L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


Warning: Creating default object from empty value in /home/medismxz/public_html/flipnews.org/components/com_k2/views/itemlist/view.html.php on line 743

Kaleidoscope (1382)

Free Lance International Press

This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

Nick nato in Ucraina,vive e lavora a Londra. La sua arte e' collegata al mondo della Pop Art e la sua ispirazione e' quella di collegare le forme in templati geometrici.
Attraverso una lunga ricerca il mondo di Nick Solonair si e' evolto in un display di immagini tridimensinali e vive in un atmosfera surreale dove gli spazi di luce ed ombra giocano in un tortuoso carosello di emozioni con allusioni figurative estremamente plastiche ed iperattive.

Le sue sculture vengono a contatto diretto con la materia prima con cui lui le realizza; I suoi disegni ampollosi e sinuosi quando ricchi di colori e quando permeati di chiaroscuri esplicativi comprimono su realta' fantasiose ma pur sempre raggiungibili attraverso quell'idea con cui l'occhio di chi le visualizza vuole immaginare,la dove le interpretazioni sono varie ma tutte plausibili. Nick coinvolge e sconvolge;il suo amore ed immensa passione per l'arte va oltre qualunque aspettativa e spazia in quell'universo dove lui e soltanto lui puo creare.
La sua unicita' e' l'arma piu' potente ed invincibile con cui forgia le sue opere.
Si e' conclusa con immenso successo a Londra la sua ultima mostra alla Daniel Raphael Gallery in Marylebone, uno spazio dedicato all'arte contemporanea, il cui scopo e' quello di provocare il visitatore ad interagire in modo originale con le opere ivi esposte.

A Terni, giovedi' 4 ottobre, un convegno per tornare a parlare di un fenomeno ormai troppo diffuso

Giovedi' 4 ottobre, alle ore 17, presso il Cenacolo San Marco, dell'ISTESS, Istituto di Studi Teologici e Storico-Sociali della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, le istituzioni, il mondo volontariato delle religioni e la societa' civile si sono uniti per parlare del “Fenomeno Droga – Le Origini Sociali e come Risolverlo”

Questo il titolo del convegno organizzato dal gruppo interreligioso Un Attimo di Pace, coordinato da Rossana Pilloni, con la collaborazione dell'Istess, Anzianti e Immigrati per l'Integrazione, Interesse Nazionale e Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga. Si e' dibattuto del problema droga e cosa fare per risolvere questa sua epidemica espansione soprattutto tra le nuove generazioni. Un problema che riguarda la societa' nel suo insieme e che, come per ogni altro fenomeno deviante, si avvantaggia dell'omerta' e della mancanza di informazioni corrette che vengono invece sostituite dalla falsa propaganda degli spacciatori.

Tra i relatori il sindaco di Terni, Leonardo Latini, l'assessore alle politiche sociali Marco Celestino Cecconi, l'assessore alla Scuola, Valeria Alessandrini. L'ospite illustre del convegno e' stato il professor Diego Fusaro, filosofo nonche' noto opinionista, a cui e' stato affidato il compito di fare la relazione conclusiva, riassumendo il contesto storico culturale, le radici e lo sviluppo del fenomeno droga.

Il sindaco Latini ha ringraziato e si e' detto soddisfatto che si torni a parlare di una argomento che sembra essere tabu'. Un fenomeno che, sebbene non se ne sia parlato in passato, sta dilagando, soprattutto a Terni. Ha menzionato i costi in termini di vite e famiglie distrutte che questo fenomeno genera e ha sottolineato l'importanza di trovare una soluzione efficace poiche' la societa' e' fatta di “persone in relazione”, individui che si realizzano solo attraverso la relazione con l'altro; quindi non si puo' accettare che il prossimo sia in difficolta' con le droghe e agire come se non ci riguardasse perche' e' un problema dell'altro.

L'assessore alle Politiche Sociali Marco Cecconi ha rassicurato i cittadini rendendo noto che ci sono risorse finanziarie disponibili e che il suo assessorato si curera' di amministrarle secondo i bisogni dei cittadini, anche per la soluzione del fenomeno droga. Ha manifestato la sua disponibilita' ad incontrare i cittadini ogni venerdi' per conoscere le esigenze e i bisogni del territorio e fare qualcosa al riguardo.

E' stata quindi la volta dell'assessore alla Scuola del Comune di Terni, Valeria Alessadrini, che ha relazionato sull'esistenza di un progetto per il contrasto alla diffusione delle droghe e per la promozione della sicurezza all'interno delle scuole. L'assessore Alessandrini ha ribadito che, come insegnante, conosce il fenomeno della droga e la distruzione che porta ai singoli ragazzi, che sono le risorse future della societa', e alle loro famiglie. Ha dato quindi grande disponibilita' ad aiutare nel fare prevenzione e nel contrasto alla diffusione delle droghe tra i giovani studenti e tra gli adolescenti in generale.

Sono seguiti gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni di volontariato, delle confessioni religiose presenti, tra cui la Comunita' Islamica e la Chiesa di Scientology che ha orientato i cittadini sull'esistenza di una programma laico internazionale di prevenzione, La Verita' sulla Droga, i cui materiali e guide per l'educatore si possono ottenere tramite la Fondazione Mondo Libero dalla Droga. I partecipanti al convegno hanno avuto la possibilita' di ottenere gratuitamente i materiali di questo programma che e' sostenuto e utilizzato in tutto il mondo da organizzazioni religiose, istituzioni, insegnanti, educatori e associazioni di volontariato.

Anche la Comunita' Incontro di Amelia ha dato il suo contributo con la testimonianza di due ragazzi che si sono libertati della dipendenza e che stanno recuperando i valori per una buona vita futura per se' e le loro famiglie.

Unanime e' stata la conclusione che il fenomeno droga approfitta dei disagi personali, che possono essere vari, da comprendere e mai da giudicare, che l'attenzione alla dignita' umana e la responsabilita' di ognuno in quanto membro della societa' nel portare la verita' sulla droga con l'educazione, sono il vero antidoto al dilagante diffondersi di questi veleni per il corpo, il pensiero e lo spirito.

Ha concluso il convegno il filosofo Diego Fusaro. Secondo il noto filosofo e opinionista, l'attuale scenario delle droghe e del loro abuso e' la cartina da tornasole di una societa' che e' figlia della fallita rivoluzione del 1968. Si tratta, secondo Fusaro, di una societa' dove tutto e' disponibile per il consumo, ogni cosa e' oggetto di marketing; in sintesi una societa' nella quale il “liberalismo del capitale di destra” e la logica “libertaria del consumo di sinistra”, apparentemente opposti, entrano in realta' in risonanza per creare la mistificazione della liberta' individuale, dove l'individuo e' libero fin dove inizia la liberta' dell'altro, creando gli archetipi del rapporto “spacciatore-tossicodipendente”, “produttore-consumatore”, dove gli individui finiscono per diventare “isolati consumatori”. Chi ha le sostanze ha diritto di spacciarle e chi le vuole, e se le puo' permettere economicamente, le acquista. Un quadro altamente problematico, la cui soluzione risiede, secondo Fusaro, nel rafforzamento delle famiglia, che sta venendo minata nelle sue basi, e nella creazione di uno stato etico, dove ogni individuo non scompare, dove grazie all'aiuto reciproco, quel “io-noi” del pensiero kantiano, si puo' garantire la vera liberta' e il vero sviluppo della persona, come essere in relazione con l'altro.

Fusaro ha evidenziato l'uso ideologico che il potere ha fatto della diffusione delle droghe per ottundere le giovani generazioni fino ad annullarne lo spirito critico. Per il filosofo la soluzione e' quella paideutica, per educare le nuove generazioni e far loro comprendere che le droghe annullano la loro identita' e capacita' di costruire il futuro.

27 sculture in acciaio specchiato, legno e feltro di lana biellese.

Novembre nuova mostra presso il Memoriale della Shoah - Binario 1 di Milano e nel 2020 Expo di Dubai.

Anima con eleganza e originalità le sue opere, fresche, poetiche, ricche di fantasia che promuovono la cooperazione sociale. Sensibilità ed identità collettiva: l’essenza stessa dei valori umani.

Avere il privilegio di essere liberi e decidere la direzione della propria vita non da tutti . Pochi sanno cosa vogliono davvero . L’artista Basso laurea in economia, vi è riuscito, seguendo le proprie istanze più profonde, ha risposto alla domanda con creatività . Sono nate così le sue opere a metà strada tra arte e impresa, tra il mondo sociale e il mondo della poesia. Obiettivo costruire un mondo migliore , dove l’arte da vita all’anima di una azienda o di un luogo.

Il mondo del sociale, della comunicazione, un progetto imprenditoriale diventa scultura, colore, materia, comunicazione visiva, installazioni tridimensionali, specchi di acciaio, legno di olivo e noce, il feltro di lana biellese e il colore sgargiante del blu cobalto. Le opere artistiche vanno in scena nelle strade, nei quei luoghi dove le persone si muovono decidono di far accadere le cose, sono creativi, promuovono un prodotto per migliorare il proprio paese e perché no, per fare anche business. Basso nel suo chiedersi il perché del senso della propria vita e cosa vuole davvero, ha scelto la mediazione tra l’impresa e la sua aspirazione: così è nata un’arte dall’ uso di materiali nobili come il legno, simbolo di saggezza e sapienza mediatore tra il mondo terreno e l’aldilà, il feltro di lana di biella custode del menage familiare caldo e morbido o l’acciaio specchiato, ripetitore, attraverso tanti triangolari, di immagini della tangibilità della nostra identità. L’autore con le sue sculture ci spinge ad indagare un futuro migliore da costruire ,per noi e per i nostri figli. Ha il privilegio di dare il volto autentico alle aziende che vuole rappresentare e descrivere. Con le sue sculture di acciaio a specchio, legno di olivo e noce, il colore di un blu intenso esplora certamente l’anima di una compagnia ma cerca il nello stesso tempo un significato più profondo. Le sue opere dicono resta qui, dove vai, guarda. Vivi adesso il momento, non domani, e adesso il momento di creare. Istanti di libertà dal conosciuto, dalle mille facce della realtà, dove non è più “scegliere tra il bianco e il nero ma quanto piuttosto nel sottrarsi a questa alternativa” (Theodor Adorno) . Scegliere dove stare. Scegliere se cercare di essere coscienti o abbandonarsi al sonno per vivere una vita senza vita. I giorni passano per tutti ma con maggior coscienza di sé è un'altra vita. E le sculture di Basso si spingono, domandano, creano quella frizione giusta per stimolare l’immaginazione , un progetto migliore , emozioni positive. L’acciaio a specchio composto da piccoli triangoli cuciti tra loro rimandano immagini di un mondo auspicato , desiderato, un mondo dell’armonia. “Specchiarsi è un gesto innato e ancestrale – ci racconta Basso – di autocoscienza”.

Nel suo trittico scultoreo Vertical Reflection sembra la ricerca di descrivere qualcosa di importante .. forse il mondo dell’uomo fatto di convinzioni, abitudini, le quali, modificano la nostra direzione potandoci, magari, in luoghi dove non avremmo mai voluto essere.. La sua arte orizzontale richiama il simbolo della vita terrena e quella verticale lo sguardo verso il cielo, verso il divino dove l’uomo cerca risposte. Il cammino è in salita ci sono le sensazioni , le impressioni , la ripetizione della vita come i volumi delle sculture che si reiterano, creando luoghi confortevoli per l’uomo. C’è lo ricorda il materiale caldo e morbido del feltro di lana biellese utilizzato nelle sue opere accanto ha un sapiente dialogatore, il legno, simbolo di sapienza, amico e custode dei valori culturali dell’uomo. E allora la sua arte richiama l’uomo a restare qui, nel presente. Non è un caso che proprio una delle sue opere si chiama “QUI”.   Basso partecipa concretamente alla vita delle città, vive l’attimo, si immerge nel presente ,nelle corti, come quella dello stabilimento Aurora di Torino (brand della storica azienda della manifattura italiana dedita da sempre alla produzionevdi penne di alta gamma e pennini) crea un’installazione sul segno e la scrittura “Aureo e Aureo Jr” un racconto di opportunità, potenzialità e sogni, smaterializzando la penna e simboleggiando la libertà con la scultura di un uccellino.

Questa mostra, nella galleria di Azimut di via Flaminia a Roma, racconta si della carriera di un artista e delle sue opere ma soprattutto del filo sottile che lo unisce alle imprese, ai luoghi incontrati, agli eventi sentiti,i a cui Basso da un nome e crea un’anima. Nel salone è potuto ammirare Coke Its Me per il 100° anniversario Coca Cola Bottle expo Milano e World of Coca Museum Atlanta, il Cavallino 70° anniversario Ferrari, Plis de la Vie 55 Biennale di Venezia e Tempus Angulara Università del Seraphicum Vaticano e tanto altre opere. Anche il buffet offerto è stato un piccolo capolavoro, tra i biscotti canestrelli di Biella Bi.Biel. e la birra Mosca 1916, aziende eccellenti made in Italy tradotte nelle creature scultoree di Gigant e Aquamantio ormai diventate entrambe simboli dei loro territori.

Dal Whitney Museum di New York arrivano al Vittoriano, a Roma, Pollock e la Scuola di New York.

 

A detta di uno dei curatori, David Breslin, due dei Pollock più importanti, sono in mostra. In particolare l’attenzione è concentrata sul grande dipinto, Number 27 del 1950.

Si può ancora parlare di dipinto? C’è la tela come supporto, ma non è più, da tempo, quella finestra aperta su un mondo altro, ma del tutto simile al reale. Tridimensionalità fittizia, inganno ben costruito e intelligente dell’occhio. Pollock la mette sul pavimento, la tela, per dipingerla. Lo schermo, dal verticale passa all’orizzontale. Il pennello non la tocca più, ma il colore gocciola sulla superficie, è la tecnica del dripping. Il gesto creativo è una danza magica, movimento nello spazio, action painting.

Non c’è danza senza musica o suono e il gocciolìo non è certo silenzioso.

Sono gli anni Cinquanta, la colonna sonora è jazz e il rock è agli albori.

Suoni e musica emergono anche da alcuni titoli, come nella poderosa Orchestral dominance in Yellow (Predominanza orchestrale in giallo) di Hans Hofmann del 1954. O nel brivido e nella rigidità di The Frozen Sounds, Number 1 di Adolph Gottlieb del 1951.

Tutti i sensi sono coinvolti e la pittura è spessa e materica, tanto da diventare un rilievo quasi tridimensionale e sconfinare nella scultura.

Sono più di due i Pollock in mostra, ma anche il confronto con gli altri protagonisti sembra avvenire due a due: due de Kooning, due Kline, due Rothko.

È soprattutto con Rothko che, dall’azione, si passa alla contemplazione e all’immersione del color field. Un campo di colore abbacinante e coinvolgente, dove il movimento è tutto nella vibrazione destabilizzante, sfibrata e smarginata dei toni.

Il percorso si apre, come al solito al Vittoriano, con la saletta dove è proiettato il filmato introduttivo. Segue la cronologia sul muro che conduce al corridoio di realtà immersiva con proiezione di immagini sulle pareti e la versione jazz di My Favorite Things, brano del musical The Sound of music. L’album di John Coltrane con lo stesso titolo del brano esce nel 1961. L’immersione distrae: perché questo brano? Semplicemente una scelta di gusto o anche tematica per i contenuti della storia? Alla ricerca di se stessi e del proprio destino tra regole e voglia di evasione e di libertà e, su tutto, al di sopra di tutto, l’amore. Non quello da favola, ma quello che lotta, tutti i giorni, con una realtà a dir poco ostile, con sacrificio, generosità e slancio.

L’area selfies con divano sdraiante, isola lo spettatore dal contatto reale e fisico con l’opera e con l’artista e la sua ricerca.

Il touch screen che invita a creare la propria opera alla Pollock, di nuovo rende protagonista lo spettatore, di nuovo, in modo fuorviante: non è più l’unione di corpo-occhio-mente-mano a creare, ma la mediazione attraverso la macchina.

Il digitale può essere il nuovo medium della creazione artistica di oggi, ma che c’entra con Pollock e la Scuola di New York? Può sostituire l’opera? È giusto che lo faccia? Almeno lo faccia in modo dichiarato e consapevole, non subdolo.

Pollock muore in un incidente nel 1956, poco prima Andy Warhol si è trasferito a New York, presente anche al Vittoriano con la mostra in corso fino al 3 febbraio 2019.

Pollock e la Scuola di New York

10 ottobre 2018-24 febbraio 2019

Roma, Complesso del Vittoriano

Orario: da lunedì a giovedì 9.30-19.30

         Venerdì e sabato 9.30-22.00

         Domenica 9.30-20.30

Ingresso: Intero €. 15,00

             Ridotto €. 13,00

Info: + 39 06 8715111

       www.ilvittoriano.com

Catalogo: Arthemisia Books €.32,00

October 13, 2018

La formazione intellettuale di Russo avviene nel contesto del movimento del ‘77. Un movimento in cui emergono, rispetto al 68’ nuove soggettività sociali: i sottoproletari e i proletari che vivono ai confini dell’emarginazione nelle periferie delle città. Il ‘77 vede la crescita della disoccupazione di massa e una mutazione della percezione di essa. Il proletario disoccupato vuole divertirsi e affinare le proprie capacità individuali. Le piazze sono terreni di scontro fra polizia e movimento e nascono le Br. Russo è a Pisa frequenta la facoltà di Veterinaria e del Movimento sperimenta il lato più distruttivo. Decide poi di cambiare facoltà scegliendo Filosofia. Alla madre dirà che la filosofia gli ha salvato la vita: non è solo una metafora.

Della filosofia seleziona la filosofia del linguaggio, sintomo di un atteggiamento immediatamente orientato alla prassi così come lo è l’adesione al movimento del ‘77. Partecipa alla rivista Philosophema, prodotta da un gruppo di studenti di filosofia facendosi carico dei problemi pratici della rivista e delle beghe intellettuali dei suoi partecipanti. Negli anni ’80 il riflusso nel privato lo avvicina alle assemblee del partito radicale: sono gli anni in cui matura la decisione di fare il giornalista. Cerca disperatamente uno sbocco alla sua passione: fa cronaca politica in radio locali fino a quando non incontra Radio radicale.

Da giornalista testimonia la guerra etnica del Ruanda, la guerra algerina, i genocidi del popolo Kosovaro e di quello ceceno. Il suo lavoro giornalistico ha avuto tre facce: l’inedita costruzione di reti di interdipendenza con le popolazioni locali, la sfera della militanza dei diritti umani; la cronaca in senso stretto. Questi tre lati si saldano nel segno di una sorta di artigianalità del prodotto informativo lontano dal circuito mainstream e vicino ad una informazione alternativa.

E’ nella vicenda del crollo della ex- jugoslavia che la sua voce trova una risonanza. Russo segue l’intero arco della crisi jugoslava testimoniandone le varie fasi. Segue tutti i passaggi dalla secessione slovena alla guerra di liberazione del Kossovo. Il massacro di questo popolo da parte dei serbi viene descritto nel dettaglio: le deportazioni di massa, la resistenza non violenta di Rugova, l’ingresso in scena dell’Uck , le disillusioni di Dayton e Rambouillet diventano atti di una grande scena in cui la vicenda jugoslava viene letta come processo di una più ampia guerra d’egemonia americana in Europa.

Della guerra di liberazione in Kosovo coglie la portata storica e politica delle ataviche persecuzioni serbe nei confronti degli albanesi. E’ protagonista - unico giornalista occidentale presente nell’area con i bombardamenti della Nato- di una rocambolesca fuga da Pristina assieme ai deportati kosovari verso la Macedonia. Si confonde con loro e per due giorni si perdono le sue tracce onde poi riapparire a Skopje. Reimondino della Rai lo accuserà di complicità con l’Uck.

Eccoci allora alla Cecenia. Il popolo ceceno è come quello palestinese. Grozny è una città fantasma come Gaza durante le offensive israeliane. La Cecenia, stretta nella morsa del colonialismo russo resiste come resistono i palestinesi al colonialismo sionista. L’informazione tace sul genocidio ceceno così come su quello palestinese.

Si potrebbe dire che Putin ha vinto in Cecenia la partita dei media eliminando giornalisti e osservatori internazionali. Lo stesso sta accadendo a Gaza dopo la morte di Vittorio Arrigoni. Così come a Gaza, in Cecenia la Russia uccide i bambini e le gente con armi non convenzionali. E via discorrendo.

 
 Foto Oliviero Toscani - Antonio Russo a Pristina

Antonio Russo rompe la cortina di silenzio che copre la resistenza cecena salendo sulle montagne con quelli che sono i partigiani di una guerra di resistenza. Aveva materiale importante sull’uso criminale di armi non convenzionali da parte dei russi. Con la sua tragica uccisione, forse per mano dell’Fsb si è voluto eliminare un testimone scomodo dei crimini contro l’umanità commessi dai russi verso i ceceni. Forse è stato tradito. Forse la mano che l’ha portato via dalla vita è la stessa che ha ucciso anni dopo Anna Politovkskaja. Le torture che ha subito in una strada dellaGeorgia gridano giustizia. Una giustizia che tarda ad arrivare.

Una ultima riflessione sull’uomo. Antonio aveva rabbia, voleva cambiare in chiave idealistica le cose esponendosi in prima linea. Spesso ripeteva di voler essere mito di se stesso. Una immagine solipsistica, chiusa, segno di una sofferenza dura, serrata. Non ammetteva il compromesso, la sua lotta era pura. Un sogno spezzato che il giornalismo non di regime dovrebbe riprendere.

La Ville Lumiere, cosi' chiamata Parigi come anche detta la Grand Dame della Moda internazionale, ha ospitato come sempre per questa rassegna semestrale le collezioni primavera estate 2019; tra i nomi di rilievo abbiamo Chanel, Dior ed Yves Saint Laurent, che sono le colonne di questo

Gucci

affascinante impero. Gucci straordinariamente vi ha fatto un overture alquanto inaspettata, avendo scelto per il lancio della sua collezione la piattaforma parigina, ma in via eccezionale come dice Alessandro Michele "E' un omaggio alla Francia"; ospite all'ultimo grido e' stata la pop star

 
 Dior

asiatica Kaie sempre restando sul tema popstar,da Celine una eccezionale Lady Gaga era seduta in prima fila, accattivante e travolgente.

Maria Grazia Turi per Dior ha aperto e costernato la sfilata con uno sciame di ballerine che fluttuavavano in tulle e scarpette rosa arricchite con fiocchi tra stelle, lune e petali di fiori; la coreografia di Sharon e lo sfondo e' Bois de Boulogne, il gusto tende alla giovane corrente hipster.

Il Net a porter e' stato combattuto da collezioni di nicchia quale quella di Yves Saint Laurent, dove Antony Vaccarello ha ostentato su uno sfondo da Torre Eiffel, donne gazzella e feline amazzoni super glam; i grandi nomi di Catherine Deneuve e Cindy Crowford emergevano dal parterre.

Chanel

Gigi e Bella Adid modelle in primo piano hanno trascinato i giovani verso tendenze alla riscoperte del total look.

Balenciaga propone forme ampollose in vivide tinteggiature e Chanel veste le sue pretty signorine con tessuti sui generis. Questi tra i grandi nomi e tanti, tanti altri giovani autori di fashion designs han dato vita ad un carousel éclatante di Moda e colori.

October 01, 2018

 Ferdinando Maddaloni con il suo "VEDI NAPOLI E POI (NON) MUORI" si aggiudica il premio come miglior cortometraggio al PORTUGAL INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2018

 

 

Sabato 15 settembre 2018, nella splendida cornice dell’Hotel Crowne di Porto, si è svolta la cerimonia di premiazione del PORTUGAL INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2018.

Nella sezione “Miglior cortometraggio” è stato premiato Ferdinando Maddaloni per il cortometraggio “Vedi Napoli e poi (non) muori” scritto e diretto dallo stesso Maddaloni, con la partecipazione di Tina Femiano, Fabio Massa, Laila Kachermi e Carmen Femiano, prodotto da AltaMarea/Pragma /Goccia Film, con il contributo del NuovoImaie.
“Ho scritto il soggetto dopo aver sentito una esilarante barzelletta che poi ho letteralmente stravolto” afferma Maddaloni “Due pericolosi terroristi arrivano a Napoli per distruggere il luogo sacro per eccellenza, lo stadio San Paolo. Anche per due uomini spietati ed addestrati a morire pur di portare a termine una missione di guerra e morte, è complicato superare tutte le difficoltà del capoluogo partenopeo, soprattutto quando si trovano di fronte un temibile quanto inatteso nemico: l’Amore. L’Amore per l’altro, l’Amore per il cibo, l’Amore per la terra.”

 

“E’ la mia seconda volta al Portogallo FF 2018” continua Maddaloni “e ancora una volta sono tornato dal Portogallo molto soddisfatto, non solo per la vittoria del premio, ma per come sono state valorizzate tutte le opere. Il merito va a tutto lo staff guidato dal direttore artistico Josè Claudio Silva assistito da Marcelo Cabral,

 FerdiNando Maddaloni e Laila Kachermi

Alice e Stella Maciel. Durante la cerimonia di premiazione, la presidente Eliane Marcel ha sottolineato con passione ed energia, gli sforzi dell’organizzazione per rimanere indipendente da logiche del mercato. Molto apprezzate le novità del Question & Answer, grazie al quale gli autori hanno risposto alle domande dei colleghi e del pubblico e la diretta Facebook”.

 

“Ora voglio concentrarmi sul prossimo evento” conclude Maddaloni “Domenica 14 ottobre 2018, al Premio Italia diritti umani 2018 organizzato a Roma dalla Free Lance International Press, con Katia Nani presenterò un estratto della piece “Denunciami pure” ispirato a due storie realmente

Tina Femiano Fabio Massa

accadute e che nessuna penna, neanche quella dello scrittore più fantasioso, avrebbe mai osato scrivere. Sono molto legato a questo Premio, dedicato alla figura di Antonio Russo, anche perché ogni performance presentata qui in anteprima ha poi avuto nel tempo una enorme fortuna soprattutto all’estero (vedi il successo di Non cercare la logica dove non l’hai messa tu!) E’ proprio vero: la Flip mi porta bene!”

Londra  - La sfilata di VIN + OMI collezione Primavera-Estate 2019 si è svolta nello spettacolare scenario Vittoriano del Grand Terrace di Saint Pancreas International in un clima di ecosostenibilita.

 

I designs di VIN + OMI hanno conquistato celebrità tra cui Beyoncé, Michelle Obama, Prince Harry e Debbie Harry e la loro ultima collezione era carica di energia e gioventu' creando uno uno stile artistico d'impatto.

I colori e le silhouette audaci sono accattivanti e giocose, un gioco di ritagli" in tessuto e le nuove arricciature sul bordi arricchiscono il look. Alcune T-shirt hanno messaggi in grassetto con scritto: "TUTTO È TUTTI", "BURST HIM" e "QUEEN BIODEGRADE" ed altri. VIN + OMI hanno presentato una collezione che è stata divertente ma che ha anche trasmesso un messaggio più profondo. "Pensando a cosa indossiamo, quello che gettiamo via,ciò che compriamo. Tutti dobbiamo pensare ed essere piu' responsabili ora. Il pensiero è la nuova religione, una  eco religione. Una religione che sta crescendo con la necessità e lo scopo di salvare il pianeta. I lavori di VIN + OMI riguardano la sostenibilità, il riciclaggio e il lavoro con la natura mentre sviluppano nuovi materiali ecologici. Questa collezione presenta molti dei loro diversi tessuti e processi eco-compatibili, tutti progetti di impatto sociale collegati. Le borse di questa stagione sono il risultato di una collaborazione con il London College of Fashion. Il progetto BIN 2 BODY è iniziato a London Fashion Week Men's dove hanno raccolto le bottiglie di plastica della settimana della moda e le hanno trasformate in tessuti durevoli in rPET che sono stati poi trasformati in borse. Con tutti i loro progetti di impatto sociale rPET, VIN + OMI si assicurano che il progetto ottenga i fondi per la raccolta e lavorino per fornire supporto continuo.

 

Il London College of Fashion e il Centro per la moda sostenibile stanno aprendo la strada a nuovi modi di lavorare attorno alla sostenibilità della Moda. Il nuovo tessuto metallico presentato per la prima volta in passerella è stato prodotto da lattine riciclate nel progetto CAN 2 CATWALK. Inoltre sono stati mostrati nuovi tessuti a base vegetale. Questi sono stati coltivati nei campi che circondano il loro studio di Cotswolds. Inizialmente stavano sviluppando modi di utilizzare piante che crescevano spontaneamente e che erano prontamente disponibili e potevano essere coltivate ovunque. Per la collezione VIN + OMI SS19 hanno introdotto un tessuto di ortica che ha una sensazione grezza non finita e un tessuto ibrido più intrecciato di ortica, prezzemolo di mucca, erba di salice rosa e lino. Inoltre, nella collezione c'era il loro 4GANIC - un tessuto a base di ortica e Flaxley - un tessuto ibrido di lino e prezzemolo di mucca. La collezione VIN + OMI utilizzava lattice organico proveniente dalla loro piantagione in Malesia, dove cura attentamente i lavoratori e le loro famiglie e assicura che la piantagione abbia un impatto negativo minimo sull'ambiente e un impatto positivo sugli abitanti del villaggio. Le loro scarpe in questa stagione sono un miscuglio di stagioni precedenti e scarpe destinate alla discarica. VIN + OMI crede con un tocco in più, il riciclo può tornare a essere nuovo.

 

 

 

Kim Grahame

Nei primati della Moda internazionale Milano Donna ne e' una delle regine incontrastate. Dalle locations più disparate alle tendenze più agguerrite si disnoda uno scenario tantrico ed assordante,fantasmagorico e vibrante. Anche qui tanti stilisti tutti sulla cresta dell'onda. Cominciando da Byblos che trae ispirazione dal festival Barning Man, che si svolge ogni anno nel deserto del Nevada: i suoi capi giovani e divertenti debuttano su di una passerella sorridente e gioviale. Antonio Marras tra fantasia e sogni ci trasporta al glamour di un passato glorioso riesumando bambole di

   
Etro  Fendi  Ferretti

porcellana. Giorgio Armani ci propone un trendy chic e iconoclastico mentre Genny fa sfilare le sue Barby in tulli di toni pastello arieggianti ai venti caldi dell'estate. Blumarine estrae delle delicate essences dai suoi completi goliardici. Fendi un colosso della Moda non può non ipnotizzare il suo parterre con forti effetti cromatici mentre tra i toni caldi e sabbiosi emerge anche un bianco glaciale, la collezione è arricchita da borse copiose e scarpe in tema, ospite e testimonial d'eccezione: Karl Lagerfeld. Acerba è la donna di Alberta Ferretti colma di romanticismo e sensualità. Un tributo al

   
 Marras Moschino

geniale maestro Yves Saint Laurent e' stato fatto da Moschino con i capi illustrati a sketches e graffiti da cui emerge una sinuosa silhouette. Ci ritroviamo in un carosello di designers intramontabili ognuno con un suo stile e clichet, con un brand che si estende oltre i confini e che prorompe ed irrompe e coinvolge un po' dovunque. Tra i molti artisti che hanno sfilato sono da annoverare la soffice collezione di Blumarine, l'esilarante Roberto Cavalli, Etro con i suoi completi California beach coloratissimi e geometrici ed inserti floreali, Versace, Biagiotti, Prada, Agnona e tanti tanti altri tutti da rivisitare ed ammirare.

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione! Anzi Le Riflessioni

 

 

Torniamo a parlare delle Allerte Meteo. Quando ci indovinano si esclama “te l’avevo detto”, quando non c’azzeccano “mi dispiace”. Poi ci sono gli allarmismi (leggi Tg 4): pioggia, bombe d’acqua, grandine come vere sassaiole, rifugiatevi negli scantinati a prova di alluvione, evitate i sottotetti perché la massa della grandine li potrebbero sfondare. Infine, passato il tutto, la conta dei danni e le sempre presenti “richieste danni”. Veneto in ginocchio, la produzione di prosecco in forse, viticolture venete travolte dalla grandine. Poi dopo cinque giorni titoli a tutta pagina: Il maltempo non ha fatto danni: la produzione in aumento del 15%.Un 2018 ai massimi storici per la qualità.

--------------------

Riccardo Cotarella è uscito con una esclamazione che ha fatto tremare “l’impalcatura delle cognizioni enoiche”: l’annata da ricordare non esiste. Sono un attento seguace di Riccardo Cotarella anche se, alcune volte non condivido le sue posizioni come in questo caso. Dice Lui: ”Spesso l’annata buona o cattiva si distribuisce a macchia di leopardo sul territorio di un Paese”. Per le annate importanti, quelle da ricordare, NO. La sua esclamazione calza molto bene per le annate difficili dove si registrano risultati diversi. In questi casi le capacità dei produttori fanno le differenze.

Frammento n. 1

Comunicazione di servizio:

Sono in vendita on-line i tickets per partecipare al Merano Wine Festival edizione 2018. Merano dal 9 al 13 novembre.

- Natura et Purae confronto sui temi della sostenibilità;

- Bio&Dinamica, 100 aziende provenienti da tutta Italia;

- Gourmet Arena, specialità gastronomiche di qualità;

- The Circle, la novità in Piazza delle Rena;

- Catwalk Champagne, la sfilata delle migliori Maison.

Ed infine la classica rassegna dei tre giorni (sabato, domenica, lunedì) dedicata al meglio della viniviticoltura mondiale. Excellence is an attitude.

   

Frammento n. 2

I cinesi a scuola di Chianti

Tutto è iniziato proprio così. La scelta dei territori dove produrre vino, studi particolari dei terreni, primi tentativi di vinificazione, interscambio continuo di tecnologie e tecnici, i migliori enologi ad insegnare. Poi, nella seconda fase del piano d’intervento per la produzione di vino, l’invio di delegazioni in occidente e studenti ad approfondire la materia. Oggi chiedono come fare il Chianti e il Consorzio Vino Chianti apre in Cina la “chianti Academy”, per diventare esperti in vino Chianti. Presto troveremo vigne di sangiovese, esperti ben istruiti e “fiaschetti di Chianti con gli occhi a mandorla”.

 

Frammento n. 3

Da”Terranobile Montepulciano” a “Vignaioli Montepulciano”

Quelli veri di Toscana. Sembrerebbe un solo cambio di nome nella ricerca di dare nuova linfa al vino “nobile” di Montepulciano. Non è così. Dietro ci sono “diverse notti dai lunghi coltelli”, “scontri accesi tra i vignaioli”, 10 produttori “dissidenti e ribelli” che vedono il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano solo come apparato burocratico e niente più. I 10 ribelli, riunitisi in Associazione hanno coniato il loro “nuovo” nome: Terranobile di Montepulciano. Che non sia mai; il termine “nobile” è del Consorzio e non può essere usato. Trovato immediatamente il “rimedio”: i ribelli da oggi scriveranno in etichetta Vignaioli Montepulciano - #quelliveriditoscana. A complicare la situazione i recenti dissidi con i “cugini abruzzesi” che rivendicano il diritto del proprio vitigno autoctono Montepulciano d’Abruzzo. Non si è capito bene perché in Italia il nome del vitigno sia più importante rispetto al nome del territorio quando la vicenda Tokaji è finita al contrario.

 

Frammento n. 4

Modificato il disciplinare del Soave Doc.

Dal 2019 il Soave verrà imbottigliato solamente nei Comuni individuati dal Disciplinare della Doc. Contemporaneamente è stata allargata la produzione inserendo anche due Comuni della Provincia di Vicenza: Montebello Vicentino e Gambellara. Tutto finalizzato alla qualità del prodotto. Mi chiedo: anche l’allargamento?

 

 

Frammento n. 5

Roma sempre più coinvolta nel mondo del Vino

Torna “Life of Wine”, evento unico nel Mondo del Vino, dedicato alle Vecchie Annate. Dove? Hotel Radisson Blu – Domenica 28 ottobre 2018. Banchi d’assaggio con la presenza di oltre 50 produttori provenienti da tutta Italia, oltre 150 etichette e più di 100 vecchie annate. In calendario anche degustazioni guidate da importanti firme del giornalismo vinicolo. Chapeau!

 

Frammento n. 6

L’Osteria senza Oste o all’Oste che non c’è

Sopra Valdobbiadene, all’estremità superiore della vallata collinare di Cartizze, tutti quanti siamo graditi ospiti all’Osteria senza Oste conosciuta anche dall’Oste che non c’è. Mangi liberamente e nella quantità che vuoi formaggi e salami, trovi pane a volontà e bevi prosecco. Tutte produzioni di Cesare De Stefani. Al momento del conto si lascia una offerta che ciascuno di noi riterrà adeguata, ti fai lo scontrino fiscale e attenzione perchè “un signore facente funzione di guardiano” gira in incognito. Che sia l’Oste che non c’è?

 

Osservo, scruto, assaggio e…penso.

© 2022 FlipNews All Rights Reserved