L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Kaleidoscope (1395)

Free Lance International Press

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December 21, 2024
 
 
Non so se avete visto questo thriller girato da Alfred Hitchcock… 
Ebbene, teoricamente, ma solo teoricamente, la commedia vorrebbe riproporne il copione in una versione super comica.
 
Ricordo che cercai appositamente il film sul web, proprio per confrontarlo con quanto avevo visto a teatro. Nonostante l’originale fosse un film serio, ad ogni scena ridevo ricordandomi della versione teatrale. 
 
Ricordo anche che appena finito lo spettacolo, prenotai un altro biglietto per rivederlo il giorno dopo…
Tutto è proposto in chiave estremamente comica sforando i limiti del demenziale, per una rocambolesca commedia che raggiunge i vertici della follia. Si rimane colpiti dalle geniali idee e dalla poliedricità degli attori che interpretano ben trentanove personaggi diversi. 
 
C’è davvero di tutto! Donne ammalianti, spie, poliziotti, personaggi ambigui; elementi esplosivi per un giallo basato su un intrigo internazionale che si trasforma in qualcosa di esilarante ed estremamente originale, ricco di gag dissennate che stupiscono e divertono continuamente lo spettatore.
 
Sul palco i nostri, oltre a cambiarsi repentinamente e continuamente di abito, si avvicendano per interpretare una masnada di personaggi e ad ogni scena utilizzano gli oggetti più semplici e stravaganti. 
Il cast è lo stesso da anni, quando però lo vidi circa cinque anni fa per la prima volta, il posto di Yaser era stato occupato momentaneamente da Matteo Cirillo. 
Sono due attori che si assomigliano per certi punti di vista, ma hanno una loro spiccata personalità. Oggi Yaser ritorna al suo posto travolgendoci in sinergia con i suoi spettacolari colleghi e la loro inesauribile verve comica.
 
Un povero uomo d’affari, caduto per errore in un intrigo spionistico internazionale, viene braccato come un animale dopo aver incontrato una… “bellissima” donna, poi assassinata perché a conoscenza di un complotto internazionale di cui rivela alcuni particolari. Così il disgraziato non solo viene accusato e ricercato per la morte della donna, ma anche dalle terribili spie che vogliono zittirlo per sempre. 
 
Con le sue sole forze, cerca di raggiungere in Scozia un luogo indicato dalla donna assassinata, che al solo nominarlo scatena tuoni e fulmini. Una gag sulla falsariga di quella con la Frau Blucher di Frankenstein junior, che al solo pronunciare il suo nome, scatena i nitriti nervosi degli equini presenti. Reazione simile quando si fa il nome della villa dove avviene il dramma comico di “Che disastro di commedia”, di cui questa proposta ricorda la comicità.
 
Arrivato in Scozia dopo innumerevoli divertentissime peripezie, Marco, nei panni di questo poveraccio un po’ marpione che cede inevitabilmente al fascino femminile di tutte le discutibili donne impersonate da Yaser, Alessandro e Diego, finalmente troverà la chiave del mistero. Il questo folle viaggio incontrerà una pletora di variopinti personaggi stravaganti e  bizzarri che lo aiuteranno o lo ostacoleranno nel suo tentativo di dimostrare la sua estraneità all’intrigo.
 
Le scene sono tutte di una comicità estrema; ad esempio quella del vagone del treno in moto, ricreato con due panche ed un appendiabiti; o quelle del viaggio in auto e dell’inseguimento aereo, tutte ricostruite con elementi di scena semplici e tanta fantasia. 
Yaser, Diego, Marco ed Alessandro sono geniali, ben diretti dall’accurata regia di Leonardo Buttaroni che costruisce scene ben legate tra loro con l’aiuto di effetti sonori e scenici a sottolineare le continue e repentine entrate ed uscite di scena con un impegno che definirei ginnico, in cui vengono inseriti anche momenti di devastante e riuscita improvvisazione.
 
Sono gli stessi attori che creano le scenografie in cui si muovono, cambiandosi direttamente sul palco e rendendo più divertenti le trasformazioni di ogni personaggio. 
Se riuscite ad immaginare un paradossale mix di Monty Python, Mel Brooks e i Fratelli Marx elevati all’ennesima potenza, forse avrete una pallida idea di cosa vi aspetta.
 
 
Spazio Diamante
 
“39 scalini”
Di Patrick Barlow
Scene Paolo Carbone
Foto Manuela Giusto
Disegno luci Pietro Frascaro
Aiuto regia Gioele Rotini
Produzione Lea Production
 
Regia Leonardo Buttaroni
Con Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Marco Zordan, Yaser Mohamed 
 
December 18, 2024

 

Arte allo stato puro l’altra sera al “Piccolo teatro San Paolo” a Roma. Il genio di Antonella Pagano ha colpito ancora nel segno e ha mostrato la vera arte in cui il nostro Paese primeggia nel mondo. Fantastica realtà o realtà fantastica, come ha amato definire l’autrice la sua opera, ode alla letteratura. Sincronia, armonia, di un dolce canto che scaturisce dal profondo del nostro cuore, ci conduce per mano in un mondo quasi onirico in cui l’uomo riscopre la sua bellezza, la sua luce, il suo armonico con il tutto, la Pagano riesce a farci sognare ad occhi aperti.

L’opera è di grande attualità, visti i tempi drammatici in cui gran parte dell’umanità vive. La bravissima Antonella Pagano, scrittrice-drammaturga, e Bruce Payne (Raimondin), superstar inglese e internazionale, propongono agli spettatori la metafora di Melusìne e Raimondin. Alla forza bruta, all’ignoranza, all’odio, alla paura, all’oscurantismo culturale, alla violenza generale, in cui un grande fratello’ utilizza paura e odio per mantenere il controllo sulle popolazioni, Antonella Pagano  (Melusìne) si oppone ricorrendo alle potenti arti magiche femminili  e con la bellezza in tutti i suoi attributi riesce a trasformare il vile metallo in oro.

Melusìne è una figura affascinante e misteriosa che affonda le sue radici nel folklore europeo, viene considerata l'antenata mitica della casata dei Lusignano, una delle famiglie nobili più importanti d'Europa. Si ritiene che la leggenda di Melusìne sia legata alle antiche credenze in esseri femminili legati all'acqua e alla natura, dotati di poteri curativi e profetici, che sia una fata bellissima e potente. La sua figura continua a esercitare un grande fascino, invitandoci a riflettere sulla natura umana e sul rapporto tra l'uomo e il soprannaturale.

Rappresenta la dualità tra il mondo umano e quello soprannaturale, tra bellezza e mistero, tra amore e dolore. La sua figura è spesso associata alla fertilità e alla prosperità, grazie ai suoi poteri magici e alla sua discendenza numerosa.  E’ un simbolo del potere femminile, spesso represso e temuto in una società dominata dagli uomini.

Raimondin incontra Melusìne in circostanze fortunate, spesso legate a un evento tragico o a una necessità urgente e la fata lo affascina con la sua bellezza e i suoi poteri magici fin tanto che decide di sposarla, nonostante la sua natura soprannaturale.

Altri interpreti di altrettanto talento che si aggiungono alla Melusìne narrante (Antonella Pagano) e a Raimondin: Monica Marziota, Jaquelina Barra, Claudia Pompili. Le musiche della Pagano sono arrangiate dal Maestro Daniela Brandi. le voci di Flavja Matmuja e Valdrin Gaashi. I costumi di VerbaVeste. Un cast di artisti internazionale capace di dialogare oltre i confini, con l’umanità.

 

 

 

December 18, 2024

 

L’ottimo film Il ragazzo dai pantaloni rosa, qui recensito qualche settimana fa*, sta continuando ad incontrare grande consenso di critica e di pubblico, suscitando forte interesse e sincero entusiasmo soprattutto in ragazzi e bambini.

Il film ha indubbiamente molti meriti, ma credo che il maggiore sia rappresentato dall’avere la capacità di richiamare la nostra attenzione sulla necessità di un impegno serio e sistematico, soprattutto in sede educativa, volto ad arginare e, auspicabilmente,  a debellare un fenomeno come quello del bullismo, tanto diffuso e sottovalutato, quanto incalcolabilmente gravido di effetti devastanti.

Molti sono stati i commenti positivi giuntici in seguito alla pubblicazione del nostro articolo, da parte di persone di ogni età, ad ulteriore conferma dell’ampiezza e della gravità di tale problema.

Particolarmente apprezzabile quanto scritto da Gabriele Giuliani, in arte Perso, giovane cantautore di Trevignano Romano:

                                “Il ragazzo dai pantaloni rosa è un film che racconta una storia vera, fatta di dolore, bullismo e giudizi superficiali. Mentre lo guardavo, mi rendevo conto di quanto sia facile ferire qualcuno, spesso senza pensarci, con una parola, un gesto o una risata. E oggi, con i social, tutto questo diventa ancora più crudele, perché quel dolore viene amplificato davanti a migliaia di persone.

Mi sono sentito travolto da una riflessione: quanto poco ci vuole per distruggere qualcuno, ma allo stesso tempo quanto potrebbe cambiare il mondo se solo scegliessimo di essere gentili. Credo che tutti, soprattutto i ragazzi adolescenti, dovrebbero vedere questo film. E’ un grido di aiuto, un invito a guardare oltre le apparenze, a conoscere il cuore e l’anima delle persone prima di giudicarle.

Mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante tendere una mano a chi è in difficoltà, piuttosto che ignorarlo o, peggio, opprimerlo.

La vera forza sta nel proteggere, non nel ferire.

Questo film mi ha lasciato dentro un messaggio chiaro:

la sensibilità, l’amore, la comprensione, la gentilezza, l’altruismo sono le armi più potenti che abbiamo che possono farci fare la differenza e spesso riuscire a salvare le persone più fragili.”

 

*BULLISMO E CYBER BULLISMO: TRAGEDIE ANCORA TROPPO SOTTOVALUTATE - L’AZIONE EDUCATIVA DI AMNESTY INTERNATIONAL E IL FILM IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA   - FlipNews - Free Lance International Press

 

December 15, 2024
 
Fresco, vivace, allegro, spensierato, romantico e dolcissimo. Perfetto per una serata in allegria, un ottimo toccasana che mette il buon umore e fa uscire dal teatro rinfrancati e sorridenti.
Questo è l’effetto di questa storia, semplice delicata e se vogliamo realistica, con le sue buffe dinamiche. Nasce dalle sapienti ed esperte mani di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli, che spesso collaborano alla stesura di testi validi e divertenti come questo.
Michele impersona un quotato fotografo di moda che sta per inaugurare una nuova mostra fotografica dopo un lungo periodo di assenza dalle scene; appare nervoso e teso, mantenendo però la sua simpatia. Ha vicino a sé Beatrice, l’amabile ed affascinate ma anche gelosa moglie. La sua “antagonista” è Manuela, nei panni di una femme fatale francese, deliziosa e conturbante. La ragazza è la nipote di un’importante giornalista che scriverà un articolo sulla mostra dal cui esito dipenderà la sorte lavorativa del simpaticissimo fotografo.
Lo spettacolo è costruito su scene deliziose, dove sono gli stessi attori a muovere la semplice ma efficace scenografia. Sullo sfondo ci sono dei pannelli con belle foto in bianco e nero che ritraggono una bellissima donna posta di schiena; poi un letto e una sorta di muretto movibile spostato di volta in volta per cambiare assetto alla scena. In un secondo tempo apparirà una bellissima gigantografia che darà  vita alla mostra e immortala una modella in particolare, che poi svelerà parte del piccolo mistero che Michele cerca di nascondere alla moglie.
Le scene si svolgono raccontando la storia al presente, altre fanno dei piccoli passi indietro nel tempo per spiegare situazioni accadute poco prima e ricostruire così i fatti che verranno svelati man mano. Questo servirà per ricostruire le vicende che conducono Michele a svegliarsi nel suo talamo nuziale con l'avvenente francesina anziché con la moglie, dopo che alla mostra si sono presi una sonora ubriacatura.  
La moglie in precedenza si era dimostrata particolarmente gelosa della ragazza, potete immaginare i timori dell'uomo quando realizza di aver passato la notte in compagnia di questa ragazza ora completamente svestita senza peraltro avere memoria di cosa sia successo durante la notte.  Considerando poi che la moglie a momenti potrebbe entrare nella stanza… Cosa potrà succedere al povero fotografo? Lo vedremo in scena in una gag esilarante.
Insomma, il titolo “Ti posso spiegare” è più che azzeccato! E le spiegazioni si trasformano in un turbinio di alta comicità.
Sono passati dieci anni dall’ultima volta che lo spettacolo è stato in scena, eppure l’ho trovato molto attuale con la sua fresca comicità spontanea e a tratti pungente che strizza un pochino l’occhio alle vecchie commedie all’italiana, quelle con il protagonista un po’ imbranato e distratto dalle donne, la moglie gelosa e burbera e la gattamorta. 
Oltre agli equivoci e alle imbarazzanti situazioni pensate per essere particolarmente divertenti, gli attori sono spassosissimi e danno vita ad una gag dietro l’altra, sempre con idee e battute efficaci. Quello che mi ha colpito di più è proprio la spontaneità e la naturalezza con cui vengono pronunciate le battute, talmente vere da strappare sonori applausi e risate del pubblico. 
Michele veste i panni di un uomo sornione e bonaccione, semplice e schietto che cerca di fare il simpatico con la ragazza francese e siccome non conosce neppure una parola della sua lingua, utilizza una sorta di pugliese francesizzato… Le sue espressioni divertono moltissimo gli spettatori, così come i suoi buffissimi farfugliamenti quando la moglie lo mette con le spalle al muro.
Beatrice è un’altra grande interprete duttile e plasmabile, un'attrice che apprezzo moltissimo e che seguo costantemente, che ancora oggi riesce a sorprendermi svelando sempre qualche nuova sfumatura che sembra voler tener celata per l’occasione giusta. Il suo personaggio è particolarmente geloso, ogni volta che il marito gliene dà modo si abbandona a  sproloqui in dialetto napoletano vorticosi e simpaticissimi. 
Divertentissima, poi, quando parla in francese cercando di schernire la ragazza per sminuirla al cospetto del marito. Grande prova di recitazione poi, quella esibita con i dialoghi davanti agli invitati immaginari che incontra all'apertura della mostra del marito; molto realistici e vari, vengono presentati letteralmente bucando la quarta parete. Essendo solo tre i personaggi in scena, Beatrice utilizza il pubblico come fosse il suo interlocutore di turno. Non si perde così neanche un'espressione, un accigliamento, un momento di voluto imbarazzo in quei frenetici e vivaci scambi verbali. Una bella prova dell'attrice e al contempo una bella idea della regia, molto presente in tutta la proposta e che riesce a vivacizzare grazie ad una riuscita sinergia con gli attori tutta la commedia.
Manuela invece è la graziosa giovane che non parla una parola di italiano. Si aggira con il suo vestitino piuttosto ridotto e luccicante durante la mostra facendo girare la testa al povero Michele con i suoi atteggiamenti femminili, sbarazzini e provocatori. Pur non perdendo mai il suo fascino, riesce ad inserire anche della sana comicità nel suo personaggio.
Un testo gradevole, apparentemente semplice ma obiettivamente complesso ed impegnativo; molto dinamico e veloce, funziona bene anche grazie alle spiccate capacità artistiche di questo trio e al palese affiatamento tra loro.
 
Teatro 7
“Ti posso spiegare” 
di Michele La Ginestra e Adriano Bennicelli  
regia Roberto Marafante
Con Michele La Ginestra, Beatrice Fazi e Manuela Zero 
 
December 15, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centosettesimo notiziario settimanale di lunedì 16 dicembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione. 

* Chiunque abbia seguito le cronache dell’ultimo decennio avrà notato che il presidente laico Bashar Assad era realmente amato dal popolo. 

* L’Italia fornisce armi agli ucronazisti, con queste armi vengono trucidati bambini, vecchi, donne, pacifici cittadini. La Russia non ha mai attaccato l’Italia. In Russia sui canali televisivi di Stato mostrano Pupo e Al Bano. In Italia alla Scala viene fischiata Netrebkova in quanto russa. 

* Dal 2007, per 14 anni, Verona ha ospitato il Forum Economico Eurasiatico, divenuto la principale piattaforma russo-italiana che promuove il dialogo per un futuro costruttivo dell’intera Eurasia. 

* Il PIL dell’Italia nel 2024 crescerà dello 0,5%. E’ quanto si legge nelle proiezioni economiche stilate dalla Banca d’Italia che stima per il successivo triennio una crescita annuale, in media, dell’1%. 

* Non dimenticherò mai quel terribile inverno del 1943. 

* Il cantante Pupo (Enzo Ghinazzi) ha presentato la sua nuova canzone “Insieme” nello studio del primo canale della televisione russa “Russia 1”.

December 12, 2024

 

Dopo aver raccolto oltre 210 mila firme in poco più di un mese affinché venisse discussa in Aula la legge di iniziativa popolare Pratobello 24 che mira a regolamentare l'installazione di impianti da energia rinnovabile nell'Isola, davanti al sordo rifiuto dell’Assemblea legislativa regionale,  le donne dei Comitati spontanei stanno occupando pacificamente il Consiglio Regionale della Sardegna.

Le donne sarde difendono la loro madre terra, la Sardegna, rifacendosi con orgoglio a quando nel 1969 3.500 cittadini di Orgosolo iniziarono la mobilitazione con una forma di Resistenza non violenta per impedire la  realizzazione di un poligono fisso per esercitazioni militari nei pressi del villaggio abbandonato di Pratobello.

Le donne sarde hanno sempre avuto un ruolo importante nella difesa dei propri diritti, primo fra tutti quello della salvaguardia dell’ambiente e della giustizia sociale. Fu proprio una donna, la nuorese Paskedda Zau, vedova con 10 figli a carico, a ribellarsi per fame e disperazione, con il motto “torraus a su connottu” , torniamo al conosciuto, contro l’editto regio che nel 1865 autorizzava la chiusura dei terreni considerati fino ad allora proprietà collettiva, dando ai più poveri la possibilità di usare liberamente quello che la terra produce. Paskedda coraggiosamente decise di agire, più di tremila, soprattutto donne, la seguirono in marcia sul Municipio di Nuoro mentre sventolava come vessillo un bastone e una vecchia sottana.

La Sardegna non può essere ancora violentata in nome di un dio padrone che risponde alle logiche del falso green, devastando il nostro territorio, i nostri mari, levando il lavoro e la dignità a chi in Sardegna vive e produce, sostituendo agli alberi secolari le pale eoliche per le quali, quasi beffardamente, si stanno già pubblicando Guide turistiche ai Parchi eolici d’Italia!

“Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l’acqua corrente. Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo”: così il Premio Nobel Grazia Deledda in un discorso registrato nel 1933 per la Discoteca di Stato, ricordava le ricchezze naturali di una Sardegna mai dimenticata.

Le donne di Pratobello lottano pacificamente affinché anche un domani questa possa essere ancora la descrizione della terra sarda, e non un cimitero di pale al vento, su cui si sta crocifiggendo la nostra Isola. 

December 09, 2024

Roma, DICEMBRE - Non si ferma il 'volo' di 'Ancora volano le farfalle', il film di Joseph Nenci tratto dal libro 'Vivere volando' di Giorgia Righi, la storia di una giovane ragazza affetta da Atassia di Friedrich, una malattia degenerativa molto rara. Sale ancora piene, come accaduto l'altro giorno al cinema Astra di Pesaro. E presto la pellicola tornerà a Roma.


In un 'viaggio emozionale' alla ricerca di coraggio e speranza per una vita piena di 'sfide', il racconto fa conoscere agli spettatori Giorgia, la 'ragazza delle farfalle'. "Non so dove stia andando, nemmeno in che luogo mi trovi ora, ma mi sento leggera e libera come non mi sono mai sentita prima. Volo" sono le parole utilizzate dall'autrice del libro, pubblicato da Letteratura Alternativa. Un'opera che fa sognare e cattura il pubblico per la sua empatica bellezza.

 

 

 

   Prendi la mia mano.

Cammineremo.

Semplicemente cammineremo.

Ci godremo il camminare

Senza pensare di arrivare da nessuna parte.

Cammina serenamente.

Cammina gioiosamente.

La nostra è una camminata di pace.

E’ una camminata di felicità.

 

                                         THICH NHAT HANH             

 

Innumerevoli sono i doni lasciateci dal pensiero e dall’insegnamento del Maestro Zen vietnamita Thich Nhat Hanh. Alla base di tutti, credo sia possibile individuare un fondamentale minimo comun denominatore:

 la volontà di travasare, nell’alienata ed alienante vita quotidiana del mondo contemporaneo, i grandi tesori della spiritualità buddhista, in maniera semplificata e laicizzata, rendendoli, perciò, più facilmente comprensibili e condivisibili.

In questo modo, benché tutta la vera anima del suo pensiero sia indissolubilmente connessa con la migliore tradizione buddhista, è riuscito a proporci un’etica ed una prassi educativa di universale respiro, volte a superare la visione di noi stessi come enti separati dagli altri individui e dall’intera realtà, e riuscendo così a farsi comprendere ed amare anche da chi si riconosce in altre esperienze religiose, nonché da chi si dichiara agnostico o ateo.

Thich Nhat Hanh (Thay per i suoi seguaci ed amici) è conosciuto, in particolar modo, per le pratiche di meditazione introdotte e diffuse nel mondo occidentale, oggi adottate (anche se non sempre in maniera adeguata) da un numero sempre crescente di persone alla ricerca di un maggiore equilibrio interiore e di una maggiore armonia psicofisica.

      THICH NHAT HANH

Il grande monaco vietnamita iniziò a proporre insegnamenti in Occidente già all’inizio degli anni Settanta: fondamentale risultò l’apparizione di un suo libro nel 1975, intitolato The Miracle of Mindfulness (pubblicato poi in Italia da Ubaldini-Astrolabio, con il titolo di Il miracolo della presenza mentale), nel quale venivano presentate nuove pratiche meditative da lui sviluppate. Fra di esse, una che è stata accolta con favore da molti occidentali avvicinatisi al suo pensiero è la Meditazione camminata.

                                                              “Questa particolare modalità meditativa (forse la pratica che meglio incarna l’intima poesia e la delicata mitezza dell’animo dello straordinario maestro zen) è nata dalla constatazione che, nella nostra vita quotidiana, siamo prevalentemente dominati dall’”abitudine di correre”: “Ricerchiamo la pace, il successo, l’amore – sempre di corsa – e i nostri passi sono uno dei mezzi con i quali scappiamo dal momento presente.”

Ma la vita e la pace sono disponibili soltanto nel momento presente.

Per quelli come noi – ci spiega Thay – che hanno l’abitudine di correre sempre, fare un passo smettendo di correre è una rivoluzione.” E la pace diventa disponibile se saremo in grado di entrare in contatto con la Terra, toccandola con i piedi “con molta dolcezza e felicità”, riuscendo ad immergerci a fondo nel qui e ora.

La meditazione camminata (da praticare non soltanto nei parchi e in luoghi isolati, ma anche nel trambusto delle grandi città, in casa, al lavoro, ecc.) è proposta come una vera forma di “resistenza” nei confronti di un intero sistema di vita collettiva imperniato sul correre frenetico e alienante in vista di innumerevoli obiettivi fuori e lontani da noi. Come un modo per “recuperare la nostra sovranità su noi stessi, rivendicare la nostra libertà e camminare sulla Terra da persone libere.”

Ogni nostro passo (compiuto da soli o con altri meditanti) può trasformarsi, quindi, in un atto di resistenza, anzi in un atto di vera liberazione: si cammina  per camminare, non per arrivare, per “godere di camminare”, per godere del fatto che ogni passo ci avvicina sempre più alla nostra vera casa, quella del qui e ora.

Ognuno di noi, camminando su questa Terra, in “consapevolezza, concentrazione e visione profonda”, è in grado di compiere uno straordinario “miracolo”, quello di “diventare pienamente vivo e rendere possibili la gioia e la felicità” ”  *

 

In questa prospettiva, nella mattinata di sabato scorso 30 novembre, nel cuore di Villa Borghese (Roma)    si è svolta una Meditazione Camminata Internazionale sul tema “Entrare in contatto con la semplicità”, a cui hanno aderito diverse decine di persone, in contatto spirituale con innumerevoli altri partecipanti presenti in almeno altre 56 città di altri 21 Paesi, da Amsterdam a Bogotà, da Parigi a Vienna e Phnom Phen.**

In questo tipo di esperienze, ogni passo è destinato a trasformarsi in un vero e proprio liberatorio atto di ribellione e noncollaborazione nei confronti di un sistema reificante e mercificante che ci rapina del nostro tempo, della nostra capacità di empatizzare con il nostro prossimo e con le infinite manifestazioni della Vita.

Indubbiamente efficace per illustrare lo spirito che pervade simili iniziative è la poesia del nostro monaco intitolata “Contemplazioni sulla semplicità”.


                         CONTEMPLAZIONI SULLA SEMPLICITÀ


Che io possa rendermi conto che nella mia vita ci sono già condizioni più che sufficienti per essere felice.

Che io possa paragonarmi meno agli altri e trovare la mia misura.
Che io possa semplicemente camminare, lasciando che preoccupazioni e paure si calmino.
Che io possa imparare a lasciar andare le mie richieste e aspettative.
Che io possa entrare in contatto con la gioia e la libertà di una vita semplice scelta da me stesso.
Che io possa lasciare andare le cose inutili e liberarmi dal bagaglio interiore.
Che io possa sperimentare la gioia di dare senza aspettative.
Che io possa dimorare semplicemente e felicemente nel momento presente, notando che non c’è nulla che io debba fare.
Che io possa invitare le persone che raramente sono soddisfatte a unirsi a me nello spirito durante la camminata.


               Che tutti gli esseri siano felici.

 

 

NOTE

*Roberto Fantini e Cesare Maramici, THICH NHAT HANH UN SENTIERO TRA LE STELLE, Edizioni Efesto, Roma 2024, pp. 34-5.

**Le meditazioni camminate internazionali sono organizzate da sangha e gruppi Wake Up nella tradizione di Thich Nhat Hanh, dall’Ordine dell’Interessere e da gruppi locali del Network for Mindful Business, spesso in collaborazione con altri gruppi locali che amano la meditazione camminata e sono ispirati dal tema.

 

December 02, 2024

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