L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Kaleidoscope (1434)

Free Lance International Press

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March 30, 2025

                                                                                                   

 Alfredo Savini, Accompagnando le reti, 1904, olio
su tela, 121 x 145 cm, Fondazione Cariverona

Pur condividendo quanto asserito da Benedetto Croce  in merito al “giudizio dell’arte” che, pur prendendo le mosse dalla  “ingenua impressione”, non dovrebbe mai esaurirsi “nelle cosiddette prime impressioni”, è impossibile negare che, nella contemplazione estetica, siano quest’ultime, di fatto, ad

 Alfredo Savini, Albori primaverili, s.d., olio su cartone,
69 x 62 cm, collezione privata

infiammarci, a prenderci per mano, oppure a respingerci con più o meno forte vigore.

E le prime impressioni, a volte, sono quelle che più di ogni altra cosa importano, quelle che, senza mediazioni filtranti (e a volte annebbianti), riescono a farci entrare in subitaneo contatto con l’oggetto del conoscere.

Per quanto mi riguarda, impressioni sorprendentemente belle mi sono cadute addosso nella recente visita al bolognese Museo dell’Ottocento*, grazie alla  Mostra dedicata ai tre pittori della cosiddetta Dinastia Savini**, passando dagli ameni paesaggi dell’arcadicheggiante Giacomo (1768-1842) alle scene neo-pompeiane e alle sognanti figure femminili di Alfonso (1838-1908), per approdare, infine, con inaspettata gioia, alle numerose opere ritrattistiche e paesaggistiche di Alfredo (1868-1924).

Di quest’ultimo, nella cui poetica si mescolano influssi molteplici dall’ evidente respiro europeo (da Segantini a Mucha, da Pellizza da Volpedo a Klimt, da Millet a BÖcklin), ho molto apprezzato, sopra ad ogni altra cosa, la delicata attenzione alla quotidianità del vivere, particolarmente tangibile in quadri come Accompagnando le reti del 1904 e Lavandaie di vent’anni dopo.

Davvero felici, soprattutto, le opere in cui bambine e giovani donne si trovano calate in contesti bucolici, abbracciate da una flora agreste gaiamente colorata.

Ci sono, nelle esperienze degli uomini, - scrive Giovanni Papini - ubriachezze, ebbrezze, pazzie, estasi di più gradi e nature. Tra quelle di origine terrestre – cioè tralasciando i rapimenti dei mistici e le illuminazioni dei beati – nessuna, forse, avvicina l’anima umana all’anima dell’universo quanto l’esaltazione totale che solleva una creatura sensibile in mezzo alla natura in fiore, in alto, vicino al cielo, in un tacito e solitario mattino di primavera.” (G.Papini, Figure umane, Vallecchi, Firenze 1940, p. 200)

 Alfredo Savini, Bambina con pecore (serie Sole ed ombra),
1897 ca., olio su tela, 116x150 cm, MAMbo

 Le saviniane creature sensibili non saranno forse immerse in simile condizione di panica osmosi, ma di certo, credo, ben sintonizzate con l’anima dell’universo.

 Alfredo, ci rivela la figlia Laura, amava conversare con i pescatori dell’amatissimo lago di Garda, con i genuini figli del popolo, in quanto portatori di una nobile ed austera dignità. “Signorilità e umiltà - ci dice - si fondevano assieme in lui che, schivo di onori, preferì vivere nell’ombra lontano dal fasto e dalla ricchezza, convinto che nella vita semplice consiste il vero valore dell’esistenza.”

Di lui, l’allievo Antonio Nardi, in una lettera scritta dopo la sua morte, ci lascerà un suggestivo quanto toccante ritratto, definendolo “maestro saggio” capace di aprire “l’intima vita degli spiriti”, come “il raggio tiepido, ma senza violenza, del sole, schiude i fiori e li colora delle più graziose sfumature”.

Insomma, la Mostra è un vero piccolo scrigno di scoperte e di gemme rare, curata con intelligenza e con gusto raffinato. Elegante nella veste grafica e ricco di sostanza contenutistica anche l’ottimo Catalogo a cura di Francesca Sinigaglia e Ilaria Chia.

 

 Alfredo Savini, Lavandaie, 1924, olio su tela,
110 x 92,5 cm, Fondazione Cariverona

NOTE

*Il Museo Ottocento di Bologna è patrocinato dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Bologna, ed è inoltre sostenuto da Confcommercio Ascom Bologna.

Il Museo persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale: tutela, conserva, valorizza e promuove fondi artistici, librari, archivistici e qualsiasi testimonianza che abbia valore di civiltà degli artisti felsinei facenti parte di correnti artistiche espresse appieno tra l’Ottocento e il Novecento, in un filone che può essere ricondotto in modo semplificativo ai cosiddetti “Ottocentisti”.

               

Titolo Mostra

Dinastia Savini Giacomo (1768-1842) Alfonso (1838-1908) Alfredo (1868-1924)

Città

Bologna

Sede

Museo Ottocento Bologna (Piazza San Michele)

Date

Dal 18/10/2024 al 05/05/2025

Artisti

Alfredo SaviniGiacomo SaviniAlfonso Savini

Curatori

Francesca SinigagliaIlaria Chia

Temi

OttocentoBolognaMuseo dell'Ottocento

 

L’attualità è piena di belle sorprese. I cronisti che ancora vanno a caccia di notizie sentono la responsabilità di diffonderle. Di recente abbiamo scritto che il web è diventato per gli italiani la fonte di informazione privilegiata e dentro questa macchina complessa e affascinante ci va tutto e il contrario di tutto. Per non venire schiacciati bisogna saper selezionare le notizie, intercettare le curiosità dei lettori e impossessarsene nel migliore dei modi. Il mondo è pieno di guerre e di brutalità compiute in nome di un Dio adorato in modi contrastanti e contorti. Sono notizie che trattiamo ad ogni ora del giorno. La religione aiuta, ma a volte ostacola anche il progresso. Scoprire come le due modalità si mostrano è coinvolgente per chi ama il racconto vero e immediato. Questa sera nella diocesi di Nola, cittadina di origini preistorica pochi chilometri da Napoli, lo psicoanalista Massimo Recalcati e monsignor Francesco Iannone, vicario della diocesi di Nola dialogheranno sul Concilio di Nicea del 325 d.C.. E’ un appuntamento dei “ Dialoghi in Cattedrale a 1700 anni dal Concilio di Nicea”, organizzati nell’anno del Giubileo di Papa Francesco. Cosa intriga il cronista a scriverne e a seguire il confronto? Il dialogo, una conversazione profonda intorno a eventi, date e circostanze che hanno avvicinato o allontanato gli uomini dalla Chiesa. E’ un evento italiano per l’autorevolezza dello psicanalista e per il bisogno che ha la Chiesa di  non chiudersi in posizioni dogmatiche. Il pensiero cristiano è segnato da  fenomeni di  accelerazione e di chiusura e dentro la storia della cristianità ci sono locuzioni, parole, che sono diventate patrimonio di milioni di uomini. Ogni giorno scriviamo o comunichiamo parole in forza delle quali si combattono guerre assurde. A Nicea nacque il termine consustanziale, per esprimere la fede in Gesù Cristo. La Chiesa nei secoli  ha reso il termine concreto e intrinseco alla religiosità. Certo, i cristiani che vanno in chiesa e seguono la liturgia non si dichiarano ogni giorno consustanziali a Cristo. Sarebbe anche banalizzare il termine. D’altronde non bisogna indebolire termini generati per sedimentare il magistero di Cristo.

Il confronto di stasera si annuncia suggestivo per tutta la Chiesa cattolica. Recalcati e monsignor Iannone, partiranno dal tema “Fissando lo sguardo su Gesù”. In quel Concilio fu concepita una parola- pietra miliare per la Chiesa. Per la prima volta per esprimere la fede nella divinità di Gesù, i padri usarono un termine che non apparteneva alla Bibbia, ma alla filosofia. Se ne discusse, il Concilio fu un incontro riuscito, un condensato di fede e cultura, valori giunti fino a noi. La cronaca usa le parole per raccontare avvenimenti che lacerano le coscienze ma dentro le quali ci sono anche segnali di pace.  Le parole vivono nel tempo e noi “siamo convinti che dall’ascolto reciproco di voci apparentemente così diverse può nascere una nuova passione, un desiderio rinnovato di impegno a favore dell’umano autentico, cui il Vangelo non è estraneo” ha detto monsignor Iannone. Il dialogo è il sistema migliore per capirsi.

March 26, 2025
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March 24, 2025
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March 16, 2025

March 13, 2025

Roberta Skerl riesce a scrivere un testo drammatico in cui ricrea magistralmente le stesse dinamiche di una famiglia che sembra presa dall'estrema periferia di Roma e trasportata sul palco.

Propone un dramma intenso, una sorta di versione pasoliniana moderna, che racconta una storia non diversa da quella di molte famiglie nascoste dietro le mura di una casa popolare.

Sfortuna, malattia, difficoltà economiche, incomprensione e solitudine portano allo svilimento questi esseri umani, che abbandonano ogni speranza o sogno e si lasciano andare ad una apatia mentale che finisce per annichilirli, oppressi da una realtà che li priva di ogni iniziativa atta a migliorare la propria esistenza.

Quello che viene portato sul palco, e che funziona così bene, è questa realtà  triste, disperata, dura, espressa da un’efficace, continua e monotona tristezza che spegne i protagonisti, che sopravvivono come naufraghi in balia delle proprie sventure, avvelenandosi mentre si cibano di rabbia, dolore e rassegnazione.

Sono anime perse che come mosche imprigionate in una stanza, sbattono contro il vetro dell’indifferente destino. 

Serena e Mirko sono due fratelli interpretati da Francesca Bruni Ercole e Gabriel Durastanti. Entrambi hanno sulle spalle il peso di una famiglia al limite e il fardello di un destino avverso. Lei, dopo aver vissuto un’esperienza tremenda, vive abbandonandosi agli eccessi alimentari, apatica e sempre e sdraiata su un divano. Oggi si direbbe che risponde ai canoni di una hikikomori. Non si prende cura di sé, non esce di casa, non parla con i familiari. Tristemente ipnotizzata davanti alla tv, segue il programma di un sedicente medico, il dottor Soltz, una figura più vicina ad un imbonitore televisivo, una sorta di motivatore truffatore interpretato da Pietro Becattini. Nelle sue trasmissioni vorrebbe convincere con il motto ridondante “Belive It!” (Credici!) che basta credere in qualcosa ardentemente perché si concretizzi. In realtà non sarebbe un consiglio erroneo, ma gli atteggiamenti e la personalità dell’uomo lasciano perplessi sul suo vero scopo.

Serena è l’immagine della dolcezza. Seppur non proferisca parola per tutto lo spettacolo, parla con gli occhi e con le sue espressioni tristi.  Spenta e apparentemente vuota, sembra un cristallo incrinato pronto a frantumarsi, si direbbe che viva in un mondo parallelo dove niente sembra sfiorarlo, neppure i consigli del dottore.

Anche il fratello, dietro l’atteggiamento scostante e duro, nasconde un trauma che ha rovinato lui  ma ha  trascinato anche la famiglia in una situazione drammatica. Con il suo migliore amico Tullio (Francesco Stella) tenta di dare una svolta alla sua vita, ma peggiora le cose scivolando con i suoi cari nel baratro.

Tullio si porta dietro una serie di drammi e fallimenti che condizionano lui e chi gli sta intorno. Seppur poco gradito, è diventato quasi un figlio adottivo della famiglia, con cui ha in comune la stessa sorte.

Lorenza Guerrieri è Elvira, una nonna dal cuore grande, amabile, acciaccata dagli anni e dalla vita difficile. Una bella figura, direi stupenda, profonda e sensibile, che cerca inutilmente di essere l’ago della bilancia nelle controversie e dispute familiari e riesce sempre a mettere una buona parola.

Alessandro Salvatori e Veronica Milaneschi sono Elia e Sara, una coppia che vive il peso di un grande senso di colpa. Lui, malato e disoccupato, è ormai mantenuto dalla povera moglie che si distrugge di lavoro. Insieme sono qualcosa di tragicamente sublime, il dramma fatto persona. Le loro dinamiche lasciano ammutoliti, guardandoli si sente un grosso peso sullo stomaco e ci si sente a disagio.

La storia è bella, intensa, pesante e opprimente, e di tanto in tanto si intravede un flebile bagliore, una speranza, forse avvertito più dallo spettatore che dai protagonisti. Si spera che accada qualcosa di positivo a cambiare le sorti di questa sventurata famiglia.

Ad intermittenza riappare la figura del dottor Soltz che spezza e allevia il dramma, o almeno ci prova. Non mancano momenti ironici che strappano qualche risata, come le battute ed esternazioni molto spontanee che sentiremmo nella vita reale e che danno respiro al dramma, fino all’epilogo intelligente, che non so se possa definirsi lieto fine tanto è realistico e vero.

Tirando le somme, “Belive It!” è una tragi-commedia che parla di sogni infranti e irrealizzati, di speranze soffocate, di vita vera ed immaginata.

 

Il cast

La coppia Veronica Alessandro è straordinaria, per quanto terribilmente drammatica. Sono intensi, dolci, romantici, profondi ed angoscianti. Commuovono e colpiscono.

Bellissima la figura della nonna interpretata da Lorenza, i cui atteggiamenti, movenze e la voce roca fanno venire i brividi, così come l'intensità dei sentimenti che mostra quasi in punta dei piedi. La sua presenza è  fondamentale anche quando si pone al margine di una situazione. Dona completezza grazie alla sua forte presenza scenica.

Serena, nonostante possa sembrare un soprammobile, è viva e ricca di espressività. La sua non presenza diviene ingombrante quanto un macigno, così come i suoi non detti, che sembrano riuscire a parlare pur senza proferire parola. Deliziosa.

Gabriel e Francesco interpretano in modo realistico le loro dinamiche accese e penetranti, come i loro toccanti sfoghi.

Pietro sembra un piccolo diavoletto, una figura buffa ma anche perversa e fastidiosa. Spezza le scene con i suoi interventi inducendo la riflessione su quanto alcune figure televisive siano dannose per le menti fragili. Istrionico.

Infine la dolcissima Francesca, che farà un'apparizione fugace sul finale come speaker per dare una notizia che chiuderà la storia, rubando un liberatorio sorriso finale.

Una bella e drammatica storia interpretata da un cast che ha saputo donare la giusta intensità e lasciare lo spettatore sulle spine fino all’ultimo.

 

 

Teatro 7   “Belive It!”  -Credici-

Di Roberta Skerl Regia di Vanessa Gasbarri

Con Alessandro Salvatori, Veronica Milaneschi Pietro Becattini, Francesca  Bruni Ercole, Gabriel Durastanti, Francesco Stella e Lorenza Guerrieri

Aiuto Regia Maria Francesca Galasso, Musiche Momo

 

 

 

March 09, 2025

VIDEO

 

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centodiciannovesimo notiziario settimanale di lunedì 10 marzo 2025 degli italiani di Russia. A Mosca fa inusualmente caldo, più dodici, che, a fronte dei più venti a Roma, è davvero tanto, considerando che siamo più o meno alla latitudine di Copenaghen, o di Edimburgo. Buon ascolto e buona visione.

* Alcuni passaggi tratti dall’intervista della holding mediatica “Krasnaja zvezda” a Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, 2 marzo 2025.

* Mia intervista al portale 360 del 5 marzo 2025.

* Dall'intervista a Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, a Visione TV (3 marzo 2025)

* Dalla Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in merito alle affermazioni del Presidente della Francia Emmanuel Macron

* Commento dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia nell'ambito dei piani di Francia e Regno Unito di dispiegare sul territorio ucraino le cosiddette “forze di pace”.

* Dalle risposte di Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, alle domande del “Corriere della Sera”, 7 marzo 2025

* Mia intervista a Cusano Radio del 5 marzo 2025

* Un po’ in ritardo, ma buon anno, è troppo carina, un inno alla vita!

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

https://rutube.ru/video/c3fa9367641921f5b2d64728a71415ae

Data e luogo annunciati in modo entusiasta. Ma non poteva essere diversamente per un beniamino della città e poi dell’Italia. Il 19 marzo in Piazza del Gesù a Napoli ci sarà il grande concerto in onore di Pino Daniele, a dieci anni dalla morte. Un concerto evento che ricorda l’artista, il “mascalzone latino”, dalle mille sfumature musicali, che riunirà nella piazza della sua giovinezza, artisti conosciuti in tutto il mondo. Nomi come Tullio De Piscopo, Mario Biondi, Antonio Annona, Tony Cercola, Enzo Gragnaniello, Michele Zarrillo, 99 Posse si esibiranno per celebrare uno di loro, apprezzato in decine di concerti e autore di 21 Cd. Il concerto è parte del progetto  “Je Sto Vicino a Te Forever”, ideato e curato da Nello Daniele, fratello di Pino. La serata è stata presentata dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che promuovono l’evento insieme a sponsor tecnici. La Rai riprenderà l’evento e lo trasmetterà successivamente. Pino Daniele evoca passioni, sentimenti, storia, legati fortemente alla sua città.
La sua forza artistica, ancora a dieci anni dalla morte, è richiamo per aziende e sponsor che condividono scelte economiche per la città. E' un bene. La SumUp, per esempio, società attiva nel settore dei pagamenti digitali, è main sponsor del progetto “Je Sto Vicino a Te Forever”. Napoli è sicuramente una piazza dove le opportunità per le piccole industrie hanno bisogno di sostegno. Il panorama è fatto di piccole e grandi attività che si stanno digitalizzando e molte altre si stanno sviluppando. Gli eventi pubblici sono la proiezione di interessi commerciali, apprezzati. “Per noi supportare l’imprenditoria locale significa essere vicini all’identità e ai valori di un territorio – spiega Umberto Zola, Responsabile Online Sales di SumUp”. “L’omaggio musicale a Pino Daniele, uno dei più grandi cantautori partenopei, è utile per consolidare il legame con la comunità locale".

Il concerto è stato presentato come un ritorno simbolico alle radici dell’arte di Pino Daniele. Un’arte ispirata dal quotidiano, dalla ricchezza di una città che anche nei momenti difficili sa trovare dentro le energie per non soggiacere. Pino Daniele l’ha indagata in silenzio per trascriverne luci e ombre in canzoni che hanno conquistato milioni di fan. Una grande parte è già pronta per il 19 marzo. Se lo Aspettavano

Data e luogo annunciati in modo entusiasta. Ma non poteva essere diversamente per un beniamino della città e poi dell’Italia. Il 19 marzo in Piazza del Gesù a Napoli ci sarà il grande concerto in onore di Pino Daniele, a dieci anni dalla morte. Un concerto evento che ricorda l’artista, il “mascalzone latino”, dalle mille sfumature musicali, che riunirà nella piazza della sua giovinezza, artisti conosciuti in tutto il mondo. Nomi come Tullio De Piscopo, Mario Biondi, Antonio Annona, Tony Cercola, Enzo Gragnaniello, Michele Zarrillo, 99 Posse si esibiranno per celebrare uno di loro, apprezzato in decine di concerti e autore di 21 Cd. Il concerto è parte del progetto  “Je Sto Vicino a Te Forever”, ideato e curato da Nello Daniele, fratello di Pino. La serata è stata presentata dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che promuovono l’evento insieme a sponsor tecnici. La Rai riprenderà l’evento e lo trasmetterà successivamente. Pino Daniele evoca passioni, sentimenti, storia, legati fortemente alla sua città.
La sua forza artistica, ancora a dieci anni dalla morte, è richiamo per aziende e sponsor che condividono scelte economiche per la città. E' un bene. La SumUp, per esempio, società attiva nel settore dei pagamenti digitali, è main sponsor del progetto “Je Sto Vicino a Te Forever”. Napoli è sicuramente una piazza dove le opportunità per le piccole industrie hanno bisogno di sostegno. Il panorama è fatto di piccole e grandi attività che si stanno digitalizzando e molte altre si stanno sviluppando. Gli eventi pubblici sono la proiezione di interessi commerciali, apprezzati. “Per noi supportare l’imprenditoria locale significa essere vicini all’identità e ai valori di un territorio – spiega Umberto Zola, Responsabile Online Sales di SumUp”. “L’omaggio musicale a Pino Daniele, uno dei più grandi cantautori partenopei, è utile per consolidare il legame con la comunità locale".

Il concerto è stato presentato come un ritorno simbolico alle radici dell’arte di Pino Daniele. Un’arte ispirata dal quotidiano, dalla ricchezza di una città che anche nei momenti difficili sa trovare dentro le energie per non soggiacere. Pino Daniele l’ha indagata in silenzio per trascriverne luci e ombre in canzoni che hanno conquistato milioni di fan. Una grande parte è già pronta per il 19 marzo. Se lo Aspettavano

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