pantheon; nel 27 a.C. a Roma veniva eretto il Pantheon, grazie a Marco Vipsasio Agrippa, genero di Augusto. Luogo assolutamente emblematico che l’Agrippa dedicò alla dea Cibele oltre che a tutti gli dei passati, presenti e futuri, ma, per prima, lo dedicò proprio a una divinità femminile. E ritorna il principio femminile che in questa 64^ Edizione il Globo d’Oro della Stampa Estera, associazione che mette insieme diverse centinaia di soci in tutto il mondo, ha magistralmente posto all’attenzione del mondo. “Si premiano tutti quegli artisti che hanno contribuito significativamente alla cultura italiana e internazionale, riferisce la Trabattoni: l’industria cinematografica italiana è semplicemente straordinaria. I suoi attori, produttori e registi sono rinomati per la loro bravura e talento ed hanno contribuito a creare film che hanno lasciato un'impronta indelebile nel cinema contemporaneo. Nell’ultimo anno, l'Italia ha prodotto una serie di film straordinari che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali e hanno affascinato il pubblico di tutto il mondo. Questo dimostra che il futuro del cinema italiano è brillante e promettente, e continuerà a stupire con la sua creatività e innovazione”. Ho seguito per le vie dell’etere, non tutti i giornalisti hanno potuto essere lì, dunque tutto sommato, seguire la diretta s’è rivelato funzionale all’attenzione assoluta, nessuna distrazione, neppure per la bellezza infinita che abbracciava tutti i convenuti. In sontuosa organza total black, quasi dark, tacco stratosferico oltre i 15, la deliziosa Bellucci s’è lasciata andare al romanticismo, anche diplomatico, allorchè ha ringraziato il nuovo compagno di vita per averla accompagnata, si parla del grande Tim Burton; proprio quel Timothy Walter Burton, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore, animatore e disegnatore statunitense noto per quel suo cinema dalle ambientazioni spesso fiabesche e gotiche, ma interessato anche a temi riguardanti l'emarginazione e la solitudine. Il Tim Burton i cui film pare abbiano incassato oltre 4 miliardi di dollari sicchè, nella storia del cinema, passa per essere uno dei registi di maggiore successo commerciale. La Bellucci ha, quindi, ringraziato tutte le talentuose persone incontrate verso le quali ha dichiarato la propria gratitudine per averle insegnato a migliorarsi come attrice ed ha ringraziato le figlie per insegnarle sempre tante cose, proprio alle figlie ha dedicato il Premio. Emozionante è stata la semplicità elegante di Paola Cortellesi -stella italiana- che col Suo “C’è ancora domani“ continua a mietere premi e successo di pubblico e d’incassi internazionali. Ben 124 nazioni, infatti, le stanno tributando riconoscimenti e successo; e dopo la Francia, l’Inghilterra, Spagna, Germania e Argentina ha dichiarato di sperare che anche gli Stati Uniti si accorgano di questa pellicola che sta funzionando, e non poco, sul piano internazionale; una pellicola, “una storia”, ha riferito:”…che continua ad esistere…”. Fondato nel 1960, il Globo d'Oro sta assistendo in questa edizione 2024 ad una Cortellesi che col suo film si muove in ben 124 paesi; una Cortellesi che ha detto di sentirsi fiera di come le donne sappiano stare sì dentro le storie, ma come sappiano anche crearle e narrarle. A chi le ha chiesto cosa abbia determinato il successo della sua opera, ha sostenuto di poter ascrivere il successo al registro utilizzato, il taglio che le è più connaturato: l’umoristico e l’iro
Trudie Styler col marito Sting |
nico. Ha tenuto anche a rimarcare che “il 45% del pubblico è maschile, la quale ci deve far gioire, significa che sono in molti a voler camminare insieme alle proprie figlie e alle proprie compagne, insomma insieme alle donne”. Il Globo d'Oro, alla sua 64ª edizione, continua ad essere, dunque, un enorme faro che proietta il suo luminosissimo raggio di luce sul panorama cinematografico italiano e premia la Migliore fotografia Paolo Carnera, in “Adagio”, il Miglior cortometraggio (Unfitting” di Giovanna Mezzogiorno), il Migliore documentario (Trudy Styler con “Posso entrare? An Ode To Naples”), la Giovane promessa (Rebecca Antonaci per “Finalmente l’alba”), la Migliore opera prima (“Gloria” di Margherita Vicario), la Migliore serie TV (“Un amore” di Francesco Lagi), la Migliore colonna sonora (Margherita Vicario e Davide Pavanello per “Gloria”), la Migliore sceneggiatura (Daniele Lucchetti e Francesco Piccolo per “Confidenza”), la Migliore commedia (“Romeo e Giulietta” di Giovanni Veronesi), la Migliore attrice (Micaela Ramazzotti in “Felicità”), il Miglior attore (Elio Germano in “Confidenza”), la Migliore regia (Matteo Garrone per “Io capitano”) e il Miglior film (C’è ancora domani” di Paola Cortellesi). Molto avrei da dire sul grande Garrone, sul suo deserto per viaggiatori estremi, per i suoi estremi sentimenti in un mondo che va desertificandosi sia nei territori fisici che in quelli dell’anima, e se i deserti fisici sono terribili, lo sono ancora di più i deserti dell’anima. Molto avrei da narrare delle tante stelle italiane per le quali vorrei una strada…si proprio una via, magari Via Veneto che si faccia raccolta di impronte di quanti adesso -da tutto il mondo- torneranno sul palcoscenico totale e favoloso che è la nostra Italia, madre di una Cinematografia maiuscola (rivendico ovviamente la maternità di questa idea che mi auguro l’Associazione della Stampa Estera voglia prendere in considerazione operativa-magari da inaugurare per l’Edizione 2025) Non una copia di quella americana, semplicemente una strada italiana per le impronte dei divi e dei nuovi cineasti di tutto il mondo. Il Globo d'Oro ha il proprio Comitato Cinema 2024 composto da Claudio Lavanga (Direttore Artistico) NBC NEWS, USA; Alina Trabattoni (Direttore Artistico) TRT World; Maarten van Aalderen, De Telegraaf, Olanda; Patricia Mayorga Marcos, El Mercurio, Cile; Vera Naydenova (Responsabile Serie TV) BTV, Bulgaria; Vera Shcherbakova (Responsabile Sezione Cortometraggio) ITAR-TASS, Russia; Sofya Lipenkova, corrispondente freelance, Russia (responsabile social media Globo d’Oro); Alba Kepi, RTV Ora News, Albania; e Constanze Templin giornalista freelance, Germania (Responsabile Sezione Lungometraggi).
L'azione militare israeliana, attuata in risposta agli attacchi terroristici compiuti da "Hamas" il 7 Ottobre scorso, apre a tutta una serie di scenari per il futuro assetto politico della Striscia di Gaza. Il primo di questi, che al momento appare il meno probabile, prevede che nel caso il governo israeliano prendesse atto dell'impossibilità di sconfiggere e sradicare completamente "Hamas" oppure che il numero di vittime civili diventi a tal punto insostenibile da portare ad un'interruzione delle operazioni, si ritornerebbe alla situazione esistente prima del 7 Ottobre, ma con un controllo delle frontiere da parte di Israele assai più rigido di quello precedente. Stando a questa eventualità, Gerusalemme si troverebbe quindi ancora a confrontarsi con "Hamas" che però vedrebbe la sua forza militare ed il suo controllo sul territorio sensibilmente indeboliti. Il blocco totale dei confini produrrebbe degli effetti estremamente pesanti sulla popolazione, dato che sarebbe impedito non solo ai cittadini impiegati in Israele di recarsi al lavoro oltre frontiera, ma pure le stesse forniture di acqua, energia elettrica e medicinali verrebbero rese impossibili al pari di ogni scambio commerciale causando così una completa paralisi dell'economia della Striscia, la quale già prima del conflitto si trovava comunque in una situazione estremamente critica. Il secondo scenario implica una divisione in due zone distinte della Striscia di Gaza ed appare anch'esso di difficile realizzazione. Con il passare delle settimane, è diventato infatti evidente come l'IDF intenda distruggere la struttura di comando di "Hamas" per impedire che il movimento possa riassumere il controllo di Gaza una volta terminate le operazioni. E come sottolineato in un'analisi dal quotidiano britannico "The Telegraph", il proseguimento dell'azione militare comporterebbe pure l'eventualità che il territorio di Gaza possa essere diviso in due parti, una posta a settentrione, nella quale sono avvenuti gli scontri più duri tra le forze israeliane ed i miliziani di "Hamas", ed un'altra nella zona meridionale dove si sono trasferiti gli abitanti messi in fuga dai combattimenti. Nel caso in cui questa ipotesi andasse a concretizzarsi, Israele assumerebbe il controllo della parte settentrionale creando parallelamente una "fascia di sicurezza" a ridosso del territorio della Striscia così da proteggere le città di Ashkelon, Ashdod e Sderot unitamente ai kibbutz presenti nelle vicinanze di Gaza. Al contrario la parte meridionale, dove andrebbero invece a collocarsi la gran parte dei rifugiati, si trasformerebbe in una sorta di vasta"area umanitaria" in cui tuttavia non è chiaro chi andrebbe ad assumere le funzioni di governo e di amministrazione. Si tratta tuttavia di un'ipotesi che presenterebbe non poche implicazioni negative per Israele.
Se difatti sul piano politico questo andrebbe a peggiorare ulteriormente i rapporti tra Gerusalemme e le capitali arabe rallentando anche il processo di normalizzazione con gli altri Paesi islamici, primo fra tutti l'Arabia Saudita, che parevano pronti a riconoscere lo Stato d'Israele, su quello militare non è escluso che in un tale contesto possa svilupparsi anche una sorta di resistenza contro le forze israeliane condotta da "Hamas" e dalle altre formazioni islamiche, costringendo così Israele a fronteggiare una guerriglia che potrebbe estendersi anche al territorio della Cisgiordania con attacchi agli insediamenti dei coloni. Il terzo scenario ipotizzerebbe invece la completa rioccupazione israeliana della Striscia di Gaza, soluzione che riceverebbe il sostegno dei partiti dell'estrema destra ma che presenterebbe per Israele non solo dei costi economici ma anche dei rischi sul piano militare, in quanto costringerebbe le sue forze militari a fronteggiare una situazione di guerriglia ed obbligando le autorità israeliane ad assumere tutte le funzioni amministrative del territorio. E come sottolineato dagli osservatori, questa eventualità finirebbe paradossalmente per indebolire, piuttosto che rafforzare, la sicurezza di Israele. Ed un ulteriore ostacolo a questa soluzione viene pure dal fatto che comporterebbe anche il trasferimento della popolazione residente nella Striscia di Gaza. Come evidenziato in un rapporto riservato redatto dal Ministero dell'Intelligence di Gerusalemme, una volta terminato il conflitto Israele si troverebbe di fronte a tre scenari: il primo prevede il ritorno della Striscia di Gaza sotto il controllo dell'ANP, il secondo la creazione ed il consolidamento di una nuova amministrazione locale araba ed il terzo invece, considerato dagli analisti del dicastero come l'opzione più preferibile in quanto nel lungo periodo rafforzerebbe la sicurezza strategica dello Stato ebraico, appunto il trasferimento verso l'Egitto di un gran numero di abitanti di Gaza, un'ipotesi che però il governo egiziano ha seccamente respinto anche nel timore che tra i rifugiati possano trovare spazio degli esponenti di "Hamas" consentendo così al movimento di estendere la sua influenza nel Paese. I costi finanziari sarebbero poi insostenibili per il governo egiziano. L'ipotesi che Israele possa procedere ad una completa rioccupazione è stata comunque negata dal Presidente israeliano Herzog, il quale ha ribadito come lo Stato ebraico non ha nessuna intenzione di assumere il controllo di un territorio dove risiedono due milioni di arabi, senza contare poi come per gli analisti questa eventualità richiederebbe l'impiego di un gran numero di effettivi militari che dovrebbero rimanere dislocati a Gaza per un periodo quantomai lungo.
Allo stesso modo, anche la possibilità per cui l'ANP riassuma il controllo della Striscia di Gaza appare estremamente problematica. Se infatti da un lato l'ANP in questi anni ha collaborato con il governo israeliano nel campo della sicurezza e dell'intelligence, d'altra parte è però innegabile come l'Autorità Nazionale Palestinese goda ormai di pochi consensi essendo vista da gran parte della popolazione come corrotta ed inefficiente. L'idea di riassumere il controllo di Gaza grazie alle operazioni militari israeliane non incontra poi il favore di diversi dirigenti palestinesi in quanto sarebbe vista in maniera negativa dagli abitanti di Gaza, senza contare poi come anche lo stesso Premier israeliano Netanyahu ha dichiarato la sua assolutà contrarietà a questa soluzione. E come è stato poi evidenziato da alcuni analisti, anche nell'ipotesi che l'ANP riassumesse il controllo della Striscia di Gaza, la sicurezza del territorio resterebbe comunque nelle mani degli israeliani, cosa che, di fatto, porrebbe l'amministrazione dell'ANP sotto il controllo di Israele creando così un rapporto simile a quello esistente nell'"Area C" dei territori della Cisgiordania. E questo, finirebbe per danneggiare ulteriormente l'immagine della dirigenza palestinese presso la popolazione. In questo quadro, si deve però sottolineare come la popolarità di cui attualmente gode "Hamas" tra la popolazione è quantomai bassa mentre il suo controllo sul territorio già prima del conflitto appariva non essere completo, in quanto una serie di servizi pubblici erano gestiti dalle organizzazioni internazionali come l'UNRWA e l'UNICEF e gli stipendi dei dipendenti di alcuni ospedali pagati dall'ANP. Gli ultimi due scenari presi in esame ipotizzano infine o una presenza internazionale nella Striscia oppure il dispiegamento di un contingente militare formato da alcuni Paesi arabi. La prima, descritta dal "The Middle East Institute", ipotizza che nel territorio verrebbe dislocata una forza militare unitamente ad un'amministrazione provvisoria internazionale. Si tratta però di una soluzione di difficile realizzazione, in primo luogo perché richiederebbe l'approvazione del "Consiglio di Sicurezza" e quindi il superamento dei contrasti tra i cinque membri permanenti, in secondo luogo per il fatto che Israele imporrebbe delle condizioni preventive assai rigide quali la chiusura delle frontiere e l'istituzione di una "zona cuscinetto" a tutela delle zone di confine. La seconda, delineata in un'analisi apparsa su "Foreign Policy" e sostenuta anche dall'ex - Direttore dello "Shin Beth", prevede invece che nella Striscia di Gaza venga dispiegato un contingente formato da reparti militari dei Paesi che hanno siglato gli "Accordi di Abramo" al quale spetterebbe il compito di garantire l'ordine con il supporto degli Stati Uniti, della UE e delle Nazioni Unite, mentre sul piano economico i costi della ricostruzione sarebbero assicurati dai fondi provenienti dagli Emirati Arabi e dall'Arabia Saudita e dal Qatar.
Dal lato politico, seguirebbe poi una graduale apertura del territorio di Gaza come primo passo per raggiungere una soluzione negoziata tra le parti coinvolte. Come però ha sottolineato in una sua analisi il "Carnegie Endowment for Peace", non solo l'eventualità di un coinvolgimento dei Paesi arabi appare improbabile visto che questi hanno finora agito in maniera discordante, ma le passate esperienze di operazioni di "peace - keeping" effettuate dalle loro forze militari non si sono rivelate positive. Allo stesso modo, i forti contrasti emersi tra il governo israeliano e le Nazioni Unite rendono problematico un coinvolgimento delle organizzazioni internazionali verso le quali potrebbe anche poi esserci l'ostilità di parte della popolazione. Ed è poi opinione di diversi analisti che, qualora il conflitto si prolungasse e non vi fosse più nessuna autorità od istituzione funzionante in grado di amministrare il territorio di Gaza, la gestione dell'ordine pubblico e della sicurezza finisca per passare nelle mani di gruppi criminali o di "comitati" sorti spontaneamente nei campi e tra la popolazione.
Si tratta quindi di scenari che al momento appaiono poco realistici e la cui possibile implementazione dipende dal corso che prenderanno gli eventi militari e politici delle prossime settimane.
Per gentile concessione di
“Vision & Global Trends – the Platform for Futures Issues and Challenges”
Domenica sera 30 giugno presso il “Salotto Tevere” sulla banchina del lungotevere della città di Roma, all’altezza del Ponte Cestio, si è svolta una serata all’insegna della musica e del divertimento. Il concerto denominato “Premio Caruso 2024 ” ha visto come protagonisti la cantautrice venezuelana Gisela Josefina Lopez e il maestro Giovanni Caruso. Un suo allievo Samuel Fiorentino che recentemente ha superato l’esame di Conservatorio, ha accompagnato anch’egli i brani musicali con la sua chitarra, mostrando un’ abilità non comune. Il pubblico è rimasto favorevolmente coinvolto dalle canzoni e dalle musiche ben ritmate, che inducevano a ballare. La cantautrice Gisela Josefina Lopez ha interpretato i seguenti brani musicali italo latino americani inediti, inseriti nell’ultimo album discografico, incisi con il maestro Giovanni Caruso che ha arrangiato le musiche: Nota de Amor, Un llanto, Que es la vida, Desmontame, Tu primer beso, Ningún problema, Estación. La coppia artistica si è esibita inoltre nell’interpretazione di celebri e già conosciute canzoni: Quizás, quizás, Como la flor, Embrujo, Ay mi piel, Moliendo café, Barlovento, Algo contigo, Baila morena. Nella serata c’è stata l’opportunità di ballare sul palco una celebre canzone del grande Billo's: Pensándolo bien tu cumpleaños es todo el año. Infine è stato cantato un nuovo brano, scritto insieme alla giornalista Annalisa Venditti "Nelva" (con arrangiamento musicale del Maestro Giovanni Caruso) che prossimamente uscirà in videoclip.
All’evento artistico ha partecipato anche la giovanissima Elisa Fiorentino che per l’occasione, ha indossato, un vestito tipico folcloristico del Venezuela. Gisela ha inteso evidenziare che quello attuale è effettivamente il periodo più brutto della recente storia che sta attraversando il suo Paese di origine: tra violenze e soprusi. Nell’arco della serata c’è stato spazio per ascoltare anche della gradevole musica classica interpretata alla chitarra dal maestro Giovanni Caruso in coppia con Samuel Fiorentino. Complimenti al Patron del Concorso, Gennaro Ruggiero e alla Presentatrice dell’evento, la bellissima Angelica Loredana Anton.
Orbán: scendere dal treno Europa per non partecipare alla guerra
Ottantacinquesimo notiziario settimanale di lunedì 8 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Non è assolutamente possibile “eliminare”, o “cancellare” la Russia dalla politica globale, perché il “mondo ha bisogno” della Russia. Lo ha scritto l’Ambasciatore della Russia in Italia, Aleksej Paramonov, in un articolo pubblicato su “La Repubblica”, intitolato “Un errore escludere la Russia dal proscenio internazionale”.
Giorgia Meloni ha riferito sulla situazione relativamente alle proposte di nuove nomine, al vertice della UE, dopo le recenti elezioni per il Parlamento europeo. Intanto, quello che colpisce anche i più temprati e convinti oppositori della UE e del suo ruolo è che dopo la sonora sconfitta subìta, con il diffuso astensionismo e l’avanzata delle forze di destra, nel panorama europeo, proprio i leader più sonoramente “trombati” dal voto popolare, il Presidente francese Macron ed il Cancelliere tedesco Scholz, unitamente al leader polacco Tusk, abbiano fatto comunella, per presentare agli altri leader europei, una “proposta” sugli incarichi più importanti che dovrebbero essere assegnati nella prossima legislatura UE, partendo da un rinnovato mandato di presidente, per un Ursula von der Leyen bis, che dovrebbe caratterizzare i prossimi anni.
Paradossalmente, la sinistra dovrebbe imparare da Macron, Scholz e Tusk: diversi tra loro, ma uniti se si tratta di raggiungere i loro scopi comuni. Se vogliamo, è proprio quel principio che fece il successo del vecchio PCI, quello di allora, non di adesso. Per esempio, si fossero presentati insieme i due Partiti socialdemocratici slovacchi, uno di Fico, l’altro di Pellegrini, avrebbero preso la maggioranza assoluta. Se in Germania si fossero presentati assieme Sahra Wagenknecht e Die Linke, sarebbero entrati entrambi al Parlamento Europeo, invece così solo la pur apprezzabile Wagenknecht.
In settimana ci sono stati due interventi di Putin, trovate la traduzione simultanea sia sui miei canali, sia su Visione TV.
Sono almeno 250 le imprese italiane che operano in Russia, alcune anche con una presenza produttiva.
Una canzone che vi avevo già proposto a gennaio, Zemljanka, una specie di rifugio sotterraneo, 1942.
Partecipano: Mosca, Krasnodar, Caterimburgo, Odessa (spero presto di nuovo russa), Samarcanda (Uzbekistan), Kišinëv (Moldavia), Taškent (Uzbekistan), Alma Ata (Kazachstan), Soči, Erevan (Armenia), Nižnij Novgorod.