L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Health (151)

 

Di certo non è stata una scelta felice quella di evocare la Shoah di fronte a quanto sta accadendo con la forsennata campagna vaccinista, l'ignobile green pass, e le varietà di diritti in atto o ancora in cantiere.

Con l'azzardare simili accostamenti, infatti, si rischia sempre di diventare facile oggetto di un vero tiro al bersaglio, un po' come capita a coloro che gridano al razzismo di fronte a qualsivoglia forma di discriminazione o al fascismo di fronte ad ogni forma di autoritarismo. Si rischia, insomma, di offrire un'ottima opportunità per essere trattati da visionari, ignoranti e pressapochisti.

Ciò premesso, va però ben sottolineato che la storia ci insegna in maniera limpidissima che le grandi tragedie del passato lontano e recente non sono mai nate dal nulla, né tantomeno casualmente e all'improvviso. Esse hanno, infatti, avuto bisogno di tempi lunghi di gestazione e hanno necessitato del concorso di una fitta serie di ingredienti spesso intrecciati fra di loro, quali:

-       controllo propagandistico e ideologico dell'informazione;

-       diffusione di paure psicologicamente attanaglianti e mentalmente ottenebranti;

-       sgretolamento dei consuetunari legami di solidarietà sociale;

-       accentuazione velenosa ed esasperata delle differenze;

-       rifiuto intollerante delle opinioni altrui e visioni del mondo;

-       paralisi dei processi logici e cognitivi ad opera di una pilotata informazione a senso unico, invasiva e ubriacante;                                                                    

-       accettazione passivamente acritica, pavida ed opportunistica delle ingiustizie;

-       demonizzazione-criminalizzazione del diverso, del dissidente, dell'eretico, del fuori dal coro;

-      assuefazione-rassegnazione di fronte ad un processo graduale di sottrazione di libertà individuali e collettive.

Ora, una cosa che ci siamo detti all’infinito nelle ricorrenti (e a volte alquanto retoriche) Giornate della Memoria non era forse che, per parlare di crimini contro l’umanità, non si dovrebbe necessariamente attendere i campi di sterminio, ma dovrebbero risultare più che sufficienti le semplici pezze colorate appiccicate addosso agli abiti dei membri di un determinato gruppo umano?

E non ci siamo anche detti, tante volte, che i processi discriminatori andrebbero subito fermamente denunciati, rifiutati ed arrestati fin dal loro sorgere, al fine di impedire un pericoloso, progressivo effetto valanga?

E che, per fare questo, è assolutamente necessario che ciascun individuo faccia la propria parte nel dire NO a qualsiasi potere che favorisca, promuova, tolleri qualsiasi forma di frantumazione della famiglia umana e di gerarchizzazione dei suoi membri?

Insomma, lasciamo pure stare discutibili confronti con fenomeni terribili e complessi come la Shoah, ma facciamo in modo che la condanna di tali fenomeni non si riduca mai a comoda formalità, trasformandola, invece, in coerente impegno a combattere tutto quello che possa avere con essi un qualche preoccupante elemento di affinità.

Ed evitando, soprattutto, di cadere nell’errore di non comprendere che il fatto che oggi si colpisca Tizio e domani Caio, ha strettamente a che vedere con il nostro silenzio, la nostra indifferenza, il nostro esplicito o implicito (e quindi sempre complice) assenso ...

 
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Ma si tace sulle cure anti-Covid che ci sono, ne si spiega perchè la Sanità non ha ancora varato un protocollo per medici e ospedali, ne si evidenzia che il 90% della popolazione mondiale è autoimmune.

Draghi striglia i Novax perchè sono a morte senza vaccinarsi, e possono procurare altri contagi e decessi.

E così scattano misure restrittive per chi non si è ancora vaccinato, cioè senza l'attestato del Greenpass. Intanto le discoteche restano chiuse, anche per chi ha il certificato di vaccinazione.

Ma stranamente non si parla affatto delle cure esistenti, ne di un protocollo della sanità per medici di base, cliniche ed ospedali.

D'altronde i guariti sono la maggioranza rispetto alla mortalità, il che significa che i medici applicano cure valide, senza un indirizzo della Sanità, guidato da Speranza. E ci si chiede come mai il ministro resta ancora al suo posto?

Ne si parla dei risultati positivi dello Sputnik V, che invece sembrerebbe difendere bene dal Covid, e senza effetti collaterali.

Comunque, il Governo unito con lo scotch, difende i propri interessi elettorali, mentre la Meloni mitraglia i provvedimenti messi in atto, perchè violano molti articoli della Costituzione.

E stranamente, invece, non si è alzato un dito contro le ammucchiate selvagge dei festeggiamenti per la vincita degli Europei di calcio, ed i risultati dell'innalzamento dei contagi si stanno vedendo ora.

Infine non si è fatto cenno sulla pericolosità degli attuali vaccini anti-Covid che chiamano sicuri, e non lo sono, considerando i morti successivi al vaccino. Ne si parla delle tante patologie che potranno essereci nei periodi successivi.

Ora Draghi non è un oracolo, ne tantomeno istruito sul Covid e sui vaccini, ma sentenzia il nome e per conto di Speranza e del circondario di luminari vicini a Big Pharma, mentre le voci dissonanti di medici di spessore che osteggiano il vaccino vengono ignorati dai media in generale.

E dulcis in fundo, per i trasporti è stato tutto rinviato a Settembre, mentre mancano i controlli sui voli che giungono dall'estero, e solo poche regioni (Sicilia, Puglia ed Abruzzo) effettuano tali controlli.

E non si parla neanche più di una totale riforma sanitaria ad iniziare da quella dei medici di base.

Questo dossier-inchiesta di circa 35 minuti indirettamente evidenzia - col supporto di fatti e documenti inediti di cronaca giudiziaria invisibile - la possibile esistenza di una della giustizia.

La salute individuale e collettiva non sarebbe più al centro dell'attenzione delle istituzioni, fuorviate o deviate da poteri invisibili. Gli Stati diverrebbero così in campo sanitario delle aziende di questi poteri, che punterebbero ad ogni costo a profitti sempre più lauti delle multinazionali del farmaco ed al controllo dei corpi e delle coscienze dei cittadini, dalla culla alla morte.
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un crescere indefinito del dominio del potere tecnocratico, declinato in senso sanitario e profilattico in particolare, ma anche nell'ambito delle telecomunicazioni e della informatica, della biotecnologia e della standardizzazione della vita sociale, in un mondo sempre più caratterizzato da una sorveglianza globale di un Grande occhio impersonale che tutto vede e conosce. In cambio di maggiore tutela e sicurezza o presunta tale, cediamo sempre più agli Stati ed alle Autorità, diritti e libertà  fondamentali della persona: un cambio di paradigma epocale che andrebbe valutato attentamente prima che sia troppo tardi.
In questo dossier e testimonianza video non ci soffermeremo sulla identità ed origine di questo potere occulto esterno alle Istituzioni ma capace di influenzarle e manipolarle; illustreremo invece i potenziali indizi e segni indiretti della esistenza di questo potere tentacolare, cioè i fatti di cronaca giudiziaria che mostrano anomalie e criticità di un sistema giustizia inceppato ed incapace - fra il 2017 ed il 2019 - di esercitare l'azione penale in modo risolutivo, richiedendo il rinvio a giudizio dopo aver accelerato eventuali responsabilità penali di natura colposa o dolosa.

Chi o che cosa ha impedito alla magistratura romana inquirente di approfondire la problematica di sicurezza dei vaccini e dei loro inquinanti inorganici, nell'ambito della farmacovigilanza e nell'ambito della politica sanitaria e delle notizie allarmanti - destituite di fondamento - diffuse in alcune occasioni da figure apicali del Ministero della Salute, durante la XVII Legislatura?
Che cosa ha interferito con l'attività svolta dai magistrati, pregiudicando così la separazione dei poteri costituzionalmente garantita, e la stessa indipendenza di giudizio e margine di azione del potere giudiziario?
Perché nel 2017 e 2018 migliaia di denunce ed esposti-denuncia firmati da cittadini di tutta Italia - preoccupati da un clima di deriva sanitaria - sono stati autoarchiviati dalla Procura della Repubblica di Roma e dunque insabbiati in pochi mesi, abusando così dello strumento del modello 45 (K) che i magistrati hanno a disposizione nell'esercizio della azione penale?
E perché persone informate sui fatti - nel merito dei contenuti oggetto di un procedimento penale preliminare - non sono state ascoltate dagli inquirenti?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi posti da questo lavoro di divulgazione e di inchiesta intitolato "Dossier Giustizia: 50866-9140K/2017"
Non può esservi libertà in un Paese democratico, se non vi è rispetto della verità dei fatti e della giustizia. E solo in un mondo di verità e giustizia, si può essere donne ed uomini autenticamente liberi.
Buona visione

Gli Autori

18 Luglio 2021

fonte: https://vaccinoconsapevole.blogspot.com/2021/07/dossier-giustizia50866-9140k2017-sanita.html

Giorno dopo giorno, la questione relativa ai medici e agli infermieri che si stanno opponendo con le armi della ragione e del diritto all’obbligo di sottoporsi alla somministrazione dei cosiddetti “vaccini anticovid” va assumendo sempre più il carattere di battaglia fondamentale per il futuro del nostro intero sistema democratico.

Si tratta, infatti, di migliaia di professionisti e operatori di interesse sanitario che svolgono attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e in studi professionali i quali, contrariamente a quello che molti (in ambito politico e mediatico) cercano di far credere, sono ben lontani dal condurre una fanatica lotta ideologica antivaccinista, ma che, molto semplicemente, non ritengono loro dovere lasciarsi ridurre a “cavie” da laboratorio.

La strategia adottata è quella del ricorso al Tar. Già coinvolti quelli di Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, con ricorsi presentati in città come Genova, Milano, Brescia, Bologna, parma, ed altri in arrivo a Treviso, Verona, Venezia.

Questi i perni concettuali intorno a cui ruotano le argomentazioni dei ricorsi presentati:

  • L’incertezza sui rischi derivanti dall’assunzione del siero;
  • L’inquietante, eccessiva, anomala brevità dei tempi di verifica sperimentali adottati;
  • La percentuale di fallimenti nel produrre immunità dovuti alle nuove varianti;
  • L’illegittimità dell’imposizione ai lavoratori della sanità.

Sono certo – sottolinea l’avvocato costituzionalista Daniele Granara, che ha assunto la difesa dei lavoratori resistenti – che in sede di decisione saranno valutate con attenzione le buone ragioni del ricorso, confidando in un esito positivo dello stesso, a salvaguardia del principio di autodeterminazione e dei diritti inviolabili dei sanitari e nello stesso interesse pubblico delle Asl ad una corretta gestione delle strutture sanitarie e alla tutela del diritto alla salute delle persone”.

Secondo l’avvocato Granara e i lavoratori da lui rappresentati, allo stato presente, non risultano affatto note le potenzialità dei vaccini in merito sia alla reale capacità di impedire la trasmissione del virus, sia a quella di impedire la contrazione della malattia, sia relativamente alla durata temporale della eventuale efficacia preventiva. Inoltre, nulla è dato sapere circa le effettive conseguenze, soprattutto a medio e a lungo termine, derivanti dalla somministrazione dei vaccini.

Il ricorso presentato il 22 giugno (si legge nelle 52 pagine del testo che sarà discusso davanti alla prima sezione del Tar di Brescia)

si fonda sulla illegittimità costituzionale, sotto plurimi profili, di diritto interno e diritto europeo, di un obbligo riferito ad un vaccino di cui non è garantita né la sicurezza né l’efficacia, essendo la comunità scientifica unanime nel ritenere insufficiente, sia dal punto di vista oggettivo sia dal punto di vista temporale, la sperimentazione eseguita.”

Pertanto, constatato che “il Legislatore italiano ha inteso prevedere un singolare obbligo vaccinale in danno degli operatori sanitari e sociosanitari, costretti a sottoporsi ad uno dei quattro vaccini autorizzati in Italia, senza avere certezza circa la loro efficacia e sicurezza e, peraltro, senza nemmeno avere la possibilità di scegliere a quale tra i quattro sottoporsi”, sarebbe un gravissimo errore etichettare sbrigativamente il rifiuto messo in atto come un irresponsabile arbitrio, meritevole di esemplare punizione. Si dovrebbe, semmai, parlare, con sincero rispetto, di vera e propria “disobbedienza civile”, ovvero di una legittima forma di difesa delle libertà sancite dalla Costituzione (di scelta e di ricerca scientifica), e di quei diritti inviolabili della persona umana che sono parte integrante del patrimonio della civiltà giuridica comune dei paesi dell’Unione Europea.

E sarebbe oltremodo auspicabile che, al fianco di medici e infermieri resistenti, ci fossero, in prima linea, le organizzazioni e le associazioni che si occupano di diritti umani, nonché tutti quei cattolici che, ispirandosi all’insegnamento di papa Francesco, tanto volentieri invocano l’inviolabilità della dignità dell’uomo.

Difficile, a questo punto, azzardare una qualche previsione.

I “ribelli” saranno davvero tutti rimossi dai loro posti di lavoro? Chi li rimpiazzerà? Come potrebbe reggere il nostro sistema sanitario? Che compromessi verranno escogitati? E come andranno a finire i ricorsi e le eventuali, innumerevoli azioni legali a difesa dei diritti dei lavoratori?

Ma, prima di ogni altra cosa, l’interrogativo che tutti noi dovremmo sentirci chiamati urgentemente a porci, con serietà estrema, è quello relativo a quanto sia giusto oppure miope o addirittura autolesionista lasciare soli questi nostri concittadini impegnati nella difesa non soltanto dei propri diritti, ma di quelli di tutti noi, diritti ogni giorno più vacillanti, ogni giorno più vulnerabili, ogni giorno più difficili da difendere …

Già nel lontanissimo marzo 2020 ci chiedevamo perplessi e preoccupati quanto quello che si stava verificando (e si potrebbe verificare) con l'allarme pandemico incombente avrebbe potuto incidere pericolosamente sull'intera tenuta dei diritti umani, nonché inquinare la nostra stessa sensibilità civile:

“In ogni caso: nell'oscuro avvenire che ci attende, che uso verrà fatto da parte delle autorità governative future di questo enorme potere che è stato riposto nelle loro mani (che certamente continueranno a tenersi ben stretto)?

Quanto sarà possibile riuscire a tutelare in maniera efficace e giusta il diritto al dissenso, il diritto alla diversità, il diritto ad essere ea voler continuare ad essere minoranza? Contro il pensare comune? Contro la tirannide gelosa della “salute pubblica”? Contro lo strapotere di uno Stato sempre più "provvidenzialmente" padre-padrone delle nostre esistenze, del nostro destino? "  

( https://www.flipnews.org/component/k2/il-sorriso-che-argina-la-paura.html )

 

A distanza di più di un anno, mentre il bombardamento mediatico prosegue massiccio, inneggiando ai cosiddetti vaccini introdotti con straordinaria (quanto inquietantemente sospetta) rapidità sul mercato, presentandoli come l'unica soluzione per uscire dalla pandemia (e poterci quindi riabbracciare, riandare al cinema , al ristorante, ecc…), ci troviamo di fronte ad un attacco durissimo nei confronti di chi lavora nell'ambito sanitario.

Ritengo urgentemente necessario, a questo punto, comprendere e far comprendere che la volontà politica di imporre l'obbligo della vaccinazione al personale ospedaliero, delle RSA e ai farmacisti non lede in modo grave esclusivamente i diritti di alcuni nostri concittadini, ma rappresenta un vero e proprio attacco ai valori fondativi della cultura dei diritti umani e della nostra Costituzione, mettendo in discussione, in particolar modo, la libertà di pensiero, il diritto all'autodeterminazione e il principio dell'uguaglianza.

Nel caso la nostra coscienza generale, attanagliata com'è dalla paura e mestamente rassegnata ad accettare qualsiasi imposizione nella prospettiva di riconquistare un barlume di normalità, non riuscisse a percepire la gravità di un tale disegno e le conseguenze allarmanti che, se attuato, potrebbero derivarne per la comune salute democratica, si verrebbe a produrre, nella storia della nostra Repubblica, una ferita di incalcolabile entità.

A tale disegno, quindi, indipendentemente dalle opinioni personali in merito a genesi e gestione dell'emergenza sanitaria, strategie dell'OMS, credibilità delle aziende farmaceutiche, attendibilità o meno dei tamponi, scuola in presenza o scuola a distanza, efficacia e nocività dei “ vaccini ”, ecc…, come semplici cittadini fedeli ai principi della Dichiarazione Universale dei diritti umani e della Costituzione Italiana, dovremmo TUTTI sentirci chiamati ad opporci con limpida fermezza.

Anche perché, qualora oggi coloro che sono oggetto di una chiara espropriazione di diritti venissero lasciati soli, in un domani non lontano potremmo tutti noi essere chiamati a subire una analoga esperienza dolorosa.

 

Riportiamo di seguito le statistiche che i media nascondono a proposito della pandemia da Covid19;
1) Il 90% degli individui Covid-positivi è asintomatico.
2) Il tasso di diffusione dei Covid-positivi è pari allo 0,7%
3) Il tasso di sopravvivenza è del 99,82% per i soggetti di età compresa fra 0 e 69 anni e del 94,6% per quelli oltre i 70 anni
4) Qualunque individuo morto col Covid viene comunque catalogato fra i morti di Covid. A dichiararlo la dott.ssa Deborah Birx e funzionari sanitari statali. Le stime sono estremamente falsate per via degli enormi falsi positivi (punto che esamineremo di seguito)
5) Solo il 6% delle mortalità il Covid come unica causa di mostra morte
6) E 'scientificamente provata la totale inefficacia della mascherina contro i virus. L'85% delle persone positive era portatore di mascherina
7) Da 350. a 650.000 i decessi stimati ogni anno per virus influenzali con 195 decessi pediatrici e 810.000 ricoveri nella stagione 2017/18. Ad oggi i morti per SARSCOV2 sono 370.000 (errata corrige dei milioni stimati a monte). Eppure si continua a parlare di Pandemia.
8) Nessun campione SARS-CoV-2 è stato mai isolato e purificato. Molti scienziati, fra cui anche l'inventore della PCR sostengono che la PCR non deve essere utilizzata a fini diagnostici poiché producono troppi falsi positivi. A confermarlo il dott Fauci, immunologo statunitense, che ha apportato contributi fondamentali nel campo della ricerca sull'AIDS e altre immunodeficienze.


Su cosa si basano quindi i provvedimenti restrittivi dei vari DPCM da marzo ad oggi? Diagnosi di Covid 19 effettuate con 78 tamponi diversi di cui nessuno validato sarebbe già stato l'oggetto di un esposto depositato fra varie Procure in Sicilia. I risultati dei tamponi sarebbero del tutto inattendibili e l'inaffidabilità sarebbe addirittura certificata dalla Commissione Europea e dall'Istituto Superiore di Sanità. La denuncia arriva dal CODACONS e dall'Associazione Italiana Diritti del Malato. L'utilizzo dei tamponi finalizzato esclusivamente a ricavare dati utili per determinare proclami sullo stato d'emergenza, quarantene individuali o di gruppo, per imporre restrizioni ad ogni livello della scala sociale è praticamente senza alcun fondamento scientifico.
Secondo il dott. Stefano Scoglio i tamponi Covid 19 produce fino al 90% di falsi positivi come certificato dall'Istituto Superiore di Sanità il quale dichiara altresì che ad oggi non esiste alcun marker specifico del virus, nessuno standard che possa rendere i tamponi affidabili. Dietro l'alto numero di falsi positivi rilevati, un grosso business ospedaliero come dichiara l'ex capo della protezione civile, Bertolaso. La sanità non si priva dei malati Covid 19 per via dell'alto indennizzo che ne riceve.
A dimostrazione di quanto detto, l'esperimento condotto in laboratorio dal dott. Mariano Amici, in collaborazione col dott. Stefano Scoglio. Il tampone è stato testato su materiale non umano. Se il tampone ha aspettative di funzionamento dovrebbe produrre risultati tutti negativi.
L'esperimento è stato eseguito in laboratorio dal dott. D'Angelo, perito chimico, e riguarda i test rapidi antigenici. Il risultato prodotto su 10 tamponi è di 4 positivi certi e 3 incerti che peraltro i laboratori danno come positivi nell'essere umano.
Come ha ammesso, pochi giorni fa, l'OMS i troppi falsi positivi prodotti dai tamponi PCR sarebbero da attribuire ai troppi cicli che richiedono.
L'esperimento dimostra che il tampone è assolutamente inattendibile e che quindi non può essere preso come base per dire che esistono nuovi focolai e che aumentano i ricoveri. Perché chi è positivo al Covid non è detto che abbia il Covid e viceversa. Quindi su questa base non possono essere applicati protocolli terapeutici o misure di restrizione nei confronti dei cittadini e delle attività commerciali che sono in ginocchio ormai da mesi. Con ogni probabilità, si smetterà di parlare di emergenza sanitaria non appena prenderà il sopravvento quella economica e sociale. E visti gli altri dati ... troppo e purtroppo taciuti ... ahimè! diffidiamo che questa possa tardare ad arrivare! Ma, tornando ai laboratori, l'analisi dei campioni di virus dei soggetti asintomatici ha provato che i campioni, posti sotto coltura in laboratorio, non hanno portato alla generazione di alcun virus trasmissibile per via della bassa carica virale. Questo dato ribalta tutta la letteratura medica finora vigente circa i rischi di trasmissibilità. Questa è la vera scoperta! A causare la mortalità elevata della prima fase (non ci stancheremo mai di ribadirlo!) Sono state le gravi incompetenze terapeutiche adottate. Ora, invece, sarebbe l'interazione con la somministrazione dei normali vaccini antinfluenzali, cosa che avrebbe procurato shock postvaccinale. Infatti il ​​virus COVID19 subisce un'attivazione per via del vaccino antinfluenzale e antimeningococco. A detta del dott Mike Yeadon già vicepresidente e Chief Science Officer di Pfizer per 16 anni, la soglia per l'immunità di gregge potrebbe essere molto più bassa di quanto non si pensasse inizialmente. Sempre secondo il dott Yeadon, attualmente ci sono 4 ceppi che circolano liberamente in tutta la popolazione, il più delle volte legate a comune raffreddore. La popolazione dovrebbe possedere già un certo livello di immunità delle cellule T, ossia il gruppo dei globuli bianchi che ha il compito di memorizzare un breve pezzo di qualsiasi virus con cui siamo stati infettati in modo che il tipo di cellule giusto possa moltiplicarsi rapidamente e proteggerci se dovessimo venire a contatto con un'infezione correlata. Almeno il 30% della popolazione, su controlli a campione, aveva già il riconoscimento immunologico di questo nuovo virus prima che arrivasse. Una casistica che, da sola, basta a dimostrare che, stando ai dati, la pandemia potrebbe essere già finita. Per il resto ... profilo di rischio, garanzie di immunità, dati sul contagio, interazioni, effetti collaterali ... tutto tace nell'inconsapevolezza più totale da parte dei magnati della scienza che nel bugiardino rimandano al semplice operatore saniatrio di quartiere le decisioni da prendere caso per caso. Intanto, a scanso di equivoci, anche per i vaccinati rimangono invariate le norme di condotta ... Adesso sì ... è il caso di dirlo ... "Tutto cambia perché nulla cambi" ... il Bavaglio è per sempre .. .

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