L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
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Roma, DICEMBRE - Non si ferma il 'volo' di 'Ancora volano le farfalle', il film di Joseph Nenci tratto dal libro 'Vivere volando' di Giorgia Righi, la storia di una giovane ragazza affetta da Atassia di Friedrich, una malattia degenerativa molto rara. Sale ancora piene, come accaduto l'altro giorno al cinema Astra di Pesaro. E presto la pellicola tornerà a Roma.
In un 'viaggio emozionale' alla ricerca di coraggio e speranza per una vita piena di 'sfide', il racconto fa conoscere agli spettatori Giorgia, la 'ragazza delle farfalle'. "Non so dove stia andando, nemmeno in che luogo mi trovi ora, ma mi sento leggera e libera come non mi sono mai sentita prima. Volo" sono le parole utilizzate dall'autrice del libro, pubblicato da Letteratura Alternativa. Un'opera che fa sognare e cattura il pubblico per la sua empatica bellezza.
Prendi la mia mano.
Cammineremo.
Semplicemente cammineremo.
Ci godremo il camminare
Senza pensare di arrivare da nessuna parte.
Cammina serenamente.
Cammina gioiosamente.
La nostra è una camminata di pace.
E’ una camminata di felicità.
THICH NHAT HANH
Innumerevoli sono i doni lasciateci dal pensiero e dall’insegnamento del Maestro Zen vietnamita Thich Nhat Hanh. Alla base di tutti, credo sia possibile individuare un fondamentale minimo comun denominatore:
la volontà di travasare, nell’alienata ed alienante vita quotidiana del mondo contemporaneo, i grandi tesori della spiritualità buddhista, in maniera semplificata e laicizzata, rendendoli, perciò, più facilmente comprensibili e condivisibili.
In questo modo, benché tutta la vera anima del suo pensiero sia indissolubilmente connessa con la migliore tradizione buddhista, è riuscito a proporci un’etica ed una prassi educativa di universale respiro, volte a superare la visione di noi stessi come enti separati dagli altri individui e dall’intera realtà, e riuscendo così a farsi comprendere ed amare anche da chi si riconosce in altre esperienze religiose, nonché da chi si dichiara agnostico o ateo.
Thich Nhat Hanh (Thay per i suoi seguaci ed amici) è conosciuto, in particolar modo, per le pratiche di meditazione introdotte e diffuse nel mondo occidentale, oggi adottate (anche se non sempre in maniera adeguata) da un numero sempre crescente di persone alla ricerca di un maggiore equilibrio interiore e di una maggiore armonia psicofisica.
THICH NHAT HANH |
Il grande monaco vietnamita iniziò a proporre insegnamenti in Occidente già all’inizio degli anni Settanta: fondamentale risultò l’apparizione di un suo libro nel 1975, intitolato The Miracle of Mindfulness (pubblicato poi in Italia da Ubaldini-Astrolabio, con il titolo di Il miracolo della presenza mentale), nel quale venivano presentate nuove pratiche meditative da lui sviluppate. Fra di esse, una che è stata accolta con favore da molti occidentali avvicinatisi al suo pensiero è la Meditazione camminata.
“Questa particolare modalità meditativa (forse la pratica che meglio incarna l’intima poesia e la delicata mitezza dell’animo dello straordinario maestro zen) è nata dalla constatazione che, nella nostra vita quotidiana, siamo prevalentemente dominati dall’”abitudine di correre”: “Ricerchiamo la pace, il successo, l’amore – sempre di corsa – e i nostri passi sono uno dei mezzi con i quali scappiamo dal momento presente.”
Ma la vita e la pace sono disponibili soltanto nel momento presente.
“Per quelli come noi – ci spiega Thay – che hanno l’abitudine di correre sempre, fare un passo smettendo di correre è una rivoluzione.” E la pace diventa disponibile se saremo in grado di entrare in contatto con la Terra, toccandola con i piedi “con molta dolcezza e felicità”, riuscendo ad immergerci a fondo nel qui e ora.
La meditazione camminata (da praticare non soltanto nei parchi e in luoghi isolati, ma anche nel trambusto delle grandi città, in casa, al lavoro, ecc.) è proposta come una vera forma di “resistenza” nei confronti di un intero sistema di vita collettiva imperniato sul correre frenetico e alienante in vista di innumerevoli obiettivi fuori e lontani da noi. Come un modo per “recuperare la nostra sovranità su noi stessi, rivendicare la nostra libertà e camminare sulla Terra da persone libere.”
Ogni nostro passo (compiuto da soli o con altri meditanti) può trasformarsi, quindi, in un atto di resistenza, anzi in un atto di vera liberazione: si cammina per camminare, non per arrivare, per “godere di camminare”, per godere del fatto che ogni passo ci avvicina sempre più alla nostra vera casa, quella del qui e ora.
Ognuno di noi, camminando su questa Terra, in “consapevolezza, concentrazione e visione profonda”, è in grado di compiere uno straordinario “miracolo”, quello di “diventare pienamente vivo e rendere possibili la gioia e la felicità” ” *
In questa prospettiva, nella mattinata di sabato scorso 30 novembre, nel cuore di Villa Borghese (Roma) si è svolta una Meditazione Camminata Internazionale sul tema “Entrare in contatto con la semplicità”, a cui hanno aderito diverse decine di persone, in contatto spirituale con innumerevoli altri partecipanti presenti in almeno altre 56 città di altri 21 Paesi, da Amsterdam a Bogotà, da Parigi a Vienna e Phnom Phen.**
In questo tipo di esperienze, ogni passo è destinato a trasformarsi in un vero e proprio liberatorio atto di ribellione e noncollaborazione nei confronti di un sistema reificante e mercificante che ci rapina del nostro tempo, della nostra capacità di empatizzare con il nostro prossimo e con le infinite manifestazioni della Vita.
Indubbiamente efficace per illustrare lo spirito che pervade simili iniziative è la poesia del nostro monaco intitolata “Contemplazioni sulla semplicità”.
CONTEMPLAZIONI SULLA SEMPLICITÀ
Che io possa rendermi conto che nella mia vita ci sono già condizioni più che sufficienti per essere felice.
Che io possa paragonarmi meno agli altri e trovare la mia misura.
Che io possa semplicemente camminare, lasciando che preoccupazioni e paure si calmino.
Che io possa imparare a lasciar andare le mie richieste e aspettative.
Che io possa entrare in contatto con la gioia e la libertà di una vita semplice scelta da me stesso.
Che io possa lasciare andare le cose inutili e liberarmi dal bagaglio interiore.
Che io possa sperimentare la gioia di dare senza aspettative.
Che io possa dimorare semplicemente e felicemente nel momento presente, notando che non c’è nulla che io debba fare.
Che io possa invitare le persone che raramente sono soddisfatte a unirsi a me nello spirito durante la camminata.
Che tutti gli esseri siano felici.
NOTE
*Roberto Fantini e Cesare Maramici, THICH NHAT HANH UN SENTIERO TRA LE STELLE, Edizioni Efesto, Roma 2024, pp. 34-5.
**Le meditazioni camminate internazionali sono organizzate da sangha e gruppi Wake Up nella tradizione di Thich Nhat Hanh, dall’Ordine dell’Interessere e da gruppi locali del Network for Mindful Business, spesso in collaborazione con altri gruppi locali che amano la meditazione camminata e sono ispirati dal tema.
Gian Paolo Pucciarelli, filosofo scrittore e documentarista, è deceduto nei giorni scorsi.
Gian Paolo Pucciarelli (a sin.) |
Gli amici Giorgio Romano Vitali e Virgilio Violo hanno già dialogato pubblicamente in sua memoria.
Lo ricordo con questo suo intervento di anni fa in dialogo con Ubaldo Croce, dove spiega bene i meccanismi di creazione delle crisi e dei conflitti dal punto di vista storico.
Pucciarelli aveva dato alle stampe due decadi fa un libro che preconizzava i tempi - "Dominio" con lo pseudonimo di Jean Prassard, anno 2002 - e "Pandemia" pochi anni fa, denunciando lo strapotere delle multinazionali del farmaco e della alta finanza, i gruppi di potere lobbistici e affaristici e anche di matrice religiosa, con cui direzionano la storia occulta che governa il mondo nei rapporti socio-economici e internazionali, attraverso una studiata manipolazione a tavolino della società a tutti i suoi livelli (celebre il suo saggio, controverso e dibattito, dal titolo "Segreto Novecento", pubblicato nel 2014), creando nuove disuguaglianze sociali, l'impoverimento delle nazioni e dei tessuti sociali, e le premesse per nuove guerre.
Ha debuttato il 23 novembre alla Casa del Cinema in Roma il docufilm di Esther Barroso Sosa, nell’ambito della XII Mostra del Cinema Iberoamericano - promosso dall’Istituto Cervantes e prodotto da Cubavision. Protagonista la cantante e compositrice italo-cubana Monica Marziota, autrice anche della colonna sonora: “Se la vita fosse un libro”. In una sala pienissima e dentro un sacrale silenzio le immagini hanno aleggiato riportandoci poetici scorci di Roma, Sanremo e L’Avana. Filo conduttore le lettere magicamente scritte da Calvino che, una dietro l’altra, raggiungono la protagonista. Poesia e letteratura che si fanno cinema mentre sposano la musica, questi gli ingredienti che compongono l’ omaggio inusitato a Calvino. Cosa lega Calvino alla splendida protagonista Monica Marziota? Cuba e Santiago de las Vegas mentre realtà e immaginazione s’intrecciano sapientemente; mentre mondi e generazioni incontrano sostanze simili e le chimiche moltiplicano la creatività.
E così conosciamo Calvino da un intrigante nuovo aggraziato punto di vista. Camminando sui suoi passi in terra di Cuba, tra i luoghi e le persone che ha frequentato. Esiste, dunque, un surplus di meraviglia che sa far lievitare e fare più grande ciò che definiamo poesia, ciò che chiamiamo letteratura, ciò che è il cinema e i suoni della musica. C’è un surplus di meraviglia in input-output allorché le immagini vengono impastate con la sostanza del cuore! E’ la maniera raffinata di scrivere in immagini un documentario-film che ha conferito alla letteratura, alla musica e al cinema stesso un altro importante metodo, in verità più che di metodo, forse è più corretto parlare di ricetta che ha utilizzato qualcosa di assoluto, la sostanza urgente e preziosa che surclassa tutto il tecnicismo del mondo, anche quello ancora da venire, e la protagonista possiede quella sostanza.
Monica Marziota, infatti, trasmette un tasso d’empatia ed una qualità empatica che -frammista a quella Sua personalissima componente emozionale- la fa nobile, talchè nobilita la pellicola e consente alle immagini di profondersi con una semplicità destabilizzante ed estasiante insieme! Quel suo camminare dentro i luoghi, lungo le strade, dentro le citta’, quel toccare le pagine, l’adagiare le note sui pentagrammi mentre il suo piccolo bambino emette le prime sillabe e sgambetta nella carrozzina, quel camminare dentro la vita dello scrittore, dentro la scrittura, e dentro la scrittura di un grande della scrittura, quel camminare elegante alla scoperta e, soprattutto, quel “ricevere”, il saper ricevere intimo, il saper leggere il ricevere e riceverlo intimamente, il generoso ricevere, il rispettoso ricevere QUELLE LETTERE! Lettere e ricevere che vanno finanche molto oltre quello che mostra la fabula cinematografica e la magistralità della regista, sto parlando del ricevere la vita e farsene carico, meravigliosamente; accogliere il fatto della vita e “ricercare” per saperla, per capirla, per farne tesoro nel mentre le cammina dentro… perché è quel camminare che serve a sapere di più e meglio.
Camminare nella vita! Camminare nelle altre vite e continuare a camminare anche dopo che la storia ha esaurito i fatti che l’hanno fatta “essere”. Camminare dentro le parole e i gesti con rispetto e consapevolezza profondissimi. Il gioiello più prezioso del docufilm? E’ l’aver incastonato, centellinato, qua e la’, con sapiente dosaggio, la madre: il seno originario, una delle terre della sua origine - la stessa del Calvino narrato - perché Monica Marziota non interpreta un personaggio, assolutamente no, Monica Marziota è Monica Marziota, è se stessa nel film come nella vita; lei che incastona il frutto di Monica-donna-madre, Agostino, e incastona il compagno di Monica-donna-sposa: Michele, il Michele che lascia sulla pellicola e rinvia al pubblico e alla storia una frase, un’importantissima piccolissima domanda: come stai? Rivolta a Monica. E’ il compagno di vita che chiede alla sua compagna di vita: come stai? Prova di consapevolezza del camminare di Monica, e nello stesso tempo del suo esserci e dell’esserci stato sempre vicino a Lei, pur a migliaia di km di distanza; prova di consapevolezza del camminare di Monica dentro la vita, dentro la parola, la letteratura, la citta’, la strada, il mondo da cui Monica, a sua volta, non ha escluso, non ha lasciato fuori nessuno. C’è una rituale intensa spiritualità in questa pellicola e mi piace finanche usare questo materico artistico termine: pellicola…sa di epidermicità. Di sensibilità più autentica e concreta, finanche tattile, e ci serve anche questo per comprendere di più Calvino, il suo essere nato a Cuba e aver compiuto la magia…le lettere spedite da chissà dove ma nella certezza che sarebbero arrivate proprio in quella cassetta postale, la cassetta di Monica Marziota… nata in terra cubana come Lui.
La cerimonia del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria, dedicata alle opere di saggistica, ha consacrato il vincitore della sezione: Marco Ansaldo con il libro La marcia turca. Istanbul crocevia del mondo (Marsilio), seguito da Giorgio Fornoni, vice-presidente della Free lance international press con l’opera Putinstan. Come la Russia è diventata uno stato
Giorgio Fornoni |
canaglia (Chiarelettere) e da Enrica Garzilli con l’opera Mussolini e Oriente (Utet).
Sono stati inoltre consegnati al dott. Gian Carlo Caselli il Premio alla Carriera e i Gran Trofei al prof. Riccardo Campa per il saggio L’epopea delle incertezze (Carrocci) e alla dott.ssa Marilena Rossi, responsabile della Narrativa Italiana Mondadori, per l’opera Ogni storia d’amore è una fine, firmata da Aura Cenni e Lorenzo Donati (pseudonimi di due famosi scrittori che hanno scelto l’anonimato).
La cerimonia è stata moderata dal giornalista, saggista e scrittore Mauro Mazza. Tra i partecipanti: Paola Monzardo, Carlo Sburlati, Marino Magliani, Matteo Moraglia, Marco Mauro, Francesco De Nicola, Mauro Grondona e Marzia Taruffi.
Il premio, intitolato a Antonio Semeria, illustre sanremese e Presidente del Casinò negli anni ’80, è stato istituito per celebrare personalità e opere che mantengono viva la tradizione culturale della Casa da Gioco, promuovendo i valori di salotto letterario e centro ludico.
Io conobbi il giornalista Giulietto Chiesa di persona nel giugno 2006, a Venezia.
Nel dicembre 2017 per un soffio non parlammo insieme a Treviso in occasione delle discriminazioni sociali e scolastiche introdotte dal Decreto Lorenzin, poi Legge 119/2017: un convegno sulla libertà di scelta terapeutica e le vaccinazioni al quale fummo invitati entrambi, ma dove lui all'ultimo momento non pote' partecipare per sopraggiunti impegni.
Nel maggio 2015 rividi Giulietto Chiesa a Buja (in provincia di Udine), durante una conferenza, senza avere occasione di parlargli di nuovo.
Rimasi molto turbato sentendo quello che raccontò, di come seppe spiegare lucidamente - e con sincera preoccupazione e notevole lungimiranza - quanto stava accadendo allora a livello internazionale: la guerra civile in corso in Ucraina dal 2014, la destabilizzazione in Europa eterodiretta da oltreoceano ecc.. ecc..
La crescente demonizzazione della società russa e della Federazione Russa, posta in un mirino e accerchiata dallo sconsiderato allargamento della NATO ad est.
Tratteggiò un possibile futuro fosco e conflittuale per l'Europa e il mondo intero in cui Stati Uniti da una parte, e Cina e Russia dall'altra si sarebbero affrontati in uno scontro strategico militare, assieme ai rispettivi alleati.
Mise in guardia la platea, si appello' alla cittadinanza perché sensibilizzasse chi di dovere perché l'Italia e l'Europa come insieme di nazioni uscissero da questa trappola e coinvolgimento in una futura guerra mondiale, che se nel 2015 sembrava lontana, oggi è molto più vicina.
Non è stato capito né dalle moltitudini né dai media mainstream.
Ha fatto breccia in poche coscienze e in pochi gruppi di comitati e associazioni.
VIDEO |
Giulietto Chiesa aveva dei difetti come uomo e come li hanno tutti, non era perfetto, ma negli ultimi anni della sua vita si era speso perché le persone aprissero gli occhi su chi manipola da dietro le quinte gli Stati, le istituzioni e gli ignari cittadini.
Ha difeso valori universali e il significato più autentico della società liberale, repubblicana democratica, vicina a quei diritti naturali e fondamentali che vengono prima di ogni diritto positivo e prima di ogni Stato.
Ogni tanto nutro una flebile speranza che gli italiani e le italiane un giorno si destino dal sonno della ragione, dell'immobilismo e dalla indifferenza profonda in cui la maggioranza vive, e protestino, civilmente ma con fermezza, contro la strumentalizzazione e la propaganda a senso unico che vuole precipitare noi, i nostri figli e i nostri cari in un inferno che è lontano dalla nostra immaginazione: un possibile scenario futuro di guerra fatto di stenti, malattie, carestie.
Possa quanto più di caro abbiamo nella vita, illuminarci e bussare alle coscienze - se ne hanno ancora una - dei tanti dirigenti e decisori politici e militari del mondo, prima che sia troppo tardi.
Io conobbi il giornalista Giulietto Chiesa di persona nel giugno 2006, a Venezia.
Nel dicembre 2017 per un soffio non parlammo insieme a Treviso in occasione delle discriminazioni sociali e scolastiche introdotte dal Decreto Lorenzin, poi Legge 119/2017: un convegno sulla libertà di scelta terapeutica e le vaccinazioni al quale fummo invitati entrambi, ma dove lui all'ultimo momento non pote' partecipare per sopraggiunti impegni.
Nel maggio 2015 rividi Giulietto Chiesa a Buja (in provincia di Udine), durante una conferenza, senza avere occasione di parlargli di nuovo.
Rimasi molto turbato sentendo quello che raccontò, di come seppe spiegare lucidamente - e con sincera preoccupazione e notevole lungimiranza - quanto stava accadendo allora a livello internazionale: la guerra civile in corso in Ucraina dal 2014, la destabilizzazione in Europa eterodiretta da oltreoceano ecc.. ecc..
La crescente demonizzazione della società russa e della Federazione Russa, posta in un mirino e accerchiata dallo sconsiderato allargamento della NATO ad est.
Tratteggiò un possibile futuro fosco e conflittuale per l'Europa e il mondo intero in cui Stati Uniti da una parte, e Cina e Russia dall'altra si sarebbero affrontati in uno scontro strategico militare, assieme ai rispettivi alleati.
Mise in guardia la platea, si appello' alla cittadinanza perché sensibilizzasse chi di dovere perché l'Italia e l'Europa come insieme di nazioni uscissero da questa trappola e coinvolgimento in una futura guerra mondiale, che se nel 2015 sembrava lontana, oggi è molto più vicina.
Non è stato capito né dalle moltitudini né dai media mainstream.
Ha fatto breccia in poche coscienze e in pochi gruppi di comitati e associazioni.
Giulietto Chiesa aveva dei difetti come uomo e come li hanno tutti, non era perfetto, ma negli ultimi anni della sua vita si era speso perché le persone aprissero gli occhi su chi manipola da dietro le quinte gli Stati, le istituzioni e gli ignari cittadini.
Ha difeso valori universali e il significato più autentico della società liberale, repubblicana democratica, vicina a quei diritti naturali e fondamentali che vengono prima di ogni diritto positivo e prima di ogni Stato.
Ogni tanto nutro una flebile speranza che gli italiani e le italiane un giorno si destino dal sonno della ragione, dell'immobilismo e dalla indifferenza profonda in cui la maggioranza vive, e protestino, civilmente ma con fermezza, contro la strumentalizzazione e la propaganda a senso unico che vuole precipitare noi, i nostri figli e i nostri cari in un inferno che è lontano dalla nostra immaginazione: un possibile scenario futuro di guerra fatto di stenti, malattie, carestie.
Possa quanto più di caro abbiamo nella vita, illuminarci e bussare alle coscienze - se ne hanno ancora una - dei tanti dirigenti e decisori politici e militari del mondo, prima che sia troppo tardi.
Da Mosca, Mark Bernardini. Centotreesimo notiziario settimanale di lunedì 18 novembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* I genovesi hanno manifestato a sostegno dei giornalisti Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi, chiedendo anche lo scioglimento del Partito Democratico, perché “non serve gli interessi dell’Italia e degli italiani, ma della NATO e di Zelenskij”.
* Il messaggio che la Cancelleria tedesca ha diffuso in seguito alla conversazione di Scholz con Putin dice che ha condannato l’aggressione russa e che la Germania resterà al fianco dell’Ucraina finché sarà necessario.
* 91 anni fa, furono stabilite le relazioni diplomatiche tra l’URSS e gli Stati Uniti. Questa data divenne il “punto di partenza” nella storia delle relazioni tra le due superpotenze.
* Visto che questa settimana siamo in aria di reminiscenze storiche, eccovi un filmato sovietico del 1937, la guerra era di là da venire. La canzone è dedicata alla città di Mosca e al 1° Maggio. Non stupitevi dei sottotitoli in cinese, è stato recentemente trasmesso dalla loro televisione di Stato.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
Prelibatezze |
A due passi dal confine con la Slovenia da sempre a difesa della tradizione goriziana.
La Subida della Famiglia Sirk è proposta di ospitalità, ristoro, relax ed esperienza nel Collio.
Prelibatezze |
Una realtà che comprende il ristorante Trattoria al Cacciatore – stella Michelin dal 2007 riconfermata nell’edizione 2024 della Guida Michelin – e l’Osteria la Preda de La Subida, dove si mangia quotidiano, all’insegna della tradizione. Le ho provate tutte e due nel settembre di quest’anno.
Trattoria il Cacciatore, radici contemporanee, la tradizione proiettata nel futuro.
La storia del ristorante Trattoria al Cacciatore è iniziata negli anni ‘80 con Josko Sirk e la moglie Loredana, che decisero di trasformare l’osteria di famiglia in un punto di riferimento gastronomico del territorio.
Negli anni il locale si è trasformato, a piccoli passi, con l’aggiunta di contemporaneità e tecnica in cucina – grazie all’arrivo dello chef Alessandro Gavagna – ed ha maturato uno stile personale nella gestione della sala, contraddistinto da cura dei dettagli, garbo e calore nell’accoglienza grazie alla gestione di Tanja e Mitja Sirk.
Un ghiotto percorso che, a seconda della stagione, fa conoscere sapori inusuali ed ingredienti particolari.
La mia scelta:
Dadolata di Cervo. Curatissima carne di cervo. L’insalata di finocchio ed il finocchietto selvatico.
Le Zucchine ed i Fiori di Sambuco. Bocconcino di zucchine, gradevolmente croccante, in sciroppo di fiori di sambuco. Anelli di cipolla dorati.
I Girini, Briciole di Pasta Buttata. I fiori di zucca, le zucchine ed i primi porcini.
I Sapori del Golfo durante il G8 di Trieste. Caserecci di sorgo e le verdure di stagione. Le fave ed il profumo di alici.
Vini particolari |
La Faraona Porchettata. Petto di faraona arrotolato e grigliato, insalatina di cetrioli ed il fresco del kefir.
Il Sorbetto e l’Aceto di Casa Sirk.
Il Cervo dell’Imperatore. Lombo di cervo affumicato e alla griglia, le melanzane alla menta ed i frutti rossi.
E per finire Le Dolci Proposte della Cucina
Osteria La Preda |
Il giorno dopo, a pranzo, presso l’Osteria la Preda de La Subida dove vari spuntini sposati a buon calici mi hanno ricordato le soste dei cacciatori dopo la “battuta”.
Trattoria il Cacciatore, Osteria la Preda de la Subida, è trovare il tempo per sognare, i sentieri che portano alle stelle. Chapea!!!
La Subida
Via Subida, 52,
Cormòns (Gorizia) Italia
Telefono +39 0481 60531
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15 Novembre, a Roma, presso la Casa Russa di piazza Benedetto Cairoli, nella splendida cornice del salone affrescato nel secondo quarto del Seicento dagli artisti bolognesi in Palazzo Santacroce, si è svolta, organizzata dal Salotto Letterario e Musicale della Casa Russa in Roma, a cura di Elena Sotnikova, la presentazione della raccolta poetica di Natalia Stepanova: “La compagnia delle oche”, edizioni Matteo Chiavarone Ensemble. L' evento ha avuto il patrocinio dalla Casa Russa in Roma; F.U.I.S e il Salotto Letterario Tevere.
Natalia Stepanova con Virgilio Violo |
Serata bellissima, perfettamente organizzata nei tempi e nel ritmo, scandita da letture, messaggi, dagli interventi critici di Antonella Rizzo e Flaminia Cruciani e intermezzi musicali per pianoforte (Giuseppe Rossi) e voce (straordinaria la soprano Elizaveta Smirnova con le “Chansons d’été » di Berlioz). Letture dell’attrice Natalia Smirnova.
Tra gli ospiti presenti: il Vice Parroco di Santa Caterina Grande Martire d’Alessandria, chiesa ortodossa russa in Roma, padre Alessio ( Maksimov), poeta. Il parroco di San Nicola Taumaturgo, chiesa ortodossa russa in Roma, padre Sergej ( Volkov), Il Presidente della Free Lance International Press Virgilio Violo, la Presidentessa del Premio Internazionale Pushkin di Roma, elegantissima Yulia Bazarova e la Principessa Elena Borghese. Presenti alla serata i poeti e amici dell’autrice: Furio Durando, Letizia Leone, Tiziana Marini, Alessandro dell’Olio, Il noto e apprezzato pittore Igor Ladojanin.
Secondo la tradizione del salotto letterario musicale della Casa Russa alcuni partecipanti, tra il numeroso e attento pubblico, hanno letto al microfono delle brevissime poesie della raccolta. Un’ atmosfera magica e avvolgente, in un luogo speciale come la Casa Russa nel Palazzo Santacroce, un prezioso gioiello nel cuore di Roma.
A conclusione è stato offerto un aperitivo dalle amiche della poetessa, Inna Korol e Tamara Sedikova.
In data 14 novembre 2024 l'Avv. Ornella Bertarini del Foro di Milano - a cui va comunque il nostro ringraziamento per la passione e la deontologia dimostrata - ci ha informati che anche la Procura della Repubblica di Milano, dopo quella di Sondrio, ha deciso di non dare seguito di indagine al corposo esposto-denuncia che un gruppo di cittadini di Sondrio e Milano provincia avevano chiesto di depositare per avere giustizia, per tutti gli italiani (compresi coloro che si sono vaccinati, in buona fede o sotto ricatto da parte del potere autoritativo dello Stato).
Dopo Sondrio anche la Procura della Repubblica di Milano ha deciso dunque di autoarchiviare a modello K/45 il nostro esposto-denuncia che già depositammo noi cittadini in Friuli Venezia Giulia nell'aprile 2022, tramite il nostro avvocato di fiducia Avv. Michele Rodaro del Foro di Udine.
A differenza di Sondrio e Milano, la Procura della Repubblica di Udine si dimostrò sensibile allora e aprì un procedimento penale che fu trasferito a Roma per competenza territoriale.
Purtroppo dopo pochi mesi il PM titolare delle indagini di Roma chiese la archiviazione: ci opponemmo ma il GIP confermò la archiviazione.
Se cittadini e associazioni di tutta Italia avessero investito tempo ed energia (i documenti in allegato alla circostanziata denuncia da noi preparata dimostrano in modo chiaro come la pandemia COVID-19 sia stata costruita dalle istituzioni nazionali ed internazionali su premesse fallaci e menzognere) depositando in altre procure d'Italia, forse in qualche altra città - analogamente a quanto accaduto a Udine - qualche magistrato coraggioso e devoto alla giustizia e alla verità dei fatti, avrebbe aperto una indagine penale preliminare.
Nel prendere atto che il panorama inquirente in tema sanitario è imbarazzante in merito agli abusi COVID-19 che abbiamo denunciato (ove il potere dello Stato si è fatto leviatano e difforme rispetto agli stessi obblighi giuridici di legalità e giustizia a cui è costituzionalmente chiamato), ci tengo a ringraziare di cuore tutti coloro che firmarono la denuncia della violazione dei diritti umani, sociali e civili che abbiamo patito nel periodo 2020-2022, e le bugie istituzionalizzate.
Un ringraziamento ai cittadini di Sondrio che si sono affidati all'Avv. Ornella Bertarini del Foro di Milano.
Un ringraziamento ai cittadini del FVG e delle province del Veneto che ad aprile 2022 presero la propria auto o il treno per firmare la denuncia presso lo studio legale M.Rodaro, a Udine, nella primavera 2022.
Grazie a Diego Cervai della associazione UHRTA di Trieste che, nonostante le difficoltà personali, firmo' anch'egli la nostra denuncia.
Grazie a tutti coloro che con le loro donazioni ci hanno aiutato a pagare le spese legali e soprattutto di traduzione ed asseverazione dei documenti, da noi depositati nelle Procure d'Italia.
Grazie a tutti voi non perché abbiate creduto nel sistema della giustizia italiana, ma per aver partecipato ad una affermazione di verità messa agli atti per noi stessi e la storia.
Un giorno potrete dire ai vostri figli e nipoti che voi non siete stati passivi dinanzi al male, ma avete fatto un gesto piccolo ma coraggioso per denunciarlo.
Ai magistrati d'Italia che - chiamati a vagliare documenti inoppugnabili - hanno deciso di non indagare fino in fondo, posso solo ricordare che la giustizia degli uomini con la g minuscola, farà i conti prima o poi anche con una giustizia superiore con la G maiuscola (non di questa Terra), che prima o poi nel corso della nostra esistenza, su piani immateriali, busserà alle nostre e loro porte chiedendo di rendere conto. Hanno una coscienza anche loro e forse un giorno lontano, in questa vita o nelle prossime vite, sentiranno tutto il peso di questa loro gravosa decisione di cui forse, e dico forse, non hanno compreso pienamente la portata.
Da Mosca, Mark Bernardini. Centoduesimo notiziario settimanale di lunedì 11 novembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato di essere “aperto al dialogo” ed è “pronto ad avere discussioni” con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, una volta che si sarà insediata la sua amministrazione.
* Russia: calano le importazioni di vini dai Paesi “ostili”. Secondo il Servizio doganale federale della Russia, nei 10 mesi del 2024 l’export di vini russi è aumentato del 20% su base annua.
* A proposito dell’amore che i russi storicamente provano per gli italiani. Ci sono moltissime strade in Russia che si chiamano “Ital’janskaja ulica”, “Via italiana”.
* Tre anni fa è venuto a mancare un compositore russo, Aleksandr Gradskij, appena settantaduenne, con un’estensione vocale di oltre due ottave. Un omaggio doveroso, una canzone del 1975.