L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
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Sabato 7 ottobre inizia la due giorni di manifestazioni e degustazioni enogastronomiche nel borgo di Lollove, che oggi appartiene alla Città di Nuoro, posto ad una ventina di chilometri dal capoluogo barbaricino, scelto quale tappa della rassegna annuale “Autunno in Barbagia”, con il contributo dell’organizzatore Assessorato alle Attività Produttive e Commercio del Comune di Nuoro.
“Carrèras de Lollobe”, in lingua sarda, sono denominate le due giornate di sabato 7 e domenica 8 ottobre che si apriranno ricordando Grazia Deledda. Sarà infatti Neria De Giovanni a raccontare alle ore 10:30 in una lectio magistralis il coinvolgimento narrativo di Lollove, teatro della vicenda narrata nel romanzo “La madre” del 1920. La descrizione delle case e delle strade di Lollove, che nel romanzo la Deledda chiama Aar, sarà preceduto da una apertura istituzionale in cui verrà presentato il pannello turistico-letterario che l’Associazione Salpare, presieduta da Neria De Giovanni stessa, ha realizzato all’interno di un vero e proprio percorso turistico- culturale che coinvolge 19 paesi, uniti nel progetto “Il cammino di Grazia – The path of Grazia” finanziato dal Comitato per le Celebrazioni Deleddiane, a memoria dei 150 anni dalla nascita della scrittrice.
Spazio anche alla musica e alla poesia itinerante lungo le casette e i vicoli in pietra del paese, con i componimenti musicali di Valentino Sedda all’organetto e Marco Mura del Movimento Artistico “Poesie per Strada”, che intratterranno i visitatori tra note e versi tanto il sabato quanto la domenica sino a sera. Intrattenimento anche per piccoli e adulti grazie al laboratorio ludico dei Grandi Giochi di Legno, allestito presso il Giardino Casa Gusai in via Roma, dall’Associazione Culturale Lughené.
Previsto inoltre l’Infopoint attivo mattina e sera presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena, monumento storico seicentesco del paese e, sul medesimo sagrato, lo scrittore algherese Massimiliano Fois che presenterà il suo “Breviario per notturni campestri” (Nemapress edizioni), con un concerto poetico accompagnato da radiofrequenze, chitarra armonica e voce di Quirico Solinas e violino di Dario Pinna.
Conclusione del sabato alle ore 20:00 presso la corte di Casa Borra con la videoproiezione del film “I Giorni di Lollove”, dei registi Figus e Piras e la collaborazione dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico e del Consorzio per la Pubblica Lettura Sebastiano Satta che, attraverso le riprese fatte dal vero nel 1989, mostrano una Lollove di ben 34 anni fa, ricreando così una ambientazione agropastorale, la cui vita era scandita dai tempi delle campagne e delle festività religiose.
«Se ne sta seduta tutta dritta sulla poltrona, con il braccio proteso a ricevere la medicazione e, mentre io suono per lei a ripetizione il tema dell'Andante del Trio op. 100 di Schubert, la luce sul suo viso è così intensa da irradiare di un flusso scintillante tutta la stanza, le infermiere e perfino me. All'esterno, anche la quercia dai larghi rami riceve quel luccichio copiosamente. Almeno così mi sembra, quando la saluto per andarmene». Quando Claire Oppert, violoncellista di fama internazionale, non è in giro per il mondo a dare concerti o impegnata con i suoi allievi, suona per i malati terminali, per gli autistici o per gli afflitti da demenza. Con penna delicata e poetica, la musicista racconta gli incontri straordinari che ha avuto. Donne e uomini che il canto del violoncello ha rasserenato, stimolato o confortato.
La musica al capezzale dei pazienti diventa un riparo contro la malattia, contro il dolore. Il momento musicale fa emergere ricordi e tocca quella parte di ognuno di noi che è viva e integra.
Nata a Parigi in una famiglia di medici e artisti, Claire Oppert è diplomata presso il rinomato Conservatorio statale di Mosca “P. I. Tchaikovsky”, laureata in filosofia e ha conseguito il diploma universitario in arteterapia. Riconosciuto e apprezzato nel mondo scientifico, il suo protocollo
medico – la Cura Schubert – allevia il dolore e l’ansia dei malati.
Tradotto in più lingue, La Cura Schubert ha vinto il prestigiosissimo Prix Littéraire des Musiciens.
L’artista al termine della presentazione del suo libro, svoltasi qualche giorno fa presso la “Galleria Sempione” a Roma, ha fatto un piccolo recital riscuotendo successo incondizionato; sono stati eseguiti alcuni brani del repertorio che ha ideato per i suoi pazienti nei quali spicca il tema dell’Andante del Trio per pianoforte n. 2 in mi bemolle maggiore, op. 100, di Franz Schubert.
Su IBS
Teatro Petrolini
“Giacche arancioni e manici di scopa”
-Memorie tragicomiche di un netturbino sentimentale-
Di Riccardo Massaro
Riadattato ed interpretato da Marco Zordan
Quale effetto vi farebbe ascoltare la vostra vita raccontata da un altro? Sarebbe capace di procurarvi le stesse emozioni e sensazioni che avete
Marco Zordan |
vissuto in prima persona? Marco Zordan ne è stato capace.
Devo dire che mi ha fatto uno strano effetto questa particolare esperienza. Conosco il talentuoso Marco da anni perché lo seguo spesso in teatro. Dunque, con molta fiducia gli ho messo in mano una parte della mia vita, quella professionale, con tutte le emozioni ad essa legate.
Qualche decina di fogli pieni di righe nere. Righe formate da parole che raccolgono parte del mio mondo. Non avevo dubbi su come si sarebbe impegnato nel realizzare la mia proposta, e lo spettacolo di stasera me ne ha dato la conferma. Non avrei potuto fare scelta migliore.
Non nascondo di essere stato teso in sala, sentivo di aver gettato quasi egoisticamente sulle spalle di Marco una grande responsabilità: portare in scena un tema scomodo in cui si sarebbe esposto per me, mentre io sarei stato comodamente eclissato e protetto dal buio della sala.
Il monologo sarebbe piaciuto? Sarei riuscito a presentare il mestiere del netturbino sotto una luce diversa da quella che tutti immaginano? Saremmo riusciti a far riflettere il pubblico attraverso un testo apparentemente leggero e simpatico, che però affronta con onestà tutti i luoghi comuni che affliggono me e i miei colleghi?
Con molta sincerità ho raccontato aneddoti veri, esperienze scaturite dall’affrontare dubbi e incertezze, difficoltà e problemi. Ma il pubblico avrebbe capito? Avrebbe apprezzato? Questo prodotto artistico avrebbe funzionato?
Sì, ha funzionato, grazie a Marco Zordan che quasi come un mio alter ego, ha vestito gli stessi panni che ogni giorno indosso per il mio servizio, è riuscito ad entrare con la sua proverbiale delicatezza e profonda sensibilità negli aspetti più intimi del mio racconto e attraverso il suo impetuoso e sfrontato temperamento, ha esaltato gli aneddoti più divertenti che mi hanno coinvolto durante vent’anni di servizio.
Marco è un fuoriclasse che con tanta ironia mi ha raccontato, facendo ridere e commuovere anche me, insieme al pubblico in sala. Con il suo talento si è immedesimato nella figura dell’operatore ecologico, cogliendone e riproponendone gli aspetti più comici ma anche quelli meno evidenti e più profondamente umani.
Ha trasformato e arricchito il mio testo adattandolo ed esaltandolo senza snaturarlo, riuscendo a cogliere tutte quelle sfumature che desideravo far emergere.
Così, ha restituito dignità ad una delle categorie più discusse e criticate dai cittadini. Con la sua grande professionalità, preparazione artistica e senso dello humor, ha inserito delle trovate che ritengo geniali e che hanno esaltato il monologo.
A fine spettacolo ho ascoltato i pareri e i commenti dei presenti che mi hanno colpito, così come la profondità delle domande che mi sono state rivolte sul mio lavoro, a dimostrazione che lo spettacolo aveva raggiunto lo scopo che mi ero prefissato.
Marco Zordan e Riccardo Massaro |
Questo era il mio intento: rompere le barriere e i preconcetti su questa figura da parte dell’utenza cittadina.
Marco, con una verve, non si è risparmiato e senza darci fiato ci ha divertito, colpito, fatto riflettere ed emozionare in un continuo e travolgente sfogo, ricco di brillanti trovate personali inserite nel testo.
Tanti sono stati i complimenti che abbiamo ricevuto, sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, direi unanimi e questo mi ha fatto un enorme piacere.
Ringrazio Marco per tutta l’attenzione e l’amore con cui ha adattato e rielaborato le mie parole e per il risultato ottenuto, sperando di riproporre quanto prima questo spettacolo e farlo conoscere ad altri spettatori.
Al secondo posto è arrivato Lorenzo Pellegrini e al terzo Jacopo Sordilli.
Il Festival realizzato con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Ariccia, già nota per il suo importante e storico Festival, è stato organizzato per Arcadia da Tony Riggi.
La regia dell’evento è stata opera di Donatella Cotesta.
Perfetto il mood del Festival, dalle selezioni alla finale. Il cantautore Tony Riggi bravissimo anche nelle vesti di organizzatore, ha dichiarato; “Posso dire che abbiamo fatto centro e dopo 30 anni è stato riproposto nuovamente l’avventura del festival e della tradizione musicale di Ariccia.
La soddisfazione di questa sera ci dà la spinta giusta e da domani si inizia a lavorare nuovamente per la prossima edizione.”
Molto importanti sono state le master class nei due giorni che hanno preceduto la finale svoltasi a Parco Chigi ad Ariccia. Il sindaco Gianluca Staccoli ha dimostrato grande soddisfazione, così come il consigliere comunale delegato a Sport-Turismo e Spettacolo Danilo Costantini.
Tony Riggi |
Nella serata sono state grandi le esibizioni dei partecipanti, così come quelle dei molti ospiti, tra cui Simone Patrizi. 44444Quest’ultimo ha ricordato nella sua performance, la partecipazione al Festival di Sanremo 2002, dedicando la sua esibizione a Franco Migliacci.
Ad aprire la serata, sono stati Roberto del Monte e i Big Soul Mama, oltre a Tony Riggi con la sua band i “The Knights Templar”.
Sul palco è salito anche l’Ing. Pasquale Marasco, presidente dell’A.N.I.L.D.D. (Associazione Nazionale Invalidi del Lavoro e Disabilità Diffusa) che ha consegnato al Sindaco e alle altre personalità, attestati speciali da parte dell’associazione.
Chiara Orlando (14 anni) la vincitrice del Festival, ha interpretato magistralmente “Gabbia” al pianoforte, una canzone composta e scritta interamente da lei.
“Nella generosità e nell’aiuto degli altri sii come un fiume.
Nella compassione e nella grazia sii come il sole.”
Gialal al-Din Rumi
A due passi dalle rive di uno dei laghi più limpidi d’Italia, nel verde del Parco comunale di Trevignano Romano, si è svolto, anche quest’anno, il Festival di NaturArte, nei giorni 9 e 10 del mese corrente.
Tante le attività (parecchie di carattere laboratoriale) che hanno ravvivato le due giornate, con particolare attenzione rivolta al variegato arcipelago della ricerca e della cura del benessere psico-fisico: yoga (secondo varie modalità), Shiatsu, meditazione, Qi Gong, Tai Chi, numerose pratiche sportive, ecc.
E tanto, come era prevedibile, lo spazio destinato ad attività attinenti allo sconfinato mondo della Natura: nutrizione, olii essenziali, percorsi sensoriali, riconoscimento di piante commestibili e curative, incontro con il Centro Volo Rapaci locale, inclusi alcuni ospiti pennuti, ecc.
La manifestazione, ideata e gestita dall’Associazione giovanile Sintònia (in collaborazione con il Comune di Trevignano e con il finanziamento di Città metropolitana di Roma capitale), è scaturita dal desiderio di promuovere, attraverso una generosa gamma di possibili esperienze, una maggiore comprensione dell’autentico significato del concetto di “sostenibilità”, e di favorire, di conseguenza, un più consapevole rapporto di sé con il pianeta, nella prospettiva di una interdipendenza pensata e vissuta a più livelli, sia sul piano soggettivo che oggettivo, sia sul piano fisico, che emozionale, mentale e spirituale.
All’interno del ricco e stimolante tourbillon di proposte esperienziali, un posto di indiscutibile primato è stato conquistato dallo spettacolo cerimoniale Frammenti di Mevlana-La danza dei Pianeti, in cui le parole ispirate del poeta persiano Gialal al-Din Rumi (1207-1273), meglio noto come Mevlana o semplicemente Rumi, si sono alternate ad una suggestiva esibizione di Dervisci rotanti, molto più simile ad un mistico rituale che a semplice spettacolo coreografico.
Minuto dopo minuto, con un incedere lento e meditato, i versi densamente lirici (e ben recitati) dell’immenso poeta-filosofo sufi, il roteare ritmato delle figure biancovestite, le armonie costruite dall’ottimo gruppo orchestrale, a tratti delicate a tratti potentemente travolgenti, hanno generato una intensissima dimensione di coinvolgimento emotivo, risucchiando lo spettatore all’interno di un sacralizzante percorso interiore, riuscendo, forse, a farlo uscire (almeno per qualche attimo) dal “circolo del tempo” e a farlo entrare nel “circolo dell’amore”, e a fargli comprendere che “l’unica bellezza duratura è la bellezza del cuore”.
Insomma, una straordinaria, indimenticabile sinergia emozionalmente avvolgentissima di parole, pensieri, accordi musicali e roteazioni corporali mistico-cosmiche, per farci dono dell’insegnamento del poeta-maestro Gialal al-Din Rumi:
“C’è una fontana dentro di te. Non andare in giro con un secchio vuoto.”
In un mondo dominato dalla speculazione finanziaria la lotta per la sopravvivenza è una lotta di denaro: chi ha capitale cerca di creare altro capitale e chi non ne ha lotta per la stessa sopravvivenza fisica. Tutto è in funzione di questo elisir di lunga vita; chi ha soldi, quindi potere, può condizionare il comportamento degli altri. Lo si può fare in tanti modi, uno dei mezzi più potenti è l’informazione. Siamo prigionieri di un sistema dominato da convenienza mista ad ipocrisia. I nostri politici non sono da meno, salvo rare eccezioni. In tutti questi anni abbiamo assistito a scandali di ogni tipo, inutile soffermarsi tal’ è l’evidenza, soldi e potere sono ambiti più che mai, nulla a che vedere con un servizio alla e per la collettività. Per essere eletti ci vogliono tanti soldi che, in un modo o nell’altro, vanno restituiti con gli interessi. Dal dopo guerra in poi abbiamo perso qualsiasi velleità di riscossa, sopraffatti e condizionati da influenze esterne, palesi e occulte. Il buonismo dei magistrati e le acrobazie dei legulei hanno contribuito al resto. Il danno è enorme.
Anno dopo anno stanno erodendo la nostra cultura, le nostre radici a favore di un mondialismo che ha oramai pressoché azzerato le nostre conquiste sociali, i centri produttivi creati con il sudore dei nostri padri, la nostra identità. Urgentemente Il Paese necessita di un’altra razza di politici, di persone che mettano al servizio della collettività il proprio cuore con l’aiuto della mente e non viceversa, ma purtroppo a questo raro tipo di uomini e donne, quasi in estinzione, non è data possibilità di accesso ai posti chiave a causa della barriera insormontabile di corruzione, di ricatti, e chi più ne ha più ne metta, che si è creata nel tempo e infesta il Paese. Dopo la mazzata di questo virus viviamo in situazioni molto precarie, quasi narcotizzati e terrorizzati da interessi economici che stanno cucinandoci a fuoco lento. Finché non ci saranno politici coraggiosi che sappiano interpretare i bisogni reali del Paese non ci sarà via di scampo, torneremo a vivere, né più né meno, quel periodo che i nostri antichi progenitori vissero dopo il crollo dell’impero romano, ma questo forse lo meritiamo.
Il politico che si attende da troppi lunghi anni deve essere un leader, cioè un uomo armato di coraggio, capace di non essere influenzato personalmente da tentazioni di denaro, un “bonus pater familiae”, un buon padre di famiglia come dicevano gli antichi romani quando non poteva più soccorrere alcuna legge a risolvere il caso concreto, ma questa volta nel senso allargato, famiglia intesa in termini di popolo, di nazione. Carismatico, senza carisma non si può condurre ma si è dominati. Artista, capace di inventare al meglio il futuro della propria gente. Questo la gente chiede e spera di poter applaudire.
Questo raro tipo di uomini potrebbe toglierci dal torpore in cui siamo caduti, o meglio dall’acquiescenza cui ci hanno abituato da anni, soprattutto i media, e risvegliare le nostre migliori qualità, quelle che ci contraddistinguono nel mondo e che sono la nostra parte più nobile: la nostra creatività, la nostra arte, il nostro ingegno, quanto di meglio abbiamo regalato all’umanità.
Quanto all’Unione europea non è più il caso di temporeggiare: o si crea un’unione europea effettiva, nello stesso modo in cui una mamma accudisce i propri figli, per usare una metafora, o è bene fuggire il prima possibile da questo fantasma che i più sentono oramai come un’entità astratta, quasi ostica. Senza affidabilità e fiducia il buon senso suggerisce di riprendere subito in mano quelle redini che i nostri politici vendettero senza l’avallo del popolo. Non credo che questo ultimo passo sarà di facile attuazione, dovremmo vigilare e vigilare ancora perché il canto delle “sirene” esterne non comprometta la delicata operazione, ma ne va della nostra stessa sopravvivenza.
Quanto a noi dobbiamo essere attivi e vitali: centralità dell’uomo e libertà vanno difesi ogni giorno e ad ogni costo, non sono diritti acquisiti e se dovessimo rimanere da soli non c’è motivo di aver paura, anzi, torneremmo senz’altro ad essere quel popolo che nel corso dei millenni è stato da esempio all’umanità: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, come dice la saggezza popolare, e allora potremmo risorgere, come ci è capitato di fare già molte volte. Il genio che è nel nostro dna ci assisterebbe sicuramente, e potremmo riscattare anche la dignità negata. Duemila anni fa un villaggio sulle rive del Tevere conquistò, da solo, il mondo che si conosceva; un re della piccola Macedonia, Alessandro Magno, conquistò mezza Asia, non c’è motivo perché non si possa aspirare agli antichi splendori e si possa tornare dalle stalle alle stelle.
Si è svolta nella mattina di sabato 16 settembre a Roma, la manifestazione organizzata dall’associazione “Danni Collaterali”, per denunciare le “reazioni avverse da vaccino anticovid”. Così si definisce l’associazione senza scopo di lucro: “Lo scopo dell’associazione Danni Collaterali è quello di fornire assistenza medico-legale e sostegno psicologico. Ci rivolgiamo a tutti coloro che sono stati danneggiati dai vaccini o da errate terapie contro il Covid-19. Non è nostra intenzione dare pareri su cure o vaccini: l’associazione mira a tutelare i diritti dei cittadini, tra cui il diritto alla salute, all’informazione e alla libertà di scelta”. Ad aprire l’evento la giornalista Raffaella Regoli, in chiusura l’intervento di Gianluigi Paragone, ex senatore oggi presidente di Italexit.
La protesta romana dei danneggiati da vaccino anticovid
Molti di coloro che sono presenti hanno dovuto abbandonare lo sport, rinunciare a una gravidanza, stravolgere il loro stile di vita; alcune donne sono in menopausa precoce, nei casi più gravi le persone danneggiate hanno subito paralisi e miocarditi invalidanti. Ricordiamo che la miocardite è un’infiammazione cardiaca, spesso silente, che può portare al decesso improvviso. I partecipanti denunciano anche pericarditi, herpes diffusi, aneurismi, tumori sotto controllo tornati all’improvviso a proliferale, paralisi, riattivazione di virus silenti, dolori costanti, Rossella racconta di aver perso un orecchio. Presenti anche una tenacissima Maria Grazia Spalluto, presidente dell’associazione Danni Collaterali e l‘avvocato Andrea Perillo, vice presidente dell’Associazione. In piazza è stato anche accuratamente spiegato come le sostanze iniettate siano profarmaci e non abbiamo le caratteristiche chimiche e farmacologiche per essere definite “vaccini”. “Gli enti regolatori, il Ministero della Salute, l’ISS, l’AIFA, avrebbero dovuto tutelarci, dove sono ora?” è la domanda assillante della locandina.
Purtroppo ci sono anche coloro che non possono stare in piedi ma sono costretti alla sedia a rotelle, come il signor Giuseppe e la signora Rosaria, la quale ha trascorso quasi due mesi in coma, entrambi già intervistati da Quotidianoweb nell’inchiesta Fuori dal silenzio. A terra cartelli neri che espongono le foto di coloro che sono deceduti dopo la vaccinazione anticovid (ma solo fino al 2021). Un cimitero di carta plastificata di morti fantasma, e non è un gioco di parole di cattivo gusto: concittadini morti senza pace, perché dopo aver risposto all’appello dello Stato e delle istituzioni, le stesse hanno ostacolato esami che approfondissero e decretassero la causa del decesso, spiegano i promotori dell’iniziativa.
Tanta la rabbia e la fame di giustizia per un trattamento sanitario imposto con metodi ricattatori, quali la negazione dei servizi fondamentali e soprattutto l’accesso al posto di lavoro, in uno Stato che si definisce alla luce della propria Costituzione, fondato sul Lavoro, in un clima terroristico che censurava ogni metodo di cura e terapia.
Il corteo, non senza fatica, si è poi spostato davanti alla sede dell’AIFA, sbarrata e mascherata dalle impalcature: mascherati anche due partecipanti alla protesta, un Cavaliere con falce e mantello nero e una lapide a rappresentare la strage compiuta. Al grido di “vergogna!” molti hanno pianto e si sono abbracciati.
In piazza i giornalisti dell’agenzia Dire, del canale televisivo Byoblu e noi di Quotidianoweb: nessuna grande testata -non ci stupiamo più, ma abbiamo il dovere di indignarci sempre- ad offrire una cronaca dell’evento all’opinione pubblica.
Una provocazione di chi scrive
La mobilitazione romana indetta da Danni Collaterali, è stata un’occasione importante per la democrazia italiana, incarnando l’opportunità di non cadere nella trappola della divisione imposta con le menzogne, la propaganda bellico-sanitaria in chiave ossessivo-emergenziale. Non possiamo definire pienamente accolto l’appello ad essere tutti presenti, vaccinati e non, danneggiati o meno, “covidioti e complottisti”, no vax e si vax, disfattisti ed entusiasti, anti politici e partitici, per rispondere con la forza dell’unione alla strategia della divisione e del logoramento del tessuto sociale, che spinge al disordine orizzontale invece di convogliare verso la ribellione verticale e popolare.
E’ concessa una provocazione a chi scrive: dove sono finiti tutti coloro che riempivano le piazze durante la campagna vaccinale forzata? Dove sono tutti coloro che intasano le bacheche social per ribadire che, i vaccini avvelenano? Quale stimolo civico e morale muoveva chi travolgeva le piazze? Individualismo e paura della dose ma nessun senso civico e sociale che valga anche una volta scampato il ricatto e salvato il braccio?
Non si tratta qui di assumersi la croce degli altri, e in particolare di chi ha accettato la somministrazione: ognuno è responsabile delle proprie azioni sul piano psichico, etico e spirituale -per chi ci crede- ma tutti siamo legati sul piano sociale, e qui si gioca una questione drammatica ed epocale per cercare di rianimare la democrazia italiana e resuscitare una verità di Stato e della Storia che riguarda tutti. “Illuminati” da tastiera, guerrieri del web, militanti “antisistema”, dove siete finiti? C’è ancora bisogno di voi, c’è sempre bisogno di tutti noi.
per gentile concessione di Quotidianoweb
Con gli accessori giusti, il look può cambiare completamente. Hanno un ruolo tutt'altro che marginale, anzi, aggiungono carattere e stile all'outfit.
Nelle ultime tendenze in fatto di moda l’ OCCHIALE DA SOLE è divenuto l'accessorio più cool per eccellenza, un vero Must have per donne, uomini e bambini.
Se negli anni passati era un oggetto utile per il periodo estivo per ovvi motivi ora è diventato un accessorio di moda da indossare tutto l'anno nelle più svariate ccasioni ed attività, citiamo ad esempio gli occhiali sportivi per coloro che praticano running o ciclismo, per gli appassionati della montagna, occhiali per gli amanti della caccia e addirittura gli attualissimi occhiali gaming per PC.
Circa la tendenza degli occhiali per il 2023, oltre ai modelli classici se ne aggiungono molti altri bizzari ed eccentrici, sia nelle forme e nei colori, sebbene il colore bianco e nero siano i più richiesti.
Circa i costi, se ne possono acquistare sia quelli a prezzi modici nei reparti di oggettistica sia quelli glamour e brandizzati nei negozi ottici.
Eppure, anche se convinti che gli occhiali siano un accessorio moderno e alla portata di tutti, i primi occhiali con lenti per filtrare i raggi UVA sono stati prodotti nelle vetrerie di Murano, a Venezia dove delle copie del Settecento sono sopravvissute. Questi occhiali anche detti “occhiali da gondola”, o “vetri di dama” con vetro verde sono stati utilizzati dalla nobiltà veneziana per preservare la vista dal riverbero costante della luce sull'acqua della laguna.
Infine è importantissimo ricordare che gli occhiali da sole non sono soltanto un accessorio alla moda, ma anche un alleato utile a proteggere i nostri occhi: gli occhiali con lenti da sole limitano e prevengono gli effetti nocivi dei raggi UVA e UVB.
Ciao Riccardo, ti ringrazio per l'opportunità che mi dai ad intervistarti.
Inizi la tua carriera nel 1979 con gli Extra, nel 1983 ti presenti al Festival di Sanremo, hai inciso diversi album oltre che avere collaborato con Aleandro Baldi e Don Backy. Tanti impegni, tante serate e buona musica. Vivi in un bosco, immerso nella natura dove lavori ai tuoi progetti, ti occupi da anni come volontario a impegni con anziani e disabili ai quali porti musica e canzoni. Un bell'esempio per molti.
D- Come vedi l'attuale panorama musicale?
R- Non vedo positivamente il panorama musicale attuale, trovo che vi sia più una ricerca della spettacolo, della visibilità che dell'attenzione alla musica. Lo dimostra anche il fatto che si vendono più chitarre elettriche che quelle acustiche e questo purtroppo dimostra anche la fine del cantautorato che era tipo del nostro mondo musicale italiano. Adesso con i talent che non amo, si va alla ricerca di qualcosa o qualcuno che a distanza di qualche tempo verrà sicuramente dimenticato. Negli anni 70 mai nessuno si sarebbe messo di fronte a una giuria a farsi dire cosa cantare, come cantare, come muoversi ecc... La musica è ben altro. Anche Sanremo ha perduto il suo antico fascino, tutto adesso è solamente spettacolo da vedere. Mi spiace affermare quanto dico ma confermo che il panorama attuale non è un contenitore di buona musica ma di esibizioni senza anima. Amo Battisti, e fare un confronto mi resta così difficile con quello che vedo in giro.
D- L'ambiente della musica come quello di ogni tipo di spettacolo, ha i suoi pro e i suoi contro:
Vuoi parlarcene?
R- Ho iniziato a "frequentare" la musica a 12 anni con la chitarrina che mi regalò mio padre, ho fatto parte di gruppi durante il mio excursus giovanile fino all'incontro con Foffo Bianchi produttore che mi ha dato diverse possibilità portandomi in quella che adesso è la Sony. L'ambiente della musica è un po' quello che si trova in altri mondi artistici fatti di impresari, di sottobosco, di gelosie, parole non mantenute ecc. Personalmente e fortunatamente io non ho fatto questo tipo di incontri. Anzi, ci tengo a ringraziare fra tanti amici, Carlo Conti che mi ha proposto partecipazioni importanti che ho fatto con piacere. Io sono comunque un solitario, non amo la mondanità. Conosco e frequento forse più attori che cantanti. Comunque, tutto sommato devo dire che io non ho conosciuto quelle brutture che si dicono cattiverie o sgambetti.
D- Quale la più grande gioia e quale la peggiore delusione in ambito artistico?
R- La mia più grande gioia è sicuramente quella che avevo atteso e sognato fin da ragazzino, arrivò a 27 anni; un contratto vero, l'attenzione di un produttore di un'importante casa discografica, la realizzazione del mio primo 45 giri, sentire la mia musica nelle radio, avere le prime interviste, le prime esperienze alle quali ci tenevo veramente tanto e soprattutto essere accettato da chi amava la mia musica. Le delusioni? certo che ci sono; perché non parlarne? ogni anno propongo per esempio a Sanremo due canzoni e non vedere mai alcuna attenzione, non avere risposte e riscontri non è certo un piacere. Forse qualcuno avrebbe potuto aiutarmi ma non è stato così Ho sempre pensato che dovremmo piacere al pubblico, all'ascoltatore e non al produttore, al discografico, alle agenzie, non sono loro che decretano il successo di un brano. Ma come ho già detto sopra, il mondo musicale ha preso una strada diversa, c'è un cliché di base, si sceglie ciò che non è melodia, non escono più quelle canzoni che si possono fischiettare finito il Festival. E' chiaro però che non dobbiamo incasellarci solo ed esclusivamente nella kermesse di Sanremo, ci sono tantissimi altri spettacoli, serate, e incontri musicali- Io ho avuto ultimamente per esempio la collaborazione con il grandissimo Don Backy e cantare con lui una canzone scritta da me dal titolo "Araba fenice". Lui carinamente mi ha regalato un suo brano, molto bello intitolato "Vi lascerò". Io credo che la vita di un artista non deve mai proiettarsi solo sul domani ma sul dopodomani. In attesa di accadimenti e voglia di fare. Questo atteggiamento a me non manca.
D- Cosa nei pensi dei talent?
R- So benissimo che con questa mia risposta verrò "massacrato" dai più giovani perché sono molto negativo nei confronti dei talent- Questi, a mio parere, rovinano i ragazzi, li piegano e li rendono privi di personalità. Non tutti arrivano, non tutti sono all'altezza di una certa bravura. A mio parere i talent sono solo un business, una modalità come un'altra per fare soldi e audience; un contenitore mediatico dove vengono inseriti giovani speranzosi con poco o niente talento per altro giudicati da chi a volte non ha neppure la giusta esperienza e tutto per un ascolto molto alto. Personalmente, per mia esperienza, ho avuto un produttore che non ha mai voluto plasmarmi a suo gradimento, ma anzi, ha cercato la gemma artistica dentro di me senza mai condizionarmi o snaturarmi. Ho cullato per anni un sogno che poi ho finalmente avverato ed è quello di entrare nella scuola di cantautorato a Firenze alla ricerca di talenti senza però doverli cambiare o renderli diversi da ciò che sono. Cerco quella "gemma" di cui ti ho detto prima, quel qualcosa che ci riporti alla melodia, all' armoniosità della musica italiana. I talent sono solamente un mercificare alle spalle di quei giovani che spesso vengono illusi...Siamo un popolo di naviganti, pittori, scrittori, musicisti e artisti e tali dovremmo restare senza condizionamenti e manipolazioni alcune.
D- Tornassi indietro rifaresti tutto daccapo o cambieresti qualcosa?
R- Ho pensato spesso a tutto ciò che ho passato nei miei anni fin dagli esordi, tanto da avere scritto un libro che uscirà a Natale; il libro mi è stato richiesto dall'editore dopo avere partecipato ai Migliori anni di Carlo Conti. Scrivendo il libro nel silenzio del mio bosco, mi sono reso conto di ricordate tutto ciò al quale non avevo più pensato e ho riflettuto che se tornassi indietro nel tempo, rifarei ogni singola cosa. Ho tanti progetti e tante cose belle già in cantiere; la collaborazione con il tenore Stefano Fini, molti progetti con Silvia Papucci un video da presentare e tanti sogni da sviluppare. Tutto quello che ho fatto lo rifarei, tutto quello che ho fatto è il Riccardo che sono.
D- Descrivi il valore della musica
R- Bellissima domanda: cosa è la musica? io devo molto alla musica, la musica mi ha aiutato a sopperire dolori e sofferenze, prima fra tutte la morte di mio padre. Ricordo il mio primo chitarrista, Franco, che mi portava in un paesino vicino a Firenze dove suonando per ore dimenticavo il dolore insieme ad altri musicisti che suonavano con me. E' stato molto importante, in quei momenti la musica, quella musica che sapeva darmi calore e riusciva a staccarmi dalla sofferenza e da ogni pensiero negativo. Questo è accaduto anche per altre forme di dolore che non menzionerò, il dolore legato alle persone che ho perduto nel tempo. Chiaramente il valore della musica non è solo analgesico per i momenti dolorosi: il valore della musica io l'ho scoperto a volte andando a cercare qualcosa che neppure sapevo cosa fosse.
La musicoterapia per esempio che svolgo da tanti anni nelle strutture sanitarie per anziani è un qualcosa di così stupendo che non andrebbe raccontata ma vissuta. Ho avuto esperienze meravigliose in mezzo a quelle persone stupende che a causa di malattie neurologiche e legate alla senilità avevano ormai racchiuso nei cassettini della loro memoria il loro vissuto ma che al sentire una melodia, un suono, una canzone riuscivano per qualche attimo a riaprirli vivendo istanti di scintille di memoria subito richiusi con il finire della canzone. Sono cose che non si dimenticano e ti fanno capire quanto sia importante la musica; ognuno può farla sua, ognuno può sentirla in modo differente ma l'impatto con il suono musicale ha grande empatia con l'essere umano. Un'altra esperienza che mi da molto è quella della condivisione della musica con i ragazzi disabili che seguo. Vedi nei loro occhi tanta felicità che è impossibile da descrivere. Va vista! Nicola che è sulla sedia a rotelle balla a suo modo sulle note delle canzoni di Zucchero; Patrizia napoletana, ama quando le canto una canzone della sua terra e muove il solo arto che può muovere; una mano. La musica è un dono, la musica può dove nient'altro arriva. Non sono un santo né un benefattore ma adoro portare la musica là dove si può assopire il dolore e la tristezza. La sanità dovrebbe inserire in più residenze la possibilità di creare questo tipo di spazi che a mio parere hanno una grande importanza a livello emotivo-emozionale.
D-Hai qualcosa che vuoi tirare "fuori dai denti"?
R- Sembrerà impossibile ma non ho mai avuto situazioni così negative da poter prendere posizioni negative verso qualcuno o qualcosa. Io ho sempre pensato che la gelosia e l'invidia ci siano ma come scelta di vita sono distaccato da questa problematica che non mi tocca assolutamente. Non fa parte di me.
D- Hai sogni nel cassetto? novità in arrivo?
R- Sono un Ariete, e ne rispetto il segno perché amo molto lavorare, lo faccio spesso sradicando l'erbacce e i rovi intorno a casa, sistemare la stalla del mio cavallo, pulire dietro casa e tanti altri lavori. Mi piace farlo. Sogni artistici nel cassetto? ne ho diversi e molti ancora da completare bloccati dal periodo covid. Uno di questi è elaborare la seconda parte di "Amici miei" che realizzai nel 1999. Si tratta di un cd audio dove nella seconda fase c'è fra i tanti amici, Sergio Forconi, Giovanni Lepri, Massimo Antichi e tanti altri. Poi dovrò dare il via a un video ormai finito e che dovrà avere poi il suo excursus. In atto anche un progetto che dovrò andare a discutere con la fondazione Turati, si tratta di un video per un canto popolare; una storia molto bella di un amore durante la guerra, una storia emozionale. La canzone fu molto apprezzata da Francesco Guccini. Sto lavorando inoltre a un mio nuovo cd per il quale ho già scritto le musiche. Nella testa anche un progetto forse ambizioso del quale non voglio ancora esternarne i dettagli
D- Come uomo, cosa ti fa più male e cosa invece ti da energia interiore?
R- Ti rispondo subito: mi fa male vedere come l'uomo distrugge l'ambiente, gli alberi, le foreste, il verde che sono gli elementi naturali che ci servono per la vita e mi fa molto male anche notare come l'essere umano fa del male agli animali, non sopporto vedere il massacro delle balene, il dovere ridurre gli animali della foresta africana a numeri esigui. Che mondo lasceremo ai posteri? Mi chiedo che futuro avranno i nostri figli, nipoti (ne ho uno di sei anni), e poi che dire dei mari? ormai recipienti di plastica, sporco da non possedere più l'ossigenazione giusta per la fauna acquatica.
La spinta positiva invece? sperare che ci siano importanti scoperte nel campo medico, trovare una farmacologia che possa lenire i dolori di quei mali complicati e dolorosi. Ho sempre pensato però che forse, se qualcuno avesse fatto meno breccia sul danaro per arricchirsi, tagliare ciò che invece si doveva ampliare, qualcosa in più si sarebbe potuto fare. Spero di sbagliarmi, lo spero proprio...
Hai qualche riga per te, un piccolo spazio libero dove esprimerti liberamente. Cosa vuoi dirci?
Voglio ringraziare Marzia per questa intervista, ciò mi ha dato la possibilità di raccontarmi e raccontare tutto ciò che mi ha circondato fino ad oggi. Mi reputo una persona felice perché ho potuto coltivare la mia passione senza che nessuno mi abbia mai ostacolato; persino i miei genitori mi hanno in qualche modo aiutato e mai scoraggiato.
La felicità la troviamo anche nei piccoli spazi con i quali possiamo condividere con le persone. Qualcuno ha detto che sono un asociale perché ho deciso di vivere in un bosco a contatto con la natura. Amo invece stare con le persone che non m'impongono però di essere diverso da ciò che sono. Un tempo non amavo i social ma mi sono ricreduto perché ho potuto ritrovare attraverso questa modalità tante persone delle quali avevo perduto il contatto. Anche un saluto, uno scambio, uno ciao da un social è sempre bello.
Grazie di cuore Riccardo, grazie di essere sempre molto disponibile...
In riferimento alla tragedia dell'11 settembre 2001 a New York City e a Washington, D.C. (crollo delle Twin Towers e attacco al Pentagono), su un noto portale e comunità di condivisione opinioni ed esperienze professionali, ho postato questo mio testo l'altro giorno, diffondendolo a beneficio di tutti.
"Ho parlato con diversi ingegneri civili, in privato, negli anni, e diversi di essi mi hanno detto che appena visto il crollo, hanno subito pensato a una demolizione controllata. Inchieste giornalistiche scomode così come testimonianze scomode rese da testimoni impegnati nei soccorsi, hanno fornito sufficienti evidenze fisiche per suggerire questa alternativa ricostruzione rispetto alla ridicola versione ufficiale sull'11 settembre fornita dalle Istituzioni USA.
Io stesso discussi la possibilità di un golpe in un capitolo della mia tesi di laurea in Lettere, nell'anno 2006.
Residui di esplosivi militari sofisticati furono rinvenuti fra le macerie e analizzati da laboratori indipendenti Nonostante tutto ciò, ancora oggi la versione ufficiale rimane salda nei libri di storia Uno scandalo, e una offesa per la intelligenza e onestà intellettuale".
Il mio testo era un commento a una discussione già avviata sull'11 settembre a proposito dell'anomalo crollo dei grattacieli di New York, a cura di un altro utente membro della comunità social in oggetto.
Il mio post e' durato un giorno. Rimosso quasi subito dalla Amministrazione del portale per "disinformazione".
Capite bene che se succede nel piccolo a una persona come me, cittadino, figuratevi ad alti livelli nelle redazioni dei giornali se qualcuno osa portare un proprio contributo non in linea con il pensiero di Direttore e del caporedattore.
E aggiungo in chiusura: un tempo - decadi fa - i Direttori dei giornali erano custodi della verità dei fatti e avevano rispetto dei loro lettori (primi giudici), dei cittadini e della pubblica opinione.
Oggi, evidentemente, deontologia professionale e onestà intellettuale sono chimere, rare e in via di estinzione.
Ma un giorno lontano tornerà il sereno e la luce, quando il mondo e la umanità avranno capito attraverso il dolore quale vita vogliono per sé e per i propri figli: se un mondo di verità e di pace, oppure un mondo fatto di sole felicità materiali (non per tutti), ammantato di ipocrita gioia e di una finta serenità, comprata con il ricatto e avvelenando corpi ed anime.