L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


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Kaleidoscope (1428)

Free Lance International Press

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La città di  Taurianova, in Calabria, che il Ministero della Cultura  ha scelto come Capitale Italiana del libro 2024,  da giovedì 24 ottobre a domenica 27 ottobre ospiterà il Convegno dell’Associazione Internazionale Critici letterari , sul tema “Il Mediterraneo: da Corrado Alvaro alla letteratura moderna”.

“Sono molto felice che il Sindaco Rocco Biasi e  l’Assessora alla cultura e direttore artistico di TCL Maria Fedele abbiano accettato la nostra proposta- ha dichiarato Neria De Giovanni, presidente dell’AICL- e desidero ringraziare anche lo scrittore Pierfranco Bruni, presidente della Commissione ministeriale che ha scelto Taurianova come Capitale italiana del libro, per aver sottolineato l’importanza della tematica proposta oltre l’effettiva internazionalità della nostra Associazione.”

Hanno già aderito a partecipare al Convegno in qualità di delegati relatori, critici letterari, docenti universitari e scrittori di Spagna, Portogallo, Austria, Romania, USA, Francia, e di numerose città italiane tra cui Cagliari, Roma, Taranto, Modica, Matera, Ispica, Torino.

 

LA NUOVA EDIZIONE DELLA COLOSSALE BIOGRAFIA CURATA DA SYLVIA CRANSTON 

 

Durante la sua esistenza terrena, Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) fu molto spesso incompresa, ingiuriata, accusata di essere una semplice medium, oppure una spregiudicata imbrogliona. Soprattutto, è stata ferocemente attaccata dagli imperi culturali dell’epoca (fine Ottocento) che avvertivano in lei, più che fondatamente, un grave pericolo per le proprie dogmatiche convinzioni: lo scientismo materialista, il cristianesimo ecclesiastico, le confraternite spiritistiche.

Nel 1875, con pochi collaboratori, fondò a New York la Società Teosofica, con l’obiettivo di promuovere l’ideale e la pratica della Fratellanza Universale, lo studio comparato delle religioni e delle filosofie, la ricerca nel campo delle forze psichiche latenti nell’uomo e delle leggi occulte della Natura.

Molti uomini e molte donne di alto intelletto e di vasta cultura videro in lei e nei suoi insegnamenti una fonte di abissale Sapienza e una guida spirituale di illuminata Saggezza: da William Butler Yeats all’astronomo Camille Flammarion, da G.R.S. Mead (grande studioso di gnosticismo ed ermetismo) al chimico e fisico William Crookes, da M.K. Gandhi a Rudolf Steiner, da Maria Montessori a Vasilij Kandiskij.

Certo, Helena Petrovna Blavatsky può essere amata oppure detestata. Possiamo empatizzare con lei, sentendoci solidali con le dolorose vicissitudini della sua travagliata esistenza o possiamo, invece, ritenerla irritantemente anticonformista, e insopportabilmente bizzarra, polemica ed oscura.

Una cosa, però, è doveroso riconoscere: continuare, come finora troppo spesso è accaduto, ad ignorare la titanicità della sua figura e lo spessore dei contenuti filosofici della sua monumentale produzione letteraria renderebbe estremamente superficiale e lacunoso qualsiasi tentativo di interpretazione del clima culturale fortemente antipositivista della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX, caratterizzato dall’ esigenza di un sapere scientifico autenticamente antidogmatico,  da grandi aperture verso il mondo orientale, da dilagante interesse verso il campo delle scienze occulte, dall’affermarsi di una religiosità intrisa di misticismo svincolata da qualsiasi gabbia confessionale.

Per quanti desiderano riuscire ad entrare in contatto con la personalità di questa donna dalla vita indipendente ed avventurosissima, dichiaratasi discepola e messaggera di misteriosi Maestri orientali, autrice di opere straordinariamente affascinanti, dalla sconcertante ricchezza di conoscenza e di intelligenza, costituiscono letture preziose i libri scritti dal giornalista inglese  A.P. Sinnett* (Il mondo occulto e La vita straordinaria di Helena Petrovna Blavatsky**) che ebbe modo di conoscerla da vicino e di frequentarla a lungo, nonché la bella e gradevolmente coinvolgente biografia a firma di Paola Giovetti***, indiscussa autorità nel campo della cultura esoterica e del mondo del paranormale.

Da pochi giorni, però, grazie ad un encomiabile impegno delle Edizioni Teosofiche Italiane, è venuta alla luce una nuova traduzione della biografia curata da Sylvia Cranston, da tempo esaurita ****: Helena Petrovna Blavatsky. La straordinaria vita e il pensiero della fondatrice del movimento teosofico moderno.  Si tratta di un lavoro colossale (circa 600 pagine) che rappresenta quanto di più efficace per poter assaporare e apprezzare la complessità psicologica e speculativa di quella che Antonio Girardi, Presidente della Società Teosofica Italiana, ha opportunamente definita (nella sua Presentazione) una “pioniera dell’umanità” in grado di aprirci “alla dimensione spirituale della vita e alle potenzialità creative dell’essere umano”.

L’impagabile lavoro della Cranston, frutto di 14 anni di ricerca e di scrittura, pur concentrandosi  sulla vita burrascosa di Madame Blavatsky, così densa di viaggi in tutto il mondo, dall’Oriente al continente americano, dedica peculiare  attenzione agli episodi fondamentali che hanno plasmato il suo cammino e il suo lavoro, senza trascurare affatto la sua prodigiosa produzione filosofica e gli insegnamenti in essa contenuti.

Anche se una certa critica non è stata benevola nei confronti di H.P.B., - prosegue  Girardi - il suo pensiero e la sua opera meritano ancora oggi di essere accuratamente studiati e rappresentano una fonte davvero importante per il ricercatore di Teosofia e per il Pellegrino sulle tracce delle Origini dell’Eterna Saggezza.”

Assolutamente da sottolineare, al fine di comprendere a pieno la qualità dello sforzo editoriale, che la nuova edizione presenta, per la prima volta in italiano, l’intero apparato delle note, circa 1.200, indispensabili per un corretto utilizzo del testo.

 

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*Alfred Percy Sinnett (1840-1921), capo redattore di diversi periodici, ospitò Madame Blavatsky ad Allahabad per sei settimane, assistendo a numerosi fenomeni paranormali da lei prodotti. Aderì in seguito alla Società Teosofica, occupandovi anche ruoli di prestigio. La sua opera più importante è rappresentata da Il Buddhismo esoterico, una pregevole esposizione dei principali insegnamenti teosofici (ETI, Vicenza 2021).

** Il mondo occulto. La conoscenza degli iniziati. H.P.Blavatsky e la Società Teosofica, Cerchio della Luna, Verona 2017; La vita straordinaria di Helena Petrovna Blavatsky, Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma 1980.

***Helena Petrovna Blavatsky e la Società Teosofica, Mediterranee, Roma 2010.

****Helena Petrovna Blavatsky. La straordinaria vita e il pensiero della fondatrice del movimento teosofico moderno, Armenia, Milano 1994.

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SYLVIA CRANSTON (e Carey Williams)

LA STRAORDINARIA VITA E IL PENSIERO DI HELENA BLAVATSKY, FONDATRICE DEL MOVIMENTO TEOSOFICO MODERNO

Edizioni Teosofiche Italiane

Vicenza, giugno 2024

 

 

 Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

 

Frammento n. 1  "GUSTO DI LUCE" (O GOÜTE DE LUMIÈRE) ne avete sentito parlare?

Quando  l'esposizione alla luce distrugge i composti aromatici e rischia la doppia fermentazione, facendo sì che il vino assuma un odore sgradevole su sentori di cavolo cotto, cipolla e, nei casi più estremi, note che ricordano gli scarichi fognari. Tant’è che molti produttori che preferiscono il packaging trasparente per mettere in risalto una bottiglia o un'etichetta particolare, le avvolgono con apposite veline, trasparenti o dai colori tenui, concepite appositamente per proteggerle dai raggi UV. Del resto l’olio docet. Quindi prestare attenzione: assicurarsi che la bottiglia trasparente abbia la velina protettiva.

 

 

 

Frammento n. 2  IL CANALE DTC SEMPRE PIÙ STRATEGICO

Presso l’azienda bolgherese Campo alla Su8ghera, da tempo, vivono la nuova esperienza chiamata  Tour& Tasting  Digitalisation per consentire agli ospiti di immergersi nel paradigma della perfezione  È infatti ora attivo un progetto a cui l’azienda ha lavorato a lungo e che prevede un’esperienza  esclusiva ed innovativa di Realtà Virtuale: attraverso l’uso di visori di ultima generazione, i visitatori avranno la possibilità di immergersi nelle attività in vigna e in cantina e di vivere le fasi più delicate della vendemmia, quali la raccolta, la selezione dei grappoli e la caduta delle uve per gravità. E poi la vendita diretta .“Il visitatore si ritroverà in vigna durante la fase di raccolta manuale e di prima selezione dei grappoli, per poi continuare l’esperienza nella sala ricevimento uve, dove verranno svelati gli altri due step di selezione. Il tour digitale si concluderà in cantina dove si vedrà come le uve cadono per gravità nei tini di acciaio.”  A completare l’esperienza si aggiungono una visita guidata “reale” della tenuta tra vigne, cantina di vinificazione e barricaia, la degustazione dei vini più pregiati dell’azienda e la vendita. Chapeau! 

 

 

 

Frammento n. 3  IL PREMIO GAMBELLI A OVIDIO MUGNAINI

L'ambito Premio Gambelli 2024 al giovane enologo toscano Ovidio Mugnaini, responsabile tecnico dell'azienda  La Sala del Torriano in Chianti Classico. Il riconoscimento, rivolto ad enologi under 40, che con i loro vini ripecchino al meglio la filosofia di Giulio Gambelli che promuoveva l'esaltazione delle tipicità di ogni vitigno, è stato consegnato giovedì 16 maggio a San Gimignano (Si) in occasione della seconda edizione di Regina Ribelle – Vernaccia di San Gimignano l’evento promosso dal Consorzio di Tutela della Vernaccia di San Gimignano Docg.

 

 

 

 

 

Frammento n. 4   CILIEGIOLO DI MAREMMA E D’ITALIA

La seconda edizione della kermesse sul Ciliegiolo, svoltasi a Sorano (Gr) il 16 e 17 giugno è stata un bel successo e ha portato alla Fortezza Orsini un pubblico variegato che ha potuto degustare diverse interpretazioni di questo vitigno. Presenti 33 aziende con i loro 57 ciliegioli in purezza. Chapeau!

 

 

 

 

Frammento n. 5  DISFRUTAR È IL MIGLIOR RISTORANTE AL MONDO

I 50 Best sono considerati gli Oscar della gastronomia e quest’anno hanno registrato  il trionfo  di Disfrutar di Barcellona del trio Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas,  il ristorante più votato dalla giuria dei 1.080 esperti. Malumore italiano; si pensa che molti chef si siano mossi poco e male, senza “promuoversi” adeguatamente con i critici internazionali che costituiscono la giuria. Di certo si nutre una certa speranza per l’anno prossimo, quando la cerimonia di premiazione di svolgerà in Italia, a Torino.  Ecco la classifica dei migliori 5 ristoranti al mondo

  1. Disfrutar, Barcellona (Spagna)
  2. Asador Etxebarri, Atxondo (Spagna)
  3. Table by Bruno Verjus, Parigi (Francia)
  4. DiverXO, Madrid (Spagna)
  5. Maido, Lima (Perù)

Il primo degli italiani? 52esimo!

 

Osservo, scruto, assaggio e…penso.  

 

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June 17, 2024

 

Ottantaduesimo notiziario settimanale di lunedì 17 giugno 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Sono rimasto interdetto, tra le numerose critiche alla mia narrazione, quella per cui l’Eurasia sia un’invenzione degli ultimi tempiю
Conferenza svizzera, il premier olandese Rutte: “Il fatto che Putin abbia presentato ieri questa merdosa “proposta di pace” è un segno che è nel panico, questa è una buona notizia”.
Lindsey Graham: “l’Ucraina è seduta su 12 trilioni di terre rare e minerali preziosiSapete che quando Dmitrij Medvedev va sopra le righe, non mi piace. Stavolta invece ha fatto un discorso da vero politico. Bravo.
Il 12 giugno qui era festa nazionale, il giorno della Russia. Qualche buontempone ha piazzato dei cartelloni di invito davanti alle ambasciate dei Paesi ostiliю
L’Occidente continua i suoi sforzi per intensificare il conflitto.
Il segretario generale della NATO Stoltenberg: “Le forniture di armi a Kiev diventeranno obbligatorie per i Paesi della NATO, saranno coordinate da strutture di comando sotto la guida del generale Cavoli”.
Dal 6 al 9 giugno si sono tenute in 27 Stati membri dell’UE le elezioni per il Parlamento europeo (PE), a seguito delle quali per i prossimi cinque anni dovrebbe essere formata una nuova composizione dell’“organo rappresentativo” dell’Unione europea da 720 seggi.
In settimana, Putin ha incontrato i vertici del ministero degli esteri russo. Potete trovare la mia traduzione completa del suo intervento, come sempre, sui miei canali RuTube, YouTube, Telegram, Blogspot e su Visione TV. Qui voglio darvene solo un sunto, i punti salienti.
Un intervento dell’ambasciatore russo Paramonov.
Il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti veniva rapito e ucciso da una squadra fascista scesa a Roma apposta da Milano.
La settimana scorsa vi avevo proposto un mio viaggio di 6.000 km in auto lungo tutta l’Europa di 35 anni fa. Ebbene, eccovi una panoramica di 7.500 km lungo tutta la Russia, senza muoversi dal Paese. Un breve filmato diffuso dall’ambasciata russa a Roma.
Il 22 giugno in Russia è il giorno dello struggimento, della rabbia, della pena, del cordoglio. Alle quattro del mattino, nel 1941, i nazifascisti hanno iniziato a bombardare l’Unione Sovietica. E’ iniziata la Grande Guerra Patriottica.

June 10, 2024

 

Ottantunesimo notiziario settimanale di lunedì 10 giugno 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
• Come ebbe a dire Heinrich Heine, un poeta tedesco del XIX secolo, laddove si iniziano a bruciare i libri, prima o poi si finisce col bruciare le persone.
• Il 6 giugno, giorno in cui nacque il grande poeta russo Aleksandr Sergeevič Puškin, in tutto il mondo si è celebrata la Giornata internazionale della lingua russa.
• Si è svolto in settimana il XXVII Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo.
• Sinfonia N°7, “Leningrado”, Dmitrij Šostakovič.
• La NATO prepara l’Europa alla guerra con la Russia.
• Pëtr Tolstoj, pronipote dello scrittore e attualmente vice presidente della Duma, la camera bassa del parlamento russo.
• E’ ricomparso Robert Fico.
• Vertice di pace a Bürgenstock, in Svizzera.
• Sbarco di Normandia degli alleati.
• Elezioni europarlamentari, a caldo.
• Metropolitana di Berlino Est ed Ovest.
• La canzone si chiama Эх, путь-дорожка фронтовая, parla della strada per Berlino, sempre più attuale, pur essendo del 1945.

 

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

 

Frammento n. 1   Amphora Revolution a Verona

Per la prima volta un evento nazionale dedicato ai vini in anfora  A Verona 7 e l’8 giugno alle Gallerie Mercatali. Una joint venture tra Merano Wine Festival e Vinitaly. Un evento dedicato ai migliori vini italiani fatti in anfora. L’obiettivo è il rilancio di una tecnica antica come una rivoluzione a sostegno della naturalità del prodotto e della sostenibilità, oltre a una sfida contro il cambiamento climatico. La prima referenza nazionale grazie alla presenza di produttori in anfora provenienti da tutto il territorio italiani che avranno l’obiettivo di raccontare queste tecniche enologiche antiche, ma incredibilmente attuali. 

 

 

Frammento n. 2   Vini in fondo al mare. Una moda?

“Conchiglie, coralli e incrostazioni sul collo delle bottiglie e prezzi a dir poco generosi”. La si può pensare come si vuole ma una cosa è certa: il vino che ha riposato al buio degli abissi cambia sapore. Non è suggestione. Lo ha dimostrato l’assaggio delle Veuve Cliquot ritrovate nei fondali del Mar baltico. Un caso? Devo dire che rimango molto scettico anche perché tutti i successivi tentativi hanno dato risultati altalenanti. Profondità, mancanza di luce, temperature costanti  le potenzialità acclamate dai sostenitori di questo metodo di affinamento. I costi però sono elevati e portano queste bottiglie ad uscire sul mercato solo per pochi. Ne vale la pena? 

 

Frammento n. 3    Spostiamo più a Nord il Barolo.

"Spostiamo a Nord il Barolo": la proposta spacca il Consorzio (e non solo)  25 Mar 2024, 13:55 | a cura di Vittorio Ferla Di chi la colpa se non del solito cambiamento climatico che impone, come in questo caso,  una riflessioni: eliminare il divieto di impiantare i vigneti nei versanti collinari esposti al Nord. Sappiamo che qualsiasi tentativo di modificare il disciplinare crea sempre tanta confusione ma, in questo caso, qualcuno sarebbe disposto. La tensione resta alta: alcuni produttori preferiscono tacere sulle loro preferenze per esprimersi direttamente nel segreto dell’urna alla prossima votazione (imminente) per il rinnovo delle cariche all’interno del Consorzio. La partita è tutt’altro che chiusa. Occhio, quindi, alle prossime elezioni consortili che potrebbero di fatto diventare una sorta di votazione anche sulla questione del disciplinare. O almeno anticiparne gli esiti. 

 

 

Frammento n. 4  Rinasce un vecchio vino di Giacomo Tachis: Ceuso .

L’azienda Tonnino fa rinascere il Ceuso: “Dagli antichi appunti di Giacomo Tachis ridiamo vita a un grande vino” Così l’annuncio da parte dell’Azienda Tonnino, Il ri-nascituro: Ceuso. Una storia iniziata nel 1995: un blend di Nero d’Avola per il 50%, e la restante metà Cabernet Sauvignon e Merlot. Insomma: un bordolese con taglio siciliano di cui Tonnino produce 4mila bottiglie, destinate per la maggior parte al mercato internazionale, Stati Uniti in testa. Il vino di Tachis fu prodotto dal 1995 al 2012, poi lo stop. La sua seconda vita riprende nel 2020, contemporaneamente all’acquisto del Baglio Ceuso da parte di Antonio Tonnino. 

 

Frammento n. 5   “Più padelle e meno stelle”

Il ritorno delle trattorie. Quasi tutte a livello familiare e la ricerca di una cucina territoriale. “Più padelle e meno stelle” coniato da Daniele Cernilli. Secondo il mio parere servono tutte e due: padelle della nonna e le stelle della “guida rossa”. Da Maria, da Giuseppe, da Francesco, il nome che attira o richiami dialettali come da mi pa’, da mi ma’, oste della malora, tutti ad indicare una cucina che fa della genuinità la caratteristica dominante. Affidabilità, organizzazione, accuratezza per gli “stellati”, in cui sapori e innovazione si sposano a meraviglia. Più padelle e meno stelle?

 

Osservo, scruto, assaggio e…penso.  (urano cupisti)

 

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 Icone di povertà e resilienza

Aldo Morrone, direttore dell'Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali (IISMAS), è rientrato dal Corno d'Africa, testimone dei traumi del conflitto, degli abusi sulle donne, della distruzione di infrastrutture di base. Parla della tenacia e dedizione con cui continua a operare l'ospedale che sostiene al confine con l'Eritrea: "Sentirsi toccati nelle piaghe è un modo per avere una immediata comunicazione. Sono loro che mi insegnano la solidarietà vera"

 

Un Paese meraviglioso con una popolazione che, sebbene ridotta allo stremo, riesce ancora a dare testimonianza di una solidarietà

  Curare i più piccoli  

fortissima che ha molto da insegnare. Così sintetizza la situazione che attualmente vive l'Etiopia Aldo Morrone, direttore scientifico dell'Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali (IISMAS) rientrato due settimane fa da una delle sue periodiche visite nello Stato del Corno d'Africa. Esperto di patologie tropicali e malattie della povertà, si occupa di medicina transculturale, con una spiccata attenzione sulla salute dei migranti e delle fasce a rischio di emarginazione sociale. Attraverso i suoi occhi, il racconto delle conseguenze fisiche, psicologiche, economiche e infrastrutturali di una guerra, in Tigray, fratricida. 

Il Tigray e la guerra "nascosta"

"Ho trovato un'Etiopia ridotta molto male per una guerra che ad Addis Abeba si nasconde: molte persone non sanno nemmeno che ci sono stati anni di guerra fratricida". È tra gli aspetti più inquietanti la volontà istituzionale, secondo quanto riferito dal dottor Morrone, di mantenere il conflitto sotto il tappeto. Eppure le tracce sono macroscopiche con un bilancio di due anni (tra il 2020 e il 2022) tragico: secondo alcune stime sarebbero state circa 500mila le vittime, alle quali si aggiungerebbero due milioni di sfollati interni. È lo stillicidio consumato al nord, dove si sono confrontati l’esercito federale, che rispondeva agli ordini del governo di Addis Abeba, e le milizie tigrine, agli ordini del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf);

sono poi comparsi anche le milizie amhara e l’esercito eritreo che aveva pretese territoriali su una zona che confina tra Eritrea e Tigray. Scontri durissimi che hanno finito per mettere in ginocchio i miliziani tigrini che intanto erano stati supportati dall’Esercito di liberazione oromo (Ola), formazione armata della frangia più estremista del popolo oromo (l’etnia più numerosa dell’Etiopia). Il 2 novembre 2022 arriva la firma dell'accordo, mediato dall'Unione africana, tra Addis Abeba e Macallè per un cessate il fuoco che, almeno sulla carta, ha posto fine al conflitto.

"È una guerra di cui non si è voluto far parlare", osserva Morrone che dice di aver visto una "situazione disastrosa". Parla di una "bolla speculativa incredibile" e porta alcuni esempi: "gli stipendi dei medici viaggiano intorno ai 250 dollari al mese, un pranzo non costa meno di cinque o sei dollari. Nel nord la situazione è allo stremo. La guerra è ancora di fatto non conclusa, nonostante gli Accordi di Pretoria che

   L'attesa di una cura, una carezza, una possibilità di vita  

avrebbero dovuto sancire un armistizio ma che di fatto non è avvenuto. Ci sono circa 600-700 mila sfollati dalle varie aree del Tigray che ancora non riescono a tornare nei propri villaggi a causa della distruzione e per la presenza di bande armate in diverse parti del Paese. In più, c'è lo spettatore che finge di essere assente ma è fortemente presente: sono le truppe eritree che hanno oltrepassato il confine e quindi c'è una situazione di grande tensione". Una "grandissima instabilità" dovuta anche alla tensione fra gli altri gruppi etnici, amhara e oromo, aggiunge Morrone il quale ben conosce la realtà di questi luoghi dove dal 1984 è attiva un'opera di formazione non solo sanitaria di cui tutt'ora si fa promotore.

Decine di migliaia di donne stuprate

"A farne le spese sono le persone più povere. Contadini, pastori. La situazione drammatica è a scapito soprattutto delle donne", continua il medico che segnala "oltre 30-40 mila stupri cosiddetti etnici. Io ho potuto visitare queste donne in cui lo stupro è stato una forma terribile di violenza finalizzata a impedire loro di avere figli. Alcune - afferma - purtroppo hanno perso la vita, altre si sono suicidate, altre ancora, con l'aiuto di altre donne, stanno cercando di recuperare un senso di vita. In molti casi sono state violentate davanti ai propri figli o al proprio marito". A fronte di queste atrocità - che pure organismi tra cui Medici senza Frontiere o Amnesty Interntional hanno ripetutamente denunciato - mancano medici, operatori sanitari, psicologi, ginecologi che possano prendersi cura di queste persone. "Esistono dei centri ma non c'è di fatto personale", scandisce Morrone che non attribuisce responsabilità specifiche difficile da riscontrare in un contesto dove sembrerebbe aver dominato l'assoluta mancanza di regole. È accaduto per i reati di matrice sessuale così come per i furti di bestiame o di alimenti. "Gli ospedali nel Tigray sono stati per oltre due anni senza cibo e senza medicine perché resi oggetti di furti o requisizioni. Le banche sono state chiuse, non c'era la possibilità di avere combustibile né ambulanze o automobili. Gli ospedali sono stati dunque imprigionati in una situazione drammatica. Infermieri, medici, biologi hanno fatto i salti mortali per sopravvivere".

Formare i sanitari locali: dare salute è dare dignità

Morrone spiega il lavoro di sinergia internazionale fatto negli ultimi decenni per creare quattro facoltà di medicina per formare "medici locali che sono davvero bravi". Aggiunge che il grande problema è quello delle terapie per la crescita dei tumori o per debellare virus come quello dell'hpv. Con un'équipe multidisciplinare con farmacisti e antropologi l'ISMASS ha attivato collaborazioni con gli istituti di ricerca più importanti in Italia per creare non solo assistenza ma anche ricerca scientifica che potesse migliorare il trattamento di queste persone. Illustra così la genesi di quello che è uno degli ospedali costruiti nel Tigray a pochi chilometri con il confine eritreo, voluto proprio per essere un segno di pace oltre che di salute e dignità e che ha sempre accolto donne, bambini e anziani sia dell'Eritrea sia del Tigray. La struttura è stata bombardata e 15 persone che là lavoravano nel 2022 sono rimaste uccise ma, ciò nonostante, si continua a lavorare perché ci sono migliaia e migliaia di persone che hanno necessità di

    Il dottor Aldo Morrone visita una donna

essere curate. "Mi hanno chiesto di aiutarli a ricostruire l'ospedale", riferisce ancora Morrone che sottolinea come la conseguenza più drammatica di questa guerra sia stata proprio la distruzione dei servizi sanitari e di quelli scolastici.

"Ho visto numerose scuole bombardate dove però le maestre, con i bimbi in braccio o sul dorso, continuano a fare lezione sotto la parte ancora in piedi. Poi purtroppo si sono diffuse le malattie: epidemie di colera per oltre 90mila casi, si è superato un milione di casi di malaria. Quest'anno 15mila casi di morbillo, solo se si tiene conto di quelli di cui si può avere certezza. Il governo mi ha chiesto di aiutarli nei casi di leishmaniosi, malattia della pelle viscerale causata da un insetto. Poi ci sono i casi di dengue, tubercolosi...". Malati che nessuno tocca si sentono miracolosamente vivi, non ai margini, non scarti da rifiutare. "Io visito, tocco, accarezzo tutti. Non perché sono un folle ma perché so riconoscere le malattie contagiose. Sentirsi toccati, anche coloro a cui la lebbra ha distrutto gli arti, è un modo per avere una immediata comunicazione, praticare una vicinanza che è percepita come foriera di speranza". Si contribuisce così a far uscire dalla paura, dalla solitudine, dal senso di totale abbandono.

I campi profughi, le stimmate di una fragilità inaudita

"La cosa più drammatica è stata visitare i campi profughi dove ho passato intere giornate mangiando anche con loro", racconta ancora il professor Morrone. C'è un episodio particolare che lo ha molto impressionato: "Alcune persone mi hanno voluto far visitare una donna con una ferita aperta che ho immediatamente cercato di tamponare anche se mancavano garze. I familiari mi hanno ringraziato non tanto perché l'avessi soccorsa dal punto di vista medico ma perché avevo fatto in modo che non rimanesse traccia del sangue sul suo corpo". Portare aiuto vuol dire reciprocità, non solo dare. "Ecco, queste persone mi stanno insegnando sempre di più cosa vuol dire la solidarietà vera. Quando chiedevo a questi medici locali come avessero fatto a sopravvivere senza cibo e senza medicine, mi hanno raccontato di alcuni contadini che nascondevano un po' da mangiare dividendolo con il personale sanitario e le maestre". Donne, anziani, bambini... Quello fotografato dal dottor Morrone è un Paese che porta ancora le stimmate di una fragilità inaudita, e che malgrado ciò offre gesti di profondissima umanità che non passano sulla cronaca internazionale. Come quello di una infermiera, lodata in questo caso anche dalle Nazioni Unite, che è riuscita a salvare decine di persone nascondendole a casa sua o nei boschi. "Questa donna mi ha raccontato che ha fatto tutto questo pensando che questa violenza sarebbe potuta capitare a lei. Del tutto spontaneamente. Lo ha scritto in un libro in tigrigno che vorremmo tradurre in inglese come testimonianza di speranza e di futuro".

 

  per gentile concessione di https://www.vaticannews.va

 

 

   Champagne

Quanti sono i vitigni allevati nella Champagne e quali sono? Dove li troviamo? La loro storia.

     Pinot Meunier

Se ponete la domanda “quanti vitigni vengono allevati nella Champagne, la stragrande maggioranza di persone risponderanno: TRE, Pinot Noir, Pinot Meunier, Chardonnay.

In pochi aggiungeranno Pinot Blanc ed Arbanne. In pochissimi aggiungeranno il Fromenteau (Pinot Gris) e Petit Meslier.

     Drappier Quattruor

Basta calpestare le vigne da est ad ovest, da nord a sud, nei 23 territori sparpagliati raggruppati in 4 macro-aree:

  • La Montagne de Reims e il Val de Reims (8.000 ha, 101 comuni e circa 3.700 viticoltori) con la Grande Montagne, la Vallée de la Vesle e la Vallèe de l’Ardre ( Petite Montagne de Reims), il Massif de Saint-Thierry, i Monts de Berru;
  • La Vallée de la Marne (11.600 ha, 98 comuni, 5.200 viticoltori) con la Grande Vallée de la Marne, i Coteaux Sud d’Épernay, la Vallée de la Marne rive droite, la Vallée de la Marne rive gauche, il terroir de Condé, la Vallée de la Marne occidentale;
  • La Côte des Blancs (5.800 ha, 57 comuni, 3.950 viticoltori con la Côte des Blancs propriamente detta, la Val du Petit Morin, il Sézannais o Côte de Sézanne, il Vitryat, l’area di Montgueux vicino a Troyes;
  • L’Aube con la Côte des Bar (6.800 ha, 63 comuni, 2.250 viticoltori) con il Barsuraubois (Bar-sur-Aube) e il Barséquanais (Bar-sur-Seine e Riceys)
    Petit Meslier e Arbane

Ed ascoltare  i vignerons parlare, oltre di Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay, di:

  1. ARBANNE (BIANCO)
  2. PINOT BLANC (BIANCO)
  3. PETIT MESLIER (BIANCO)
  4. PINOT GRIS o FROMENTEAU (BIANCO)
  5. PINOT DE JOUILLET (NERO)
  6. PINOT ROSÉ O ENFUMÉ O MEUNIER ROSÉ (NERO)

Gli ultimi due chiamati anche uve fantasma per la rarità.

Ed eccoci arrivati a 9 vitigni. Bisogna ricordare che il territorio della Champagne in epoche passate possedeva numerose varietà d’uva. Si contavano un’ottantina di vitigni. Ne ricordiamo qualcuno conosciuto ed altri un po’ meno? Gouais, Gamay, Morillon ecc…

La revisione del disciplinare, parliamo del 2009/2010, finalmente riammise a pieno titolo i sei vitigni ricordati. Maison importanti come Drappier, Laherte Frères, Agrapart, Aspasie, Aubry e diversi Recoltant piccoli hanno sperimentato e stanno sperimentando, sia in assemblaggio che in purezza, il vitigno Arbanne, il Pinot Blanc, il Petit Meslier e il Pinot Gris.

Devo dire che negli assaggi, anche recenti, mi è sembrato di recepire un’originalità  ed una distinzione sensibile.

  Fromentau

Il Pinot Blanc nella Champagne è conosciuto anche con il vecchio nome di Enfumé e Blanc Vrai (Vero Bianco). Utilizzato nelle cuvée grazie al suo apporto di “morbidezza”;

L’Arbanne, ritenut

  Pinot Blanc

o particolarmente ostico necessita di terreni collinari con pendii ben esposti in quanto varietà che matura tardivamente. Negli ultimi tempi è il vitigno sotto osservazione visto i cambiamenti climatici. Lo si trovava solo nell’Aube; oggi è coltivato anche nella Vallée de l’Ardre;

Il Petit Meslier è frutto dell’incrocio di due varietà: Gouias Blanc e Savagnin. Contrariamente all’Arbanne matura precocemente ma riesce a mantenere un elevato livello di acidità;

Il Pinot Gris  in Champagne è conosciuto anche come Fromenteau. Le sue origino sono riconducibili alla Borgogna. I suoi vin clair, i vini che hanno completato la prima fermentazione e pronti per essere assemblati con altri vini prima di iniziare la seconda fermentazione, risultano profumati e speziati oltre misura. Trova spazio solo in particolari assemblage;

Infine il Pinot Juillet e il Pinot Rosé che tutt’oggi rimangono delle vere e proprie rarità. Qualcuno le ha descritte come un “pizzico di sale nel dessert per rendere saporito un ricordo primordiale” (Roberto Bellini).

Le varietà “dimenticate” ed oggi ritrovate rappresentano circa il 10% dell’intera produzione.  

Per alcuni, questi vitigni simboleggiano un patrimonio viticolo da preservare mentre per altri rimangono varietà dimenticate a ragion veduta. Non sono d’accordo. Personalmente preferisco non dimenticare, anzi.

 

 

 

 

 Gli esseri umani stavano cercando di comportarsi come tali e non come ingranaggi nella macchina capitalista (George Orwell)

 

Mai tanta confusione e caos sovrastano i nostri giorni sempre più confusi. Guerre di serie A e guerre di serie B dove il comune denominatore è l’essere umano è ridotto a scarto. Non esistono categorie; uomini, donne, vecchi e bambini. Vengono attaccate scuole e ospedali, chiese e moschee. Niente ha più valore, niente ci rende umani. Là dove non c’è guerra e  si parla di politica dove tutti sono bravi, tutti hanno la soluzione in mano: basta leggere un comunicato di una posizione e ti accorgi che sono tutti uguali, stesse idee, stessi propositi, stesse ambizioni. Sono solo chiacchiere al vento che non avranno eco né adattamento alcuno. Là dove il dio quattrino comanda vi sono sempre proseliti in grande quantità, il potere è una calda e solida poltrona che rende colui che vi approda, padrone di scelte e di comizi sempre meno costruttivi e sempre più di specchio personale. La società è un imbroglio dove il pensiero è sempre meno riflessione e sempre più desiderio di emergere anche calpestando e ignorando i veri bisogni della gente. La sanità, la giustizia, l’aiuto al volontariato, l’assistenza agli anziani, l’istruzione, l’ecosistema divengono solo deterrenti che sopratutto nel periodo elettorale servono come specchi alle allodole per avere voti e preferenze. Il viaggio umano è ormai una corsa al declino dove i valori, i bisogni, le esigenze civili sono calpestati dal desiderio di raggiungere risultati personali di grande rilievo che a niente serviranno per garantire quelle soluzioni che finalmente aiuterebbero i poveri cittadini speranzosi sempre di un cambiamento. Ma come può cambiare la politica se gli stessi cittadini non sanno più come muoversi? Non esiste la libertà di parola, non esiste la libertà di espressione, non esiste più la libertà di manifestare né quella di essere se stessi. Se vai contro un’idea che la maggioranza sceglie, rischi di essere soppresso come persona e come individuo. Attenzione a parlare di Israele o Palestina, di Russia o Ucraina, di pro alla libertà sessuale, di scelta politica, addirittura devi piegarti a un vaccino se vuoi lavorare. Non esiste ancora un marchio sulla pelle, ma sei comunque additato per ogni libertà di opinione se questa si discosta da una maggioranza. Persino nei social vieni bloccato per una frase che viene respinta da una scelta di potere. Un giorno di tanti anni fa, ci dissero di non essere più sotto una dittatura che obbligava a delle scelte per non essere piegati. Per un poco è stato così. Adesso che siamo in democrazia, ci rendiamo conto che ci sono tantissime catene e condizionamenti  e che non è vero l’uguaglianza fra ogni cittadino, non è vero che i trattamenti sono i medesimi non è vero che puoi scegliere perché ci sono e ci saranno sempre dei compromessi. Negli anni è avvenuta un’evoluzione (o involuzione) del termine di democrazia. Troppe modificazioni, troppo timore in ogni espressione. Di questo qualcuno se n’è approfittato come sempre perché l’uomo per natura, ha più mani per prendere che braccia per donare. L’umano è cambiato; si è adattato al dolore, alle notizie terrificanti del tg, preferisce riprendere con il telefonino ogni forma di violenza che intervenire. Schiavi di un sistema pur rendendosene conto. Girarsi dall’altra parte è un classico. Il giardino di casa propria è la confort zone dove vivere: il resto si vedrà!

Il Convegno promosso dall’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON), il primo giugno in Campidoglio, dedicato alla vita, alla missione e al messaggio di Pace del fondatore A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada, oltre a risultare ben strutturato e armonicamente articolato, si è rivelato un momento di intensa riflessione e di festosa comunione. Molti sono stati gli interventi (tutti di indubbio interesse) non soltanto di esponenti storici del Movimento, ma anche di studiosi e di cariche istituzionali. Fra di essi, particolarmente apprezzata è stata la relazione di Monsignor Michael Santiago (Dicastero per il Dialogo Interreligioso della Santa Sede), ispirata ad una prospettiva di grande apertura, simpatia e vicinanza, lontanissima dai secolari pregiudizi dei tempi passati, mirante ad evidenziare il carattere autenticamente universale  dei principi e dei valori spirituali dell’esperienza religiosa del Movimento Hare Krishna.

Peculiare attenzione è stata comprensibilmente dedicata alla presentazione della figura e dell’opera del fondatore Swami Prabhupada (1896-1977), personalità di indiscutibile statura morale ed intellettuale, che, sospinto da mistico spirito missionario, ha saputo svolgere una ammirevole azione educativa, prima ancora che divulgativa, nella New York degli anni Sessanta, prendendo le mosse dagli ambienti più emarginati e degradati.

All’interno del panorama culturale occidentale, finalmente sempre più pluralista, la presenza dell’ISKCON, ben al di là degli aspetti più esteriori di carattere coreografico e cerimoniale, costituisce senza dubbio una presenza preziosa e stimolante. La nostra società, infatti, tanto fortemente desacralizzata e tanto nichilisticamente risucchiata nel gorgo di un

A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada

consumismo mediaticamente pilotato, non potrà, infatti, che ritrovarsi arricchita dalla presenza di un messaggio incentrato sui valori dell’Amore e della nonviolenza, nonché dalla diffusione di uno stile di vita improntato alla tolleranza, alla semplicità, alla gentilezza, al rispetto della natura e alla gioia di vivere. Messaggio non di certo banalmente riducibile ad una delle tante esoticheggianti “stramberie” della cosiddetta new age, ma che affonda le sue radici culturali all’interno di una delle anime più genuine e rappresentative dell’Induismo tradizionale, quella devozionale (bhakti)della scuola visnuita, risalente, in particolar modo, all’insegnamento di grandi maestri come Vallabha e Caitanya (sec.XVI).

Immancabili canti rituali e un raffinato rinfresco vegetariano hanno coronato nel migliore dei modi (anche grazie alla straordinaria cornice della grande terrazza capitolina messa a disposizione dei presenti) la felice mattinata di pensiero e di interiore riflessione.

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Per saperne di più:

https://www.harekrsna.it/

 

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