L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Diritti Umani (76)


Roberto Fantini
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Nulla vi è di più imperdonabile e di pi vile della violenza dell’uomo sulla donna, imporre la propria volontà attraverso la forza fisica .  Se l’umanità fosse stata ad appannaggio del genere femminile le sorti dell’umanità sarebbero state sicuramente migliori. La competizione fisica, lo scontro armato, l’impulso prevaricatore e dominatore non è nella natura della donna ma dell’uomo.  Non vi è parte del mondo in cui la donna non sia vergognosamente relegata ad un ruolo secondario (eccetto paesi culturalmente più evoluti). L’essere femminile non il maschile è il fulcro di quella parte umana portatrice di sentimento, di gentilezza, di amore e custodia della vita. Da secoli la donna fatica ad acquisire  il riconoscimento del suo determinante ed imprescindibile ruolo nella vita sociale. Nei millenni è stata sfruttata, schiavizzata, strumentalizzata, calpestata nella sua dignità e nei suoi diritti, vergognosamente relegata a strumento riproduttivo: le è stato impedito di emergere nei settori importanti della vita sociale. Se la donna avesse avuto l’opportunità degli uomini li avrebbe superati in tutto lo scibile umano. La donna è l’ultima opera di Dio, la ciliegina sulla torta, il capolavoro della creazione.

da sin. Davide Tutino, Luca Scantamburlo, Aldo Morrone

Quando cultura e coerenza si incontrano, seppur operanti su binari paralleli e distanti tra loro e l’iniziale perplessità dei presenti alla fine si trasforma in un messaggio positivo, assistiamo ad uno dei rari esempi di comunicazione vera, a beneficio della Comunità.

Questo è ciò che è riuscito a fare il Presidente di Flip news, Virgilio Violo, in piena linea con lo spirito libero della sua Associazione di stampa, in occasione del conferimento del “Premio Italia Diritti umani 2022”.

Una manifestazione in sordina, che ormai si ripete da anni, intitolata al defunto Vice Presidente della Free Lance Antonio Russo, tragicamente scomparso, nell’esercizio del suo dovere di informazione.

L’incontro è stato caratterizzato dagli interventi dei relatori Massimo Tomaselli – coord. Resp. della Coop. “Il Futuro Quadrifoglio” L’assistenza domiciiare integrata nel trattamento delle dipendenze patologiche, Antonio Cilli: Cittanet founder “Pensare la rete e gli altri beni collettivi glocalmente”, Tiberio Graziani - Presidente di Vision & Global Trends.

“Diritti umani e geopolitica”, Patrizia Sterpetti –Wilpf Italia

"L'impegno comune per i diritti umani" , Roberto Fantini – Responsabile diritti umani Flip

“Quale futuro per i diritti umani?” e la straordinaria anteprima dell’attore e autore teatrale Ferdinando Maddaloni in “Social vs Asocial”.

Il tutto splendidamente coordinato dalla Dott.ssa  Neria De Giovanni – giornalista, Presidente dell’Associazione Internazionale Critici Letterari , con la collaborazione degli attori Fabiola Di Gianfilippo. Antonella Civale, Vincenzo Vivenzo e il regista Eitan Pitigliani, per la lettura delle motivazioni e la consegna dei premi.

Ma ciò che ha fortemente colpito i presenti è stato l’incontro tra due dei premiati (ritratti in foto in un cordiale abbraccio)  : il  Prof. Aldo Morrone , noto Specialista in malattie veneree e dermatologiche , Direttore Generale dei più importanti nosocomi della Capitale, membro di diverse organizzazioni internazionali, autore di più di 500 pubblicazioni ed il Prof. Davide Tutino, già docente di Storia e filosofia, resosi famoso per aver iniziato uno sciopero della fame a favore del diritto di non vaccinarsi contro il Sars-Covid 19.

Un esempio di cultura e di silenzioso scambio di opinioni , dal qual dovrebbe prendere spunto soprattutto chi ci governa, che molto ci fa riflettere su come e quanto la “verità stia sempre nel mezzo “, come l’una non escluda l’altra, certi che alla fine , tanto il Prof. Morrone quanto il Prof. Tutino, si saranno trovati d’accordo sui loro rispettivi intenti, il primo basato principalmente sulle emergenze di popolazioni bisognose, l’altro sulla coerenza e la necessità di esercitare un proprio diritto, in seno alla libertà di pensiero.
Complimenti al Presidente Virgilio Violo ed a tutto il suo Staff per il costruttivo evento.

 

Un toccante articolo di Camilla Dolcini.

Mentre prosegue asfissiante, da parte dei principali soggetti mediatici, la campagna filogovernativa, mirante a glorificare in maniera indecorosamente propagandistica la bontà indiscussa e indiscutibile dei cosiddetti “vaccini anticovid”, ridicolizzando, infangando e criminalizzando - al contempo - tutti coloro che, non volendo abbandonare l’uso del pensiero autonomo, continuano a sollevare e proporre dubbi, perplessità e analisi critiche, capita, fortunatamente, nel grande universo della libera informazione, di trovare interventi di grande intelligenza e di ricco spessore civile. E’ quanto mi è potuto accadere con l’imbattermi nello splendido articolo di Camilla Dolcini su La Pressa dell’8 febbraio (https://www.lapressa.it/articoli/parola_d_autore/follia-green-pass-i-bambini-prime-vittime-di-una-societ-disumana).

In questo articolo, la giovanissima Camilla, mettendo in luce una sensibilità psicopedagogica davvero pregevole, affronta un problema dolorosamente molto, troppo trascurato: quello delle conseguenze rovinose che la strategia dei green pass sta producendo nell’esistenza dei nostri bambini e dei nostri ragazzi.

Oggi un ragazzino di appena dodici anni, - scrive - sprovvisto di super green pass non può salire sul bus per andare a scuola, venendo così ostacolato in quello che è il suo diritto allo studio, un diritto primario di ogni bambino o ragazzo in un paese civile e democratico come ormai un tempo era il nostro.

Oggi un ragazzino di appena dodici anni sprovvisto di super green pass non più fare sport, un’attività fondamentale per il benessere psico-fisico degli adolescenti e che fino a poco tempo fa medici, psicologici ed educatori raccomandavano di praticare.

Oggi un ragazzino di appena dodici anni sprovvisto di super green pass non può più andare al cinema o mangiare una pizza insieme agli amici, venendo così privato di quella vita sociale che per gli adolescenti costituisce una vera e propria necessità.

Oggi un bambino non vaccinato, nel caso in cui in classe vi sia un determinato numero di alunni positivi è costretto a rimanere in DAD, persino alla scuola primaria, mentre i suoi compagni inoculati possono tranquillamente andare a scuola, nonostante alcuni esponenti politici abbiano dichiarato espressamente che la didattica a distanza sia una pratica che crea profonde discriminazioni e disuguaglianze.

Oggi un ragazzino non vaccinato rappresenta un potenziale pericolo per la società, egli fa parte dei cattivi, dei nemici e per questo deve pagare. Deve pagare, ma senza aver fatto nulla di male, senza aver avuto alcuna voce in capitolo per la sua attuale condizione. Deve pagare per le scelte compiute legittimamente dai suoi genitori, ai quali secondo alcuni dovrebbe essere attribuita la colpa per la sofferenza dei propri figli.

Oggi ad un ragazzino di appena dodici anni in possesso di super green pass, non ancora in grado di distinguere con chiarezza ciò che è bene da ciò che è male vista la sua giovane età, è concesso salire sui mezzi pubblici, giocare a calcio, andare al cinema e al ristorante, rimanere in classe con i suoi compagni. A lui è concesso, è proprio questo il problema. Tutte queste attività non dovrebbero essere concesse, ma rappresentano, al contrario, una serie di diritti e di libertà che ogni ragazzo, dovrebbe possedere fin dalla nascita e che la Costituzione stessa gli garantisce a prescindere dalla sua etnia, religione, classe sociale e quanto meno dalle scelte sanitarie che i suoi genitori hanno compiuto per lui.

Oggi, dunque, un ragazzino di appena dodici anni in possesso di un super green pass che gli concede di vivere una vita relativamente normale, rischia di maturare un’idea malata di libertà, vincolata unicamente ad un passaporto sanitario, un lasciapassare che funge da permesso per esercitare i propri diritti costituzionali. Un’idea di libertà materiale, slegata dal suo significato più profondo intrinsecamente connesso alla dignità umana.

Oggi un ragazzino di appena dodici anni in possesso di super Green pass, rischia di crescere con la convinzione che sia accettabile discriminare gli altri, che bambini della sua stessa età con i quali ha sempre condiviso momenti ed esperienze di vita meritino di essere tagliati fuori perché i loro genitori hanno compiuto una determinata scelta, senza che nessuno si preoccupi delle conseguenze che tale atteggiamento potrebbe avere a lungo andare sulla società, senza che nessuno pensi che un domani, quando ormai odiare, discriminare ed escludere, sarà divenuto normale, il nuovo cattivo, il nuovo nemico potrebbe essere proprio quel ragazzo che oggi sembra apparentemente salvo grazie al suo lasciapassare.

Oggi un bambino i cui genitori hanno scelto altrettanto legittimamente di sottoporlo alla vaccinazione viene sfruttato dai media e dalle istituzioni per contrapporre a quei bambini cattivi, ai piccoli nemici non vaccinati, ai figli dei colpevoli, un modello di bambino buono e virtuoso che merita un premio o un attestato di coraggio. Ma la verità è che quel bambino, come ogni altro minore, meriterebbe solo di essere rispettato e tutelato e non strumentalizzato in modo così falso e meschino
.”

E i bambini, ci dice Camilla, in questa società spaccata in due dalla mannaia dell’odio sociale e schiavizzata e abbrutita dal terrore, sono tutti (vaccinati e non) vittime incolpevoli e inconsapevoli. Gli uni ingannati, gli altri emarginati. Gli uni usati e strumentalizzati, gli altri emarginati e ghettizzati.

Tutto ciò nell’indifferenza o, addirittura, nel compiacimento vergognoso degli adulti. E, aggiungerei, molto spesso con il silenzio o con il supporto imperdonabile (diretto o indiretto) del mondo delle chiese, delle associazioni civili, delle istituzioni caritatevoli, ecc.

Tutto ciò mentre era tutto un ipocrita blaterare di responsabilità sociali e di doveri civici. Tutto ciò con la complicità di tutti coloro (poliziotti, allenatori sportivi, insegnanti, ecc.) che avrebbero dovuto tutelare i bambini, impedendo qualsiasi forma di discriminazione ai loro danni.

Tutto ciò grazie a

tutti quegli uomini e quelle donne, che in molti casi sono anche padri e madri, i quali pur di non rinunciare alla propria tranquilla e mediocre esistenza apparentemente non minacciata da queste restrizioni perché magari i loro figli hanno il lasciapassare oppure sono ancora troppo piccoli per dover sottostare a queste regole, hanno preferito chiudere gli occhi e abbandonarsi ad un atteggiamento di impotenza e oserei dire di vigliaccheria.”

Bellissima, in particolar modo, la conclusione (di spirito decisamente montessoriano) dell’articolo:

a salvare questa società impazzita e disumanizzata, ipnotizzata, accecata e desensibilizzata, potranno essere LORO, soltanto loro, i bambini e i ragazzi che rifiuteranno di lasciarsi ingabbiare nelle nostre paure, nelle nostre bassezze, nelle nostre logiche ciniche ed opportunistiche di divisione e di esclusione!



 

Gli ultimi provvedimenti adottati dal Governo italiano in nome della emergenza pandemica vanno a colpire ancor più gravemente le fondamenta stesse della nostra civiltà democratica, rendendo, di fatto, cittadini di serie Z tutti coloro che continuano a rifiutarsi di sottoporsi alla cosiddetta vaccinazione anticovid. Tali cittadini, che non fanno altro che avvalersi legittimamente del diritto contemplato dalla nostra Costituzione di libera scelta in ambito sanitario, vengono progressivamente espulsi dalla vita sociale e sottoposti a restrizioni sempre più severe che li obbligano, in pratica, ad una vera e propria ghettizzazione.

Purtroppo, a molti di coloro che si trovano in sintonia con la linea governativa e con il pensiero mediaticamente dominante, sfuggono gli aspetti barbaricamente antidemocratici di tali provvedimenti, sfugge la loro gravità abnorme, sfugge, soprattutto, la portata incommensurabile del disagio e della sofferenza a cui vengono condannati i cosiddetti ribelli novax.

E’ nostra speranza, pertanto, che la lettera che qui presentiamo, inviataci da un caro amico professore di Filosofia in pensione, possa risultare di aiuto nel mettere meglio a fuoco la dolorosa realtà che si sta imponendo nel nostro Paese.

È solo uno sfogo.

 I giovani che continuano a rifiutare i cosiddetti “vaccini”, oltre a non poter accedere a palestre e piscine, non possono neppure praticare sport di squadra all’aperto.I  vaccinati POSITIVI possono fare tutto liberamente; il non vaccinato NEGATIVO è in gabbia come me. Il malato di covid guarito e difeso dagli anticorpi naturali, ben più forti e duraturi di quelli prodotti dal vaccino, si dovrà vaccinare, altrimenti in gabbia pure lui. Fuori posso fermarmi a parlare con gli amici che incontro, ma non posso bere un caffè al bar, né al bancone né all’aperto.

 La passeggiata in campagna per raggiungere Padova, partendo da Venezia e  rispettando le regole, è stata proibita a persone sia pro che contro i vaccini,  assolutamente pacifiche, senza cartelli, senza slogan, senza simboli di nessun genere, che facevano questa (ripeto) passeggiata SOLO per il ripristino delle libertà costituzionali: ad attenderle, all' ingresso del primo paesino prima di Padova, c'era la polizia in assetto antisommossa.

Dopo una manifestazione autorizzata,  chi si trattiene a parlare viene prelevato e schedato.

Se invii un messaggio in cui compare una parola di sdegno contro quello che sta accadendo ti oscurano per giorni: è successo varie volte.

Continua la narrazione a senso unico senza mai una voce dissenziente sui canali nazionali.

I farmaci validi, proposti ed utilizzati da tanti medici coscienziosi, continuano ad essere boicottati, la gente continua ad ammalarsi senza cure domiciliari precoci e muore. Le varianti continuano a moltiplicarsi, probabilmente proprio su stimolazione dei cosiddetti “vaccini, e le vaccinazioni continueranno all' infinito con profitti miliardari (40 miliardi in un anno Pfizer). La tachipirina non è uno sfiammante e quando ci si ammala di covid è  assolutamente controindicata, ma è prescritta dal CTS. Il covid è  diventato, di colpo, una malattia pediatrica.

Continua il silenzio sulle decine di migliaia di morti da vaccino e sui milioni di gravi effetti avversi da vaccino in Europa (dati EMA).

I non vaccinati possono fare solo due cose:  la spesa e acquistare le medicine. Vengono privati dello STIPENDIO anche se devono accudire un parente disabile non autosufficiente. 

Non possono più esprimere liberamente un proprio parere non in linea con la narrativa di regime senza venire ammoniti e schedati. Le poche emittenti che ospitano medici non allineati vengono spesso oscurate. Non c'è più libertà  di opinione, di parola, di riunione in luogo pubblico.

 I vaccini messi in commercio  sono scarsissimamente efficaci,   gravidi di controindicazioni e di gravissime incognite ( queste ultime dichiarate dalle stesse case produttrici insieme all' ammissione che si tratta di prodotti in fase ancora pienamente sperimentale). L' OMS,  nonostante sia fortemente condizionata dalle pressioni esercitate dai suoi finanziatori, nella stragrande maggioranza privati, ha espresso parere chiaramente contrario alla vaccinazione dei bambini. Eppure …

Draghi ha fatto carriera nelle banche e con le multinazionali e, dal 1992, ha  iniziato la politica delle privatizzazioni e della svendita delle nostre eccellenze in tutti i settori.

La scienza vive di confronti e di dibattiti: nel CTS vige il pensiero unico e Speranza è  laureato in legge.

 La Costituzione è continuamente VIOLATA nei suoi principi FONDAMENTALI. In parlamento si parla con una sola voce e, a volte, con qualche pigolio prima di dare il proprio assenso all' autocrate.

Non potrò più acquistare un libro, un paio di scarpe, un maglione, degli occhiali, delle stoviglie, prendermi un caffè nemmeno da solo all' aperto.

Non potrò vedere un film, non potrò spedire un pacco, non potròprendere il bus, il treno.

Non potrò viaggiare con NESSUN mezzo anche se sono NEGATIVO al tampone. I vaccinati (che contagiano e si contagiano perlomeno come i non vaccinati) hanno potuto fare quello che hanno voluto e si sono recati ovunque e ora, come ho ricordato, anche se POSITIVI, possono recarsi dove vogliono (con l' unico obbligo della mascherina). Per LORO,  io e quelli come me, siamo terroristi, complottisti, terrapiattisti.

 Ciò nonostante, pare che la maggior parte degli italiani creda ancora di vivere in democrazia. A questo punto, preferirei che a diventare presidente della repubblica fosse Berlusconi piuttosto che Draghi.

 Però, ho ancora dei dubbi: si è candidata alla presidenza della repubblica anche Gianna Nannini!

Alberto

30/12/21 - All’evento “Diplomazia umanitaria e diritti umani: teoria e pratica”, organizzato dall’Università Federale degli Urali (Ekaterinburg, Russia), hanno partecipato ricercatori e professionisti russi e stranieri – Lyudmila Berg, viceministro delle relazioni economiche internazionali e straniere della regione di Sverdlovsk, Rashid Aluash, responsabile del Programma congiunto della Federazione Russa e dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per Diritti Umani, Anastasia Kushleiko, Consigliere per i Programmi Preventivi e Leader del Settore per l’Asia-Pacifico e l’Eurasia presso il Dipartimento di Diritto e Politica Umanitaria della sede del Comitato Internazionale della Croce Rossa; Wellington Pereira Carneiro, consigliere giuridico senior, Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati; Tatyana Zonova, PhD, Professore del Dipartimento di Diplomazia presso MGIMO (Università), Elizaveta Gromoglasova, Ph.D., Esperto del Russian International Affairs Council, Tiberio Graziani, Presidente del Vision & Global Trends Analytical Center (Italia); Pasquale Policastro, professore all’Università di Stettino, direttore del centro “Cattedra UNESCO per i diritti umani, la pace, la democrazia, la tolleranza della comprensione internazionale”, PhD, Olga Bogatyreva, professore associato del Dipartimento di teoria e storia delle relazioni internazionale dell’UGI Ksenia Tabarintseva-Romanova, ecc.

I partecipanti provenienti da Russia, Italia, Polonia, Brasile, Svizzera e altri hanno discusso problemi di attualità di teoria e pratica del settore umanitario della diplomazia moderna. Durante la discussione sono stati evidenziati i seguenti aspetti teorici e metodologici nello studio della moderna diplomazia umanitaria:

1) la diplomazia umanitaria è l’arte di tradurre le componenti umanitarie in un piano politico e pratico (A.S. Kushleiko);

2) la diplomazia umanitaria è diplomazia del potere “soft”; un ruolo speciale nelle situazioni moderne nella risoluzione delle questioni diplomatiche dovrebbe essere assegnato alle ONG (T.V. Zonova);

3) la tutela dei diritti umani non deve trasformarsi in uno scontro di interessi geopolitici e non può dipendere dall’“egoismo” nazionale nella sua interpretazione e attuazione. La tutela dei diritti umani, inoltre, affinché sia efficace nella sua attuazione, anche in campo diplomatico, deve, paradossalmente, emanciparsi criticamente dalla sua ideologia fondativa quella del “dirittoumanismo”, imperniata sulla esclusiva interpretazione occidentale dell’essere umano, tener conto delle variegate culture dei popoli che abitano il Globo e trovare un equilibrio con la tutela dei diritti collettivi (T. Graziani);

4) Il concetto di diplomazia umanitaria al momento può essere piuttosto voluminoso e capiente. Può includere obblighi per proteggere le persone da varie minacce (create dall’uomo e non dall’uomo) e un’agenda positiva (ad esempio: promozione di iniziative culturali, scambi educativi, cooperazione scientifica). Tutta questa agenda positiva non ha perso la sua rilevanza. La pandemia ci ha mostrato che la minaccia alla vita non protetta è universale, globale. La minaccia di uno stato di emergenza, di cui scrive D. Agamben, mostrando come in tali condizioni nasce e si diffonde la “vita nuda” – è rilevante sia per i singoli paesi che per il mondo nel suo insieme in relazione all’introduzione di restrizioni, in connessione con l’appello degli Stati a tutti più a strategie di politica estera di mutua esclusione. Ad esempio, si può condurre una politica di sanzioni unilaterali volta a dimostrare il proprio potere sovrano e guidata dal desiderio di punire arbitrariamente quei paesi che perseguono un corso di politica estera indipendente (E.S. Gromoglasova);

5) Lo sviluppo di una cittadinanza transnazionale diretta a salvaguardare la nostra casa comune, ovvero la Biosfera, apre la strada ad una diplomazia, nella quale gli individui da una parte pongono i loro buoni uffici a disposizione delle comunità dei singoli stati. Dall’altra, chiama le diplomazie degli Stati, e le loro amministrazioni ad una attività di ascolto della società civile diretta a sviluppare una cittadinanza diretta al servizio per la protezione della Casa comune. Le opzioni che sono in grado di sostenere ogni comunità statale andando al di là delle differenze, e soprattutto evitando strumentalizzazioni dei discorsi e degli argomenti in favore della protezione dell’ambiente, appaiono così un importante elemento di ausilio per ricostituire le relazioni tra gli Stati (P. Policastro);

6) La moderna diplomazia umanitaria è multivettoriale e polimodale. Coinvolge stati, organizzazioni intergovernative, associazioni di integrazione e ONG, poiché i problemi umanitari globali possono essere risolti solo da sforzi congiunti di attori statali e non statali. La diplomazia umanitaria, basata sui classici principi umanitari di umanità, imparzialità e neutralità, nel XXI secolo è completata dai principi del rispetto e della protezione dei diritti e delle libertà umani e dell’umanesimo della sostenibilità. In accordo con il concetto di “triplo legame”, l’azione umanitaria moderna include non solo la fornitura di assistenza umanitaria di emergenza, ma anche di costruzione della pace e progetti a lungo termine volti allo sviluppo e all’attuazione dell’Agenda 2030 (O. N. Bogatyreva);

7) il concetto di diplomazia umanitaria è finalizzato all’implementazione di diverse modalità: 1) percettiva – una percezione positiva a livello internazionale di un paese / organizzazione internazionale; 2) emotiva: aiutare i gruppi vulnerabili della popolazione; cura per l’ambiente; 3) logica e semantica – l’attuazione e la tutela dei diritti umani, costruendo un dialogo interculturale; prevenzione dei conflitti. La diplomazia umanitaria come concetto ombrello poggia su due pilastri: la fornitura di assistenza umanitaria e il raggiungimento degli SDGs, mentre la protezione e l’attuazione dei diritti umani saranno una risorsa per l’attuazione di questo tipo di diplomazia, e la cooperazione umanitaria è l’obiettivo stabilito pratica di applicazione/interazione degli stati (KM Tabarintseva-Romanova).

La tavola rotonda si è svolta nell’ambito del progetto RFBR n. 20-014-00033 A “Il concetto di diplomazia umanitaria polimodale: implementazione, strumenti e modelli di civiltà”.

 per gentile concessione di Vision and Global Trends

 

Pierre-André Udressy è una ex guardia svizzera che, non intendendo sottostare all’obbligo vaccinale imposto dalle autorità vaticane, insieme a pochi altri colleghi, ha preferito accettare di subire il provvedimento di licenziamento. Ha voluto, però, anche cercare di esprimere e di comunicare le proprie riflessioni, rivolgendosi direttamente al pontefice con una lettera aperta, ricca di dignità quanto di contenuti, pubblicata dal sito web Renovatio 21 (https://www.renovatio21.com/lettera-aperta-di-una-guardia-svizzera-che-ha-resistito-alla-vaccinazione-obbligatoria-in-vaticano/).

E, pochi giorni dopo, sempre sullo stesso sito, è apparsa una intervista a Udressy che permette di meglio comprendere le ragioni che lo hanno condotto ad operare una scelta di tale rilevanza. (https://www.renovatio21.com/per-me-cattolico-e-qualcosa-che-non-e-umano-intervista-alla-guardia-svizzera-che-ha-rifiutato-il-vaccino-obbligatorio-in-vaticano/)

La ex guardia svizzera, partendo dal presupposto filosofico secondo cui il dubbio andrebbe considerato come il vero padre della conoscenza, sottolinea l’entità dei rischi e della pericolosità degli attuali “vaccini anticovid”, non sufficientemente testati.

“La frequenza di incidenti mortali - scrive - dopo la vaccinazione è “sottostimata”, secondo il Direttore dell’Università di Heidelberg, Peter Schirmacher, che aggiunge: ‘Il vaccino è la causa della morte nel 30-40% delle autopsie delle persone vaccinate di recente’ “.

Inoltre, anche l’efficacia stessa dei vaccini somministrati risulterebbe alquanto incerta, come dimostrerebbe il caso dei membri della Guardia Svizzera, tutti vaccinati, risultati positivi al COVID-19, nonché la situazione critica di Israele, uno dei paesi più vaccinati al mondo.

Ma particolarmente degne di attenzione risultano le sue parole destinate a mettere in luce la sua esigenza di “testimoniare e sostenere così tutti quelli che si permettono di pensare diversamente, di reagire con intelligenza ed evitare con convinzione ciò che non è ragionevole”.

“Quanti dei miei cari colleghi - dice - hanno purtroppo ceduto a un trattamento medico a cui non davano pieno consenso, obbligati dalla forza, per riottenere delle libertà? Per me - aggiunge - è fondamentale difendere con convinzione la Libertà. Perché dovrei obbligarmi a qualcosa della cui assurdità sono cosciente?”

Ma la parte della lettera indubbiamente più interessante è quella che mette in chiara evidenza l’oggettiva contraddittorietà della posizione ipervaccinista assunta da papa Francesco rispetto a quelle che sono le posizioni tradizionali della Chiesa cattolica, limpidamente espresse dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, in data 21 dicembre 2020, secondo cui

appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria”.

Inoltre, il documento della Pontificia Accademia per la Vita, del 5 giugno 2005, afferma con chiarezza che è doveroso combattere i “vaccini illeciti”, ossia quelli “preparati da feti umani abortiti, arrivando anche ad auspicare l’obiezione di coscienza da parte del personale medico cattolico

rispetto all’uso di vaccini prodotti mediante ceppi cellulari di origine fetale umana abortiva.”

“Ora - prosegue Udressy - il Vaticano, l’istituzione della Chiesa, ha scelto il vaccino Pfizer, testato su linee cellulari abortive. Che pensare? Addirittura impone il vaccino a tutti i suoi dipendenti, benché come Stato sovrano, avrebbe la possibilità di scegliere dei prodotti non contaminati dall’aborto, che pure esistono.

Come cattolico che segue il Magistero, avrei il dovere di battermi contro le scelte vaccinali della Città del Vaticano?

Se si leggono i documenti citati, si deve rispondere di sì.

(…)

Ciò che è certo in tutto questo, - conclude - è che quanto stiamo vivendo non ha più niente di umano né tantomeno di cristiano, ed è davvero intollerabile vedere la santa Città del Vaticano arrivare a questo punto!”

Pierre André, da cattolico coerente, ha scelto di non essere più al servizio del papa e di ritornare, all’età di 24 anni, nel suo Canton Vallese. Riprenderà presto, senza lasciapassare verde ma con animo lieto, il suo vecchio lavoro di falegname.

 

 
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Alle 9 del mattino Athos de Luca è già accanto al piccolo palco, quest’anno senza verde intorno, concentrato a ripassare i suoi minuscoli appunti per la scaletta degli interventi. Campeggia alle sue spalle la scritta grande: “Mai Più Hiroshima 1945-2021”. La piazza conta meno presenze degli anni precedenti e anche i relatori sono di meno, così De Luca ha più spazio per l’introduzione. Ringrazia Forze dell’ordine, i militari, il I° Municipio, e prega la manodopera che sta effettuando dei lavori nell’ala destra della piazza di contenere il rumore.

Sottolinea che sono 23 anni che organizza questo evento. Quest’anno è d’obbligo ricordare la madrina che non c’è più: Carla Fracci. Lo fa con minuzia di riferimenti biografici. Aveva 84 anni, è stata considerata tra le 14 ballerine più brave al mondo, Montale la definì “l’eterna fanciulla danzante”, diceva che la danza non è questione di gambe ma di testa. Per questo motivo ogni edizione della commemorazione è anche un evento artistico, perché la bellezza e la cultura salveranno il mondo. Se si continua ogni anno è perché la forza delle cose è nella durata. Il disastro di Hiroshima ha rappresentato il punto critico più profondo nel mondo: l’arma nucleare usata sulla popolazione civile. E’ un’arma che non dovrebbe essere né prodotta né usata. Einstein diceva che se scoppiasse la guerra nucleare torneremmo all’età della pietra. Abbiamo in Europa due generazioni che non hanno conosciuto la guerra, a loro si rivolge per far capire che la Pace non è un dato acquisito ma un bene che va guadagnato e per il quale dobbiamo impegnarci tutti. Senza risolvere le diseguaglianze nel mondo non c’è pace. Da una parte abbiamo benessere e spreco, da un’altra mancanza di cibo. Il Presidente Sandro Pertini diceva: «Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai».

I “caccia” hanno un costo con il quale si può sfamare il mondo. Dobbiamo batterci per la Pace e la convivenza pacifica, devono farlo anche il nostro governo e gli organi internazionali per garantire questo bene primario. Questo è un monito per tutti, mantenere la pace costa fatica ma è la fatica più importante. La banda dei Carabinieri intona l’inno nazionale giapponese e poi quello italiano. L’attore Fabrizio Barboni, presentato come un amico, trasmette i saluti del I° Municipio e poi legge la poesia di Nazim Hikmet “La bambina di Hiroshima” : «avevo occhi limpidi, li ha resi di vetro». La cantante Heiko Misumi, una presenza abituale della cerimonia, si esibisce intonando le canzoni “Libellule rosse” e “Questa strada”: un flauto vestito di blu, di immensa grazia e compostezza. Poi viene introdotta Paola Iorio, direttrice della scuola di ballo che porta ogni anno in piazza allieve ed allievi. Ricordando Carla Fracci legge una lettera che lei aveva scritto, consapevole di non avere molto tempo avanti a sé. Voleva essere ricordata come una donna forte, che aveva lavorato tanto, tornando ad essere sempre e soltanto Carla. Iorio ha scelto il balletto con il quale Carla Fracci si esibì per la prima volta, seduta con una bambola. Sottolinea che la novità quest’anno è un’allieva giapponese: è lei e solo lei a tenere la colomba della pace alla conclusione del balletto, eseguito da dodici fanciulle-libellule in bianco, sulle note di un’orchestra di violini.

Segue l’intervento di Patrizia Sterpetti della sezione italiana di Women’s International League for Peace and Freedom. Per ricordare con coerenza dobbiamo continuare a contrastare i due mali intrecciati, alla base del disastro di Hiroshima e Nagasaki: la guerra e le armi nucleari. Esattamente da 100 anni, nel suo 3° congresso a Vienna nel 1921, la Wilpf, adottò il Manifesto per il Disarmo totale, ispirato dalla tragedia della Prima Guerra Mondiale. Nel corso degli anni tutti i tipi di armamento sono stati problematizzati, in particolare prima le armi chimiche e biologiche, con un intervento che portò all’adozione del Protocollo contro le armi chimiche a Ginevra nel 1925, poi il nucleare. In occasione della Conferenza di Bejing del 1995 è stato sottolineato da Wilpf il connubio necessario tra Uguaglianza tra uomini e donne, Pace e Sviluppo. Per reagire alle impasses delle revisioni del Trattato di Non Proliferazione nel 1999, è nato il programma di monitoraggio di tutti gli armamenti denominato “Reaching Critical Will” e dopo ciò la partecipazione alla redazione del testo del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, adottato a New York nel luglio 2017 con il voto di 122 Paesi membri ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021 – senza alcun eco nei media italiani – e ormai ratificato da 55 Paesi. Il Disarmo, che Wilpf Italia ha fatto includere tra le Azioni del IV ° Piano italiano di attuazione della Risoluzione 1325 su Donne, Pace, Sicurezza” monitorato dal Consiglio Interministeriale dei Diritti Umani del Ministero degli Affari Esteri; la soluzione delle controversie in modo negoziato (nello spirito originario delle Nazioni Unite); la parità uomo–donna e bambini; il rapporto stretto con gli animali, le piante e tutto l’ecosistema, divulgato da una pedagogia specifica, come espresso da donne eco pacifiste, ecologiste, antispeciste sin dal 1700, sono le quattro strategie per la vivibilità e la sopravvivenza del pianeta. Abbiamo di fronte la COP 26, la conferenza sugli accordi di Parigi il prossimo novembre a Glasgow, in Scozia.

L’obiettivo di Wilpf e di altre organizzazioni pacifiste sarà quello di includere fra i fenomeni scatenanti l’inquinamento ambientale e l’ecocidio, gli effetti delle attività militari. Contemporaneamente si sta costituendo un coordinamento antinucleare europeo e il 5 settembre una catena umana protesterà contro il trasferimento nella base tedesca di Büchel delle bombe nucleari B-61 12, triste destino che coinvolge anche l’Italia, che in violazione dell’articolo VI del Trattato di Non Proliferazione ha accolto bombe nucleari statunitensi, in ossequio all’atlantismo. Ma i dati rivelano che le popolazioni sono contrarie alle armi nucleari e favorevoli alla ratifica del Trattato di Proibizione. Questo è l’obiettivo di ICAN, International Campain Against Nuclear Weapons di cui in Italia fanno parte diverse organizzazioni come Wilpf, Rete Disarmo, Senza atomica, Medici per la prevenzione della guerra nucleare, Disarmisti esigenti, Peace Link, Pax Christi, IALANA, Pressenza, Majors for Peace e condiviso da molte associazioni e reti, non ultima il Gruppo Pace, Disarmo Giustizia Globale de La società della cura. Questo movimento di opinione deve essere reso edotto su quali sono le banche italiane che finanziano il nucleare. Un ulteriore iniziativa portata avanti da associazioni come “The Wapon Watch” e il “Comitato Danilo Dolci di Trieste” mira alla denuclearizzazione e neutralità dei porti italiani, a partire da Trieste. E’ inoltre in atto la campagna “No Fist Use Global” per la prevenzione della guerra nucleare e l’eliminazione di queste armi. La Wilpf vuole Trattati che portino alla pace contro accordi e alleanze foriere di conflitti e insicurezza umana; l’empowerment delle donne, il cui elettorato è prevalentemente pacifista, per far regredire il trinomio Maschilismo, Militarismo, Ecocidio e chiede l’abolizione totale delle armi nucleari partendo dalla ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.

L’Italia dovrebbe essere tra i Paesi osservatori alla prima riunione degli Stati parte, che si terrà nel gennaio 2022 a Vienna ed essere tra i Paesi che coprono le spese dei Paesi vittime del nucleare. Purtroppo c’è il rischio concreto di una concomitanza con la decima revisione del Trattato di Non Proliferazione, che si svolgerà dal 4 al 28 gennaio 2022 a New York. Insieme a molte associazioni, Wilpf ritiene scellerato l’orientamento a considerare il nucleare civile una soluzione per la riconversione energetica in Italia. L’impegno di tutti per il cambiamento è quanto si deve alle vittime di Hiroshima, Nagasaki e di altre le guerre, esercitazioni, attività con uso di armi nucleari. Penultimo intervento è quello del rappresentante diplomatico giapponese, letto in italiano. Esprime solidarietà alle vittime del passato e a coloro che ancora soffrono. Una nuova minaccia affligge il mondo come il nucleare: il corona virus. Si stanno svolgendo i giochi olimpici in Giappone, di cui assistiamo giornalmente ai risultati. E’ stato un notevole impegno promuovere i giochi olimpici, simbolo di pace nella comunità internazionale.

Il Giappone, unico Paese vittima dell’era atomica, continuerà a dare il suo contributo in questo senso. Arriva il momento dell’omaggio da parte del “Comitato Terra e Pace” ad una organizzazione della società civile. Athos de Luca specifica che non è un premio ma un attestato di stima, assegnato quest’anno all’Ordine dei medici, che tanto si sono spesi durante la pandemia. Invita a parlare Cristina Patrizi, che con un breve ringraziamento ricorda i quattrocento medici morti e l’importanza fondamentale della protezione della Salute e della Pace. De Luca, offrendo l’omaggio, spiega che si tratta di un piccolo fossile, per ricordarci che la vita viene da molto lontano, - per chi crede da Dio, per gli altri dall’evoluzione della specie - e lontano noi dobbiamo poter arrivare. Il trombettiere della banda dei Carabinieri esegue l’assolo e la cerimonia finisce seguita da saluti calorosi. Il 76 ° anniversario di Hiroshima ha unito ancora e dimostrato la determinazione ad agire per abolire le armi nucleari.

Vent’anni sono trascorsi dalle terribili vicende del G8 di Genova, da quelli che Amnesty International ebbe a definire come “una violazione dei diritti umani di dimensioni mai viste nella recente storia europea”. In molti, fra gli agenti coinvolti in quegli eventi, sono rimasti totalmente impuniti, non soltanto per via della prescrizione, ma anche a causa dell’impossibilità di individuazione dell’identità dei responsabili.

Due funzionari di polizia, tra l’altro, Pietro Troiani e Salvatore Gava, condannati in via definitiva a tre anni e otto mesi più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici (Troiani per aver introdotto le due bombe molotov nei locali della scuola Diaz e Gava per averne illecitamente registrato il ritrovamento) hanno anche potuto ricevere, nello scorso ottobre, una sconcertante promozione alla carica di vicequestore. Promozione opportunamente definita dal Direttore generale di Amnesty Italia Gianni Rufini come “un’offesa alle centinaia di persone che vennero arrestate, detenute arbitrariamente e torturate in quella pagina nera della storia italiana”.

Negli anni successivi, non sono certo mancate altre circostanze in cui agenti di polizia hanno fatto ricorso ad un uso sproporzionato della forza, nel corso di manifestazioni o assemblee pubbliche.

Vedi, ad esempio, il caso del tifoso del Brescia, Paolo Scaroni, che, il 24 settembre 2005, ebbe l’esistenza distrutta a causa di una violenta aggressione da parte delle forze di polizia: due mesi di coma e stato di invalidità al 100%.

Nel suo, come in casi analoghi, non è stato possibile ottenere giustizia per l’impossibilità di identificare i suoi aggressori.

La risoluzione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2012, sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione europea ha esplicitamente esortato “gli Stati membri a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo”.

Anche da parte del Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto alla libertà di assemblea pacifica e di associazione e di quello sulle esecuzioni extragiudiziali è provenuta, in merito alla corretta gestione delle manifestazioni, la raccomandazione secondo cui “ i funzionari delle forze di polizia siano chiaramente e individualmente identificabili, ad esempio esponendo una targhetta col nome o con un numero.” Ora, nella maggior parte degli stati dell’Unione europea (21 su 28), identificare gli agenti di polizia impegnati nel mantenimento dell’ordine pubblico è diventata la regola. La Germania la prevede in nove regioni su sedici, mentre in Ungheria e in Svezia, pur non essendoci un obbligo, gli agenti espongono nome, carta d’identità, grado sull’uniforme e un codice sull’ equipaggiamento speciale.

Al momento, restano ancora fuori soltanto: Austria, Cipro, Lussemburgo, Olanda e Italia. Al fine di raggiungere l’obiettivo anche nel nostro paese, Amnesty International sta rivolgendo una petizione alla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, in cui, fra l’altro, si dice:

“Crediamo sia ormai urgente la previsione di misure che consentano l’identificazione degli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico. (…) Crediamo fortemente che l’introduzione dei codici identificativi sarebbe non solo uno strumento di garanzia per il cittadino, ma anche e soprattutto di maggiore tutela per tutti gli agenti che svolgono il proprio lavoro in maniera corretta.”

(https://www.amnesty.it/appelli/inserire-subito-i-codici-identificativi/)

l'Associazione Nazionale Teatri Consapevoli esprime il proprio sostegno al lavoratore

 

Siamo professori d'orchestra, artisti di coro, danzatori, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, della cultura.

Intendiamo esprimere il nostro sostegno al Professore d'orchestra della Fondazione “Arturo Toscanini” di Parma, licenziato a seguito del rifiuto di sottoporsi a continui tamponi anti-Covid.

Riteniamo si tratti di un licenziamento irricevibile, dopo 38 anni di servizio svolto sempre in modo impeccabile. È una decisione definitiva, dicono i vertici della Fondazione che gestisce l'orchestra, tuttavia i sindacati risultano dichiarati: " Preanunciamo da subito che se la vicenda non si conclude, come pensiamo, con il reintegro del lavoratore ed il pagamento degli arretrati, chiederemo a gran voce le dimissioni del Sovrintendente Alberto Triolaresponsabile di quanto accaduto. Inoltre denunceremo alla Corte dei Conti i componenti del Consiglio di Amministrazione per il danno economico procurato alla Fondazione ”.

Come lavoratori dello spettacolo, dell'arte e della musica reputiamo gravissimo che una fondazione, tra l'altro così prestigiosa, assuma dei comportamenti che appaiono all'evidenza come in contrasto con valori costituzionali e diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, anche, certamente non solo, in considerazione delle idiosincrasie a cui nostro malgrado siamo costretti ad assistere ogni giorno, ormai evidenti a tutte ea tutti: è possibile stare ammassati sui mezzi pubblici, senza nemmeno poter mantenere un minimo di distanza; è possibile stare seduti a tavola al ristorante, giustamente, ma nelle orchestre bisogna spesso suonare un volto coperto,

Addirittura spesso si deve cantare con la mascherina, pur in presenza di un più che adeguato distanziamento, in barba alla fisiologia del respiro e dell'atto cantato, e alla stessa espressione artistica.

Si arriva quindi a determinare, sulla base di protocolli aziendali che interpretano in modo apparentemente arbitrario o comunque peggiorativo norme e decreti già per sé di dubbia costituzionalità, un continuo quanto ingiustificabile tamponamento, soprattutto dei reparti artistici.

 Dopo più di un anno dall'inizio di questa crisi sociale e sanitaria, dopo la provata efficacia delle cure domiciliari precoci, appare un nostro parere non più tollerabile mantenere questo clima di terrore e sospensione dei diritti fondamentali.

La libertà di scelta, il consenso libero e informato, sono diritti inviolabili; il rispetto della dignità umana è un valore assoluto, non negoziabile, come insegna l'articolo 32 della nostra Costituzione.

 Siamo cittadini consapevoli, non sudditi: la pandemia non può sospendere la democrazia e la politica non può sottostare agli interessi del potere tecnologico e finanziario.

Sentiamo il bisogno di unirci e vigilare attentamente sugli episodi di ricatti lavorativi per contrastarli e ricreare un clima armonioso sul lavoro e nella vita civile, nel pieno rispetto della democrazia e dei valori costituzionali.

Riprendiamoci il diritto a respirare, a cantare, a suonare, a lavorare in condizioni dignitose. Riprendiamoci la vita!

12.05.2021

ANTe.Co . - Associazione Nazionale Teatri Consapevoli

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www.associazionenazionaleteatriconsapevoli.wordpress.com

 E 'di enorme importanza il Rapporto 2020-2021 di Amnesty International, presentato all'inizio di aprile, soprattutto per l'approfondita analisi in merito alle tendenze globali registrate nel campo dei diritti umani in seguito all'emergenza pandemica.

 

Il quadro che ne scaturisce è oltremodo allarmante, in quanto il fenomeno pandemico ha gravemente amplificato le situazioni di disuguaglianza e di oppressione provocata da inique politiche distruttivamente discriminatorie.

 

“La pandemia - spiega la segretaria generale Agnès Callamard - ha brutalmente mostrato e acuito le disuguaglianze all'interno degli stati e ha evidenziato l'incredibile disprezzo che i nostri leader manifestano per la nostra comune umanità. Decenni di politiche divisive, di misure di austerità errate e di scelte di non investire nelle traballanti strutture pubbliche hanno fatto sì che in tanti finissero per essere facili del virus. "

 

Il Rapporto evidenzia, infatti, come le disuguaglianze attuali, frutto di decenni di malgoverno, ha prodotto un impatto sproporzionatamente negativo su minoranze etniche, rifugiati, anziani e donne, andando a peggiorare, in particolar modo, la condizione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti , rimasti spesso ingabbiati in campi privi di servizi essenziali o lasciati abbandonati in zone di frontiera.

 

Le risposte adottate nella sede governativa hanno finito per sfruttare il fenomeno Covid 19 per condurre spietati attacchi nei confronti dei diritti umani.

 

Emblematico il caso dell'Uganda, considerato fino a poco fa lo stato più ospitale dell'intero continente africano, il quale ha sbarrato immediatamente le frontiere, costringendo, in tal modo, ben 10.000 persone a rimanere in una sorta di limbo, al confine con la Repubblica Democratica del Congo.

 

Il rapporto, poi, sottolinea il grande aumento di casi di violenza di genere e di violenza domestica, favoriti dall'isolamento e dal forte di servizi dedicati alle vittime, venutesi e trovare sempre più indifesi di fronte alla violenza esercitata nei loro confronti.

 

“Stiamo raccogliendo - ha sottolineato la Callamard - quanto seminato in anni di calcolato diniego dei diritti da parte dei nostri leader. Nel 2020, durante l'eccezionale evento della pandemia, i sistemi sanitari sono stati sottoposti alla prova definitiva e le persone sono state lasciate in una caduta libera economica. Gli eroi del 2020 sono gli operatori sanitari in prima linea per salvare vite umane e persone i quali, sebbene collocati alla fine della scala del reddito, hanno lavorato per nutrire le famiglie e mantenere in funzione i servizi essenziali. E 'crudele ma è così: coloro che hanno dato di più sono stati protetti di meno ”.

 

Aggiungendo, poi, che “Le risposte dei nostri leader sono state di volta in volta mediocri, mendaci, egoiste, fraudolente. Alcuni hanno cercato di normalizzare le misure eccessive di emergenza adottate per contrastare la pandemia, altri sono andati oltre, intravedendo la possibilità di rafforzare il loro potere. Invece di sostenere e proteggere le persone, hanno semplicemente usato la pandemia come un'arma per attaccare i diritti umani ".

 

Un modello ricorrentemente impiegato nel corso del 2020 è stato quello della adozione di leggi miranti a criminalizzare qualsiasi forma di critica nei confronti delle strategie governative:

 in Ungheria sono state introdotte pene fino a cinque anni di detenzione per “diffusione di informazioni false” sulla pandemia; Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Oman, grazie all'accusa di "diffusione di notizie false", hanno rinvigorito gli attacchi al diritto alla libertà di espressione, avviando duri procedimenti penali contro gli autori di commenti critici pubblicati sui social media .

 

In alcuni paesi, come le Filippine e la Nigeria, le circostanze sono state sfruttate per legittimare ed estremizzare addirittura l'uso della forza nei confronti delle proteste popolari. In Brasile, fra gennaio e giugno, le forze di polizia hanno ucciso almeno 3181 persone (una media di 17 al giorno).

In altri paesi, come India e Cina, si è fatto anche ricorso alla vicenda pandemica come fattore "distraente" per inasprire ulteriormente (in nome della sicurezza nazionale) attività di repressione politica.

 

La Callamard, inoltre, registra con grande amarezza come le istituzioni internazionali come il Tribunale penale internazionale ei meccanismi delle Nazioni Unite sui diritti umani, nati per obbligare gli stati a rendere conto delle proprie azioni, siano stati indotti in una sorta di "stallo politico" (e quindi messi fuori uso) dalle abili mosse delle forze governative.

 

“Siamo a un bivio. - ha concluso la Segretaria internazionale di Amnesty International - Possiamo allentare le catene che degradano la dignità umana. Possiamo ripartire da zero per costruire un mondo basato sull'uguaglianza, sui diritti umani e sull'umanità. Dobbiamo imparare dalla pandemia e unirci in un'azione coraggiosa e creativa affinché ognuno sia in una posizione di uguaglianza. "

 

Alquanto debole, purtroppo, la posizione assunta in merito alla campagna vaccinale in corso, limitandosi Amnesty (come anche altre importanti organizzazioni come Medici senza frontiere ed Emergency) a richiedere l'adozione e il rispetto dei criteri di equità nella distribuzione dei vari “vaccini” . Sarebbe stato, invece, oltremodo necessario ed auspicabile che venissero sottolineati i numerosi aspetti anomali ed inquietanti della campagna attuale, tali da richiedere doverose cautele e ben precise garanzie:

 

·          Reale natura "sperimentale" dei farmaci che stanno somministrando e relativa oggettiva impossibilità di definire "vaccini" in senso proprio.

 

·          Impossibilità di prevedere con adeguati controlli e garanzie gli effetti di tali "pseudo vaccini", sia per quanto concerne la loro reale efficacia, sia per quanto concerne le eventuali conseguenze nocive (in parte già registratesi).

 

·          Mancanza di una corretta informazione in merito e di confronto dialettico fra diversi punti di vista scientifici.

 

·           Eterodossia delle procedure adottate dagli organi di controllo per rendere possibile l'emissione sul mercato dei suddetti farmaci.

 

·          L'orientamento in atto da parte di vari governi di rendere obbligatorio il cosiddetto “vaccino” (soprattutto per determinate categorie).

 

·          I tentativi in ​​corso di adottare misure discriminatorie fra "vaccinati" e "non vaccinati", con pesanti limitazioni di diritti per questi ultimi.

 

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