L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Ottantesimo notiziario settimanale di lunedì 3 giugno 2024 degli italiani di Russia. Oggi parleremo spesso delle elezioni del Parlamento Europeo, che in alcuni Paesi membri iniziano il 6 giugno, ma che comunque termineranno in tutta l’Unione Europea il 9 giugno. Non parleremo solo di questo, anche perché, a noi italiani residenti all’estero fuori dall’UE, non ci fanno votare, siamo cittadini di serie B. Buon ascolto e buona visione.
Schiapparelli |
Sempre piu' l'intelligenza artificiale domina sulle sovrastrutture del Concept Store e della realta' virtuale come in questo contesto Moda dove ne riscontriamo una palese e nitida applicazione.
L'illusionismo creato da fibre tessili ottiche e trasmettitori di luce e colori in una policromia che domina sugli abiti diventa palcoscenico e non piu' passerella:dai saltimbanchi al poligonismo come pure al poligenismo si esce e si entra in schemi dettati dal buonsenso ma anche dal surreale attraverso prodotti metamorfici che scuotono la mente ma non la fantasia poiche' l'imprevedibile non sempre soddisfa i gusti degli osservatori: lo stupore è concreto ma non coerente con quello che poi veramente si cerca di ottenere per entusiasmarci.
Siamo nel regno dell'Alta Moda di gennaio 2024,siamo a Parigi dove il retro' è sempre reinterpretato dai piu' classici ma off shore ed ecco Viktor & Rolf sovrabbondare,Schiaparelli con un magnetismo lunare, Giorgio Armani Prive' ricco di architetture e simmetrie,Dior con minuziose lavorazioni,,Chanel che riecheggia l'androgena Coco',Jean Paul Gualtiero torna a nastri,lacci,corsetterie e bondage nelle tonalita' del rosa e del nero,Gian Battista Valli impera con volumi trasversali ,dove volteggiano nel neonondo le sette sottane come in una Pompadour in un thunderdom di eleganza sospesa; le crinoline ? Perché no...torniamo ad una Chloe' soft nella sua evanescenza e trasparenza come anche Valentino che esordisce e sbalordisce con una sposa unique in see through di tulle e pizzo nero Chantilly.
La moda? Non soltanto sulla catwalk ma anche nel parterre e nelle receptions,sorrette da trampoli o stiletto rocamboleschi e dal glamgloss si ergono le muse dei rotocalchi dove una Naomi Campbell è sempre presente.
Temperiamo i colori della nuova stagione con toni accesi off limits ed un vasto caleidoscopio ci irradia nel Cosmotron della vestibilita' oltre a
Paul Costello |
creste,cornici,piume,concentriche spirali e greppiers nelle tendenze d'oltreoceano.
I Bogcore e non più gli Jankees da New York con Tommy Hillfinger e Thomas Browne con un inverosimile spettacolo dedicato ad Edgar Allen Poe nelle Fairy Fun Groove .
Casual,country,dark,folk e grunge; in questa Grande Mela il wrap dress di Diane Von Furstemberg festeggia i suoi cinquanta anni e per DKNY la super model Kaia Gerber rappresenta il volto della
generazione Zeta.
Opulescenza ed una sempre ovvia stravaganza a Londra dove si celebrano i quaranta anni di runaway arricchite da eventi circondariali di pregio ed eccentricità e dove non poteva mancare Anna Wintour, mentre la supermodel Iris Law risplende con un insolita fluorescenza nella sfilata di Burberry laddove il direttore creativo Daniel Lee omaggia il Brit Style(city subculture and British country); Lila Moss primeggia alla sfilata grottesca ed oversize di J.W. Anderson; il glamour dei capi di Paul Costello si immedesima nella sindrome della regalità in una scelta del subject matter che ripropone la classe e la semplicità pur sempre apprezzata.
Cosa dire poi su Milano Fashion Week:un melange di stili indescrivibile con Iceberg, Borbonese,Antonio Marras,Fendi, Etro,Cavalli,Max Mara, Prada,Emporio Armani,Tom Ford.Jimny Choo,Bottega Veneta,Blumarine,Curiel,Gucci,Versace,Brioni,seguiti da un'interminabile caravan di grandi brands senza trascurare le marche minori e con ampia rilevanza agli artisti emergenti.
Il World of Fashion dell'Alta Moda Romana si è svolto nello sfarzo di Palazzo Brancaccio con nomi di stilisti italiani di rilievo come Raffaella Curiel,Ettore Billotta e dove è emersa la sfilata della calabrese Azzurra Di Lorenzo con il suo Giardino dell'Anima. Per il centenario Renato Balestra(quest'anno avrebbe compiuto 100 anni) la capitale ha organizzato tre grandi eventi tra Trinità dei Monti,Porta Pinciana e il Campidoglio dedicati a questo grande maestro di elegantissima arte manifatturiera.
Dior |
Proiezioni irrefrenabili e redesigning clothing come una tua carta d'identità diventa un redesigning gli umani per gli anni a venire.
Comunque anche questa volta la moda è seducente,maliziosa,creativa,intima,perversa e superlativa, un racconto raccolto in un libro dei sogni,in un metaverso di un mondo virtuale dove ci si può proiettare ed interagire occupando capsule temporali attraverso il potere dell'immaginazione.
Non soddisfatti inoltre della settimana della moda i nostri beniamini continueranno con Sfilate Cruise per portare le loro collezioni in tutto il mondo
Lo diciamo apertamente come ha fatto la senatrice Liliana Segre, al Senato, e lo ribadiamo con forza su queste pagine: il premierato e la modifica in tal senso della nostra Costituzione non è a parer nostro un’urgenza per il nostro paese.
In tal senso, gli italiani si sono già espressi con i referendum costituzionali del 2006 e del 2016: non vogliamo riformare, tirandola per la giacca, la Costituzione italiana.
Quante volte abbiamo accusato il governo in carica dell’abuso della podestà legislativa per decreti, in casi che non hanno nè la necessità e né l’urgenza. Il dibattito parlamentare viene sempre meno, resta solo ahimè la decretazione d’urgenza.
Difronte a questo quadro, il governo in carica, prova il colpo di spugna e tenta ancora una volta di riformare la nostra Carta con il cosiddetto premierato, cioè l’elezione diretta del capo del governo.
La premier Giorgia Meloni ha detto “o la và o la spacca” alludendo ad un gioco con uno slogan, ma questo non è un gioco. Anzi. Aborriamo.
Pensiamo invece a gran voce, che per riformare la nostra Carta servirebbe innanzitutto uscire dalle logiche dell’oggi, delle discipline di partito e volare alto nel diritto costituzionale.
Pensiamo inoltre che per riformare la Costituzione per le generazioni future non servono prove di forza, ma lungimiranza, rispetto, e soprattutto riguardo del principio di precauzione.
Introdurre l’elezione diretta del presidente del consiglio, comporta secondo la senatrice Segre due rischi opposti.
Il primo è che il presidente del consiglio eletto in forma diretta dal popolo dovrebbe convivere con un parlamento riottoso, insofferente alle imposizioni a colpi di maggioranza. Il secondo è il rischio di produrre una grave lesione della rappresentatività del Parlamento per creare a qualunque costo una maggioranza a servizio del presidente dell’esecutivo eletto.
Come è possibile allora perseverare nell’errore?
In più e non da poco, con questa riforma, si avrebbe un declassamento del presidente della Repubblica. Verrebbe privato di sue importanti prerogative e sarebbe costretto a guardare dal basso in alto il presidente del consiglio forte di una sua diretta investitura popolare.
Va detto anche, che l’elezione del Presidente della Repubblica potrebbe rientrare in un bottino di vittoria della coalizione politica che vince le elezioni nel paese. In un colpo solo, grazie al premio di maggioranza.
La maggioranza avrebbe quindi i numeri - con il partito o coalizione vincitrice delle elezioni- di nominare l’inquilino del colle più alto, anche con un esiguo numero di voti, ma sufficiente per farlo. Come già avvenuto in un recente passato.
In tutto questo il premier eletto avrebbe potere di vita e di morte sul Parlamento.
A differenza dei sistemi semipresidenziali o presidenziali di altri paesi europei, perfettamente bilanciati in sistemi di pesi e contrappesi, il nostro esperimento sarebbe davvero pericoloso.
Ricercare il modo di assicurare maggiore stabilità al governo in carica, non può passare attraverso questo esperimento. Solo le democrazie più evolute hanno la separazione dei poteri, controlli e bilanciamenti. Noi ce l’abbiamo dal 1948 così come hanno voluto i padri costituenti, uomini e donne della nostra Assemblea Costituente e abbiamo il dovere di proteggerla e di rispettarla.
Settantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 27 maggio 2024 degli italiani di Russia. A proposito, domenica prossima, 2 giugno, buona festa della Repubblica antifascista nata dalla Resistenza. E non venitemi a dire che non ci hanno liberati, e che secondo qualcuno i risultati furono falsificati, e altre simili amenità che sanno di stantio. Godetevi la festa, punto. Buon ascolto e buona visione.
Il 24 maggio, assieme ad una delegazione interministeriale, Putin ha incontrato Lukašenko a Minsk. Anche stavolta si è parlato di visita improvvisa, nonostante fosse programmata da tempo e nonostante che si siano incontrati ultimamente decine di volte. Il fatto è che Putin è superattivissimo, quasi tutti i giorni si incontra con qualcuno al Cremlino o si reca lui stesso da qualche parte, su scala nazionale e internazionale. Di questo però in Italia non si parla, e così i pennivendoli atlantisti possono scrivere: mistero su Putin, non si vede da giorni, ha il cancro, l’infarto, il Parkinson, l’Alzheimer, e magari tutto insieme contemporaneamente, a quel punto io accendo il televisore e quasi per certo vedo Putin in diretta all’ennesimo incontro. Talvolta, l’incontro è talmente significante, talvolta cruciale, che non se ne può non parlare, e allora diventa a sorpresa, come è stato pochi giorni fa all’incontro col presidente cinese Xi Jinping.
Mike Johnson alla Corte Penale Internazionale: “comandiamo noi”.
Ed ecco le risposte del Ministro degli Esteri Sergej Lavrov alle domande dei media.
Marija Zacharova a raffica.
Una notizia che attendevamo con impazienza. Il tabloid britannico The Times ritiene che dietro l’attentato alla vita del primo ministro della Repubblica Slovacca Robert Fico… ci sia la Russia. Confessate: anche voi aspettavate, vero?
Nel periodo gennaio-aprile, secondo i dati cinesi, la Russia ha aumentato le forniture di petrolio alla Cina del 16,6% su base annua.
Una notizia emblematica. L’Italia è diventata il principale acquirente di gas russo nell’UE.
Sono stato intervistato dal canale russo REN TV.
Siamo al 1940, canzone diventata famosa nel 1944. Una formazione di partigiani. Un ragazzo che si innamora di una partigiana scura moldava, quando si era tutti insieme.
Intervista a Luigi Antonio Macrì*
L’avvento di internet, con il conseguente velocissimo sviluppo delle tecnologie più avanzate e sofisticate, ha inciso e sta continuando ad incidere in maniera sempre più invasiva e a tutti i livelli sulle nostre esistenze. Ma, se evidenti risultano essere gli innegabili vantaggi che questi cambiamenti stanno producendo in ogni settore della nostra vita, sia a livello individuale che collettivo, sempre più inquietanti appaiono anche gli aspetti problematici di natura fisica e psicologica insiti in quella che è stata definita una vera e propria mutazione antropologica.
Sempre più, in particolare, educatori e genitori si vanno rendendo conto di quanto le tecnologie digitali tendano a diventare fagocitanti e schiavizzanti soprattutto in ambito infantile ed adolescenziale, con gravi conseguenze per quanto concerne l’apprendimento, la memoria, il linguaggio, la concentrazione, le relazioni sociali. Già nel 2017, a questo proposito, l’Unicef pubblicò un rapporto che metteva in luce i rischi di un uso non equilibrato e non corretto dei sempre più onnipotenti strumenti tecnologici.
Fortunatamente, mentre a livello istituzionale non sembra essersi ancora affermata una adeguata consapevolezza della portata del fenomeno, nel mondo educativo sempre più si va affermando la volontà di effettuare una lucida riflessione volta a fotografarlo e a fronteggiarlo con fermezza ed intelligenza.**
In merito a ciò, proponiamo una nostra conversazione con il prof. Luigi Antonio Macrì, da anni encomiabilmente impegnato in prima linea, a difesa della salute psicofisica dell’infanzia.
Per la maggior parte della popolazione mondiale, in particolare per gli adolescenti, Internet è diventato uno strumento irrinunciabile che finisce per occupare un posto sempre più importante e dominante nell’ambito delle singole esistenze. Tu, da parecchi anni, oramai, ti stai dedicando con sincera passione ad affrontare il problema dei rischi legati ad un uso poco consapevole delle moderne tecnologie, soprattutto per quanto concerne infanzia e adolescenza. Cosa ti ha spinto, in particolare, ad impegnarti in questo campo?
LAM. Mi ha spinto la consapevolezza che siamo in una concreta e seria emergenza educativa sia da punto di vista delle innovazioni tecnologiche che la Scuola ed i docenti non riescono a gestire adeguatamente, sia dalla pervasività delle tecnologie che portano un gran numero di genitori a sottoporre i propri figli alle sollecitazioni degli schermi sin dai primi anni di vita.
Quali sono, a tuo avviso gli effetti più pericolosi, a breve e medio termine, della dipendenza da internet e, in generale, dell’uso sempre crescente delle più moderne tecnologie comunicative?
LAM. In sintesi, gli effetti più pericolosi ed in crescita sono i seguenti: isolamento sociale, oggi a livello internazionale definito Hikikomori che in giapponese significa "mettersi da parte", permanenza eccessiva davanti agli schermi, cambiamento del modo di apprendere e di comunicare che può portare ad una progressiva perdita delle capacità e delle mancate creazioni delle competenze sociali, emozionali e relazionali.
Ogni tanto, è comunque possibile imbattersi in qualche servizio giornalistico che, con toni più o meno allarmistici, sottolinea come l’uso senza misura e senza autocontrollo della Rete possa provocare (e stia provocando) vere e proprie forme di dipendenza. Ciononostante, ti sembra che il mondo delle istituzioni, in particolar modo quelle scolastiche, si stia dimostrando sufficientemente consapevole della gravità del problema?
LAM. Il mondo delle Istituzioni è poco consapevole della gravità dell'emergenza sociale ed educativa che stiamo attraversando. Nessuno vuole demonizzare le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione che hanno portato a un cambiamento epocale a livello globale. Le positività che emergono sono molteplici nei diversi aspetti delle attività umane; ad esempio l'Intelligenza Artificiale, della quale spesso si parla in modo non adeguato e distopico, sta dando un grande contributo, tra l'altro, nel campo della ricerca scientifica, farmacologica e nella diagnostica sanitaria. Quello che manca è una informazione/formazione di base per poter gestire al meglio queste innovazioni senza subirne le conseguenze degli effetti negativi o non adeguati del loro utilizzo. Oggi abbiamo una ridondanza di informazione nella quale dobbiamo discernere le false notizie da quelle importanti ed essenziali. Il mondo scolastico, poi, sta diventando sempre più burocratico e distante dagli obiettivi centrali che, ritengo, risiedono, tra l'altro, nella centralità dello studente in un rapporto dialogico e
d empatico con i docenti, nella capacità di intercettare le innovazioni, analizzarle e gestirle, nella capacità di mettere da parte con forza la figura dell'attività del docente meramente trasmissiva e scarsamente legata alla logica laboratoriale, al lavoro di gruppo e all'interazione con le realtà scientifiche, sociali e culturali in continuo movimento e trasformazione.
Quali strategie, quindi, andrebbero adottate per contrastare questo fenomeno? Tu, in particolar modo, cosa proponi?
LAM. Ritengo che nella risposta precedente abbia già dato qualche indicazione delle strategie che andrebbero adottate, in particolare nelle scuole. In Italia, nel nostro Paese, da sempre, la Scuola, la Cultura e l'Istruzione non sono mai state centrali nelle politiche governative. I dati del 2021 ci dicono che l'Italia ha speso il 4.1% del PIL (Prodotto Interno Lordo) in istruzione, meno della media europea. Nell'indice dell'OCSE, la Finlandia, che si posiziona al decimo posto, è uno dei sistemi scolastici migliori al mondo laddove l'Italia è al 36° posto su 57.
Per quanto mi riguarda, dopo una vita spesa nella Scuola, a livello di docenza, formazione, coordinamento e dirigenza, propongo di mettere davvero al centro la Scuola in quanto le sorti del futuro e della qualità della nostra Società, tra 40 anni, perché questi sono i tempi, dipendono dalla qualità dell'Istruzione e della formazione odierna. Ma più che fare proposte di alto spessore, che avrebbero un senso se si riuscisse a creare un dibattito nazionale su questi temi, sono passato all'azione proponendo un'attività nazionale al fine di dare supporto, in via prioritaria a genitori, docenti e altri portatori di interesse, nel gestire l'uso delle tecnologie con i minori in modo attento e consapevole.
Il progetto Tecnologie, Genitori e Minori - Attivazione Antenne intende creare in ogni regione e provincia un'antenna, ovvero un gruppo iniziale di due/tre persone che, dopo un'adeguata formazione specifica, andranno a confrontarsi con i genitori del loro comprensorio per offrire, senza alcuno scopo di lucro ed in una forma puramente volontaristica, il loro supporto.
Ad oggi abbiamo coinvolto più di 30 cittadini in 8 regioni.
Chiediamo
la collaborazione di cittadini sensibili che vogliono dare, nel loro entourage sociale, un loro contributo fattivo.
Coloro che volessero dare la propria disponibilità ad essere informati sul tema e sul progetto in corso possono aderire alla
** Comunità Tecnologie e Minori, dalla parte dei Bambini
o scrivere a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Luigi Antonio Macrì |
Macrì Luigi Antonio, docente di lingua inglese, è stato dirigente scolastico di scuole di ogni ordine e grado. Formatore nel campo linguistico e delle tecnologie, è stato referente tecnico-educativo, per le tecnologie e le lingue straniere, dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria dal 2001 al 2007 nonché coordinatore e componente di gruppi di lavoro regionali e ministeriali.
Attualmente direttore responsabile della rivista on line www.ictedmagazine.com, che tratta le problematiche relative allo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con particolare attenzione all’istruzione ed alla formazione.
Promotore e presidente dell’Associazione Focus on, è attivo nel movimento internazionale, nato negli Stati Uniti, Humane Tech Community che, a proposito dei temi relativi all’uso delle tecnologie, “promuove soluzioni che migliorano il benessere, la libertà e la società.”.
Negli ultimi anni è stato componente di gruppi di lavoro nazionali promossi da Repubblica Digitale, iniziativa strategica nazionale coordinata dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Segue con grande attenzione lo sviluppo dei rischi di dipendenza da tecnologie, in particolare per adolescenti e minori; su questa tema è stato relatore in Scuole di ogni ordine e grado e in convegni della Società Italiana delle Tossicodipendenze.
Ha pubblicato di recente, con Francesco De Siena, il libro Vibrazioni e Suono Strutture Primordiali dell'Universo, nonché libri e traduzioni su temi teosofici, esoterici ed ermetici come una serie di volumi, ancora da completare, tratti da The secret teachings of all ages di M.P. Hall.
In merito alle attività relative al tema Tecnologie e Minori, oltre ad aver promosso e partecipato a diversi convegni, attività formative e tavole rotonde, nel giugno 2023 ha realizzato il primo Digital Detox Day in cui genitori e bambini sono stati, per un'intera giornata, insieme ad operatori sociali e sportivi, in un contesto marino, lontani da cellulari e tecnologie;
vedi www.associazionefocuson.it e www.ictedmagazine.com
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
Frammento n. 1 Mazzalùa, Alcohol Free Sparkling.
Mazzalùa, il primo perlage analcolico prodotto in Italia con aceti naturalmente invecchiati e mosto d’uva. Fenomeno che fa riflettere. Mazzalùa nasce per soddisfare “palati desiderosi di assaporare un prodotto fresco, gradevole, raffinato e spumeggiante, senza preoccuparsi del suo tenore alcolico”. Un ricordo legato a qualche secolo fa quando nell’antica Roma si beveva bevande a base di aceto perfezionata da miscele di erbe aromatiche e spezie. Ai posteri l’ardua sentenza.
Frammento n. 2 Barolo e Barbaresco, modifiche al disciplinare.
Cinque le proposte suggerite dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani per modificare il disciplinare. La limitazione della zona di imbottigliamento, l'interscambiabilità e reciprocità per la vinificazione e imbottigliamento, l'autorizzazione a piantare vigne di Nebbiolo a Barolo e Barbaresco nei versanti collinari esposti al nord, l'aggiunta delle menzioni comunali per la denominazione Barbaresco, utilizzo di grandi formati superiori ai 6 litri. "Piantare Nebbiolo a nord? Oh, mamma mia”. Una vera e propria dichiarazione di guerra.
Frammento n. 3 Al ristorante su tavole nude e senza tovaglie.
Il fenomeno nella ristorazione: la scomparsa della tovaglia sostituita, quando va bene, da striscioline di stoffa misere solo a vedersi: i runner. E le festaiole tovaglie a quadri colorate di rosso e blu delle osterie? Un ricordo. Si invocano problemi funzionali, economici, di rapidità e di efficienza, di estetica e di chissà quale credenza politica. NO. Solo moda dettata dal ribaltare le tradizioni. C’è solo attendere perché, come si suol dire:” Ma le mode, per fortuna, passano di moda”.
Frammento n. 4 Roteare un calice di champagne: delitto da condannare.
Quante volte accade di vedere nei ristoranti, nei wine bar, tra amici, roteare i calici con dentro uno spumante? L’esperto ci ricorda:” I moti vorticosi comportano una veloce dispersione dell’anidride carbonica e, di conseguenza, una considerevole perdita di effervescenza. Non solo: le macromolecole di aromi e sapori portati in superficie dopo la mescita (si chiama “Spinta di Archimede”) rischiano di “precipitare” nella soluzione liquida compromettendo tutta l’esperienza olfattiva, retro-olfattiva e, soprattutto, gustativa”. Aggiungo, assumendomi la responsabilità di quanto diffondo:”Solo in un caso è ammesso farlo: ai banchi di degustazione. Valutare prima la carbonica e poi roteare per capire meglio l’aspetto olfattivo, tattile e gustativo”. A tavola. al contrario di quanto accade con i vini fermi, un calice contenente perlage (qualunque siano) non va mai, mai, mai, roteato.
Frammento n. 5 Roberto Rondelli e il Rossese di Dolceacqua.
Roja è una valle del comprensorio del comune di Ventimiglia a pochi chilometri dal confine francese. Qui, Roberto Rondelli iniziò a recuperare le piccole vigne del nonno. Vermentino, Pigato ed in particolare Rossese di Dolceacqua. Anni di gavetta che hanno portato nel 2022 a produrre il Roja, Rossese di Dolceacqua Superiore Doc in solo 900 bottiglie. Per Roberto, il Roja “è la sintesi del mio percorso come vignaiolo. Un vino pensato per avere una grande propensione all’invecchiamento, coniugando struttura e armonia. La base tannica è importante ma setosa, ho estratto la bellezza del Rossese, il secondo livello alcolico abbastanza elevato e le dolcezze avvolgenti fanno tendere verso una interminabile profondità”.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
.
Per quanto riguarda il nuovo governo russo, appena insediato, sono stato intervistato in merito da Clara Statello per l’Antidiplomatico. Ho deciso di leggervelo, perché più sintetico di così davvero mi risultava difficile.
La sostituzione di Sergej Šojgu con l’economista Andrej Belousov al vertice del ministero della Difesa della Federazione Russa ha scatenato le più differenti interpretazioni della stampa ed esperti occidentali, tra chi ha parlato di “purghe” e chi addirittura di “terremoto al Cremlino”. Comunque, si è parlato di “sorpresa”.
Parlare di sorpresa forse è esagerato. Diciamo che lo ritenevo poco probabile. Il messaggio è però chiaro: Šojgu è stato il padre putativo ed un ottimo ministro della protezione civile, in anni molto complicati, in cui i cataclismi naturali si alternavano agli attentati terroristici di massa: 1991-2012, un ventennio. E’ stato poi spostato a ministro della difesa appunto nel 2012, ed è rimasto tale fino ad oggi, altro decennio.
Non c’è in Russia la percezione che qualcuno voglia prolungare il conflitto, è vero l’esatto contrario. Per questo, la nomina dell’economista Belousov, uomo di Stato di lungo corso, prevedibilmente porterà ad un uso più razionale e perciò efficace delle risorse a disposizione per l’apparato militare e la sicurezza del Paese.
Secondo altre voci si sarebbe avverata la “profezia di Prigožin”. A Prigožin oggi si attribuisce tutto e il contrario di tutto, ma siamo a livello di “meme”. Tra le tante “inesattezze” (voglio essere buono) che ho ascoltato in queste ore, si dice che Šojgu, come Belousov, non siano militari. E’ falso, e non mi riferisco al servizio di leva, che effettivamente non ha svolto: 1977, tenente di riserva (dopo essersi diplomato al Politecnico di Krasnojarsk, ha studiato lì presso il dipartimento militare); 1993, Maggiore Generale; 1995, Tenente Generale; 1998, Colonnello Generale; 2003, Generale dell’Esercito. Come capo della protezione civile, è diventato militare effettivo nel 1991 e lo è tuttora. E’ membro permanente del Consiglio di Sicurezza dal 1996. Il punto non è questo. Dove sta scritto che alla difesa ci debba essere un militare? Crosetto, Pistorius, sono forse dei militari?
Il Washington Post mette in relazione la nomina di Belousov con l’arresto del vice di Šojgu per corruzione. Fermo restando che, in uno Stato di diritto, l’accusa è una cosa e la condanna è un’altra (gradirei attendere la conclusione delle indagini da parte del Comitato Investigativo), ricordo sommessamente che Šojgu non è stato “defenestrato”, come inizialmente detto in Occidente, è stato nominato Segretario del Consiglio di Sicurezza. E allora in Occidente si dice che comunque gli è stato tolto potere, una sorta di ministro senza portafoglio. E’ un’altra falsità. Cos’è il Consiglio di Sicurezza? E’ un organo consultivo a disposizione diretta del Presidente russo in materia di sicurezza nazionale, lo dice la parola stessa. Ne fanno parte tutti i ministri chiave, esteri, interni, difesa, i presidenti di entrambe le camere, il capo del FSB e quello del SVR, cioè i Servizi per le informazioni dall’estero. In altre parole, l’attuale ministro della difesa Belousov risponde a Šojgu.
Peskov ha detto che il capo di Stato Maggiore Gerasimov resterà al suo posto. A mia memoria, in Occidente Gerasimov è stato dato per morto almeno una decina di volte, eliminato fisicamente talvolta dagli ucraini, talaltra da Putin. Invece, è sempre qui, come capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe, cioè, è il responsabile militare supremo. Lasciatelo quindi lavorare. Dobbiamo comprendere tutti che il rimpasto di governo in Russia viene inteso in tutt’altro modo, non come in Italia, se non altro perché, essendo la Russia una repubblica presidenziale, è la Costituzione a prevedere che all’elezione del Presidente segua lo scioglimento del governo. In seno a quest’ultimo, ci sono solo sei nomi nuovi su 21, più continuità di così è difficile immaginare.
Ci si domanda come sarà accolto dai militari un ministro civile in tempo di guerra. Per ora, non trapela alcun commento, positivo o negativo che sia, perché qui si è abituati a giudicare dai fatti, non dalle dichiarazioni roboanti.
Il Partito Comunista si è astenuto rispetto alla riconferma di Mišustin a capo del governo. Si dice in Occidente che la formazione del nuovo governo sia scontata, ed è vero: le ultime elezioni parlamentari si sono svolte nel 2021, tre anni fa, dopo la pandemia ma prima dell’operazione militare speciale, Russia Unita ha preso quasi il 50%, per la precisione il 49,82%. I comunisti il 19%, i socialisti di Russia Giusta e i liberaldemocratici di Žirinovskij il 7 e mezzo. Non vedo perché dunque l’attuale compagine parlamentare non debba sostenere il governo proposto da Mišustin e, ovviamente, da Putin. Ma è importante sottolineare che Mišustin si è mostrato un premier assolutamente efficiente, a detta di tutti, opposizione compresa. I comunisti sono invece contrari alle politiche realizzate dal cosiddetto “blocco economico”, cioè i ministri di economia, sviluppo economico, commercio e soprattutto finanze, più attenti al business che al sociale. Ciò però non è sufficiente per “bocciare” Mišustin. Per questo, i comunisti si sono astenuti sulla nomina di Mišustin e votano contro i ministri del blocco economico. Tuttavia, numericamente, ciò non influisce minimamente.
Forse una novità è proprio questa: tutti i ministri sono o di Russia Unita o indipendenti. Invece, come ministro allo sport, viene votato Degtjarëv, ex governatore della regione di Chabarovsk, in Siberia. Il dettaglio consiste nel fatto che è un esponente di un Partito di opposizione, quello liberaldemocratico. Certo, un ministero secondario, ma comunque è un fattore emblematico, visto che il Partito di maggioranza non ne aveva bisogno. Fino all’ultimo, c’era un altro intrigo: che fine fa Nikolaj Patrušev, segretario del consiglio di sicurezza per ben 16 anni, dal 2008 in poi, dunque predecessore di Šojgu? Non è mica un uomo di secondo piano, dal 1999 al 2008 è stato anche direttore del FSB. Ebbene, ora è Assistente del Presidente della Federazione Russa. Non pensate che sia una carica di facciata: l’amministrazione presidenziale è un organo di Stato responsabile del coordinamento delle attività del presidente. Riassumendo il tutto, in Russia si segue il detto “cavallo vincente non si cambia in corsa”. Non prevedo quindi particolari scossoni o scartamenti.
Con 2.000 presenze dal vivo e oltre 15.000 in streaming si è conclusa a Roma la XVII edizione del Festival “Tulipani di Seta Nera”, la rassegna dedicata al racconto cinematografico del sociale e della sostenibilità. La rassegna presenta storie sulla diversità, sulla fragilità e sull’unicità delle persone e dei luoghi. Durante quattro giornate il Festival ha visto la partecipazione di personaggi del mondo dello spettacolo che si sono avvicendati in sala, tra cui: Stefano Fresi, Antonio Catania, Alessandro Benvenuti, Toto’ Cascio, Andrea Roncato, Marzio Honorato. Il Festival anche stavolta ha presentato cortometraggi di grande qualità.
La serata conclusiva è stata condotta da Lorena Bianchetti e andrà in onda su Rai 2 il prossimo 3 luglio. Nello specifico di quest’anno in una multisala nel centro della Capitale, sono stati consegnati i Premi Sorriso Diverso ai vincitori assoluti dell’edizione 2024. Il Miglior Cortometraggio ad Alberto Marchiori per Colorcarne sul tema della discriminazione e del razzismo; per la sezione Social Clip, è stato premiato come Miglior #SocialClip Vestito Male del regista Paolo Stippoli sul tema del bullismo; il Miglior Documentario è stato assegnato all’opera curdo- iraniana Il Cielo è mio di Ayoub Naseri sul tema della disabilità; il premio Miglior Digital Serie a Fabio Garofalo e Luca Cetro per Cartoline dal Futuro sul tema dei cambiamenti sociali e sulle tecnologie. Quest’ultimo lavoro è entrano nella lista dei superpremiati poiché ha ottenuto anche i premi come Miglior Regia per Fabio Garofalo, Luca Cetro, Matteo Fossati, Jacopo Santambrogio; Miglior Fotografia a Gianluca Ceresoli; Miglior Attrice a Marica Pace, infine il Premio Sorriso Asvis.
I temi di cortometraggi si sono intrecciati, suscitando interesse attraverso migliaia di visualizzazioni. MariaStella Giorlandino, Presidente della Fondazione Artemisia e Diego Righini Presidente del Festival, hanno consegnato poi il Premio alla carriera a Ricky Tognazzi e Simona Izzo, per il “Perfetto esempio di come la fusione di talenti personali e professionali possa raggiungere nuove vette creative.”
La manifestazione è ormai un appuntamento consolidato dove le tematiche sociali, della sostenibilità, della forza di chi non dispera, si saldano al futuro, alla individuazione di strade che non discriminino. Dal razzismo di Colorcarne all’intelligenza artificiale di Cartoline dal Futuro opera collettiva della dontmovie.it, alla diversità della disabilità gestita da volontari, il futuro che ci attende con radici nel presente, è stato pienamente rappresentato.
VIDEO
Settantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 13 maggio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Nella settimana appena trascorsa ci sono stati due importanti interventi di Putin, che ovviamente in Occidente sono stati snaturati. Il primo è del 7 maggio, in occasione del suo insediamento ufficiale alla carica di presidente della Federazione Russa, il secondo il 9 maggio durante la parata della vittoria sulla piazza Rossa. Io li ho tradotti tutti e due integralmente per Visione TV, potete quindi trovarli agevolmente sia sui miei canali personali che su quello, appunto, di Visione TV. Con l’aiuto dell’ambasciata russa a Roma, vi riporto i punti salienti di entrambi.
Il 9 maggio 2024, presso il cimitero cittadino di Palestrina (vicino a Roma), in occasione del 79° anniversario della Grande Vittoria, si è svolta la cerimonia tradizionale della deposizione di corone di fiori sulla Stele, dove sono sepolti dei partigiani sovietici che hanno preso parte al movimento della Resistenza italiana Nikolaj Demjačenko, Anatolij Kurepin e Vasilij Skorochodov. Il 9 marzo 1944 sono valorosamente caduti durante nel corso dei violenti combattimenti con nazifascisti.
Il 9 maggio 2024, a Villa Abamelek, presso la Residenza dell’Ambasciatore russo in Italia, si è tenuto un concerto per festeggiare il Giorno della Vittoria. Moni Ovadia, figura di spicco della cultura italiana, regista, attore, con il Sestetto Moderno, ha eseguito canzoni degli anni della guerra e ha recitato in russo poesie di Konstantin Simonov, Evgenij Evtušenko, Vladimir Vysockij, Boris Pasternak, Anna Achmatova, Jurij Voronov, Anatolij Ternovskij.
Estratti dell’intervento dell’Ambasciatore della Russia in Italia Aleksej Paramonov al concerto. 79 anni fa, l’atmosfera plumbea di tragedia, sofferenza, altissima tensione e lotta, che regnava nel mondo dal 1939, si dissipò e lasciò il posto a un sentimento di liberazione universale, libertà, gioia, giubilo e speranza.
Domenica 12 maggio il Parlamento russo a camere congiunte ha discusso delle candidature ai vari dicasteri ministeriali del nuovo governo, come da Costituzione. E’ presto per riassumere i risultati, le votazioni non sono ancora iniziate, ma possiamo dire già ora che la candidatura di primo ministro, proposta da Putin, del premier uscente Michail Mišustin, è stata approvata da tutti i Partiti, con l’astensione dei comunisti, a causa delle politiche del cosiddetto blocco economico. Nella fattispecie, assieme ai socialisti di Russia Giusta, non sosterranno il ministro uscente delle finanze Siluanov. Inoltre, tra le candidature ministeriali, spicca il nome, forse secondario, dell’ex governatore della regione di Chabarovsk, Degtjarëv, proposto per il ministero dello sport. Il fatto è che è membro del Partito liberaldemocratico della buonanima di Žirinovskij, di opposizione. La prossima settimana potremo fare un’analisi più dettagliata.
Come notiziario settimanale, non seguiamo le notizie da ultim’ora, ma stavolta è successo ieri, domenica 12 maggio, proprio nelle ore in cui stavamo preparando il presente notiziario, a Belgorod, una città russa di 300 mila abitanti. Lo dico spesso, sapete a cosa servono le armi fornite agli ucrofascisti dagli italiani, francesi, polacchi, cechi, tedeschi, americani, britannici? A difendersi contro l’esercito russo, come vi raccontano? No: servono a bombardare pacifici civili russi.
Altra canzone di guerra. Composta da Bulat Okudžava nel 1970. Non provateci nemmeno a fare le pulci che era passato un quarto di secolo dalla fine della guerra, non vi rispondo nemmeno, vergognatevi.
Se lo sono domandati in diversi, rappresentanti di Enti culturali, Gruppi di lavoro, Associazioni del territorio, docenti universitari e titolari di aziende vitivinicole. Riuniti nella sala del Consiglio comunale di Abetone-Cutigliano, sull’Appennino pistoiese sotto la supervisione del GAL (Gruppo di Azione Locale) Montagnappennino.
Un momento dell'incontro |
Quest’ultima è una società consortile a responsabilità limitata senza scopi di lucro, formata da soggetti pubblici e privati delle province di Lucca e Pistoia, di recente costituzione, che indirizza le proprie iniziative al sostegno, alla promozione e attuazione delle politiche di sviluppo rurale.
“Viticoltura definita eroica, sicuramente di frontiera, che diventa uno sguardo sul futuro a causa del cambiamento climatico che sta causando una vera migrazione dei vitigni in alta collina o montagna”
Palazzo dei Capitani a Cutigliano (Pt) |
In altura sta nascendo il vino di domani vista la presenza sempre più numerosa di realtà viticole che fanno viticoltura di montagna nell’area montana pistoiese, nella Media Valle del fiume Serchio, in Garfagnana e nel Parco delle Alpi Apuane.
Da qui l’incontro per un confronto a 360° tra accademie, istituzioni ed aziende. Da qui la programmazione del Gal per proporre quelle risorse necessarie per raggiungere determinati traguardi.
Anche perché, con apposita delibera regionale, è stata approvata la Strategia Integrata di Sviluppo Locale (SISL) e il relativo piano finanziario che prevede finanziamenti, per un totale di oltre 6.000.000 €, a sostegno di interventi di privati ed Enti Pubblici.
“Nel nostro percorso di ascolto – ha precisato la Dott.ssa Marina Lauri, presidente GAL- abbiamo visto che i territori stanno cambiando e noi dobbiamo stare al passo per usare efficacemente le risorse che possiamo dare”.
La montagna non può vivere di solo turismo. Una spinta eno-gastronomica può essere il volano per una ripopolazione della montagna e il suo sviluppo.
La volontà e la tenacia di alcuni produttori che hanno dato vita ad attività finora impensabili, rappresentano l’apripista per chi vuole investire su questi specifici territori. Aggiungo che le iniziative ricoprono una rilevanza notevole certificata dalla più antica accademia agraria del mondo, quella dei Georgofili.
A rappresentare l’Accademia il Prof. Carlo Chiostri che ha ricordato quanto le prospettive, a seguito dei cambiamenti climatici, impongono scelte indirizzate alla viticoltura solo in montagna.
La platea |
“C’è un’esigenza in tutto il settore agrario che deriva dal cambiamento climatico – spiega il Dott. Paolo Storchi del Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’economia in Agraria) – Per eccesso di temperature si hanno sempre più fenomeni di appassimento e a più rilevanti altitudini troviamo maggiore concentrazione di composti aromatici”. E l’interventi di alcuni produttori altro non hanno fatto che avvalorare la tesi.
“C’è grande richiesta di droni e robot per la viticoltura eroica” ha aggiunto il Prof. Marco Vieri dell’Università di Firenze.
La voce dei pionieri della viticoltura di montagna esistente è stata affidata all’enologo Andrea Elmi che ha ricordato la “sua pazzia” datata 2013 (che tra l’altro ho seguito passo dopo passo).
“La mia è un’azienda nata nel 2013, nel bel mez
Vini assaggiati |
zo del Parco Alpi Apuane, in località La Foce, nel comune di Careggine. Il progetto principale è stato quello di iniziare a coltivare Riesling renano sopra i mille metri. Le prime tre vendemmie sono servite per correggere la produzione e per arrivare alle ultime cinque annate commercializzate; tre in vendita e due ancora in affinamento”. Con un buon successo, aggiungo.
I numeri recenti parlano, per l’azienda Maestà della Formica, di una produzione di circa quindicimila bottiglie all’anno. “Certo l’uso dei droni porterebbe un bel sollievo e un risparmio sulla manodopera”.
Qualcuno ha scritto che a volte nei posti piccoli la vita diventa più grande perché la lontananza dalla confusione del mondo apre al richiamo del cuore.
Mentre seguo il dibattito mi sovvien un detto sul vino di montagna: “I vecchi dei paesi di montagna quando vedevano arrivare le nubi, che di solito portano il tempaccio, dicevano: da queste parti non scendono buone nemmeno le nuvole, figurati fare vino”. Come sono cambiati i tempi!
Urano Cupisti
La nostra concezione del matrimonio è legata a quella classica: l'unione tra uomo e donna. In seguito, nella nostra società si è allargata anche al matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Ma se a sposarsi fosse chi è semplicemente legato da un profondo affetto? Non è amore anche questo? Danila si pone e ci pone questo quesito con velata simpatia...
È sempre un piacere rivedere sul palco attori che apprezzi e stimi per dedizione, impegno e capacità. Stasera sono di scena Leonardo Bocci, Antonia Di Francesco e Danila Stàlteri che seguo volentieri da tempo, ed ho anche la possibilità di conoscere ed apprezzare Roberta Grazia in quella che si presenta come una commedia divertente, ma che in realtà racchiude ben altro.
La storia parla di Sara e Valentina, due amiche quarantenni che hanno scelto di vivere insieme dopo una serie di brutte esperienze con gli uomini. Profondamente amiche, condividono un appartamento. Con loro, di tanto in tanto, c'è Maria, una domestica piuttosto indiscreta che ama più chattare al telefono e impicciarsi dei fatti altrui che tenere in ordine la casa.
Valentina da qualche tempo, all’insaputa di Sara, frequenta Santo, più giovane di lei e arrivato da un fantomatico paese nei dintorni di Roma. L’uomo, si capisce subito, è uno scansafatiche che si arrangia a lavorare come cameriere quando proprio non può farne a meno. Inoltre, sembra nascondere un torbido segreto…
Sara non è del tutto convinta della sincerità e dei sentimenti di Santo nei confronti dell’amica, anzi, è alquanto dubbiosa. Quando casualmente scopre il segreto dell’uomo, che inspiegabilmente scompare senza preavviso, da buona amica cerca di stare vicino a Valentina e di consolarla senza rivelarle quanto ha scoperto, ma questo le costerà un caro prezzo quando Valentina scoprirà che era a conoscenza del segreto. Fino a qui, penserete, sembra una trama come tante altre… E invece ci saranno delle sorprese…
La commedia ha un inizio un po’ lento, spiazzante, per crescere gradualmente e raggiungere il picco con l’entrata in scena di Maria, la governante, un’Antonia piuttosto in forma, a cui Daniela ha cucito addosso un personaggio perfetto che con disinvoltura ed ironia porta avanti magistralmente e che viene particolarmente apprezzato dal pubblico ogni volta che entra sul palco.
Dal suo arrivo si nota un cambiamento: tutti i personaggi cominciano a sbocciare, ad esprimere una maggiore vitalità e personalità, pur rimanendo sempre contenuti e mai eccessivi. Così, quella che sembrava una commedia comica, si rivela tutt’altro. Con una sottile e pungente intelligenza ed una buona dose di ironia, la pièce affronta tutta una serie di argomenti molto seri. Tra un sorriso e l’altro si sviluppano temi come l'amicizia e l'amore, ma soprattutto quello dell’affetto profondo e genuino tra due persone dello stesso sesso legate da un amore amicale, a cui Danila ha voluto dare spazio e voce. Sì, perché si sorride, indubbiamente, ma soprattutto si riflette grazie ad un testo profondo e non sempre immediato, sicuramente originale, che fa emergere il tema poco considerato della famiglia come nucleo di persone che scelgono di vivere insieme per un’amicizia incondizionata. Quello tra le protagoniste è un amore alternativo che rompe gli schemi ed esplora nuovi confini, al di là della coppia classica o arcobaleno, e ci restituisce una realtà poco conosciuta.
Ci si trova di fronte a una proposta originale, anche coraggiosa, che vuole mettere in primo piano due anime, due esseri umani che si sono incontrati e che rompendo ogni schema culturale predefinito, hanno deciso di unirsi rispettandosi, ascoltandosi, aiutandosi in quanto amici.
Lo spettacolo è arricchito da frequenti cambi di scena con inserti originali, fatti di balletti e intermezzi musicali godibili e brani cantati dal vivo da Danila che ci delizia con la sua voce.
Leonardo, come sempre, esprime una romanità simpatica e spigliata nei passaggi più leggeri ma anche profondità nei momenti più toccanti.
Roberta è deliziosa nella parte di donna dal cuore infranto; vivace, coinvolgente, naturale e brillante, si rivela una valida artista.
Danila sembra una donna coriacea, diretta e pragmatica, che maschera con un apparente distacco una grande sensibilità dietro una corazza emotiva.
Una proposta che non può essere catalogata, a mio avviso, né come una commedia né come un dramma, bensì come una pura rappresentazione di sentimenti umani profondi e granitici.
Teatro De Servi
"Ti va di sposarmi?”
Scritto e diretto da Danila Stalteri
Con Roberta Garzia (Valentina), Leonardo Bocci (Santo), Danila Stàlteri (Sara) e Antonia Di Francesco (Maria)
Settantaseiesimo notiziario settimanale di lunedì 6 maggio 2024 degli italiani di Russia. Il 7 maggio ci sarà l’insediamento ufficiale di Putin a presidente della Federazione Russa, vi anticipo che lo tradurrò in italiano, cercatelo. Buon 9 Maggio, buon ascolto e buona visione.
C’è uno strascico sulla vicenda Ariston. Le aziende italiane in Russia sono circa 350 (erano 450 circa prima del conflitto) di cui un centinaio hanno attività produttive. Fuori dai denti, gli imprenditori fanno notare che Roma, a volte, è sembrata più realista del re. Invece di congelare i beni degli oligarchi, l’Italia li ha sequestrati. Sono state fatte delle azioni al limite del provocatorio, come la revoca delle onorificenze conferite ai cittadini russi, mentre Macron si è ben guardato dal togliere la Legion d’onore a Putin.
Vittorio Torrembini, presidente dell’associazione delle aziende italiane in Russia, GIM Unimpresa, è stato invitato ad intervenire da remoto a Porta a porta. Non appena ha iniziato a dire verità scomode, lo hanno interrotto e non lo hanno più fatto parlare. Ovviamente, non posso riportarvi lo stralcio del suo intervento: la RAI e YouTube bloccherebbero immediatamente questo notiziario sia sul mio canale di questa piattaforma democratica statunitense che sul canale di Visione TV, per presunta violazione di inesistenti diritti d’autore. Però io lo pubblico anche sul mio canale in RuTube, vi invito a vederlo lì.
Recentemente in Italia, molti oppositori della fornitura di armi e denaro all’Ucraina affermano che alle elezioni dell’Unione Europea dobbiamo votare per la destra, contro la “sinistra” dell’Unione Europea, cioè il vertice, il Parlamento Europeo, la Commissione europea e il Consiglio europeo. Il popolo italiano e tutti i popoli d’Europa, dicono, si stanno spostando a destra. E il centrosinistra dice che siano di destra l’Ungheria e la Slovacchia. Dispiace che molti ascoltino questa falsa narrazione, alcuni per ignoranza, altri per demagogia. Facciamo un po’ il punto.
Per il 25 aprile vi avevo proposto Bella ciao, e subito si sono trovati i critici da divano, ed è stata scritta dopo il 1945, anzi no, è stata scritta prima del 1939… E chi se ne frega?
Il 9 maggio in Russia è il giorno della Vittoria. Una canzone si chiama proprio così. Ve lo dico subito: è del 1975, e non ha nessuna importanza.
“Esterino” è una commedia delicata e deliziosa adatta sia ai grandi che ai più piccoli. Dirò di più: sembra studiata per farci tornare in contatto con il bambino che è rimasto in noi. Esterino è un bambino di otto anni molto curioso, brillante e perspicace che si pone domande mettendo in crisi gli adulti. Questo aspetto si evidenzia soprattutto quando si relaziona con il suo analista. Con l’insolito e prematuro pensiero critico, riesce a mettere in difficoltà il discutibile specialista da cui è aiutato ad affrontare la dolorosa morte del tanto caro nonno.
Il bambino inizierà una sorta di viaggio onirico e profondamente introspettivo attraverso un dialogo interiore volto a creare una realtà fiabesca ed irreale, che gli permette però di continuare a relazionarsi con l’amata figura di nonno Lello. I genitori, preoccupati per gli insoliti comportamenti del figlio e al corrente dei suoi immaginari incontri notturni con il defunto nonno, lo metteranno nelle mani di uno psicoterapista piuttosto incompetente: il dottor Bellachioma.
Non si può in questa proposta non ritrovare quel sapore de “Il Grande Grabski”, sempre di Marco Rinaldi, dove trovavamo un particolare psicologo impegnato nel suo confutabile lavoro. A Marco, evidentemente, piace mettere alla berlina gli psicanalisti poco seri. Stavolta lo fa provocatoriamente con la complicità di un bambino nomen omen, perché il nome Esterino significa “saggezza e coraggio”. Io lo vedo come un moderno Pinocchio, o un Peter Pan, che con la loro brillante spontaneità scalciano contro la dura realtà che gli ha tolto figure importanti e fondamentali per la sua inevitabile crescita.
La scenografia essenziale ripropone tre ambienti diversi e separati tra loro, in analogia con la trina personalità di cui parla Freud (che peraltro apparirà in veste onirica alquanto provocatoria). Troveremo la sua teoria spiegata con difficoltà dal terapeuta al bimbo, visto che anche lui sembra averla capita poco. L’ Es, l’Io e il Super-Io vengono spiegati come tre bambini, “uno che fa le cose, uno che controlla, e un altro che fa come gli pare perché non lo vede nessuno...”
In uno dei tre ambienti si muove Esterino con il nonno ancora vivo, in quello all’altro estremo del palco Esterino si relazionerà con lo psicologo cialtrone, mentre sullo sfondo, dietro un telo che solo quando debitamente illuminato, svela la stanzetta di Esterino. Questo spazio sembra rappresentare il suo inconscio, dove infatti il ragazzino incontra il nonno in sogno.
I tre interagiscono, ma quello che succederà e che si diranno non voglio svelarlo. Mi limito a dirvi che le dinamiche sono molto divertenti, originali, coinvolgenti e profonde. Grazie a un bel testo, il sogno e la realtà si inseguono e si sposano in maniera sublime con l’uso di una piacevole ironia dai ritmi serrati alternati a momenti più posati e riflessivi, che esprimono una genuina comicità e tanta tenerezza.
La figura di Esterino è deliziosa, rispecchia la personalità di tanti fantasiosi bambini della sua età. Figlio unico, adora il nonno che, nonostante sia anziano e svampito e lo intrattenga con fantasiosi ed irrealistici racconti delle sue passate esperienze, rimane il suo punto di riferimento. Figura perfetta per confidarsi, divertirsi e sentirsi protetto. Il bambino non può proprio fare a meno di lui, e così lo materializza nei suoi sogni. Questa tenera e dolce fuga dalla realtà evidenzia però anche la grande solitudine e l’incolmabile vuoto di cui soffre il bambino. Inutili, per alleviare la sua pena, saranno le risposte ricevute al catechismo sulla vita e sull’aldilà, e anche quelle dello psicologo con la sua illogica psicoanalisi. Il nonno, che rivive attraverso il ragazzino come il suo alter ego, consente alla mente brillante del nipote di confrontarsi con il truffaldino dottor Bellachioma mettendolo continuamente in difficoltà. Che anche Bellachioma sia stato suggestionato da questa figura? O che empaticamente sia entrato in contatto, attraverso il bimbo, con i suoi nodi irrisolti?
La storia è dolce, tenera, simpatica e molto profonda. La recitazione? Neanche a parlarne! Roberto, Riccardo ed Antonello sono una possente macchina da palcoscenico che funziona perfettamente, diverte, esalta, commuove, fa brillare i tre diversi caratteri dei protagonisti e le loro sfaccettature evidenziandone difficoltà e punti di forza in maniera sempre divertente. Quello che mi ha colpito di più è l'atmosfera magica, incantata, eterea che culla lo spettatore riportando in contatto con la sua parte infantile sopita. Le sinergie in campo riescono a produrre un felice connubio tra storia, recitazione, musica, regia e ambientazione. Bella la figura del nonno, simpatico con i suoi esagerati racconti. Accattivante, grazie all’espressività travolgente, Riccardo; dolcissima la figura del bambino, così realistico e tenero nella recitazione di Alessandro; simpaticamente antipatica è la figura dello psicologo cialtrone costruita con grande capacità da Roberto.
Questo cast esprime la bellezza di un testo appassionato e profondo coinvolgendo in un’ atmosfera in cui ci si sente coccolati e accarezzati in compagnia di figure ironiche, che seppur con tratti esagerati e caricaturali, rispecchiano le esagerazioni dell'essere umano, le debolezze e i punti di forza. Esterino crescerà e si forgerà attraverso questa esperienza che lo ha toccato profondamente.
Mi piace pensare che imparerà a convivere con l’ineluttabilità della morte, a mantenere il ricordo del nonno senza cadere nelle sue esagerazioni portandolo nel suo cuore, e ad imparare a relazionarsi senza soccombere a loschi figuri come il terapeuta e tirare fuori il meglio di sé per inserirsi nella società in maniera sana… in Esterino vedo l’opportunità del libero arbitrio. Voi?
Roma - Teatro 7 Off -
“Esterino”. Scritto da Marco Rinaldi e diretto da Paolo Vanacore.
Con Riccardo Bàrbera, Roberto D’Alessandro, Antonello Pascale
Regia di Paolo Vanacore
Musiche originali di Alessandro Panatteri
Scene di Alessandro Chiti
Disegno luci Camilla Piccioni
Foto e grafica di Manuela Giusto
Assistente alla regia Cinzia Corsetti,
Produzione CMR Project Camera Musicale Romana srls