L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Health (151)

Il primo confronto diretto tra medici e il giornalista Adriano Panzironi, mette ancor più in evidenza la necessità di un corretto chiarimento scientifico sulla salute degli italiani a fronte dell’incremento vertiginoso delle maggiori patologie nel nostro Paese

 

I personaggi - Finalmente dopo tante sterili polemiche a distanza, Panzironi, che non ha certo bisogno di presentazioni, ritenuto reo di aver introdotto un’innovazione nel concetto dietetico tradizionale del nostro Paese, si confronta per la prima volta a “distanza ravvicinata” con due medici rappresentanti della medicina ufficiale.

Si tratta del Dott. Francesco Carrano, dirigente della Asl di Frosinone e il Dott. Giancarlo Pizzutelli, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della stessa Asl.

L’incontro è stato condotto in modo chiaro e professionale dal direttore della                       emittente Teleuniverso, Alessio Porcu, nella funzione di interlocutore e moderatore della trasmissione. Questi ha cadenzato gli interventi con precisazioni su quanto veniva detto, improntando il colloquio in un piacevole ascolto. Ciò che ha stupito nel corso della trasmissione almeno per chi non conosceva la signorilità del dott. Pizzutelli, è stata la pacatezza con la quale i due medici hanno affrontato con Panzironi i vari argomenti trattati dal punto di vista obiettivo, cosi da aver più chiaro quale sia nel futuro, la sostanza del contendere.

Avvalendoci dell’opportunità di ascoltare per la prima volta le parti che discutono in modo diretto tra loro il futuro della nostra salute, si è ritenuto di non sintetizzare eccessivamente gli interessanti approfondimenti su questo argomento così che, per ragioni di spazio, si riporta quanto è stato detto, in due articoli.  

 

Entrando in tema - Il tema ovviamente, è stato quello delle precisazioni sulle caratteristiche della così detta dieta mediterranea e su quella che Panzironi propone in sostituzione ritenendo la dieta mediterranea, ricca di zuccheri e carboidrati, sia la causa primaria dell’insorgenza e dell’aggravarsi della maggior parte delle più insidiose e pericolose malattie del nostro tempo.

I due medici si sono alternati nelle loro precisazioni e hanno integrato attraverso i vari interventi il pensiero ortodosso della medicina ufficiale ovviamente, ritenendo giusto e corretto tutto ciò che è stato finora realizzato ai fini terapeutici attraverso il Servizio Sanitario Nazionale del nostro Paese.

Il primo argomento affrontato è stato quello delle cause patologiche che affliggono attualmente la nostra realtà demografica, quantunque ritenuta la più longeva del Mediterraneo, con i suoi 83 anni di aspettativa di vita; risultato questo di primaria importanza che confermerebbe secondo gli stessi medici, la valenza anche dell’alimentazione tipica del nostro Paese, ossia, della tipica dieta mediterranea.

Si deve però far notare che il limite di 83 anni non è una soglia invalicabile ma soltanto l’attuale base di partenza dell’età dei 120 anni che in senso ovviamente teorico, Panzironi ritiene raggiungibile attraverso una dieta sicuramente diversa da quella mediterranea.            È vero che ciascuno di noi potrà portare un esempio di una persona estremamente longeva che pur facendo una vita dissennata, si fa per dire, ha vissuto oltre 100 anni in buona salute. Ma un caso del genere è sicuramente un’eccezione che come si dice, conferma la regola, e, la regola è quella della statistica di 83 anni. Vi è tuttavia ancora un altro aspetto, forse ancor più importante della vita, rappresentato dalla qualità dello stato di salute degli ultimi anni dell’esistenza nei quali alcuni gradi di invalidità possono pesare di più di quanto si possa o si voglia immaginare.

Quindi, se anche in Italia la media di 83 anni è il risultato finora ottenuto, questo fatto non smentisce lo slogan di Panzironi di arrivare in salute fino al suo estremo limite che in teoria si differenzia di quasi quarant’anni rispetto all’attuale.

 

Le cause di malattia secondo la medicina ufficiale - Questi argomenti vengono integrati dalla risultanza statistica sull’insorgenza di malattie in Italia che come gli stessi medici precisano, il 45 - 50 % è dovuta al comportamento individuale e alla alimentazione, il 20% alla predisposizione genetica, il 20% all’ambiente e 10 -15% ai farmaci e ai servizi sanitari.

Per quanto riguarda Panzironi, questi sostiene che le sue affermazioni di carattere                  medico-biologico non sono sue opinioni ma sono delle precisazioni che derivano dalle ricerche scientifiche di insigni ricercatori che non sono state, però, recepite nel protocollo della nostra medicina ufficiale e che quindi, non vengono prese in considerazione.

Di conseguenza, le prescrizioni terapeutiche risalgono a circa trent’anni prima e pertanto, alla luce delle ultime risultanze della scienza e non del pensiero di Panzironi, non trovano una rispondenza nella realtà attuale.

Egli differenzia la dieta da lui proposta sulla base sostanziale di carne o pesce, verdura e grassi con modica quantità di frutta, da quella italiana   tipica, ricca soprattutto di sostanze zuccherine o di carboidrati che egli stesso esemplifica in pane, pasta, mais, legumi, e farinacei; alimentazione questa che all’interno dell’organismo si trasforma in zuccheri i quali a loro volta richiedano insulina per essere trasportati attraverso il sangue negli organi elettivi. Ma l’insulina e anche la causa primaria di infiammazione dell’organismo e della insorgenza delle peggiori patologie, come malattie cardiache, cancro, morbo di Alzheimer ed altro ancora. Tra queste malattie vi è anche il diabete che paradossalmente necessita di insulina per trasferire lo zucchero presente nel sangue nelle cellule che sono costrette ad assorbirlo, in luogo delle proteine. Da qui ha inizio il ciclo perverso cumulativo, come il cane che si morde la coda.

 

L’ origine della avversione ai grassi animali - Panzironi spiega che l’avversione alle sostanze proteiche e ai grassi animali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha un’origine di carattere molto opinabile. Infatti, nella circostanza della morte di infarto negli anni 70 di un Presidente americano, l’ opinione pubblica fu molto allarmata per questo decesso improvviso, tanto che fu istituita una commissione USA affinché indagasse sulla causa degli infarti, per evitare che nel futuro la popolazione fosse sottoposta a rischi di questo genere.

I risultati della commissione furono divergenti, tra coloro che sostenevano che le cause della patologia erano dovute ad una dieta ricca di farinacei e sostanze zuccherine, e gli altri che invece, attribuivano ai grassi in generale e soprattutto ai grassi animali, il danno alle arterie ed in particolare a quelle del cuore.

La controversia fu risolta affidando ad una commissione diversa la soluzione del problema, la quale elaborando gli elaborati altrui, attribuì ai grassi l’insorgenza di patologie cardiache, probabilmente perché il colesterolo che ostruisce in progressione le arterie è sostanzialmente composto da sostanze lipidiche, ovvero, grasse.

Questa decisione trasferì anche in Europa l’impronta finora indelebile, sulla presunta origine delle malattie cardiovascolari e di gran parte delle altre soprattutto, ove la presenza di colesterolo in eccesso, si ritiene causata dall’uso di grassi alimentari.

 

Gli effetti dei carboidrati - Di contrario avviso è invece Panzironi che sostiene che

allo stato delle cose è la tipica dieta con significativa presenza di carboidrati o addirittura di sostanze zuccherine che ha causato una progressione patologica sia di insorgenza che di aggravamento, non attribuibile ad altro se non alla alimentazione quotidiana che com’è prima accennato, è quella tipica della pastasciutta, della pizza e così via.

Possiamo prenderne atto del preludio di questo peggioramento, facendo riferimento ad un passato relativamente recente ma molto significativo. Una proiezione statistica del trend delle patologie in atto è che da trent’anni a questa parte, a fronte del presunto miglioramento della qualità alimentare, di effetti piuttosto deleteri, l’obesità è aumentata del 500%; le malattie cardiache del 1000%; mentre una persona su quattro attualmente si ammala di tumore e una persona su due muore di malattie cardiovascolari. Questo fatto ha traghettato l’umanità verso una sorta di morti premature che diversamente non vi sarebbero state.

D’altra parte anche altri studi scientifici hanno dimostrato quanto nel passato le cose erano state improntate su convinzioni errate. Un esempio è il burro sostituito per queste ragioni dalla margarina che, essendo un prodotto vegetale, veniva preferita al burro, espressione di grasso animale e come tale ritenuto corresponsabile di molte malattie. Guarda caso però, che i convincimenti adesso sono cambiati di 180° e il burro ha ripreso la sua tradizionale gerarchia nutrizionale, mentre la margarina è ora ritenuta nociva.

Finisce qui la prima parte dei commenti sulla trasmissione che va avanti affrontando lo stato di salute della popolazione. Segue in articolo diverso la seconda parte, interessante per le conclusioni, che sarà pubblicata nei prossimi giorni.

I principi cardine su cui è basata la convivenza sociale e i pilastri su cui l’Umanità ha posto la base della sua sopravvivenza sembrano affievolirsi, l’Uomo si sente sempre più smarrito in un mondo in cui forse non si riconosce più, risente di quest’angoscia e grida dolore. Roma in questo momento storico vive, forse, uno dei periodi più bui della sua storia; la sua gente, incatenata dai tanti ostacoli cui la città costringe, è sempre più assuefatta ai modelli che la società impone. Il vuoto interiore si fa sempre più stringente, più prepotente, si vaga nel deserto della città senza mete, senza riferimenti, alla sfrenata ricerca dell’effimero nella vana convinzione sia il fine ultimo del nostro vivere. C’è molto da fare,in questi frangenti, per le associazioni che cercano di dare una risposta a questo malessere generale. La cooperativa sociale “Il Futuro Quadrifoglio” di Roma si occupa di assistere persone al proprio domicilio, sia che si tratti di persone agli arresti domiciliari, sia si tratti di tossicodipendenti o alcolisti, sia che si tratti di persone deboli psicologicamente.

“Abbiamo dieci persone fisse specializzate, tutte volontarie: psicoterapeuti, psicologi,operatori sociali, educatori, i quali operano tutti nei contesti familiari, nelle case c’è una forte disconnessione familiare” – dice Massimo Tomaselli, responsabile della cooperativa – “ Si cerca in qualche modo di supplire a questi tipi di problemi con uno staff multidisciplinare. Sono operatori che lavorano per noi, attualmente siamo in trattativa con alcuni Municipi della Capitale ma, per ora, non abbiamo sovvenzioni, quindi tutti a carico della cooperativa sociale.”

Le strutture pubbliche fanno una convenzione con voi e voi fate assistenza a chi è indicato da queste previo compenso. C’è un bando di gara per questo tipo di servizi?

“Lavoriamo come privati, certamente ci sono dei bandi di gara a cui partecipiamo, attualmente stiamo vedendo di spingere il progetto presso alcuni Municipi.”

Quindi vi offrite come punto di riferimento tra le strutture pubbliche e i cittadini?

“Esatto. Questo servizio a Roma non c’è. Ci sono persone che non hanno ferite visive ma dei traumi irrisolti che non si vedono ma fanno male quanto le ferite visive. Il servizio di assistenza socio-sanitaria, conforme alle normative vigenti in materia, prevede un percorso educativo – riabilitativo specifico e individualizzato.

Il programma prevede la partecipazione ad attività strutturate attraverso le quali, progressivamente, si cerca di migliorare la qualità della vita dell’utente in carico, potenziarne le abilità e di fargli acquisire delle competenze lavorative. La Cooperativa dispone, inoltre, di alcune abitazioni residenziali di pronta accoglienza nella provincia di Roma.”

Assistere i soggetti più fragili, dal tossicodipendente che vuole smettere, agli alcool dipendenti…. è il vostro pane quotidiano. Avete assistito parecchie persone nell’arco della vostra attività sin’ora, qual è il risultato del vostro lavoro?

“ne abbiamo assistito centinaia e centinaia. Quando prendiamo questo tipo di utenti in carico con il nostro nuovo progetto abbiamo un grandissimo risultato in quanto si sentono accettati, hanno un punto di riferimento. Molte persone non sapevano da dove provenissero i loro problemi, pensavano addirittura fosse la droga a creare dipendenza, e ciò invece a noi non risulta perché, facendo degli studi, anche scientifici, ai professionisti che abbiamo nell’equipe risulta che dopo aver somministrato in ospedale per mesi e mesi anche della morfina, molto più potente dell’eroina, non si è verificata alcuna tossicodipendente da questa. Non è la sostanza a creare tossicodipendenza ma il vuoto psicologico, l’informazione sulla droga che crea dipendenza è sbagliata.”

In che anno è nata la cooperativa?

“Siamo nati come associazione nel 2013, nel tempo poi abbiamo creato la cooperativa sociale.”

La ricerca della verità in questo caso non può essere rimandata per timore dello scontro, quando si tratta della contestazione di metodi che mettono in discussione la salute di 60 milioni di persone.

La difesa dei monopoli - È ormai ricorrente la notizia della pesante sanzione inflitta al giornalista Adriano Panzironi dall’Antitrust a causa degli integratori alimentari a complemento della dieta da lui stesso argomentata, ricca di proteine e verdure ma povera di zuccheri, mentre gran parte dei cittadini si avvalgono di ciò che offre il mercato secondo gli usi e costumi dei prodotti venduti in Italia. Era pertanto prevedibile che il suggerimento di Panzironi, di evitare gli zuccheri e i carboidrati, tipici della cosiddetta “dieta mediterranea”, dovesse in qualche modo essere attaccato dai vari fronti delle lobbies dominanti e interessate a confermare il loro monopolio alimentare. Durante le sue trasmissioni in TV, questi spiega con dovizia di particolari le ragioni del danno causato dalle sostanze alimentari che l’organismo trasforma in zucchero e che egli imputa soprattutto alla tanto decantata “dieta mediterranea; dieta questa, contenente in abbondanza pane e pasta, legumi, farinacei e altri alimenti suscettibili a trasformarsi in zucchero che, secondo lo stesso Panzironi, sarebbero causa di insorgenza o di aggravamento di molte malattie nelle persone maggiormente predisposte.
Queste persone, una volta entrate in stato patologico, difficilmente si sottraggono alla progressiva cronicità della malattia se non si astengono dal quotidiano uso di quegli alimenti da cui l’organismo assorbe direttamente o indirettamente una dose di zucchero eccedente al fabbisogno.
Gli interessi diversi - Se i protagonisti delle iniziative legali contro Panzironi fossero interessati alla salute dei cittadini, avrebbero potuto attaccare le notizie che egli divulga, contestandole sul medesimo piano scientifico nel quale egli continuamente si esprime. Invece, niente di tutto questo. Ciò che importa ai contestatori è interrompere la pubblicità degli integratori alimentari che le stazioni TV mandano in onda durante le trasmissioni di Panzironi.
Appare allora chiaro che la preoccupazione delle lobby contro interessate, verso le trasmissioni televisive, è dovuta al mancato raggiungimento del loro scopo. Ed ecco che si escogita un altro metodo: quello di trovare il pretesto formale interpretando la legge per ricorrere all’intervento dell’antitrust.
È pertanto evidente l’intenzione di tacitare le varie trasmissioni TV che mandano in onda gli incontri tra il giornalista e i cittadini sull’argomento salute. Questa interruzione viene tentata, impedendo la commercializzazione di innocui (dal punto di vista tossicologico) integratori alimentari e quindi, aggredendo le risorse economiche necessarie per continuare.
Ma sono proprio le parole che ricorrono nel provvedimento dell’Antitrust, che rendono l’idea che non si tratti soltanto della formalizzazione di un atto dovuto per violazione di norme formali in tema di concorrenza. Infatti, i termini “informazioni ingannevoli” sottendono l’anticipato giudizio di condanna, in quanto “ingannevoli” è già un giudizio espresso sulla valenza biologica, fisiologica, chimica e funzionale di queste sostanze sull’ organismo che invece non avrebbero.

L’aggressione alla pubblicità - Le spiegazioni del giornalista alla TV e le testimonianze nel corso della trasmissione, dei cittadini sui risultati ottenuti e sul proprio stato di salute dopo aver abbandonato la precedente dieta al largo uso di zuccheri e carboidrati, sono intervallate in modo nettamente separato, dalle inquadrature pubblicitarie delle spezie illustrate da altre persone, come integratori di una corretta alimentazione.
Si tratta soprattutto di spezie le quali potrebbero avere per molti, ma certamente non per tutti, quelle caratteristiche di complemento dietetico sufficiente a dotare l’organismo di ulteriori apporti alimentari che favoriscono la regolazione delle funzioni biologiche.
D’altra parte, è evidente che la concentrazione in pillole di vitamina C, tanto per fare un esempio a tutti noto, ove si volesse far consumo naturale, per assumere la stessa quantità di vitamina in un giorno si dovrebbe mangiare qualche chilo di arance. Ciò vale in questo caso, ma anche in altri, ricorrendo però ai diffusissimi concentrati necessari alla corretta funzione dell’organismo che gli alimenti stessi conterrebbero naturalmente, ove, si fa per dire, se ne trangugiassero quanto un elefante.
Non c’è dubbio che in molti casi vi sono dei veri e propri centri di potere che intendono appropriarsi del monopolio della salute dei cittadini, senza voler considerare le conseguenze di una dieta sbagliata e la scarsa efficacia dei farmaci che si oppongono soltanto agli effetti della malattia, ma non alla causa.

La sostanza è ben altra
Con queste premesse, Panzironi è accusato di pubblicità occulta per i noti integratori alimentari collegati alla dieta povera di zuccheri nelle loro varie forme chimiche, che lui stesso propone; mentre integratori di vario tipo da decenni hanno invaso il mercato per attività di ogni genere e per scopi anche molto meno nobili.
Intervenendo contro Panzironi sugli integratori alimentari, significa però evitare ancora una volta, un confronto nel piano scientifico sulle cause dell’ insorgenza e dell’ aggravamento delle più importanti e invalidanti patologie nel nostro Paese a cui lo stesso giornalista si riferisce, accusando di questo, proprio la medicina ufficiale.
I dati più significativi che attestano la necessità di un’inversione di tendenza in campo sanitario sono quelli che riguardano l’impegno dello Stato e delle famiglie per il mantenimento della salute.
L’incremento percentuale in atto delle patologie acute e croniche costano al nostro Paese quasi 150 miliardi di euro, a cui il Servizio Sanitario Nazionale interviene complessivamente con oltre 113 miliardi. Gli altri 37 miliardi sono quelli che le famiglie e gli enti privati spendono direttamente per le necessità non coperte dallo Stato. Si tratta di una cifra da capogiro, all’anno naturalmente.

Il temuto confronto – l’inversione di tendenza di questo grave problema sanitario non potrà iniziare con delle sanzioni amministrative dell’antitrust né di altre Istituzioni, ma dal confronto ad alto livello scientifico che si auspica tra i rappresentanti della medicina ufficiale e quelli che saranno designati a sostenere la tesi del giornalista.
Il coraggio però, se questo è il termine corretto, di questo confronto sembra mancare piuttosto alla rappresentanza della medicina ufficiale che preferisce ricorrere alla magistratura, anziché confrontarsi sulla base scientifica all’alto livello che lo stesso giornalista esprime.
Gli attacchi che quotidianamente Panzironi riceve dalle varie lobby che non lo affrontano però sul piano scientifico che è quello che a tutti cittadini interessa, se non dicendo che un giornalista, quale egli è, non ha titolo per parlare di scienza, richiama un po’ alla memoria storica il processo di giordano Bruno.
I Giudici non trovando obiettivamente una valida ragione di condanna, che comunque il Vaticano doveva emettere per impedire la divulgazione del pensiero del Bruno, fu che quest’ultimo che si rivolse a loro con la seguente frase: «Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza, che io nell’ascoltarla».

I giudici della situazione - Con queste prospettive, se la classe medica nella sua espressione corporativa, a cui è stato affidato giudizio insindacabile in materia, si esprimerà senza confronto, la domanda che, come si suol dire, sorge spontanea è: “Chi può giudicare gli stessi medici che così si esprimono?”
Ecco che ritorna alla ribalta la storia che è maestra di vita: quella dell’antico quesito che Giovenale rivolgeva, 2000 anni fa, ai giudici con la pittoresca frase romana di intuibile traduzione che in questo caso si ripropone. “ Quis custodiet ipsos custodes ?“ Questa volta però, dovrebbero essere i cittadini a dare la giusta risposta.

A Terni, giovedi' 4 ottobre, un convegno per tornare a parlare di un fenomeno ormai troppo diffuso

Giovedi' 4 ottobre, alle ore 17, presso il Cenacolo San Marco, dell'ISTESS, Istituto di Studi Teologici e Storico-Sociali della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, le istituzioni, il mondo volontariato delle religioni e la societa' civile si sono uniti per parlare del “Fenomeno Droga – Le Origini Sociali e come Risolverlo”

Questo il titolo del convegno organizzato dal gruppo interreligioso Un Attimo di Pace, coordinato da Rossana Pilloni, con la collaborazione dell'Istess, Anzianti e Immigrati per l'Integrazione, Interesse Nazionale e Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga. Si e' dibattuto del problema droga e cosa fare per risolvere questa sua epidemica espansione soprattutto tra le nuove generazioni. Un problema che riguarda la societa' nel suo insieme e che, come per ogni altro fenomeno deviante, si avvantaggia dell'omerta' e della mancanza di informazioni corrette che vengono invece sostituite dalla falsa propaganda degli spacciatori.

Tra i relatori il sindaco di Terni, Leonardo Latini, l'assessore alle politiche sociali Marco Celestino Cecconi, l'assessore alla Scuola, Valeria Alessandrini. L'ospite illustre del convegno e' stato il professor Diego Fusaro, filosofo nonche' noto opinionista, a cui e' stato affidato il compito di fare la relazione conclusiva, riassumendo il contesto storico culturale, le radici e lo sviluppo del fenomeno droga.

Il sindaco Latini ha ringraziato e si e' detto soddisfatto che si torni a parlare di una argomento che sembra essere tabu'. Un fenomeno che, sebbene non se ne sia parlato in passato, sta dilagando, soprattutto a Terni. Ha menzionato i costi in termini di vite e famiglie distrutte che questo fenomeno genera e ha sottolineato l'importanza di trovare una soluzione efficace poiche' la societa' e' fatta di “persone in relazione”, individui che si realizzano solo attraverso la relazione con l'altro; quindi non si puo' accettare che il prossimo sia in difficolta' con le droghe e agire come se non ci riguardasse perche' e' un problema dell'altro.

L'assessore alle Politiche Sociali Marco Cecconi ha rassicurato i cittadini rendendo noto che ci sono risorse finanziarie disponibili e che il suo assessorato si curera' di amministrarle secondo i bisogni dei cittadini, anche per la soluzione del fenomeno droga. Ha manifestato la sua disponibilita' ad incontrare i cittadini ogni venerdi' per conoscere le esigenze e i bisogni del territorio e fare qualcosa al riguardo.

E' stata quindi la volta dell'assessore alla Scuola del Comune di Terni, Valeria Alessadrini, che ha relazionato sull'esistenza di un progetto per il contrasto alla diffusione delle droghe e per la promozione della sicurezza all'interno delle scuole. L'assessore Alessandrini ha ribadito che, come insegnante, conosce il fenomeno della droga e la distruzione che porta ai singoli ragazzi, che sono le risorse future della societa', e alle loro famiglie. Ha dato quindi grande disponibilita' ad aiutare nel fare prevenzione e nel contrasto alla diffusione delle droghe tra i giovani studenti e tra gli adolescenti in generale.

Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni di volontariato, delle confessioni religiose presenti, tra cui la Comunita' Islamica e la Chiesa di Scientology che ha orientato i cittadini sull'esistenza di una programma laico internazionale di prevenzione, La Verita' sulla Droga, i cui materiali e guide per l'educatore si possono ottenere tramite la Fondazione Mondo Libero dalla Droga. I partecipanti al convegno hanno avuto la possibilita' di ottenere gratuitamente i materiali di questo programma che e' sostenuto e utilizzato in tutto il mondo da organizzazioni religiose, istituzioni, insegnanti, educatori e associazioni di volontariato.

Anche la Comunita' Incontro di Amelia ha dato il suo contributo con la testimonianza di due ragazzi che si sono libertati della dipendenza e che stanno recuperando i valori per una buona vita futura per se' e le loro famiglie.

Unanime e' stata la conclusione che il fenomeno droga approfitta dei disagi personali, che possono essere vari, da comprendere e mai da giudicare, che l'attenzione alla dignita' umana e la responsabilita' di ognuno in quanto membro della societa' nel portare la verita' sulla droga con l'educazione, sono il vero antidoto al dilagante diffondersi di questi veleni per il corpo, il pensiero e lo spirito.

Ha concluso il convegno il filosofo Diego Fusaro. Secondo il noto filosofo e opinionista, l'attuale scenario delle droghe e del loro abuso e' la cartina da tornasole di una societa' che e' figlia della fallita rivoluzione del 1968. Si tratta, secondo Fusaro, di una societa' dove tutto e' disponibile per il consumo, ogni cosa e' oggetto di marketing; in sintesi una societa' nella quale il “liberalismo del capitale di destra” e la logica “libertaria del consumo di sinistra”, apparentemente opposti, entrano in realta' in risonanza per creare la mistificazione della liberta' individuale, dove l'individuo e' libero fin dove inizia la liberta' dell'altro, creando gli archetipi del rapporto “spacciatore-tossicodipendente”, “produttore-consumatore”, dove gli individui finiscono per diventare “isolati consumatori”. Chi ha le sostanze ha diritto di spacciarle e chi le vuole, e se le puo' permettere economicamente, le acquista. Un quadro altamente problematico, la cui soluzione risiede, secondo Fusaro, nel rafforzamento delle famiglia, che sta venendo minata nelle sue basi, e nella creazione di uno stato etico, dove ogni individuo non scompare, dove grazie all'aiuto reciproco, quel “io-noi” del pensiero kantiano, si puo' garantire la vera liberta' e il vero sviluppo della persona, come essere in relazione con l'altro.

Fusaro ha evidenziato l'uso ideologico che il potere ha fatto della diffusione delle droghe per ottundere le giovani generazioni fino ad annullarne lo spirito critico. Per il filosofo la soluzione e' quella paideutica, per educare le nuove generazioni e far loro comprendere che le droghe annullano la loro identita' e capacita' di costruire il futuro.

Ogni tanto in questo   "BEL PAESE" accadono fatti incredibili, positivi in particolar modo nel sistema sanitario nazionale da sempre carente ed inefficace. Dal mese di Luglio è attivo in Roma il centro Servizi dell'INMP un centro sanitario dove Anziani, separati, famiglie numerose con monoreddito possono recarsi per avere cure ed assistenza. Il centro creato per i nuovi poveri che non hanno possibilità di potersi curare e di sostenere onerosi Ticket. Per queste persone in difficoltà, è ripresa e continuerà fino ad Ottobre la distribuzione di occhiali da vista, protesi acustiche e protesi dentali del tutto gratuite. Questo avviene nell'ambito dei progetti di medicina sociale dell'Istituto Nazionale Salute,  Migrazione e Povertà (INMP), noto anche come "Ospedale degli ultimi a Roma".

la Dottoressa Concetta Mirisola direttore generale dell'istituto dice. ormai circa il 40% dei nostri assistiti è italiano, la direttrice continua. Siamo un Ente del Servizio Sanitario Nazionale che aiuta tutte le persone in difficoltà. Vengono da noi persone che hanno bisogno di cure e di farmaci, ma vengono anche persone che necessitano di ascolto solidale. All'INMP siamo tutti impegnati nella presa in carico delle persone con i loro bisogni. Oltre agli ambulatori specialistici, che sono il centro della nostra attività di assistenza sanitaria, abbiamo attivato anche lo sportello degli "Avvocati di strada" che offrono assistenza legale gratuita. Lo sportello conta 30 collaboratori volontari tra avvocati e praticanti di diverse discipline, affiancati da un mediatore transculturale, lo sportello offre consulenza e assistenza legale gratuita, giudiziale e stragiudiziale, a persone bisognose private di diritti fondamentali, con problematiche di natura amministrativa, civile o penale. L'accesso ai consulti degli Avvocati è gratuito e senza prenotazioni basta una semplice telefonata per conoscere gli orari e la disponibilità Tel. 06.58558503. L'ambulatorio dell'INMP e gli studi legali si trovano in Via delle Fratte di Trastevere n. 52, che dire?. Non vi sono parole, il centro funziona benissimo. Chiunque ha bisogno può recarsi senza prenotazione munito di tessera sanitaria e ricetta del medico di famiglia per le prestazioni gratuite.

È tipico il fatto di non sapersi trattenere quando prevale l’emotività sulla valutazione razionale di come effettivamente stanno le cose.

In questi ultimi giorni mi è apparsa sul cellulare con una certa insistenza, la lettera aperta inviata qualche tempo fa, al giornalista Panzironi con la quale si contesta la presunta guarigione dal diabete una volta instaurato.

Poiché questo stesso argomento nel nostro Paese interessa attualmente purtroppo, milioni di persone affette da questa patologia, ho ritenuto opportuno fare alcune precisazioni su ciò che il Prof. Piemonti, autore di questa lettera, rileva.

Ho poi visto che lo stesso professore di lettere aperte a Panzironi ……… ne ha inviate diverse, tra cui un’altra, riguardante gli integratori alimentari, collegati alla dieta consigliata dal giornalista.

Mi è parso evidente che non era tanto in discussione il diabete, ma piuttosto il giornalista che si era avventurato in un terreno a lui precluso.

È tipico infatti, non sapersi trattenere, quando prevale l’emotività sulla valutazione razionale di come effettivamente stanno le cose. Soprattutto questo accade nel campo della medicina, quando i rappresentanti dei vari settori medici interessati si sentono prevaricare in qualche indicazione terapeutica, laddove loro si ritengono il “verbo”. A nessuno pertanto, che medico non sia, è lecito superare quella sorta di colonne d’Ercole che la medicina ufficiale non ha ancora varcato.

L’entrata in territorio altrui - Ecco allora la lettera aperta, al “profanatore” Panzironi. Egli ha osato superare queste colonne con motivazioni che secondo l’autore, il Prof. Lorenzo Piemonti, non sono quelle tecnico-scientifiche di cui egli si ritiene il portatore, ma quelle di una persona estranea, diciamo ignorante (nel senso di colui che ignora). Pertanto, se è proprio la medicina l’ oggetto di interesse di Panzironi, il Prof. Piemonti gli consiglia, di laurearsi, prima di esprimersi così come egli fa, su questioni estranee ad un giornalista come lui.

Quest’ultimo apprezzamento che è tipico dell’emotività che il Professor Piemonti non riesce a dissimulare, qui non interessa commentare oltre.

C’è invece un altro aspetto che deve essere considerato con maggiore attenzione dalla Sanità Nazionale, quello del pratico riscontro nelle condizioni di diabete, incipiente o conclamato, che affligge complessivamente otre tre milioni di italiani. In termini economici, una situazione di tal genere incide in modo molto, ma molto pesante sul bilancio dello Stato e delle famiglie, nonché vorremmo aggiungere, sul benessere supremo della salute e sulla capacità lavorativa di ognuno, che non dovrebbero essere perdute, tanto più, per l’ errore di qualche altro.

Il diabete nella sua evoluzione - Veniamo al senso tecnico della questione.

Il Prof. Piemonti, afferma sostanzialmente che dal diabete tipo 1, non si guarisce e che se Panzironi sostiene il contrario, afferma il falso, eccetera, eccetera.

Ora è possibile, così come è quasi sempre possibile, che se si estrae dal contesto di un discorso o di più discorsi una singola frase, si fa dire a chi l’ha pronunciata ciò che neppure gli passava dall’anticamera del cervello. È quindi possibile che a Panzironi sia sfuggita qualche parola impropria. Anche il Vangelo e la Bibbia contengono contraddizioni, ma non saranno queste a demolire i contenuti.

Non è infatti, questo l’ argomento che può interessare in modo corretto e razionale un confronto di idee, ma quello di saper affrontare in modo efficace l’inizio di questa malattia e soprattutto, quella di saperla prevenire.

Più nello specifico - Il diabete di tipo 1 che è quello a cui si riferisce il professor Piemonti, consiste nella progressiva perdita, fino a quella totale, delle cellule beta che secernono l’insulina. Per dare ai lettori una certa rappresentazione di immagine dell’argomento trattato, sia consentito una brevissima parentesi sulla funzione biologica di cui si parla. All’interno del pancreas che è una ghiandola responsabile della secrezione di varie sostanze, vi sono le cosi dette,isole di Langerhans. Queste sono agglomerati sferici concentrici di cellule, situati in modo non regolare sullo stesso pancreas. All’ interno di questi, per quanto qui interessa, si trovano le cellule beta che secernono l’insulina, necessaria al trasporto degli zuccheri richiesti dai vari distretti dell’organismo.

Attualmente, quando ci si rende conto di essere incorsi nel diabete tipo 1 anche prima che le cellule beta siano significativamente distrutte, non vi sono fino adesso, sostanze farmacologiche atte a contrastare la morte di queste cellule. La morte cellulare continua infatti, senza poter intervenire per interrompere la malattia. Che cosa resta da fare allora? Rassegnarsi in modo consolatorio per il fatto che si potrà sempre somministrare insulina sintetica per contrastare gli effetti di questa mutilazione in questa drammatica situazione, si potrebbe aggiungere con una punta di ironia, che in questi casi, è come colui che cadde da cavallo e disse che tanto doveva scendere.

Ora è vero che queste cellule, all’insorgenza del diabete tipo 1, cominciano a essere distrutte, ma dopo un primo trattamento con insulina si avverte talvolta, un certo miglioramento, tanto da ridurne la somministrazione. Questo miglioramento è però di tipo momentaneo e di solito non arriva a qualche mese. Si tratta di una sorta di “rimbalzo tecnico” o periodo di “luna di miele” così chiamato, perché dà l’impressione che tutto proceda nel migliore dei modi, come all’inizio del matrimonio. Poi però, le cose cambiano e tutto ritorna come prima e peggio di prima. Lo sfaldamento cellulare beta riprende progressivo vigore fino alla distruzione totale.

Avrebbe dunque ragione il Prof. Piemonti a diffidare di un miglioramento di tal genere a cui non si può certo attribuire la guarigione di questo tipo di diabete.

Le obiezioni però sono altre - Sorge infatti, una riflessione che non contraddice le affermazioni delle persone apparse alla ribalta delle trasmissioni di Pansironi, le quali affermano che a distanza di molti mesi, la loro condizione di salute è talmente migliorata al punto di considerarsi definitivamente guariti. Adesso si potrebbe anche ipotizzare in modo coerente, o almeno non contraddittorio con quanto appena detto, l’altra condizione,quella di aggravamento del diabete tipo 1, dopo la “luna di miele”. Poiché, a parità di fattori interni o esterni, queste differenze tra le persone che seguono le indicazioni di Panzironi

e quelli che non le seguono, non dovrebbero sussistere, è evidente allora che il cambiamento già dovuto all’unica variabile tra le due condizioni è quella della dieta di alimentazione. Secondo Panzironi l’aggravamento sarebbe dovuto al perdurare della classica dieta tradizionale cosiddetta, mediterranea. L’altra invece, che lo stesso Panzironi consiglia, contiene una drastica riduzione di zuccheri e carboidrati nelle loro varie forme. Ciò significherebbe, usando il condizionale, che nella dieta tradizionale, dopo qualche tempo, la significativa presenza di carboidrati contenuti, riesce a prevalere in modo negativo sul miglioramento farmacologico inizialmente ottenuto. Ma dopo, pur dosando l’ insulina secondo le esigenze personali, la patologia riprende vigore e tutto prosegue fino alla totale distruzione delle cellule beta.

Ma allora……..

A questo punto la possibilità di guarigione del diabete tipo 1, è nulla. Infatti, se le cellule beta vengono distrutte, parlare di guarigione sarebbe come dire che perdendo una gamba questa possa ricrescere.

Certamente, dopo la distruzione delle cellule beta, l’unica possibilità di sopravvivere è la somministrazione di insulina che consente il trasporto attraverso il sangue, del nutrimento cellulare dell’intero corpo. Ma la risoluzione del problema non starebbe a valle, ossia, dopo la morte delle cellule beta, ma a monte: prima che queste vengano interamente distrutte, per l’incapacità della medicina ufficiale di porvi rimedio.

In effetti l’attuale contrasto tra le affermazioni di Panzironi e le risorse della medicina ufficiale che non ha ancora farmaci per impedire la morte cellulare nel diabete tipo 1, consiste semplicemente nel cambiare o nel non cambiare dieta.

Tutto qui! Si tratterebbe quindi, di eliminare zuccheri e carboidrati, tenendo conto che nella pratica attuazione di ridurre gli zuccheri, vi sono sempre alimenti che ne contengono a sufficienza per le necessità biologiche del nostro organismo.

L’altra faccia della stessa medaglia – Oltre quanto detto, continuando questo ragionamento, vi è un’altra logica considerazione da fare, come la famosa “domanda che sorge spontanea”. E cioè, se attraverso una dieta appropriata povera di carboidrati, è possibile far regredire l’infiammazione in corso che causa direttamente o indirettamente la distruzione delle cellule beta, fino a far riattivare e rigenerare in qualche modo quelle rimanenti, se prese in tempo, allora si potrebbe anche spiegare in questi casi, da cosa venga originata la malattia. La risposta appare molto semplice; forse troppo semplice per essere vera, ma talvolta la verità che cerchiamo altrove l’abbiamo davanti agli occhi, senza riuscire a vederla.

L’origine del diabete, in questi casi e nei soggetti già predisposti, quanto il relativo aggravamento dopo la temporanea remissione della menzionata “Luna di miele”, sembrano proprio generati dagli zuccheri e dai carboidrati contenuti in significativa quantità nella dieta tradizionale, enfatizzata in: dieta mediterranea.

Allora, perché non proviamo a ridurre o a eliminare queste sostanze alimentari alle prime avvisaglie di malattia, osservando cosa avviene, anziché aspettare l’ insulina consolatrice (soprattutto per l’ industria farmaceutica)?

È questa una condizione molto interessante da approfondire, anziché rigettare con affermazioni apodittiche, come: “ Se ciò fosse vero, la medicina ufficiale l’ avrebbe già detto!”.

Conclusione - Tornando al giornalista Panzironi, egli attesta e dimostra gli effetti di una dieta povera di zuccheri e di carboidrati, non solo in teoria, ma per fatti concludenti, ossia, esibendo i miglioramenti o le guarigioni ottenute attraverso le testimonianze di un significativo numero di cittadini, compresi alcuni affetti da tale specifica patologia. Questi infatti, riferiscono le loro vicissitudini sotto lo sguardo critico dei presenti: medici e spettatori, nelle innumerevoli trasmissioni TV.

Tutto ciò avviene in netto contrasto critico con il Prof. Piemonti,  il quale aprendo una porta aperta come si suol dire, sostanzialmente attesta, come se qualcuno avesse affermato il contrario, che senza le cellule beta del pancreas, dal diabete di tipo 1, non si guarisce. In altri termini usando le sue stesse parole: “L’insulina è l’unico farmaco in grado di mantenere in vita le persone che hanno diabete di tipo 1”

Questa è una notizia alla quale non eravamo preparati!”, avrebbe detto Vittorio Gassman con stupore, recitando una sua significativa poesia.

 

 
 I farmaci e la salute: intervista a Giorgio Vitali (video)  parte prima

 

 
 I farmaci e la salute: intervista a Giorgio Vitali (video) parte seconda

La cracks mania di innominabili,illegibili, illeciti, illegali, indecenti, arriva a limiti invalicabili e si intrappola con le sue stesse armi in vicoli ciechi e bui dove gli abbietti recalcitrato il loro ultimo respiro, un ultima  boccata di morte tanto desiderata quanto odiata,in una dimenzione metafisica dove il pensiero di anniettarsi prevale su qualunque desiderio materiale e terreno. Non vi sono vie di scelta se non quella di  violenza incontrastata su tutti e tutto fuori da tutti i limiti che puo portare ad atti di criminalita' supereccessivi ed irrimediabili o al suicidio.


Non ci sono speranze di recupero, e' un coltello a doppia lama che deve essere usato. Le conseguenze irreparabili ci portano a riflettere ed a prendere delle decisioni immediate...corruzione e speculazione han fatto chiudere un occhio o due su questo fenomeno che impazza già da parecchiio tempo ed ha riportato ai nostri giorni osceni risultati di: omicidi,suicidi,abusi sessuali ed uccisioni anomale, ed alla meno peggio furti, percosse, aggressioni e vituperi.
Ignorare e coprire tutto questo significa andare verso un autodistruzione di noi stessi e di conseguenza di tutti coloro di cui siamo responsabili, aprendo cosi la via ad una reazione a catena di parecchi Megaton.
Debellare questo flagello e' un obiettivo che ci siamo riproposti dal momento in cui abbiamo appurato che lo spettro di azione e la ripercussione sugli umani di queste sostanze tossiche e' micidiale e non ci  ascia molte vie di uscita.
Anche se il campo e' super controllato, avendo coinvolto personaggi imponenti della nostra societa' un po’ in tutto il mondo per poi avere carta bianca e poter manovrare paesi interi a proprio piacimento da coloro che ne sono responsabili e con le redini ben strette tengono tutti sotto una morza di acciaio, dobbiamo reagire in fretta e combattere queste imposizioni coercitive eliminando tassativamente il marcio di questa societa'....

            Un simile concetto può essere giustificato solo nella necessità di dover scegliere tra due mali quello minore, ma nella decisione di mangiare o no carne dov’è il male minore? Quello della rinuncia ad un piacere? E come può essere giustificata un’ingiustizia con un piacere?

La natura non ti costringe ad essere ingiusto, a reprimere il sentimento di compassione e di pietà verso la vittima, se non in casi di estrema necessità di sopravvivenza, diversamente è solo una patetica, ipocrita scappatoia per giustificare la tua volontà a non rinunciare a ciò che ti piace. Dici che ti dispiace della sorte dell’animale, che sei convinto che uccidere sia un fatto ripugnante, che è un’azione riprovevole, però accetti che  si compia questa ingiustizia, mentre certamente non avresti il coraggio di farlo con le tue mani. Sei consapevole che l’animale soffre ma anteponi il tuo piacere alla vita e al dolore dell’animale.

Tutto ciò che succede all’interno dell’universo resta nel Tutto e nulla si disperde. Così recita la legge della conservazione degli elementi enunciata da Lavoiser nel 1789. Ma c’è un’altra legge, quella della meccanica che recita “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” e dimostra che tutto è conseguenza, tutto si paga perché come si semina così si raccoglie. E non bastano le nostre giustificazioni a scagionarci e ad evitare la karmica onda di ritorno.

            Non vi è essere vivente che non sia soggetto alla legge del dolore, dall’insetto alla balena. Tutto ciò che esiste è soggetto al dolore, dal filo d’erba alla sequoia, anche se i nostri sensi non sono così sviluppati da percepire il loro dolore. L’angoscia dell’animale durante la prigionia e l’angoscia della sua uccisione resta nelle sue carni martoriate ed entrano a portare disordine energetico, spirituale e fisico in colui che se ne nutre.

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            “Uccidere gli animali per nutrirsi del loro sangue e delle loro carni è una delle più deplorevoli e vergognose infermità della condizione umana. Questo nutrimento contiene in se i  principi irritanti e putridi che agitano il sangue e abbreviano la vita dell’uomo. Verrà il tempo in cui gli uomini aborriranno il consumo di carne come ora noi aborriamo il cannibalismo”. (Alphonse Lamartine, poeta francese, 1790-1869)

            “Quanto più presto ed estesamente noi introdurremo nelle scuole un’educazione più umanitaria e favoriremo lo spirito di giustizia e bontà verso tutte le creature inferiori, tanto più presto ed estesamente raggiungeremo le radici della crudeltà e del crimine”. (Miriam Ferguson, governatore del Texas)

            “La vita vegetale invece del cibo animale è la chiave della rigenerazione. Gesù, nell’ultima Cena, usò pane al posto della carne e vino al posto del sangue”. (Richard Wagner 1813-1883 musicista tedesco)

            “Oh mangiatore di carne, tu non sei un essere umano. Non accompagnatevi con un mangiatore di carne, perché anche la sua sola compagnia è dannosa per la devozione al Signore. Credimi, amico, coloro che mangiano carne e pesce e bevono bevande inebrianti, saranno tutti estirpati come le erbacce sono estirpate da un fertile campo e gettati dentro un’oscura valle di morte. Tutta la carne è una che sia di uccello, di cervo o di vacca e coloro che la mangiano andranno direttamente all’inferno con gli occhi aperti”. (Kabir, poeta Sufi)

            “L’uomo è l’essere più simile agli dei per questo deve nutrirsi nel modo più simile a loro”. (Musonio Rufo)

             

            “Se mostri amore ad un essere umano egli ti ripaga rendendotene grazie e ricambiando il tuo amore, ma se risparmi un insetto, un pesce o un uccello, oppure una pianta o un cespuglio e anzi mostri loro amore, è a Dio che lo offri. E quando Gli starai di fronte Egli magari ti chiederà: Perché hai calpestato quel verme? Perché hai strappato o gettato quei fiori? Perché hai spezzato quel ramo? Tutto questo lo hai fatto a Me”. (Hermann Hesse)

Martedì 26 giugno (giornata mondiale contro l'abuso e il traffico illecito di droga). Grande emozione, presso la Chiesa di Scientology di Roma e Mediterraneo, quando rappresentanti della Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga, l’Anglad e l’Associazione Fuori della Porta Onlus e gli oltre 50 partecipanti al convegno hanno deciso di Unirsi contro la schiavitù della droga con l’arma più potente: l’istruzione.

Tra i relatori Don Giovanni Carpentieri, un prete sulle strade dei giovani che li raggiunge anche nelle discoteche per distoglierli dalla droga; Sandro Matini che con oltre 400 conferenze ha informato circa 40.000 studenti tra i 12 e 18 anni raccontando loro la verità sulla droga e Paolo De Laura che da oltre 20 anni si dedica ad aiutare chi è caduto nella trappola della droga.

Don Giovanni, Sandro e Paolo hanno raccontato le loro emozionanti esperienze su come aiutano i giovani ed hanno sensibilizzato il pubblico presente che con entusiasmo, e la certezza che qualcosa si può fare, si è unito nel grande progetto di prevenzione “creare un mondo libero dalla droga”.

Materiale didattico informativo, realizzato dalla Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga che permette ai giovani di conoscere la verità sulla droga ed arrivare ad una scelta consapevole e informata di non assumere droga in primo luogo è stato messo a disposizione dei partecipanti: manuale per l’insegnante, con un piano di lezioni sulle droghe; 14 opuscoli sulla verità sulla droga, dvd contenente documentario di storie vere, annunci di pubblica utilità e un kit informativo sul programma “La Verità sulla Droga”.

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