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La difesa alla salute sta predisponendo tra la gente le condizioni di una nova aggregazione politica per ottenere dallo Stato un cambiamento sostanziale dei metodi di cura costosi quanto inefficaci
La verità a portata di mano
Sono pochi i precedenti del genere a cui stiamo assistendo, come quello paradossale del giornalista Adriano Panzironi che senza intraprendere alcuna iniziativa personale, si trova al centro di centinaia di migliaia di persone che si dichiarano straordinariamente migliorate o addirittura guarite da malattie croniche o invalidanti, seguendo lo stile di vita da questi indicato. Sono persone che sulla scia dell’entusiasmo vorrebbero estendere alle Istituzioni sanitarie nazionali il criterio di alimentazione adottato, come prevenzione e cura delle malattie di cui erano affette.
Si tratta in sostanza, della qualità del cibo consigliato dal giornalista e della fiducia da riacquisire sulle proprie risorse fisiche trascurate a causa dello scoraggiamento per il ridotto stato di salute, malgrado le assidue cure con farmaci della medicina ufficiale, prescritti ritualmente dei medici curanti.
Nell’ imminenza del cambiamento spontaneo
Da quanto si è potuto constatare, la spontaneità di aggregazione di questa gente si distingue in virtù dei risultati ottenuti, da quella politica dei partiti dei quali si condivide l’impostazione ideologica o addirittura la appartenenza per tradizione familiare.
La formazione del consenso intorno al giornalista, stante le manifestazioni di ammirazione e di affetto, attualmente è in progressivo aumento, quantunque si avverta in diverse circostanze l’ostilità delle lobby contro interessate o del preconcetto di molti professionisti del settore medico e non solo, per “l’ingiusto” successo ottenuto.
Se ciò che afferma Panzironi a fronte del vivo interesse di ogni persona al mantenimento della propria salute si confermerà valido, la svolta della medicina ufficiale non potrà che essere decisiva.
Questo varrà in primo luogo per coloro che si presentano al governo della nazione in virtù della loro capacità e competenza in materia medica e che devono essere in grado di migliorare e non peggiorare ,lo stato di salute di circa 60 milioni di cittadini a fronte della gestione complessiva attuale di spesa per la sanità di circa 160 miliardi di euro ogni anno.
La presenza mediatica di Panzironi, come appare nelle tantissime trasmissioni televisive, quando spiega i meccanismi biologici che regolano il mantenimento e il ripristino dello stato di salute, crea in molti spettatori in virtù delle spiegazioni congruenti con i risultati ottenuti, una straordinaria aggregazione di consenso.
In effetti si è trattato per questi, di iniziare a mangiare qualcosa di diverso ma di gusto ugualmente piacevole, ritenendo che valesse la pena tentare. Da ciò appare evidente che solo in caso di successo potevano derivare le testimonianze favorevoli e la mancanza pressoché totale di quelle contrarie.
Questo soprattutto avviene, come nel caso in questione, quando la ricerca del benessere insita in tutto il genere umano, trova la maniera di liberarsi dalle malattie che rappresentano il maggiore impedimento alla felicità. Infatti senza la salute tutto diviene difficile e talvolta anche maledettamente inutile.
La resa dei conti
In attesa del processo penale promosso nei confronti del giornalista dal Presidente dell’ Albo dei Medici, che avrà inizio il 3 marzo prossimo, l’interesse mostrato da una sensibile parte dell’ opinione pubblica e che finora è rimasto nell’ ambito del nostro Paese, durante il procedimento diverrà invece mondiale, in quanto la salute è un bene naturale che riguarda l’intera umanità.
Panzironi è stato il primo a dedicarsi sulle basi scientifiche di ricercatori di tutto il mondo, alla divulgazione in Italia dei meccanismi biologici che riguardano lo stato di salute o di malattia.
Sciogliendo le riserve mentali contrarie al consumo di grassi e di proteine, Panzironi ha infatti, analizzato la strettissima relazione con il tipo di ’alimentazione quotidiana che soprattutto in Italia, corrisponde alla tipica dieta ricca di zuccheri anche sotto forma di carboidrati, chiamata “mediterranea”.
Ritenere che lo stato di salute sia la direttissima espressione di ciò che mangiamo, è stato un po’ come il famoso uovo di Colombo, ossia una cosa ovvia ed evidente ma così evidente, da non prendere neppure in considerazione.
Ma proprio questo genere di cose risulta difficile da individuare. Merita a proposito rimarcare che sono proprio le cose davanti agli occhi quelle più difficili da trovare, malgrado la nostra ricerca.
Il bene supremo
Una considerazione sull’argomento che merita l’ attenzione di tutti è che la salute esprime il bene più alto che la natura ha concesso all’ umanità e che deve essere mantenuta nel corso della vita per poterci dedicare a tutto il resto, ossia, a tutto ciò che vogliamo.
L’indicazione del giornalista di preferire un differente tipo di dieta ugualmente piacevole al palato, a quella della tipica sovrabbondanza di zuccheri e carboidrati, non è neppure una cura, ma un indirizzo di vita. Si tratta di quel cambio di alimentazione che ha comportato il pluri-testimoniato progressivo rientro nello stato di salute dei beneficiati e che può rappresentare un notevole vantaggio delle persone interessate nonché un sensibile risparmio in economia.
Ma se Panzironi si sbagliasse? Certamente meriterebbe il giusto castigo. È questo non è solo un’ipotesi ma la realtà che dovrebbe essere accertata nel processo penale intentato contro di lui.
Se invece risultassero giuste e provate le accuse del giornalista rivolte alla classe medica, il quale insiste sulla dieta preventiva e curativa da lui stesso proposta? Allora, per la maggioranza della persone, non è la domanda, ma è la risposta che “sorge spontanea”.
Ministero della Sanità, Camera e Senato (Interrogazioni parlamentari), Antitrust, Ordine dei Giornalisti, Ordine Nazionale dei Biologi ed altri, contestano il giornalista ancora insediato presso le varie reti televisive a spiegare con dovizia di particolari ciò che i suoi accusatori non riescono a demolire
Come un carosello
In ordine cronologico la lunga sequenza degli avvertimenti, delle promesse e degli impegni di por termine drasticamente alle trasmissioni mediatiche di cui lo stesso Panzironi da anni ormai, si è reso protagonista, sembra ora essere ritornata all’ origine.
Infatti il Dott. Magi, Presidente dell’ Ordine Nazionale dei Medici che lo scorso anno denunciò Panzironi per abuso della professione medica, secondo quanto riportato dalla stampa, si è lamentato di non essere stato invitato tempestivamente alla rappresentazione Live 120 al Palazzetto dello Sport di Roma il 30 giugno scorso, quantunque là menzionato. Panzironi invece fa a lui presente di averlo invitato con congruo anticipo, ma che comunque siano andate le cose, egli stesso sarebbe anche disponibile ovunque ad un confronto sulla materia trattata. D’ altra parte, aggiungiamo noi, la trattazione dei meccanismi biologici e delle ragioni per le quali hanno origine le patologie che lo stesso Panzironi ha appreso soprattutto dalla letteratura medica internazionale, non costituisce affatto abuso della professione medica.
Le malattie iatrogene
Secondo l’ Ordine dei Medici, troppe sono state le affermazioni per le quali Panzironi avrebbe utilizzato concetti di medicina la cui trattazione spetta soltanto alla classe medica e non ad un profano come un giornalista che neppure è laureato. Come se la laurea impedisse ai medici di essere gli autori delle cosiddette malattie iatrogene, ossia di quelle malattie causate da farmaci o da errori medici, che ogni anno sono responsabili di circa il 10% di tutte le morti che avvengono in Italia. Quindi, tenuto conto che i decessi nel nostro Paese si attestano mediamente intorno 600.000 ogni anno, questo significa che circa 60.000 persone muoiono a causa di queste malattie.
Non è pertanto di immediata comprensione l’accanimento dell’Ordine dei Medici nei confronti di Panzironi. Questi infatti, beneficia di un numero significativo di testimonianze di persone uscite dal grave stato di malattie croniche in cui si trovavano e che ora si fanno in quattro per ringraziare pubblicamente il giornalista di avere loro indicato una dieta con cui sono risalite verso il loro stato di salute. Non è qui il caso di discutere quali sono le malattie in quanto chi ha seguito il caso Panzironi attraverso la televisione, ha ben chiara l’idea che egli si riferisce ad una vasta gamma di patologie.
Fuoco incrociato
In effetti il giornalista sotto il fuoco incrociato delle istituzioni più importanti in Italia, tratta con dovizia di particolari scientifici attraverso i media, soprattutto in TV, il meccanismo biologico vitale di cui finora neppure l’istruzione universitaria in Italia sviluppa sufficientemente. Panzironi, individua soprattutto nella “dieta mediterranea”, tanto per dare un nome di sintesi al tipo di alimentazione, la causa del maggior numero delle patologie in atto.
Egli sostiene in primo luogo di sostituirla, spiegandone le ragioni. E’ quindi abbastanza consequenziale per non lasciare in sospeso la questione, il suggerimento del giornalista di quale dieta preferire; dieta che egli stesso indica come la migliore dal punto di vista nutrizionale che può essere composta con ingredienti a piacere e come ciascuno più preferisce. Si tratta come noto, di una dieta ricca soprattutto di proteine ma anche di grassi oltre naturalmente di verdure, con forte limitazione di zucchero che è sempre praticamente presente anche se in modo ridotto, in pressoché tutti gli alimenti. Tutto qui.
Qual è dunque il crimine medico di cui Panzironi si è reso responsabile? Se per la maggior parte delle persone questo crimine non esiste, la stessa cosa non si può dire per il Presidente dell’_Ordine dei Medici che ha invece denunciato il giornalista alla Procura della Repubblica.
L’auspicato confronto
Per quanto riguarda il confronto, questo probabilmente non si farà; ma caso mai avesse luogo, è prevedibile che non sarà lo stesso Presidente a presentarsi sotto la luce della ribalta per esporre le proprie teorie al livello scientifico con il quale il giornalista si esprime.
Vi sono soprattutto due ragioni per le quali questo confronto non è condiviso tra le due parti. La prima è di carattere formale, per la quale la classe medica si sottrae dal confrontarsi con un comune “mortale”, così come nel passato facevano i nobili cavalieri, sottraendosi dal competere con i figli della gleba; l’ altra è che Panzironi sembra avere una preparazione scientifica della biologia e dei meccanismi con i quali avvengono gli scambi chimici all’ interno dell’ organismo che almeno fino adesso, non si immaginano interlocutori validamente capaci di dimostrare il contrario.
Il bene supremo
Teniamo comunque conto che allo stato delle cose l’ opinione pubblica non è attratta dalla demonizzazione di nessuno, ma è alla ricerca della verità, nell’ interesse generale della salute di noi tutti.
Qualcuno dovrebbe però spiegarci in modo ufficiale, perché questa disputa sul più alto valore esistenziale e cioè, sulla salute collettiva di quasi 60 milioni di persone, si protrae da anni, rendendo sempre meno credibili gli Enti a cui compete la tutela della salute.
È vero che: “mai dire mai” , ma è più facile veder volare nel cielo qualche animale esotico che il Presidente dell’ Ordine di Medici si presenti in prima persona ad un confronto di contenuto che a fronte della sua stessa denuncia, non sembra abbia l’ intenzione di fare.
Ma non sarà certamente la denuncia presentata contro il giornalista, né tutte le altre, passate e future, a stabilire la verità scientifica sulla quale si basa la salute degli italiani.
RECENSIONE – LA TRAPPOLA DEL FORMAGGIO
Neal D. Barnard, The cheese trap, 2017. Traduzione italiana: La trappola del formaggio, come liberarsi dalla dipendenza, perdere peso e stare finalmente bene. Sonda, Milano, 2019.
Quando una persona, diventando vegetariana, abbandona la carne, spesso prende a consumare maggiori quantità di formaggio. Ma, come ci spiega il dottor Barnard in questo libro, il rimedio potrebbe essere peggiore del male! Infatti il formaggio fa ingrassare, perché è fatto con il latte, che contiene grasso; ma nel formaggio il grasso è molto concentrato rispetto al latte. Molti evitano lo zucchero ritenendo che esso faccia ingrassare; invece lo zucchero viene in gran parte bruciato, mentre il grasso, compreso quello del formaggio, si deposita nel tessuto adiposo. Infatti il grasso si insinua nelle cellule muscolari riducendo il numero di mitocondri, e così rallenta il metabolismo.
Inoltre, il consumo di formaggio causa assuefazione. Infatti la caseina (la proteina principale del latte e del formaggio) è formata da una catena di “mattoni” chiamati aminoacidi, e durante la digestione rilascia delle catene brevi, chiamate “caseomorfine”, che si attaccano agli stessi recettori cerebrali dell’eroina ed altri narcotici, rilasciando dopamina e causando gratificazione e piacere. Ciò ha una funzione nello stabilire e rinforzare il legame del piccolo con la madre, ma rende difficile ad un adulto rinunciare al formaggio, che quindi si comporta come una vera e propria droga.
C’è di più. Il latte è prodotto da mucche gravide, e quindi contiene ormoni. Nel corso della gravidanza di una mucca, l’estradiolo nel latte aumenta di 17 volte, e l’estrone aumenta di 45 volte. Naturalmente, anche il formaggio, essendo fatto con il latte, sarà pieno di ormoni; ed infatti, le donne che consumano latticini ad alto contenuto di grassi hanno maggiori probabilità di morire di cancro al seno, rispetto a quelle che non li consumano. E gli uomini che consumano più formaggio hanno una minore concentrazione di spermatozoi rispetto a quelli che ne consumano meno. Gli uomini che consumano molti latticini hanno inoltre maggiori probabilità di sviluppare il cancro alla prostata. Ancora, chi consuma molti latticini assume più calcio di quanto l’organismo abbia bisogno; ma il calcio rallenta l’attivazione della vitamina D, che protegge dallo sviluppo di tumori; per conseguenza, il rischio di cancro aumenta.
Altri danni provocati dal latte e dal formaggio sono: favorire l’asma ed altri problemi respiratori; scatenare l’emicrania; causare dolori articolari; causare tendinite; causare l’acne; rendere difficile la digestione; favorire il diabete di tipo 1. Inoltre il grasso (incluso quello del latte e del formaggio) ostacola il funzionamento dell’insulina, causando il diabete di tipo 2, nonché malattie cardiovascolari, incluso l’infarto.
Negli allevamenti vengono separate precocemente le mucche dai vitelli, causando sofferenza per le une e per gli altri; inoltre non è vero che le mucche da latte non vengano uccise, come l’industria casearia vorrebbe far credere.
Infine, vi è il danno ambientale. Produrre formaggio significa consumare un’enorme quantità di acqua (un bene sempre più raro) per irrigare le colture di mangime, in modo che le mucche producano latte, che viene poi concentrato nel formaggio. Tali colture richiedono anche l’utilizzo di fertilizzanti, contenenti azoto e fosforo, che si riversano nei fiumi e nel mare: nel Golfo del Messico c’è una zona morta di 13.000 chilometri quadrati, causata dal deflusso di fertilizzanti dal Mississippi, in gran parte per coltivare i mangimi. E le mucche ruttano enormi quantità di metano, un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica, e quindi contribuiscono in maniera importante al riscaldamento globale. Quasi metà del libro è dedicata alle ricette, tutte strettamente vegane.
Diversamente da quanto vanno profferendo i vari nutrizionisti televisivi, e cioè che è necessario consumare pesce almeno 2-3 volte a settimana per garantirsi gli Omega 3, la scienza indipendente dei più noti organismi in fatto di nutrizione, e di qualificati studiosi, conferma ogni giorno quello che noi igienisti vegani andiamo dicendo da decenni, e cioè che procurarsi l’Omega 3 dal pesce, invece che dai vegetali, non solo non è necessario ma spesso dannoso per la salute.
Il pesce per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotto, e la cottura denàtura gli Omega 3, oltre ad inattivare gli enzimi digestivi. Inoltre, consumare pesce 2-3 volte a settimana non è sufficiente perchè solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici o da acquicoltura i cui pesci si nutrono di pesci che a loro volta mangiano alghe.
La paura diffusa è che nelle diete vegan mancano fonti dirette di EPA e DHA. Ma c’è chi è vegan da tutta la vita e non ha mai avuto carenze di questo tipo. La stragrande maggioranza del genere umano non consuma o non ha mai consumato pesce e vive in buona salute. La mia logica mi dice di far riferimento alle leggi naturali in cui ogni organismo vivente è progettato per funzionare con un determinato “carburante”, a far riferimento alla nostra conformazione fisiologica che è simile a quella dei primati antropoidi, che sono vegetariani i quali certo non mangiano pesce per garantirsi gli Omega 3. Sbagliare carburante significa inevitabilmente danneggiare la propria salute.
Sotto l’aspetto etico è molto più grave mangiare pesce che animali terricoli: una sardina non ha meno valore di un manzo; non è la mole fisica che da valore ad un essere vivente. Con la carne di un manzo mangiano mille persone, ma mille pesci non bastano a sfmare mille persone. Se potessimo udire il dolore delle creature del mare il loro grido squarcerebbe le fondamenta della terra.
Confrontando il contenuto di Omega 3 nei pesci con quello presente nei vegetali troviamo che:
i pesci che contengono modeste quantità di omega 3 (mg/100 gr) sono:
sardine fresche 1,73;
anguilla 1,30;
aringa fresca 1,09;
salmone fresco 0,89;
tonno fresco 0,80;
sgombro: 0,73;
spigola 0,48;
orata fresca 0,46
mentre i vegetali che contengono omega 3 (mg/100 gr) sono:
Olio di lino: 66
Semi di lino: 32
Olio di canapa: 18
Olio di noce: 14
Soia cotta: 11
Olio di soia: 7,60
Noce: 6,50
Germe di grano: 5,40
Semi di zucca: 5
Latte di soia: 4
Fagioli di soia secchi: 1,3
Olio ex. verg. d’oliva: 1
Mandorle: 0,3
Da questo se ne deduce che se l’assunzione di Omega 3 per una dieta (per esempio) di 2000 kcal è pari a 4,4 g/die, per raggiungere questo quantitativo è necessario consumare giornalmente: 1,1 etti di sardine fresche, oppure 1,3 etti di anguilla, oppure 1,5 etti di tonno, oppure 2,2 etti di aringhe, oppure 3,5 etti di spigole, oppure 4,4 etti di storione, oppure quantitativi enormi di altri pesci con un contenuto più basso di omega 3.
L’American Cancer Society ha valutato alcuni studi sulla correlazione tra omega 3 e cancro. “La famiglia degli acidi grassi omega 3 non riduce il rischio di cancro, anzi, elevati livelli di queste sostanze nel sangue possono aumentare il rischio di cancro della prostata negli uomini. Alcuni studi hanno collegato l’assunzione di omega 3 ad un maggior rischio di diabete di tipo 2. Dal 1980 al 1988 sono state seguite 34.000 donne che assumevano olio di pesce; quelle che consumavano una quantità maggiore di acidi grassi omega 3 non hanno mostrato un rischio minore di cancro del colon retto, anche se avevano meno tumori benigni e di dimensioni più ridotte. Un prolungato uso di integratori a base di olio di pesce può provocare carenze di vi.t E e tendenza all’anemia, e l’olio di fegato di merluzzo potrebbe portare a livelli tossici di vit. A e D. Nel 2006 sono stati riconsiderati gli studi condotti in 40 anni sugli effetti degli acidi grassi omega 3 e non è stato rilevato un effetto preventivo nei confronti del cancro. Tuttavia una ricerca condotta nel 2010 su 55 pazienti con poliposi adenomatosa familiare si è visto che dopo 6 mesi i polipi si erano ridotti di numero e di dimensione”.
Un articolo pubblicato su Journal of the American Medical Association dice: L’assunzione di integratori di omega 3 non è stato correlato ad una diminuzione del rischio della mortalità per attacco cardiaco, infarto del miocardio o ictus.
In un altro studio apparso nel 2013 su New England Journal of Medicine si legge: Nei pazienti con fattori multipli di rischio per malattie cardiovascolari, il trattamento quotidiano con questi acidi grassi non riduce la mortalità. (notizie tratte da Terra Nuova n.288 di novembre 2013)
Una recente ricerca medico-scientifica condotta su oltre 19.000 persone, alla fine dell'anno 2010 in Gran Bretagna, i cui risultati sono stati resi noti in un articolo apparso sull'American Journal of Clinical Nutrition, rileva che l’assunzione di omega 3 è più efficiente se questi provengono dai vegetali. Infatti vegetariani e vegani provvederebbero autonomamente alle proprie necessità di acidi grassi essenziali omega 3 a lunga catena (presenti nel pesce) ricavandoli dagli acidi grassi omega 3 vegetali, senza dover introdurre nella propria dieta la carne di pesce. Tali grassi sono importanti per il buon funzionamento dei meccanismi metabolici. È già noto da tempo come gli omega 3 si possano ricavare molto più facilmente da fonti vegetali, come noci, semi di lino e olio di semi di lino, piuttosto che dal pesce (che ne contiene decisamente meno di quanto si crede (gli omega 3 diminuiscono a seconda il tipo di cottura), ma questo nuovo studio rende ancora più evidente come la fonte privilegiata di questi acidi grassi essenziali sia proprio quella vegetale.(Dr.ssa Luciana Baroni)
– La parte maggiore delle lesioni viene imputata al vaccino antinfluenzale
https://sadefenza.blogspot.com/2019/05/la-us-vax-court-rileva-il-picco-di.html
Lori Martin Gregory – humansarefree – Sa Defenza
I casi di lesione da vaccino sono in vertiginoso aumento, quindi se fai come gli struzzi, e interri la testa per non vedere cosa accade , significa che finora non hai prestato attenzione, perciò è ora di darti la sveglia. Ecco qualche informazione per quelli di voi che hanno appena iniziato ad informarsi. Ronnie Reagan … quasi 30 anni fa, il 40 ° presidente degli Stati Uniti ha annullato il diritto dei cittadini americani di denunciare i produttori di vaccini, sostituendolo con una legge che costringe le famiglie che hanno subito un infortunio, lesione da vaccino o morte di citare in giudizio il governo degli Stati Uniti invece della compagnia farmaceutica.Di conseguenza, speciali periti del settore della United States Special Claims Court, , si noti per i nostri scopi che alla Corte del Vaccino, è data piena autorità di giudizio senza avere una giuria per decidere il destino degli americani che hanno avuto la sfortuna di essere colpito da un infortunio da vaccino – che, può variare da sintomi cronici, lievi, e perfino la morte. Una volta all’anno, questa Corte non tradizionale offre al pubblico uno visione sul suo funzionamento, pubblicando un rapporto annuale sul suo sito Web – un rituale che si tiene ogni anno a gennaio. Il rapporto è inviato al Presidente del Congresso, altrimenti noto come Vice Presidente degli Stati Uniti, dove si intende servire come campana di monitoraggio delle reazioni del pubblico americano che potrebbe essere soggetta a vaccinazioni che divengono obbligatorie con mandati governativi per il Paese.
Ottimo, vero? Responsabilità e azione? Si potrebbe pensare che vada bene, ma non è così, siamo vittime di un grande errore. Il rapporto, che viene costantemente ignorato dai principali media / politici / funzionari della sanità e dal CDC, giace addormentato nella pagina delle segnalazioni del sito Web del Tribunale speciale per i reclami degli Stati Uniti .
Nessun titolo, nessun comunicato stampa, nessuna analisi, nessun avviso nei media, niente di niente.
Nessuna sorpresa, visto che la maggior parte delle persone in America non sanno nemmeno che i vaccini sono stati dichiarati essere inevitabilmente NON sicuri dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 2011 .Non sorprende, inoltre, che i media dell’élite mainstream, cooptati e globalisti ignorino costantemente questo rapporto, insieme a saggi argomenti di difesa della salute e di difesa dai pericoli e dei rischi di danno da vaccino (ti prendono in giro: “guarda! Un unicorno!“), Usando invece termini come “è scientifico” e il rischio da vaccino viene sfumato e “sfatato“, così si scoraggia il dibattito razionale riguardante le prove che vengono nascoste ma sono in bella vista. Non sorprende, inoltre, che la US Special Claims Court offra ogni anno una versione arcaica del rapporto inefficace, a bassa tecnologia. Invece di un buon foglio di calcolo ordinato, il tribunale pubblica un documento PDF scansionato, un formato che richiede molto lavoro intenso per condurre qualsiasi tipo di analisi concreta.È necessario reinserire i dati in tutte le 220 e + pagine che richiedono settimane per condurre una dettagliata disaggregazione scritta a mano con il vaccino di ciascun caso, combinata con ampi sforzi di conteggio e organizzazione al fine di identificare la rilevanza statistica e le tendenze emergenti dal campo di vaccinazione. È questo il disegno? Forse. Per la maggior parte è sicuramente un deterrente il fatto che qualcuno si metta a sedere e provi ad analizzare quella dannata cosa. Questo è esattamente il motivo per cui lo facciamo, ogni anno dal 2014. Per non scoraggiarci, ci sono voluti 10 mesi per terminare, finalmente, la nostra analisi del rapporto di quest’anno. Ma una volta che lo abbiamo fatto, abbiamo visto le tendenze e quel che abbiamo trovato è scioccante – non solo per quello che è stato rivelato sul continuo aumento delle lesioni da vaccino, ma anche a causa del silenzio assordante dei media mainstream, dato che le lesioni da vaccino continuano a essere un argomento che i giornalisti e i media ignorano, attribuendolo a una teoria cospirativa di un sito di fake news.
Accomodatevi, tenetevi forte, e indovinate cosa abbiamo scoperto:
Il resto degli insediamenti non rappresentati qui sono: Tetano, $ 4 milioni; HPV $ 3,4 milioni, da quasi nulla nel 2014 ( da vedere a gennaio quando viene pubblicato il report 2016); MMR, che in realtà è diminuito dalla posizione numero uno dello scorso anno a meno di $ 1 m – un calo dell’88% + dei pagamenti; pertosse, $ 1,7 milioni; thimerisol $ 1,5 milioni; HIB, $ 345k,menginococal $ 500k, HEP A $ 408k, DPT & Polio, $ 210k e rotovirus $ 76k. Avrai notato che abbiamo omesso il secondo posto, con la voce”altro“. Ecco perché. ‘Altro‘ illustra perfettamente la natura dubbia della relazione del tribunale sui vaccini e la sua mancanza di trasparenza nel processo. Invece di identificare quale combinazione di vaccini viene caricata con lesioni o morte ed etichettare il caso di conseguenza, un perito specialista del settore può decidere di etichettare un caso di vaccino come “altro“, diluendo e riducendo di fatto quindi l’effetto sui numeri complessivi nell’analisi finale. Nel 2015, la categoria “altro” rappresentava il secondo maggiore aumento delle risoluzioni di pagamento per i danni da vaccino, con un totale di $ 21,5 milioni di pagamenti, un aumento del 388% rispetto ai $ 4,4 milioni di pagamenti dell’anno precedente. Non accusiamo nessuno di niente. L’aumento del 388% è notevole. Quale combinazione di vaccini sta causando un tale aumento? Il pubblico non ha il diritto di sapere?Se il tribunale decidesse, ad esempio, che ci sono troppi insediamenti di vaccini antinfluenzali che si stavano montando per l’anno, non potrebbe semplicemente distorcere i dati classificando certi casi come “altri“, che ingenererebbero artificialmente la categoria dell’influenza? Abbiamo detto che questi risultati sono SOLO giudizi – di casi a favore del querelante. NON include le spese legali ENORMI di entrambe le parti, che sono pagate dal governo degli Stati Uniti se l’avvocato vince o perde il caso? Questi sono classificati come costi. E invece di inviarli nel rapporto insieme al giudizio assegnato, spesso vengono inseriti con voci separate, rendendo l’esercizio del collegamento e i loro pagamenti di giudizio molto più difficile da rilevare, che richiedendo un ulteriore impegno nell’ardua analisi dei dati.Il pagamento totale delle spese legali per il tribunale del vaccino nel 2015 è di $ 42 milioni. Inoltre, una cartella piena di pagamenti basati sulle rendite vitalizie – significa che i pagamenti (molti dei quali ammontano a più di $ 1 milione annui) si ripresentano ogni anno. Questo perché la vita come si sa, per alcuni querelanti, finisce dopo il loro infortunio vaccinale e i costi per prendersi cura di loro per sempre richiede una somma annuale che è spesso molto grande. Ti chiediamo di condividere con più persone possibili, poiché è tempo di cambiare rotta.
Dal sito di Maurizio Blondet 22 Maggio 2019
Una società democratica si riconosce dai diritti che garantisce alle minoranze, ai più deboli, e a chi non ha voce.
E’arrivata a Roma “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici”, mostra multimediale patrocinata dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus. Inaugurata ufficialmente lunedì 18 maggio, la mostra sarà a Palazzo Velli, Piazza di S. Egidio 10, dall’11 al 22 maggio, con ingresso gratuito, dalle ore 10 alle 22.30.
Con una serie di documentari e pannelli informativi la mostra “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici” documenta le origini ideologiche della psichiatria a partire dagli esperimenti di Willhelm Wundt. Dichiarando che tutto è di origine materiale, anche il pensiero e la mente, Wundt diede il via ad una “scienza senz’anima” che fornì un’ottima giustificazione alle teorie eugenetiche ispiratrici del nazismo, alle dittature di inizio secolo e alle forze militari che portarono milioni di vittime in due guerre mondiali: una incredibile ondata di morti, violenza e violazioni dei diritti umani in meno di 50 anni dall’inizio del 1900, la più grave di tutta la storia.
Ma qual è la situazione al giorno d’oggi? La mostra “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici” descrive anche gli abusi ai diritti umani nel campo della salute mentale che si verificano ai nostri giorni.
Erroneamente si crede che il periodo buio della psichiatria, un inferno con manicomi, contenzioni, elettroshock e lobotomie, appartenga ormai al passato, ma la mostra documenta un’altra e ben più vera realtà: la psichiatria dal volto umano rappresenta solo un’apparenza, dietro la quale si nascondono gli stessi orrori, sebbene mascherati da opportune campagne mediatiche. L’elettroshock è stato ribattezzato TEC (Terapia Elettroconvulsivante): l’unica differenza è che viene fatto sotto anestesia, ma gli effetti negativi sono gli stessi. La contenzione sta assumendo nuove forme: l’immobilizzazione fisica viene ancora usata (basti pensare a Francesco Mastrogiovanni, morto a Vallo della Lucania nel 2009 dopo tremenda agonia, legato al letto di contenzione per oltre 90 ore) ma è sempre più integrata dalle cosiddette camicie di forza chimiche - pillole a lento rilascio che molte persone sono costrette ad assumere sotto minaccia di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Il passaggio dalla contenzione fisica a quella chimica, oltre a fornire la foglia di fico dietro alla quale si nascondono le stesse pratiche di sempre, è stato probabilmente favorito anche dal marketing multimiliardario della lobby psicofarmaceutica.
Questi temi saranno esposti in particolare nel convegno di Mercoledì 15 maggio, che si svolgerà all’interno della mostra con inizio alle ore 14.30: “Elettroshock e altri trattamenti e pratiche inumane e degradanti della psichiatria”.
Un secondo convegno si terrà lunedì 20 maggio alle 17: “Bambini allo sbaraglio, Bambini bersaglio”. In questo secondo incontro verranno presentate testimonianze concrete di bizzarre e infondate perizie psichiatriche che hanno portato ad abusi e sottrazioni di minori alle famiglie d’origine. Ma saranno presentate anche le conclusioni positive di queste vicende e verranno illustrati gli strumenti legislativi per poter evitare questa intrusione pretestuosa e non scientifica nella vita delle persone, evitando violazioni ai diritti umani fondamentali che causano disagi e storie drammatiche.
La mostra “Psichiatria e Diritti Umani: Storia di Errori ed Orrori psichiatrici” approda a Roma dopo le tappe di Torino, Milano, Padova, Firenze, e proseguirà il suo viaggio di informazione in altre città. E’ una inziativa sociale del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus. Fondato in Italia nel 1979, è diventato una Onlus nel 2004. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) è un'organizzazione indipendente ed è collegato ideologicamente al CCHR (Citizen Commission on Human Rights), che ha sede a Los Angeles. Il CCHR International è stato fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology e dal professor Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria all'Università di Syracuse, Stato di New York e autore di fama internazionale. A quel tempo le vittime della psichiatria erano una minoranza dimenticata, segregate in condizioni terribili nei manicomi sparsi nel mondo. A quel tempo, il CCHR elaborò una Dichiarazione dei Diritti Umani sulla Salute Mentale che è diventata la linea guida per le riforme nel campo della salute mentale.
In genere tutti hanno timore di perdere ma quando qualcuno ricorre alla sproporzione, non mostra alcuna intenzione di accettare un confronto
Pesi e misure….
L’ ennesimo recente attacco a distanza con multe e sanzioni rivolte al noto giornalista Adriano Panzironi a fronte della sua divulgazione mediatica di notizie e informazioni scientifiche sulle cause della maggior parte delle attuali malattie, fa evincere il timore delle Istituzioni di intervenire in un confronto diretto per bloccare quella stessa attività ritenuta illecita.
Quando però, la posta in palio è la salute dei cittadini non si tratta più di una questione di principio ma di fine.
Le Istituzioni nazionali che rispondono invece, con provvedimenti amministrativi e pecuniari che piovono a distanza e di continuo sul giornalista da varie parti, non si curano di entrare nel merito di quanto egli sostiene sulle cause e sull’ incalzare delle patologie.
Sembra infatti, per le stesse che la mobilitazione nazionale sulla ricerca ad oltranza della “verità” di questi ultimi anni, si fermi di fronte a quella relativa all’incalzare delle gravi patologie che compromettono in modo sempre più preoccupante la vita di milioni di cittadini. Ma a chi giova tutto questo?
“Amarcord”
Molti ricorderanno che non sono poi così dissimili le contestazioni formulate nei confronti del giornalista Panzironi da quelle del conflitto di interessi per le leggi presentate da certi personaggi politici; leggi obiettivamente migliorative rispetto alla situazione generale precedente, ma che non dovevano essere approvate in quanto avrebbero portato beneficio anche agli stessi propositori.
Qualcosa del genere si sta ripetendo da qualche tempo a questa parte, intorno al caso Panzironi, in quanto i ricavi economici che questi trae dalla sua attività, vengono ritenuti illeciti, a prescindere dai risultati testimoniali di migliaia di persone che si dichiarano beneficiate e di cui una parte, anche difronte alla televisione.
Gli attacchi su tutti i fronti che egli continua a ricevere dalle Istituzioni hanno evidentemente l’intento di interdire soprattutto dal punto di vista economico, l’attività divulgativa delle sue trasmissioni TV, mentre lo stesso Ministero della Sanità, ben si guarda dall’ affrontare gli argomenti relativi all’alimentazione e alle relative conseguenze biologiche sullo stato di salute dei cittadini, in quanto paradossalmente sembra non disporre della capacità scientifica del suo staff per controbattere allo stesso elevato livello di competenza, ciò che il giornalista sostiene da alcuni anni a questa parte, sugli effetti biologici dell’ alimentazione.
L’ autopsia dei termini
Non è un caso che le Autorità istituzionali nella loro sproporzione di risorse nei confronti di quelle di un comune mortale, come il giornalista Adriano Panzironi, non riescano a tacitarlo se non ricorrendo a condizionamenti e a sanzioni economiche.
La contestazione di “Live 120”, ossia che la vita arrivi fino a 120 anni, che è anche il titolo del libro di Panzironi, è soprattutto un modo di dire, in quanto i due termini esprimono il concetto che una vita salubre possa arrivare molto oltre a quanto generalmente si ritiene, ma non è certo una promessa di vivere 120 anni e soprattutto per tutti, ragionevolmente parlando.
Così ad esempio, l’integratore alimentare che si chiama Armolipid, con il quale si possono talvolta sostituire le fastidiose statine, necessarie per la cura della ipercolesterolemia, non ha il significato che l’ ”armonia dei lipidi” debba essere presa alla lettera. Si tratta infatti del nome accattivante con il quale il prodotto è stato posto in commercio. O forse qualcuno potrebbe credere che quel nome sia sinonimo di garanzia?
Prima o poi
Non sempre il tempo è il miglior medico, come si suol dire, per dimenticare; talvolta avviene anche il contrario. Stante l’importanza “pro veritate” di questa disputa che in teoria interessa in Italia la salute di sessanta milioni di persone, di cui circa quattro di diabetici in progressivo aumento, sicuramente l’ accusato o i suoi accusatori non potranno continuare a mantenere a distanza le loro posizioni per il timore del confronto diretto. E’ tempo ormai di uscire allo scoperto.
Bonanni presidente dell’ONA (Osservatorio Nazionale sull’Amianto) denunzia: “dal 2000 al 2018 rilevata nella provincia di Latina un’incidenza di mortalità per patologie asbesto correlate di circa 600 decessi. Una media di poco superiore a 30 morti ogni anno”.
Roma, 13 aprile 2019 – Si è tenuta oggi la conferenza, promossa dall’Osservatorio Nazionale Amianto, sul tema “Latina tra amianto, nucleare e rifiuti” durante la quale sono stati illustrati i dati epidemiologici aggiornati ed avviate proposte risolutive.
Sono intervenuti all’incontro, moderato da Ruggero Alcanterini, direttore vicario “Ona notiziario - il Giornale sull’Amianto”, Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto, che ha dettagliato i dati epidemiologici della provincia di Latina per patologie asbesto correlate. “L’ONA ha censito, per la provincia di Latina, circa 150 casi di mesotelioma, con un trend in netto aumento, rispetto ai circa 100 casi censiti dal Dipartimento di Prevenzione per il periodo dal 2000 fino all’anno 2014. Le città più colpite dai casi di mesotelioma - secondo quanto rilevato dal presidente dell’Associazione - fino a tutto il 2018, sono Latina con 30 casi; Gaeta con 25 casi; Aprilia con 20 casi; Sezze con 10 casi; Formia con 15 casi”. “Il mesotelioma è solo la punta dell’iceberg – ha spiegato Bonanni – perché l’amianto provoca tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari. L’ONA quindi stima un’incidenza di mortalità per patologie asbesto correlate in provincia di Latina per il periodo dal 2000 al 2018 di circa 600 decessi, con una media di poco superiore a 30 decessi ogni anno”. In merito alla situazione della centrale elettronucleare di Latina, situata nella frazione di Borgo Sabotino ed entrata in servizio nel 1962 con un unico reattore da 220 MW alimentato a uranio naturale, moderato a grafite e raffreddato con anidride carbonica, il presidente Ona ha segnalato che “nonostante l'impianto sia stato chiuso il 1 dicembre 1987 con la disposizione di predisporre le opere necessarie per la custodia protettiva passiva. E’ ancora notevole la quantità di rifiuti che contiene, “ancora a fine 2017 il volume dei rifiuti radioattivi, presenti nel sito di Latina, era pari a 1739 m3, dei quali 887 definiti ad ‘attività molto bassa’, 821 a ‘bassa attività’ e 31 a ‘media attività (dati conformi a quelli rilevati dalla stessa SOGIN S.p.A.)”.
Il presidente dell’associazione, oltre a ringraziare i parlamentari 5 Stelle presenti per aver voluto sollecitare la presenza del sindaco di Latina, Damiano Coletta, ha poi rilevato un incontro con il Guru del Movimento, Davide Casaleggio, che si è tenuto a margine di una conferenza a Bruxelles. “Nel corso del colloquio – ha raccontato – abbiamo approfondito i temi della tutela della salute e dell'ambiente, ho sottolineato la necessità di avviare attività di prevenzione delle malattie asbesto correlate e ho spiegato a Casaleggio che la fibra killer provoca ogni anno, solo in Italia, almeno 6000 morti l'anno e sono rimasto molto colpito per la sensibilità che ha dimostrato sul problema”. “Casaleggio ha dichiarato la condivisione al 100% della decisione del Ministro Costa di dichiarare guerra dell'amianto – ha concluso il legale - e ha confermato l'impegno di sostenere iniziative a tutela delle vittime dell'amianto e dei loro familiari, e di prevenzione primaria per evitare ogni forma di esposizione, unico modo per tutelare la salute di tutti i cittadini”.
"L'amianto, così come molte altre sostanze cancerogene, tolgono ancora il respiro ai cittadini italiani e di tutta Europa per questo motivo mi sono battuta all'Europarlamento per soglie limite in grado di tutelare i lavoratori a contatto con questi contaminanti” – ha detto Laura Agea, capogruppo del Movimento 5 Stelle presso l'Europarlamento che ha sottolineato - “il M5S ha dimostrato nei fatti quanto abbia a cuore l'interesse della salute e la sicurezza dei cittadini. Posso assicurarvi che continueremo su questa strada anche nella prossima legislatura, perché vogliamo che tutte le norme europee che proteggono i lavoratori dalle sostanze chimiche cancerogene vengano aggiornate in maniera continua e costante".
Maurizio Ascione, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, ha voluto ribadire che: "l'emergenza ambientale ormai non ha più alcun confine, nessun baluardo sembra capace di arrestarne la avanzata, intere comunità ne sono vittima, diventa non più differibile una sensibilizzazione diffusa e la esigenza di una nuova idea di progetto sociale e di futuro".
Alberto Reggiani, Direttore de il “Diario Pontino”, ha presentato il magazine che, a partire dal numero speciale di questo mese, sarà sempre più watchdog e organo di denuncia sui temi ambiente, tutela del territorio e salute dei cittadini. “L’area latinense viene spesso descritta come una sorta di Amazzonia civilizzata, benedetta dagli influssi benefici del mare e con un clima tra i migliori d’Italia, con bassissime soglie di inquinamento ecologico. Una informazione decisamente fuorviante – ha spiegato - che stride con l’indice di mortalità e morbilità tumorale che nell’area del nord pontino è tra i più alti d’Italia, e che viene invece diffusa con la complicità della politica, delle istituzioni e della stampa locale, mai troppo decise nelle oggettive ricostruzioni della situazione e tendenti, tranne qualche rara mosca bianca, a minimizzare il grave fenomeno della contaminazione ambientale” – denuncia Reggiani, che auspica – “è giunto il momento di alzare la testa e denunciare,
dati alla mano, lo stato delle cose, sensibilizzando cittadinanza, organi di informazione e tutte le parti politiche del territorio alla ricerca della verità".
Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento Europeo ha dichiarato: “Conosco molto bene le eccellenze di Latina e della sua provincia: qui si trova il più grande polo farmaceutico d’Italia - un settore nel quale, durante il 2018, abbiamo raggiunto il primato europeo scavalcando persino la Germania - e le sue bellezze naturali attraggono ogni anno numerosissimi visitatori. Mi sono però ben noti anche i suoi problemi, come la vicenda della discarica abusiva di rifiuti tossici scoperta ad Aprilia nel 2017 e il sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi della centrale nucleare del Garigliano. Da anni questi ultimi attendono di essere trasferiti in un deposito nazionale. Stiamo lavorando per aiutare il nostro Ministero ad ottenere fondi europei da investire nella rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici. La Commissione europea ha previsto linee di finanziamento, all’interno della programmazione europea, per la protezione dell’ambiente, la promozione dell'efficienza delle risorse, e, ancora, più nello specifico, per interventi volti al miglioramento dell'ambiente urbano, la rivitalizzazione delle città e, infine, la riqualificazione e decontaminazione delle aree industriali dismesse”.
Sono intervenuti, inoltre, Dario Tamburrano, Europarlamentare del Movimento 5 Stelle, il Gen. Giampiero Cardillo, componente della Commissione Amianto del Ministero dell'Ambiente e l’assessore all’Urbanistica del comune di Latina, Francesco Castaldo.
Contrariamente alla filosofia di Ippocrate, la cui scienza e la cui attività di medico erano interamente concentrate sulle cause che determinano le malattie, e a neutralizzarle tramite un giusto stile di vita ed una corretta alimentazione vegetariana, l’industria chimico-farmaceutica (e l’apparato medico allopatico) opera principalmente sui sintomi delle malattie e trova nella negligenza del popolo il migliore alleato per i suoi giganteschi interessi economici. Sfrutta l’indolenza della maggior parte della gente che preferirebbe farsi tagliare una mano piuttosto che rinunciare a certi piaceri gastronomici: si reca dal medico non per conoscere le cause del suo problema di salute e intervenire su questo; vuole il farmaco che gli consente di continuare a vivere senza dover rinunciare ai vizi che causano la malattia. Cioè, se una persona soffre di cirrosi epatica al medico chiede la pillola che gli consente di continuare a consumare alcolici, che è come spegnere la spia del carburante sul cruscotto dell’automobile pensando di continuare a viaggiare senza benzina.
Naturalmente l’ultimo degli interessi dell’industria farmaceutica è quello di debellare le malattie e quindi di patrocinare la cultura delle cause e della guarigione, anzi spesso sono i medicinali stessi a generare altre malattie, da curare: gli effetti iatrogeni dei medicinali risultano essere la 4^ causa di morte nel mondo occidentale. D'altronde, può un’industria di ricambi d’auto sostenere la produzione di automobili che non si deteriorano? In sostanza, l’apparato medico allopatico non è preposto a debellare le malattie, ma a curarle. Non esiste un ente preposto a dare alla popolazione il benessere e la salute. Questo dovrebbe essere il principale obiettivo del Ministero della salute, ma la realtà dei fatti conferma che per salute si intende curarsi con i farmaci.
Io non voglio essere complottista, non voglio pensare che questo infernale meccanismo sia pensato a tavolino per danneggiare volutamente la salute del pianeta e trarre dalla malattia umana benefici economici; voglio credere che l’industria farmaceutica sfrutti a suo vantaggio i problemi di malattia, i vizi e le debolezze umane, e abbia trovato nella tendenza umana, a delegare a terzi il proprio benessere, il mezzo più efficace per i suoi immensi guadagni finanziari. Attualmente, il fatturato mondiale delle industrie farmaceutiche supera i 1.100 miliardi di dollari ed è in crescita esponenziale. L’industria farmaceutica investe milioni in campagne di disinformazione. Il Vioxx prescritto come antidolorifico, ha ucciso 100.000 persone e si stima che i casi di infarto superi il milione. (Farmaci e protocolli per bambini) - da panorama di apr. 2008. In America è stato esaminato un campione di 100 spot televisivi, tutti sono stati giudicati parzialmente o totalmente falsi e ingannevoli. Solo il 2 % degli studi clinici per testare i farmaci a scopo pediatrico si basa su Comitati di Controllo Indipendenti non legati ad <http://www.mednat.org/big_farma.htm> industrie farmaceutiche per valutare l’eventuale presenza di reazioni avverse. Questo e’ quanto emerge da un’analisi, effettuata dall’Università di Nottingham (UK) ed apparsa sulla rivista Acta Pediatrica di 739 trial (prove) internazionali effettuata fra l 1996 ed il 2002.
Ad innumerevoli scienziati fu chiesto “Cosa ne pensa del cancro? “Un gran parte un imbroglio” (Linus pauling, due volte primio Nobel); “Un verofallimento” (John Bailar, medico, ex direttore del Jouarnal of the National Cancer istitute); “Il Vietnam della medicina” (Donald Kennedy , ex presidente della Stanford University); “Un mucchio di letame” (James Watson, genetista, scopritore della struttura della molecola del DNA, premio Nobel).
Mentre la malattia avanza e colpisce anche in Italia, la morte del campione del passato Fausto Coppi potrebbe essere il simbolo di questa subdola patologia
Università Ambrosiana |
Tra le principali emergenze sanitarie dell’ umanità attualmente in atto, la malaria è una malattia endemica in vasti distretti della Terra. In epoca relativamente recente il nostro contesto occidentale in qualche modo era stato messo al riparo da questa patologia che tuttavia si ripropone con crescente intensità nelle zone già bonificate nel passato, a causa probabilmente dei flussi migratori in special modo di questo ultimo periodo.
Ma è ancora la malaria, durante i viaggi turistici in certe zone verso il Sud del mondo quantunque non dichiaratamente malariche, che colpisce inaspettatamente una significativa parte di persone non sufficientemente immuni da questa patologia.
Complessivamente nel mondo sono circa 500 milioni gli individui ammalati e nella stragrande maggioranza, questi si trovano nella vicina Africa sud sahariana. Ma anche in Italia, a causa degli spostamenti della popolazione, la malaria si sta diffondendo negli ultimi decenni, prima ancora che nel nostro continente, con tutte le conseguenze annesse e connesse.
L’origine della malattia
La malaria è provocata dai parassiti del genere “Plasmodium” trasmessi da zanzare che causano un alto tasso di mortalità o di invalidità tra coloro che ne sono colpiti.
È la femmina di questi insetti del genere “Anopheles” che inocula il parassita presente nella sua saliva quando introduce il pungiglione per prelevare sangue dalla vittima.
Esisteva nel passato un insetticida, il DDT, molto efficace contro le zanzare ma che si è rivelato dannoso anche per la salute umana. Da allora null’altro di effettivamente efficace è stato prodotto a difesa da questi micidiali insetti.
Il Plasmodium, ossia il parassita che causa la malaria, viene introdotto nel sangue solo dalle zanzare femmine. Non per voler scagionare i poveri maschi da tutte le accuse di questo periodo, ma per evidenziare simbolicamente che la “puntura” delle femmine talvolta è più micidiale di quella dell’altro sesso.
Anophele portatrice di malaria |
Le zanzare
Tornando alle zanzare, se anche si accoppiano nella vita una volta sola, tanto è e ce n’avanza per il danno che sono capaci di compiere. A questo punto sarebbe sufficiente renderle anche momentaneamente sterili, per risolvere il problema dalla radice. Riuscire a prevalere sulla malaria debellandola completamente alla stregua del vaiolo, sarebbe una conquista per l’intera umanità. Ma ogni tentativo meritevole di considerazione per la probabilità di successo, non ha però dato fino adesso, risultati attendibili, tanto che la ricerca antimalarica si è indirizzata verso altri rimedi.
La ricerca in Italia
In questo settore di ricerca si sono inseriti da qualche anno, l’Università Ambrosiana e l’ENEA, che già per la stessa reputazione e serietà, dovrebbero offrire garanzia per i loro intenti; intenti che nel caso specifico riguardano proprio lo studio, la ricerca e la proposizione di metodo, per interrompere il ciclo patologico della malaria.
In mancanza di risorse economiche, ossia, di fondi pubblici che pur disponibili non sono stati stanziati per questo Progetto denominato,“Against Malaria”, proposto dall’ENEA e dall’Università Ambrosiana, gli scienziati dei due Enti con l’utilizzo di molecole di sintesi hanno sviluppato una metodologia atta ad interrompere all’interno della Anopheles il ciclo del Plasmodium. Il metodo proposto consiste nell’interruzione del passaggio del Plasmodium dallo stomaco alle ghiandole salivari della Zanzara, impendendo quindi la trasmissione del Plasmodium.
Il prodotto di sintesi è stato concepito per essere facilmente disperso nelle acque stagnanti che questi insetti prediligono, senza creare altri problemi ambientali.
Tale sistema con buona pace degli ecologisti che ritengono le zanzare meritevoli di vivere, interromperebbe solo il ciclo patologico espresso dal Plasmodium che in tal caso, non potrebbe essere inoculato.
L’ umanità sofferente
- La campionatura statistica sull’ efficacia del prodotto di sintesi è stata effettuata con innumerevoli test nei laboratori dell’ENEA e dell'Università Ambrosiana. Dopo queste sperimentazioni con la sostanza ideata, è stata sicuramente esaurita la fase teorica della ricerca sul prodotto focalizzato dai ricercatori.
Va anche detto che quando la teoria è bene costruita e dà anche come riscontro sperimentale in laboratorio il risultato atteso, ogni ulteriore perplessità, basata sul far trascorrere inutilmente il tempo prima di procedere oltre, è molto probabilmente motivata da interessi contrari. E allora come stanno le cose? Sono oltre 200 milioni nel mondo coloro che ogni anno contraggono la malaria.
Sarebbe interessante portare allo scoperto il motivo per il quale una ricerca che potrebbe rappresentare la fine della sofferenza e della morte di milioni di persone, non viene finanziata.
Il metodo è abbastanza semplice: si tratta soltanto della omissione delle sovvenzioni richieste che i soliti boiardi di Stato disperdono tra gli enti inutili; enti che pertanto, essendo inutili, non rappresentano alcun problema per coloro che sono incuranti del resoconto delle somme investite, né tanto meno, per le lobby contro interessate al successo.
Le priorità del Ministero della Salute
Da quanto risulta, i due Enti hanno richiesto al Ministero della Salute le sovvenzioni occorrenti alla seconda fase della ricerca tesa a sconfiggere la malaria.
Ma la risposta formale del Ministero che disponeva dei fondi necessari, come detto, è stata il silenzio. Mentre quella ricevuta in via ufficiosa ha confermato il “no” che la prima aveva lasciato intendere. Per motivare infatti, il pratico diniego è stato riferito che vi erano altre priorità da seguire.
Ricordando che questo progetto di ricerca si è reso possibile grazie ad una Convenzione non onerosa per lo Stato, fra i due Enti, sarebbe interessante di fronte alla morte certa tra 500 milioni di persone ammalate quale priorità internazionale lo stesso Ministero della Salute reputa più alta e più nobile di questa proposizione.
Un confronto
Se il pratico diniego fosse motivato da una questione di disponibilità economica, allora è giusto fare un confronto.
Quante centinaia di milioni di euro è costato allo Stato, ovvero ai contribuenti, l’invio di navi della nostra Marina Militare fin sulle coste libiche a prelevare gli emigranti dalle bagnarole dei trafficanti?
Il Ministero della Salute non reputa dunque, di dover concedere ad una pandemia come questa la priorità delle risorse economiche, perché non la ritiene una condizione di necessità meritevole di sostegno.
Ignorare però, una ricerca tesa all’eradicazione della malaria nel mondo, quando già si conosce in via teorica il risultato positivo che sarà conseguito, allora l’omissione in atto assume un altro significato.
Alberto Zei
Il ricorso all’Antitrust, alle Associazioni consumistiche, all’Ordine dei medici, alla denuncia presso la Magistratura, alle interrogazioni parlamentari e alle altre azioni di contrasto di varo genere delle lobby contro interessate per contestare la “verità” di un giornalista, non ha diviso ma ha invece compattato quella parte dell’ opinione pubblica sempre più numerosa che lo sostiene. Quale è la ragione?
La verità controversa – Se il proponimento è riportare la presunzione scientifica del giornalista Panzironi a più miti pretese, stante ai risultati da quest’ ultimo finora ottenuti o è la Ministra ad avere sbagliato atteggiamento o è Panzironi ad avere ragione sul progressivo aggravamento dello stato di salute degli italiani.
L’aspetto più importante della attuale controversia tra lo Stato e il giornalista consiste nell’accertamento della verità, non per una questione di principio ma di fine. Tenendo conto dell’importanza dell’argomento, al momento è del tutto secondario se debba essere l’autorità politica o il privato cittadino ad avere la meglio su questioni come la sanità degli italiani.
L’impegno economico - La spesa sanitaria in Italia ha già superato i 150 miliardi di euro all’anno di cui circa tre quarti a carico dello Stato e un quarto, ossia, quasi 40 miliardi di euro a carico delle famiglie.
Anche per questa ragione, ma non solo, la conoscenza della verità riguardante il valore supremo della salute di milioni di cittadini deve prevalere sugli interessi di parte. Qui non si tratta di una partita di calcio o di qualcosa del genere, in cui il tifo determina gli atteggiamenti e le distorsioni anche della verità. Ci sono 60 milioni di italiani sottoposti alla “spada di Damocle”, delle malattie in continua crescita in Italia, che accompagnano la vita di tutti noi, talvolta in forma cronica e invalidante, fino alle estreme conseguenze.
Il giornalista Panzironi accusa la medicina ufficiale di non preoccuparsi della prevenzione né della efficace cura delle malattie, preferendo con la somministrazione dei farmaci sintomatici tamponare gli effetti patologici ma non certo curare le cause. Cosi che quando la cura finisce o non è più efficace, la malattia si ripresenta assumendo molto spesso il prevalente carattere di cronicità.
Le malattie iatrogene - È vero che ci sono farmaci per quasi tutte le evenienze, ma è altrettanto vero che per curare una malattia molto spesso se ne generano altre. Ne è riprova che almeno il 10% di tutte le morti comprese quelle della folgorazione o degli incidenti stradali, tanto per dare l’idea della totalità cui ci si riferisce, è determinata dalle cosiddette malattie iatrogene che sono quelle che si contraggono durante le cure mediche o la somministrazione di farmaci.
In considerazione che in Italia le morti per ogni genere di causa, sono statisticamente di 600.000 persone all’anno, solo per le malattie iatrogene muoiono circa 60.000 persone. Una intera città che muore così, quasi per sbaglio.
Ma oltre a questi decessi, quante altre malattie vengono generate dagli stessi farmaci che curando le patologie in atto, ne provocano altre a causa dei cosiddetti “effetti indesiderati”. Meno male che sono indesiderati! Altro che effetto placebo!
Il vorticoso incremento delle malattie - Tornando al problema centrale, Panzironi afferma che curare i sintomi come è attuale prassi medica, non significa risolvere la malattia. Egli ritiene che la medicina ufficiale, così come la chiama, non vuol capire che le malattie stanno attualmente subendo un aumento esponenziale rispetto ai decenni passati. E se nulla è cambiato se non l’alimentazione con i prodotti sempre più sofisticati e accattivanti per la dolce delicatezza del sapore, questi sono la vera causa della maggior parte delle patologie comprese quelle più invalidanti.
Anche se ormai una larga parte della pubblica opinione ha compreso che a fronte della pluriennale disputa tra la medicina ufficiale e la innovazione di una dieta povera di zucchero che Panzironi ha introdotto, una decisione seria si impone.
Si tratta di una decisione consapevole e responsabile di fronte all’ intera popolazione degli italiani, che doveva già essere presa da tempo da parte del Ministero della Salute.
Il timore del confronto - Di fronte all’ostinazione di questo genere e alle malattie che si moltiplicano, dovrebbe essere compito della stessa Ministra accertare tempestivamente come stanno le cose, assumendosi in prima persona le iniziative più adeguate alla realtà dei fatti.
In caso contrario ove poi Panzironi dimostrasse di aver ragione, l’ostinazione della Ministra della Salute a sorvolare sull’accertamento della verità, non la potrà esimere dalle responsabilità politiche e morali che si assume di fronte all’intero Paese.
Agli italiani non interessa quanto possa guadagnare Panzironi a fronte delle vendite di pillole, o di quanti libri ha venduto sulla dieta o di quanto ha guadagnato, o quanto paga al parrucchiere il taglio dei capelli. Ciò che preme è piuttosto quanto costa alle casse dello Stato o alle risorse delle famiglie, l’assistenza sanitaria in farmaci, in ospedalizzazione, in perdita della attività lavorativa, in invalidità permanente e soprattutto in sofferenza per gli ammalati e le loro famiglie.
Questa è una disputa tra persone che si nascondono dietro un dito per non esporsi di fronte a un giornalista che si assume a viso aperto le proprie responsabilità, verso cui lo Stato sembra temere il confronto.
Ma se solo è la verità che le due parti cercano nell’interesse dei cittadini, allora il timore del confronto avrebbe per la stessa Ministra un altro significato.
La comunità Narconon Gabbiano e l’Istituto Comprensivo Statale di Veglie uniti nella prevenzione alle tossicodipendenze.
Ieri, 4 Dicembre 2018 alle ore 9.00, presso la scuola Media Statale di Veglie “Don I. Negro” alla presenza di oltre 150 studenti dell’Istituto Comprensivo Statale Polo 1 e Polo 2 gli operatori della comunità Narconon Gabbiano di Torre dell’Orso hanno svolto una conferenza di prevenzione alle droghe suscitando enorme interesse da parte di tutti i presenti.
Con il patrocinio del Comune di Veglie, la conferenza dal titolo “La scuola senza droga” ha risposto esaurientemente alle diffuse domande come: cosa sono le droghe? Esistono droghe leggere? C’è dipendenza fisica e mentale?
La conferenza è stata aperta con il saluto del sindaco di Veglie, dott. Claudio Paladini ed è proseguita con le dettagliate spiegazioni dell’operatore della comunità Narconon sugli effetti che le varie sostanze psicotrope causano a livello fisico e mentale, soffermandosi sull’uso di marijuana e alcol fra i giovanissimi, vista la fascia d’età –13-14 anni – degli studenti presenti e confutando il falso mito che le droghe leggere non fanno male e non creino dipendenza. Ha spiegato inoltre che non c’è nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti, ma viceversa sono tutte dei veleni.
Tra tutti gli studenti hanno poi suscitato profondo interesse le storie, di ex tossicodipendenti, di due giovani ragazzi che stanno terminando il loro percorso riabilitativo presso la comunità Narconon. Questi due ragazzi hanno raccontato la loro esperienza con le droghe, da quando hanno iniziato a quando hanno capito che stavano vivendo un problema pesante e come, quindi, si sono lasciati guidare dagli operatori della comunità fino a risolverlo. Hanno esposto quanto sia difficile accettare di avere un problema con le dipendenze e ammetterlo in primis a se stessi, ma soprattutto quanto sia stato veramente difficile uscirne, rispetto alla facilità, quasi banale, con cui sono cascati nel tunnel della droga.
Gli studenti sono stati per l’intera conferenza molto concentrati e coinvolti, ma soprattutto incuriositi da questi racconti di vita. Sono state molte le domande e gli apprezzamenti fatti e tra le varie domande le più gettonate sono state:
“Quale è la parte più difficile dello smettere di fare uso di droghe?” “Perché somministrano farmaci o metadone per uscire dal problema con le droghe?”“Quando si fa uso di droghe si fanno atti di criminalità?”
Agli operatori sono state rivolte anche domande personali e richiesti consigli:“Perchè una mia amica ha smesso di uscire con me quando ha iniziato a fare uso di droghe?”“Come posso fare per aiutare un amica che ha appena iniziato ad utilizzare sostanze?”“I genitori, come devono fare per accorgersi che il figlio si droga?”
Alla fine dell’incontro sono stati distribuiti dei questionari da compilare in forma anonima con la richiesta di descrivere come avrebbero usato le informazioni apprese nella conferenza e le sorprendenti e profonde risposte da parte degli studenti hanno riempito di entusiasmo gli insegnanti e autorità presenti:
“Questa lezione mi ha permesso di capire che bisogna stare lontano dalle droghe!!!”.
“Innanzitutto posso prevenire evitando certi ambienti o persone e poi posso aiutare gli altri messi male con questo argomento, grazie a tutto ciò che mi avete spiegato!”.
“Con queste informazioni ho capito che la mia vita è un dono prezioso e va custodito”.
“Dopo questo incontro ho capito che non bisogna fare uso di queste determinate sostanze perché è meglio vivere la propria vita così come è”.
“Dopo queste due ore che sono state molto belle, ho capito che anche senza la droga ci può essere divertimento e se non riesci ad entrare a far parte di un gruppo, secondo me dovresti insistere, senza drogarti, e se gli amici non ti vogliono perché sei brutto, non sei snob o altro lasciali perdere perché sei meglio tu che loro che si credono forti ma in realtà sono molto deboli”.
“Non facendo uso di droghe e cose simili perché danneggerebbero la mia salute fisica e psicologica”.
“Questo incontro, mi ha fatto approfondire molte informazioni che già conoscevo in parte e mi ha fatto capire quanto sia pericolosa la droga e ringrazio persone come queste che ce ne hanno parlato”.
“Posso usare queste informazioni per parlarne ai miei amici e fargli capire di non fare sbagli”.
“In questa esperienza ho imparato molte cose sulla droga e ho capito anche le emozioni e stati d’animo che un tossicodipendente prova. Io non ho mai avuto la tentazione ma se in futuro l’avrò grazie a questo incontro avrò la forza di abbattere la tentazione ed essere forte contro la droga!”.
“Le informazioni mi hanno aiutata a capire meglio un argomento così vasto, NON FARO’ USO DI DROGHE”.
“Mi è stato molto utile perché ero curiosa di ascoltare le storie di chi ha provato le droghe e scoprire i vari effetti così da non esserne tentata a provare”.
“Posso usare le informazioni ottenute in questo incontro così da fare attenzione quando esco (visto che sono le prime volte che esco sola) scegliendo gli amici giusti, non accettando cose dagli sconosciuti e stare attenta!”.
“Facendo capire agli altri a cosa vanno incontro e facendo capire a me stessa che ho una ragione in più per odiare tutto ciò”.
“Sicuramente userò queste informazioni per capire quali sono i giri o i gruppi da evitare”.
“Pensando soprattutto a me stessa senza seguire la massa e quindi evitando di fare scelte sbagliate che potrebbero deviare i miei progetti di vita”.
“Sicuramente mi hanno reso responsabile e cosciente del mondo d’oggi e della società in cui vivo, mi è piaciuto tantissimo quest’incontro, soprattutto le testimonianze dei due ragazzi e mi piacerebbe avere un altro incontro”.
“Posso utilizzare queste informazioni per accrescere il mio senso critico su questi argomenti e non farmi influenzare dagli altri”.
I materiali utilizzati nelle conferenze sono tratti dal programma Narconon, una metodologia di successo per la riabilitazione e la prevenzione delle dipendenze, basata sulle ricerche dell’educatore statunitense L. Ron Hubbard.
Per coloro che desiderano ricevere maggiori informazioni o organizzare conferenze di prevenzione è possibile contattare la comunità Narconon Gabbiano di Torre dell’Orso allo 0832.841856 o a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.