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Carlotta Caldonazzo
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Siamo nei giorni che precedono la memoria del genocidio armeno (gli armeni usano l’espressione Metz Yegern, Մեծ Եղեռն, ‘il grande crimine’), celebrato il 24 aprile: in questo giorno si commemorano le vittime di uno degli eventi più crudeli e disumani della storia recente dell’umanità.
Con il termine genocidio armeno, talvolta definito olocausto degli armeni, si identificano le deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate dall'Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, che causarono circa tre milioni di morti. Arresti e deportazioni di civili Armeni furono compiuti in massima parte dai ‘Giovani Turchi’. In quelle che sono state chiamate ‘marce della morte’: 1.200.000 persone furono uccise, centinaia di migliaia di persone morirono per fame, malattia, fatica, percosse, stupri. Vi sono molte prove inoppugnabili sul fatto che ci fosse una volontà determinata della classe dirigente ottomana di eliminare la popolazione armena: è noto che il Ministro dell'Interno turco, Tallat Pascià, disse all’ambasciatore Morgenthau[1] - cosa che Morgenthau ricorda nelle sue Memorie: «Ci siamo liberati di tre quarti degli armeni… L’odio tra armeni e turchi è così grande che dobbiamo farla finita con loro, altrimenti si vendicheranno su di noi».Ricordiamo, per la cronaca, che la Turchia rifiuta di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni, causa questa di tensione tra Unione europea e Turchia e anche con la Santa Sede. Il 12 aprile 2015 papa Francesco riferendosi agli avvenimenti ha parlato esplicitamente di genocidio, citando anche una dichiarazione del 2001 di papa Giovanni Paolo II e del patriarca armeno, in occasione della messa di commemorazione del centenario in San Pietro, dichiarando che quello armeno ‘viene definito come il primo genocidio del XX secolo’.
Ho ritenuto necessaria questa ampia premessa sul genocidio armeno, perché evidentemente la verità storica conclamata e le dichiarazioni di due Romani Pontefici, nonché l’approssimarsi della data commemorativa del genocidio armeno, non sono stati sufficienti per scongiurare una vergognosa iniziativa svoltasi il 10 aprile u.s. presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma: si tratta della XII Conferenza Scientifica Internazionale dal titolo ‘Cristianesimo in Azerbaigian: storia e modernità dedicata al patrimonio dell’Albania caucasica’. L’evento è stato organizzato dal Baku International Multiculturalism Center, dall’A.A. Bakikhanov Institute of History and Etnology dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Azerbaigian, dall’Ambasciata della Repubblica di Azerbaigian presso la Santa Sede e dalla Comunità religiosa cristiana Alban-Udi. Una iniziativa sconcertante – anche se non ufficialmente promossa dalla Gregoriana, alla quale è stato comunque consentito di svolgersi in una grande aula della Pontificia Università – senza che alcuna organizzazione di studi armeni ne fosse a conoscenza, come ha dichiarato anche il ‘Team di Monitoraggio del patrimonio culturale dell’Artsakh’ con un comunicato che spiega: “Sono stati riuniti e reclutati decine di specialisti provenienti da diversi paesi (Turchia, Kazakistan, Uzbekistan, Corea del Sud, Russia, Polonia, Italia, Georgia, Germania, Francia, Canada, Stati Uniti, Lituania) con l’obiettivo di escludere la storia armena, la cultura armena e la presenza degli Armeni nel territorio dell’Azerbaigian, quindi, in particolare quei monumenti armeni, ricoperti da centinaia di iscrizioni armene, vengono presentati come albanesi. Si tratta di Amaras, Ganadzasar, Dadivank, ecc. Per noi è anche incomprensibile che abbiano partecipato alcuni noti ricercatori del settore, visto che a questa Conferenza non ha partecipato nessun ricercatore Armeno e non è stata pronunciata una sola parola sugli Armeni. Esprimiamo la nostra protesta e preoccupazione alle organizzazioni e alle comunità armene per la conservazione della cultura, alla comunità scientifica internazionale e alle nostre autorità per aver nascosto e ignorato in questo modo la nostra memoria, la nostra storia e la nostra cultura”.
Inutile sottolineare come anche in questo caso, a giustificazione di un evento dannoso e anticulturale, venga invocato un dialogo fra le religioni, che, se basato su menzogna e prevaricazione – come in questo caso – serve a diffondere odio e prevaricazione, non certo conoscenza reciproca e fraternità.
Il Consiglio per la comunità armena di Roma ha stigmatizzato l’evento con un comunicato stampa: “Il Consiglio per la comunità armena di Roma si unisce allo sgomento e rabbia di tutti gli Armeni per quanto accaduto ieri presso la Pontifica Università Gregoriana di Roma dove l’Ambasciata dell’Azerbaigian presso la Santa Sede ha organizzato un convegno dal titolo Cristianesimo in Azerbaigian, affittando un locale dell’Istituto senza rivelare alla proprietà la vera natura politica dell’iniziativa, come già accaduto anche in passato per concerti organizzati presso parrocchie romane.
Nel corso di questo evento ancora una volta gli oratori hanno ripetuto la falsa teoria sulla Chiesa Cristiana Albana che sarebbe stata spodestata da quella Armena; teoria infondata e ridicola che non ha alcun cultore al di fuori dell’Azerbaigian e che è stata riproposta per giustificare l’occupazione del Nagorno-Karabakh (Artsakh) cancellando secoli di civiltà e storia armena nella regione, dopo aver cacciato da quei territori, sotto la minaccia della pulizia etnica, più di 120 mila Armeni, che oggi, dopo aver perso tutto, persino le tombe dei loro cari, si trovano rifugiati in Armenia.
Ma non solo tali assurdità sono risuonate alla Gregoriana. Vi è stato persino chi ha attaccato gli Armeni, come l’analista politico Fuad Akhundov, accusandoli di distruggere i monumenti e i siti religiosi azeri e arrivando perfino ad affermare che “queste azioni non sono solo atti di vandalismo contro il patrimonio storico e culturale dell’Azerbaigian, ma riflettono anche una politica anticristiana volta a distorcere la vera storia della regione”.
Non possiamo che rilevare che si tratti solo di un patetico tentativo per scaricare sull’inerme popolo armeno le proprie colpe, vista l’opera di distruzione compiuta recentemente in Nagorno-Karabakh e, sul finire del secolo scorso, a Julfa.
Il Consiglio per la comunità armena di Roma, che ha provveduto ad inviare una missiva al Rettore dell’Università Gregoriana, ritiene inaccettabile che istituzioni pontificie, ancorché in buona fede, ospitino tali eventi caratterizzati da armenofobia, razzismo, intolleranza e basati su teorie prive di qualsiasi valore storico, religioso e scientifico e offensive nei confronti di un popolo che ha versato il proprio sangue per non rinnegare la propria fede Cristiana e che si sta accingendo a commemorare il prossimo 24 aprile il 110° anniversario del Genocidio del 1915 dove persero la vita più di un milione e mezzo di Cristiani Armeni.
Non è tollerabile che università, chiese e parrocchie diventino vittime della politica manipolatrice di un regime che Freedom House colloca tra le dieci peggiori dittature al mondo. Un regime che a suon di soldi e bugie cerca di annientare la millenaria civiltà̀ di un popolo che per primo, nel 301, abbracciò ufficialmente il Cristianesimo.” Il comunicato termina con un appello alla Conferenza Episcopale Italiana e alle Istituzioni vaticane a vigilare con attenzione per prevenire simili atti mistificatori e non rischiare di essere accusate di complicità con il regime dell’Azerbaigian.
Appello che lascia poco sperare in un giusto accoglimento dal momento che è difficile credere che il Rettore della Pontificia Università Gregoriana, che ha dato in affitto la sala la più grande e di rappresentanza della Gregoriana, potesse non sapere che tipo di evento o conferenza era stata organizzata. Lascia poco spazio ad una buona fede delle autorità vaticane il fatto che il Cardinale Gugerotti Prefetto del Dicastero della Santa Sede per le Chiese Orientali abbia inviato alla conferenza un messaggio sconcertante, a dir poco, di apprezzamento per il convegno.
Visto che, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma ci s’azzecca sempre, potremmo maliziosamente pensare che possa avere a che fare con l’atteggiamento vaticano il fatto che gli azeri stiano finanziando, in occasione del Giubileo, il restauro della basilica di San Paolo fuori le Mura. Ma questa è un’altra storia. O forse la stessa.
Ricordiamo anche, sempre per dovere di cronaca, che questo non è il primo evento che si svolga a Roma, offendendo la verità storica e colpendo gravemente l’Armenia. Si è trattato della mostra del febbraio scorso al Colosseo, “Göbeklitepe: L’enigma di un luogo sacro”, dove la storia viene mistificata e l’Armenia semplicemente cancellata dalla cartina geografica.
In quell’occasione fu inviata una lettera di protesta al Ministro della Cultura Giuli che riteniamo utile riproporre in quest’occasione:
“Egr. sig. Ministro, stiamo ricevendo da qualche giorno proteste provenienti da varie parti del mondo relative a una mostra, allestita al Colosseo, dal titolo “Göbeklitepe: L’enigma di un luogo sacro”. L’evento è patrocinato dal Suo dicastero, dall’omologo ministero turco e dall’ambasciata di Turchia a Roma.
Ci viene segnalato che l’allestimento è stato utilizzato per manifestare le più deprecabili teorie nazionaliste genocidiarie e anti armene. Nei pannelli illustrativi l’Armenia – la grande Armenia storica che si estendeva dal mar Caspio al Mediterraneo – è stata omessa. Così come l’attuale repubblica di Armenia. Al suo posto i curatori hanno pensato bene di collocare un “grande Azerbaigian”, Paese inesistente fino al 1918 il cui autocratico Presidente continua ancora oggi a minacciare la repubblica di Armenia accampando pretese su fantomatiche “terre storiche azerbaigiane” (sic!).
Anche se l’evento terminerà a breve riteniamo opportuno, anzi indispensabile, un Suo autorevole sollecito intervento per allontanare subito qualsiasi sospetto che la mostra sul sito archeologico sia stato solo un pretesto per dar spazio alle più bieche teorie nazionaliste turche degne di un membro dei “Lupi grigi”.”
Evidentemente non è bastato, il secondo evento è più grave del primo. Dobbiamo aspettare un terzo step di malafede, incultura ed ignoranza storica? Noi pensiamo che possa bastare così. Lo speriamo.
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Da Mosca, Mark Bernardini. Centodiciannovesimo notiziario settimanale di lunedì 10 marzo 2025 degli italiani di Russia. A Mosca fa inusualmente caldo, più dodici, che, a fronte dei più venti a Roma, è davvero tanto, considerando che siamo più o meno alla latitudine di Copenaghen, o di Edimburgo. Buon ascolto e buona visione.
* Alcuni passaggi tratti dall’intervista della holding mediatica “Krasnaja zvezda” a Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, 2 marzo 2025.
* Mia intervista al portale 360 del 5 marzo 2025.
* Dall'intervista a Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, a Visione TV (3 marzo 2025)
* Dalla Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in merito alle affermazioni del Presidente della Francia Emmanuel Macron
* Commento dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia nell'ambito dei piani di Francia e Regno Unito di dispiegare sul territorio ucraino le cosiddette “forze di pace”.
* Dalle risposte di Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, alle domande del “Corriere della Sera”, 7 marzo 2025
* Mia intervista a Cusano Radio del 5 marzo 2025
* Un po’ in ritardo, ma buon anno, è troppo carina, un inno alla vita!
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
https://rutube.ru/video/c3fa9367641921f5b2d64728a71415ae
Da Mosca, Mark Bernardini. Centodiciassettesimo notiziario settimanale di lunedì 24 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Servizio di Asja Emel’janova, giornalista di “Russia-1”, dedicato ai Consoli onorari della Federazione Russa in Italia.
* Questa settimana, sono stato particolarmente prolifico nelle interviste ai media russi. D’altro canto, me lo chiedono loro. Mia intervista a Car’grad del 17 febbraio 2025.
* Mia intervista al canale TV 360 del 19 febbraio 2025.
* Mia intervista a Cusano Radio del 20 febbraio 2025 sui pensionati italiani in Russia.
* Mia intervista ad Argumenty i Fakty del 21 febbraio 2025.
* Cito molto raramente Marco Travaglio, stavolta è inevitabile.
* Su Giuseppe Conte ho innumerevoli ed immense riserve, e però è necessario citare pure lui.
* Il corrispondente da Lugansk di International Reporters e autore del canale telegram Donbass Italia, Vincenzo Lorusso, ha incontrato la portavoce del ministero degli esteri della Federazione Russa Marija Zacharova.
* “Il volo del calabrone” è un brano dal terzo atto dell’opera “La fiaba dello zar Saltan”, composta tra il 1899 e il 1900 da Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov. In questa scena, il protagonista Gvidon si trasforma in un insetto.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
https://rutube.ru/video/58366359d502a2e4550e416cbfb916fd/
RUTUBE (https://rutube.ru/video/58366359d502a2e4550e416cbfb916fd/)
Da un nostro connazionale che risiede in Russia riceviamo la seguente lettera che condividiamo e volentieri pubblichiamo. Per motivi di opportunità tralasciamo nome e cognome del firmatario.
"Egr. Dott. Virgilio Violo, spett. redazione,
scrivo perché sono anche io basito dalle irresponsabili, oltre che false, dichiarazioni del sig. Mattarella. E tristemente impressionate sono tutte le persone, sia in Italia, che all'estero, con cui ho avuto modo di parlare.
Sono sposato ormai da venti anni con una signora russa, di S. Pietroburgo, ed abbiamo una figlia di 16 anni. Io sono andato in pensione due anni fa, e ci siamo immediatamente trasferiti dall'Italia in Russia. Le motivazioni sarebbero degne di qualche riflessione, ma non è questo ora il motivo della mia lettera. Voglio solo aggiungere un punto che non ho sentito da nessuno: il sig. Mattarella, che non mi ha mai rappresentato, si rende conto della situazione in cui ha messo migliaia e migliaia di Italiani che vivono all'estero? Impossibile per ovvi motivi rispondere NO. E allora, se si rende conto di questo, con quale coraggio o diritto si permette di raccontare al mondo intero simili offensive bugie/baggianate? Dove pensava di essere mentre parlava ad una platea universitaria, fra "quattro amici al bar"? Noi siamo fortunati, probabilmente, dal momento che il popolo russo è molto, molto intelligente oltre che comprensivo! Sono un popolo serio. Sono un popolo. Gli italiani amano il popolo russo, ed i Russi ADORANO gli italiani e l'Italia! Persone adulte che senza alcuna necessità studiano nel tempo libero la (difficilissima) lingua italiana, frequentano circoli letterari dove si trattano romanzi di scrittori italiani, (in qualche occasione sono stato chiamato anche io a tenere qualche lezione in lingua italiana), negozi, locali, strade e piazze con nomi italiani o di italiani, o che richiamano l'Italia, e tanto altro ancora.
Quando giro per le strade di S. Pietroburgo, le persone che mi sentono parlare in lingua italiana, mi fermano continuamente, dicono qualche parola in italiano, mi dicono di essere stati, o di voler venire in visita in Italia! Mi fanno i nomi di luoghi, città... commovente! Non ho MAI percepito un sentimento di amore così forte, diffuso, concreto, vero, condiviso e spontaneo quale quello del popolo russo per gli italiani e l' Italia! Come calpestare tutto questo? Perchè? Per dei "giochi politici/economici di potere" che non riguardano in alcun modo gli italiani? Come questo signore, che evidentemente non conosce la storia recente dell' Italia, ma messo lì da qualcuno nella carica più alta e rappresentativa del nostro bel paese, si può lasciare andare ad espressioni così triviali, false, volgari, offensive dei vivi e di ventotto milioni di morti? In nome di chi? Non in mio nome! E certamente non in nome di tanti, tanti italiani! Sig. Mattarella, si rende conto in quale situazione ha messo migliaia e migliaia di italiani che vivono all'estero? (a parte naturalmente la sua figura mondiale di palta...) Ci sarebbe qualcosa da dire anche sul "corazziere", e sul premio oscar ricevuto dagli ameri kani, per una falsa bandierina ameri kana messa sopra ad una gip in un suo film, ma sarebbe fuori tema qui.
Saluti,
un italiano che risiede in Russia.
P.S. La situazione degli italiani all'estero non è delle più felici, anzi... a causa delle insensate ed immotivate restrizioni verso gli italiani, di governo italiano, compagnie aeree, dogane, pensioni indebitamente trattenute dalle banche italiane, ed altro ancora, pertanto, qualora voleste citare pubblicamente questo aspetto che vi ho esposto, vi chiedo di farlo NEL MASSIMO RISPETTO DELLA RISERVATEZZA DEI DATI PERSONALI.
Grazie."
"
Da Mosca, Mark Bernardini. Centosedicesimo notiziario settimanale di lunedì 17 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Dopo che per mesi i media occidentali mainstream ci hanno deliziati con le loro elucubrazioni circa un presunto incontro di Trump e Putin, che in realtà non è mai avvenuto, se non durante il primo mandato di Trump negli anni ‘10, ora ha avuto luogo una conversazione telefonica tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che gli stessi media definiscono candidamente come “inaspettata”.
* In epoca relativamente recente, circa due secoli fa, la Penisola era suddivisa in diversi Stati. E’ sufficiente ricordare che erano attive Ambasciate e altre rappresentanze diplomatiche russe sia a Roma, allora capitale dello Stato Pontificio, sia a Firenze, centro amministrativo del Granducato di Toscana, così come a Torino, presso la corte sabauda, e anche a Parma; inoltre, fino alla fine del XVIII secolo, le Ambasciate e le rappresentanze diplomatiche russe furono presenti anche nelle Repubbliche di Venezia e di Genova. Ma i suoi legami più stretti, l’Impero di Pietroburgo li intessé proprio con Napoli.
* Si sta diffondendo la sensazione che la leadership dell’UE sia completamente slegata dalla realtà e dal suo popolo. Mi vengono in mente varie saggezze popolari, tipo “raglio d’asino non sale al cielo”.
* Sin dal 2014, subito dopo il golpe incostituzionale di Euromaidan a Kiev, gli ucraini hanno colpito con artiglieria pesante scuole, ospedali, asili, case, edifici civili. Si è mirato di proposito ai servizi sociali essenziali come acquedotti e impianti energetici. Non stiamo parlando di obiettivi militari – per così dire “legittimi” – ma infrastrutture civili. Con un impatto che ricorda vivamente le immagini delle battaglie della Seconda Guerra Mondiale di cui il Donbass ha ancora indelebile memoria viste le atrocità compiute dai nazisti.
* Il Ministro degli Esteri italiano, nel commentare la conversazione telefonica avvenuta tra il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il Presidente degli USA Donald Trump, ha espresso il parere secondo cui l’Europa non dovrebbe rivestire un “ruolo di secondo piano” nei negoziati per l’Ucraina.
* Il presidente della Repubblica italiana, nata dalla Resistenza antifascista, normalmente taciturno e misurato, è andato veramente fuori dalle righe, paragonando la Russia al Terzo Reich. Non sto a riportarvelo, non avete bisogno di questo notiziario per trovarlo. Invece, è importante la reazione della Russia, per bocca della portaparola del ministero degli esteri russo Marija Zacharova.
* E non finisce qui. Chiunque abbia solo scorso i media italiani mainstream avrà notato la canea sollevata, una levata di scudi, del tipo “come si permette?”. Beh, si permette eccome, giustamente. O è lesa maestà?
* Mattarella ha detto che non c’è più stata una guerra in Europa in settant’anni. A parte le guerre scatenate in altri continenti, verrebbe da ricordare la Jugoslavia. Mattarella era il vicepresidente del consiglio dei ministri italiano.
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https://rutube.ru/video/1992edfd50cac871fbe25f77eae195d7/
Da Mosca, Mark Bernardini. Centoquindicesimo notiziario settimanale di lunedì 10 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Il 2 febbraio 2025, in occasione dell’80° anniversario della morte di Fëdor Poletaev, partigiano sovietico che prese parte alla Resistenza italiana, a Cantalupo Ligure, nonché al Cimitero Monumentale di Staglieno di Genova, si è svolta una cerimonia con la deposizione di corone di fiori. Dall’intervento di Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia.
* Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha detto che “Il partenariato tra Regno Unito e Ucraina risale a migliaia di anni fa”.
* Durante un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro Michail Mišustin ha presentato un rapporto sullo sviluppo economico del Paese relativo al 2024.
* La Russia aiuta la fraterna Slovacchia a far fronte alla crisi energetica, causata dalla decisione del regime ucraino di vietare il transito di gas russo attraverso il suo territorio.
* La Groenlandia, da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca, è al centro delle cronache internazionali. Il presidente degli USA non aveva infatti escluso l’uso della forza per prendere il controllo dell’isola che fa parte del Regno di Danimarca (pur con notevoli autonomie) e che ospita basi statunitensi fin dagli anni ‘50 del secolo scorso.
* Vincenzo Lorusso a Makeevka.
* Ogni tanto, vi ripropongo l’inno della Federazione Russa, che si presta bene a innumerevoli interpretazioni.
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RuTube (https://rutube.ru/video/bab2da3cd73cbf94a3233b2cc0971dff)
Da Mosca, Mark Bernardini. Centoquattordicesimo notiziario settimanale di lunedì 3 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* A fronte del gesto di dubbio gusto di Musk, fautore dei cosiddetti valori tradizionali, molti si scagliano contro di lui per le sue dichiarazioni sul Partito tedesco “Alternativa per la Germania”. Ora, Musk tra le varie cose è contro la comunità LGBT. E la moglie di Alice Weidel, la leader di AfD? Weidel è dichiaratamente omosessuale, e sua moglie è un’immigrata, a Musk non dovrebbe andare a genio.
* A parte i racconti di Stefania Battistini, che è entrata a Kursk senza visto a bordo di un blindato ucraino per raccontare alla comunità europea come persone con simboli fascisti sul berretto stiano prendendo possesso del territorio russo, nulla può essere paragonato a questo. Servizio della RAI sulla resistenza di Odessa! Così Odessa, fondata a fine XVIII secolo dalla Zarina russa Caterina II, sulle ceneri della turca Chadžibej, “si ribellò ai bolscevichi nel 1905” e continua a resistere.
* 2 febbraio. Genova. Giorno della Memoria del partigiano sovietico morto liberando l’Italia, Fëdor Poletaev, Poetan, come veniva chiamato nella sua unità. Nel cimitero di Staglieno sono presenti le bandiere di entrambi i Paesi. Fëdor è un eroe dell’Unione Sovietica e dell’Italia, e lo è diventato prima in Italia che nella sua patria.
* Bologna, la tv russa in città per sostenere il centro sociale filo Putin “sfrattato” dal sindaco Lepore: “In Italia non c'è libertà”. Il servizio di Rossija 1 durante la protesta per Villa Paradiso e contro la decisione del Comune. Il caso sollevato dall’europarlamentare Picierno: “Violate le sanzioni”.
* Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi a Lugansk.
* Da Campobasso a Perm'.
* Nel bosco vicino al fronte, 1942.
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https://rutube.ru/video/fd08dd2457a4abc0bc67ee306c455b7c
Da Mosca, Mark Bernardini. Centotredicesimo notiziario settimanale di lunedì 27 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Intervista del “Fatto Quotidiano” all’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Aleksej Paramonov (23 gennaio 2025)
* Il giornalista italiano Vincenzo Lorusso ha ricevuto un permesso di soggiorno temporaneo nella Repubblica Popolare di Lugansk. E’ stato il primo straniero a ricevere questo timbro dal Ministero degli Interni della RPL. Successivamente, intende presentare i documenti per un permesso di soggiorno permanente e l’ambito passaporto di cittadino della Federazione Russa.
* Sulle emittenti RAI sono passati agli ausili visivi. Quindi, a quale angolazione si può o non si può alzare la mano? Incluso anche uno schema. Nella zona verde, cioè sicura, accarezza un cane, accarezza un bambino e chiama un taxi. Quanto più alto è il grado, tanto più è pericoloso. Per evitare di sbagliare e chiamare un cameriere, consigliano 180 gradi.
* Una canzone del 1971, Надежда, Speranza. Parla di distanze in questo sconfinato Paese, quando si smette di dare importanza a offese di poco conto.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!