L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Il documento che segue, è stato elaborato, a seguito di una accurata ricerca, da quattro scienziati cinesi, aderenti all'ufficio “Rule of Law Society & Rule of Law Foundation, New York, NY, USA”, ed è pubblicato on-line (scaricabile in pdf) su numerosi indirizzi web.
Si tratta di un documento di assoluto valore, di 33 pagine, a carattere eminentemente scientifico, con 123 note a margine - che rimandano ad altrettanti studi scientifici - il quale si ripropone di fare chiarezza e luce sulla vera origine del Sars-CoV-2.
La pagina creata da Wikipedia, al fine di smentire le parole del professore Li-Meng Yan, uno dei 4 autori del documento, riporta come fonti della creazione della pagina, della nota enciclopedia web, degli autori con dei particolari pseudonimi, i quali fanno presto capire che si tratta 1) di bot (robot informatici automatizzati) 2) di autori irreperibili, non identificabili in alcun modo, salvo in un caso, in cui si possono individuare alcune informazioni, ma mai comunque un nome, un cognome, una mail di riferimento.
Cose che sono invece presenti e pubblicate dagli autori del suddetto paper, e che non possono dare adito a dubbi, non tanto in merito alla validità del loro lavoro - sul quale, invitiamo chi ne ha le competenze a pronunciarsi - quanto sul tentativo, onesto, di diffondere pubblicamente una ricerca, esponendosi a critiche.
Quella che segue qui sotto, è la traduzione della prima pagina del documento, il sommario.
Questo accessibile a tutti.
La restante parte del documento, in inglese, può essere letta e valutata invece solo da biologi, medici e altri scienziati o studiosi, che possono fornire - li invitiamo proprio con questo articolo a farlo - un parere, al fine di aiutarci a fare luce sulla vicenda più rilevante del nuovo millennio.
https://www.researchgate.net/publication/344545028_SARS-CoV-2_Is_an_Unrestricted_Bioweapon_A_Truth_Revealed_through_Uncovering_a_Large-Scale_Organized_Scientific_Fraud
TITOLO
Il SARS-CoV-2 è un'arma biologica uscita dal laboratorio
Una verità rivelata attraverso la scoperta di una frode scientifica organizzata su larga scala.
dei dottori:
Li-Meng Yan (MD, PhD)
Shu Kang (PhD)
Jie Guan (PhD)
Shanchang Hu (PhD)
Rule of Law Society & Rule of Law Foundation, New York, NY, USA.
Per corrispondere : This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Sommario:
Due possibilità dovrebbero essere considerate per capire l'origine del SARS-CoV-2: evoluzione naturale o creazione in laboratorio.
Nel nostro precedente rapporto intitolato "Caratteristiche insolite del genoma di SARS-CoV-2, che suggerisce una sofisticata modificazione di laboratorio, piuttosto che una sua evoluzione naturale e definisce la probabilità di una sua via di sintesi”, abbiamo smentito la possibilità che il SARS-CoV- insorga naturalmente attraverso l'evoluzione ed è stato invece dimostrato che SARS-CoV-2 deve essere stato un prodotto di modifiche fatte in laboratorio.
Nonostante questo e sforzi simili, la teoria della creazione in laboratorio continua a essere minimizzata o addirittura messa da parte.
Questo avviene fondamentalmente perché la teoria dell'origine naturale rimane supportata da diversi nuovi coronavirus pubblicati dopo l'inizio dell'epidemia.
Questi virus (il RaTG13 coronavirus-da pipistrello; una serie di coronavirus da pangolino e il RmYN02 coronavirus da pipistrello), secondo quanto riferito, condividono un'omologia di sequenza con il SARSCoV-2 e hanno complessivamente costruito un percorso apparentemente plausibile per l'evoluzione naturale del SARSCoV-2.
Qui, tuttavia, utilizziamo analisi approfondite dei dati e della letteratura disponibili, per dimostrare che questi nuovi coronavirus animali non esistono in natura e le loro sequenze sono state fabbricate. Inoltre, forniamo anche i nostri approfondimenti sull'ipotesi che il SARS-CoV-2 possa aver avuto origine, naturalmente, da un coronavirus che ha infettato i minatori del Mojiang.
La rivelazione di queste fabbricazioni di virus rende la teoria dell'origine naturale del covid infondata.
Inoltre rafforza la nostra precedente affermazione che il SARS-CoV-2 sia un prodotto di modifiche di laboratorio, che possono essere create in circa sei mesi, utilizzando un modello di virus di proprietà di un laboratorio dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLA).
Il fatto che la fabbricazione di dati sia stata utilizzata per nascondere ulteriormente la vera origine della SARS-CoV-2 implica che la modifica di laboratorio qui vada ben oltre la semplice funzione di ricerca.
La portata e la natura coordinata di questa frode scientifica, indica il grado di corruzione in settori della ricerca accademica e della sanità pubblica.
Come risultato di tale corruzione, sono stati fatti danni sia alla reputazione della comunità scientifica che al benessere della comunità globale.
È importante sottolineare che, sebbene il SARS-CoV-2 soddisfi i criteri di un'arma biologica del PLA, il suo impatto va ben oltre ciò che viene concepito per una tipica arma biologica.
Inoltre, i documenti indicano che lo scatenamento di questo patogeno “armato” (arma di bioterrorismo) sarebbe intenzionale piuttosto che accidentale.
Definiamo quindi il SARS-CoV-2 come un'arma biologica uscita dal laboratorio e l'attuale pandemia come il risultato di guerra biologica, di fatto attuata.
Suggeriamo inoltre che dovrebbero essere condotte indagini sul governo e sulle persone, per individuare i responsabili di questo brutale attacco alla comunità globale.
continua
https://www.researchgate.net/publication/344545028_SARS-CoV-2_Is_an_Unrestricted_Bioweapon_A_Truth_Revealed_through_Uncovering_a_Large-Scale_Organized_Scientific_Fraud
Nel tentativo di fare chiarezza su quello che ormai è divenuto il grande equivoco del mondo, il dott. Franco D’urso, pediatra che da 45 anni studia medicina - come lui stesso tiene a sottolineare- si sta spendendo in favore di una campagna di informazione che, al di là di qualsivoglia etichettatura, persegue solo lo scopo di liberare dal terrore e dal terrorismo COVid che i media stanno esercitando in maniera spietata da parecchi mesi ormai, per qualche non meglio identificato scopo di profitto. Virali i suoi video su YouTube che hanno registrato qualche milione di visualizzazioni, con ottima percentuale di condivisioni. Segno che qualcosa comincia a mutare nella percezione delle coscienze. Ma come spesso accade in casi come questo, ad ogni azione corrisponde sempre una reazione ed ecco, quindi perentoria la CENSURA con conseguente blocco del canale.
“Verità che fanno male al Pensiero Unico” così risponde secco il dott. D’Urso alla domanda sul perché dei problemi avuti sul web.
COVid-19… partiamo anzitutto dalla nomenclatura: da “nuovo coronavirus” a “2019-nCoV”, ora coesistono COViD-19 e SARS-CoV2. Una confusione già nel nome, quindi, per quanto riguarda il fantomatico Virus, “scoperto” a Wuhan a quasi un anno da oggi.
COVID19 e SARS-COV-2 sono la stessa cosa. In COVID-19, CO sta per corona, VI per virus, 19 per l’anno in cui si è palesato. Mentre SARS-COV-2 è la malattia respiratoria acuta da coronavirus che va distinta dalla SARS-COV1. Quindi, sostanzialmente i primi due termini indicano la stessa cosa.
Quindi, dopo aver fatto chiarezza circa il nome, vorrebbe spiegarci, alla luce delle sue conoscenze, da un punto di vista medico, la reale carica letale di COVID-19?
Chiariamo anzitutto che il Virus esiste (a scanso di equivoci!) ed è della famiglia “coronavirus” alla quale appartengono tanti altri virus della stessa specie, ad esempio quelli responsabili dei comuni raffreddori. Nella fattispecie, il coronavirus responsabile della cosiddetta pandemia aveva una forte capacità e straordinaria infettività (passaggio da uomo ad uomo) ma come tutti i virus RNA possiede la capacità di mutare la sequenza nucleotidica molto rapidamente. Questa capacità di mutamento ne determina l’appiattimento della virulenza (questo lo sanno bene i virologi che hanno usato lo stesso meccanismo in laboratorio proprio per attenuare la virulenza dei vaccini), praticamente, più si diffonde il virus da individuo ad individuo e più la sua carica virale diminuisce. Cosa ampiamente dimostrata anche dai fatti di questi giorni. Non dimenticando peraltro gli errori sanitari dei giorni dell’emergenza che sono stati la prima vera causa di mortalità.
A circa sette mesi dall’imposizione della fantomatica mascherina, stiamo assistendo ad un vertiginoso aumento dei contagi. Due i capi d’accusa del giallo COVID: Mascherine e Tamponi. Quale dei due sistemi più fallace dell’altro?
Il tampone non è assolutamente un metodo diagnostico attendibile perché esso permette di rilevare e identificare non tanto la presenza del virus completo ma solo dei pezzi di genoma, sarà poi il numero di volte che pezzi di RNA del virus saranno trasformati in DNA a determinare o meno la positività del paziente. Da precisare che questo numero è del tutto arbitrario (ossia a discrezione di chi esegue il test in laboratorio), quindi se si vuole necessariamente ottenere un risultato positivo basta incrementare il numero delle sequenze. E il gioco è fatto!
Oltretutto Positivo nel 95% dei casi sta a significare che è Solo un Asintomatico, NON MALATO che sarà stato a contatto col malato. Da qui la spiegazione logica per cui vi sono molti positivi asintomatici perché il virus essendo presente non intero è estremamente debole, molto probabilmente “spappolato” dai nostri Linfociti Killer ossia il naturale vaccino posseduto dalle nostre difese immunitarie. Positivo al coronavirus quindi è definizione alquanto ambigua ed aleatoria perché potrebbe stare a significare il contatto con qualunque virus della famiglia Coronavirus (non COVID19) inattivato e spezzettato dal proprio sistema immunitario che ha lasciato circolare pezzi di genoma all’interno del corpo.
Esistono circa 75 tipologie di tamponi, non sono quindi unici ed omologati.
Per quanto riguarda le tanto osannate mascherine, parimenti al vaccino, NON SONO ASSOLUTAMENTE EFFICACI perché il virus ha dimensione 12 nano metri (un nano metro è un milionesimo di millimetro) sarebbe come pensare di proteggerci dalle zanzare tramite un cancello a sbarre. Per non parlare della potentissima carica batterica e virale sprigionata all’interno della mascherina qualora si dovesse prolungare l’uso della stessa per più di qualche ora. Inoltre, non respirando bene ( E QUESTA E’ LA COSA PIU’ GRAVE) il sistema respiratorio riassorbe gran parte dello scarto respiratorio con conseguente aumento di CO2 nel sangue ed acidità metabolica, provocando un aumento del Ph acido del sangue, condizione, questa, che favorisce l’attecchimento e la proliferazione di cellule cancerogene. Per non soffermarsi sui più “banali” disturbi quotidiani quali mal di testa, tachicardia, disturbi generici con alterazioni via via sempre più gravi, ansia, stress e nervosismo.
Ultimo in ordine di domanda ma sicuramente tra i primi per importanza, il miracoloso Vaccino che tutta l’umanità sta aspettando.
La sperimentazione di un vaccino è pretesa più insensata che inesaudibile alla luce delle argomentazioni fin qui esaurientemente svolte. E’ impossibile pensare ad un vaccino per un virus che muta continuamente pelle, le sequenze trovate in un anno hanno raggiunto l’enorme numero di 70 mila! Siamo di fronte ad un business di portata esorbitante che cura gli interessi di Big Pharma. Basti pensare il costo del vaccino (0,50 cent) al costo unitario al pubblico di 35/50 euro minimo. Oltretutto, in termini più generici, i vaccini contengono sostanze dannosissime per il nostro sistema immunitario che è appunto il principale deputato a difenderci dalle aggressioni e dall’aggressività di virus e batteri. I vaccini di nuova sperimentazione contengono sostanze che interagiscono con la tecnologia del 5G con lo scopo di controllare e modificare il nostro patrimonio genetico. Il premio da spartire fra gli operatori sanitari per la diffusione della campagna vaccinazione ha raggiunto cifre incalcolabili.
Per tutto quello che dico e affermo risulto scomodo a YouTube e Facebook che invece vogliono tutti allineati al Pensiero Unico Mondiale seguendo la dittatura dell’ignoranza e il potere della Finanza.
la dottoressa Margareta Griesz-Brisson (video) |
La neurologa Margareta Griesz-Brisson commenta le misure COVID19. Mette in guardia in particolare contro l’obbligo di indossare mascherine per i bambini. Indossando le mascherine, soprattutto i bambini sarebbero irreversibilmente danneggiati a vita. La carenza latente di ossigeno nel cervello porta alla distruzione irreversibile delle cellule cerebrali.
Secondo topdoctors.co.uk, la dottoressa Margareta Griesz-Brisson è uno dei principali consulenti neurologi in Europa, con sede ad Harley Street, Londra. È direttore medico della London Neurology & Pain Clinic, dove attualmente cura i suoi pazienti.
La dottoressa è specializzato in neurologia, neuroregenerazione, neuroplasticità, neurotossicologia, medicina ambientale e terapia del dolore. Tra gli altri, Margareta Griesz-Brisson è membro dell’Accademia Americana di Neurologia, della Federazione Europea delle Società Neurologiche e dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale. Lavora anche come medico legale in Gran Bretagna, Norvegia, Germania, Svizzera e Stati Uniti.
TRASCRIZIONE
Ciao, questo è il mio primo video e anche a rischio di mettermi in cattiva luce, realizzerò questo video. Non sono un gran parlatore, ma guardo le persone negli occhi e quando sorridono so che mi hanno capito.
Questo funziona in qualsiasi lingua e con qualsiasi accento. Mi chiamo Margareta Griesz-Brisson. Sono una neurologa con uno studio professionale a Müllheim in Germania e uno studio neurologico a Londra.
Seguo con crescente preoccupazione gli eventi in Germania e nel mondo. La epidemia del coronavirus si è rivelata un’influenza moderata e le misure adottate sono state un disastro assoluto a tutti i livelli. La prossima influenza arriverà con il prossimo inverno – ma per favore non fatevi prendere dal panico. Gli americani dicono che ci vogliono due persone per ballare il tango. Ci vogliono due per ballare il tango ma anche per un’infezione. Un agente patogeno e un ospite. E se l’ospite è forte, può affrontare il patogeno tranquillamente. La salute, o la nostra salute, è in gran parte nelle nostre mani. Attraverso il buon cibo, la buona acqua, molto esercizio fisico, la socievolezza, la gioia, gli amici, l’amore e molta, molta aria fresca possiamo rafforzare il nostro sistema immunitario. Noti qualcosa che non va? Questo è esattamente ciò che il governo ci proibisce di fare. E quello che ci raccomandano in cambio è che ci disinfettiamo le mani, manteniamo le distanze e ci copriamo la bocca e il naso. Per la disinfezione delle mani sono state immesse sul mercato in brevissimo tempo enormi quantità di prodotti non testati. Non possiamo nemmeno immaginare la quantità di allergie, malattie della pelle, reazioni immunitarie, eczemi (n.d.r. in arrivo)
Le distanze non possono essere superate nella brutalità, nel disprezzo e nella crudeltà nei confronti dell’umanità e sono certamente assolutamente senza precedenti nella storia dell’umanità. E il tanto amato copri bocca e copri naso. L’uomo può vivere per settimane senza cibo, per giorni senza acqua, ma solo per qualche minuto senza ossigeno e senza respirare. Il reflusso dell’aria espirata, o quando si respira o si respira nuovamente l’aria espirata, provoca inevitabilmente una mancanza di ossigeno e un’inondazione di anidride carbonica.
Tuttavia, sappiamo che il cervello umano è molto sensibile alla carenza di ossigeno. Ci sono cellule nervose, ad esempio nell’ipocampo, che non possono sopravvivere per più di tre minuti senza ossigeno. I sintomi acuti della carenza di ossigeno sono mal di testa, sonnolenza, vertigini, problemi di concentrazione, tempi di reazione rallentati. In altre parole, limitazioni nel funzionamento cognitivo. Questi sintomi scompaiono con o nella privazione cronica di ossigeno. Ci si abitua. Ma le vostre prestazioni, la vostra efficienza sarà comunque compromessa. E la carenza di ossigeno nel cervello continua a progredire.
Sappiamo che le malattie neurodegenerative hanno un avanzamento di anni a decenni. Ciò significa che se oggi dimentichi il tuo numero di telefono, la degradazione del tuo cervello è iniziata 20 o 30 anni fa. Mentre si pensa di essersi abituati alla mascherina e alla propria aria espirata, i processi degenerativi nel cervello, intensificati dalla mancanza di ossigeno, continuno a crescere.
Il secondo problema del cervello è che le cellule nervose non si dividono o si dividono quasi per niente. Ciò significa che se il governo ci permettesse di respirare di nuovo ossigeno (n.d.r. togliere la mascherina) tra qualche mese, le cellule nervose perdute non saranno recuperate attraverso la divisione cellulare. Ciò che è andato è andato.
Questo è particolarmente importante per le persone ansiose che credono di potersi proteggere dai virus attraverso questa mascherina. Il virus ha una dimensione di circa 0,08 micrometri. I pori delle maschere comuni hanno una dimensione da 80 a 500 micrometri e continueranno ad ingrandirsi ad ogni lavaggio supplementare. Una maschera comune, quindi, non protegge affatto da un virus.
Io non indosso una maschera. Ho bisogno del mio cervello per pensare. Voglio affrontare i miei pazienti con testa chiara e mente lucida. Non sotto narcosi da anidride carbonica.
A Londra, almeno per il momento, l’esenzione medica è accettata e rispettata assolutamente senza commenti. Nella mia amata Germania, nel frattempo, ogni pilota, ogni steward, ogni commesso/a, ogni venditore, ogni pedone, ogni vicino di casa è promosso nel consiglio di sorveglianza delle mascherine, o è stato promosso o si è promosso lui stesso. I piloti della Lufthansa cacciano i passeggeri dall’aereo, perché chi non può indossare mascherina non può certo sopravvivere a un volo. A me è successo. La mattina dopo British Airways non ha nemmeno chiesto una mascherina. Ero arrivato a Londra viva.
Forse vi ricordate che qualche mese fa un uomo di colore è stato ucciso da un poliziotto per strada in America. Allora l’uomo disse: “Non riesco a respirare! Non riesco a respirare!” E il poliziotto ha spinto più forte. Oggi il popolo tedesco dice: “Non riusciamo a respirare! – e la nostra Cancelliera dice: “150 Euro di multa!”.
Come neurologa, devo dire esplicitamente che ogni persona che lo desidera ha diritto all’esenzione medica dalla mascherina. Non esiste un certificato infondato, falso o gratuito. La mancanza di ossigeno danneggia ogni cervello. Deve essere la libera decisione di ogni persona di accettare la mancanza di ossigeno nel proprio cervello per proteggersi con una mascherina inefficace contro i virus.
Per i bambini e i giovani le mascherine sono un assoluto NoNo! I bambini e gli adolescenti hanno naturalmente un sistema immunitario molto attivo e adattivo e hanno bisogno di una costante esposizione al microbioma terrestre. Il loro cervello è così follemente attivo, ha così tanto da imparare. Il cervello di un bambino o di un adolescente ha sete di ossigeno. Più un organo è metabolicamente attivo, più ha bisogno di ossigeno.
Nei bambini e negli adolescenti ogni organo è metabolicamente attivo. Privare il cervello di un bambino o di un adolescente dell’ossigeno o anche limitarlo non solo è pericoloso per la salute, ma è assolutamente criminale. La mancanza di ossigeno inibisce lo sviluppo del cervello – e i danni che ne derivano non possono essere invertiti. Il bambino ha bisogno del cervello per imparare. E il cervello ha bisogno di ossigeno per funzionare. Non abbiamo bisogno di una sperimentazione clinica per questo, questa è una fisiologia semplice, semplice ma indiscutibile.
La carenza di ossigeno indotta deliberatamente e specificamente è un deliberato e intenzionale pericolo per la salute e una controindicazione medica assoluta.
In medicina, una controindicazione assoluta significa che questo farmaco, questo metodo, questa terapia o questa misura non devono essere utilizzati. Al fine di imporre una controindicazione medica assoluta come misura obbligatoria a tutta la popolazione, devono essere presentate ragioni chiare e serie, che devono essere riesaminate e approvate all’unanimità dai comitati e dalle autorità competenti, interdisciplinari e indipendenti.
Quando tra 10 anni le malattie da demenza aumenteranno in modo esponenziale e le giovani generazioni non saranno in grado di utilizzare il potenziale che Dio ha dato loro, sarà inutile dire che non avevamo bisogno delle mascherine.
E la vaccinazione benefica? La signora Merkel dice: “La pandemia sarà finita quando sarà disponibile un vaccino efficace”. Signora Merkel, cosa sa di virus e vaccini? Avete mai guardato negli occhi dei genitori che hanno un figlio handicappato? E coloro che vi mostrano le foto di com’era questo bambino prima della vaccinazione?
No, non lo hai fatto. Noi addetti ai sondaggi possiamo vedere immagini come queste in continuazione. E non c’è niente al mondo che possiamo restituire a quei genitori i loro figli. Avete idea di quanto sia doloroso per quei genitori? Signora Merkel, un’inoculazione non è un’oca di Natale che si ordina a Pasqua per essere consegnata a Natale (n.d.r. lascio all’intuizione del lettore il compito di capire il senso :).
Per favore, lasciate la salute del vostro popolo ai medici.
Come possono un veterinario, un virologo di laboratorio, un distributore di software, un uomo d’affari, un produttore di auto elettriche, un fisico decidere della salute di un intero popolo?
Prego, cari colleghi! Tutti noi dobbiamo crescere, ehm, svegliarci. E magari anche crescere. So quanto sia dannosa per il cervello la mancanza di ossigeno. Il cardiologo lo sa per il cuore, il pneumologo lo sa per i polmoni. La mancanza di ossigeno danneggia ogni organo.
E dove sono le nostre autorità sanitarie? Dove sono le nostre assicurazioni sanitarie? E le nostre associazioni mediche? Sarebbe stato loro dovere affrontare questa follia con tutta la determinazione fin dall’inizio, con tutta la determinazione di affrontarla e fermarla. Perché le commissioni mediche intervengono per punire i medici che scrivono certificati per i loro pazienti? L’essere umano deve dimostrare o il medico deve dimostrare che la mancanza di ossigeno è dannosa per l’essere umano o per il paziente? Che tipo di medicina rappresentano le nostre associazioni mediche?
L’iniziale mancanza di prove dell’efficacia di queste misure si è ora trasformata in una chiara prova di evidenza di inefficacia. Eppure il delirio continua? Chi è responsabile di questo crimine? Quelli che vogliono imporre le misure? O quelli che lo lasciano accadere, quelli che partecipano o quelli che non lo impediscono?
Svegliati, Germania. Non si tratta di mascherine. Non si tratta di virus. E non si tratta certo della vostra salute. Si tratta di molto, molto di più. Io non parteciperò. Non ho paura, signora Merkel. Vengo dalla Romania. Sono sopravvissuta a Ceaușescu.
Prima della mia partenza per la Repubblica Federale di Germania ero ospite permanente della polizia rumena. Indossavo occhiali da sole scuri, anche sotto la pioggia. In modo che non si vedessero gli occhi che piangono. Allora avevo paura, ero giovane, volevo vivere. E quando sono arrivato in Germania, a volte mi sono dovuta fermare per strada, perché ero così felice che non potevo proseguire.
“Sono in Germania, sono libera.”
Solo chi non è mai stato libero prima conosce questa sensazione. Oggi non ho più paura, ho avuto una vita meravigliosa e piena di soddisfazioni. Mi è stato permesso di studiare medicina, ho fatto il mio anno pratico alle Hawaii, la mia formazione specialistica a New York. E tutto quello che ho e che sono oggi, lo devo alla Germania.
E quando oggi vado alle manifestazioni, mi schiero a favore di chi è giovane d’oggi e forse ha paura; come me allora. Voglio dirvi un’altra cosa. La dittatura del proletariato in tutto il suo abominio, ci ha garantito istruzione, lavoro, assistenza sanitaria e pensioni gratuite. Non illudetevi che la dittatura finanziaria che stiamo affrontando vi offra anche la minima cosa simile. Come potete vedere, ci stanno già togliendo la capacità di respirare.
L’imperativo dell’ora è la responsabilità personale.
Siamo responsabili di ciò che pensiamo. Non i media.
Siamo responsabili di ciò che facciamo. Non il nostro capo.
Siamo responsabili della nostra salute. Non l’OMS.
E siamo responsabili di ciò che accade nel nostro Paese. Non il nostro governo.
Sveglia Germania! Siete un paese meraviglioso. Un popolo così meraviglioso. Grazie. Grazie, Germania.
Traduzione a cura di Nogeoingegneria
Codice etico per tutti i medici
Perché una rinomata dottoressa si espone alla volgarità dei suoi critici? Perché non si trattiene?
Perché è un medico e quindi si impegna per il popolo e non per la politica.
Nella dichiarazione di uno studio legale con sede a Madrid, si legge: “C’è un consenso tra gli esperti sul fatto che le misure attuali sono sproporzionate rispetto ai danni collaterali causati. Abbiamo chiesto direttamente ad alcuni di questi esperti molto credibili perché non pubblicano le loro opinioni e non si uniscono alle trasmissioni televisive e presentano i fatti da una prospettiva diversa. Sorprendentemente, la riluttanza era giustificata da un lato dall’incertezza, ma soprattutto dal timore di essere squalificati come teorici della cospirazione”.
Ci sono buone ragioni per avere più paura dei responsabii delle disposizioni contro il coronavirus che del virus stesso. Più medici dovrebbero avere il coraggio di prendere una posizione. In tutto il mondo i medici si appellano al Giuramento di Ginevra. In molti paesi è parte integrante della professione medica, in alcuni è addirittura legale. La World Medical Association (WMA) si aspetta che la versione riveduta sia riconosciuta in tutto il mondo come un codice etico per tutti i medici, secondo la rivista medica Ärzteblatt. Traduzione della Dichiarazione di Ginevra, autorizzata dall’Associazione Medica Mondiale, 2017
Il giuramento medico di Ginevra afferma, tra le altre cose:
“Non userò, nemmeno sotto minaccia, le mie conoscenze mediche per violare i diritti umani e le libertà civili”.
Articolo integrale https://ruhrkultour.de/margareta-griesz-brisson-zu-den-coronamassnahmen/
Era marzo di quest’anno e per Ricciardi: “quelle mascherine devono essere date solo al personale sanitario e ai malati». E poi la dichiarazione: «Ai sani non servono assolutamente a niente, non danno nessuna protezione nei confronti dei virus che penetrano attraverso quei fogli di garza. È solo una paranoia che la gente utilizza in maniera impropria».
Gli additivi dei cibi sono sostanze tossiche, nocive per l’organismo: deprimono il sistema immunitario e lo predispongono a moltissime patologie; impoveriscono il valore nutrizionale degli alimenti, accelerano l’invecchiamento, abbassano il pH del sangue favorendo l’insorgenza di patologie come il cancro, il diabete, cardiopatie, allergie ecc. Bisognerebbe consumare un quantitativo venti volte superiore per avere gli stessi nutrienti di un cibo biologico. Un cibo trattato, conservato, incellofanato ecc. blocca l’assimilazione di quell'esigua quantità di nutrienti contenuta nei cibi allo stato naturale. Saziarsi non equivale a nutrirsi e le nostre cellule restano affamate di nutrienti indispensabili; questo porta a squilibri, deficit immunitario, scarsa resistenza alle infezioni, predisposizione alle malattie.
In genere negli alimenti trattati vengono aggiunte circa 1500 diverse sostanze chimiche che non è obbligatorio menzionare nelle etichette; sostanze appetizzanti, che generano dipendenza in modo che ognuno possa acquistare quantitativi sempre maggiori di quell’alimento e questo può causare mal di testa, irritabilità, nausea, epressione, ansia ecc. finché non torna a consumare quel determinato prodotto. Alcuni componenti sono programmati per far ingrassare: le persone grasse mangiano molto perché l’organismo è portato a reperire il quantitativo necessario di sostanze in maggiori quantità di alimenti.
Sembra che fertilizzanti, pesticidi, diserbanti, ormoni della crescita, additivi e farmaci permangono nel nostro organismo e vengono immagazzinati nei tessuti grassi e siccome il cervello è costituito in larga misura da sostanza grassa succede che questo accumulo di tossine generi ansia, depressione, difficoltà di apprendimento ecc.
Una tecnica di lavorazione abbastanza comune degli alimenti industriali è l’irradiazione che consiste nel bombardare gli alimenti con radiazioni per uccidere i batteri. La fotografia di Kirlian evidenzia che una mela coltivata in maniera biologica mostra un’aura armonica e perfetta; la stessa mela trattata con radiazioni mostra un’aura irregolare, spigolosa, instabile, simile a quella dell’arsenico.
DISTORSIONI MEDIATICHE
Strumentali sono le posizioni di alcuni nutrizionisti quando affermano che chi sceglie il regime vegano deve farsi seguire da un nutrizionista perché può incorrere a carenze di alcuni componenti nutrizionali come la vit. B12, ferro, calcio, omega 3... Mai che i presentatori intervistassero una persona vegana alla quale chiedere lo stato di salute, se fa riferimento al nutrizionista o se ha carenza dei nutrienti dei quali allarmano la popolazione. A differenza di tutte le altre la nostra specie è la sola che ha bisogno che qualcuno gli dica cosa mangiare.
Potenza della comunicazione mediatica al servizio delle grandi lobby agroalimentari e zootecniche: la popolazione associa automaticamente le proteine alla carne, l’omega 3 al pesce e il calcio ai formaggi. I nutrizionisti ancora usano l’anacronistico termine di “proteine nobili”, (io le chiamerei ignobili) dando a queste un valore che non hanno. Se fossero realmente “nobili” non sarebbero associate alle peggiori patologie e se fossero realmente necessarie coloro che non ne fanno uso accuserebbero carenze, invece la loro salute è migliore di coloro le utilizzano. In verità è molto meglio e più salutare consumare due prodotti (cereali e legumi) piuttosto che uno solo e salvarsi degli effetti collaterali dei prodotti carnei e derivati animali. Allo stesso modo per l’omega 3 di cui è ricco il mondo vegetale senza ingerire le sostanze putrefattive e nocive del pesce. E
il calcio nei latticini? Sono proprio questi, essendo altamente acidificanti, che sottraggono calcio all’organismo.
Secondo Tiberio Graziani, presidente del Vision Global & Trends, le sanzioni imposte a Mosca dall’amministrazione Trump boicotterebbero la ricerca di un rimedio al virus. Comunicazione, propaganda e concreti interessi dietro alla mossa della Casa Bianca in vista delle prossime elezioni presidenziali di novembre
Nell’elenco degli enti della Federazione russa sottoposti a sanzioni da parte statunitense, il dipartimento al Commercio di Washington ha incluso anche alcuni centri di ricerca che operano nel campo della chimica e della farmaceutica.
Tra questi figura il 48º Istituto di ricerca Ministero della Difesa, cioè uno degli enti che, in collaborazione con il Gamaleya National Research Centre, ha preso attivamente parte allo sviluppo del vaccino contro il Covid-19 denominato «Sputnik V».
È evidente che certe azioni di politica internazionale rispondono a vari interessi, non soltanto quelli direttamente connessi con il contrasto della potenza o del Paese rivale, ma anche di natura esclusivamente economica e commerciale quando non di politica interna.
Stante la graduale perdita di efficacia di strumenti come le sanzioni internazionali – infatti spesso gli embarghi o vengono violati e, comunque, le economie dei vari paesi non sono più così strettamente legate a quelle dell’Occidente come una volta, stante in ogni caso il predominio globale del dollaro -, permane egualmente interessante approfondire una tematica del genere, vieppiù se strettamente legata alla drammatica realtà determinatasi a seguito della recente diffusione della pandemia di coronavirus.
Ebbene, nell’intervista realizzata da insidertrend.it con il professor Tiberio Graziani, presidente di Vision Global & Trends – International Institute for Global Analyses, è stato trattato il tema relativo al possibile rallentamento dello sviluppo e della produzione del vaccino russo contro il Covid-19 a opera degli Usa, nel quadro del confronto tra potenze che sta caratterizzando questa «nuova guerra fredda» nell’era della seconda globalizzazione.
«Attraverso queste sanzioni – ha affermato Graziani – Washington sta combattendo un’assurda lotta per la supremazia scientifica, il che è anche paradossale, se si pensa che tale iniziativa viene assunta da una Amministrazione, quella guidata da Donald Trump, che per mesi ha minimizzato la gravità della situazione sanitaria».
Come è logico immaginare, diversi sono gli interessi in gioco dei vari protagonisti di questo scontro.
Sempre secondo Graziani, «le sanzioni imposte dagli Stati Uniti agli istituti di ricerca che si stanno applicando al vaccino in Russia costituiscono un grave attentato alla libertà di autonomia della scienza. Non solo, perché si tratta anche di un delitto contro l’intera umanità, giacché pone in difficoltà un centro di ricerca all’avanguardia nella realizzazione dei vaccini».
Egli ha aggiunto che Washington starebbe politicizzando la lotta alla pandemia proprio in un momento nel quale le intelligenze dei più brillanti scienziati e le strutture tecnologiche dei paesi più avanzati dovrebbero invece operare in una stretta e proficua sinergia.
«Gli Usa e il cosiddetto “sistema occidentale” – ha proseguito il presidente di Vision Global & Trends – strumentalizzano la grave situazione sanitaria a fini geopolitici, economici e di potenza, molto probabilmente anche per sostenere le grandi corporations del settore farmaceutico».
Secondo questa logica il motivo alla base delle sanzioni sarebbe dunque pretestuoso, poiché, come ha sottolineato Graziani, esso apparterrebbe alla narrativa occidentale e si inserirebbe nel quadro della guerra ibrida che «almeno a partire dalla Guerra del Golfo ha costituito la trama delle azioni aggressive degli Stati Uniti d’America contro i paesi che sfuggono al loro controllo».
Washington in questa fase storica teme di perdere la leadership scientifica e tecnologica mondiale, inoltre, questa manovra va messa in relazione anche con la infiammata (nel vero senso del termine, purtroppo) campagna elettorale per le presidenziali del prossimo novembre, che decideranno quale sarà il futuro inquilino della Casa Bianca, con un Trump in difficoltà anche col suo elettorato e quindi deciso a giocarsi tutte le carte che gli rimangono in mano.
Il collega Cosimo Benini, firma prestigiosa della testata Romadailynews e associato alla Free Lance International Press, ha subìto nei giorni scorsi un lutto che grida vendetta al cospetto di Ippocrate. E che mostra quanta incapacità, quanta insufficienza, quanto menefreghismo imperino nella sanità del Lazio (anche se nel resto d’Italia non va per niente meglio). Lascio la parola a Cosimo che ha scritto il seguente appello al responsabile della sanità del Lazio, il presidente Nicola Zingaretti.
Domande che non avranno risposte.
Signor Presidente Zingaretti,
lo scorso 24 giugno, dopo circa sessanta giorni di agonia, mia madre, Anna Luisa De Molfetta, è deceduta apparentemente per le complicanze di una piaga da decubito di quarto grado, nella zona del sacro, così grande e profonda da poterci infilare dentro una mano e farcela sparire fino al polso.
Le racconterò come si è giunti a questo, ma voglio subito dirle che piaghe come queste possono avere una speranza di progresso e miglioramento soltanto con il ricorso a medicazioni avanzate (come la terapia del vuoto o VAC) ed alla chirurgia plastica ricostruttiva.
Nel suo ultimo tratto di vita, mia madre, pur ricoverata al S. Eugenio, ospedale che notoriamente dispone di un reparto di eccellenza specializzato in grandi ustionati (e quindi in ferite difficili), non ha beneficiato di nessuna di queste possibilità.
Posso affermare con certezza che le cure si sono limitate a molto tradizionali “zaffature” ed a disinfezione topica con garze iodoformiche e niente altro. So che c’è stata una consulenza del chirurgo plastico e basta.
Nessun chirurgo ha parlato con me, familiare di riferimento, ed anche le informazioni telefoniche dei medici nel periodo fra il 1° ed il 12 giugno, nel quale mia madre è stata ricoverata nel reparto di Medicina d’Urgenza dello stesso ospedale, sono state molto frammentarie.
Nel momento della crisi finale, non si è parlato di un posto in terapia intensiva. Niente.
Ma il S.Eugenio ha gestito la fase terminale di un problema che è nato molto prima, in un precedente ricovero: il 16 aprile scorso, mia madre – che avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 24 settembre – viene ricoverata come “sospetto COVID” all’Umberto I.
Presenta difficoltà respiratorie e febbre ed i segni “acustici” di un versamento pleurico: scatta l’isolamento preventivo, ma nel corso di svariati tamponi ed un esame del secreto bronchiale non verrà mai trovato (neanche al S. Eugenio nel corso del secondo ricovero) alcun segno di contaminazione da Covid 19.
Durante il periodo di isolamento all’Umberto I – che dura dal 26 aprile al 5 maggio – non ho modo né di vederla, né di assisterla: ho solo alcuni contatti telefonici con i medici del reparto di Medicina d’Urgenza che mi informano della avvenuta risoluzione della polmonite, ma anche del fatto che “abbiamo trovato per terra sua madre e non sappiamo come abbia fatto a superare le spondine del letto, ma non si preoccupi: abbiamo fatto una TAC e non ci sono fratture”.
Tuttavia, quando il 5 maggio posso finalmente rivederla nel reparto “aperto” della III clinica medica – nutrizione medica (che non capisco cosa abbia a che fare con gli esiti di una malattia respiratoria) mi vien riferito della presenza di una “fistola” sul sacro da studiare.
Non la tedio oltre: nelle successive tre settimane, la “fistola” diventa una “lesione da decubito di IV grado, sottominata, con tessuto di colliquazione delle dimensioni di 15x18x7 cm con sospetta osteomielite”.
La ferita è colonizzata, data la posizione, da batteri fecali.
Mia madre verrà dimessa il 29/5, e potrà accedere al domicilio, il CAD del distretto, soltanto il primo giugno, perché le dimissioni del 29 maggio vengono rinviate di ora in ora.
Le traduco in termini non clinici la descrizione – che è tratta dal verbale del CAD del distretto 9 della ASL RM 2 che verrà redatto a domicilio in data 1/6/2020 – è una cavità talmente grande e profonda che si intravede la colonna vertebrale e l’infermiera privata chiamata per medicare mia madre nei giorni 29 e 30 maggio deve entrarci dentro con la mano fino al polso. E c’è quasi sicuramente un’infezione dell’osso con un grave rischio di sepsi complessiva (setticemia) e morte.
Mia madre muore, dopo un collasso per anemia, lo scorso 24 giugno alle dieci circa del mattino nel reparto di II medicina del S.Eugenio.
Direi che per la sua Sanità Regionale, si tratta di un fallimento grave che ha provocato la morte di una persona innocente.
Mi domando a quanti altri sventurati concittadini anziani stia toccando questa sorte in una Regione dove non esiste il caos Covid, come si è visto a Bergamo ad esempio, ma ospedali che escludono i parenti dalla loro essenziale funzione di supporto ai degenti e vigilanza sulle condizioni dell’assistenza.
Signor Presidente,
non mi aspetto che lei mi risponda.
Provi a sorprendermi.
Senza alcuna cordialità,
Cosimo Benini
Aggiungo mie considerazioni all’appello che Cosimo Benini rivolge a Zingaretti, massimo responsabile della sanità regionale. Zingaretti non sorprenderà Benini, lui non risponde a nessuno, tanto meno al popolo.
Il Covid – per molti sanitari, medici e infermieri, per tutte le autorità sanitarie italiane – è la scusa che si sono trovati in dono dalla pandemia. La scusa per venire meno al loro dovere.
Nella pandemia, lo riconoscono tutti, ci sono stati molti eroi, medici e infermieri che hanno fatto più del loro dovere, arrivando troppo spesso a morirne per colpa delle autorità sanitarie e politiche che non sono state capaci di provvedere a mettere a disposizione mascherine e medicinali. Ma ci sono stati, e ancora ci sono, medici e infermieri sfaticati, incapaci di fare il lavoro per il quale vengono pagati. E sono sempre al loro posto le autorità sanitarie e politiche responsabili di morti e malasanità.
Le piaghe da decubito sono facilmente curabili se l’assistenza di medici e infermieri interviene sùbito, anzi: prima che le piaghe emergano. Conosco bene il problema. Se si aspetta troppo tempo, se si considera che, tanto, il paziente è vecchio, quanto vuole campare ancora?, diventano letali.
Quanto all’assistenza dei familiari, esclusa dagli imbecilli che considerano loro dovere incarcerare i malati, io ho appena rifiutato di ricoverarmi al più bell’ospedale della capitale, per un piccolo intervento di ritocco della precedente operazione. Motivo: familiari, uno per volta, ammessi per un’ora al giorno.
Nel precedente ricovero, sono stati i miei familiari a salvarmi la vita intervenendo tempestivamente e perentoriamente su medici e infermieri che volevano rinviare all’indomani il mio trasferimento a terapia intensiva (vomitavo sangue, sindrome di Mallory Weiss). Poi hanno ammesso che se avessi dovuto aspettare anche solo una mezz’ora in più sarei morto.
A un mio amico, ricoverato in un ospedale della capitale per un intervento piuttosto delicato, attaccato a flebo e impossibilitato a muoversi dopo l’operazione, l’infermiera di turno si è rifiutata di dare un bicchiere d’acqua perché, ha detto la sciagurata, “non mi compete”. Non le compete dar da bere agli assetati? Ha dimenticato la raccomandazione del padreterno? Un bicchiere d’acqua, mezzo minuto di tempo per farlo! Il mio amico ha potuto finalmente bere un po’ d’acqua soltanto quando è stato frettolosamente dimesso, faticando a reggersi in piedi.
Certo, col covid, che a Roma s’è visto poco rispetto a Bergamo, medici e infermieri avevano – e non hanno più da settimane – un sacco di lavoro in più. Ebbene, che lavorino! E le autorità sanitarie e politiche annullino, e anche in fretta, il divieto idiota di essere assistiti anche dai familiari. Sono più umani, rispettano la legge suprema dell’umanità e il giuramento d’Ippocrate, gli ospedali sconquassati dell’Africa interna, dove il personale sanitario è scarso e i familiari provvedono a assistere, non solo a confortare, i malati.
Ma Roma non è l’Africa interna, per gli ospedali è peggio.
Arrigo d’Armiento
Tutto dovrà avere una spiegazione in special modo quando la mano destra finge di non sapere quello che fa la mano sinistra
“La prova scientifica”
A distanza di mesi dall’insorgere dei contagi da coronavirus, la progressione è stata fin dall’inizio molto significativa per le prospettive a cui l’intera popolazione andava incontro. È vero che in Italia la Sanità non aveva la “prova scientifica” che potesse trattarsi di una vera emergenza, quantunque per il ripetersi periodico a distanza di poco più di un lustro , la comparsa di epidemie molto simili, come la “sars e la ”mers” non lasciava presagire qualcosa di diverso.
E’ pur vero che se per ogni preannunciato pericolo dovessimo preparare logisticamente le strutture di prevenzione o di contenimento, non avremmo possibilità di dedicare alla realtà quotidiana le nostre modeste risorse nazionali. Altro però è la preparazione mentale all’ emergenza, non mancando né la cultura, l’intelligenza, né l’esperienza, né l’improvvisazione nonché la creatività tipica del nostro Paese, se fossimo stati almeno meglio informati.
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Il disorientamento
“Uomo avvisato mezzo salvato” recita un vecchio adagio di saggezza popolare.
Quando infatti si è verificato nella realtà, ciò che in teoria poteva prevedersi, ecco che qui il fallimento è stato pressoché totale. Il disorientamento che è subentrato non è stato soltanto logistico per la mancanza delle idonee strutture sanitarie che ovviamente in Italia non erano approntate, ma soprattutto per le mancate direttive di coordinamento centrale, sia da parte del Governo, sia da parte del Ministero della Salute e dei suoi distretti nazionali
Lo smarrimento è stato tale da ritenere emblematico quello immortalato nel celebre film “Tutti a casa”, dove la confusione generale bloccava ogni iniziativa.
In riferimento all’individuazione della patologia e ai metodi di cura, anche con il passare del tempo di settimane nonché di mesi, non si è ancora arrivati ad un coordinamento unitario sul tipo di malattia e conseguentemente sulle cure necessarie da adottare per non morire.
Il medioevale ricorso all’isolamento è stato l’unico rimedio trovato dalle Autorità sanitarie per sottrarci dal contagio dei contatti ravvicinati. Ma per la terapia da individuare e da applicare con urgenza ai cittadini che si presentano in ospedale con la tipica gravità della malattia?
I vari distretti sanitari stanno ancora adattando i sintomi della patologia alle proprie risorse terapeutiche, anziché la malattia alle oggettive necessità di cura. Infatti, a fronte di diagnosi clamorosamente sbagliate, come quella delle polmoniti interstiziali, malgrado il numero elevato di autopsie eseguite nel nostro Paese, non è stata ancora ufficialmente accertata la vera natura delle morti sopravvenute. Quindi, ciò che più conta, le Autorità sanitarie preposte non sono state in condizione di indicare a tutte le strutture ospedaliere il protocollo terapeutico da praticare per la grave forma di tromboflebite diffusa covid-19, da tempo diagnosticata da alcuni encomiabili medici ricercatori.
I ventilatori polmonari
Le iniziative adottate sono state quelle di reperire con l’urgenza di vita o morte, i ventilatori per insufflare ossigeno dei polmoni al fine di migliorare la scarsa capacità di respirazione dei ricoverati in terapia intensiva, così come tipicamente avviene allorquando è in corso una vera polmonite. Ma se i pazienti non reagivano a questo tipico trattamento, già si doveva dedurre che polmonite non era. Ma di cosa altro allora poteva trattarsi, neppure se ne parlava.
Non solo, ma i vari distretti della Sanità nazionale erano mobilitati all’ inutile approvvigionamento di altri ventilatori polmonari con richiesta di onerose forniture persino dalla Cina. La patologia che però si rifletteva sui polmoni compromettendo la respirazione aveva prima invaso altri presidi tra cui il cuore, oltre che le vene delle gambe e altri organi importanti. Se il cuore non cedeva prima, specie nei più anziani, l’ aggravamento della malattia provocava non la polmonite, ma un’ infiammazione diffusa che a sua volta causava emboli nelle piccole vene e nel tessuto capillare dei polmoni. Dal blocco della circolazione del sangue che ne conseguiva, subentrava la rapida necrosi del tessuto polmonare a valle dell’ostruzione e la morte del malcapitato.
L’ostinazione terapeutica
La risposta sanitaria nazionale di fronte a questa importantissima rivelazione non vi è stata. La terapia praticata ha continuato al lungo ad essere quella della polmonite interstiziale con i risultati che tutti possiamo constatare. Solo alcuni Enti perlopiù privati, hanno potuto discostarsi da questo protocollo a seguito di una più accurata osservazione di ciò che effettivamente avveniva nell’organismo a causa del devastante effetto del covid-19. Rendendosi conto di questa anomalia polmonare alcuni medici non hanno inteso continuare le cure fino allora adottate. Questi pertanto, sono ricorsi all’ uso di farmaci antinfiammatori e antiaggreganti per evitare la formazione di micro trombi diffusi nei capillari che, come detto, bloccando la circolazione del sangue, causano la morte del tessuto polmonare. Il risultato è stato eccellente così come rivelano il Dott. Giampaolo Palmacardiologo titolare di un Centro medico di Nocera Inferiore, e il Prof. Maurizio Viecca primario del reparto di cardiologia presso l’ Ospedale Sacco di Milano.
In attesa del perché
Prima ancora del ritorno al medioevo per sfuggire con l’ isolamento al covid-19, sarebbe stato sufficiente riferirsi ai primi successi terapeutici ottenuti all’ inizio del secolo scorso con un metodo di terapia meno gravoso e più efficace. Si tratta di un tipo di cura basato sulla esperienza e la conoscenza della scienza medica del recente passato a fronte dei positivi risultati ottenuti fin dalla terribile influenza del 1918, denominata “spagnola”. In quegli anni era stato trovato un rimedio di cura, una sorta di vaccino (per rendere l’ idea) mediante iniezione di siero contenente gli anticorpi presenti nel plasma delle persone guarite da quella stessa malattia. La qualcosa ripetuta da alcuni medici anche in questa circostanza, ha portato a guarigione le persone così trattate, prevenendo gli ulteriori irreversibili aggravamenti che hanno causato nel nostro Paese fino adesso, decine di migliaia di decessi. E’ evidente che non si tratta di plasma “leva e metti” tra un paziente e l’ altro perché come è arcinoto, quando hanno luogo le trasfusioni deve essere prima accertata la compatibilità per evitare uno shock anafilattico o altre gravi reazioni di rigetto. Ma questa è prassi medica consolidata.
Le matrioske delle obiezioni
Del tutto pretestuose sono invece, le ’ obbiezioni secondo cui, senza la prova scientifica della terapia da adottare, paradossalmente si arriverebbe a curare ad esempio il cancro, con quelle sostanze di fantasia che periodicamente vengono proposte in deroga ai protocolli terapeutici ufficiali. Ma un conto è il caso di malattie potenzialmente mortali, come appunto quelle degenerative, il cui decorso si protrae per anni; altro invece è quello di una patologia conclamata come il covid-19 il cui aggravamento senza farmaci è sinonimo di morte pressoché certa nell’ arco di qualche giorno.
La prima domanda che molti cittadini pongono per ora a loro stessi, ma nel futuro la porranno anche ad altri, è perché mai si è continuato a curare i pazienti nello stesso modo sbagliato? Allo stato delle cose non si intravedono valide ragioni, di fonte a casi di progressiva gravità mortale, per astenersi da differenti e più efficaci terapie in quanto queste non hanno ancora ottenuto la famigerata “prova scientifica”.
Speriamo che poi questa ci venga comunicata per decreto legge. E come si potrebbe mai sopravvivere senza la convalida scientifica di poterlo fare in modo ufficialmente corretto?
Il Prof. Maurizio Viecca |
Ora si spera che a fronte della scoperta sulla natura della patologia si possa rapidamente disporre delle adeguate cure
Passato e presente
Il Dott. Giampaolo Palma |
Dopo tanto brancolare nel buio della sorpresa di questa malattia e soprattutto in quello delle terapie adottate per la guarigione del covid-19 si è arrivati, almeno così pare, alla conclusione della conoscenza fisiologica e biologica dell’aggressione virale.
Dall’inizio della pandemia sembrava noto che l’ infezione attaccasse i polmoni delle persone colpite, causando loro polmonite interstiziale. L’aggravamento nel corso della malattia comportava alle stesse, difficoltà respiratorie per la presenza di ostruzioni negli alveoli polmonari che compromettevano la necessaria ossigenazione del sangue a tutti gli organi. A questo punto è chiaro il fatto che se l’ossigeno si fa sempre più carente, la morte avviene per progressivo soffocamento.
In questi casi è stato tentato il metodo dell’intubazione con forzatura di ossigeno nei polmoni. Finché è stato possibile usufruire di un po’ di ossigeno in più, rispetto a quello contenuto nella respirazione regolare, per alcuni ammalati che avevano già superato la fase critica, questo ossigeno supplementare potrebbe aver costituito un certo aiuto per affrettare la guarigione.
Ma il risultato ottenuto in generale da tale metodo, non corrispondeva al tipico miglioramento della polmonite perché ciò che avveniva nella realtà era che la difficolta respiratoria di molti ammalati, non trovava miglioramento con l’ ossigeno.
I risultati sono noti a tutti.
Una svolta
Finalmente si è appreso da varie fonti dell’informazione che alcuni medici come ad esempio, il Dott. Giampaolo Palma, cardiologo titolare di un centro medico di Nocera Inferiore, avrebbe individuato la vera ragione dell’insorgenza della pseudo polmonite da covid-19.
Ma come quasi tutte le scoperte scientifiche, queste hanno luogo in un tempo in cui le idee dei singoli scopritori sembrano destinate ad una straordinaria coincidenza temporale di risultato. Infatti anche il Prof. Maurizio Viecca primario del reparto di cardiologia presso l’ ospedale Sacco di Milano ha scoperto autonomamente, così come il Dott. Palma, lo stesso meccanismo dell’ infezione del covid-19.
Molto spesso i ricercatori che neppure si conoscono, arrivano quasi contemporaneamente alle medesime conclusioni vincenti sullo stesso problema. Ecco che allora non desta meraviglia come i due medici si siano accorti che la diagnosticata polmonite interstiziale, che molto spesso accompagnava i pazienti alla morte, era solo il risultato di una errata diagnosi in quanto non si trattava di polmonite ma di tromboembolia polmonare. La presunta polmonite infatti, non rispondeva ad alcun sostanziale miglioramento insufflando nei polmoni una quantità supplementare di ossigeno, come invece avrebbe dovuto, se fosse stata autentica.
Le conseguenze di questo errore diagnostico sono note a tutti a fronte dei risultati terapeutici ottenuti che è inutile commentare. Ma la cosa più importante per l’immediato futuro è che si prenda atto di questa gravissimo equivoco, adeguando la cura alla vera patologia che presa in tempo, può essere bloccata senza il ricorso alla terapia intensiva.
Le fasi della malattia
I virus introdottisi nei polmoni con la respirazione, causano una “coagulazione intravascolare disseminata” atipica, che coinvolge prevalentemente i capillari polmonari, il cuore nonché le vene periferiche, soprattutto delle gambe.
L’ infiammazione che ne deriva si propaga al tessuto adiacente, ossia, al tessuto vascolare venoso, creando infezione diffusa nelle zone colpite.
Lo stato di infezione e di infiammazione circostante, crea la formazione di emboli nel sangue che si coagula nei vasi capillari, formando una serie diffusa di piccoli trombi che ostruiscono il passaggio.
La insufflazione forzata di ossigeno attraverso le pompe polmonari (per le quali, tranne qualche eccezione, si lamentava la insufficiente disponibilità nei centri di emergenza ospedalieri), quando il sangue che alimenta gli alveoli polmonari non arriva, non serve a niente.
La spirale perversa
La formazione di occlusioni diffuse nei capillari all’interno dei polmoni che impedisce la circolazione del sangue a valle delle stesse occlusioni, crea la necrosi ossia, la morte del tessuto non più alimentato. Il tessuto morto si disgrega formando pus e aumentando l’ infiammazione della parte colpita che a sua volta, aggrava l’ insufficienza respiratoria in quanto quella stessa zona di polmone non funziona più.
Quando la diffusione di questi micro emboli interessa una parte considerevole del tessuto polmonare ecco, che l’insufficienza respiratoria compie il resto, se prima non ci pensa il cuore. Quindi la polmonite interstiziale che si supponeva subentrasse nell’ ultima fase della malattia non c’entrerebbe nulla
Il merito
A chi va il merito della scoperta? Ai due medici sicuramente e tutti gli altri che hanno già saputo individuare la giusta cura del covid-19.
Allo stato dei fatti, parrebbe ora necessario ed urgente prendere coscienza di quanto questi illuminati professionisti hanno constatato, soprattutto per sospendere quella terapia sbagliata che non ha saputo impedire una buona parte di quanto di negativo è avvenuto.
La nuova diagnosi del Prof. Viecca e del Dott. Palma riguardante la reale patologia causata dal covid-19 , fa ritenere che soprattutto i pazienti che si aggravano fino alla morte, potrebbero essere sottoposti a differenti e più efficaci terapie.
Sarebbe pertanto opportuno accertare il prima possibile la valenza delle differenti cure che si rendono necessarie. Già da adesso potrebbero essere utilizzate quelle stesse già adottate dai due medici per salvare, senza le conseguenze devastanti di questa ’ infiammazione diffusa, il maggior numero degli ammalati.
Si spera pertanto che d’ora in poi la cura per la ormai diagnosticata tromboflebite, risolva rapidamente la situazione senza attendere a fronte di morti quasi certe, il tempo burocratico richiesto, per la famosa o per la famigerata “prova scientifica”.
Difficilmente una parlamentare scevra da interessi di parte, accusa con tanta motivata compartecipazione i responsabili colleghi di attentare alla salute dei cittadini
Sembra ancora avvertire nella sala di Montecitorio l’eco delle parole cristalline dalla On. Sara Cunial nel Gruppo Misto della Camera, recentemente pronunciate con la forza dialettica necessaria per procedere decisamente contro corrente agli indirizzi governativi.
La sua rassegna delle manchevolezze imputate al governo formano una gamma abbastanza ampia di risultati mancati, incompleti o addirittura contrari agli interessi dei cittadini.
Il riferimento iniziale è quello relativo ad una sorta di spionaggio mediatico della gente del nostro Paese per il quale il governo ha mobilitato le forze della disinformazione’ che avrebbero condizionato i cittadini. Si è trattato di una specie di commissariamento delle libertà costituzionali avocate da un regime sanitario; regime finalizzato ad un bombardamento mediatico improntato sulla paura, per subornare le menti delle persone con una assurda propaganda meritocratica delle azioni di governo.
L’ On. Cunial con una vigorosa argomentazione, sottolinea il comportamento ipocrita degli stessi parlamentari a fronte delle attuali esigenze, i quali con le loro decisioni politiche hanno prima eliminano quasi la metà delle strutture sanitarie pubbliche di emergenza per poi lamentarsi di esserne privi, e quindi di avere le mani legate, ma non per speculare su questa stessa situazione, a favore dei privati.
Una rivelazione sconvolgente
Prosegue poi le sue puntualizzazioni sul servizio sanitario, precisando una notizia che fa trasalire coloro che non sapevano in tema di vaccini - sempre che la notizia corrisponda alla realtà - il gravissimo fatto che esistano ampie evidenze che le precedenti vaccinazioni antinfluenzali stiano comportando il 40% di casi di covid-19 in più, per interferenza virale rispetto a quelli causati dalla pandemia.
Nel suo discorso, l’On. Cunial ritiene anche che, in questo contesto di pericolosità ambientale alimentata da una sorta di inquisizione sulle condizioni di salute di ciascuno, il governo non si farà scrupolo ad obbligare non appena avrà l’opportunità, militari, medici, poliziotti e quant’altri alla sperimentazione del futuro vaccino anticovid-19; vaccino che non servirà allo scopo a causa delle continue mutazioni del virus. Ma a fronte di quanto affermato sulle concause di aggravamento sulle infezioni virali, si deduce che queste vaccinazioni si ritorceranno contro gli stessi per le conseguenze da lei stessa citate, e cioè di oltre un terzo di casi in più rispetto a quelli naturali.
Considerato poi che il coronavirus è un gioco politico tra Cina e Stati Uniti, deduce che gli esponenti di governo e di partito siano responsabili di aver condizionato i nostri comportamenti ai giochi politici tra le due potenze. Questo, ai fini politici di sacrificare il risultato delle nostre ricerche d’avanguardia in campo scientifico in cambio di un pugno di dollari o di yuan.
A tanto pessimismo l’On. Cunial conclude che a fronte dell’ordine del giorno che lei ed altri sono riusciti a far approvare dall’ esecutivo, dovrà essere costituita una commissione di professionisti esperti nel settore pluridisciplinare medico, scientifico, e giuridico sugli effetti delle radiazioni TLC delle frequenze da 4 e da 5 GHz.
Si tratta della verifica degli esiti biologici negativi e interferenti sull’insorgenza di malattie che la stessa onorevole aveva precedentemente accennato, quale possibile concausa dell’aggravamento dell’attuale pandemia e non solo.
L’intervento si conclude con applausi di una buona parte dell’aula anche per il coraggio di sfida dimostrato verso le istituzioni imperanti.
Per noi cittadini e pazienti, secondo quanto riferito dalla stessa On. Cunial, non resterebbe che prendere atto di essere considerati oggetto di esperimenti comportamentali tra la vita, la morte o l’ assuefazione alle potenti lobby del contesto politico mondiale.
Il valore della vita
A questo punto non resta che rimanere con i piedi per terra, cominciando a chiedere conferma se l’incidenza della patologia in corso si sia realmente incrementata di un terzo tra coloro che sono stati sottoposti a vaccinazione.
Se così fosse il fatto sarebbe gravissimo, tanto da rimettere in discussione anche l’obbligatorietà delle vaccinazioni e soprattutto le responsabilità non soltanto degli untori ma soprattutto di coloro che sapevano ma che, per i loro interessi, hanno invece taciuto.
Noi ci proponiamo di risentire in Parlamento ancora l’On Cunial, cosa avrà da riferite sui lavori della preannunciata commissione. Non vorremmo che ancora una volta, senza prima informare i cittadini, siano gli stessi personaggi politici a decidere in tema di salute, e cioè sui diritti soggettivi e inalienabile di noi tutti.
Ci vogliono più di dieci anni per realizzare un farmaco. L’industria farmaceutica è in crisi finanziaria ed economica da qualche tempo a causa dell’investimento e dello sviluppo necessari per la realizzazione di prodotti finiti. Questi per la loro collocazione in commercio vengono preventivamente sottoposti all’approvazione degli enti competenti, i quali non sono molto prodighi di concessioni per la loro più o meno evidente tossicità farmacologica. Si tratta dei così detti, effetti indesiderati che questi farmaci unitamente ad errori medici, comportano in tutto il mondo modernizzato rispetto alla mortalità generale, compresa quella degli incidenti stradali, circa il 10% di morti per malattie dette iatrogene, ossia per quelle malattie che subentrano a causa, degli effetti collaterali dei farmaci assunti, dei farmaci sbagliati e degli stessi errori medici di qualsiasi altra natura che si riflettono sulla salute dei pazienti.
Per tale ragione le industrie farmaceutiche nel mondo si sono piuttosto orientate verso la produzione di vaccini che per ragioni di convenienza commerciale, hanno tutta la necessità che questi loro prodotti vengano somministrati per le varie malattie, a livello di massa.
La depenalizzazione
Negli anni passati dell’altro secolo si sono verificati diversi tragici eventi per gli effetti collaterali provocati dai vaccini. Dopo ricorsi al tribunale, soprattutto attraverso il ricorso collettivo, il così detto. class action, queste industrie sono state condannate ad ingentissimi risarcimenti provocati dai loro vaccini. Ciò è avvenuto soprattutto in America ma anche in altri Stati importanti per il consumo di medicinali.
Le industrie farmaceutiche, con le loro potenti lobby sono però riuscite a farsi approvare la legge che le depenalizza dalle eventuali conseguenze accidentali dovute all’ effetto dei vaccini.
Molte industrie farmaceutiche riconvertite in parte in industrie di ricerca di vaccini, non corrono più alcun rischio legale per le eventuali conseguenze di esiti invalidanti o mortali. Sono dunque soprattutto queste le ragioni per le quali adesso hanno intrapreso l’ attività di ricerca dei vaccini più disparati. Il fine è quello di ottenere, possibilmente in senso obbligatorio come sta avvenendo in Italia, l’ acquisto delle loro specializzazioni per sottoporre tutti quanti a prevenzione vaccinale. Ecco l’importanza del fattore economico che prescinde anche per l’impunità legale che ne è derivata, dagli effetti diretti di efficacia o da quelli collaterali indesiderati e soprattutto , dall’eventualità di richieste risarcitorie come nel passato.
Le difese naturali
Quando il sistema di difesa dell’ organismo è compromesso, significa che non può lavorare in modo adeguato. Se la risposta alle aggressioni virali, batteriche o altro a cui questo è preposto, è eccessivamente gravosa, ecco che allora intervengono in misura maggiore certe sostanze interne (citochine). Le citochine sono delle piccole proteine, che informano e stimolano il grado di risposta del sistema immunitario verso le cellule infettate; cellule sulle quali pertanto, il sistema concentrerà la sua reazione. Se questo è sbilanciato, come un motore che “zoppica”, anche la sua risposta non sarà equilibrata, così che la reazione verrà indirizzata non soltanto contro i virus ma anche contro le cellule organiche infettate. Avviene un po’ come quando subentra la disperazione contro un nemico troppo forte: “Muoia Sansone con tutti i filistei”. Quindi il corpo attacca sé stesso per distruggere gli antigeni con le rimanenti forze.
Ma chi indebolisce il sistema immunitario? Oltre le malattie, sicuramente una esistenza non sana, il logorio, le droghe, il tenore di vita di chi non intende privarsi di niente e che mangia zuccheri in abbondanza durante l’ intera giornata nonché alimenti ricchi di carboidrati.
Aiutare chi ci aiuta
Quando come nella maggior parte dei casi, si tratta di una deficienza immunitaria acquisita, tra le varie cause quasi sempre si evidenziano, carenza di vitamina C e vitamina D rispetto al bisogno organico; vitamine che dovrebbero essere reintegrate per consentire al sistema stesso una migliore funzionalità. Ne va di conseguenza che se queste sostanze vengono assunte in dose adeguate, l’efficienza dell’ intero sistema aumenta e quindi meglio contrasta l’aggressione degli antigeni, siano virus o batteri o altro. In particolare la vitamina D che di inverno, considerata la capacità di essere generata nell’organismo dalla luce e dal sole, è di solito carente mentre in questo periodo di chiusura nelle case, il fabbisogno è ancora più sentito.
La più importante risorsa
Secondo una sorta di risveglio delle conoscenze mediche rimaste alquanto trascurate, adesso per opera anche di diversi medici e di insigni ricercatori tra cui Luc Montagner, premio Nobel per la medicina, si assiste ad un ritorno di una rinnovata attenzione verso le nostre stesse risorse naturali. Queste si rafforzano anche notevolmente integrando l’alimentazione quotidiana con la vitamina C e la vitamina D in dosi adeguate al proprio stato di salute. Il loro messaggio è quello che tutti devono essere consapevoli che il primo baluardo contro l’insorgenza delle malattie è il sistema immunitario. La maggioranza delle persone, come si può constatare dal relativo modesto numero dei contagiati, rimane immune dalla attuale pandemia non soltanto perché non incorre nella contaminazione del virus con l’ isolamento, ma in quanto il proprio sistema immunitario consente di non essere preda di infezione.
La natura artificiale del virus
In seguito, poteremmo sperare anche tra breve, che il coronavirus, essendo stato artificialmente composto con l’inserimento di uno specifico segmento del codice genetico di un’ altro virus (covid-19), è molto probabile che durante le repliche perda progressivamente ciò che di artificiale è stato introdotto. Questo perché la natura in generale non tollera ciò che non è armonico con sé stessa e quindi, un virus poco sopporta la sequenza artificiale del codice di un altro virus. In altri termini il tratto patogeno inserito, è destinato a mutare molto più velocemente del resto durante le repliche, facendo così via via perdere al coronavirus la sua ’ aggressività patogena.
E’ vero però che fino adesso dobbiamo affrontare in una maniera o nell’altra l’aggressione di questo dannato virus con il nostro stato di salute, in quanto ognuno ha uno stile di vita differente, possiede una resistenza immunitaria diversa e un indice di sofferenza ineguale.
Riuscire però a prevenire con le difese naturali dell’organismo i vari agenti patogeni che provengono dall’esterno, non corrisponde a mangiare ciò e quanto si vuole, pur conducendo poi una vita sana all’ aperto.
Anche le sostanze alimentari che nutrono e integrano progressivamente quelle del corpo, provengono dall’ esterno e quindi rientrano tra le scelte e le precauzioni che dovremmo adottare per migliorare la nostra salute in attesa ………del vaccino.
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Comunicato AMPAS del 21/4
Con serenità, ma anche con determinazione, i medici del gruppo della medicina di segnale (735 iscritti all’AMPAS, la nostra associazione, di cui tanti impegnati in prima linea), preoccupati per le possibili derive autoritarie in atto, desiderano fare chiarezza circa la possibilità che siano lesi dei diritti costituzionalmente garantiti per i cittadini.
1. Lesione libertà costituzionalmente garantite
In questo periodo sono stati gravemente lesi alcuni diritti costituzionali (la libertà di movimento, il diritto allo studio, la possibilità di lavorare, la possibilità di accedere alle cure per tutti i malati non-Coronavirus) e si profila all’orizzonte una grave lesione al nostro diritto alla scelta di cura. Tutto questo in assenza di una vera discussione parlamentare, e a colpi di decreti d’urgenza. Ci siamo svegliati in un incubo senza più poter uscire di casa se non firmando autocertificazioni sulla cui costituzionalità diversi giuristi hanno espresso perplessità, inseguiti da elicotteri, droni e mezzi delle forze dell’ordine con uno spiegamento di forze mai visto neppure nei momenti eversivi più gravi della storia del nostro paese.
Ora sta entrando in vigore un’app per il tracciamento degli spostamenti degli individui, in patente violazione del nostro diritto alla privacy, e che già qualcuno pensa di utilizzare per scopi extrasanitari.
Ma tra le lesioni più gravi ai nostri diritti costituzionali spicca quella legata al diritto di scelta di cura, ben definito sia nella costituzione che nel documento europeo di Oviedo. Noi medici siamo colpevoli di non aver adeguatamente contrastato, due anni fa, una legge che toglieva al pediatra di fatto ogni dignità e autonomia decisionale.
Ricordiamoci che una lesione di diritti non giustificata è sempre la premessa ad altre possibili lesioni.
2. Conflitti di interesse
Gli attori “scientifici” della redazione e della promozione della citata legge Lorenzin non sembrano essere molto diversi dai “consulenti” dell’emergenza di oggi.
Ci chiediamo se le informazioni provenienti dalle figure che operano come consulenti del Ministero della Salute siano diffuse con la comunicazione dei conflitti di interesse che essi possano avere con aziende del settore. Non sarebbe etico né lecito avere consiglieri che collaborano con grandi aziende farmaceutiche.
Sempre in tema di conflitto di interessi: è stato il Parlamento a stabilire i componenti della Task force costituita recentemente per affrontare la cosiddetta fase2? Sono presenti possibili conflitti di interesse? Tali soggetti pare abbiano chiesto l’immunità dalle conseguenze delle loro azioni. Ma non dovrebbero essere figure istituzionali a prendere “decisioni” sul futuro del nostro paese? Una cosa è la consulenza, altro è decidere “in nome e per conto”. Con quale autorità?
3. Libertà di espressione e contraddittorio
Il giornalismo dovrebbe essere confronto di idee, discussione, valutazione di punti di vista diversi. Ci chiediamo quanto sia garantita la libertà di espressione anche di professionisti che non la pensano come noi. Vediamo invece giornalisti che festeggiano la “cattura” di un povero runner sulla spiaggia da parte di un massiccio spiegamento di forze, e la sistematica cancellazione di ogni accenno a diversi sistemi di cura rispetto alla “narrazione ufficiale” del salvifico vaccino, si tratti di vitamina C o di eparina, in totale assenza di contraddittorio.
In questo quadro intossicato, le reti e i giornali maggiori mandano in onda continuamente uno spot, offensivo per l’intelligenza comune, in cui si ribadisce a chiare lettere che la loro è l’unica informazione seria e affidabile: il resto solo fake. Viene così creata l’atmosfera grazie alla quale si interviene su qualunque filmato, profilo social, sito internet che non si reputi in linea con la narrazione ufficiale. Nessuna dittatura può sopravvivere se non ha il supporto di una informazione asservita.
4. Vaccino: soluzione a tutti i mali?
Tutti aspettano come una liberazione il nuovo vaccino (che giornalisti e virologi a senso unico continuano a vantare come l’unica possibile soluzione), dimenticando alcuni fatti. Il primo è che il vaccino viene sviluppato sulla base delle proiezioni teoriche sui virus in circolo l’anno precedente, e dunque è una “scommessa” (è esperienza comune ad ogni inverno che molte persone vaccinate si ammalino comunque). Il secondo è la continua forte variabilità di un virus a RNA come il Coronavirus, di cui pare esistano già diverse varianti. Ciononostante, in dispregio anche del rischio di interferenza virale (per cui il vaccino per un virus diverso può esacerbare la risposta ad un altro virus) la regione Lazio propone l’obbligatorietà per tutti i sanitari e tutti gli over65 di effettuare vaccinazione antinfluenzale ordinaria, violando ancora una volta (se l’obbligo fosse reale) il diritto costituzionale alla scelta di cura. E i difensori della costituzione, muti. Facile immaginare cosa succederà non appena sarà reso disponibile, con iter accelerati e prove di sicurezza minimali, il nuovo vaccino salvavita. Da medici vogliamo ribadire l’importanza del rispetto della libertà di scelta di cura così come costituzionalmente definita.
5. Bambini e movimento fisico
Una nota è necessaria per capire la gravità della situazione anche per quanto concerne movimento fisico e chiusura in casa dei nostri bambini. La stessa OMS si è pronunciata nel merito raccomandando l’uscita all’aria aperta e il movimento fisico come indispensabili presidi di salute e di sostegno immunitario. Quasi tutti gli altri paesi europei hanno consentito l’uscita in solitaria per fare sport e la passeggiata con i bambini. Noi no. Con una regola di incredibile durezza, venata di un inaccettabile paternalismo (“se li lasciamo liberi poi non sono capaci di stare distanti”) abbiamo creato disagi psicologici e fisici (obesità e sedentarietà) e costretto a salti mortali i pochi obbligati al lavoro (sanitari, agricoltori, trasportatori, negozi alimentari).
Non possiamo inoltre non rimarcare la totale disattenzione di questi draconiani provvedimenti nei confronti delle famiglie con figli disabili (e in particolare autistici) per i quali il momento quotidiano di uscita all’aria aperta rappresenta un indispensabile supporto alla propria difficile condizione. I più fragili, come sempre, pagano il pedaggio più duro.
Tutto ciò non bastasse è stata scatenata la guerra del sospetto e della delazione tra gli invidiosi delle libertà altrui.
Come lucidamente scrive Noam Chomsky, mettere i propri sudditi uno contro l’altro è uno splendido sistema per qualunque dittatura per distrarre il popolo da quello che veramente il potere sta perpetrando a suo danno.
L’intervento di squadre di polizia con quad ed elicotteri ad inseguire vecchietti isolati sui sentieri non fa che rafforzare l’idea di poter essere tutti sceriffi, a dimostrazione della perfetta riuscita di induzione della psicosi da parte del potere.
6. Danni economici del lockdown: un disastro epocale
Alcuni comparti, come quello del turismo, della ristorazione o automobilistico hanno avuto riduzioni di fatturato vicine al 100%. Questo significherà, come dicono le prime stime, una decina di milioni di disoccupati. Che smetteranno di pagare i mutui in corso. Smetteranno di acquistare beni di consumo. Perderanno le loro attività o le loro aziende costruite in decenni di sacrifici. Noi medici sappiamo cosa significhi questo a livello sanitario: migliaia e migliaia di nuovi decessi. Persone che si ammaleranno, si suicideranno (le prime avvisaglie sono già visibili), ritireranno i propri risparmi in banca. Serve ripartire subito, tutti, senza tentennamenti. Per ridurre i danni, che comunque, anche si ripartisse oggi, saranno epocali. Se domani si dovesse scoprire che qualcuno ha surrettiziamente prolungato il lockdown italiano (ad oggi il più duro d’Europa) per mantenere alto il panico e trovare un ambiente più pronto all’obbligo vaccinale, ci auguriamo solo che la giustizia possa fare il suo corso con la massima durezza. La gente perde il lavoro e muore di fame, e lorsignori pontificano.
7. Le cure
Anche qui l’argomento è imbarazzante. È comprensibile che un virus nuovo possa spiazzare anche i migliori medici per qualche tempo. Ma via via che le informazioni si accumulano occorrerebbe ascoltare coloro che sul campo hanno potuto meglio capire. Un gruppo Facebook di cui molti di noi fanno parte, nato spontaneamente come autoaiuto, e che conta circa 100.000 iscritti, ha elaborato delle raccomandazioni di cura efficaci poi inviate al ministero.
Oggi che pare chiaro e assodato che il decesso avvenga a causa di una forte coagulazione intravascolare molte vite possono essere salvate con l’uso della semplice eparina. Ma non basta: servono anche attenzioni specifiche a seconda del timing della malattia: ai primi sintomi, ai primi aggravamenti, o in fase procoagulativa. In particolare a noi medici di segnale risulta difficile comprendere l’uso massivo di paracetamolo o di altri antipiretici una volta acclarato che la febbre è un potente antivirale per l’organismo. È in preparazione un documento interassociativo anche su questo delicato argomento che merita più ampia trattazione.
Ove qualcuno, tuttavia, si permetta di ritardare l’adozione di sistemi di cura efficaci, per motivi meno che chiari (e alcuni interventi televisivi volti a screditare l’eparina sembrano andare in quella direzione) si aspetti reazioni forti da chi ha rischiato la propria vita in prima linea.
La magistratura sta ora indagando sui gravi errori commessi in alcune regioni nella gestione delle residenze per anziani, veri e propri focolai d’infezione con purtroppo un numero elevatissimo di decessi, stante la fragilità e la polimorbilità degli ospiti, quasi sempre in trattamento con statine, antipertensivi, analgesici, antidiabetici. Al di là delle responsabilità regionali, che la magistratura valuterà, preme fare dei numeri: dei 22000 decessi totali nazionali ben 7000 (il 30%!) sono di degenti in RSA. Un dato sconvolgente, ma che deve farci riflettere sull’incremento importante dei decessi in alcune province.
Gli errori fatti, in buona o cattiva fede, sono costati la vita a più di 100 medici e ad un alto numero di altri operatori sanitari che sono stati mandati allo sbaraglio senza un piano preciso e senza i necessari dispositivi di protezione. A loro va la nostra più profonda gratitudine.
8. Test sierologici ritardati o non autorizzati
Uno dei modi per capire quante persone hanno già incontrato il virus (smettiamo di chiamarli “contagiati”, perché talvolta hanno avuto solo lievi sintomi influenzali e prodotto splendidi anticorpi) è quello di effettuare un test sierologico, che è di costo contenuto e che evidenzia malattia in corso (IgM+) o malattia superata e presenza di anticorpi memoria (IgG+). Chi sia IgG+ potrebbe già serenamente ricominciare a muoversi senza particolari cautele né per sé né per gli altri. Sensibilità e specificità di questi test sono altissime a differenza di quelle dei tamponi. Perché tanta ostilità da parte di governo e istituzioni sanitarie tanto da vietarne l’uso “fino ad approvazione di un test affidabile”? I casi di Ortisei (45% di positivi) e di Vò Euganeo (75%) ci dicono che probabilmente il virus si è già diffuso molto più di quanto pensiamo e che le misure in essere potrebbero non essere poi così necessarie, almeno in alcune zone d’Italia.
9. Qualche numero
Vi prego risparmiateci il teatrino delle 18. Quei numeri non sono affidabili e fanno parte di una consumata regia. A fianco di Borrelli sfilano talvolta alcune figure i cui potenziali conflitti d’interesse non vengono mai dichiarati.
Il numero dei “contagiati” è privo di senso, visto che dipende dal numero di tamponi effettuato. E la stragrande maggioranza della popolazione potrebbe già avere incontrato il virus senza saperlo. Stime della Oxford University parlano di 11 milioni di potenziali positivi già ora. Se questo dato fosse vero la letalità di Sars-Cov2 sarebbe veramente irrisoria: lo 0,05%, anche prendendo per veri i dati di mortalità. Ma anche su questi permane il terribile dubbio sui decessi PER e CON Coronavirus. Diverse testimonianze mettono in forte dubbio il dato, visto che ogni giorno in Italia ci lasciano circa 1900 persone (dati ISTAT) e non si fa fatica ad estrarne 400, tra questi, che siano anche positivi al virus. Tuttavia è dato chiaro a chi lavori in prima linea che la grave coagulazione intravascolare indotta dall’incontro tra il virus e un terreno per lui fertile (età media decessi 78 anni, media 3,3 patologie presenti) possa portare rapidamente alla morte individui fragili che tuttavia avrebbero volentieri vissuto qualche anno ancora. In Inghilterra hanno rilevato che che il 73% dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva per CoronaVirus è sovrappeso o obeso. Come dice il dr. Lustig: “Il virus non distingue chi infetta ma distingue benissimo chi uccide”.
Questi pazienti fragili comunque avrebbero preferito morire tra le braccia dei loro cari piuttosto che da soli in questo modo terribile.
In altri paesi hanno usato modalità di calcolo diverse. Non potremmo chiedere dati più precisi e affidabili evitando di diffondere panico e preoccupazione?
10. Altri Paesi europei e non: lockdown molto diversi
Altri paesi sia in Europa che nel mondo stanno adottando lockdown parziali molto meno rigidi di quello italiano, tanto che il lockdown completo viene ormai tristemente chiamato “all’italiana”. Eppure abbiamo il problema da prima di tutti gli altri e ci stanno facendo credere che lo chiuderemo buoni ultimi. Per colpa dei runner e dei bimbi a passeggio, ovviamente. Peccato che in molti paesi europei la passeggiata di adulti e bambini, la gita al mare, l’accesso alle seconde case sia quasi ovunque consentito, a patto di mantenere il distanziamento sociale. Ma non eravamo nell’Europa unita? Perché questa crudeltà nella sola Italia? Siamo ancora il paese cavia? Richiediamo con forza di allinearci al più presto alle direttive in essere nella maggior parte dei paesi europei.
11. Sostegno al sistema immunitario: i sani proteggono
Un punto chiave, che è sfuggito totalmente ai nostri governanti e ai nostri media è che i sani (quell’85% delle persone che ha incontrato il virus e nemmeno se ne é accorto, o ha subito lievi sintomi, costruendo presto gli anticorpi necessari) conducono uno stile di vita più sano che ne ha irrobustito e forgiato il sistema immunitario. Mangiare sano, fare sport quotidiano, condurre una vita meno stressante (magari abitando fuori città), assumere vitamine e integratori naturali, fare a meno di farmaci inutili, rinunciare a fumare, a drogarsi o a bere senza controllo, rappresenta un impegno che si vorrebbe vedere in qualche modo valorizzato come comportamento virtuoso quantomeno in relazione al risparmio che consente al sistema sanitario nazionale e, in questo caso, alla protezione dalla diffusione del virus e alla non occupazione di un posto letto, lasciato così libero per un altro.
Invece se accendiamo la TV vediamo solo pubblicità di farmaci e di dolciumi. E tra i pochissimi negozi aperti, in pieno lockdown, lo stato ha pensato bene di lasciare le tabaccherie. Fuma, riempiti di dolci, stai sedentario e ingozzati di farmaci: questo il messaggio che lo stato ci ha dato in questo periodo. Tanto, presto, arriverà il vaccino.
12. Le richieste
Consapevoli del fatto che il futuro sarà nuovo e diverso solo se capiremo che la nostra biologia non ci consente di vivere in città superaffollate, inquinate, fumando, drogandoci e mangiando solo cibi industriali e raffinati in completa sedentarietà, vogliamo sperare che il “dopo emergenza” possa essere migliore del “prima”. Ma questo potrà avvenire solo se avverranno molte delle cose che siamo qui a richiedere, alcune immediate, altre a breve.
Richiediamo dunque con forza, a nome dell’associazione AMPAS e dei 735 medici che ne fanno oggi parte (nonché dei numerosi simpatizzanti non medici):
Medici migliori, in un paese migliore
AMPAS
Rashid Buttar - Video |
Sul canale The Next News Network, presente su Youtube, che conta un milione e quarantaduemila iscrizioni, è comparso in questi giorni il video della intervista al dottor Rashid Buttar, indicato come uno dei cinquanta medici americani più influenti, autore di bestseller, e titolare dell'istituto Centers for Advanced Medicine and Clinical Research (del quale esiste il relativo sito web, con indirizzo e riferimenti).
IL dottor Buttar parla a tutto campo della pandemia in atto, degli attori coinvolti, e di una serie di altri pesanti elementi in gioco, con sorprendenti rivelazioni, che, se confermati (alcuni sono noti e già di dominio pubblico) modificherebbero in maniera radicale la “narrazione” in atto.
In un momento della storia in cui sembra esistere un'unica voce, ripetuta da tutti i media principali, riguardo al covid-19, che sta tenendo buona parte del pianeta relegato in casa, è indispensabile per tutti, ascoltare delle altre voci, fuori dal coro, non solo per tenere alto l'indispensabile elemento del dubbio - che sempre deve accompagnare il ricercatore della verità - ma anche perché, nella storia moderna, si sa che, ogni qual volta è comparsa una voce unica, onnipresente su tutti i mezzi di informazione/propaganda, è sorto immediatamente il rischio e la realtà della tirannia e del fascismo.
Un rischio che può ben ripresentarsi oggi, ma con caratteristiche e modalità del tutto inusuali e impreviste.
Di seguito, si riportano alcuni appunti, estratti sinteticamente dall'intervista.
Quanto scritto in questo articolo non vuole essere indicata come la verità sui fatti in corso, ma riuscire ad “accendere una spia” al buon lettore.
- Tre settimane prima di questo video, il dottore aveva indicato come falsa questa pandemia, in particolare perché perpetrata attraverso dati ritenuti falsi o falsati.
Il Presidente Trump, d'accordo, in linea di massima con queste affermazioni, insieme al Surgeon General americano, Dottor Jerome Adams, ha fatto emettere un atto ufficiale, della casa Bianca, in cui esplicita come l'Oms non avrà più il sostegno economico degli Stati Uniti.
- Nel 2014 era stata interrotta, legalmente, una ricerca su un virus chimera - ritenuta ricerca inutile, pericolosa, ed in grado di cagionare una pandemia - sostenuta dal Fauci, il quale ha successivamente distratto non meno di 3.7 milioni di dollari, dalle tasse americane, per proseguire la ricerca in altri laboratori, questa volta in Cina.
La ricerca è comparsa sul giornale Nature, e fa capo all'università del Nord Carolina.
Si tratta di una ricerca che è servita ad aumentare la funzionalità e la potenza del virus originale.
- Nel 2017 Fauci ha fatto una dichiarazione sorprendente, video-documentata, in particolare alla Georgetown university, in cui ha affermato che il successivo presidente Usa, avrebbe dovuto affrontare una pandemia. Su che base lo diceva?
Il Fauci si è reso responsabile, in passato, in particolare nel periodo della comparsa del virus Hiv, del sostegno di “agende farmacologiche di ricerca occulte”, già evidenziate e segnalate, diverse e divergenti, rispetto a quanto stabilito dai protocolli di cura pubblici.
- Lo stesso presidente Usa, ha dichiarato, informato da equipe di medici, che esistono in commercio almeno due farmaci - l'idroxiclorochina e lo zitromax - in grado di curare il covid, nel 99% dei casi.
Ciò nonostante, la stampa ha continuato a seguire le sue agende-setting, e la relativa informazione, mentre Fauci ha continuato a proporre come soluzione per il covid un vaccino.
- Il dottor B. si è confrontato con numerosi medici, amici e persone, che lui stesso ha formato, sul tema del Covid: alcuni di loro hanno pubblicato materiale in merito, su canali youtube, e più in generale su internet, sono stati poi censurati. E giustamente ci si chiede: perché censurare degli
esperti di uno specifico settore, che ne parlano, alla luce del sole?
- Ad oggi, ancora nessuno, seguendo la corretta prassi medico-biologica, insegnata nelle università, è riuscito a dimostrare che questo specifico virus sia vero ed esistente.
-Inoltre si sta adoperando un tipo di test - chiamato test Rt-pcr - per diagnosticarlo, che non è stato progettato per la diagnosi diretta, quindi fornisce risultati incorretti, ma è nato per altri scopi di ricerca e verifica. Questo test, se somministrato a persone precedentemente vaccinate per l'influenza o la trivalente, forniscono nell'80% dei casi, un risultato falso-positivo.
- Secondo l'abc della prassi medica, nel caso di problemi respiratori, è d'obbligo seguire due metodi, prima dell'ultimo a disposizione, cioè l'intubazione: I due metodi sono sintetizzati con il CPAP e il BiPAP. L''intubazione infatti non solo è traumatica, ma comporta ulteriori rischi per il paziente, come l'aumento dell'infiammazione. Senza motivi logico-medici, sembra che si stia procedendo ad intubazioni su intubazioni. Il che è semplicemente assurdo.
- A proposito dei vaccini, il dottor B ricorda che, secondo i dati, nel 1991 l'autismo era presente in un caso su 10.000. Oggi, a seguito della diffusione del vaccino, il numero dei casi di autismo è salito a 1 su 32.
- Alla domanda su cosa stia accadendo adesso, negli Stati Uniti e nel mondo, il dottor B riporta che si tratterebbe dell'ennesimo caso di “attacco sotto falsa bandiera”. Avendo egli servito nell'esercito come ufficiale medico, ha partecipato anche alla guerra del golfo, dove gli fu riferito dall'amico sergente Rafael Medica, che lui stesso (Medina), insieme ad altri undici soldati, si resero responsabili, spostandosi su delle Dune Bughy, dell'incendio dei 300 pozzi petroliferi, addebitandoli poi al nemico. Questa fu l'informazione passata ai media e sui media. Ciò che sta accadendo adesso, segue il medesimo protocollo.
- Ancora sui vaccini e le case farmaceutiche: all'epoca Reagan, un gran numero di persone faceva causa alle case farmaceutiche, per i danni conseguenti agli effetti collaterali di questi prodotti. Le case si rivolsero al presidente, per ottenere un salvacondotto legale, in questi casi, sopra citati. Il presidente si rifiutò, ma il congresso approvò la richiesta delle casa fermaceutiche. Ancora oggi, dinanzi agli effetti collaterali di un vaccino, nessuno dunque è responsabile.
- Si sta parlando di cominciare a vaccinare i bambini appena nati, ma è nei libri di medicina il fatto che essi non avrebbero nella loro fisiologia gli elementi per poterli sopportare, integrare, metabolizzare. Finendo dunque per danneggiarli gravemente già in culla.
- E' chiaro che il distanziamento sociale rende più facile monitorare le persone: un conto è monitorare con una telecamera una persona che ha spazio vicino a sé, un conto è farlo, accerchiata e avvicinata da altre dieci o venti.
- Non è chiaro il passaggio in cui il dottore parla delle crisi ipossidiche: da un lato, sembra che egli stia puntando il dito sulla evidenza che questo virus conduca a quel tipo di crisi, simili cioè a quelle che si hanno in alta quota. Oppure sembra indicare le frequenze cellulari come capaci di agire su uno specifico meccanismo di ricezione/rilascio del calcio, nel corpo umano, cosa che comporta poi la crisi suddetta. E la storia del virus risulterebbe essere solo una copertura dell'influenza del fattore elettromagnetico, per esempio il 5G.
- Gli Stati Uniti hanno il maggior numero di persone con armi di proprietà. In particolare persone in pensione, dai vari corpi militari e civili che le usano. Vista la situazione di enorme rischio per la democrazia occidentale, di cui gli Usa si considerano il faro, il dottore fa presente a queste persone
di rispettare il giuramento nella Costituzione, di proteggere le persone vulnerabili e quindi la democrazia, a tutti i costi, qualora le circostanze lo rendano necessario.
- Thomas Jefferson diceva che quando la gente avrà permesso al governo di imboccarla o di mettergli in bocca delle medicine, essi saranno ormai come delle anime morte.
Il vaccino antitubercolare
Gira in rete ma anche su giornali nazionali ed esteri di grande tiratura, la notizia che sia stato ipotizzato il rimedio contro il coronavirus, Covid-19, identificato nel vecchio vaccino antitubercolare già largamente usato ad iniziare dalla fine del 1800.Si tratta però di una notizia riportata in modo distorto in quanto, se è vero che questo vaccino viene adesso sperimentato in Olanda, in Germania e in Australia per tentare di arginare il coronavirus, è altrettanto vero che la sperimentazione non può riguardare e infatti non riguarda, la diretta applicazione di un vaccino antibatterico per una patologia virale.
Un vaccino antibatterico come quello della tubercolosi non può intervenire direttamente di fronte a un’aggressione da virus anche per la sproporzione dimensionale superiore di 1 a 1000 tra il Covid-19 e il batterio tubercolare. Questo è tanto vero, che fonti competenti negano addirittura che possa avvenire una sperimentazione di tal genere; tuttavia questa è la notizia.
Si tratterebbe, mettiamola al condizionale, di una sperimentazione ancora in fase iniziale per accertarsi se il vaccino antitubercolare possa in qualche modo favorire il rafforzamento del sistema immunitario al fine di meglio prevenire ed eventualmente affrontare, la contaminazione anche del Covid-19 e delle sue complicazioni.
E’ quindi una questione molto differente da quella dello specifico vaccino anti coronavirus che è ancora una chimera a tempo indeterminato.
Dunque le prove di risposta dell’ organismo umano con vaccino antitubercolare avrebbero lo scopo di testare la possibilità di un rafforzamento del sistema immunitario in senso generale: tanto per una ferita, così per il coronavirus.
La novità a tempo differito
D’ altra parte, la ricerca su questo vaccino non è una novità degli ultimi giorni. Le notizie mediatiche in questo periodo di tensione collettiva che anche l’ Australia sia sperimentando il vaccino antitubercolare riguardano la medesima informazione riportata in tempo differito.
Ammesso che il vaccino antitubercolare possa dare un contributo al rafforzamento del sistema immunitario delle popolazioni del mondo, ai fini pratici si dovrà attendere: la fine della sperimentazione, la approvazione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la produzione industriale, la distribuzione agli enti pubblici autorizzati e la somministrazione alla popolazione a scopo differente della profilassi antitubercolare.
Siamo quindi, fuori portata delle nostre attuali necessità di difesa dal Covid-19. Ma chi, stando ancora bene, vorrà sottoporsi al rischi reattivi anche se minimi, di questo vaccino? Per quanto riguarda invece le persone già infettate, la reazione vaccinale potrebbe essere tragica.
Osservando gli immigrati
Probabilmente il motivo di una accresciuta attenzione a questo genere di sperimentazione è dovuta al fatto che gli immigranti non risultano particolarmente contagiati dal coronavirus in quanto secondo alcune fonti di informazione, avendo fatto la profilassi antitubercolare avrebbero ottenuto questa immunità. La qualcosa non regge in quanto il vaccino antitubercolare che viene somministrato nell’infanzia, ha una durata media di cinque anni al massimo può arrivare ai dieci. Per essere ancora protetti occorrerebbe procedere a richiami. Ora risulta abbastanza inverosimile considerata l’età degli immigrati arrivati in Italia e le loro condizioni esistenziali, che questi si siano sottoposti prima della partenza per l’Europa, a richiamo tubercolare.
Quindi, se questi sono i presupposti, le speranze riposte nell’immediato di disporre di un rimedio efficace per opporsi all’infezione virale del Covid-19 riposte nel vaccino antitubercolare non trovano almeno al momento, alcun supporto reale.
Le difese personali
E’ sotto gli occhi di tutti il risultato statistico di come le persone reagiscono di fronte alle epidemie. Chi guarisce senza cure eccezionali deve il successo all’efficacia del proprio sistema immunitario.
A maggior ragione ciò vale per coloro che riescono immediatamente a neutralizzare il contagio, che sono la maggioranza e che neanche incorrono nella malattia. Tutto ciò dipende dalla capacità reattiva del loro sistema non indebolito da droghe o da altre patologie in atto. Questo al contatto con il virus, forma all’interno dell’organismo gli stessi anticorpi che dovrebbe formare il vaccino anti Covid-19 , qualora ci fosse. La ragione per cui si devono proteggere e rafforzare per quanto possibile, le nostre difese naturali è proprio questo. Ma senza ricorrere alla chimera delle nuove sperimentazioni sul vaccino antitubercolare, vi sono altri mezzi semplici e immediati per rafforzare le nostre difese immunitarie tra le quali, quelle del bisogno giornaliero di vitamina C e di vitamina D. Quest’ ultima in particolare, che si forma in modo naturale nel corpo con la luce e con l’illuminazione del sole, è sensibilmente carente durante il soggiorno forzato in casa. Le due sostanze contribuirebbero al ripristino delle attività reattive affievolite dell’organismo, aumentando pertanto, la capacità di meglio esprimere con gli anticorpi naturali il più valido baluardo nei confronti dell’aggressione virale, come appunto, nel caso del coronavirus.
“Questo matrimonio non s’ ha da fare”
A favore dell’uso delle due vitamine per invigorire il sistema immunitario di fronte all’aggressione del Covid-19 si sono espressi molti medici, compreso Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina. Quest’ ultimo in una recente intervista sostiene infatti, ma come detto, non è il solo, che una buona difesa dell’ organismo utile anche contro il coronavirus, si ha assumendo vitamina C e D e in generale, tutto ciò che combatte i processi ossidativi che mandano in crisi il sistema immunitario. D’altra parte la mancanza della prova scientifica della efficacia delle due vitamine sul sistema immunitario come molti sostengono, non può impedire il buon uso di queste. Vi sono tante cose che la scienza non sa spiegare ma funzionano lo stesso. Ad esempio, malgrado gli enormi passi avanti fatti dalla fisica, la scienza che domina l’ universo, nessuno scienziato al mondo è attualmente in grado di dimostrare scientificamente in che modo la forza di gravità crea attrazione. Quando però, cadiamo per terra tutti ci accorgiamo come funziona.
Ma allora per quale motivo queste due vitamine vengono così osteggiate da chi invece dovrebbe proporle? Al limite, lascerebbero il tempo che trovano. Ma se il pretesto di questa avversione è quello dell’eccesso, allora tutto in eccesso diviene negativo. Anche l’acqua potabile in eccesso provoca intossicazione nonché la morte.
La risposta a tanta ostilità si può trovare rivedendo attraverso Internet, il video di una delle trasmissioni del mese scorso nella rubrica di TV7 “Non è l’arena”, dove invece nell’ “arena” della sala di regia sono emersi i pretestuosi motivi per cui la vitamina C è la vitamina D non debbono essere utilizzate.
Tutte le più gravi patologie sono in aumento specialmente le malattie infettive che tra il 1940 e il 2000 hanno ucciso quasi 60 milioni di esseri umani. Mille nuovi casi di tumore si aggiungono ogni giorno solo in Italia.
Questo esponenziale incremento viene attribuito agli agenti patogeni (microrganismi che normalmente circolano tra gli animali e che finiscono col colpire anche gli esseri umani); all’alterazione degli ecosistemi, alle modificazioni ecologiche, al cambiamento climatico, ma nessuno punta il dito sulla causa principale che genera questo sistema di cose: gli allevamenti intensivi per la produzione di carne e l’incremento demografico che secondo le previsioni alla fine del 21secolo gli abitanti della Terra saranno tra 10 e 23 miliardi con la conseguenza che raddoppierà o triplicherà il consumo di carne e questo porterà a situazioni catastrofiche per la salute umana e per l’ambiente ormai in agonia.
Antiche scritture indù dicono che prima che la popolazione consumasse carne vi erano solo due malattie, dopo se ne svilupparono 78. Ippocrate a suo tempo ne annoverava 0 malattie, più tardi Galeno ne elencava 150. Oggi si calcola che vi sia la sconcertante cifra di circa 20.000 malattie, ma questa allarmante situazione sembra non turbare affatto chi è deputato alla salute pubblica.
Interpellati in tal senso gli esperti del settore giustificano candidamente, questo continuo proliferare di nuove malattie, con l’allungamento della vita media, anche se queste vanno manifestandosi in età sempre inferiore colpendo anche la fascia dei bambini: come se l’essere umano, superata una certa età, fosse condannato dalla natura alle più terribili malattie. Cosa che non si ravvisa nel mondo naturale dove un animale vive in ottima salute e giunta la sua ora si apparta e si spegne serenamente senza il calvario delle malattie cui sembra condannata la specie umana.
La rassegnata convinzione comune è che la causa dello sviluppo della malattie moderne sia dovuto all’inquinamento dell’aria, ai pesticidi che avvelenano la terra e agli additivi chimici che finiscono nel cibo; anche se la ricerca ufficiale dice che l’inquinamento incide solo per il 2% sullo sviluppo della malattie tumorali; che l’alimentazione non idonea (da studi scientifici) incide per il 5% in più del fumo di sigaretta nel produrre tumori. Ma di fronte a tale allarmante situazione che cosa fanno le istituzioni per abbattere l’inquinamento generale a cui attribuiscono le malattie umane prodotto principalmente dall’industria zootecnica alimentare che da sola inquina più di tutte le altre industrie del pianeta?
Per noi l’insana quanto innaturale abitudine della specie umana di nutrirsi di cadaveri di animali è la causa di tutte le sventure e la condanna non solo a tutte le malattie che ne derivano, ma all’inquinamento generale, alla distruzione dell’ambiente e soprattutto all’atrofizzazione della coscienza resa sempre più indifferente verso il valore della vita e della sofferenza di miliardi di animali che sacrifica per mero piacere gastronomico. Ed è l’indifferenza verso la sofferenza altrui che ha fatto di questa terra un luogo di dolore.