
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
![]() |
Il Prof. Maurizio Viecca |
Ora si spera che a fronte della scoperta sulla natura della patologia si possa rapidamente disporre delle adeguate cure
Passato e presente
![]() |
Il Dott. Giampaolo Palma |
Dopo tanto brancolare nel buio della sorpresa di questa malattia e soprattutto in quello delle terapie adottate per la guarigione del covid-19 si è arrivati, almeno così pare, alla conclusione della conoscenza fisiologica e biologica dell’aggressione virale.
Dall’inizio della pandemia sembrava noto che l’ infezione attaccasse i polmoni delle persone colpite, causando loro polmonite interstiziale. L’aggravamento nel corso della malattia comportava alle stesse, difficoltà respiratorie per la presenza di ostruzioni negli alveoli polmonari che compromettevano la necessaria ossigenazione del sangue a tutti gli organi. A questo punto è chiaro il fatto che se l’ossigeno si fa sempre più carente, la morte avviene per progressivo soffocamento.
In questi casi è stato tentato il metodo dell’intubazione con forzatura di ossigeno nei polmoni. Finché è stato possibile usufruire di un po’ di ossigeno in più, rispetto a quello contenuto nella respirazione regolare, per alcuni ammalati che avevano già superato la fase critica, questo ossigeno supplementare potrebbe aver costituito un certo aiuto per affrettare la guarigione.
Ma il risultato ottenuto in generale da tale metodo, non corrispondeva al tipico miglioramento della polmonite perché ciò che avveniva nella realtà era che la difficolta respiratoria di molti ammalati, non trovava miglioramento con l’ ossigeno.
I risultati sono noti a tutti.
Una svolta
Finalmente si è appreso da varie fonti dell’informazione che alcuni medici come ad esempio, il Dott. Giampaolo Palma, cardiologo titolare di un centro medico di Nocera Inferiore, avrebbe individuato la vera ragione dell’insorgenza della pseudo polmonite da covid-19.
Ma come quasi tutte le scoperte scientifiche, queste hanno luogo in un tempo in cui le idee dei singoli scopritori sembrano destinate ad una straordinaria coincidenza temporale di risultato. Infatti anche il Prof. Maurizio Viecca primario del reparto di cardiologia presso l’ ospedale Sacco di Milano ha scoperto autonomamente, così come il Dott. Palma, lo stesso meccanismo dell’ infezione del covid-19.
Molto spesso i ricercatori che neppure si conoscono, arrivano quasi contemporaneamente alle medesime conclusioni vincenti sullo stesso problema. Ecco che allora non desta meraviglia come i due medici si siano accorti che la diagnosticata polmonite interstiziale, che molto spesso accompagnava i pazienti alla morte, era solo il risultato di una errata diagnosi in quanto non si trattava di polmonite ma di tromboembolia polmonare. La presunta polmonite infatti, non rispondeva ad alcun sostanziale miglioramento insufflando nei polmoni una quantità supplementare di ossigeno, come invece avrebbe dovuto, se fosse stata autentica.
Le conseguenze di questo errore diagnostico sono note a tutti a fronte dei risultati terapeutici ottenuti che è inutile commentare. Ma la cosa più importante per l’immediato futuro è che si prenda atto di questa gravissimo equivoco, adeguando la cura alla vera patologia che presa in tempo, può essere bloccata senza il ricorso alla terapia intensiva.
Le fasi della malattia
I virus introdottisi nei polmoni con la respirazione, causano una “coagulazione intravascolare disseminata” atipica, che coinvolge prevalentemente i capillari polmonari, il cuore nonché le vene periferiche, soprattutto delle gambe.
L’ infiammazione che ne deriva si propaga al tessuto adiacente, ossia, al tessuto vascolare venoso, creando infezione diffusa nelle zone colpite.
Lo stato di infezione e di infiammazione circostante, crea la formazione di emboli nel sangue che si coagula nei vasi capillari, formando una serie diffusa di piccoli trombi che ostruiscono il passaggio.
La insufflazione forzata di ossigeno attraverso le pompe polmonari (per le quali, tranne qualche eccezione, si lamentava la insufficiente disponibilità nei centri di emergenza ospedalieri), quando il sangue che alimenta gli alveoli polmonari non arriva, non serve a niente.
La spirale perversa
La formazione di occlusioni diffuse nei capillari all’interno dei polmoni che impedisce la circolazione del sangue a valle delle stesse occlusioni, crea la necrosi ossia, la morte del tessuto non più alimentato. Il tessuto morto si disgrega formando pus e aumentando l’ infiammazione della parte colpita che a sua volta, aggrava l’ insufficienza respiratoria in quanto quella stessa zona di polmone non funziona più.
Quando la diffusione di questi micro emboli interessa una parte considerevole del tessuto polmonare ecco, che l’insufficienza respiratoria compie il resto, se prima non ci pensa il cuore. Quindi la polmonite interstiziale che si supponeva subentrasse nell’ ultima fase della malattia non c’entrerebbe nulla
Il merito
A chi va il merito della scoperta? Ai due medici sicuramente e tutti gli altri che hanno già saputo individuare la giusta cura del covid-19.
Allo stato dei fatti, parrebbe ora necessario ed urgente prendere coscienza di quanto questi illuminati professionisti hanno constatato, soprattutto per sospendere quella terapia sbagliata che non ha saputo impedire una buona parte di quanto di negativo è avvenuto.
La nuova diagnosi del Prof. Viecca e del Dott. Palma riguardante la reale patologia causata dal covid-19 , fa ritenere che soprattutto i pazienti che si aggravano fino alla morte, potrebbero essere sottoposti a differenti e più efficaci terapie.
Sarebbe pertanto opportuno accertare il prima possibile la valenza delle differenti cure che si rendono necessarie. Già da adesso potrebbero essere utilizzate quelle stesse già adottate dai due medici per salvare, senza le conseguenze devastanti di questa ’ infiammazione diffusa, il maggior numero degli ammalati.
Si spera pertanto che d’ora in poi la cura per la ormai diagnosticata tromboflebite, risolva rapidamente la situazione senza attendere a fronte di morti quasi certe, il tempo burocratico richiesto, per la famosa o per la famigerata “prova scientifica”.
Difficilmente una parlamentare scevra da interessi di parte, accusa con tanta motivata compartecipazione i responsabili colleghi di attentare alla salute dei cittadini
Sembra ancora avvertire nella sala di Montecitorio l’eco delle parole cristalline dalla On. Sara Cunial nel Gruppo Misto della Camera, recentemente pronunciate con la forza dialettica necessaria per procedere decisamente contro corrente agli indirizzi governativi.
La sua rassegna delle manchevolezze imputate al governo formano una gamma abbastanza ampia di risultati mancati, incompleti o addirittura contrari agli interessi dei cittadini.
Il riferimento iniziale è quello relativo ad una sorta di spionaggio mediatico della gente del nostro Paese per il quale il governo ha mobilitato le forze della disinformazione’ che avrebbero condizionato i cittadini. Si è trattato di una specie di commissariamento delle libertà costituzionali avocate da un regime sanitario; regime finalizzato ad un bombardamento mediatico improntato sulla paura, per subornare le menti delle persone con una assurda propaganda meritocratica delle azioni di governo.
L’ On. Cunial con una vigorosa argomentazione, sottolinea il comportamento ipocrita degli stessi parlamentari a fronte delle attuali esigenze, i quali con le loro decisioni politiche hanno prima eliminano quasi la metà delle strutture sanitarie pubbliche di emergenza per poi lamentarsi di esserne privi, e quindi di avere le mani legate, ma non per speculare su questa stessa situazione, a favore dei privati.
Una rivelazione sconvolgente
Prosegue poi le sue puntualizzazioni sul servizio sanitario, precisando una notizia che fa trasalire coloro che non sapevano in tema di vaccini - sempre che la notizia corrisponda alla realtà - il gravissimo fatto che esistano ampie evidenze che le precedenti vaccinazioni antinfluenzali stiano comportando il 40% di casi di covid-19 in più, per interferenza virale rispetto a quelli causati dalla pandemia.
Nel suo discorso, l’On. Cunial ritiene anche che, in questo contesto di pericolosità ambientale alimentata da una sorta di inquisizione sulle condizioni di salute di ciascuno, il governo non si farà scrupolo ad obbligare non appena avrà l’opportunità, militari, medici, poliziotti e quant’altri alla sperimentazione del futuro vaccino anticovid-19; vaccino che non servirà allo scopo a causa delle continue mutazioni del virus. Ma a fronte di quanto affermato sulle concause di aggravamento sulle infezioni virali, si deduce che queste vaccinazioni si ritorceranno contro gli stessi per le conseguenze da lei stessa citate, e cioè di oltre un terzo di casi in più rispetto a quelli naturali.
Considerato poi che il coronavirus è un gioco politico tra Cina e Stati Uniti, deduce che gli esponenti di governo e di partito siano responsabili di aver condizionato i nostri comportamenti ai giochi politici tra le due potenze. Questo, ai fini politici di sacrificare il risultato delle nostre ricerche d’avanguardia in campo scientifico in cambio di un pugno di dollari o di yuan.
A tanto pessimismo l’On. Cunial conclude che a fronte dell’ordine del giorno che lei ed altri sono riusciti a far approvare dall’ esecutivo, dovrà essere costituita una commissione di professionisti esperti nel settore pluridisciplinare medico, scientifico, e giuridico sugli effetti delle radiazioni TLC delle frequenze da 4 e da 5 GHz.
Si tratta della verifica degli esiti biologici negativi e interferenti sull’insorgenza di malattie che la stessa onorevole aveva precedentemente accennato, quale possibile concausa dell’aggravamento dell’attuale pandemia e non solo.
L’intervento si conclude con applausi di una buona parte dell’aula anche per il coraggio di sfida dimostrato verso le istituzioni imperanti.
Per noi cittadini e pazienti, secondo quanto riferito dalla stessa On. Cunial, non resterebbe che prendere atto di essere considerati oggetto di esperimenti comportamentali tra la vita, la morte o l’ assuefazione alle potenti lobby del contesto politico mondiale.
Il valore della vita
A questo punto non resta che rimanere con i piedi per terra, cominciando a chiedere conferma se l’incidenza della patologia in corso si sia realmente incrementata di un terzo tra coloro che sono stati sottoposti a vaccinazione.
Se così fosse il fatto sarebbe gravissimo, tanto da rimettere in discussione anche l’obbligatorietà delle vaccinazioni e soprattutto le responsabilità non soltanto degli untori ma soprattutto di coloro che sapevano ma che, per i loro interessi, hanno invece taciuto.
Noi ci proponiamo di risentire in Parlamento ancora l’On Cunial, cosa avrà da riferite sui lavori della preannunciata commissione. Non vorremmo che ancora una volta, senza prima informare i cittadini, siano gli stessi personaggi politici a decidere in tema di salute, e cioè sui diritti soggettivi e inalienabile di noi tutti.
Ci vogliono più di dieci anni per realizzare un farmaco. L’industria farmaceutica è in crisi finanziaria ed economica da qualche tempo a causa dell’investimento e dello sviluppo necessari per la realizzazione di prodotti finiti. Questi per la loro collocazione in commercio vengono preventivamente sottoposti all’approvazione degli enti competenti, i quali non sono molto prodighi di concessioni per la loro più o meno evidente tossicità farmacologica. Si tratta dei così detti, effetti indesiderati che questi farmaci unitamente ad errori medici, comportano in tutto il mondo modernizzato rispetto alla mortalità generale, compresa quella degli incidenti stradali, circa il 10% di morti per malattie dette iatrogene, ossia per quelle malattie che subentrano a causa, degli effetti collaterali dei farmaci assunti, dei farmaci sbagliati e degli stessi errori medici di qualsiasi altra natura che si riflettono sulla salute dei pazienti.
Per tale ragione le industrie farmaceutiche nel mondo si sono piuttosto orientate verso la produzione di vaccini che per ragioni di convenienza commerciale, hanno tutta la necessità che questi loro prodotti vengano somministrati per le varie malattie, a livello di massa.
La depenalizzazione
Negli anni passati dell’altro secolo si sono verificati diversi tragici eventi per gli effetti collaterali provocati dai vaccini. Dopo ricorsi al tribunale, soprattutto attraverso il ricorso collettivo, il così detto. class action, queste industrie sono state condannate ad ingentissimi risarcimenti provocati dai loro vaccini. Ciò è avvenuto soprattutto in America ma anche in altri Stati importanti per il consumo di medicinali.
Le industrie farmaceutiche, con le loro potenti lobby sono però riuscite a farsi approvare la legge che le depenalizza dalle eventuali conseguenze accidentali dovute all’ effetto dei vaccini.
Molte industrie farmaceutiche riconvertite in parte in industrie di ricerca di vaccini, non corrono più alcun rischio legale per le eventuali conseguenze di esiti invalidanti o mortali. Sono dunque soprattutto queste le ragioni per le quali adesso hanno intrapreso l’ attività di ricerca dei vaccini più disparati. Il fine è quello di ottenere, possibilmente in senso obbligatorio come sta avvenendo in Italia, l’ acquisto delle loro specializzazioni per sottoporre tutti quanti a prevenzione vaccinale. Ecco l’importanza del fattore economico che prescinde anche per l’impunità legale che ne è derivata, dagli effetti diretti di efficacia o da quelli collaterali indesiderati e soprattutto , dall’eventualità di richieste risarcitorie come nel passato.
Le difese naturali
Quando il sistema di difesa dell’ organismo è compromesso, significa che non può lavorare in modo adeguato. Se la risposta alle aggressioni virali, batteriche o altro a cui questo è preposto, è eccessivamente gravosa, ecco che allora intervengono in misura maggiore certe sostanze interne (citochine). Le citochine sono delle piccole proteine, che informano e stimolano il grado di risposta del sistema immunitario verso le cellule infettate; cellule sulle quali pertanto, il sistema concentrerà la sua reazione. Se questo è sbilanciato, come un motore che “zoppica”, anche la sua risposta non sarà equilibrata, così che la reazione verrà indirizzata non soltanto contro i virus ma anche contro le cellule organiche infettate. Avviene un po’ come quando subentra la disperazione contro un nemico troppo forte: “Muoia Sansone con tutti i filistei”. Quindi il corpo attacca sé stesso per distruggere gli antigeni con le rimanenti forze.
Ma chi indebolisce il sistema immunitario? Oltre le malattie, sicuramente una esistenza non sana, il logorio, le droghe, il tenore di vita di chi non intende privarsi di niente e che mangia zuccheri in abbondanza durante l’ intera giornata nonché alimenti ricchi di carboidrati.
Aiutare chi ci aiuta
Quando come nella maggior parte dei casi, si tratta di una deficienza immunitaria acquisita, tra le varie cause quasi sempre si evidenziano, carenza di vitamina C e vitamina D rispetto al bisogno organico; vitamine che dovrebbero essere reintegrate per consentire al sistema stesso una migliore funzionalità. Ne va di conseguenza che se queste sostanze vengono assunte in dose adeguate, l’efficienza dell’ intero sistema aumenta e quindi meglio contrasta l’aggressione degli antigeni, siano virus o batteri o altro. In particolare la vitamina D che di inverno, considerata la capacità di essere generata nell’organismo dalla luce e dal sole, è di solito carente mentre in questo periodo di chiusura nelle case, il fabbisogno è ancora più sentito.
La più importante risorsa
Secondo una sorta di risveglio delle conoscenze mediche rimaste alquanto trascurate, adesso per opera anche di diversi medici e di insigni ricercatori tra cui Luc Montagner, premio Nobel per la medicina, si assiste ad un ritorno di una rinnovata attenzione verso le nostre stesse risorse naturali. Queste si rafforzano anche notevolmente integrando l’alimentazione quotidiana con la vitamina C e la vitamina D in dosi adeguate al proprio stato di salute. Il loro messaggio è quello che tutti devono essere consapevoli che il primo baluardo contro l’insorgenza delle malattie è il sistema immunitario. La maggioranza delle persone, come si può constatare dal relativo modesto numero dei contagiati, rimane immune dalla attuale pandemia non soltanto perché non incorre nella contaminazione del virus con l’ isolamento, ma in quanto il proprio sistema immunitario consente di non essere preda di infezione.
La natura artificiale del virus
In seguito, poteremmo sperare anche tra breve, che il coronavirus, essendo stato artificialmente composto con l’inserimento di uno specifico segmento del codice genetico di un’ altro virus (covid-19), è molto probabile che durante le repliche perda progressivamente ciò che di artificiale è stato introdotto. Questo perché la natura in generale non tollera ciò che non è armonico con sé stessa e quindi, un virus poco sopporta la sequenza artificiale del codice di un altro virus. In altri termini il tratto patogeno inserito, è destinato a mutare molto più velocemente del resto durante le repliche, facendo così via via perdere al coronavirus la sua ’ aggressività patogena.
E’ vero però che fino adesso dobbiamo affrontare in una maniera o nell’altra l’aggressione di questo dannato virus con il nostro stato di salute, in quanto ognuno ha uno stile di vita differente, possiede una resistenza immunitaria diversa e un indice di sofferenza ineguale.
Riuscire però a prevenire con le difese naturali dell’organismo i vari agenti patogeni che provengono dall’esterno, non corrisponde a mangiare ciò e quanto si vuole, pur conducendo poi una vita sana all’ aperto.
Anche le sostanze alimentari che nutrono e integrano progressivamente quelle del corpo, provengono dall’ esterno e quindi rientrano tra le scelte e le precauzioni che dovremmo adottare per migliorare la nostra salute in attesa ………del vaccino.
.
Comunicato AMPAS del 21/4
Con serenità, ma anche con determinazione, i medici del gruppo della medicina di segnale (735 iscritti all’AMPAS, la nostra associazione, di cui tanti impegnati in prima linea), preoccupati per le possibili derive autoritarie in atto, desiderano fare chiarezza circa la possibilità che siano lesi dei diritti costituzionalmente garantiti per i cittadini.
1. Lesione libertà costituzionalmente garantite
In questo periodo sono stati gravemente lesi alcuni diritti costituzionali (la libertà di movimento, il diritto allo studio, la possibilità di lavorare, la possibilità di accedere alle cure per tutti i malati non-Coronavirus) e si profila all’orizzonte una grave lesione al nostro diritto alla scelta di cura. Tutto questo in assenza di una vera discussione parlamentare, e a colpi di decreti d’urgenza. Ci siamo svegliati in un incubo senza più poter uscire di casa se non firmando autocertificazioni sulla cui costituzionalità diversi giuristi hanno espresso perplessità, inseguiti da elicotteri, droni e mezzi delle forze dell’ordine con uno spiegamento di forze mai visto neppure nei momenti eversivi più gravi della storia del nostro paese.
Ora sta entrando in vigore un’app per il tracciamento degli spostamenti degli individui, in patente violazione del nostro diritto alla privacy, e che già qualcuno pensa di utilizzare per scopi extrasanitari.
Ma tra le lesioni più gravi ai nostri diritti costituzionali spicca quella legata al diritto di scelta di cura, ben definito sia nella costituzione che nel documento europeo di Oviedo. Noi medici siamo colpevoli di non aver adeguatamente contrastato, due anni fa, una legge che toglieva al pediatra di fatto ogni dignità e autonomia decisionale.
Ricordiamoci che una lesione di diritti non giustificata è sempre la premessa ad altre possibili lesioni.
2. Conflitti di interesse
Gli attori “scientifici” della redazione e della promozione della citata legge Lorenzin non sembrano essere molto diversi dai “consulenti” dell’emergenza di oggi.
Ci chiediamo se le informazioni provenienti dalle figure che operano come consulenti del Ministero della Salute siano diffuse con la comunicazione dei conflitti di interesse che essi possano avere con aziende del settore. Non sarebbe etico né lecito avere consiglieri che collaborano con grandi aziende farmaceutiche.
Sempre in tema di conflitto di interessi: è stato il Parlamento a stabilire i componenti della Task force costituita recentemente per affrontare la cosiddetta fase2? Sono presenti possibili conflitti di interesse? Tali soggetti pare abbiano chiesto l’immunità dalle conseguenze delle loro azioni. Ma non dovrebbero essere figure istituzionali a prendere “decisioni” sul futuro del nostro paese? Una cosa è la consulenza, altro è decidere “in nome e per conto”. Con quale autorità?
3. Libertà di espressione e contraddittorio
Il giornalismo dovrebbe essere confronto di idee, discussione, valutazione di punti di vista diversi. Ci chiediamo quanto sia garantita la libertà di espressione anche di professionisti che non la pensano come noi. Vediamo invece giornalisti che festeggiano la “cattura” di un povero runner sulla spiaggia da parte di un massiccio spiegamento di forze, e la sistematica cancellazione di ogni accenno a diversi sistemi di cura rispetto alla “narrazione ufficiale” del salvifico vaccino, si tratti di vitamina C o di eparina, in totale assenza di contraddittorio.
In questo quadro intossicato, le reti e i giornali maggiori mandano in onda continuamente uno spot, offensivo per l’intelligenza comune, in cui si ribadisce a chiare lettere che la loro è l’unica informazione seria e affidabile: il resto solo fake. Viene così creata l’atmosfera grazie alla quale si interviene su qualunque filmato, profilo social, sito internet che non si reputi in linea con la narrazione ufficiale. Nessuna dittatura può sopravvivere se non ha il supporto di una informazione asservita.
4. Vaccino: soluzione a tutti i mali?
Tutti aspettano come una liberazione il nuovo vaccino (che giornalisti e virologi a senso unico continuano a vantare come l’unica possibile soluzione), dimenticando alcuni fatti. Il primo è che il vaccino viene sviluppato sulla base delle proiezioni teoriche sui virus in circolo l’anno precedente, e dunque è una “scommessa” (è esperienza comune ad ogni inverno che molte persone vaccinate si ammalino comunque). Il secondo è la continua forte variabilità di un virus a RNA come il Coronavirus, di cui pare esistano già diverse varianti. Ciononostante, in dispregio anche del rischio di interferenza virale (per cui il vaccino per un virus diverso può esacerbare la risposta ad un altro virus) la regione Lazio propone l’obbligatorietà per tutti i sanitari e tutti gli over65 di effettuare vaccinazione antinfluenzale ordinaria, violando ancora una volta (se l’obbligo fosse reale) il diritto costituzionale alla scelta di cura. E i difensori della costituzione, muti. Facile immaginare cosa succederà non appena sarà reso disponibile, con iter accelerati e prove di sicurezza minimali, il nuovo vaccino salvavita. Da medici vogliamo ribadire l’importanza del rispetto della libertà di scelta di cura così come costituzionalmente definita.
5. Bambini e movimento fisico
Una nota è necessaria per capire la gravità della situazione anche per quanto concerne movimento fisico e chiusura in casa dei nostri bambini. La stessa OMS si è pronunciata nel merito raccomandando l’uscita all’aria aperta e il movimento fisico come indispensabili presidi di salute e di sostegno immunitario. Quasi tutti gli altri paesi europei hanno consentito l’uscita in solitaria per fare sport e la passeggiata con i bambini. Noi no. Con una regola di incredibile durezza, venata di un inaccettabile paternalismo (“se li lasciamo liberi poi non sono capaci di stare distanti”) abbiamo creato disagi psicologici e fisici (obesità e sedentarietà) e costretto a salti mortali i pochi obbligati al lavoro (sanitari, agricoltori, trasportatori, negozi alimentari).
Non possiamo inoltre non rimarcare la totale disattenzione di questi draconiani provvedimenti nei confronti delle famiglie con figli disabili (e in particolare autistici) per i quali il momento quotidiano di uscita all’aria aperta rappresenta un indispensabile supporto alla propria difficile condizione. I più fragili, come sempre, pagano il pedaggio più duro.
Tutto ciò non bastasse è stata scatenata la guerra del sospetto e della delazione tra gli invidiosi delle libertà altrui.
Come lucidamente scrive Noam Chomsky, mettere i propri sudditi uno contro l’altro è uno splendido sistema per qualunque dittatura per distrarre il popolo da quello che veramente il potere sta perpetrando a suo danno.
L’intervento di squadre di polizia con quad ed elicotteri ad inseguire vecchietti isolati sui sentieri non fa che rafforzare l’idea di poter essere tutti sceriffi, a dimostrazione della perfetta riuscita di induzione della psicosi da parte del potere.
6. Danni economici del lockdown: un disastro epocale
Alcuni comparti, come quello del turismo, della ristorazione o automobilistico hanno avuto riduzioni di fatturato vicine al 100%. Questo significherà, come dicono le prime stime, una decina di milioni di disoccupati. Che smetteranno di pagare i mutui in corso. Smetteranno di acquistare beni di consumo. Perderanno le loro attività o le loro aziende costruite in decenni di sacrifici. Noi medici sappiamo cosa significhi questo a livello sanitario: migliaia e migliaia di nuovi decessi. Persone che si ammaleranno, si suicideranno (le prime avvisaglie sono già visibili), ritireranno i propri risparmi in banca. Serve ripartire subito, tutti, senza tentennamenti. Per ridurre i danni, che comunque, anche si ripartisse oggi, saranno epocali. Se domani si dovesse scoprire che qualcuno ha surrettiziamente prolungato il lockdown italiano (ad oggi il più duro d’Europa) per mantenere alto il panico e trovare un ambiente più pronto all’obbligo vaccinale, ci auguriamo solo che la giustizia possa fare il suo corso con la massima durezza. La gente perde il lavoro e muore di fame, e lorsignori pontificano.
7. Le cure
Anche qui l’argomento è imbarazzante. È comprensibile che un virus nuovo possa spiazzare anche i migliori medici per qualche tempo. Ma via via che le informazioni si accumulano occorrerebbe ascoltare coloro che sul campo hanno potuto meglio capire. Un gruppo Facebook di cui molti di noi fanno parte, nato spontaneamente come autoaiuto, e che conta circa 100.000 iscritti, ha elaborato delle raccomandazioni di cura efficaci poi inviate al ministero.
Oggi che pare chiaro e assodato che il decesso avvenga a causa di una forte coagulazione intravascolare molte vite possono essere salvate con l’uso della semplice eparina. Ma non basta: servono anche attenzioni specifiche a seconda del timing della malattia: ai primi sintomi, ai primi aggravamenti, o in fase procoagulativa. In particolare a noi medici di segnale risulta difficile comprendere l’uso massivo di paracetamolo o di altri antipiretici una volta acclarato che la febbre è un potente antivirale per l’organismo. È in preparazione un documento interassociativo anche su questo delicato argomento che merita più ampia trattazione.
Ove qualcuno, tuttavia, si permetta di ritardare l’adozione di sistemi di cura efficaci, per motivi meno che chiari (e alcuni interventi televisivi volti a screditare l’eparina sembrano andare in quella direzione) si aspetti reazioni forti da chi ha rischiato la propria vita in prima linea.
La magistratura sta ora indagando sui gravi errori commessi in alcune regioni nella gestione delle residenze per anziani, veri e propri focolai d’infezione con purtroppo un numero elevatissimo di decessi, stante la fragilità e la polimorbilità degli ospiti, quasi sempre in trattamento con statine, antipertensivi, analgesici, antidiabetici. Al di là delle responsabilità regionali, che la magistratura valuterà, preme fare dei numeri: dei 22000 decessi totali nazionali ben 7000 (il 30%!) sono di degenti in RSA. Un dato sconvolgente, ma che deve farci riflettere sull’incremento importante dei decessi in alcune province.
Gli errori fatti, in buona o cattiva fede, sono costati la vita a più di 100 medici e ad un alto numero di altri operatori sanitari che sono stati mandati allo sbaraglio senza un piano preciso e senza i necessari dispositivi di protezione. A loro va la nostra più profonda gratitudine.
8. Test sierologici ritardati o non autorizzati
Uno dei modi per capire quante persone hanno già incontrato il virus (smettiamo di chiamarli “contagiati”, perché talvolta hanno avuto solo lievi sintomi influenzali e prodotto splendidi anticorpi) è quello di effettuare un test sierologico, che è di costo contenuto e che evidenzia malattia in corso (IgM+) o malattia superata e presenza di anticorpi memoria (IgG+). Chi sia IgG+ potrebbe già serenamente ricominciare a muoversi senza particolari cautele né per sé né per gli altri. Sensibilità e specificità di questi test sono altissime a differenza di quelle dei tamponi. Perché tanta ostilità da parte di governo e istituzioni sanitarie tanto da vietarne l’uso “fino ad approvazione di un test affidabile”? I casi di Ortisei (45% di positivi) e di Vò Euganeo (75%) ci dicono che probabilmente il virus si è già diffuso molto più di quanto pensiamo e che le misure in essere potrebbero non essere poi così necessarie, almeno in alcune zone d’Italia.
9. Qualche numero
Vi prego risparmiateci il teatrino delle 18. Quei numeri non sono affidabili e fanno parte di una consumata regia. A fianco di Borrelli sfilano talvolta alcune figure i cui potenziali conflitti d’interesse non vengono mai dichiarati.
Il numero dei “contagiati” è privo di senso, visto che dipende dal numero di tamponi effettuato. E la stragrande maggioranza della popolazione potrebbe già avere incontrato il virus senza saperlo. Stime della Oxford University parlano di 11 milioni di potenziali positivi già ora. Se questo dato fosse vero la letalità di Sars-Cov2 sarebbe veramente irrisoria: lo 0,05%, anche prendendo per veri i dati di mortalità. Ma anche su questi permane il terribile dubbio sui decessi PER e CON Coronavirus. Diverse testimonianze mettono in forte dubbio il dato, visto che ogni giorno in Italia ci lasciano circa 1900 persone (dati ISTAT) e non si fa fatica ad estrarne 400, tra questi, che siano anche positivi al virus. Tuttavia è dato chiaro a chi lavori in prima linea che la grave coagulazione intravascolare indotta dall’incontro tra il virus e un terreno per lui fertile (età media decessi 78 anni, media 3,3 patologie presenti) possa portare rapidamente alla morte individui fragili che tuttavia avrebbero volentieri vissuto qualche anno ancora. In Inghilterra hanno rilevato che che il 73% dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva per CoronaVirus è sovrappeso o obeso. Come dice il dr. Lustig: “Il virus non distingue chi infetta ma distingue benissimo chi uccide”.
Questi pazienti fragili comunque avrebbero preferito morire tra le braccia dei loro cari piuttosto che da soli in questo modo terribile.
In altri paesi hanno usato modalità di calcolo diverse. Non potremmo chiedere dati più precisi e affidabili evitando di diffondere panico e preoccupazione?
10. Altri Paesi europei e non: lockdown molto diversi
Altri paesi sia in Europa che nel mondo stanno adottando lockdown parziali molto meno rigidi di quello italiano, tanto che il lockdown completo viene ormai tristemente chiamato “all’italiana”. Eppure abbiamo il problema da prima di tutti gli altri e ci stanno facendo credere che lo chiuderemo buoni ultimi. Per colpa dei runner e dei bimbi a passeggio, ovviamente. Peccato che in molti paesi europei la passeggiata di adulti e bambini, la gita al mare, l’accesso alle seconde case sia quasi ovunque consentito, a patto di mantenere il distanziamento sociale. Ma non eravamo nell’Europa unita? Perché questa crudeltà nella sola Italia? Siamo ancora il paese cavia? Richiediamo con forza di allinearci al più presto alle direttive in essere nella maggior parte dei paesi europei.
11. Sostegno al sistema immunitario: i sani proteggono
Un punto chiave, che è sfuggito totalmente ai nostri governanti e ai nostri media è che i sani (quell’85% delle persone che ha incontrato il virus e nemmeno se ne é accorto, o ha subito lievi sintomi, costruendo presto gli anticorpi necessari) conducono uno stile di vita più sano che ne ha irrobustito e forgiato il sistema immunitario. Mangiare sano, fare sport quotidiano, condurre una vita meno stressante (magari abitando fuori città), assumere vitamine e integratori naturali, fare a meno di farmaci inutili, rinunciare a fumare, a drogarsi o a bere senza controllo, rappresenta un impegno che si vorrebbe vedere in qualche modo valorizzato come comportamento virtuoso quantomeno in relazione al risparmio che consente al sistema sanitario nazionale e, in questo caso, alla protezione dalla diffusione del virus e alla non occupazione di un posto letto, lasciato così libero per un altro.
Invece se accendiamo la TV vediamo solo pubblicità di farmaci e di dolciumi. E tra i pochissimi negozi aperti, in pieno lockdown, lo stato ha pensato bene di lasciare le tabaccherie. Fuma, riempiti di dolci, stai sedentario e ingozzati di farmaci: questo il messaggio che lo stato ci ha dato in questo periodo. Tanto, presto, arriverà il vaccino.
12. Le richieste
Consapevoli del fatto che il futuro sarà nuovo e diverso solo se capiremo che la nostra biologia non ci consente di vivere in città superaffollate, inquinate, fumando, drogandoci e mangiando solo cibi industriali e raffinati in completa sedentarietà, vogliamo sperare che il “dopo emergenza” possa essere migliore del “prima”. Ma questo potrà avvenire solo se avverranno molte delle cose che siamo qui a richiedere, alcune immediate, altre a breve.
Richiediamo dunque con forza, a nome dell’associazione AMPAS e dei 735 medici che ne fanno oggi parte (nonché dei numerosi simpatizzanti non medici):
Medici migliori, in un paese migliore
AMPAS
![]() |
Rashid Buttar - Video |
Sul canale The Next News Network, presente su Youtube, che conta un milione e quarantaduemila iscrizioni, è comparso in questi giorni il video della intervista al dottor Rashid Buttar, indicato come uno dei cinquanta medici americani più influenti, autore di bestseller, e titolare dell'istituto Centers for Advanced Medicine and Clinical Research (del quale esiste il relativo sito web, con indirizzo e riferimenti).
IL dottor Buttar parla a tutto campo della pandemia in atto, degli attori coinvolti, e di una serie di altri pesanti elementi in gioco, con sorprendenti rivelazioni, che, se confermati (alcuni sono noti e già di dominio pubblico) modificherebbero in maniera radicale la “narrazione” in atto.
In un momento della storia in cui sembra esistere un'unica voce, ripetuta da tutti i media principali, riguardo al covid-19, che sta tenendo buona parte del pianeta relegato in casa, è indispensabile per tutti, ascoltare delle altre voci, fuori dal coro, non solo per tenere alto l'indispensabile elemento del dubbio - che sempre deve accompagnare il ricercatore della verità - ma anche perché, nella storia moderna, si sa che, ogni qual volta è comparsa una voce unica, onnipresente su tutti i mezzi di informazione/propaganda, è sorto immediatamente il rischio e la realtà della tirannia e del fascismo.
Un rischio che può ben ripresentarsi oggi, ma con caratteristiche e modalità del tutto inusuali e impreviste.
Di seguito, si riportano alcuni appunti, estratti sinteticamente dall'intervista.
Quanto scritto in questo articolo non vuole essere indicata come la verità sui fatti in corso, ma riuscire ad “accendere una spia” al buon lettore.
- Tre settimane prima di questo video, il dottore aveva indicato come falsa questa pandemia, in particolare perché perpetrata attraverso dati ritenuti falsi o falsati.
Il Presidente Trump, d'accordo, in linea di massima con queste affermazioni, insieme al Surgeon General americano, Dottor Jerome Adams, ha fatto emettere un atto ufficiale, della casa Bianca, in cui esplicita come l'Oms non avrà più il sostegno economico degli Stati Uniti.
- Nel 2014 era stata interrotta, legalmente, una ricerca su un virus chimera - ritenuta ricerca inutile, pericolosa, ed in grado di cagionare una pandemia - sostenuta dal Fauci, il quale ha successivamente distratto non meno di 3.7 milioni di dollari, dalle tasse americane, per proseguire la ricerca in altri laboratori, questa volta in Cina.
La ricerca è comparsa sul giornale Nature, e fa capo all'università del Nord Carolina.
Si tratta di una ricerca che è servita ad aumentare la funzionalità e la potenza del virus originale.
- Nel 2017 Fauci ha fatto una dichiarazione sorprendente, video-documentata, in particolare alla Georgetown university, in cui ha affermato che il successivo presidente Usa, avrebbe dovuto affrontare una pandemia. Su che base lo diceva?
Il Fauci si è reso responsabile, in passato, in particolare nel periodo della comparsa del virus Hiv, del sostegno di “agende farmacologiche di ricerca occulte”, già evidenziate e segnalate, diverse e divergenti, rispetto a quanto stabilito dai protocolli di cura pubblici.
- Lo stesso presidente Usa, ha dichiarato, informato da equipe di medici, che esistono in commercio almeno due farmaci - l'idroxiclorochina e lo zitromax - in grado di curare il covid, nel 99% dei casi.
Ciò nonostante, la stampa ha continuato a seguire le sue agende-setting, e la relativa informazione, mentre Fauci ha continuato a proporre come soluzione per il covid un vaccino.
- Il dottor B. si è confrontato con numerosi medici, amici e persone, che lui stesso ha formato, sul tema del Covid: alcuni di loro hanno pubblicato materiale in merito, su canali youtube, e più in generale su internet, sono stati poi censurati. E giustamente ci si chiede: perché censurare degli
esperti di uno specifico settore, che ne parlano, alla luce del sole?
- Ad oggi, ancora nessuno, seguendo la corretta prassi medico-biologica, insegnata nelle università, è riuscito a dimostrare che questo specifico virus sia vero ed esistente.
-Inoltre si sta adoperando un tipo di test - chiamato test Rt-pcr - per diagnosticarlo, che non è stato progettato per la diagnosi diretta, quindi fornisce risultati incorretti, ma è nato per altri scopi di ricerca e verifica. Questo test, se somministrato a persone precedentemente vaccinate per l'influenza o la trivalente, forniscono nell'80% dei casi, un risultato falso-positivo.
- Secondo l'abc della prassi medica, nel caso di problemi respiratori, è d'obbligo seguire due metodi, prima dell'ultimo a disposizione, cioè l'intubazione: I due metodi sono sintetizzati con il CPAP e il BiPAP. L''intubazione infatti non solo è traumatica, ma comporta ulteriori rischi per il paziente, come l'aumento dell'infiammazione. Senza motivi logico-medici, sembra che si stia procedendo ad intubazioni su intubazioni. Il che è semplicemente assurdo.
- A proposito dei vaccini, il dottor B ricorda che, secondo i dati, nel 1991 l'autismo era presente in un caso su 10.000. Oggi, a seguito della diffusione del vaccino, il numero dei casi di autismo è salito a 1 su 32.
- Alla domanda su cosa stia accadendo adesso, negli Stati Uniti e nel mondo, il dottor B riporta che si tratterebbe dell'ennesimo caso di “attacco sotto falsa bandiera”. Avendo egli servito nell'esercito come ufficiale medico, ha partecipato anche alla guerra del golfo, dove gli fu riferito dall'amico sergente Rafael Medica, che lui stesso (Medina), insieme ad altri undici soldati, si resero responsabili, spostandosi su delle Dune Bughy, dell'incendio dei 300 pozzi petroliferi, addebitandoli poi al nemico. Questa fu l'informazione passata ai media e sui media. Ciò che sta accadendo adesso, segue il medesimo protocollo.
- Ancora sui vaccini e le case farmaceutiche: all'epoca Reagan, un gran numero di persone faceva causa alle case farmaceutiche, per i danni conseguenti agli effetti collaterali di questi prodotti. Le case si rivolsero al presidente, per ottenere un salvacondotto legale, in questi casi, sopra citati. Il presidente si rifiutò, ma il congresso approvò la richiesta delle casa fermaceutiche. Ancora oggi, dinanzi agli effetti collaterali di un vaccino, nessuno dunque è responsabile.
- Si sta parlando di cominciare a vaccinare i bambini appena nati, ma è nei libri di medicina il fatto che essi non avrebbero nella loro fisiologia gli elementi per poterli sopportare, integrare, metabolizzare. Finendo dunque per danneggiarli gravemente già in culla.
- E' chiaro che il distanziamento sociale rende più facile monitorare le persone: un conto è monitorare con una telecamera una persona che ha spazio vicino a sé, un conto è farlo, accerchiata e avvicinata da altre dieci o venti.
- Non è chiaro il passaggio in cui il dottore parla delle crisi ipossidiche: da un lato, sembra che egli stia puntando il dito sulla evidenza che questo virus conduca a quel tipo di crisi, simili cioè a quelle che si hanno in alta quota. Oppure sembra indicare le frequenze cellulari come capaci di agire su uno specifico meccanismo di ricezione/rilascio del calcio, nel corpo umano, cosa che comporta poi la crisi suddetta. E la storia del virus risulterebbe essere solo una copertura dell'influenza del fattore elettromagnetico, per esempio il 5G.
- Gli Stati Uniti hanno il maggior numero di persone con armi di proprietà. In particolare persone in pensione, dai vari corpi militari e civili che le usano. Vista la situazione di enorme rischio per la democrazia occidentale, di cui gli Usa si considerano il faro, il dottore fa presente a queste persone
di rispettare il giuramento nella Costituzione, di proteggere le persone vulnerabili e quindi la democrazia, a tutti i costi, qualora le circostanze lo rendano necessario.
- Thomas Jefferson diceva che quando la gente avrà permesso al governo di imboccarla o di mettergli in bocca delle medicine, essi saranno ormai come delle anime morte.
Il vaccino antitubercolare
Gira in rete ma anche su giornali nazionali ed esteri di grande tiratura, la notizia che sia stato ipotizzato il rimedio contro il coronavirus, Covid-19, identificato nel vecchio vaccino antitubercolare già largamente usato ad iniziare dalla fine del 1800.Si tratta però di una notizia riportata in modo distorto in quanto, se è vero che questo vaccino viene adesso sperimentato in Olanda, in Germania e in Australia per tentare di arginare il coronavirus, è altrettanto vero che la sperimentazione non può riguardare e infatti non riguarda, la diretta applicazione di un vaccino antibatterico per una patologia virale.
Un vaccino antibatterico come quello della tubercolosi non può intervenire direttamente di fronte a un’aggressione da virus anche per la sproporzione dimensionale superiore di 1 a 1000 tra il Covid-19 e il batterio tubercolare. Questo è tanto vero, che fonti competenti negano addirittura che possa avvenire una sperimentazione di tal genere; tuttavia questa è la notizia.
Si tratterebbe, mettiamola al condizionale, di una sperimentazione ancora in fase iniziale per accertarsi se il vaccino antitubercolare possa in qualche modo favorire il rafforzamento del sistema immunitario al fine di meglio prevenire ed eventualmente affrontare, la contaminazione anche del Covid-19 e delle sue complicazioni.
E’ quindi una questione molto differente da quella dello specifico vaccino anti coronavirus che è ancora una chimera a tempo indeterminato.
Dunque le prove di risposta dell’ organismo umano con vaccino antitubercolare avrebbero lo scopo di testare la possibilità di un rafforzamento del sistema immunitario in senso generale: tanto per una ferita, così per il coronavirus.
La novità a tempo differito
D’ altra parte, la ricerca su questo vaccino non è una novità degli ultimi giorni. Le notizie mediatiche in questo periodo di tensione collettiva che anche l’ Australia sia sperimentando il vaccino antitubercolare riguardano la medesima informazione riportata in tempo differito.
Ammesso che il vaccino antitubercolare possa dare un contributo al rafforzamento del sistema immunitario delle popolazioni del mondo, ai fini pratici si dovrà attendere: la fine della sperimentazione, la approvazione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la produzione industriale, la distribuzione agli enti pubblici autorizzati e la somministrazione alla popolazione a scopo differente della profilassi antitubercolare.
Siamo quindi, fuori portata delle nostre attuali necessità di difesa dal Covid-19. Ma chi, stando ancora bene, vorrà sottoporsi al rischi reattivi anche se minimi, di questo vaccino? Per quanto riguarda invece le persone già infettate, la reazione vaccinale potrebbe essere tragica.
Osservando gli immigrati
Probabilmente il motivo di una accresciuta attenzione a questo genere di sperimentazione è dovuta al fatto che gli immigranti non risultano particolarmente contagiati dal coronavirus in quanto secondo alcune fonti di informazione, avendo fatto la profilassi antitubercolare avrebbero ottenuto questa immunità. La qualcosa non regge in quanto il vaccino antitubercolare che viene somministrato nell’infanzia, ha una durata media di cinque anni al massimo può arrivare ai dieci. Per essere ancora protetti occorrerebbe procedere a richiami. Ora risulta abbastanza inverosimile considerata l’età degli immigrati arrivati in Italia e le loro condizioni esistenziali, che questi si siano sottoposti prima della partenza per l’Europa, a richiamo tubercolare.
Quindi, se questi sono i presupposti, le speranze riposte nell’immediato di disporre di un rimedio efficace per opporsi all’infezione virale del Covid-19 riposte nel vaccino antitubercolare non trovano almeno al momento, alcun supporto reale.
Le difese personali
E’ sotto gli occhi di tutti il risultato statistico di come le persone reagiscono di fronte alle epidemie. Chi guarisce senza cure eccezionali deve il successo all’efficacia del proprio sistema immunitario.
A maggior ragione ciò vale per coloro che riescono immediatamente a neutralizzare il contagio, che sono la maggioranza e che neanche incorrono nella malattia. Tutto ciò dipende dalla capacità reattiva del loro sistema non indebolito da droghe o da altre patologie in atto. Questo al contatto con il virus, forma all’interno dell’organismo gli stessi anticorpi che dovrebbe formare il vaccino anti Covid-19 , qualora ci fosse. La ragione per cui si devono proteggere e rafforzare per quanto possibile, le nostre difese naturali è proprio questo. Ma senza ricorrere alla chimera delle nuove sperimentazioni sul vaccino antitubercolare, vi sono altri mezzi semplici e immediati per rafforzare le nostre difese immunitarie tra le quali, quelle del bisogno giornaliero di vitamina C e di vitamina D. Quest’ ultima in particolare, che si forma in modo naturale nel corpo con la luce e con l’illuminazione del sole, è sensibilmente carente durante il soggiorno forzato in casa. Le due sostanze contribuirebbero al ripristino delle attività reattive affievolite dell’organismo, aumentando pertanto, la capacità di meglio esprimere con gli anticorpi naturali il più valido baluardo nei confronti dell’aggressione virale, come appunto, nel caso del coronavirus.
“Questo matrimonio non s’ ha da fare”
A favore dell’uso delle due vitamine per invigorire il sistema immunitario di fronte all’aggressione del Covid-19 si sono espressi molti medici, compreso Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina. Quest’ ultimo in una recente intervista sostiene infatti, ma come detto, non è il solo, che una buona difesa dell’ organismo utile anche contro il coronavirus, si ha assumendo vitamina C e D e in generale, tutto ciò che combatte i processi ossidativi che mandano in crisi il sistema immunitario. D’altra parte la mancanza della prova scientifica della efficacia delle due vitamine sul sistema immunitario come molti sostengono, non può impedire il buon uso di queste. Vi sono tante cose che la scienza non sa spiegare ma funzionano lo stesso. Ad esempio, malgrado gli enormi passi avanti fatti dalla fisica, la scienza che domina l’ universo, nessuno scienziato al mondo è attualmente in grado di dimostrare scientificamente in che modo la forza di gravità crea attrazione. Quando però, cadiamo per terra tutti ci accorgiamo come funziona.
Ma allora per quale motivo queste due vitamine vengono così osteggiate da chi invece dovrebbe proporle? Al limite, lascerebbero il tempo che trovano. Ma se il pretesto di questa avversione è quello dell’eccesso, allora tutto in eccesso diviene negativo. Anche l’acqua potabile in eccesso provoca intossicazione nonché la morte.
La risposta a tanta ostilità si può trovare rivedendo attraverso Internet, il video di una delle trasmissioni del mese scorso nella rubrica di TV7 “Non è l’arena”, dove invece nell’ “arena” della sala di regia sono emersi i pretestuosi motivi per cui la vitamina C è la vitamina D non debbono essere utilizzate.
Tutte le più gravi patologie sono in aumento specialmente le malattie infettive che tra il 1940 e il 2000 hanno ucciso quasi 60 milioni di esseri umani. Mille nuovi casi di tumore si aggiungono ogni giorno solo in Italia.
Questo esponenziale incremento viene attribuito agli agenti patogeni (microrganismi che normalmente circolano tra gli animali e che finiscono col colpire anche gli esseri umani); all’alterazione degli ecosistemi, alle modificazioni ecologiche, al cambiamento climatico, ma nessuno punta il dito sulla causa principale che genera questo sistema di cose: gli allevamenti intensivi per la produzione di carne e l’incremento demografico che secondo le previsioni alla fine del 21secolo gli abitanti della Terra saranno tra 10 e 23 miliardi con la conseguenza che raddoppierà o triplicherà il consumo di carne e questo porterà a situazioni catastrofiche per la salute umana e per l’ambiente ormai in agonia.
Antiche scritture indù dicono che prima che la popolazione consumasse carne vi erano solo due malattie, dopo se ne svilupparono 78. Ippocrate a suo tempo ne annoverava 0 malattie, più tardi Galeno ne elencava 150. Oggi si calcola che vi sia la sconcertante cifra di circa 20.000 malattie, ma questa allarmante situazione sembra non turbare affatto chi è deputato alla salute pubblica.
Interpellati in tal senso gli esperti del settore giustificano candidamente, questo continuo proliferare di nuove malattie, con l’allungamento della vita media, anche se queste vanno manifestandosi in età sempre inferiore colpendo anche la fascia dei bambini: come se l’essere umano, superata una certa età, fosse condannato dalla natura alle più terribili malattie. Cosa che non si ravvisa nel mondo naturale dove un animale vive in ottima salute e giunta la sua ora si apparta e si spegne serenamente senza il calvario delle malattie cui sembra condannata la specie umana.
La rassegnata convinzione comune è che la causa dello sviluppo della malattie moderne sia dovuto all’inquinamento dell’aria, ai pesticidi che avvelenano la terra e agli additivi chimici che finiscono nel cibo; anche se la ricerca ufficiale dice che l’inquinamento incide solo per il 2% sullo sviluppo della malattie tumorali; che l’alimentazione non idonea (da studi scientifici) incide per il 5% in più del fumo di sigaretta nel produrre tumori. Ma di fronte a tale allarmante situazione che cosa fanno le istituzioni per abbattere l’inquinamento generale a cui attribuiscono le malattie umane prodotto principalmente dall’industria zootecnica alimentare che da sola inquina più di tutte le altre industrie del pianeta?
Per noi l’insana quanto innaturale abitudine della specie umana di nutrirsi di cadaveri di animali è la causa di tutte le sventure e la condanna non solo a tutte le malattie che ne derivano, ma all’inquinamento generale, alla distruzione dell’ambiente e soprattutto all’atrofizzazione della coscienza resa sempre più indifferente verso il valore della vita e della sofferenza di miliardi di animali che sacrifica per mero piacere gastronomico. Ed è l’indifferenza verso la sofferenza altrui che ha fatto di questa terra un luogo di dolore.
BILL GATES BATTE CASSA PRESSO I BILANCI PUBBLICI ?
Perché non vuole rischiare nulla nella produzione di un vaccino?
Ma se l'industria farmaceutica-biotech ha bisogno di sovvenzioni pubbliche «per mettersi subito al lavoro», in quanto non vogliono assumersi rischi economici, perché non portarle sotto controllo pubblico, nazionalizzandole?
Perché non ricondurre la ricerca scientifica sotto il controllo dello Stato, se è lo Stato in ogni caso ad assumersi i costi e i rischi correlati, pagando i danni "collaterali" alla popolazione?
Soprattutto se il diritto alla Salute è prevalente su quello del profitto.
E se vogliamo essere curati e non abbandonati per mancanza di ricerca e farmaci (es. estratti di Cannabis) o sottoposti ad assunzione forzata di farmaci con dipendenze e controindicazioni.
E magari a vaccinazioni rischiose...
Le industrie vogliono prolungare il tempo dei brevetti a tutela dei profitti, contro l'esigenza della scienza e della salute. Non abbiamo altra strada…
La circolare militare - È ormai da alcuni giorni che ci imbattiamo in anticipazioni mediatiche inerenti la possibilità di qualche progresso nella ricerca terapeutica di questa pandemia. Tra queste è stata inserita in rete telematica una circolare sull’ argomento, con intestazione della Infermeria Presidiaria dei Carabinieri Paracadutisti, “Tuscania”, con sede a Livorno. Si tratta della copia del documento in tema di coronavirus che si presume trasmesso in ambito militare al personale di stanza nello stesso Presidio.
In questo si raccomanda di non assumere ai minimi sintomi di malattia, i farmaci antinfiammatori che vengono elencati, in quanto sarebbero contro indicati; mentre a titolo di precauzione, viene raccomandato di preferire la tachipirina.
Lo stesso documento prosegue con consigli e raccomandazioni agli Enti in indirizzo (cancellati nella copia disponibile) informando i destinatari per meglio affrontare i pericoli della pandemia. Si tratta evidentemente dei militari che in questo periodo sono esposti in prima linea per porre i cittadini nelle migliori condizioni di sicurezza operativa, in caso di necessità.
Sulla circolare si legge anche tra le raccomandazioni, il consiglio di assumere ogni giorno uno o due grammi di vitamina C che stimola l’attivazione del sistema immunitario.
Il medesimo consiglio viene dato per la vitamina D nei dosaggi indicati, in quanto questa vitamina mitiga il processo infiammatorio alla base della malattia da Covid-19.
Il pregiudizio come prova - Mentre da parte della Infermeria Presidiaria tutto tace, si leggono “on line” a commento del documento in questione, le opinioni degli immancabili contro interessati all’uso delle menzionate vitamine. Questi infatti affermano che il documento è falso, ma non perché le firme degli ufficiali che lo hanno sottoscritto siano altrettanto false così come falsa, l’intestazione e il protocollo che l’Ente avrebbe apposto, prima della divulgazione. Le loro deduzioni sono infatti basate sul fatto che il documento sarebbe falso in quanto a loro stesso avviso, la vitamina C e la vitamina D non comportano alcun beneficio al sistema immunitario e quindi, la circolare, è una “fake news”.
La apodittica dimostrazione della non autenticità del documento circola on line, appunto anche con l’apposizione di una sorta di timbro, ieri con: “Fake news “ e oggi “Notizie false”.
Chi smentisce così categoricamente la circolare militare che potrebbe portare, un beneficio anche alla popolazione civile fortificando il sistema immunitario con le due vitamine, non si cura però, di informarsi alla fonte della sua autenticità né sull’importanza di questi semplici e innocui rimedi; rimedi per chi non dispone di alcuna alternativa di cura, ossia , per tutti noi, contestatori compresi.
L’ esame del documento - Nessuno ha la bacchetta magica, ma osservando il documento si può anche meglio capire perché l’ Ente militare non risponde alle provocazioni che si leggono in rete. Le due firme apposte a margine e a chiusura del l’ atto, sono quelle dell’ Ufficiale medico proponente e del responsabile della Infermeria Presidiaria tipiche della copia in minuta.
La circolare ufficiale sarà invece firmata solo da quest’ ultimo con l’ apposizione del relativo timbro personale, nonché di quello tondo dello Stato.
Il documento in rete non è quindi un atto ufficiale per cui è molto probabile che l’ Ente non risponda alle provocazione di “Face news”, attribuita soprattutto al contenuto, in quanto il consiglio di assumere la vitamina C e la vitamina D non è stato gradito dai contestatori.
Anche la trippa alla romana
Se poi si vuole dimostrare la nocività della vitamina C e della vitamina D riferendosi però, ad una dose eccessiva fino alla tossicità, allora è evidente, così come per ogni altra sostanza, che l’eccesso porta sempre ad un risultato tossico.
Possiamo però aggiungere che qualsiasi sostanza, anche la più innocua presa in eccesso, determina uno stato patologico. Ne è esempio l’alcol nelle sue varie espressioni enologiche, il sale da cucina e persino l’acqua potabile che se assunta in quantità eccessiva diviene tossica e può condurre alla morte. Persino la trippa alla romana che è una vera delizia, se mangiata fino al’ indigestione potrebbe portare all’ ultima cena. Affermare quindi che la vitamina C e la vitamina D sono nocive, autorizza ad dire che anche tutte le sostanze alimentari di questo mondo se ingerite in quantità eccessiva arrivano allo stesso risultato. In questo particolare momento di generale confusione sulle altalenanti notizie di falsità o di autenticità della circolare, non si deve sottovalutare che l’ interesse della collettività in questa tragica circostanza ha il valore insuperabile della nostra stessa salute e di quella dei nostri cari.
Luc Montagnier |
In una recente intervista apparsa in alcuni giornali ancora reperibili on line, qualche settimana fa il Premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier si è chiaramente espresso in modo contrario alle apodittiche affermazioni contro le due vitamine dichiarandosi invece convinto dell’apporto positivo al sistema immunitario della vitamina C e della vitamina D contro il coronavirus.
E allora da parte dei contestatori, tante “…...” per nulla.
25 marzo - Il magma mediatico in cui, nostro malgrado, ci siamo trovati immersi negli ultimi mesi, sembra avere imboccato univocamente la deriva dell’informazione da terrorismo psicologico.
Per nulla facile distaccarsi da un meccanismo che ha condensato nella logorroica locuzione “RESTATE A CASA” quasi l’unico antidoto al momento consentito al Coronavirus, prontamente ribattezzato CoVid 19.
Pericoloso e letale, non già per la sua diffusione patologica ma soprattutto per quella mediatica e percettiva che ne consegue, l’eufemistico virus, ha già provocato danni inestimabili.
Mentre la nazione si paralizza nello slancio emotivo di salvaguardare la propria e l’altrui incolumità senza garanzia alcuna se non l’imposizione dall’Alto, le Istituzioni sembrano aver rinunciato a qualunque forma di tutela, ad ampio spettro, della pubblica salute.
Già, perché le manovre politiche degli ultimi anni, i cosiddetti “tagli alla sanità” voluti dai nostri imparentati d’Oltralpe che ora, con molta umiltà, ci hanno sbattuto le porte in faccia, non sono certo stati fatti in funzione di un’epidemia annunciata ma di una logica sovrannazionale che tende a privilegiare sempre chi sta meglio.
E, per stringere ulteriormente il cerchio, si sottoscrive un, non meglio identificato, “Patto per la Scienza” che vede tra gli attori fondatori nientemeno che Grillo, fondatore e tuttora garante del Movimento 5 Stelle, il virologo del momento Roberto Burioni, la cui figura non sembra essere mai stata particolarmente gradita ai 5 Stelle e al loro leader, a sua volta, piuttosto noto per le sue precedenti idee antivaccinistiche.
Ma di certi ribaltamenti improvvisi solo la politica è capace!
“Nobile intenzione” del fantomatico Patto che vanta, tra le altre, anche la firma del premier Renzi, sarebbe quella di definire la Scienza “valore dell’umanità” e salvaguardare essa stessa da qualunque forma di pseudoscienza.
Che, ormai, non tanto alle cose scontate, quanto piuttosto a quelle banali e infondate siamo abituati è sicuramente un dato di fatto!
Che, così posta la questione, di fronte a tale ovvietà cosa si potrebbe obiettare?
Eppure sembra tuttavia lecito porsi qualche domanda.
In che modo e secondo quale prassi stabilire cosa sia Scienza e cosa pseudo tale?
E, soprattutto, il valore Etico della Scienza non dovrebbe esulare da Qualunque forma di collaborazione politica?
Non sarà mai che ci stia sfuggendo qualche passaggio (forse troppo rapido!) proprio in momenti in cui un certo panico di massa ci sta rivelando uomini, prima ancora che cittadini, vulnerabilissimi e più influenzabili e gestibili che mai?!
Forse mentre quei morti, quelle morti rievocano scenari che credevamo sepolti sotto un cimitero di ideologie che hanno fatto buona parte del secolo appena trascorso, la burocrazia e la diplomazia si stanno giocando la partita a tavolino.
E, mentre quei morti chiedono pietà a trionfare, ancora una volta, è l’empietà.
E, sempre per rimanere nell’ambito di quei ribaltamenti della politica, tanto cari alla storia, gli aiuti alla povera Italia, ancora in nome di quell’“Amore”di cui sembriamo aver perso il senso ultimo e primo, sono arrivati nientemeno che dalla Cina, da Cuba e dalla Russia. “Con Amore”, appunto.
Quali sono quindi oggi i regimi dittatoriali e quali quelli liberal democratici?
Non si sta forse tentando di mettere a tacere tutte quelle voci non allineate prima ancora di valutarne la potenziale valenza oggettiva solo per favorire una “soluzione” rispetto ad un’altra già a priori considerata meno accreditata?
Potere e Consenso, che esso sia democratico o coercitivo poco importa.
Il Paese che si vanta di essere la culla del diritto, oggi può affermare, con ampio margine di verità, di riuscire a garantire quel diritto, primo forse fra tutti quelli umani, che è il diritto alla salute?
Eppure l’art. 32 della nostra Costituzione recita proprio questo.
Saremo incostituzionali solo perché abbandoniamo le nostre case qualche volta in più rispetto a quello che ci è consentito dalla Legge e, dal tanto auspicato buon senso (civico?) o anche per qualcos’Altro?
Le epidemie, da sempre, hanno il loro correlativo oggettivo nell’ordine.
A che cosa sia finalizzato e quali scopi persegue questo ordine, oggi, davvero non ci è dato saperlo!
In questi giorni di isteria collettiva dovuta all’irrompere nel nostro Paese dell’epidemia da Coronavirus Covid-19 è utile fare alcune riflessioni, anche di tipo economico e sociale.
Innanzi tutto stiamo toccando con mano l’importanza fondamentale, e non serviva certo una pandemia globale per farcelo comprendere così chiaramente, del Servizio Sanitario pubblico, gratuito e per tutti.
Secondo uno studio della fondazione Gimbe, che si occupa tra le altre cose anche di diffondere informazioni in ambito sanitario, il Servizio Sanitario Nazionale Italiano ha subito nell’ultimo decennio pesanti tagli per un ammontare di 37 miliardi di euro a vantaggio naturalmente del settore privato.
Sempre in questi ultimi dieci anni abbiamo assistito in ogni regione di questo Paese, quindi sia in quelle governate dal centro destra che in quelle amministrate dal centro sinistra, a una continua e colpevole riduzione dei posti letto, spesso un vero e proprio dimezzamento, con relativa premiazione di manager e direttori sanitari di ospedali e aziende sanitarie locali che tagliavano costi eliminando servizi alla salute fondamentali per una popolazione che, non dimentichiamolo, è tra le più anziane in Europa e che quindi non poteva assolutamente permettersi tale diminuzione dei posti letto.
A tale proposito basti osservare quel che sta accadendo in Lombardia, la regione più colpita da questa epidemia, ove fino a poche settimane fa si esaltava il servizio sanitario “modello Lombardia” e che ora, dopo essersi colpevolmente sbilanciato verso il settore privato, con relativo corollario di malaffare, potere e denaro, è entrato in crisi con l’irrompere del virus Covid19. Un modello che era quello dell’ex presidente della regione Formigoni, quello che indossava bizzarre giacche con colori sgargianti e che è stato condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi (di cui solo 5 mesi scontati in carcere e ora in detenzione domiciliare ndr) per associazione a delinquere e corruzione per essersi appropriato di 6,6 milioni di euro in cambio di almeno 200 milioni dirottati dalle casse della sanità regionale verso le cliniche e gli istituti di cura privati come il San Raffaele e la Maugeri. Effetto di questo sistema perverso è stato il continuo depauperamento dei posti letto pubblici fino a oltre la metà e questo è uno dei motivi di estrema debolezza della sanità lombarda di fronte all’eccezionale emergenza virus.
Adesso in piena emergenza sanitaria, dovuta al diffondersi dell’epidemia da CoronaVirus Covid19 e al conseguente fortissimo stress che sta subendo l’intero nostro prezioso Servizio Sanitario Pubblico, che non dimentichiamolo si basa sull’art. 32 della Costituzione che recita: La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…, mi chiedo come sia possibile che nessuno comprenda e denunci lo stretto legame con la modifica, a mio parere criminale, dell’art. 81 della Costituzione, che introdusse il principio del pareggio di bilancio nel 2012, Governo Monti, con una votazione a favore di oltre i due terzi del Parlamento, quindi senza esigenza alcuna di approvazione tramite referendum popolare?
In momenti come questi si comprende che lo Stato può, anzi deve avere, in determinate circostanze e non solo di grave emergenza sanitaria, il bilancio in perdita, perché non è un’azienda o una famiglia, non è solo un ente di produzione, ma anche e soprattutto un ente di erogazione di servizi, come la tutela della salute di tutti.
Ed è inconcepibile anche solo ascoltare alcune ipotesi che finora erano legate esclusivamente alla sanità di guerra, cioè una sanità selettiva, che in condizione di necessità e urgenza dettate dall’emergenza potrebbe giungere alla terribile conclusione di effettuare delle scelte tra i singoli pazienti, arrivando a non curare i più anziani o coloro che hanno meno possibilità di farcela.
Un’altra colpevole incongruenza tutta italiana è il numero chiuso nelle facoltà di Medicina e ora ci si accorge con grave ritardo della mancanza di medici pronti ad affrontare questa pesantissima situazione epidemica, dopo che per anni non si è provveduto a sostituire il personale che andava in pensione sempre nell’ottica perversa di economicità delle strutture sanitarie. Un numero chiuso che ha dirottato tanti nostri studenti che non sono riusciti a superare il test d’ingresso verso università private o addirittura all’estero, Romania e Albania in testa.
Allora alla luce di tutto ciò mi chiedo dov’è la sinistra? Ma intendo quella vera, quella che dovrebbe avere come valori fondanti la solidarietà, l’uguaglianza e la vicinanza agli ultimi, i più deboli, non quella che a parole dice di esserlo, ma poi inesorabilmente segue i dettami economici di stampo neoliberista e vota sempre insieme con la destra.
La forza incontenibile dell’emotività umana sovrasta la nostra ragione anche quando si tratta di salute
La forza dell’emotività
Come sosteneva il grande filosofo napoletano Giambattista Vico:
“Gli uomini prima sentono senza avvertire, dopo avvertono con animo perturbato e commosso, poi finalmente riflettono con mente pura”
Anche in tema di salute, quando le informazioni arrivano dal giornalista Adriano Panzironi non si sottraggono al pregiudizio dei più, fintanto che le persone avvertono “con animo perturbato” dall’emotività dei messaggi viscerali di certi personaggi per demonizzare chi osa interferire nel dominio della nomenclatura imperante. Ciò avviene anche quando non si intravede all’ orizzonte alcun rimedio farmacologico o vaccinale per sottrarci dalla contaminazione dell’ attuale pandemia che seguita a seminare l’apprensione che tutti quanti avvertiamo.
Quando il rimedio manca
Era stato già precisato in un nostro articolo precedente che non essendoci ancora nel mondo alcun rimedio farmacologico atto a debellare questa infezione virale, non restava che ricorrere al nostro organismo per trovare all’interno di questo le risorse naturali per contrastare il coronavirus.
Si tratta del più importante sistema di difesa vitale, chiamato “immunitario” che sin dalla nascita l’organismo potenzia in modo naturale, usando mirabilmente le nostre stesse risorse, con un risultato eccellente anche per la predisposizione all’ulteriore autoapprendimento nel corso della vita. Questa prodigiosa dotazione naturale ha lo scopo di far fronte con gli anticorpi che il sistema riesce a creare, agli antigeni, ossia a quelle sostanze organiche ostili, tra cui batteri e virus, che gli stessi anticorpi riconoscono come i “nemici da abbattere”.
Perché ciò avvenga almeno nella maggior parte dei casi, è necessario che il sistema immunitario si mantenga in buona efficienza. Ora, senza entrare nei particolari di funzionamento che qui non interessano, per ogni aggressione infettiva che subiamo il sistema immunitario apporta alle difese organiche le risorse di un vaccino naturale che reagisce con sorprendente rapidità.
Il ruolo delle vitamine C e D
Se il sistema è già sbilanciato da altre malattie in atto mentre contribuisce al ripristino dello stato di salute, certamente non è nella migliore condizione di intervenire per quelle successive, essendo le risorse organiche, umanamente limitate.
Gli elementi essenziali all’ottimizzazione delle risorse del sistema immunitario, sono di vario genere più o meno complesse, ma vi sono due elementi di facile somministrazione e di assimilazione senza controindicazioni di sorta, a meno che se ne faccia un abuso. Si tratta della vitamina D e della vitamina C anche se da varie fonti si afferma specie per la vitamina C che pur superando di molte volte il fabbisogno, viene eliminata con le scorie organiche, senza effetti collaterali. Per quanto riguarda la vitamina D, generalmente carente nell’organismo, se viene assunta quotidianamente, senza superare i limiti prescritti, questa coadiuva efficacemente, insieme alla vitamina C, il sistema immunitario al ristabilimento delle risorse indebolite.
È attuale una precisazione su Internet estratta da un intervista al Premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier, di cui si riporta qui un passaggio.
“Montagnier ha ribadito le sue osservazioni critiche sulle vaccinazioni a oltranza sostenendo che ci sono altre soluzioni per potenziare le capacità del sistema immunitario degli esseri umani. Ad esempio una buona difesa, quindi utile anche contro il coronavirus, si ha assumendo vitamina C e D e in generale prendendo tutto ciò che combatte i processi ossidanti che mandano in crisi il sistema immunitario”.
La forza del pregiudizio
![]() |
Luc Montagnier |
Questo stesso argomento era stato portato alla ribalta dell’intrattenimento domenicale in TV7 condotto da Giletti dal nome eufemistico “Non è l’ Arena”, in cui i vari personaggi, medici, biologi ed altri ancora, rigorosamente schierati contro Panzironi, erano piuttosto impegnati al linciaggio mediatico più che alla occasione di esprimersi in modo scientifico per l’accertamento della verità sulla salute dei cittadini.
L’attacco non ha risparmiato l’aspetto qui trattato, secondo cui Panzironi si sarebbe permesso di indicare, come detto, la vitamina C e la vitamina D come utili sostanze, senza controindicazioni di sorta; sostanze che potrebbero rafforzare le difese immunitarie contro il coronavirus.
D’altra parte, continuare a rispondere con il pretesto di una domanda mal posta, che la vitamina C e D non combatte il coronavirus, è come affermare il vero mentendo. Infatti le due vitamine non hanno la diretta azione di un farmaco contro il virus ma rafforzano per una serie di azioni indotte il sistema immunitario, l’unico che al momento è in grado di opporsi naturalmente all’aggressione virale.
E allora perché insistere fino al livore, che la vitamina C e la vitamina D non servono a niente contro il coronavirus, privando della corretta informazione chi potrebbe avvalersene?
Ma dal coro delle risposte indirizzate a Panzironi, è sembrato che con una affermazione di questo genere, egli abbia osato sfidare le forze primordiali della natura, rappresentate dalla nomenclatura che attualmente domina l’informazione, la politica e l’ economia del nostro Paese.
La forza di 160 miliardi di euro
L’ attuale sistema terapeutico nazionale che gestisce tra pubblico e privato, 160 miliardi di euro ogni anno e a cui Panzironi osa opporsi, non intende tollerare le intrusioni di un giornalista senza laurea in medicina e neppure rischiare che questi possa dire cose giuste.
Da come attualmente stanno le cose, si può facilmente prendere atto che di fronte all’impotenza del mondo nel tempo di ricerca di un antidoto farmacologico all’infezione del coronavirus, oltre a non farsi contaminare per diretto contatto, la difesa che resta è quella del sistema immunitario che consente, in mancanza di un farmaco che ancora attendiamo, di riuscire a contrastare efficacemente l’aggressione virale.
È quindi essenziale che il sistema si trovi nella migliore delle condizione per rispondere al virus attraverso i propri anticorpi.
Ma se per migliorare tale possibilità è quanto mai opportuna e provvidenziale la assunzione dell’innocua vitamina C, unitamente alla vitamina D, si lascia ai lettori trovare i giusti termini per definire il comportamento di coloro che, preferiscono criminalizzare Panzironi, piuttosto che concordare con lui sull’ uso indicato delle due vitamine.
Ma quanto giova ai cittadini in attesa di farmaci adatti al coronavirus, sentirsi dire che l’ uso delle due vitamine non serve a niente, poiché a sostenerne da lungo tempo l’ utilità è stato un giornalista?
Viene in mente la storiella di quel marito …………………………
Il rimedio specifico da realizzare per il coronavirus sarebbe il vaccino che al momento non esiste mentre i farmaci validi per simili malattie mal si prestano alle cure di questa infezione
Una strada un po’ in salita
Sembra incredibile che le condizioni di conoscenza sviluppate in un contesto tecnologico mondiale d’avanguardia come il nostro, soprattutto nel campo dei farmaci di sintesi preparati quasi per ogni malattia, non siano in grado di approntare proprio nel momento più urgente e necessario, un farmaco di prevenzione o di cura per l’incombente pandemia che il coronavirus sta scatenando.
Dopo che nelle settimane scorse una ricercatrice italiana è riuscita a isolare il virus responsabile di questa malattia, ora si può parlare della produzione del relativo vaccino. Ma quantunque possa essere prodotto a tempo di record, non potrà essere disponibile se non nel giro di alcuni mesi.
Va infatti ricordato che per la sperimentazione del vaccino che nasce quasi dal niente, ossia dalla iniziale individuazione del virus, si rende necessaria una trafila di controlli e verifiche. Si tratta di accertamenti sulla risposta dell’ organismo umano, non solo per l’ efficacia ma anche per gli eventuali effetti collaterali indesiderati. Sono proprio queste fasi preliminari che non si prestano ad essere compresse in un tempo ristretto in quanto è proprio il tempo che garantisce la rispondenza del vaccino o del farmaco di sintesi, allo scopo a cui è destinato.
La prevenzione innanzi tutto
Ritornando all’epidemia attualmente in corso, le caratteristiche di questo virus non sembrano molto differenti da quelle dell’influenza, anche se le conseguenze sono assai più severe. Il settore dell’organismo che appare maggiormente colpito è l’apparato respiratorio. Da qui alla bronchite e alla polmonite il passo è breve, tanto che la pericolosità di queste due malattie insieme è tale da aggravare rapidamente lo stato di salute con una percentuale di mortalità che, a fronte di dati finora divulgati, sta superando percentualmente la soglia dell’allarme sociale.
D’altra parte, oltre ai farmaci disponibili per altri tipi di simili malattie che poco si prestano ad essere utilizzati, non ve ne sono altri di nuova composizione da poter essere approntati se non in avvenire, per realizzare rimedi farmacologici diversi da quello del vaccino.
In ogni caso, qualcosa occorre urgentemente per far fronte ad una crisi transnazionale delle dimensioni che sta assumendo il coronavirus.
L’indisponibilità attuale di un farmaco idoneo non significa doversi arrendere agli eventi senza pensare a che cosa ulteriormente potrebbe essere efficace. Infatti, quando si è tentata ogni via possibile per individuare un rimedio e non si è trovato niente, rimane ancora da fare tutto il resto, se si sapesse che cosa.
L’ aiuto della natura
In questo caso il “resto” è anche quello di ritornare all’ origine e cioè, riferirsi alla natura, la sola in grado di generare autonomamente gli anticorpi improntati sulle necessità di difesa. Questo è già in buona parte avvenuto dopo i primi cinque giorni di vita, in cui la natura ha creato il più efficace rimedio difensivo dell’ organismo, chiamato appunto, “sistema immunitario”.
Il ricorso alla natura non è mai l’ultima spiaggia in quanto, se il genere umano esiste è perché è riuscito a superare in modo vincente, tutte le peripezie attraverso la sua storia da oltre un milione di anni, fino adesso. Ciò significa che la struttura biologica e fisiologica che la natura ha progressivamente predisposto è sufficiente al genere umano per rispondere in modo efficace alle varie malattie ricorrenti, almeno da parte dei più forti che non soccombono neppure di fronte alle aggressioni virali.
La qualcosa accade, a prescindere dalla illusione delle mascherine, non perché certe persone risultino impenetrabili ai virus ma per il fatto ancor più importante che sono in condizione di reagire all’ infezione in modo efficace e vincente,
Questa è l’attuale condizione in cui la maggior parte di noi si trova. In attesa di un farmaco che ancora manca, è il sistema immunitario la migliore garanzia di cui disponiamo di fronte al pericolo di contagio in cui ci troviamo.La stessa natura è in grado di generare la produzione di un numero di anticorpi atto a distruggere ciò che di estraneo è penetrato nell’ organismo; e quindi anche il corona virus.
La “logica” del rimedio
La prima cosa da fare per evitare l’ infezione, così come sta avvenendo, è quella di cercare di ridurre per quanto possibile, i contatti tra le persone a rischio. E’ questa un’ottima prevenzione, pur con le grandi difficoltà annesse e connesse.
In secondo luogo, senza bisogno di alcun ulteriore approfondimento scientifico sul sistema immunitario, il concetto è semplice. Il sistema ha la funzione naturale di contrastare le aggressioni batteriche e virali o di altro genere, che ognuno incontra nel corso della vita.
Ciò significa
che la maggior parte di coloro che vengono coinvolti da un virus non dovrà necessariamente subirne le conseguenze in quanto dovrebbe risultare autosufficiente a fronteggiare e a debellare l’aggressione. Esemplificando, se una epidemia influenzale ad esempio, colpisce 10 persone su 100 nello stesso ambiente, vuol dire che il sistema ha immunizzato dall’infezione le altre 90.
Ecco che anche il problema della attuale indisponibilità della vaccinazione viene superato da queste persone dall’efficienza vincente delle proprie risorse immunitarie. Per quanto detto, facendo di necessità virtù, in caso di contaminazione in assenza di vaccino, la prima difesa dal coronavirus è quella di reagire con le proprie risorse organiche, se non sono eccessivamente indebolite o sbilanciate per altre patologie.
È vero che se le malattie vi sono, nessuno le ha chiamate; né queste potranno essere rinviate a data da destinarsi per rendere interamente disponibile il sistema immunitario.
La scelta della decisione
A questo punto si preferisce lasciar spiegare come è stato possibile ripristinare lo stato di salute, proprio da quelle stesse persone che continuano a riferire ogni giorno in TV che l’alimentazione consigliata dal giornalista Adriano Panzironi ha risolto i loro problemi. Si ricorda che Panzironi ha improntato la sua teoria sul ripristino del corretto funzionamento del sistema immunitario attraverso ciò che lui stesso consiglia di mangiare o di non mangiare.
Ora, malgrado tutte le obiezioni di questo mondo, secondo Panzironi e i suoi iniziali 500.000 sostenitori lo stato di salute se non è eccessivamente compromesso, verrebbe ripristinato senza la somministrazione di farmaci, soltanto attraverso un’alimentazione differente da quella consumata nel cor
so delle malattie. Potremmo pertanto ascoltare su questo tema ciò che ogni giorno questi sostiene in TV per il riportare il livello di difesa del sistema alla sua corretta funzione.
Se Panzironi si sbagliasse? Anche in tal caso, non sembrano finora emerse controindicazioni alla funzionalità del sistema immunitario. Ma se invece avesse ragione? Allora, tentare di ripristinare attraverso i pasti, una sufficiente efficacia di questo sistema, casomai risultasse sbilanciato per qualche malattia, potrebbe rappresentare almeno la speranza di un valido aiuto; quella speranza che ancora la medicina ufficiale sta cercando di dare alla popolazione attraverso la forsennata ricerca del vaccino che al momento tutti vorrebbero, ma che ancora manca.
Alberto Zei
E' bene sapere che i "coronaviridae" sono fra i patogeni virali responsabili dei comuni raffreddori. Prima del nuovo Covid 19, erano noti circa 40 diversi tipi di Coronavirus (inclusi quelli responsabili di Sars e Mers). In altre parole, conviviamo con i Coronavirus (così definiti per l'aspetto che hanno al microscopio elettronico) da sempre. Non è nota con precisione, al momento, la durata del periodo di "contagiosità" (notizie dalla Cina refertano casi sieropositivi dopo 27 giorni dal contatto con persone già sieropositive) e non è nota la resistenza del virus una volta depositato (tramite secrezioni umane) su superfici inanimate: banalmente quanto tempo ci mette a morire una volta fuori dal corpo umano? Minuti, ore, giorni? Queste caratteristiche, unite al fatto che i sintomi, quando si manifestano, sono di norma quelli di un comune affreddore rendono pressoché impossibile fermarlo esattamente come non si può fermare la diffusione pandemica dell'influenza annuale. Ci saranno moltissimi pazienti infettanti e completamente asintomatici. Per questo è solo questione di tempo prima che si diffonda. Quello che si può fare è ridurre al massimo il numero dei contagi per evitare di sovraccaricare il sistema sanitario, specialmente per gli acuti ed i critici. Le proporzioni, ad oggi, sono di 8 casi su 10 di pazienti asintomatici o lievemente sintomatici, 2 casi su 10 di pazienti con sintomi severi e sindromi polmonari (polmoniti) virali. Il tasso di letalità è di circa il 2,9%. Non altissimo, ma neanche basso. Se si esamina la popolazione deceduta si osserva una concentrazione su persone over 65 ed affette dalle tipiche patologie croniche che predispongono ad esito infausto anche in caso di altre infezioni (influenza, polmoniti nosocomiali ecc.): diabete, insufficienza cardiaca, obesità, BPCO ecc. ecc.
Non possiamo scaricare tutto sull'autorità pubblica (che ha i suoi doveri e le sue responsabilità): la lotta contro una malattia infettiva riguarda tutti i cittadini. I nostri anziani poi vanno particolarmente protetti e questa è una battaglia che dipende da tutti e da ciascuno di noi. Usiamo quindi guanti usa e getta per il contatto con le superfici "a rischio" (tipicamente nei mezzi pubblici), laviamoci comunque le mani in modo corretto (40/60 secondi con abbondante sapone e poi risciaquo), riduciamo al massimo gli assembramenti non indispensabili (locali, concerti, pub, cinema, teatri ecc.), teniamo con noi della candeggina per detergere le superfici di casa che tocchiamo di solito (le maniglie delle porte in primis) ogni volta che rientramo da fuori, dotiamoci di un saturimetro digitale ed impariamo ad usarlo per capire se siamo di fronte a una
probabile insufficienza respiratoria o meno. Nel caso peggiore utilizziamo il numero indicato dalle autorità (1500) e segnaliamo il valore rilevato correttamente con il saturimetro. Un saturimetro costa online anche meno di venti euro. Averlo in casa può salvarvi la vita o può salvarla ai vostri vecchi anche in casi diversi da infezioni da Covid 19.