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Critiche durissime dagli industriali elettrici verso le decisioni del governo su eolico e fotovoltaico. Contraddizione con le conclusioni di Colao.
Non si avanza verso la decarbonizzazione con posizioni ministeriali discordanti. Agli industriali dell’elettricità le conclusioni degli Stati generali sui problemi energetici non sono piaciute. La loro organizzazione Elettricità Futura di Confindustria ha voluto mettere in chiaro la posizione su quello che sta più a cuore al business: le autorizzazioni per gli impianti rinnovabili.
L’Italia è in progress sull’impiantistica elettrica verde dopo anni di incertezze e battaglie politiche viziate spesso da visioni ideologiche. La crisi climatica ,i movimenti giovanili, le scosse di grandi aziende , accusate di rovinare il pianeta, hanno stimolato una sorta di piano di recupero. Manca ,però, uno sforzo corale per realizzare la transizione energetica auspicata dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), accusano gli industriali. Nonostante quel Piano sia oggi il più importante strumento di crescita industriale per l’Italia e l’Europa, il governo non è conseguente alle sue stesse premesse. Parole pesanti verso chi cinque mesi fa aveva annunciato un grande new deal italiano
“Siamo molto preoccupati – dice una nota di Elettricità Futura- che, nonostante le reiterate dichiarazioni del Governo sulla necessità di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, i dicasteri competenti continuino a non adottare procedure di autorizzazione coordinate e condivise”. Una conferma sono recenti deliberazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri che hanno bloccato gli iter di alcuni impianti sia fotovoltaici che eolici. Sviluppo Economico, Ambiente e Beni Culturali in pratica non sono allineati. Un corto circuito burocratico , forse politico, rispetto anche alle conclusioni della task force di Colao che ha definito la transizione energetica l’opportunità “ più grande in termini di valore di investimenti sbloccabili nel breve termine, con un impatto significativo sul Pil”.
In definitiva giornate ansiose tra governo e aziende rinnovabili su sponde opposte. Affrontano un periodo delicato , ma ricco di occasioni di cambiamento in un comparto ad alta attrattività finanziaria. La recente approvazione del Parlamento europeo del Regolamento sulla tassonomia finanziaria darà una spinta ad indirizzare gli investimenti sulle iniziative industriali veramente sostenibili. Se il governo non saprà “ cogliere l’attimo “ tutto si complica.