L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Durante la conferenza Immersi nel 5G, tenutasi a Milano martedì 19 novembre al Teatro Spazio 89, Maurizio Martucci, giornalista d’inchiesta che da quasi 20 anni si dedica ad approfondire gli usi e scopi dell’evoluzione tecnologica e delle radio frequenze, come prima cosa premette che il 5G non serve alla telefonia mobile ma è solo un passaggio obbligato per arrivare al 6G, che servirà poi per la gestione di un ibrido post-umano, microchippato che dovrebbe condurci nella post-umanità.
Se, infatti, col 5G si parte con gli oggetti e l’Internet delle cose (IOT= Internet of Things), creando una tecno-gabbia, col 6G si arriva all’internet dei corpi per la gestione del futuristico tecno-uomo.
Ma andiamo per gradi. Hanno iniziato col dividere le città in ZTL (Zona a Traffico Limitato) per inibire la libera circolazione dei cittadini sul territorio urbano col pretesto di voler perseguire l’obiettivo dell’Agenda 2030 sul cambiamento climatico e cercare di cambiare gli stili di vita considerati non sostenibili e produttori di CO2 in eccesso.
Milano, insieme a Roma, rientra anche nelle prime 40 città campione al mondo, le C40, che per decisione dei loro sindaci Sala e Gualtieri, partecipano a questa competizione globale che si propone di trasformare i siti urbani in “smart cities”, sempre con la dichiarazione di facciata di farsi promotrici di progetti innovativi a zero emissioni di carbonio e resilienti al clima. Progetti che prevedono la suddivisione in ZTL, velocità ridotta a 30kmh, spostamenti limitati a 15’, mobilità pubblica e privata elettrica, contatori digitali, controlli computerizzati dei consumi dei condominii, patente e carta d’identità digitali, crediti sociali, eliminazione del contante, ecc.
Ed è qui che entra in gioco la rete 5G che servirà, attraverso antenne e telecamere, per controllare che i cittadini rispettino tutte queste nuove regole. Non avremo più nessuna libertà o autonomia nel vivere la nostra vita. O per dirla con un’affermazione del giornalista Franco Fracassi: “Le chiamano “smart city”, ma di intelligente non hanno nulla, se non le modalità per rinchiuderci tutti in gabbia. Il Sistema tecnocratico sta approfittando del nostro desiderio di sicurezza, della paura indotta sulla fine della vita sulla Terra, della nostra pigrizia che ci spinge a cercare una vita sempre più semplificata, per creare intorno a noi città con sistemi di sorveglianza altamente tecnologici, non certo per proteggerci ma per impedirci di ribellarci”.
Insomma, se c’è un problema si trova la soluzione, prosegue Martucci, e la soluzione è sempre digitale. Come durante l’emergenza Covid, quando non era consentito uscire di casa, ecco pronti la DAT e lo smart working. Per tutte le altre emergenze come guerra, alluvioni, cambiamenti climatici, l’unico attore che rimane costante è il digitale. Bruxelles ci dà 200 miliardi di euro per il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e la metà viene utilizzata per la transizione digitale e la transizione ecologica dell’Agenda 2030, perché la tecnologia è la struttura portante per attuare il cambiamento della società civile che trasformerà la Repubblica Italiana nella Repubblica dei gigabite. Esattamente come avviene in Cina.
“Se volete capire dove ci stanno portando”, spiega Martucci, “guardate la Cina, che ha le 8 più grandi smart city al mondo, con milioni di telecamere che sorvegliano h24 quello che fanno i cittadini”.
Il concetto di identità digitale e di IT wallet, ideato dalla Meloni, non si limita all’identità digitale in sé, ma è collegato al concetto di credito sociale, per cui se la sorveglianza digitalizzata mi portasse ad azzerare i miei punti, mi potranno bloccare il conto corrente bancario. In Kuwait si è già andati oltre, e il conto corrente te lo bloccano se solo ti rifiuti di dare le impronte digitali biometriche per il tuo riconoscimento facciale. “Non rendersi conto di quello che sta succedendo rischia di farci fare la fine della rana bollita”, afferma Martucci.
Nel 2026 partirà la moneta digitale CDBC (Central Bank Digital Currency) che ha la potenzialità di essere programmabile a tempo, con una capacità di spesa ben definita, e qui rientra il 5G con la domotica e il controllo delle tue spese. Se sarà gestita da un’unica banca centralizzata, tutte le banche spariranno per una gestione a CO2 zero, come esistono già carte di credito a CO2 zero, sempre secondo questo grande contenitore filosofico che è l’Agenda 2030.
Ma quello che non ci dicono, e che viene invece illustrato egregiamente da Fracassi nello svelare la falsità di questa sostenibilità di facciata, è che nonostante ostentino tutta questa CO2 zero, l’Intelligenza Artificiale (IA), per funzionare con i suoi data center, ha bisogno di una quantità mostruosa di energia e di un’altrettanta quantità mostruosa di acqua per raffreddare i server.
Una semplice ricerca in Google consuma energia pari a percorrere 100km in auto, e un normale data center di IA consuma tanto quanto un paese di 32 milioni di abitanti. Quindi, se ho bisogno di questa struttura per controllare che i cittadini si comportino in modo sostenibile a CO2 zero, il bilancio risulta essere in passivo di una quantità esagerata di CO2. Quindi stanno mentendo con una narrazione che non sta in piedi.
Anche sugli effetti sulla salute dell’elettromagnetismo e delle radio frequenze, indispensabili per trasferire dati in tempo reale, non ci dicono tutta la verità. L’istituzione preposta a garantire che questa tecnologia non ci arrecherà danni è l’ICNIRP (Commissione Internazionale per la Protezione da Radiazioni Non-Ionizzanti) ed è privata. È composta da tecnici e scienziati, ma non da medici; fa ricerche solo sull’effetto termico della tecnologia delle onde, cioè i danni che può causare il surriscaldamento causato alle nostre cellule, ma non di quello biologico, cioè i danni che può causare direttamente alle nostre cellule, per esempio del cervello, o a qualcuno che è portatore di un pacemaker. La rivista scientifica The Lancet, però, nel 2018 pubblica una ricerca sul fondo naturale terrestre, cioè tutto ciò che costituisce la struttura naturale e intoccabile del nostro pianeta, e riporta che da dopo la seconda guerra mondiale è stato stravolto di un miliardo di miliardi di volte (10 alla 18a).
Martucci fa notare che le ricerche private dichiarano che non ci sono effetti nel 68% dei casi e le ricerche pubbliche affermano che ci sono danni biologici per almeno il 70% dei casi. Nelle dispute ci si attacca al fatto che non c’è certezza dei dati, e questo fa prendere tempo alle multinazionali del 5G, che intanto fanno profitto e hanno più tempo per sviluppare e implementare il 6G. Ma i dati pare che ci siano, e cita una disputa processuale conclusasi nel 2011 in cui Radio Vaticana è stata riconosciuta responsabile della morte di 200 persone per l’irraggiamento delle sue onde radio che superavano la soglia limite elettromagnetica. In questa occasione è stato accertato il valore dell’elettrosmog creato che era di 25 volt al metro (v/m), quando il limite consentito era fissato a 6 v/m.
Altri effetti biologici accertati causati da esposizione a elettrosmog sono: danni alla barriera emato-encefalica, aumento del rischio delle malattie neurodegenerative, infertilità, disturbi neurocomportamentali, danni diretti alle cellule neuronali, danni al feto e alterazioni del neurosviluppo, aumento dello stress ossidativo, danni al DNA, disturbi metabolici del sistema endocrino, alterazione del ritmo cardiaco, formazioni di glioblastoma (tumore maligno) cerebrale o del midollo spinale. Quest’ultimo è più che raddoppiato in Gran Bretagna e quadruplicato in Francia dopo l’avvento della telefonia mobile. L’ISS ha dichiarato che “non possono dichiarare con assoluta certezza che tale esposizione non possa avere ripercussioni sulla salute psico-fisica delle persone che ne sono esposte”. Dal 2011, l’OMS ha dichiarato le radiofrequenze come agenti cancerogeni. Questo ha obbligato la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ad approfondire le ricerche per la riclassificazione delle radiofrequenze nella carcinogenesi dell’umanità, cioè per decidere se classificarle come possibilmente cancerogene o cancerogene al 100%. Manco a dirlo, misteriosamente i finanziamenti per eseguire queste ricerche sono stati interrotti e la ricerca è rimasta incompiuta. Ovviamente se fossero state classificate come cancerogene sarebbe crollato tutto il castello delle 5G, delle smart city e tutto il progetto della tecno-gabbia e dei tecno-corpi.
Ma se il telefono cellulare è deregolamentato, perché non vi è imposto un limite alla densità di potenza in v/m per il campo vicino, esiste una legge che regolamenta le antenne, il campo lontano. Fino allo scorso aprile, l’Italia era tra i migliori al mondo nella protezione dall’elettromagnetismo con un limite di 6v/m, ma in seguito alla pressione esercitata dalle multinazionali negli anni e ai diversi Governi, che pretendevano che le soglie venissero alzate, il Governo Meloni ha ceduto, e ha approvato con la legge 214 del 30/12/2023 l’aumento a 15v/m. Questo aumento non serviva a fare funzionare le antenne 5G che già c’erano ed erano state contrattualizzate a 6v/m, ma per far risparmiare 4 miliardi di euro alle multinazionali sulle quantità di antenne da installare. Aumentando la potenza delle 100.000 stazioni radio e antenne per telefonia già presenti sul territorio nazionale, hanno evitato di istallare altre 18.000 antenne. Questo non ha fermato però l’incremento delle istallazioni, perché aumentano gli operatori concorrenti del settore, e ognuno vuole la propria antenna. Oggi abbiamo 7 operatori, 5 per la telefonia e 2 per internet. Roma è la città più elettro-magnetizzata d’Europa con più di 9000 antenne. E le emissioni aumentano di conseguenza dappertutto.
Martucci si è anche preoccupato di denunciare il taglio indiscriminato degli alberi che è stato effettuato negli ultimi 5 anni, un eco-scempio direttamente collegato alle antenne 5G poiché l’albero è un elemento solido che fa da barriera alla propagazione delle frequenze.
“Ma il 5G”, incalza Martucci, “non è per il telefonino. È un inganno, un depistaggio, serve per creare la tecno-gabbia per il cambiamento degli stili di vita per arrivare all’internet delle cose e l’agenda 2030. E la tecno-gabbia è costruita sui nostri figli”.
Hanno diviso la popolazione tra over 50 e under 50. I primi daranno fastidio per ancora massimo 20 anni e poi usciranno di scena, e quindi non servono. Ma i secondi, che sono stati chiamati non a caso i nativi digitali, sono importanti perché su di loro stanno costruendo il futuro dell’elettro-gabbia, un transumanesimo che ha dei presupposti già visibili e eclatanti: uso compulsivo del telefonino, pagamenti con lo smartwatch, uso degli auricolari, tutto con strumenti che sono attaccati al corpo, uno step prima dall’averlo dentro al corpo.
Si cerca un punto d’incontro fra big farma e big phone per la tele-medicina, le cure da remoto. Se trovano un trait d’union si arriverà al tecno-uomo e sarà l’AI che gestirà l’intera operazione.
I presupposti di questo programma partono dal concetto secondo cui i transumanisti considerano l’essere umano fallato perché nasce, si ammala e muore. Si ricerca quindi una forma di immortalità, cercando di migliorare l’essere vivente con le tecnologie. Ma questo tiene conto solo del corpo e non della nostra parte divina spirituale.
Il filone della microchippatura avanza prepotentemente portato avanti da Elon Musk, che è pericoloso in quanto gestisce aziende che producono robot umanoidi, Starlink, Tesla, robotica, e in associazione con Bill Gates vuole oscurare il sole. Intanto il primo microchip è stato impiantato in un cervello umano. Hanno fatto esperimenti sui maiali e i macachi, che sono morti tutti con atroci sofferenze, e adesso li stanno sperimentando su malati di Alzheimer e Parkinson. Ovviamente con il presupposto di partenza di aiutare gli svantaggiati. Se funzionerà sulle persone malate lo trasferiranno sulle persone sane.
Il 6G è per i corpi xè le antenne 6G possono percepire i corpi. Questo significa che potranno controllare ogni nostro spostamento, anche quando siamo in casa. A questo serve il grafene, un metallo dalle qualità straordinarie per la conduzione, e che si è scoperto essere contenuto nei vaccini e in certi farmaci, che farà da trait d’union tra il corpo umano, che conterrà un codice MAC identificativo unico, e il device. I rilevatori di frequenza riescono già a identificarli nei corpi dei vivi e dei morti dopo il 2020.
A Cagliari nasce anche il primo ospedale del Metaverso, Optimus, il robot umanoide di Tesla di Elon Musk è già nei ristoranti, e anche le religioni cercano di umanizzare la tecnologia e parlano di uno scontro tra la luce e le tenebre; uno scontro apocalittico tra la biologia, la natura, l’essere umano e l’anti-natura, la robotica, il transumanesimo, la tecnologia. Il filo conduttore di tutte le emergenze è il digitale, quindi sta arrivando tutto.
Il cronoprogramma del transumanesimo, riportato in un documento militare, fissa il 2035 come l’anno della convergenza tra uomo e tecnologia. Nel 1948, Orwell aveva sbagliato data, non era il 1984 ma il 2030, anno dell’agenda mondialista. Ma erano cose su cui stavano lavorando già allora e le conoscevano. Già nel 1962, sulla testata Trapani Nuova, viene pubblicato un articolo che titola: “Nel 2000 i telefonini faranno tutto loro” - ti permetteranno di leggere il giornale e fare operazioni bancarie.
“Ma io non vedo”, dice Martucci, “forze di luce o una vera opposizione. BRICS e NATO fanno la stessa partita. In Russia c’è un progetto che si chiama Russia 2045 ed è un altro programma transumanista di un personaggio come Elon Musk che vuole staccare il cervello dalla parte biologica per trasferirlo su un supporto in silicio. Non ci sono paesi che fanno forte ostruzionismo.
Vedo un’unica flebile speranza in Robert Kennedy Jr, dell’amministrazione trumpiana. Con la sua associazione Children Defense è l’unico che ha sempre lottato contro il 5G.
Le soluzioni proposte da Martucci sono di origine Gandhiana: “Come Gandhi con un passo indietro, e non avanti, ha creato la più grande rivoluzione che l’uomo ricordi al mondo, anche noi dobbiamo fare un passo indietro, disconnettendoci da tutto quello che è digitalizzato. Io sono oltre 10 anni che non ho il telefonino. Mi chiedono come faccio. Ma abbiamo capito cosa sta arrivando? Allora prendiamoci la nostra responsabilità”.
Martucci invita a una visione ampia per comprendere il programma nel suo insieme e cercare di proteggerci: “Dobbiamo alzare le nostre vibrazioni e rispondere da esseri umani, dobbiamo farci trovare preparati e pronti a questo tipo di momento storico. È importante l’informazione. Se una persona non sa, non diventa consapevole e se non è consapevole non può agire e difendersi, e non può tantomeno interpretare quello che sta avvenendo.
Lo dico con estrema trasparenza: non saremo noi a vincere; ma saranno loro a perdere, perché è un programma contronatura, troppo aggressivo, violento e nei confronti di tutto quello che è stato creato. Nulla è stato escluso, e nessuno si può chiamare fuori.
Dopo aver accresciuto la nostra consapevolezza, dobbiamo creare un processo virtuoso di esclusione dalla tecno-gabbia e poi dal tecno-uomo.
Non dobbiamo accettare lo smart meter, non utilizziamo strumenti digitali per pagare ma paghiamo in contanti, non guardiamo la tv, rifiutiamo la carta d’identità digitale e spegniamo il wi-fi quando non lo utilizziamo. Dobbiamo arrivare a un momento in cui le nostre prese di posizione sono atti di consapevolezza radicali senza tentennamenti”.
“Se saltiamo il passaggio oggi, per i nostri figli sarà impossibile tornare indietro. La responsabilità non è solo sul momento attuale, ma su quello che sta arrivando. Perché per i nostri figli diventerà impossibile comprendere la differenza tra il reale e il digitale. Faranno la fine di quella mamma che ha fatto resuscitare sua figlia morta in una realtà liquida per continuare a vederla, e vivranno in un mondo liquido per colpa nostra, che saremo diventati collaborazionisti di un progetto transumano e anti-biologico. Vogliono trasformare il mondo reale in un mondo artificiale. Se si comprende la pienezza del programma della transizione digitale si raggiungerà quell’apertura mentale che ci fa capire che, se vogliamo fermare l’internet dei corpi e il transumanesimo del 6G dobbiamo fermare il 5G.
Dobbiamo fermare l’internet delle cose e l’intera operazione creando un processo virtuoso, non per vincere ma per rallentarli. Perché tutto l’operazione ruota intorno ai soldi, e se si diminuiscono gli abbonati al 5G, si impedisce al processo di avanzare speditamente. Sono in affanno dal punto divista finanziario, lo si vede dai licenziamenti. Hanno progetti ambiziosi e grandissimi ed è questo che mi fa dire che saranno loro a perdere. Molte volte la storia che era stata scritta è stata ribaltata.
La storia ci insegna che c’è sempre la buccia di banana che fa invertire i fattori e fa cambiare completamente la narrazione. Noi dobbiamo rimanere fermi su tutte le nostre posizioni in attesa che la narrazione venga invertita.
Se non rallentiamo nel 2035 sarà finito tutto. La partita è chiusa.
Grazie per l’ascolto!”
Per approfondimenti, si consigliano i testi di Maurizio Martucci: Stop 5G e Tecno-Uomo 2030.
APOLLO 19/20: LE ISTANZE FOIA E LA CONNESSIONE CON IL PROGETTO REDSUN. INTERVISTA DI SPAZIOTESLA A LUCA SCANTAMBURLO
In occasione della intervista di lunedì 8 aprile 2024 con Alberto Negri Presidente della Associazione Spazio Tesla di San Giorgio Piacentino - in diretta Facebook e YouTube dalle ore 19.0, Luca Scantamburlo ha commentato l'ultima risposta della pratica FOIA assegnata alla Patrick Space Force Base di Cocoa Beach (Florida). La intervista è disponibile al seguente link:
Alberto Negri di Spazio Tesla Intervista Luca Scantamburlo
Qui di seguito il link con il download della ultima pratica FOIA 2023 (nome e dati personali del richiedente, cittadino italiano, sono stati omessi per privacy) inerente le missioni spaziali classificate Apollo 19 e 20, già missioni NASA cancellate per motivi di budget e riprogrammate negli anni '70 del secolo scorso, le quali sarebbero state portate a termine nel febbraio e agosto 1976 sotto l'egida del Dipartimento della Difesa (DoD) statunitense e con assistenza NASA e collaborazione dei Sovietici:
download FOIA - pratica USAF / Patrick Air Force Base 2023
Nel corso della intervista si parlerà anche delle lettere di posta elettronica inviate mesi fa ad addetti ai lavori del KARI - Korea Aerospace Research Institute - a proposito della grande anomalia lunare sigariforme che giace accanto al cratere Guest della faccia lontana della Luna: infatti la sonda spaziale coreana denominata DANURI - in orbita attorno alla Luna dal dicembre 2022 - sta mappando la superficie selenica con fotocamere ad alta risoluzione (5 metri a circa 100 km di quota dalla superficie del nostro satellite naturale).
Qui di seguito un breve video a cura del KARI che illustra la missione spaziale lunare DANURI
La sonda DANURI ha infatti sorvolato anche il cratere Tsiolkovskiy - come ho avuto modo di capire consultando il database della missione - cioè il grande grande cratere lunare di circa 185 di diametro situato nella parte sud-occidentale della faccia nascosta della Luna, proprio a Est della anomalia lunare sigariforme, e pertanto quasi sicuramente il team scientifico del KARI dispone di fotografie della Piana di Fermi, del cratere Izsak e del cratere Guest, a pochi chilometri dalla gigantesca anomalia lunare.
Al momento, gli addetti ai lavori del KARI non hanno ancora risposto ai miei interrogativi, nonostante siano trascorsi diversi mesi. Al seguente link la email del sottoscritto Luca Scantamburlo
download LETTERA al KARI
FOTOGRAFIE SONDA DANURI, LUNA
Riguardo al presunto snapshot di un software di mappatura lunare che mostra chiaramente e in dettaglio la grande anomalia lunare sigariforme (vedi foto in alto) non ci è dato sapere al momento chi lo abbia realizzato e con quale software - esso viene commentato in diversi siti e blog della Rete sin dal 2015. Potrebbe essere un fermo immagine di Google Moon. Vi sono diversi software di mappatura lunare. Google Moon nondimeno attualmente NON mostra alcun dettaglio della zona dove giace la anomalia lunare oggetto di speculazioni: zoomando sulla zona del cratere Guest, vicino al cratere Izsak, i dati di superficie e le immagini non sono disponibili o sono stati censurati.
Le coordinate lunari dell'oggetto sigariforme sono approssimativamente le seguenti in gradi decimali (non sessagesimali):
Longitudine 117,67
Latitudine compresa fra -18,65 e -18,78.
A nord del cratere Izsak e a sud-ovest rispetto al cratere Delporte
Il cratere a forma di otto immediatamente a sud dell'oggetto, è stato denominato cratere Guest proprio pochi anni fa (2017), su decisione dell'Unione Astronomica Internazionale (IAU) in onore del vulcanologo e geologo britannico John Edward Guest (1938-2012). Si fa presente che "guest" in lingua inglese significa "ospite".
Se si consulta il database fotografico del sito dell'Arizona State University (ASU) l'anomalia lunare - delle dimensioni comprese fra i 3 i 4 km di lunghezza - è chiaramente visibile, per poi scomparire come per magia zoomando ulteriormente l'immagine (il che è un non senso scientifico oltre che logico)
Qui in alto è possibile vedere lo snapshot già discusso (a sinistra) è una immagine zoomata utilizzando la piattaforma dell'Arizona State University: seppur l'oggetto è presente, zoomando esso scompare lasciando un avvallamento, in totale contrasto con i dettagli d'immagine che lo stesso ASU fornisce.
Se il sito dell'ASU restituisce foto incoerenti rispetto ai dettagli, non così fa il sito sito web del Dizionario Geografico della Nomenclatura Planetaria, gestito dall' USGS Astrogeology Science Center. Questo lavoro di aggiornamento di database e nomenclatura viene eseguito per conto del gruppo di lavoro per la nomenclatura del sistema planetario dell'Unione Astronomica Internazionale ed è supportato dalla NASA (l'Amministrazione Nazionale per l'Aeronautica e lo Spazio) nell'ambito di un accordo inter-agenzia. L'oggetto sigariforme è chiaramente visibile accanto al cratere Guest, elencato dal Dizionario Geografico della Nomenclatura Planetaria:
Immagine dal seguente link https://planetarynames.wr.usgs.gov/Feature/15613
Ricordo che la mappatura fotografica e i dati di Google Moon sono consultabili grazie a un mosaico di immagini scattate dalla missione militare Clementine del Dipartimento della Difesa americano. Le immagini composite di Google Moon sono state preparate dall'USGS (l'istituto di Indagine geologica degli Stati Uniti, il quale è uno storico ufficio scientifico del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti, incaricato di fornire informazioni scientifiche sui rischi naturali, sull'acqua, l'energia, i minerali e le altre risorse naturali, ec...). Altri dati nonché alcune delle mappe ad alta risoluzione utilizzate del materiale Apollo, sono per gentile concessione dell'U.S. Geological Survey. Gran parte del resto del materiale proviene dall'Apollo Lunar Surface Journal della NASA, dall'Atlante geologico della Luna dell'USGS, dalla serie Lunar Chart (LAC) e alcune immagini Apollo sono fornite dal Lunar and Planetary Institute, gestito dall'USRA.
Mappa lunare faccia lontana, con cratere Izsak, Guest e Delporte Crediti d'immagine: NASA/GSFC/ASU |
Lato nascosto della Luna: confronto fianco a fianco della prima fotografia in assoluto
del lato nascosto della Luna, scattata dalla sonda sovietica Luna 3, e una visualizzazione della stessa utilizzando i più recenti dati LRO (sonda statunitense della Agenzia spaziale americana). Crediti d'immagine: Foto Luna 3 URSS (1959) / LRO NASA (2009) |
Lo avete riconosciuto? É il Lovesense lush 3, tradotto dall'inglese: “lussureggiante modello tre”. Uno dei tanti tipi di vibratore prodotto dalla ditta singaporiana specializzata nella distruzione scientifica della Donna e dell'Uomo, fondata da Dan Liu, il re degli abiti da cocktail come ebbe a definirlo la Fashon Industry nel 2017, mica l'ultimo quisque de populo. Il suo Lush-3 è un “divais” (device) controllabile a distanza mediante applicazione dedicata, in grado di garantire all'utenza femminile “vibrazioni del punto G potenti e profonde che portano a orgasmi intensi... indipendentemente dalla posizione... liscio come la seta, la migliore combinazione per orgasmi in piena regola1” a bassissimo impatto acustico, assicura Mr Liu.
Molto più semplicemente, si tratta di una coda di silicone che chiunque frequenti siti di hot live streaming può notare costantemente impiantata nelle vagine e negli ani delle sedicenti “artiste” perché... oggigiorno chi si masturba in diretta a pagamento si autodefinisce “artista” con lo stesso identico sostantivo usato per gente del calibro di Leonardo da Vinci, Andrea Palladio o Lavinia Fontana.
Ancora una volta, se non fosse abbastanza chiaro, le Donne sono state messe nel mirino da parte di chi le odia visceralmente, non le vuole proprio vedere sulla faccia della Terra e desidera un mondo di trans al loro posto; né più né meno come occorso tre giorni fa con l'elezione di un eunuco a Miss Olanda. E chi le odia tanto sono appunto i tipi alla Dan Liu i quali odiano parimenti gli Uomini, intesi come i pochi maschi virili rimasti in circolazione: gente – a loro modo di sragionare – che deve essere sostituita con articoli di silicone morbidissimo. A cosa può servire – pensano costoro – un Uomo, se la penetrazione può avvenire mediante l'utilizzo di un vibratore a qualsiasi ora del giorno e della notte?
Il sanguinario Mao postulava che “facendo degli uomini delle mezze donne e delle donne dei mezzi uomini, consente di comandare su cose a metà”. C'è chi si è spinto oltre e non intende arrestarsi!
Papillon
1) https://it.lovense.com/bluetooth-remote-control-vibrator
Dalle prime decadi del 1900 quando il mondo entrava in guerra i chimici scoprivano il grande potere dell'Alchemia: sostanze corrosive come il fosgene, il cloro e il gas mostarda che hanno ritrascritto il libro della guerra moderna portando al successo la prima guerra mondiale rinominandola la guerra chimica.
Durante la seconda guerra mondiale il fervore scientifico passo' ai fisici che dimostrò le nuove ed incredibili forze che governano l'intero universo: l'antimateria, la meccanica quantistica, ei grandi buchi neri, persino l'atomo fu separato, fu l'inizio del Progetto Manhattan cioè la Bomba atomica da cui ne deriva un alto terrorismo psicologico.Nel 1908 il chimico e fisico tedesco Fritz Haber inventò i Gas Asfissianti sintetizzando l'iprite o gas mostarda e poi il fosgene ed il cloro (il primo utilizzo nella guerra prima mondiale nella città di Ypres in Belgio, in 4 anni uccisero 14.000 persone mentre i tedeschi si immunizzavano con le maschere antigas dette "teste di porco" in gomma con filtri al carbonio) per cui ottenne il Nobel nel 1918.
Dopodiché fu la Biologia ad avanzare prima per un bisogno disperato di modificare geneticamente i raccolti per il problema della fama nel mondo poi clonando ed alterando il DNA animale e rimpiazzando il bisogno di xeno trapianti dagli animali, mutazioni che hanno portato a codificare le armi biologiche, creando il bioterrorismo e ed allo stesso tempo laboratori di biodifesa.
A Thoele (Salt Lake City) Utah uno dei luoghi più pericolosi del mondo sono stati distrutti in inceneritori le scorte di armi chimiche (gas Nervini, Sarin, Gas Vescichizzante, Iprite sperimentando la netraulizzazione chimica e ossidazione con idrogeno tramite solventi, elettricita', convertitori al plasma, ossidazione con acqua supercritica ma rilasciando sostanze tossiche come il furene e la diossina).
I microrganismi o nemici invisibli per armi biologiche si possono reperire in natura o in laboratori (il bacillo antrace nelle carcasse di animali infetti, la peste e' ospitata in animali selvaggi, la tularemia o febbre emorragica o febbre gialla nelle zecche e zanzare) e sono conservati in Lab di 59 nazioni.
l'Antrax 836 e' il piu potente tra i bioweapons dell'USSR's (il famoso Building 221: e' estremamente sottile ed invisibile e può divulgarsi per molte miglia).
Queste armi usate per uccidere indiscriminatamente una grande quantità di esseri viventi si distinguono quindi in armi nucleari, bio/batterilogiche, chimiche(sigla NBC) e radiologiche.
In ambito militare si usa ABC (Atomic biologico chimico) poi NBC(nucleare biologico chimico) dopo l'invenzione della bomba all'idrogeno ed CBRN:armii radioattive che iniziarono nel 1937 come armi non convenzionali (Guernica e Hiroshima).1945 nella Commissione per Energia Atomica si legge anche "armi atomiche ed altre utilizzabili per distruzione di massa (termine usato anche nel trattato Spazio extra-atmosferico 1967).La Guerra NBC significa guerra nucleare, biologica o batteriologica e chimica, con uso di testate nucleari biologiche e chimiche come le bombe nucleari, bombe sporche, testate batteriologiche con botulino, vaiolo etc., bombe chimiche con gas vescicanti gas acidi, cloro, bromo etc..
La Risoluzione 687 del 1991 e Convenzione su armi chimiche tratta su come sono composte o si riconoscono, quali sono gli effetti delle 4 categorie di armi chimiche più diffuse e quali sono le contromisure: 1) Agenti Vescicanti: sono Iprite o gas Mostarda e derivati e la Lewisita. Sono a base di cloro, la prima odor di aglio, l'altra di olio di geranio. A contatto con la pelle provocano ulcere e danni agli occhi, se inalati ulcere ed emorragie nell'apparato respiratorio fino allo shock. C'è l'antidoto unito al lavaggio con bicarbonato di sodio delle parti esposte per liberarle dal cloro.2)Agenti Asfissianti: il Fosgene e suoi derivati, con odore di fieno ammuffito ad azione lesiva per apparato respiratorio con senso di soffocamento e blocco della respira, si cura come l'. bloccando l'organismo e vi sono antidoti. 4) agenti tossici del sangue: il Cianuro di Idrogeno ed il Cianogeno: odore di mandorla amara e bloccano il meccanismo biochimico con cui l'ossigeno viene assorbito dal sistema respiratorio, vi sono antidoti e terapia di rianimazione.
il Centro Antiveleni di Milano ha DATI di circa 70.000 antidoti.
Facciamo ora un salto ai nostri giorni per seguirne l'evoluzione e l'utilizzo con alta tecnologia, robotica ed intelligenza artificiale: un'utopia divenuta realtà:
Il Poseidon (supersiluro nucleare) un missile che crea uno tsunami atomico con onde di 500 metri, radioattivo e che può essere lanciato da un sottomarino ( il Belongord a Samarcanda). I Missili i Cruise da crociera Kalibr (robotici con telecomando autonomo con mappe digitali, dispositivo per centrare il target e navigazione a gps satellitare) che si trovano nel Mar Nero lanciabili da navi in superficie e sottomarini: sono anti nave, antisommergibile e da attacco terrestre in versione subsoniche ed iperpersoniche (noti come Club nei mercati stranieri). In codice gli SS-N-27 Sizzler ed SS-N-30A noti anche 3m-54,3M-14 e R91 (design:Bureau Novator),lancio verticale,lunghi 6 metri con gettata di 1500/2500km.Il Missile balistico Sarmat con testata nucleare incenerisce intere capitali ( testato con lancio da un silos a Kalingrad nella regione di Arcangelo sul mar bianco). In codice: RS -28 Sarmat e codice Nato: SS -30 Satan 2 tipo ICBM; I missili Gepard.
Nel Warpath britannico troviamo il veicolo Mardi telecomandato da un cavo di fibre fibrottiche, truppe elettroniche e muli robotici antimine.
A difesa dei siti di lancio sarà istallato il sistema Mozyr un insieme di cannoni che lanciano piccoli proiettili cilindretti di metallo che a km 6 in alto rilasciano 40000 palline da m.3 che fermano missili da crociera o balistici.
I principali esportatori di armi nel mondo sono USA , Inghilterra,Francia, Russia, Germania e Italia.
I principali acquirenti sono i paesi dell'area mediorientale: Arabia Saudita (l'Europa impedisce spedizioni per Myanmar-Birmania).
Le armi allo studio (G8) sono: Schiume paralizzanti, pallottole soniche, Raggi di energia elettromagnetica, gas narcotizzanti e puzzolenti, il mio antiuomo si trasforma in armi non letali che sparano proiettili di gomma, microbi in grado di divorare carburante.
Con uno spray di ossido di magnesio si possono neutralizzare varie armi batteriologiche.
Le nanosentinelle, si tratta di molecole (dendrimeri) dette falsi bersagli che intercettano gli invasori (virus,) e li neutralizzano (uso: ingrediente attivo nelle maschere antigas o iniettate come vaccino ma se ilcontagio è avvenuto allora vi è il farmaco di primo intervento.
Crea inoltre un Minisensore impermeabile o naso elettronico che controlla costantemente le acque per rilevare sostanze sospette ed uno Spettrometro di massa chimico biologico per cercare sostanze sospette nell'atmosfera.
Già sviluppate armi laser come il Boeing 747 YAL-1 (costruito all'interno di un Boeing ) per abbattere i missili balistici a corto e medio raggio nella fase di spinta. Per la Defence Strategic Iniziative (SDI) c'è il progetto di utilizzare sistemi di laser terrestri e spaziali per distruggere missili balistici intercontinentali(ICBM) subito dopo il lancio (il problema della diffusione ottica potrebbe distorcere il raggio, complicandone il puntamento e l' efficienza). Un altro progetto è il Laser a raggio X a pompa nucleare (bomba atomica orbitante a forma di bacchette, una volta esplosa le barre sono bombardate da fotoni di raggi gamma energetici provocando l'emissione spontanea dei fotoni di raggi x degli atomi che le compongono).
Dalla Cina il fucile laser il Zkzm-500 (un'arma laser, prima considerata solo come invalidante, è un'arma ad energia diretta, per cui necessita di aria pulita e non funzionerebbe in presenza di nebbia, fumo, polvere, pioggia, neve , smog, schiuma o sostanze chimiche oscuranti) è un fucile d'assalto che incenerisce un umano anche a distanza di 800 metri.
L'Elettrolaser prima ionizza il suo percorso target poi invia una corrente elettrica lungo la traccia conduttrice del plasma ionizzato (tipo laser o pistola stordente).
I proiettili ad energia pulsata: PEP emettono impulso laser a infrarossi che crea plasma in rapida espansione sul bersaglio: lo shock il suono e le onde elettromagnetiche risultanti lo stordiscono con dolore e paralisi temporanea (non letale per il controllo della folla).
Il Dazler: abbagliatore, arma ad energia diretta per accecare e disorientare temporaneamente (fucile PHASR prototipo abbagliatore laser non letale: le armi laser accecanti bandite nel 95 in USA, tranne che questo fucile).
Il PY132A è un abbagliatore cinese anti drone; la Pistola laser sovietica, un prototipo progettato per cosmonauti; l'Optical Dazzlin Interdictor Navy laBellUSA testato su cacciatorpediniere classe Arleigh Burke; l'Escalibur, programma di ricerca su armi nucleari uUSA pe sviluppo di un laser raggi xa pompa nucleare per difesa missili balistici.
Mentre moltissimi altri sistemi di attacco ed autodifesa si stanno sperimentando e ottimizzando in tutto il globo, una lista troppo lunga da trascrivere, poniamo l'attenzione su tutti coloro che ci coinvolgono e cimplicano in fuori situazioni da ogni controllo che portano a lutti e devastazioni e poniamo le speranze in tutti noi di scegliere con maggior cautela i leader di domani.
Con l'ingresso nel nuovo anno, nello Stato di Washington, all'estremo nordovest degli Stati Uniti d'America, precisamente negli stabilimenti The Boeing Company di Seattle, termina definitivamente la produzione del leggendario B-747 noto in tutto il Mondo come Jumbo Jet .
Ad onor del vero – vorrei tranquillizzare appassionati e nostalgici – il colosso dei cieli solcherà le rotte mondiali per parecchi anni a venire, almeno una trentina se non di più visto che l'ultimo esemplare è stato consegnato in questi giorni alla Atlas Air ( cargo ) e considerato che l'accordo Trump - Muilenburg (AD Boeing) datato 27 Febbraio 2018, ha sancito che la Casa Bianca adotterà due B-747-800 a partire dal 2024 in sostituzione degli attuali 747-200 in servizio dal 1991. La USAF li identificherà con la sigla VC-25B.
L a storia che ho selezionato per celebrare la memoria del prodigioso progetto nato dalla mente dell'Ingegnere statunitense Joe Sutter (Seattle, 21 marzo 1921 – Bremerton, 30 agosto 2016) sotto la supervisione del Presidente dellaThe Boeing CompanyMalcom Stamper (Detroit, 4 aprile 1925 – Seattle, 14 giugno 2005), ci riporta indietro nel tempo. Al 1991, per l'esattezza. Scenario: Africa; rotta: ADD-TLV (Addis Abeba, 2.334 mslm – Tel Aviv, 5 mslm); CompagniaEl Al; nome dell'operazione militare:Salomone; missione: prelievo e trasporto della popolazione di religione ebraica presente sul territorio etiope presso Israele.
I FATTI
Nell'arco di trentasei ore comprese tra il 23 ed il 24 Aprile del 1991, il governo israeliano guidato da Yitzhak Shamir, predispose un ponte aereo non-stop che coinvolse un totale di 36 aeromobili attinti tra il settore militare (IAF Israeli Air Force ) e quello cargo di El Al , la compagnia di bandiera locale. Vennero fatti sgomberare quattordicimilacinquecento passeggeri tra uomini, donne e bambini. Ben di più degli ottomila della precedente Operazione Mosè svoltasi a cavallo tra il Novembre del 1994 ed il Gennaio del 1985.
Convocato nel tardo pomeriggio del 23 Aprile direttamente dal settore cargo di El Al , il Comandante Arie Oz racconta di essersi ritrovato a bordo di un B-747-FF (Full Freight – tutto cargo) parcheggiato sul piazzale dell'Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv in compagnia di alcuni collaboratori ed esperti militari. La missione, come anticipato, prevedeva il volo su ADD, relativo imbarco del maggior numero di passeggeri possibile e conseguente volo di rientro in base. Racconta Oz che
ero pronto per firmare il loadsheet [il documento riassuntivo recante tutte le informazioni del volo in merito al carico, al carburante, ai membri presenti a bordo eccetera - NdR] e sul Boeing 747 quando firmi il loadsheet devi resettare il Trim. Così, mi accinsi ad eseguire l'operazione ma il computer ci dava errore. Assieme al Primo Ufficiale abbiamo controllato i pannelli e constatato che ahimè non si resettasse. Mi rivolsi ai colleghi facendo presente che eravamo impegnati in una missione per la salvezza delle vite umane. Quindi al diavolo il trim automatico e facciamo tutto a mano, esclamai!L'ingegnere di bordo consultò il manuale (MEL) in cui trovò che la Boeing prevedesse il decollo in quelle condizioni a patto che fossero soddisfatte due parametri essenziali: non puoi volare con l'autopilota inserito; il volo dev'essere un volo di rientro in base autorizzato dal più alto in grado.
Cap. |
Di tempo per le decisioni non ce n'era. Bisognava intervenire tempestivamente, senza venir meno alla sicurezza del volo. Dallo scalo di TLV giunse improvvisamente a bordo un emissario militare che investì l'equipaggio con queste parole: “ Da questo momento siete ufficialmente sotto il controllo delle Forze Armate e non rispondete alle autorità civili ”. Ad Oz non sembrò vero: gli era appena stata servita su di un piatto d'argento la soluzione a tutti i problemi!
Visto che in ambito militare non vi fosse nessuno competente quanto me su quella macchina [il B-747] , e considerato che avevo servito in aeronautica fino a raggiungere il grado di Tenente Colonnello, ne conseguiva che il più alto in grado fossi io stesso e dunque mi sono autorizzato da me stesso, specificando al mio equipaggio che il volo sarebbe stato un volo di rientro nel momento in cui saremmo giunti a destinazione. Feci sbarcare il militare e poco dopo eravamo in aria con la prua diretta in Africa”.
Giunti ad Addis Abeba, il Comandante diede orine di riempire l'aereo con il maggior numero di persone possibile. Non doveva rimanere scoperto nemmeno un centimetro quadro! Ad eccezione della cabina di pilotaggio la quale doveva assolutamente rimanere inviolata. Vennero imbarcati 1088 passeggeri. In più fonti troverete riportato il numero errato di 1122. Ma in realtà il numero fu di 1086 al decollo e 1088 all'atterraggio: il numero venne incrementato lungo la crociera, grazie alla nascita in volo di due creature. Il volo di rientro, conferma il Cpt Oz fu caratterizzato da una serie di anomalie che mai gli erano capitate in anni di volo. Prima tra tutte il numero esorbitante di persone dietro, il trim che non ha mai funzionato, le due tratte senza autopilota e soprattutto la quota di rientro che non superò mai i 25mila piedi:
abbiamo condotto il volo col massimo della cautela agendo sui comandi con tutta l'accortezza possibile per non causare disagi ai passeggeri. La scelta di non superare quota 25mila piedi era ovviamente dettata dalla necessità di poter raggiungere i 14mila piedi in un minuto o poco più in caso di decompressione perché a quella quota non c'è bisogno di maschere per l'ossigeno e la gente avrebbe potuto respirare senza l'ausilio dei dispositivi che non sarebbero mai stati sufficienti per tutti ovviamente.
La rotta |
Il volo di rientro fu un successo. La Boeing , grazie all'operato di El Al , conquistò un primato che con tutta probabilità mai nessun'altra casa costruttrice potrà appuntarsi al petto.
In realtà i primati mondiali collezionati dal Comandante Arie Oz e dal suo equipaggio, furono quattro:
maggior numero di passeggeri trasportati a bordo di un aereo cargo;
maggior numero di passeggeri trasportati a bordo di un aereo in una sola tratta;
maggior numero di passeggeri trasportati a bordo di un aereo civile;
maggior numero di nascite a bordo di un aereo.
Ad onor del vero, esisterebbe un quinto ed ultimo record, come confermato dalla viva voce del protagonista, intervistato da un suo ex allievo attualmente anch'egli Comandante di B-747 Cargo per El Al :
C'è un fatto che ancora oggi mi sorprende ed è che in quell'occasione ho deciso tutto io e nessuno si è mai sognato di contestare od avallare le mie scelte né prima né dopo i voli. Fu la prima ed unica volta che nella mia lunga carriera di Comandante non mi sia stato chiesto di rendere conto di un virgola riguardo il mio operato. Ho assunto tutte le responsabilità del caso indirettamente ed ho agito secondo quello che sentivo fosse giusto e non secondo procedure o regole.
NB
L'intervistatore è un Comandante di B-747 FF attualmente in attività presso El Al del quale non si conosce né il nome né il cognome ma solamente la denominazione del suo Canale YT che è Captain Boeing . Si sa per certo che costui sia stato allievo del Comandante Arie Oz. Di quest'ultimo non esiste una sola nota su Wikipedia. È totalmente assente dal web.
L'intervista completa è disponibile presso: https://www.youtube.com/watch?v=-yatwvr4vl8&t=2s
Andrea Signini
Lo Sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, primo Presidente degli Emirati Arabi Uniti, negli anni sessanta si muoveva tra gli Sceiccati Tribali dell'area, sul dorso di un cammello. E' stato l'uomo, che ha guidato la transizione, verso un Sistema Politico Legale, lo Statista che ha creato una Nazione e che ha avuto una chiara visione, del ruolo che, gli Emirati Arabi volevano che Uniti potessero avere, su uno scenario politico ed economico internazionale, dopo la scoperta del petrolio. La creazione di RTA, Road and Transport Authority, ne rappresenta uno dagli aspetti. Il Sovrano dell'Emirato di Dubai, lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, ha inaugurato nel 2009, la prima Linea di metropolitana totalmente automatica di Dubai, e della Penisola Arabica. Ogni stazione è dotata di autobus e taxi di connessione, Smart Access anche alla sezione Marittima del trasporto pubblico. Water bus e Water taxi, sono disponibili in posizione di facile accesso ad alcune fermate della Metropolitana. Durante Dubai Expo 2020, sono stati presentati I nuovi modelli Driverless Vehicles, 4.000 saranno operativi come Taxi, sulle strade di Dubai, entro il 2030. In linea con la visione di DUBAI SELF DRIVING TRANSPORT STRATEGY, è stato presentato al GITEX 2022, il piano di mobilità aerea urbana nell'Emirato di Dubai.
La Road and Transport Authority RTA, ha annunciato la firma di un accordo, con la compagnia Tedesca Volocopter, per l'acquisto di 35 aero taxi. Il lancio di questo concept, è pienamente in linea con la visione di Dubai Smart City, e posiziona l'Emirato, come Leader globale, nel Settore della mobilità aerea urbana. Entro il 2030 il 25% del trasporto pubblico sarà in modalità Driverless, senza conducente. Il Design di VOLOCOPTER è lussuoso e confortevole. Decollo e sollevamento verticale elettrico. Pesa 290 kg, può sollevare 160 kg. Dotato di 18 rotori, 9 sistemi di batterie e paracadute di emergenza. Volerà ad una velocità di crociera di 50 km/h potrà raggiungere i 100 km/h. RTA sta definendo, con le Autorità della Aviazione Civile, le linee guida, legislative e operative. Interessante notare che, il quadro normativo, sarà il primo nel mondo, in ordine a questo settore. In coordinamento con I suoi patners strategici, RTA stabilirà le rotte aeree dei percorsi, I punti di decollo e atterraggio degli aero taxi, nonché la logistica necessaria per garantire una mobilità sicura, fluida, veloce e innovativa. Dunque non solo Glamour, fashion, lusso, flotte di Rolls Royce e limousine ma anche interconnessione di una rete di trasporto pubblico, in linea con i più elevati standard Internazionali e assolutamente accessibile anche e soprattutto a portatori di handicap.
giovedì prossimo il consigliere comunale ed ex senatore dell'alternativa, Mattia Crucioli, ha organizzato nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi la proiezione del documentario "Invisibili", realizzato da Paolo Cassina e prodotto da playmastermovie con l'intento di testimoniare le reazioni avverse al vaccino anti Covid.
"Trovo gravissimo che il 22 dicembre possa essere rappresentato nella sede del Comune di Genova un documentario censurato da youtube, che prende in considerazione fake news. Mi auguro che si eviterà di proiettarlo e che il sindaco Marco Bucci, che è una persona da sempre dalla parte della scienza, voglia intervenire su questa situazione ed evitare che tutto questo avvenga". Così ha commentato il direttore della clinica di Malattia Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, appena saputa della notizia che giovedì prossimo il consigliere comunale ed ex senatore dell'alternativa, Mattia Crucioli, ha organizzato nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi la proiezione del documentario "Invisibili", realizzato da Paolo Cassina e prodotto da playmastermovie con l'intento di testimoniare le reazioni avverse al vaccino anti Covid.
La risposta del comitato Ascoltami non si fa attendere, ve la trasmettiamo.
“Lettera aperta “Cura e non censura” del Comitato Ascoltami al dr. Matteo Bassetti
Egregio dr. Matteo Bassetti,
Lieti del suo interessamento per la proiezione di Invisibili cogliamo l’opportunità di chiederLe alcune delucidazioni.
Siamo il Comitato Ascoltami, il primo e unico Comitato in Italia che raccoglie migliaia di persone che soffrono per le reazioni avverse a seguito della Vaccinazione Anti Covid-19. Non siamo delle fake news. Siamo uomini, donne, ragazze e ragazzi che hanno CREDUTO in quanto proposto da Lei e dalle istituzioni. Siamo TUTTI vaccinati e TUTTI danneggiati. Circa 120000 persone OGNI settimana interagiscono con Noi attraverso i nostri canali,molti perché inascoltati e non curati.
Volevamo chiederLe quindi delucidazioni sulle sue dichiarazioni, a nostro parere gravissime.
Partiamo da quanto da lei dichiarato: “Trovo gravissimo che possa essere rappresentato nella sede del Comune di Genova un documentario censurato da YouTube, che prende in considerazione fake news.(…)”
Le chiediamo da illustre e stimatissimo scienziato, cosa intende Lei per fake news? Ci sono peer reviewers dietro YouTube? A noi risulta da fonti facilmente verificabili che YouTube afferisca a gruppi di azionisti che sono gli stessi principali di Pfizer e Moderna (Vanguard, Blackrock, ecc.). Illustrissimo dr. Bassetti lei conosce il conflitto d’interessi? Illustrissimo dr. Bassetti Lei condanna il conflitto d’interessi ed è a favore di una Scienza super partes? Lei davvero dà credibilità alla censura di YouTube che ha gli stessi azionisti delle case farmaceutiche? È questa la Sua Scienza che così tanto spesso invoca e si eleva a suo paladino?
Inoltre le chiediamo spiegazioni in merito al proseguo delle sue dichiarazioni: “(…)“Spero e mi auguro che un’istituzione così prestigiosa come il Comune di Genova non dia la possibilità di trasmetterlo – dice Bassetti – se fosse trasmesso, sarebbe un pessimo messaggio per la città di Genova. Credo che questo tipo di documentari e questa modalità di guardare ai vaccini sia profondamente sbagliata. Non è questione di fare censura, ma la scienza è una cosa, la propaganda e la politica sono un’altra“.
La propaganda e la politica è ciò che cerca di fare Lei censurando, emerito dr. Bassetti. Un documentario riporta TESTIMONIANZE. Siamo ESSERI UMANI che SOFFRONO a seguito e a causa della VACCINAZIONE anti Covid-19. Cosa c’è di PROPAGANDA nel fare emergere la VERITÀ di persone che hanno creduto nella vaccinazione e hanno la vita rovinata? Cosa intende per scelte politiche? È stata una scelta politica avere a 27 anni una miocardite debilitante post vaccino? Oppure una neuropatia che impedisce la semplice deambulazione?
Nessuna propaganda politica. Noi del Comitato siamo TUTTI vaccinati e gravemente DANNEGGIATI.
Certi che arriveranno delle sue spiegazioni in merito alle nostre riflessioni. Saremo lieti di accettare le sue scuse PUBBLICHE per queste sviste, un po’ macroscopiche, ma capiamo i suoi tanti impegni.
A proposito dei suoi innumerevoli impegni, Le chiediamo se può dedicare il suo tempo a Noi, a studiarci e curarci. Siamo migliaia di cittadini che hanno creduto proprio in Lei e nella vaccinazione, se il Suo reparto ci accogliesse noi saremmo lieti di avere dei medici che SENZA pregiudizi cercheranno una CURA al danno inflitto dalla vaccinazione.
Ci permettiamo di suggerirLe di fare più ricerca e cercare delle cure per Noi danneggiati, da medico il Suo compito dovrebbe essere CURARE, non CENSURARE la sofferenza, negarla, banalizzarla, ridicolizzarla.
Attendiamo fiduciosi Le porte aperte del Suo reparto per trovare CURE efficaci e ridarci una vita dignitosa. Certi che da medico non si girerà dall’altra parte, saremo Lieti di incontrarla in una delle tantissime sale in Italia dove stiamo proiettando Invisibili. Lei è sempre il benvenuto, siamo davvero in molti a volerle fare delle domande.
Sperando di averLa presto tra noi, insieme alle sue scuse verso i migliaia di cittadini INVISIBILI anche stanno soffrendo da mesi (molti da più di un anno).
I nostri più cari saluti,”
Pochi giorni fa, a partire dall’articolo 96 della bozza della Legge di Bilancio, è stata annunciata la creazione di un Istituto italiano di Cybersicurezza – IIC, fra i cui fondatori si trovano il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Comitato interministeriale per la Sicurezza della Repubblica e il ministro dell’Univeristà e della ricerca Gaetano Manfredi, in stretto coordinamento con i vertici del Dipartimento Informazioni e Sicurezza (DIS).
Fra gli obiettivi dell’Istituto, non solo la promozione e l’accrescimento delle competenze tecnologiche, industriali e scientifiche nazionali, ma soprattutto lo sviluppo della digitalizzazione del sistema-Italia, in un’ottica di sicurezza tale da garantire al Paese il raggiungimento della piena autonomia informatica, a tutela della sicurezza strategica nazionale.
Eppure, dopo appena ventiquattr’ore dall’annuncio, nella versione ufficiale della Legge di Bilancio, dell’IIC non c’è più traccia: svanito, in un acceso faccia a faccia fra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Partito Democratico.
Quali sono le motivazioni dietro l’istituzione dell’IIC, perché è stato “cancellato” in così poco tempo e cosa comporta, proprio per l’Italia, una simile decisione?
Le ragioni del sì
Come già evidenziato in più sedi, l’idea di una fondazione a tutela della dimensione cyber nazionale non è certo nuova: già nel 2017, con la redazione del “Piano Nazionale Cyber” redatto dal Dipartimento Informazioni per la Sicurezza della Repubblica diretto allora da Alessandro Pansa, è possibile ritrovare i principali orientamenti della dottrina oggi (ri)proposta.
Certo, all’epoca le ragioni dell’istituto, semi-privatistico nella struttura, erano tutte inserite all’interno d’una visione sotto l’esclusivo potere dei servizi di intelligence ed era oltretutto assente l’esercizio di vigilanza effettuato da Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica.
Una fondazione per la cyber-security «applicherebbe un approccio comprensivo nel supporto alla cybersecurity in tutta la catena di valore, dalla ricerca all’applicazione e lo sviluppo delle tecnologie chiave», favorendo – al contempo – «il dialogo col settore privato, le organizzazioni di consumatori e altri stakeholder rilevanti, aiutato dall’istituzione di un comitato industriale e scientifico»[1].
Non solo: sarebbe il perfetto punto di partenza di quella sovranità digitale più volte annunciata da Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, per trovare una via tutta continentale a temi quali il nuovo protocollo 5G e la diffusione di tecnologie cloud, il machine learning e lo sviluppo di sempre più sofisticate intelligenze artificiali.
L’avvio dei lavori d’apertura d’un istituto italiano dedicato alla dimensione cyber, poi, condurrebbe l’Italia a beneficiare dei fondi Next Generation EU, destinati – per una tranche tutt’altro che inconsistente – proprio al rafforzamento del fronte cibernetico dei diversi strati membri.
In futuro, infine, parte dei fondi destinati ai progetti denominati Horizon e Digital Europe sarà finalizzato alla realizzazione d’un European Cybersecurity Competence Centre; parliamo, al riguardo, di circa 5 miliardi di euro.
Il solo problema è costituito dalla necessità, da parte dei membri UE, di dotarsi di un centro di competenza nazionale e l’Italia, a oggi, non può certo dire di averne uno.
Di conseguenza, in questa prospettiva, la possibilità di attingere ai fondi per l’EU Competence è praticamente prossima allo zero.
… e perché no?
Per molti, invece, lo stralcio in sede di redazione della Legge di Bilancio della proposta legata all’istituzione di una fondazione per il cyber è una vittoria non di poco conto.
Già nel 2017, l’allora vicepresidente della commissione Difesa della Camera, Massimo Artini, per esempio, aveva giudicato rischioso e inefficace l’affidare un tema di così vasta rilevanza a una fondazione di diritto privato configurata all’interno del raggio d’azione dei servizi di intelligence[2].
Differente sarebbe stato, continuava Artini, se al posto della fondazione fosse stata istituita un’agenzia nel pieno rispetto della direttiva NIS all’interno della Presidenza del Consiglio, con ben specifiche funzioni di sicurezza cyber.
L’errore, secondo invece i ministri PD Franceschini e Guerini, è quello d’aver tentato di riformare l’intero apparato d’intelligence senza consultare tutti gli attori politici coinvolti (maggioranza e minoranza) e soprattutto attraverso il ricorso a una frettolosa proposta inserita fra le pieghe della Legge di Bilancio, avente per natura tutt’altre finalità.
Futuro incerto
Un altolà più politico che altro, ma che secondo molti osservatori potrebbe avviare un’audizione presso il Copasir del direttore generale del DIS, il prefetto Gennaro Vecchione, convocato proprio per spiegare le ragioni della fondazione stessa.
A questo, punto però viene lecito chiedersi se un simile istituto vedrà mai la luce: secondo fonti di governo, la fondazione “ritornerà” per mano di un maxi-emendamento alla manovra stessa.
Per carità, la speranza è pur sempre l’ultima a morire, specie in merito a uno strumento che potrebbe davvero costituire l’arma più efficace nella promozione e diffusione della cultura della cyber sicurezza nazionale.
Per gentile concessione di Vision & Global Trends
Attualmente viviamo in una società digitalizzata e quale momento migliore per poter fare un’affermazione simile. Tutti noi abbiamo subito l’avvento del virus SARS-CoV-2 e questo ci ha repentinamente catapultati all’interno dell’universo della tecnologia. Qualsiasi tipo di rapporto umano e lavorativo si è automaticamente proiettato sullo schermo dei nostri computer e questo ha modificato l’essenza delle relazioni stesse e di tutte quelle dimensioni proprie della vita sociale. Anche la politica si è lasciata plasmare da questi cambiamenti e senza dubbio si è alimentata, ora più che mai, delle nuove Tecnologie d’informazione e comunicazione (ITC) e dal 5G, elementi che da anni si stanno sviluppando e radicando nei vari paesi del mondo.
Le nuove tecnologie d’informazione e comunicazione sono l’insieme delle tecniche e dei metodi utilizzati nella trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni ormai presenti nella maggior parte delle professioni dopo l’avvento di Internet negli anni ’90. Fondamentale è il ruolo che esse svolgono anche all’interno delle dinamiche che intercorrono tra i vari attori geopolitici che attualmente sfruttano le nuove tecnologie per muovere le proprie pedine sullo scacchiere del mondo. Se vogliamo proseguire con questo ragionamento, non è difficile riconoscere che la tecnologia nella storia ha sempre avuto un ruolo centrale. Ricordando la teoria mackinderiana, essa focalizzava la sua attenzione sull’introduzione della nave, la quale per l’autore era lo strumento chiave che permetteva all’America del Nord di poter avere l’intero controllo sul globo. A riconfermare questa centralità ancora è lo studioso Spykman che riconosce l’aereo come mezzo tecnologico utile a raggiungere controllo e potere su vaste aree terrestri.
Oggi, la funzione innovativa rivestita precedentemente dalla nave e l’aereo, è assunta dalle moderne tecnologiche e il 5G le quali delineano nuovi scenari geopolitici, nuovi scontri tra soggetti diversi per l’egemonia e il controllo del pianeta e delle sue risorse. E’ in atto una competizione per l’implementazione di reti mobili 5G di prossima generazione, le quali saranno sia quantitativamente che qualitativamente diverse dalle precedenti generazioni di tecnologia di rete mobile. Le forze politiche e il confronto commerciale tra Stati Uniti e Cina modellano lo sviluppo di standard mobili di prossima generazione e il dispiegamento in mercati e regioni chiave. Le ITC e i servizi relativi ricoprono l’intera gamma di produzione, consumo e distribuzione di informazione in tutti i media, trasmessa da internet e dai satelliti alla radio e alla televisione. Negli ultimi dieci anni nessuna tecnologia ha avuto un impatto globale allo stesso livello delle ITC. Gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina sono i tre paesi che spendono di più in ITC, e questo comporta un evidente conflitto sull’egemonia di questo spazio virtuale del quale si fatica a comprenderne i confini fisici ed etici. Per queste ragioni lo sviluppo del 5G e delle ITC avrà un’influenza decisiva sul futuro delle le principali superpotenze tecnologiche mondiali sia in termini di concorrenza economica sia in termini di Balance of power.
Gran parte della discussione pubblica sul 5G si è incentrata sulla velocità di diffusione dei dati notevolmente superiore al 4G, infatti le reti mobili di prossima generazione trasmetteranno i dati circa 100 volte più velocemente rispetto alle attuali reti. A differenza delle precedenti generazioni di reti, costruite pensando ai servizi voce e dati dei consumatori, il 5G consentirà anche comunicazioni ad alta capacità e latenza ultra bassa. Queste funzionalità miglioreranno notevolmente le prestazioni delle reti di dati mobili abilitando nuovi tipi di comunicazione machine-to-machine, aprendo la strada alle applicazioni digitali di prossima generazione che richiedono un accesso quasi istantaneo e altamente affidabile per lo scambio di ingenti quantità di dati.
Le decisioni che i governi e gli attori del settore prenderanno riguardo al “quando” e al “come” costruire le loro reti 5G avranno conseguenze significative, sia sullo sviluppo della rivoluzione digitale negli Stati Uniti, in Cina e negli altri paesi, sia nell’equilibrio dei poteri che intercorrono tra le super potenze. Ci troveremo quindi presto in un mondo suddiviso tra chi potrà orientare lo sviluppo del paese in base a queste nuove tecnologie di comunicazione e informazione, e chi non ne avrà la possibilità, come i Paesi in via di sviluppo. Per quanto riguarda paesi terzi, come quelli europei, accedere a questo circolo virtuoso significherà dover assumere scelte definitive circa le tecnologie di rete 5G e sui relativi ecosistemi applicativi e sempre più dovranno affrontare un difficile compromesso tra i loro interessi commerciali e di sicurezza. Si può facilmente ipotizzare quindi che tali paesi e i loro governi possano subire pressioni da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati al fine di non dipendere dalla Cina per il 5G, che attualmente risulta essere il paese più all’avanguardia. L’economia globale è ormai davanti al rischio di una completa biforcazione delle catene di approvvigionamento della tecnologia globale e della separazione del panorama del mondo in due distinti sistemi regionali: uno basato su norme e regole guidate dagli Stati Uniti, l’altro incentrato sulla Cina.
Nel giuoco delle super potenze, ruolo emblematico è assunto dalla Russia di Putin, la quale si oppone all’implementazione delle ITC e del 5G in quanto considera le modalità di diffusione delle informazioni pericolose soprattutto per la tutela degli individui. Queste nuove modalità di sviluppo e progresso tecnologico comportano ovviamente rischi come quello di una più facile circolazione di fake news, utilizzate sempre più come soluzioni strategiche a scopi geopolitici che mirano alla manipolazione dell’opinione pubblica. Essa si vede quotidianamente sommersa da informazioni delle quali non può, nell’immediato verificarne la veridicità. Per accertarsi della fondatezza delle notizie ogni individuo dovrebbe essere fornito di un bagaglio culturale e di strumenti concettuali che gli consentono di discernere con maggiore consapevolezza le notizie false da quelle vere. Per questo parallelamente alle ITC e al 5G stanno nascendo sistemi di protezione e sicurezza nell’ambito dell’Unione europea.
Per gentile concessione di - Vision & Global Trends.
Nell'ambito della ricerca scientifica è noto il fenomeno dello spostamento dei confini ogni qualvolta si fa un passo avanti. Così come salendo una montagna l'orizzonte diventa sempre più distante, ogni scoperta ci mostra nuove prospettive e direzioni di indagine. Talvolta però, quando ci sono in gioco interessi economici o giochi di potere, si tende ad aggrapparsi al passato se le nuove conoscenze sono di ostacolo ai propri progetti. E' quello che sta accadendo nel campo delle telecomunicazioni via etere: si evidenziano solo gli effetti termici dei campi elettromagnetici nonostante la ricerca scientifica abbia ampiamente dimostrato che le alterazioni biologiche iniziano a verificarsi già molto al di sotto di questa soglia. In più, sono emerse interessanti evidenze se, oltre all'intensità del segnale che investe la materia vivente, si tiene conto anche degli effetti differenziati a seconda della frequenza. E' emerso che taluni tessuti viventi sono caratterizzati da un "effetto finestra". In pratica all'interno di una determinata fetta di frequenze radio si verificano effetti biologici di un certo tipo, arrivando persino ad un effetto di "risonanza". La nostra biologia è basata su un delicato equilibrio di scambi basati sull'elettricità e non è più possibile pensare che i campi elettromagnetici, anche se di debole intensità, non interferiscano con questi sensibili processi.
Sul numero di Luglio della rivista "Scienza e Conoscenza" è stato pubblicato un interessante articolo del Dott. Fausto Bersani Greggio, Docente di Fisica presso il liceo Volta di Riccione, consulente della Federconsumatori della Provincia di Rimini, membro di varie commissioni tecniche per la pianificazione dell'impatto elettromagnetico a livello ambientale e autore di oltre una sessantina di pubblicazioni (il curriculum completo è nell'anteprima dell'articolo, consultabile al link allegato) nel quale si va ancora oltre, descrivendo la struittura del DNA come una antenna frattale, elemento che prospetta implicazioni di grande portata. Un altra scoperta ha recentemente dimostrato che alcune ghiandole della pelle, per la loro costituzione, possono funzionare come antenne per microonde, trasmettendo in profondità un segnale radio che a quelle frequenze resterebbe sulla superficie della pelle senza oltrepassarla. Il regno degli effetti biologici delle onde radio si mostra sempre di più come un territorio inesplorato piuttosto che un comodo cantuccio di cui si sa abbastanza.
In giro per il web si sente parlare, da qualche tempo, di possibili effetti dannosi che la nuova generazione di sistemi di comunicazione e trasferimento dati 5G potrebbe avere sulla salute umana e addirittura della possibilità che possa essere responsabile, o corresponsabile, dell’insorgenza della patologia Covid-19.
In particolare, il meccanismo che viene spesso indicato come responsabile è l’interazione che le onde millimetriche a 30 GHz e a 60 GHz, impiegate nel 5G, avrebbero a livello polmonare, interferendo con lo scambio sangue-ossigeno operato dagli alveoli, favorendo così l’insorgenza della malattia o aggravandola.
Senza entrare nell’ambito degli effetti biologici delle radiazioni, che non sono di competenza dello scrivente, in questo articolo ho voluto analizzare, in base alla mia esperienza professionalenel campo delle microonde, le condizioni che devono esserci affinché questi effetti possano avere luogo.
In particolare ho voluto verificare se le onde elettromagnetiche a 30 GHz e 60 GHz potessero arrivare a interagire con i polmoni e in che misura, avvalendomi di modelli consolidati presenti nella letteratura tecnica (v. nota[1])
La presente analisi, come vedremo, porta a concludere che il corpo umano risulta sostanzialmente “impenetrabile” alle frequenze millimetriche e che quindi non ci possa essere un contatto minimamente significativo tra queste radiazioni EM e gli organi interni, polmoni compresi.
Infatti, per le leggi di penetrazione delle onde, maggiore è la frequenza della radiazione elettromagnetica e minore è il potere di penetrazione dell’onda nella materia, sia che si tratti di tessuto biologico che di materiale inerte. Per questo motivo, le onde millimetriche hanno un potere di penetrazione nei corpi minore di quello delle onde a frequenze più basse, come quelle utilizzate dalle generazioni precedenti, 3G e 4G.
I risultati della presente valutazione sono sintetizzati nella tabella seguente, in cui nella 1° colonna sono riportate le profondità di penetrazione, nella seconda colonna è riportata la potenza EM presente a tali profondità per i 30 GHz e nella terza colonna è riportata la potenza EM presente a tali profondità per i 60 GHz.
Profondità di penetrazione (mm) |
Potenza delle onde millimetriche alle diverse profondità rispetto alla potenza in superficie |
|
30 GHz |
60 GHz |
|
1 mm |
4.6 centesimi |
8 millesimi |
2mm |
2 millesimi |
6 centomillesimi |
3mm |
9.7 decimillesimi |
0.45 milionesimi |
4mm |
4.5 milionesimi |
3.5 miliardesimi |
5mm |
0.2 milionesimi |
0,027 miliardesimi |
I valori nelle colonne 2° e 3° rappresentano le frazioni delle potenze che, dalla superficie, sono riuscite a penetrare sino alle profondità indicate nella 1° colonna.
Così (ad es)a 1 millimetro di profondità la potenza dei 30 GHz è pari al 4.6% della potenza presente in superficie, mentre, sempre a 1 millimetro di profondità, la potenza dei 60 GHz è pari all’ 8 per mille della potenza presente in superficie.
Dalla tabella risulta evidente che nelle bande millimetriche la potenza si attenua molto rapidamente non appena entra nei tessuti biologici. Infatti, la potenza residua a 30 GHz diventa trascurabile già prima dei 2 millimetri di profondità, mentre la potenza a 60 GHz scende a valori trascurabili già ad 1 millimetro, scendendo ulteriormente man mano che si procede verso profondità maggiori.
Anche considerando un possibile effetto legato ai dotti sudoriferi della pelle che potrebbero trasportare, come fossero antennine, le onde millimetriche verso l’interno (v. studio in nota[2]) le conclusioni non cambiano. Infatti, anche se ci fosse questo effetto, la radiazione potrebbe essere trasportata al massimo per la lunghezza del dotto (0.35 mm). Il che significa che le profondità di penetrazione precedentemente calcolate andrebbero semplicemente aumentate di circa 0.35 millimetri, dopo di che il derma sottostante “smorzerebbe” la radiazione EM come quantificato nella tabella, senza che questa radiazione possa raggiungere i polmoni o altri organi interni del corpo.
Infatti, considerando che la superficie dei polmoni si trova qualche centimetro al disotto della superficie del corpo e che già a 5 millimetri di profondità le potenze EM residue (vedi tabella) sono pari a frazioni di milionesimi per i 30 GHz e a frazioni di miliardesimi per i 60 GHz, non sembra possibile alcuna interazione significativa tra le onde e gli alveoli polmonari.
A queste considerazioni si aggiunga il fatto che le onde millimetriche nei 5G sono impiegate per trasmettere dati dal tronco di una fibra ottica, tipicamente interrato sotto la strada, agli edifici circostanti e, quindi, hanno potenze di trasmissione estremamente ridotte, sia perché una potenza maggiore non servirebbe, sia perché disturberebbe le altre antenne 5G vicine.
Conclusione
In base alle considerazioni fatte si può ragionevolmente concludere che le onde millimetriche, incluse quelle del 5G, non potendo penetrare significativamente all’interno del corpo umano, non possono interagire con gli organi interni al corpo stesso, polmoni compresi, presentando, al livello degli organi interni, una potenza EM praticamente nulla.
Appendice
In Appendice è mostrato l’andamento della potenza in funzione della profondità di penetrazione, sia a 30 GHz (curva rossa) che a 60 GHz(curva blu). La profondità è indicata in millimetri (mm) sull’asse orizzontale.
[1] Le espressioni impiegate per i calcoli sono state tratte dal testo classico “Campi e onde nell’elettronica delle comunicazioni” (di Ramo-Winnery-Van Duzer Franco Angeli Ed. 2° ed 1980), mentre le caratteristiche elettriche e magnetiche della pelle umana (conducibilità e permeabilità magnetica) sono state tratte dallo studio “The dielectricproperties of biologicaltissues” I, II e III, di Gabriel S., Lau R. W. and Gabriel C, liberamente disponibile in rete.
[2] “Human Skinas Arrays of HelicalAntennas in the Millimeter and SubmillimeterWaveRange” PhisicalReviewLetters del 28 Marzo 2008, by Yuri Feldman, Alexander Puzenko, Paul Ben Ishai, Andreas Caduff e Aharon J. Agranat - HebrewUniversity of Jerusalem-
In questo periodo sono nate numerose iniziative, in tutto il mondo, per contrastare l'avvento generalizzato della nuova rete radio mobile di quinta generazione e per sensibilizzare le masse circa gli effetti biologici delle onde elettromagnetiche. Ai fautori e sostenitori di queste iniziative vengono affibbiati gli aggettivi dei più disparati: da paladini della salute pubblica, persone responsabili, difensori della salute planetaria fino ai dispregiativi come complottisti, terrapiattisti, nemici del progresso etc. Purtroppo viviamo in una epoca di grande inflazione dei mezzi di comunicazione e, cosa più grave, di grave declino dei valori morali. Perciò c'è una grande disseminazione di materiale superficiale, scadente, fino ad arrivare ai comunicati di chi è in evidente conflitto di interesse. Cerchiamo, nel nostro piccolo, di chiarire alcuni aspetti, almeno quelli più importanti, riguardanti gli effetti biologici delle onde elettromagnetiche. Gli studi in questo settore sono partiti molti anni fa, almeno da quando i primi effetti sulla salute si sono manifestati in maniera inequivocabilmente chiara. Per esempio, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale molti addetti ai Radar si ammalavano precocemente di cataratta. Si capì che era il forte campo elettromagnetico a cui erano esposti per molte ore la causa del problema, perciò si presero le opportune precauzioni.
Gli studi sono continuati fino ad oggi e la quantità di alterazioni biologiche causate dall'esposizione ai campi elettromagnetici si è dimostrata elevata. Si è compreso anche che la sensibilità è molto soggettiva, fino ad arrivare ad estremi come la Sindrome da Elettrosensibilità, quest'ultima oggetto di verifica tramite studi e ricerche approfondite. Ci si è anche resi conto che i limiti di legge basati sui soli effetti termici non sono sufficienti a proteggere la popolazione, questo perché gli effetti biologici iniziano a concretizzarsi anche con livelli di irradiazione assai più bassi. Inoltre essi sono considerati solo per le installazioni fisse, come i radio ripetitori della telefonia mobile, ma non per i dispositivi mobili, che possono generare campi molto forti in vicinanza della testa e del corpo. Numerosi scienziati e gruppi di ricerca hanno pubblicato molto materiale, compresa la NASA (1), che già 15 anni fa aveva mostrato di essere a conoscenza dei danni che le onde elettromagnetiche possono arrecare agli organismi viventi, sia animali che vegetali.
Da documenti desecretati della CIA (2) si è riscontrato che anche i Russi ne erano a conoscenza diversi decenni fa. Ovviamente, da un lato forti interessi industriali, dall'altro il disinteresse di molti governi per la salute dei cittadini, hanno fatto sì che della materia si parlasse assai poco e perciò essa è poco conosciuta da gran parte della popolazione e dalla classe medica. Attualmente i nomi di spicco della ricerca nel mondo sono gli scienziati Olle Johansson (3), Fiorenzo Marinelli (CNR) (4), Fiorella Belpoggi (5), Lennart Hardell (6), ma ce ne sono moltissimi altri. Inoltre esiste un gruppo di studio specializzato, il "Bioinitiative" (7). In Rete è disponibile una immensa quantità di materiale consultabile, specie negli archivi più affidabili, come l'NCBI (8), Sciencedirect (9) etc. La quantità di campi elettromagnetici che investono la vita sul nostro pianeta, dai tempi di Marconi ad oggi si è moltiplicata di un miliardo di miliardi di volte (10 alla diciottesima potenza) e questo ha degli effetti che ormai non è più sensato sottovalutare. Sarebbe necessario fare retromarcia e cominciare ad eliminare il più possibile le fonti di elettrosmog passando a sistemi più sani, evitare il Wi-Fi, usare il telefono fisso e via dicendo. Invece si vuole aggiungere, ad una situazione già assai grave, una ulteriore fonte di problemi, per giunta senza precedenti: la rete di quinta generazione. A causa della sua architettura, questa rete richiede l'installazione di milioni di stazioni ripetitrici, molte di esse a brevissima distanza di abitazioni e luoghi di lavoro, contemplando anche l'idea di connettere via radio ad Internet miliardi di elettrodomestici e oggetti casalinghi dei più disparati, incrementando in maniera esponenziale la già massiccia irradiazione del pianeta. Oltre a ciò, sono in fase di lancio una miriade di satelliti che dovrebbero consentire la copertura anche di zone remote e disabitate, rendendo il mondo intero un luogo senza scampo.
1- https://ntrs.nasa.gov/search.jsp?R=19810017132
2- https://www.cia.gov/library/readingroom/docs/CIA-RDP88B01125R000300120005-6.pdf
3 - https://www.researchgate.net/scientific-contributions/66199957_Olle_Johansson
4 - https://www.researchgate.net/profile/Fiorenzo_Marinelli
6 - https://www.hindawi.com/journals/bmri/2017/9218486/
8 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6701402/
Per saggiare la posizione attuale della Chiesa, nella ricerca della Vita nel Cosmo, come gruppo scientifico “Interkosmos”, abbiamo ritenuto opportuno scrivere al direttore della Specola Vaticana, dott. Guy Joseph Consolmagno. (1)
Come premessa, ci è sembrato opportuno esaminare un servizio presente sul quotidiano “L’Avvenire” (2), dove lo stesso è stato intervistato “per parlare di astronomia, nuovi pianeti e di vita nello spazio.” Alla domanda: “Metterci in contatto con extraterrestri?” ha risposto: “Credo che questo non possa avvenire in tempi brevi. Il problema sono le grandi distanze in gioco. Più guardiamo lontano dalla Terra, maggiori sono le probabilità che ci sia un pianeta con intelligenza; ma più difficile sarà comunicare con loro in modo significativo”.
Tutto questo appare perfettamente in linea con la tesi ufficiale della non esistenza di vita intelligente nel Sistema Solare, infatti, si afferma che bisogna andare lontano per trovare la vita, ancorché guardare vicino.
Il nostro commento: I Viking (3) furono inviati per completare la mappatura del pianeta iniziata con le rilevazioni della missione Mariner 9 (4) (1971-72), per integrarla con altre immagini. La missione intendeva ottenere una visione fotografica del Pianeta ed essa fu un successo sotto tutti i punti di vista. Di tutto questo, il presule pare sia del tutto ignaro! Riguardo gli esperimenti cui lo stesso fa cenno, operati in loco, tramite i due moduli di discesa, non furono “inutili” (come lui inaccortamente ha affermato!), ma essenziali ed importanti. È ben risaputo inoltre che, nonostante essi in un primo tempo avessero dato un responso controverso, dopo 40 anni essi sono stati rivisitati dal dott. Gilbert Levin (che all’epoca aveva coordinato la missione a terra con i moduli di discesa Viking 1&2), e dal suo collaboratore Joseph Miller - e i risultati ottenuti nel 2001, hanno dimostrato senza alcun dubbio, e per loro stessa ammissione - l’esistenza della Vita sul pianeta Marte. (5)
È ancora il direttore della Specola che parla: “Dopo ogni missione ci fermiamo per determinare cosa abbiamo imparato e quali nuove domande emergono dopo. Ci vorranno almeno altri venti anni prima che possiamo davvero dire qualcosa di definitivo della vita su Marte.”
Il nostro commento: La prova della esistenza della vita sul pianeta Marte, giunse nel 1971-72 tramite la sonda Mariner 9 (6), e nel 1976-82 tramite le sonde Viking.
Più avanti, il presule afferma che “Non mi aspetto una risposta definitiva da loro (vari corpi celesti citati, n.d.c.) per almeno altri cinquanta anni.” (…) “Ci vorranno decenni prima di dare affermazioni consolidate.”
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La sua risposta – che qui citeremo nelle parti essenziali (8) - riscosse il nostro vivo interesse.
Nella premessa, scritta da un non meglio precisato collaboratore (che non dà il proprio nome e la cui firma è illeggibile), leggiamo: “Gentile Signor Viola, La ringrazio per il Suo interesse nel lavoro della Specola, Fratel Consolmagno in questo periodo si trova negli Stati Uniti (9) e non è quindi disponibile per un incontro (…). Più avanti lo stesso precisa che “(…) per tale motivo mi ha chiesto di inviarLe la seguente risposta:”
Possiamo immaginare che, se davvero l’assenza del presule da Roma, fosse stata l’unica ragione della impossibilità di fissare un appuntamento con il gruppo, forse, avrebbe potuto procrastinare l’incontro, a quando ciò fosse stato possibile, tuttavia il contenuto della stessa, dimostrerebbe che le ragioni fossero di altra natura.
Citeremo alcuni passi della missiva che ci è stata inviata dalla Specola, seguiti dai nostri commenti.
“Una parte essenziale della scienza è lo scambio di idee, compresa la libertà di presentare e sfidare le nuove idee”: noi non abbiamo parlato di “nuove idee” o di “sfide”, la nostra lettera nulla diceva al riguardo, accennando solo alla ricerca scientifica svolta tramite la consultazione dl materiale presente presso la Fototeca della Nasa di Roma.
“Così, mentre è vostro diritto contestare il pensiero corrente in planetologia, allo stesso tempo, si deve consentire che le vostre idee possano essere aperte alla stessa critica”: noi non abbiamo fatto cenno alcuno alla “planetologia” e, seppure ci fossimo riferiti a questa materia, confessiamo di non sapere cosa sia il pensiero corrente, e se questo fosse un pensiero – com’è logico presumere – “dominante”, sarebbe del tutto illegittimo, poiché in tale settore, così come nel resto del campo scientifico, non può esiste alcuna idea egemone, né tollerare che possa esistere un ufficio che possa decretare la legittimità di una posizione anziché di un’altra; inoltre, nella scienza non vi sono le idee di “qualcuno”, quindi queste non sono “nostre idee”, poiché le conclusioni obiettive dell’applicazione di una ricerca scientifica, secondo il metodo scientifico sperimentale, non sono idee, bensì risultati sperimentati e verificati – altrimenti ci troveremmo al di fuori dell’ambito della scienza, ovvero nella fede; infine, nessuno ha detto, e ci mancherebbe pure che qualcuno lo dicesse – o lo avesse detto - che tali conclusioni non potrebbero essere sottoposte a critiche. Forse il dott. Consolmagno non sa che in ambito scientifico, la critica non è una semplice opinione, bensì una controdeduzione, laddove ciò risultasse possibile fare (!), altrimenti sarebbe gioco forza accettare i risultati ottenuti dalla sperimentazione presentata! Naturalmente ciò diventerebbe impossibile quando il confronto – come nella fattispecie – è stato rifiutato.
Alla fine, immancabile, è giunta – e ce ne dispiace - la solita solfa sulle riviste scientifiche e un inopportuno giudizio riguardo il materiale scientifico oggetto dei nostri studi e nondimeno la nostra generosa offerta di condivisione delle conoscenze acquisite: Ecco il brano in questione tratto dalla missiva della Specola: “Tutte le idee che si desidera promuovere dovrebbero essere scritte come un articolo scientifico e sottoposte ad una appropriata rivista scientifica. Non possono essere passate in segreto, in incontri privati.”.
“Per quanto riguarda il compito delle cosiddette riviste scientifiche, ancorché essere quello di appurare il livello scientifico di una ricerca svolta, è purtroppo, quello di far filtrare solo le ricerche che sono compatibili con il sistema mafioso posto in atto dalle istituzioni da almeno un secolo a questa parte, ovvero sin da quando la scienza istituzionale ritenne di doversi presentare come dato incontrovertibile ed autoreferenziale!”
“Per il resto, va detto a chiare lettere che non esiste alcun centro mondiale “scientifico”(istituto o organo di stampa), che abbia o a cui sia demandata l’autorità di decretare sulla giustezza o meno di una data scoperta scientifica.”
“La scienza contiene da sé la formula attraverso cui una data scoperta sia da ritenersi valida o non valida, e questa formula è null’altro che la comprovata adesione al metodo scientifico sperimentale, che pur essa è sottoposta ad un più generale giudizio di carattere umanistico, poiché non esiste nessuna scienza che non contempli la considerazione delle ipotesi, base fondamentale del processo scientifico.”
“Fa specie che tali espressioni giungano da un uomo di chiesa, a cui va ricordato che i tempi degli “imprimatur” sono ormai passati e chi vorrebbe farli risorgere, sebbene sotto mentite spoglie, si porrebbe totalmente fuori da un contesto scientifico.”
Gianni Viola |
“Ovviamente non si potrebbe costringere nessuno a leggere e interpretare le immagini satellitari, poiché tale capacità è acquisibile tramite anni di osservazioni visive, ma resta occlusa ad alcuni soggetti che presentano carenze nell’apparato psico-visivo.”
“D’altra parte nessuno potrebbe mai costringere noi ad accettare l’ignoranza degli altri, addirittura con l’aggravante di dover ritenere tale ignoranza come un dato vincolante fin’anco come un nulla osta o una censura nei confronti delle nostre ricerche. Questo sarebbe, al minimo, un manicomio all’aria aperta!”
“E per finire, Lei parla in maniera del tutto inopportuna di segreti! E di quali segreti, di grazia, si tratterebbe mai? A scanso di equivoci noi le abbiamo esplicitamente citato la sostanza delle nostre ricerche, ovvero le immagini satellitari della missione Mariner 9 e delle immagini satellitari e superficiali (o terrestri, che dir si voglia), delle due missioni Viking 1 & 2, che, com’è noto, si componeva di due moduli orbitanti e di altrettanti due moduli di discesa.”
“Ebbene, è la prima volta che apprendiamo che tali immagini satellitari sarebbero da considerare in quanto “segreti”. Ma forse la spiegazione esiste! Le immagini satellitari diventano segreti per coloro i quali non le hanno mai prese in considerazione, in pratica rappresentano dei “segreti”, se non per coloro i quali non hanno compreso che, senza il loro studio, non potrebbe mai parlarsi di alcuna scienza planetaria!”
“Di fronte a tale ignoranza dei termini scientifici, noi dovremmo ricercare l’approvazione, proprio da parte di coloro i quali tali immagini non hanno mai esaminato?”
“Le immagini satellitari sono la parte “principe” della ricerca “planetografica” (termine andato in disuso, ma ora ritornato in auge, grazie alla rifondazione della scienza planetografica, a partire dal 2005), e la circostanza che, in atto, lo studio di tali immagini sia criminosamente disatteso dalla generalità dei ricercatori, non vuol dire che noi ci si stia occupando di segreti!”
Parlare di scienza e di sperimentazioni, non significa parlare di segreti, ma di fatti svolti alla luce del sole, peraltro registrati alla SIAE nel 1994 (11), in seguito pubblicati in un testo organico delle Edizioni Mediterranee nel 2002 (12), infine apparsi sulla rivista “L’Astronomia” di Milano fra il 2005 il 2006 (13).
Nella scienza ciò che conta è l’applicazione del metodo scientifico, e nessuna autorità potrebbe mai porsi al di sopra di tale principio, per darne approvazione o censurarne i risultati. Appare che la Chiesa, dopo aver praticato per secoli la censura anche sulla cultura (L’indice dei Libri, oggi laicamente ridenominato “Bibliografia accettata”!), ora, essendosi del tutto sottomessa alla “scienza istituzionale”, forse per ottenerne legittimità e lustro (e in tal modo riscattare il proprio passato di oppressione della Scienza medesima, ma di quella esatta!), ritenga legittimo il comportamento di chi, in nome della Scienza, agisce allo stesso modo di come la Chiesa agiva secoli fa! A scanso di equivoci va ribadito che l’unico tribunale ammesso in ambito scientifico è il rispetto del metodo che discende dalla logica, al di fuori di questo non vi è alcuna possibile legittimità e nessuna autorità riconosciuta.
1 - Guy Consolmagno, 66 anni, di Detroit (USA)
2 - “C’è vita nell’Universo? Parla Consolmagno, l’astronomo del Vaticano. Articolo di Antonio Lo Campo – su L’Avvenire del 4/1/2018.
3 - Le sonde Viking furono lanciate nel 1975, e giunsero su Marte nel 1976.
4 -La Mariner 9, lanciata nel 1971, giunse su Marte lo stesso anno.
5 - Cfr. Coelum, “Vita su Marte: i Viking dicono che c’è” – 31/7/ 2001.
6 - V. Tav. A - Regione di Capri Chasma (km 80x104). Mariner 9 (1972).
7 - V. Tav. B – L’Autore presso la Fototeca. Area di Ricerca Roma 2 di Tor Vergata (Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali – IAPS).
8 - Governatorato della Specola Vaticana –05/01/2017 – Prot. OBS/6622.
9 - Sede USA della Specola Vaticana (Vatican Observatory Reaech Group, Tucson, Arizona).
10 - Nostra raccomandata RR n. 136514380517 spedita in data 23/01/2017.
11 - SIAE – Servizio Deposito Opere inedite – Sezione OLAF – Deposito contrassegnato dal n. 9401108 del 28 Aprile 1994.
12 - Gianni Viola, La Civiltà di Marte, Edizioni Mediterranee, Roma 2002.
13 - “Contraddizioni aereologiche. Dall’osservazione telescopica alla rilevazione satellitare” di Gianni Viola, su “L’Astronomia” n. 268–Novembre 2005;“Marte:fisionomia di un pianeta”di Gianni Viola,su“L’Astronomia”, n. 272–Marzo 2006;v. Tav. C.
Non è retorico dire che Annibale non fu sconfitto dai romani ma dai cartaginesi. Anche nel caso qui ricordato, gli eventi si ripetono continuamente nella storia degli uomini ma sorprendono pur sempre quando si verificano perché si presentano come paradossi della stessa realtà.
Corsi e ricorsi storici - Anche nella storia dell’INFN il successo nella ricerca delle basse energie ha destato preoccupazione tanto da superare i vantaggi che l’ intera umanità avrebbe avuto dalla stessa scoperta e dal lustro internazionale per il nostro Paese in caso del conferimento del premio Nobel ad un Ricercatore dello stesso Istituto. Si tratta infatti di una metodologia per la produzione di energia termica ed elettrica in modo diverso da quello dei carburanti fossili.
La grave problematica che l’Italia avrebbe rappresentato di fronte agli interessi delle lobby internazionali qualora fosse stato attribuito al Dott. Celani il premio Nobel, consisterebbe nell’ufficialità di questa scoperta finora sempre mantenuta nell’ombra; sminuita e ostacolata sotto tutti i punti di vista, anche ricorrendo al finanziamento a quei centri nazionali di ricerca che per la qualità dei loro lavori, sicuramente non avrebbero conseguito alcun risultato.
Se qualcuno si domandasse che senso ha finanziare una ricerca infruttuosa, la risposta è che proprio per non arrivare ad alcuna conclusione, si distribuiscono le risorse per poter comunque pelosamente sostenere in caso di contestazione, che anche questo tipo di ricerca è stata regolarmente sovvenzionata con i fondi pubblici.
La amara sorpresa - Dopo il primo successo ottenuto dalla lobby contraria alle basse energie con il conferimento del premio Nobel ’del 2014 a persona diversa dal Dott Celani, nell’ anno successivo la delusione dell’improvviso cambiamento era stata superata con rinnovato ottimismo. Mentre tutto procedeva nel migliore dei modi, ecco come nelle classiche favole, l’ immancabile colpo di scena.
Una mattina del maggio 2015, qualche mese dopo la candidatura al Premio Nobel, in un locale di “servizio” in cui Celani custodiva con la dovuta cura strumenti e documentazione degli esperimenti pregressi effettuati a partire dal 1989, lo stesso trova gli armadi aperti, cioè forzati, con la asportazione ed apparente distruzione di tutto ciò che questi custodivano.
Tra questi vi era anche un armadio blindato e pertanto strutturalmente più sicuro, dove lo stesso Celani manteneva con cura la documentazione delle sperimentazioni e dei risultati ottenuti. Mentre gli strumenti distrutti o gli alambicchi spaccati erano per terra, tutta la documentazione era sparita.
Celani come si può intuire, è sconcertato; inizia allora a chiedere soprattutto ai colleghi qualche notizia in più sull’accaduto. Ma coloro a cui si rivolge si dichiarano sorpresi e completamente ignari del fatto, con il risultato che gli strumenti non esistevano più e soprattutto la documentazione custodita era stata trafugata.
Quando piove sul bagnato - Dopo il misfatto alle soglie del successo, subentrò la fortissima delusione del Dott. Celani per non poter dimostrare i risultati sperimentali ottenuti. Ciò sarebbe sicuramente valso anche per la commissione Nobel. Ricostruì per quanto gli fu possibile, ciò che aveva realizzato ma non gli riuscì di riformulare la sequenza sperimentale degli eventi a fronte dei risultati ottenuti; eventi che ove fossero stati completamente ricomposti, l’esito finale avrebbe superato con dovizia di particolari, quello già riconosciuto l’anno precedente.
In ambito scientifico i progressi nel 2015 erano stati raggiunti, partendo dal lavoro precedentemente svolto ed opportunamente riportato per iscritto; mentre i dettagli apparentemente insignificanti erano invece il preziosissimo know-how della realizzazione del dispositivo.
Quindi, anche nel 2015, a Celani non solo gli è stato negato il supporto necessario che ogni cittadino avrebbe dovuto ottenere dal proprio Paese in quelle circostanze; ma è stato boicottato proprio all’interno dell’INFN per opera, come si vedrà, del Direttore dei Laboratori dell’INFN e di un dipendente dello medesimo Istituto, in concorso tra loro che avrebbero messo in essere la distruzione degli strumenti e della documentazione custoditi in quel locale.
La notizia che Celani non poteva dimostrare dettagliatamente le proprie scoperte, guarda caso, si diffuse rapidamente. Le sue quotazioni non erano più le stesse anche ad Oslo: si capisce che qualcosa era cambiato. Infatti, malgrado la trionfale premessa in quello stesso anno, la preferenza al Premio Nobel per la Pace viene attribuita al Quartetto tunisino delle “Associazioni per il Dialogo Politico Democratico” della cosiddetta “Primavera Araba”.
La denuncia alla Magistratura - Il Dott. Celani, vista l’inconcludenza di ogni chiarimento a tal proposito per il consueto muro di gomma che gli si parava davanti ad ogni sua richiesta per questo gravissimo fatto, si è visto costretto a rivolgersi alla Magistratura attraverso una denuncia circostanziata delle particolarità di cui si tratta e delle circostanze in cui ha avuto luogo il furto con scasso dei documenti. La denuncia è stata presentata nell’Agosto del 2015, tramite l’Arma dei Carabinieri, con una ulteriore integrazione nel Settembre del 2016.
Con questa sorta di ricostruzione di ciò che è avvenuto, emerge l’aspetto sostanziale dell’intero episodio su cui subentra, ora, l’interesse dell’intero Paese per far completa luce su ciò che rimane da sapere e cioè: dove è mai finita la denuncia del Dott. Celani.
Per quanto è dato conoscere, solo il silenzio regna sovrano sull’evento. Si tratta quindi di un vero e proprio insabbiamento della denuncia depositata presso gli Uffici giudiziari competenti. Sono trascorsi ormai tre anni e mezzo dall’agosto 2015 e malgrado i solleciti anche a mezzo stampa, per portare il caso alla ribalta giudiziaria, nulla si è potuto aggiungere al fatto se non che gli atti giacciono in qualche cassetto all’interno degli Uffici da cui doveva iniziare l’iter giudiziario che la denuncia stessa richiedeva.
Il consueto insabbiamento - Solo recentemente si è potuto ottenere il cosiddetto “accesso agli atti”, cioè le dichiarazioni a verbale delle varie persone coinvolte, dopo ulteriori sollecitazioni scritte da ben due legali.
Ma un caso del genere non può rimanere nascosto sotto i pietosi veli dell’oblio, sperando che il tempo risani il torto subito dall’intero Paese. Il danno ricevuto dal Dott. Celani non è sicuramente di poco conto, ma ancor più importante è quello Nazionale che scaturisce non solo dal mancato riconoscimento delle premio Nobel ad un dipendente delI’INFN del nostro Paese ma dall’impedimento di proseguire, sulla cresta dell’onda, la progettazione dei prototipi industriali di questo tipo di energia. Il danno determinato dalla distruzione dei documenti contenenti misure, informazioni e formule ricavati nel corso di decenni di ricerca adesso non sono più ripetibili se non ricominciando a memoria, per quanto possibile, ad approntare i medesimi esperimenti trascritti negli atti distrutti.
Al momento però ciò che è avvenuto non è più reversibile. Si rende pertanto necessario comprendere come sia stato possibile un atteggiamento di questo genere, già iniziato con l’intenzione del Direttore dei Laboratori dell’INFN nel 2013, di chiudere l’attività del Dott. Celani. Inoltre, nell’anno successivo, dopo che la notizia della seconda candidatura al Nobel era trapelata, si sia giunti (a Febbraio 2015) al trafugamento e distruzione, con scasso, sia di strumenti scientifici e reagenti chimici specifici, che soprattutto dei documenti appartenenti allo Stato che lo stesso Celani custodiva nei vari armadi, dei quali uno era “blindato”.
Il significato della verità - Ma ciò che si vorrebbe capire è per quale motivo un boiardo di Stato e un suo dipendente colpevoli di un atto del genere possano agire contro gli interessi dell’Istituto stesso in cui, nominalmente erano dipendenti od addirittura Dirigenti.
Ma il tempo è inesorabile e il Dott. Celani, che ha superato la soglia dell’’età pensionabile, è riuscito a mantenere senza stipendio né altro tipo di sovvenzioni, la sua presenza presso l’INFN per proseguire gli esperimenti su questo tipo di energia. Ciò è avvenuto grazie soltanto all’interesse di alcuni “volenterosi” che a livello politico, hanno, richiamato l’attenzione per lasciare a questo Scienziato la possibilità di concludere la propria ricerca e possibilmente svilupparla ulteriormente. I recentissimi risultati sono particolarmente promettenti, come riportato e dettagliatamente discusso in recenti Conferenze Internazionali.
Ma quale prezzo il nostro Paese sta pagando a causa di certi boiardi di Stato, mantenuti a tutela proprio delle più prestigiose Istituzioni pubbliche, come l’ INFN?