
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
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Da Mosca, Mark Bernardini. Centoquindicesimo notiziario settimanale di lunedì 10 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Il 2 febbraio 2025, in occasione dell’80° anniversario della morte di Fëdor Poletaev, partigiano sovietico che prese parte alla Resistenza italiana, a Cantalupo Ligure, nonché al Cimitero Monumentale di Staglieno di Genova, si è svolta una cerimonia con la deposizione di corone di fiori. Dall’intervento di Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia.
* Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha detto che “Il partenariato tra Regno Unito e Ucraina risale a migliaia di anni fa”.
* Durante un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro Michail Mišustin ha presentato un rapporto sullo sviluppo economico del Paese relativo al 2024.
* La Russia aiuta la fraterna Slovacchia a far fronte alla crisi energetica, causata dalla decisione del regime ucraino di vietare il transito di gas russo attraverso il suo territorio.
* La Groenlandia, da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca, è al centro delle cronache internazionali. Il presidente degli USA non aveva infatti escluso l’uso della forza per prendere il controllo dell’isola che fa parte del Regno di Danimarca (pur con notevoli autonomie) e che ospita basi statunitensi fin dagli anni ‘50 del secolo scorso.
* Vincenzo Lorusso a Makeevka.
* Ogni tanto, vi ripropongo l’inno della Federazione Russa, che si presta bene a innumerevoli interpretazioni.
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Al cinema Nuovo Aquila è stato presentato il film N.E.E.T. acronimo di Not in Education, Employment or Training. Si tratta di un indicatore che individua la popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione.
Per affrontare la situazione divenuta insostenibile il nuovo Governo italiano, attraverso la ministra Ginestra (la piacevole e risoluta Caterina Murino), decide di reintrodurre la leva obbligatoria per impegnare i giovani e spronarli a trovare al più presto un’occupazione.
Così diversi ragazzi vengono immediatamente arruolati e spediti in una caserma in Puglia, la Enrico Bruna. Loro sono Mozart (un riuscitissimo Daniele Locci), a cui piacerebbe fare il direttore di coro dopo un tentativo all’estero miseramente fallito; Barabba (un travolgente Daniele Trombetti), tassista abusivo che ha come padre Stefano Ambrogi che ci regala due gradevoli apparizioni; Flavia (l’intraprendente ed amabile Chiara Vinci), che vorrebbe investire su un terreno avuto in eredità per impiantarci una coltivazione di canapa, che a dispetto di quello che si potrebbe immaginare, serve per produrre plastica biodegradabile; e Arcari (il delizioso Maurizio Bousso), che finge di frequentare l’università.
La caserma appare come una struttura dall’architettura tipicamente fascista, ma dalle parole che ho scambiato a fine proiezione con il regista Andrea Biglione ho saputo che in realtà si tratta di un ex convento a cui è stata aggiunta, nella fase post produzione, l’intitolazione con i caratteri tipici del Ventennio, semplicemente come tributo ad un suo avo.
In questo luogo austero situato ad Ostuni i ragazzi troveranno un Maggiore (il buffo Fabrizio Biggio), una figura non propriamente marziale, e il Sottoufficiale Ferretti, una versione ironica del sergente Hartman di “Full metal jacket” (lo strepitoso Pietro De Silva).
I giovani hanno un mese di tempo per trovare un escamotage ed evitare il servizio militare trovando un’occupazione. Senza arte né parte, si uniscono per aiutare Flavia ad attuare il suo piano imprenditoriale all’interno dell’azienda ridotta ad un rudere a pochi chilometri dalla caserma.
Durante i lavori preparatori del terreno, i ragazzi rinvengono una borsa sepolta al cui interno c’è un miliardo delle vecchie lire; peccato che questa valuta sia carta straccia, ormai fuori corso da parecchi anni. Allora decidono di avviare un crowdfunding, cioè una raccolta di fondi tramite una piattaforma digitale.
Ma è durante questo primo mese che i nostri protagonisti, costretti ad uscire dalla loro vita ovattata, scoprono realmente se stessi e cominciano a scegliere la loro strada.
Questo è ciò che il film presenta: una gioventù persa, senza punti di riferimento, che vive alla giornata e si ritrova in una condizione di costruzione insieme ad individui in cui si riconosce, si fonde nel gruppo, unisce le forze e trova la spinta per crescere, migliorarsi ed emanciparsi. In questo racconto la Naja, dimenticata da anni dal cinema (è dal 1985 che la leva non è più obbligatoria), non viene rappresentata in maniera negativa, almeno per come la ricordano quelli della mia generazione, anzi, rappresenta un punto di svolta, uno strumento di incontro, e stimolo a lasciare il nido e a spiccare il volo.
Barabba si innamorerà dell'attivista Ilaria (un’incantevole ragazza piuttosto ribelle interpretata da Celeste Savino), che protesta contro la leva obbligatoria insieme al suo collettivo in lotta per ottenere un reddito universale. Mozart coronerà in parte il suo sogno è dirigerà un coro di anziani (tra cui c’è anche la cantante Mietta che nella storia ha una dolce nipote, Giulia Cavallo, che fa girare la testa a Mozart), per fare bella figura con la ministra Ginestra in visita alla caserma. Arcari, ricevendo la fiducia che gli era mancata in famiglia, inizia a trovare la sua dimensione nel mondo militare. Lui è adottato, vista l’origine africana e i genitori interpretati da Paolo De Vita e Nadia Bengala.
Oltre a loro c’è una pletora di ragazzi nelle loro stesse condizioni, tra cui Marta Filippi, Dino Porzio, Dario Bandiera, Alice Luvisoni e altri, che hanno storie di vita non dissimili da quelle dei protagonisti.
Il film è gradevole, non è critico né schierato. Propone semplicemente una storia di fantasia che lascia spunti di riflessione. I personaggi, seppur in modo ironico, rappresentano la realtà giovanile odierna con le sue difficoltà sociali. Le istituzioni statali e militari non vengono denigrate ma proposte in maniera leggera, ironica, pur non mancando qualche frecciatina che risulta sempre gradevole e mai accusatoria o ingiuriosa.
Chi ha scritto la sceneggiatura è giovane e non ha fatto la naja, dunque non ha vissuto direttamente questa esperienza caratterizzata da disciplina rigorosa per un intero anno, Esperienza che in qualche caso avrebbe potuto aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza delle regole, in tanti altri ha lasciato addirittura il segno delle vessazioni e dei pesanti scherzi dei “nonni” e dei graduati.
La storia è creativa, evidenzia i caratteri dei protagonisti attraverso i loro pregi e difetti, ne sottolinea i progressi in modo graduale ed efficace.
È il finale che mi ha lasciato un po’ perplesso. Indubbiamente gradevole, sembra voler capovolgere la situazione ormai giunta ad un felice epilogo e rimettere tutto in discussione. Una scelta “giovanile” e “ribelle”, immagino, tipica della giovane età degli sceneggiatori, che probabilmente affrontano questa tematica dal loro punto di vista.
Penso che la pellicola riscontrerà pareri differenti e discordanti nel pubblico a seconda del punto di vista, delle singole esperienze personali e del modo di pensare. Nonostante ciò, il finale è divertente e non toglie nulla alla gradevolezza del film e all’impegno di questi giovani artisti.
Da Mosca, Mark Bernardini. Centoquattordicesimo notiziario settimanale di lunedì 3 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* A fronte del gesto di dubbio gusto di Musk, fautore dei cosiddetti valori tradizionali, molti si scagliano contro di lui per le sue dichiarazioni sul Partito tedesco “Alternativa per la Germania”. Ora, Musk tra le varie cose è contro la comunità LGBT. E la moglie di Alice Weidel, la leader di AfD? Weidel è dichiaratamente omosessuale, e sua moglie è un’immigrata, a Musk non dovrebbe andare a genio.
* A parte i racconti di Stefania Battistini, che è entrata a Kursk senza visto a bordo di un blindato ucraino per raccontare alla comunità europea come persone con simboli fascisti sul berretto stiano prendendo possesso del territorio russo, nulla può essere paragonato a questo. Servizio della RAI sulla resistenza di Odessa! Così Odessa, fondata a fine XVIII secolo dalla Zarina russa Caterina II, sulle ceneri della turca Chadžibej, “si ribellò ai bolscevichi nel 1905” e continua a resistere.
* 2 febbraio. Genova. Giorno della Memoria del partigiano sovietico morto liberando l’Italia, Fëdor Poletaev, Poetan, come veniva chiamato nella sua unità. Nel cimitero di Staglieno sono presenti le bandiere di entrambi i Paesi. Fëdor è un eroe dell’Unione Sovietica e dell’Italia, e lo è diventato prima in Italia che nella sua patria.
* Bologna, la tv russa in città per sostenere il centro sociale filo Putin “sfrattato” dal sindaco Lepore: “In Italia non c'è libertà”. Il servizio di Rossija 1 durante la protesta per Villa Paradiso e contro la decisione del Comune. Il caso sollevato dall’europarlamentare Picierno: “Violate le sanzioni”.
* Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi a Lugansk.
* Da Campobasso a Perm'.
* Nel bosco vicino al fronte, 1942.
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Le Grand Morin a Sezanne |
Qualcuno, le Petit Morin, lo definisce un “fiumiciattolo insignificante”. Quel qualcuno non ha mai calpestato il territorio della Champagne e non ha mai seguito il corso di questo piccolo, importante, fiume.
Nasce da una palude. Precisamente nel Comune di Val-des-Marais, dipartimento della Marne. Scorre parallelo al Grand Morin, a nord del medesimo, generalmente verso ovest per poi confluire nella Marne dopo un percorso di circa 80 Km zigzagando nel Nulla, fino a portare le proprie acque in quella piccola valle che prende il suo nome: la Vallée du Petit Morin.
Perlage che nasce prevalentemente da uve chardonnay come ultimo baluardo della Côte de BLancs ad ovest e Côte de Sézanne a Sud. A seguir l’influenza del vitigno Pinot Meunier della vicina Vallée de la Marne.
Difficile è definire un carattere univoco nello stile degli Champagne del la Vallée du Petit Morin.
Interessanti sono le interpretazioni dei vignerons Ulysse Collin e Cyril Jeaunaux (Jeaunauz-Robin).
C’è un minuscolo paesetto, un paese da nulla, tuttavia grazioso, protetto com’è da un andamento collinare e circoscritto da boschi che lasciano spazio a vigneti. E il Petit Morin che lo attraversa creando quel microclima necessario: Le Talus de Saint Prix.
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Percorsi |
Le Grand Morin anch’esso nasce dalle paludi della Champagne e dopo un percorso sinuoso di circa 120 km sfocia nella Marne da est verso ovest. Perché fiume di vino?
Perché attraversa la Côte de Sézanne creando quell’idroclima necessario per i numerosi vigneti di chardonnay.
Solo vino lungo il suo percorso?
La valle del Grand Morin, soprannominata “valle dei pittori”, ha ispirato molti artisti importanti del XIX secolo, come Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Corot. Gli incantevoli villaggi di Crécy-la-Chapelle e Villiers-sur-Morin, sorti lungo il fiume tranquillo costellato di mulini e lavatoi, offrono agli appassionati di pittura vedute davvero suggestive. Un percorso artistico, punteggiato di cavalletti, che permette di scoprire i diversi luoghi da cui i famosi artisti hanno tratto la loro ispirazione.
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Percorsi |
"E' proprio a Sézanne che è stata ritrovata la più antica vite al mondo".La Côte de Sézanne è essenzialmente una continuazione della Côte des Blancs, separata solo dalle paludi di Saint Gond e in gran parte dominata dalla stessa varietà, l’uva Chardonnay.
Qui la sua espressione è più ricca e rotonda e i vini non possiedono la stessa capacità di invecchiamento degli Champagne dei villaggi Grand Cru della Côte des Blancs.Il sottosuolo è prevalentemente argilloso e limo argilloso con alcune sacche di gesso e le vigne sono orientate verso sud-est.Come la Côte des Blancs, è coltivata principalmente a Chardonnay (64%), ma circa un quinto è affidato al Pinot Meunier.
Nonostante sia una zona meno rinomata rispetto alle altre aree dello Champagne, è proprio a Sézanne che è stata ritrovata la più antica vite al mondo: vitis balbianii o sezannensis. Ed è sempre a Sézanne che fu piantata la prima vite di Chardonnay, sotto il regno di Luigi IX.
E il Grand Morin che la protegge.
Сelebrazioni dell'80° anniversario della Vittoria a Roma
La Casa Russa a Roma ha inaugurato l'anno dell'80° anniversario della Vittoria. La serata dedicata alla liberazione di Leningrado dall'assedio ha riunito un numero record di ospiti. All'ingresso, ogni visitatore ha ricevuto i 125 grammi di pane d’assedio – la razione giornaliera dei residenti di L
Il Salotto letterario e musicale “L'assedio di Leningrado in prosa, musica e poesia” si è svolto insieme alla mostra “Pane d'assedio” basata sul materiale d’archivio del Museo Commemorativo Statale della Difesa e dell'Assedio di Leningrado. La mostra è stata organizzata in collaborazione con la Rappresentanza Permanente della Federazione Russa presso la FAO e altre organizzazioni internazionali. “Oggi ci siamo riuniti qui per rendere omaggio e rispetto a coloro che sono sopravvissuti all'assedio di Leningrado. A coloro che hanno resistito con coraggio nelle condizioni più terribili. Non soltanto ricordiamo gli eventi di quegli anni, ma rendiamo omaggio all’eroismo di ogni persona in ogni momento di quegli inverni terrificanti, quando il pane era non solo un prodotto alimentare, ma un simbolo di vita e di speranza”, afferma Igor Golubovskiy, Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso la FAO, parlando sul tema “Fame come un mezzo di guerra”.
In programma della serata c’erano poesie di Anna Akhmatova e Olga Berggolts, estratti dai diari dei sopravvissuti all’Assedio, musiche di Sergej Rachmaninov, il tema del film “La lista di Schindler”, il Vocalise dell’opera “Qui le albe sono quiete” e altro. Un’attenzione speciale è stata alle storie di vita e ai ricordi di Nadezhda Nikolaeva, 94 anni, testimone degli eventi dell'Assedio di Leningrado che vive nella capitale italiana.
Nell’ambito delle celebrazioni dell’80° anniversario della Vittoria, la Casa Russa a Roma ha ospitato anche la presentazione della riedizione del libro “Il Battaglione partigiano russo d’assalto”, scritto da Vladimir Pereladov, un ufficiale sovietico fuggito dalla prigionia unendosi al movimento di Resistenza italiano. Divenne il comandante del più grande battaglione d'assalto, che univa prigionieri di guerra italiani e sovietici. Insieme fecero saltare in aria più di 120 ponti e 350 veicoli da combattimento, liquidarono 50 guarnigioni e 4.500 nemici. Vladimir Pereladov ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Russia e in Italia. “I partigiani sovietici hanno dato un contributo straordinariamente importante alla sconfitta del fascismo. Basti dire che metà dei partecipanti stranieri alla Resistenza italiana erano cittadini sovietici” - commenta lo storico e ricercatore Michail Talalay – “e tra loro Pereladov divenne una delle figure simboliche, perché fu un notevole combattente con un destino interessante. Ciò Per gli italiani era importante che l'Armata Rossa stava combattendo i nemici sul loro territorio, sugli Appennini”.
L’Ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, afferma “L'Ambasciata, insieme alla Casa Russa a Roma, è impegnata principalmente a preservare la memoria dei partigiani sovietici che, durante la Seconda guerra mondiale, nel movimento di Resistenza italiano, hanno combattuto contro il nazismo, contro il fascismo qui in Italia. Qui c'era un movimento di resistenza piuttosto forte, i cui discendenti custodiscono molto bene questo ricordo, e prima di tutto custodiscono il ricordo della lotta comune contro il fascismo e il nazismo insieme a quei partigiani russi e partigiani di origine russa che si trovarono sugli Appennini durante la Seconda guerra mondiale. Innanzitutto, si trattava di soldati sovietici che riuscirono a fuggire dalle prigioni fasciste e che qui, insieme ai loro fratelli d'armi italiani, si unirono al movimento di Resistenza, facendo di tutto per avvicinare la vittoria”.
Il libro “Il Battaglione partigiano russo d'assalto” è stato pubblicato per la prima volta in italiano nel 1975. Più di 10 anni dopo, Vladimir Peredadov scrisse una versione ampliata in russo intitolata “Le note di un garibaldino russo”. L'edizione aggiornata è stata pubblicata in Italia nel 2024 con il sostegno dell'associazione culturale italiana “Russia - Emilia-Romagna”. Come afferma il suo
Alla presentazione ha preso parte anche la nipote di Vladimir Pereladov. Fin dall'infanzia, Marina Pozdnyakova ascoltava i racconti del nonno e 8 anni fa il destino la portò in Italia: da diversi anni vive nella periferia di Firenze. “Ricordava sempre con grande affetto i suoi amici partigiani italiani, perché il calore delle persone che gli avevano salvato la vita, la gente con cui aveva combattuto era semplicemente il suo grande amore. L'Italia è il suo grande amore. E quando parlava dell'Italia, i suoi occhi si illuminavano di una luce così insolita, una luce davvero insolita, diventava di nuovo giovane, con uno sguardo ardente. Non si può spiegare”, ricorda la nipote.
Gli eventi dedicati all'80° anniversario della Grande Vittoria si terranno a Roma durante tutto il 2025.
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В Риме начали отмечать 80-летие Победы
Русский дом в Риме открыл год 80-летия Победы. Вечер в память о снятии блокады Ленинграда собрал рекордное количество посетителей. На входе в Русский дом каждый получал блокадные 125 граммов хлеба – дневной рацион жителей Ленинграда — с воспроизведенной «хлебной карточкой». В Италии в этот день отмечают день освобождения Освенцима. О том, что концлагерь особождали Советские войска
Литературно-музыкальная программа «Блокада Ленинграда в прозе, музыке и стихах» прошла в сопровождении выставки «Блокадный хлеб» Государственного мемориального музея обороны и блокады Ленинграда. Экспозиция подготовлена в сотрудничестве с Постоянным представительством Российской Федерации при ФАО и других международных организациях. «Сегодня мы собрались здесь, чтобы отдать дань памяти и уважения тем, кто пережил Блокаду Ленинграда, тем, кто стойко и с мужеством выстоял в самых страшных условиях. Мы не просто вспоминаем события тех лет – мы чтим подвиг каждого человека, каждое мгновение тех страшных зим, когда хлеб был не просто продуктом питания, а символом жизни и надежды», - сказал Постоянный представитель Российской Федерации при ФАО и других международных организациях в Риме Игорь Голубовский, выступиший на тему «Голод, как средство ведения войны».
На протяжении вечера звучала поэзия Анны Ахматовой и Ольги Берггольц, отрывки из дневников блокадников, музыка Сергея Рахманинова, тема из фильма «Список Шиндлера», «Вокализ» из оперы «А зори здесь тихие» и др. Отдельное внимание уделили истории жизни и воспоминаниям 94-летней Надежды Николаевой – свидетельнице событий блокадного Ленинграда, живущей в итальянской столице.
Накануне в Русском доме в Риме в рамках мероприятий, посвященных 80-летию Победы, представили свежее издание книги «Русский партизанский ударный батальон», написанной Владимиром Переладовым - бежавшим из плена советским офицером, примкнувшим к итальянскому движению Сопротивления. Он стал командиром самого большого ударного батальона, объединившего итальянцев и советских военнопленных. Вместе они взорвали более 120 мостов и 350 боевых машин, разоружили 50 гарнизонов и уничтожили 4 500 врагов. Переладов получил множество наград в России и Италии. «Советские партизаны, внесли необычайно важный вклад, вклад в разгром над фашизмом. Достаточно сказать, что половина иностранных участников итальянского Сопротивления были советскими гражданами, - комментирует историк, исследователь российской диаспоры в Италии Михаил Талалай - и среди них Переладов, пожалуй, стал одной из таких символических фигур, потому что это был замечательный боец с интересной судьбой. Для итальянцев было важно то, что на их территории, на Апеннинах, захваченных врагами, сражается Красная Армия».
По словам Посла России в Италии Алексея Парамонова, «посольство совместно с Русским домом в Риме, занимается сохранением памяти о советских партизанах, которые в годы Второй мировой войны в составе итальянского движения Сопротивления боролись с нацизмом, с фашизмом здесь, на территории Италии. Надо отдать должное, здесь существовало достаточно сильное движение сопротивления, потомки которых очень дорожат этой памятью, и, в первую очередь, они дорожат памятью совместной борьбы с фашизмом и нацизмом совместно с теми российскими партизанами, которые оказались на территории Апеннин в годы Второй мировой войны».
Книга «Русский партизанский ударный батальон» впервые была издана на итальянском языке в 1975 году. Спустя более чем 10 лет Владимир Передадов написал расширенную версию на русском языке – «Записки русского гарибальдийца». Обновленное издание было опубликовано в Италии в 2024 году при поддержке итальянской культурной ассоциации «Россия - Эмилия-Романья». Как сказал ее президент Лука Росси, «проблема в том, что на протяжении многих лет исторические исследования все больше игнорировали роль советских солдат, несмотря на то что она имела решающее значение. Сегодня есть реальная нехватка распространения информации об этом на уровне СМИ, на уровне исторических исследований. Мы чувствуем информационную пустоту, и мы стараемся ее заполнить нашими книгами и инициативами, которые мы организуем в Италии».
Участие в презентации приняла внучка Владимира Переладова. С детства Марина
Мероприятия, посвящённые 80-летию Великой Победы, будут проходить в Риме на протяжении всего года.
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Da Mosca, Mark Bernardini. Centotredicesimo notiziario settimanale di lunedì 27 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Intervista del “Fatto Quotidiano” all’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Aleksej Paramonov (23 gennaio 2025)
* Il giornalista italiano Vincenzo Lorusso ha ricevuto un permesso di soggiorno temporaneo nella Repubblica Popolare di Lugansk. E’ stato il primo straniero a ricevere questo timbro dal Ministero degli Interni della RPL. Successivamente, intende presentare i documenti per un permesso di soggiorno permanente e l’ambito passaporto di cittadino della Federazione Russa.
* Sulle emittenti RAI sono passati agli ausili visivi. Quindi, a quale angolazione si può o non si può alzare la mano? Incluso anche uno schema. Nella zona verde, cioè sicura, accarezza un cane, accarezza un bambino e chiama un taxi. Quanto più alto è il grado, tanto più è pericoloso. Per evitare di sbagliare e chiamare un cameriere, consigliano 180 gradi.
* Una canzone del 1971, Надежда, Speranza. Parla di distanze in questo sconfinato Paese, quando si smette di dare importanza a offese di poco conto.
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Abbandonare il traffico delle città per riscoprire i piaceri della vita semplice e rurale è altamente gratificante e salutare, ed è uno degli obiettivi concreti di molte persone, intenzionate a dare una svolta alla propria esistenza. Lavorare in campagna e cambiare vita, nonostante sia impegnativo, consente di fare una vita sana e di raccogliere molte soddisfazioni… oltre che buoni frutti!
Geniale è stata l’intuizione del duo G&G, Gisela Josefina Lopez Montilla e Giovanni Caruso che hanno inteso trasferirsi dalla città e creare una struttura per la musica all’aria aperta, nella loro nuova casa fattoria, nelle vicinanze di Ardea in zona Caronti. Niente è più bello di poter lavorare e immergersi nella natura a respirare a pieni polmoni, perché quando si lavora, si ha anche bisogno di spazi aperti. Nel momento in cui si crea un disco, nonostante sia bello e stimolante, l’artista vive una situazione emotivamente stressante, ed inciderlo in un ambiente tranquillo, aiuta a far meglio il proprio lavoro.
Gisela e Giovanni in questa intervista, hanno inteso far conoscere la loro stimolante iniziativa.
Maestro Giovanni Caruso qui in questa località nelle vicinanze di Ardea dove avete casa, avete realizzato un progetto importante, ce ne puoi parlare?
Si è coronato finalmente un nostro sogno, un progetto che avevamo in mente già da svariato tempo. Sono tanti anni che lavoro nelle registrazioni e collaboro con tanti artisti. Nel passato ci appoggiavamo in diverse studi, ma ci siamo resi conto, che ne serviva uno nostro personale, che finalmente realizzeremo qui a casa nostra. Abbiamo fatto dei lavori per insonorizzare tutta la stanza con il legno al fine di creare un’acustica particolare. La casa che abbiamo strutturato, oltre che per nostro benessere, è dedicata all’attività musicale e si trova immersa nel verde. La potrà utilizzare qualsiasi artista che ha intenzione di venire qui da noi, dove potrà trovare anche vitto, alloggio, oltre a vivere la musica, in simbiosi con la campagna.
Ci sarà una particolarità importante nel nuovo studio, ce ne puoi parlare?
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Gisela Josefina López |
Si, all’interno dello studio sarà posizionato un pianoforte a coda Steinway & Sons (di grande valore), pertanto chi vorrà, potrà utilizzarlo per video, registrazioni audio e anche per le dirette on line. Con un pianoforte di tale livello, si potrà fare di tutto, l’idea nostra è di fare anche corsi di masterclass, perché lo spazio permette tutto questo. Il pianoforte lo potranno utilizzare pianisti, cantanti o differenti musicisti che hanno bisogno dello strumento per essere accompagnati. Abbiamo intenzione di lavorare non soltanto con la musica classica, ma anche con altri generi quali la musica pop o quella elettronica moderna.
Giovanni Caruso, qualche tempo fa è uscito un vostro pezzo musicale, molto originale e particolare, di cosa si tratta?
E’ un singolo a due voci con Gisela, che si può trovare su tutte le piattaforme on line Spotify, You tube, Amazon, dal titolo “Sei il miracolo”. Abbiamo voluto donare una canzone alla vita e ai nostri figli e il testo tratta del miracolo della vita, arrangiato in stile classico e meno pop rispetto alle nostre precedenti incisioni. In particolare parla del rapporto meraviglioso che c’è tra la mamma e il proprio figlio, dalla nascita alle prime poppate, finchè diventa adolescente e si rende indipendente. In aggiunta al bellissimo testo abbiamo pensato di aggiungere le sonorità di un pianoforte e di un violoncello.
Gisela Josefina López, quali sono i tuoi prossimi progetti artistici?
Nel periodo di forzata chiusura dovuta alla pandemia, scrissi una serie di testi musicali che ho consegnato ad altri interpreti in grado di arrangiarli ed interpretarli adeguatamente. Ho scritto una nuova e bella canzone dedicata alla mia Venezuela, che ogni volta che eseguo riesce ad emozionarmi. Con Giorgio Pica il compositore con il quale già avevo lavorato nel passato, abbiamo intenzione di riprendere la nostra collaborazione musicale. Vorrei citare inoltre il mio Poeta preferito, Enzo Casagni che scrive poesie meravigliose, basandosi sui veri sentimenti di vita vissuta, oltre che sulla natura e sulla vita in generale. A lui ho affidato il mio quinto libro che ho scritto in italiano (che vorrei far uscire anche in spagnolo), per effettuare eventuali correzioni, dal momento che come tutti sanno, io sono di madrelingua spagnola. Credo che ci sarà l’opportunità in futuro, di musicare anche alcune sue poesie. Ho anche intenzione di realizzare un evento artistico con un’artista internazionale e lo renderemo pubblico appena sarà concretizzato.
Gisela, già conoscevo le tue qualità di vera artista, ma sono rimasto meravigliato nell’apprendere che ti sei impegnata anche per sistemare buona parte del terreno. Quindi hai rivelato doti di intraprendenza non comuni.
Fare la contadina è un qualcosa di genuino che mi rende felice. Ricordo che fin da piccola mi piaceva stare in mezzo alla natura e a casa dei miei genitori n Venezuela, avevamo della terra dove custodivamo alcuni animali da cortile Quando ho messo piede per la prima volta in questa casa rurale nelle vicinanze di Ardea, zona Caronti, all’inizio sembrava di stare in una foresta. Iniziai subito a lavorare a mani nude senza guanti ed è stata proprio la vicina di casa, dal momento che me le stavo rovinando, a dirmi che così non si faceva. La terra immediatamente si è dimostrata grata alle carezze che le offrivo ogni giorno. E’ stato meraviglioso vedere sbocciare quel fiore che in precedenza non aveva più vita e far crescere tutta quella terra colorata, poi abbiamo raccolto anche la prima frutta, parte della quale ho utilizzato per fare della buonissima marmellata. Inoltre con l’aiuto di dieci persone abbiamo raccolto una grande quantità di uva con la quale abbiamo vendemmiato. Mi reputo una persona che non ha paura di niente, neanche di arrampicarmi sugli alberi, mi piace toccarli e parlo spesso anche con loro. Il tramonto in questo luogo è un qualcosa di meraviglioso e suggestivo, che mi permette di scrivere tante poesie e la notte con il cielo stellato, si riescono a vedere tutte le costellazioni.
Grazie Giovanni Carusio e Gisela Josefina López. E buona fortuna
Da Mosca, Mark Bernardini. Centododicesimo notiziario settimanale di lunedì 20 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Questa settimana c’è stata una interessante conferenza stampa del ministro degli esteri russo Lavrov, è durata quasi tre ore, cercate la mia traduzione integrale sui miei canali.
* Commento di Marija Zacharova, portavoce del ministero degli esteri russo, sugli incendi di Los Angeles.
* Il 20 gennaio è la Festa della Repubblica in Crimea.
* Intervista di Russia 24 a Giorgio Verduci sull'automotive (in russo).
* Oltre le stelle. Un gruppo rock di Pietroburgo, che esisteva ormai da quasi trent’anni, Tequilajazzz. Purtroppo, con l’inizio del conflitto russo-ucraino il loro leader ha prontamente cambiato casacca e ha fatto il salto della cavallina, se n’è andato in Occidente. A noi piace ricordarlo com’era, non certo com’è diventato.
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Chateau Chenonseau |
La Loira, con un corso di 1.020 km, è il più lungo fiume francese. Il suo bacino è esteso per 117.000 Km² e occupa più di un quinto del territorio.
Il nome del fiume in latino è Liger tant’è che gli abitanti si chiamano ligeritains. Sin dai tempi antichi ha ricoperto il ruolo di importante asse di navigazione e di trasporto merci.
Ha le sue sorgenti a sud-est del Massiccio Centrale e precisamente dal monte Gerbier de Jonc. Siamo nel Vivarais ad una altezza di 1.408 m slm, là dove un cartello porta l’iscrizione :” Qui comincia la mia corsa verso l’Oceano”.
Perché “fiume di vino”?
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Chateau Chenonseau |
Basta osservare il suo percorso lungo le regioni e i dipartimenti che attraversa dove la vite ne è testimonianza di questo appellativo.
AUVERGNE
L’Auvergne, il regno francese dell’acqua e del fuoco. Ampi pascoli e i fitti boschi che coprono i giganti addormentati costituiti da vulcani che disegnano l’orizzonte. Fonti termali, come Volvic e Vichy, regalano una rilassante palette cromatica. E il vino?
La denominazione si trova sul corso superiore del fiume ed è stata classificata come AOP nel 2009. I vigneti coprono 410 ettari di vigne in 53 comuni. Ci sono cinque sottozone, Boudes, Chanturgue, Châteaugay, Corent e Madargues. I vini rossi e rosati rappresentano due terzi della produzione e sono fatti principalmente di Gamay con proporzioni di Pinot Noir. I vini bianchi sono prodotti da Chardonnay.
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Pouilly sur la loire |
BORGOGNA-FRANCA CONTEA
Il fiume inizia ad essere meno turbolento ed assume così la forma di “placido corso d’acqua” nel lungo percorso che lo porterà al grande estuario.
Lascia la regione Alvernia-Rodano-Alpi e lambisce la parte ovest della Borgogna-Franca Contea per iniziare quell’ansa che da fiume verticale lo conduce ad orizzontale. E proprio in quell’ansa troviamo il “favoloso mondo del Sauvignon Blanc”: Pouilly-sur-Loire (il
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Chenin Blanc |
celeberrimo Pouilly-fumé) ad est nella Borgogna-Franca Contea e l’area ad ovest intorno alla città di Sancerre, già regione Centro-Valle della Loira.
CENTRO-VALLE della LOIRA
Benvenuti nella regione Centro-Valle della Loira, la Valle rinomata per i suoi Castelli e per città come Orleans e Tours. Qui regna indisturbato il Cabernet Franc. Cheverny, Touraine, Vouvray, Chinon le AOC più famose
PAESI della LOIRA
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Foce della Loira |
La regione ultima. Da Samur ancora terra di rossi a Nantes nel bel mezzo dei vigneti di Muscadet, passando per il regno di sua maestà lo Chenin Blanc. Coteaux de Layon, les vins de Anjou e il mitico distretto di Savennières con i suoi vigneti simbolo: Coulée-de-Serrant e La Roche-aux-Moines .
Infine il distretto del MUSCADET. Diviso in tre denominazioni: Muscadet, vicino alla costa, Muscadet de Sèvre-et-Maine, dove si produce il miglior muscadet da abbinare alle ostriche della vicina Bretagna e Muscadet des Coteaux de la Loire posizionato più nell’interno.
Per onor del vero nella Loira si coltivano anche, in piccola parte, il Cabernet Sauvignon, Gamay , Pinot Nero e Grolleau. Quest’ultimo, autoctono della Loira costituisce la base per i vini rosati che troviamo nel distretto di Anjou.
“Nantes è l’ultima città prima dell’estuario della Loira, con il cuore e la storia in Bretagna e i piedi nel distretto della Loira Atlantica”.
Dal centro città, dove inizia l’estuario fino all’Oceano Atlantico ci sono 60 chilometri. Saint- Nazaire ultimo avamposto. I vigneti sono un ricordo. Il grande fiume, stanco del suo lungo cammino si lascia contaminare, a poco a poco, dalle acque salmastre marine.
L’edizione del trentennale del Premio Alghero donna ha avuto luogo, come da tradizione, presso il Teatro Civico di Alghero , sabato 18 gennaio alle ore 20,00, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Alghero, Assessorato alla Cultura e della Fondazione di Sardegna, con la collaborazione organizzativa dell’Associazione Orion, della FIDAPA sezione di Alghero e della Rete delle donne di Alghero APS.
L’edizione del trentennale coincide con l’Anno Giubilare, evento spirituale che coinvolge tutto il mondo. Per questo la Giuria del Premio Alghero donna, composta da: Antonio Casu, Presidente de ‘Il Cenacolo di Tommaso Mo ro’; Antonio Maria Masia, Presidente dell’’Associazione Il Gremio dei sardi’ di Roma; Massimo Milza, Segretario Generale dell’Associazione ‘Salpare’ ; Giuditta Sireus, Direttrice artistica ‘Club Jane Austen Sardegna’, ha assegnato la sezione ‘ Giornalismo’ a Vania De Luca, Caporedattore Vaticanista del Tg3 che nel 2016 è stata eletta presidente dell’UCSI (Unione cattolica stampa italiana), prima donna in quasi 60 anni di storia dell’Unione. La sezione Prosa è stata assegnata per il romanzo « Notte di vento che passa» (Mondadori), a Milena Agus, nata in Liguria da genitori sardi, tornata in Sardegna, ha insegnato a Cagliari dove vive; i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, ha al suo attivo molti premi tra cui nel 2007 è stata finalista al Premio Campiello.
Per il trentennale del Premio la Sezione Poesia si apre alla drammaturgia diventando sezione Arte-poesia con Ilaria Drago, scrittrice e attrice interprete di suoi testi volti a riscoprire il valore femminile da Simone Weil, a Margherita Porete, ad Antigone, a Circe che attualmente porta sui palcoscenici italiani.
Come sempre la serata, condotta da Neria De Giovanni, è stata arricchita dalla musica.
Si sono esibiti sul palco del Teatro civico: Inoria Bande –strumentista di organetto diatonico e cantante solista, unica nel suo genere, figlia del grande fisarmonicista folk Francesco Bande. Ha seguito fin dall'età di quattro anni le orme artistiche del padre. Appartiene ad una famiglia che vanta quattro generazioni di organettisti.
Antonello Colledanchise e Susanna Carboni duo, cari al pubblico per i testi in algherese scritti da Colledanchise valente poeta insignito di molti premi per la sua carriera di scrittore e cantautore. Il duo con Susanna Carboni portano i loro concerti in Italia e in Catalogna, con un repertorio unico di canzoni, arrangiate con il Cuatro Venezolano e il Clarinetto.
Da Mosca, Mark Bernardini. Centoundicesimo notiziario settimanale di lunedì 13 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Le feste sono quasi finite, il 14 gennaio si festeggia il Vecchio Anno Nuovo secondo il calendario giuliano, ma è solo un’ulteriore occasione per fare bisboccia. Stavolta parleremo molto di censura e di rapimenti in stile mafioso. Buon ascolto e buona visione.
* La parte russa sollecita la comunità internazionale a reagire immediatamente e con la massima serietà agli attacchi che il regime di Kiev continua a mettere in atto ai danni degli impianti russi per l’energia nucleare, imponendo a Kiev di smetterla di giocare con le vite di interi popoli e Paesi, sia in Europa che in altri continenti; vite che questo regime ormai impazzito è pronto a offrire in sacrificio alla propria politica criminale provocando una catastrofe nella nostra maggiore centrale nucleare, quella di Zaporož’e.
* Nella regione di Kupjansk, i paracadutisti ucraini hanno catturato il pizzaiolo italiano Gianni Cenni, lo ha riferito qualche giorno fa la pubblicazione Today.it.
* Che l’Ucraina non gradisca la diffusione in Italia del documentario “I bambini del Donbass” è piuttosto ovvio e logico. Ed il diritto di critica è assolutamente lecito. Non è invece affatto lecito che in una lettera indirizzata al sindaco del comune italiano di Resana e al presidente della regione Veneto, l’ambasciatore ucraino in Italia Jaroslav Mel’nik affermi che Vincenzo Lorusso, che avrebbe dovuto presentare il documentario, “è un sostenitore dell’aggressione russa e un attivo incitatore all’odio verso gli ucraini”. Inoltre, Mel’nik sostiene che Lorusso “si trovi costantemente nei territori temporaneamente occupati delle regioni di Doneck e Lugansk, da dove diffonde narrazioni propagandistiche russe e materiali informativi anti-ucraini nello spazio mediatico italiano tramite risorse informative online”.
* Da diversi giorni si discute del motivo per cui Donald Trump vorrebbe che la Groenlandia facesse parte degli Stati Uniti. Proviamo a capirne le ragioni.
* Una bellissima versione di “Bella Ciao” in italiano, russo, ceceno e cabardo. Per girare questo video, i ragazzi hanno scalato l’Elbrus, fino a un’altezza di 4500 metri. “E’ stata una sfida incredibile per tutti noi”, afferma il solista Astemir Apanasov, “si scopre che senza acclimatamento è impossibile stare a tale altitudine, e ancora di più ballare e cantare! Pensavamo di divertirci e basta, ma la mancanza di ossigeno, i pensieri ovattati e gli arti congelati si sono fatti sentire. Era difficile nasconderlo. Ma spero che questo non sia visibile nell’inquadratura. Tutti i ragazzi hanno dato il 100%, come se fosse l’ultimo giorno della loro vita!”.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
Il padel è uno sport particolarmente diffuso e conosciutissimo, allora perché non usarlo per raccontare una storia? Il Teatro Golden lascia spazio ad un vero e proprio campo da gioco in mezzo alla sala, con giocatori che scambiano qualche tiro inscenando una partita; è questo il pretesto per dare vita a una serie di dinamiche non solo plausibili, ma anche interpretate con molta naturalezza.
Dall’adolescente un po’ ribelle che parla con neologismi giovanili incomprensibili per gli adulti, ad una madre che improvvisamente si scopre più materna di quello che in realtà è, al marito bonaccione che a suo tempo ha lasciato la carriera da tennista per sposarla, fino all’amico anche lui tennista sfiorito che ormai si accontenta di fare l’allenatore e il preparatore atletico della ragazza alla quale è particolarmente affezionato e ricambiato.
Scritta e diretta dallo stesso Danilo De Sanctis, la commedia racconta le vicende di Luna (Angelica Pisilli) una giovane sportivamente dotata, la cui gioventù è sacrificata da pesanti rinunce al fine di realizzare il suo sogno: diventare una campionessa di tennis.
Un sogno che però sembra essere più la proiezione dei desideri di chi le sta intorno, di coloro che sono ancora adombrati dai loro fallimenti, dalle delusioni o da rinunce: il padre Giulio (Simone Montedoro) e il suo allenatore Armando (Danilo De Santis).
I due, oltre ad essere amici da sempre, hanno ancora in comune la forte passione per il tennis, quasi un’ossessione che investono sulla ragazza.
Luna sta per raggiungere un suo personale successo in questo campo, ma non sembra felice. Non si sente accettata né compresa dalla madre Mara (Roberta Mastromichele) che continua a trattarla come se fosse ancora una bambina piccola. Anche con il padre non ha il rapporto che vorrebbe, distratto dall’assillo di compensare con la figlia il suo mancato successo. È così concentrato su questo obbiettivo, come gli atri adulti, da tralasciare involontariamente di darle quelle amorevoli attenzioni che le mancano.
Nonostante le premesse, non siamo davanti ad un dramma teatrale, a una commedia divertente e piacevole intrisa di profonda dolcezza e da una dose di velato e appena percepibile dramma.
Una proposta, quella di Danilo, che vuole con simpatia criticare la diffusa tendenza di molti genitori ad usare come surrogato o come avatar i propri figli per raggiungere risultati e successi che non sono riusciti a perseguire, spesso senza chiedersi se quelli sono i desideri dei figli.
Non nascondo che inizialmente, prima che il vortice di riuscita comicità che riempie la proposta mi coinvolgesse, mi sono guardato intorno durante le scene incentrate sul rapporto tra figli e genitori, scrutando i volti del pubblico più maturo per carpire qualche smorfia di disappunto che rivelasse una proiezione di sé nei personaggi. Ho pensato a quante persone potessero riconoscersi nella vicenda che Danilo ha saputo proporre con eleganza ed ironia.
Danilo e il suo cast ci propongono una commedia dinamica e alquanto movimentata che si sviluppa in poco più di un’ora, ricca di vicende e di tante intense emozioni, in cui si affaccia con delicatezza e tatto un piccolo dramma familiare, presentato però con genuina schiettezza e in maniera piuttosto brillante con una bella dose di effervescente ironia e riuscita comicità, senza far mancare delle situazioni che hanno l’intento di stimolare lo spettatore ad una profonda riflessione.
La regia di Danilo è stata molto attenta ad esaltare le scene, che a volte si interrompono e riprendono accavallandosi elegantemente con altre per dare la sensazione che si svolgano contemporaneamente, in parallelo; momenti di confidenza, di scoramento, di rabbia o di allegria che si alternano incastrandosi in perfetta sincronia, danno un senso compiuto ma soprattutto di continuità alla storia. Tutto questo avviene su un bel gioco luci che permette di concentrare l’attenzione sulla scena in atto, lasciando le altre congelate in una suggestiva semioscurità.
Luna, promettente portento, è però troppo giovane per portare il peso della sua grande responsabilità, diventata un pesante fardello.
La brava e deliziosa Angelica ci presenta quest’adolescente schietta, sbarazzina, esuberante e assolutamente vera, un po’ ribelle e frustrata, e la impersona con molta naturalezza facendone spiccare il carattere, i modi, la gestualità e l’ espressività che esprimerebbe una qualsiasi ragazza della sua età, sfruttando efficacemente anche la sua fisicità.
Roberta è la tipica mamma ancora giovanile e piacente, un po’ stressata, scontrosa e forse anche un po’ scontenta della sua vita. Atletica ma negata per il padel, alterna la sua figura a tratti aggressiva e velenosa ad una più dolce, nella quale sembra quasi far fatica a riconoscersi. È in bilico in un piacevole e bilanciato ruolo di madre e di moglie; spontanea e istintiva.
Danilo veste invece i panni di un simpaticissimo e dolcissimo allenatore che ha sviluppato un bel rapporto con la ragazza ed i suoi genitori. È un single incallito, forse perché è un profondo mammone che vive ancora con la madre, che ancora gli prepara la borsa per gli allenamenti… con Simone sono una coppia perfetta in scena. Nonostante sia entrato nel cast poco prima dello spettacolo e abbia fatto una manciata di prove, si è subito affiatato con gli altri. La sua professionalità e bravura, la naturalezza con cui interpreta questo padre un po’ smarrito non hanno fatto trasparire neanche l’ombra di un’incertezza; tutt’altro, sviluppa ottimamente un personaggio piacevole, divertente e sensibile.
Lui e Danilo insieme sono perfettamente in sintonia: gag, battute, sfottò, scherzi… tutto è ineccepibile. Divertono, coinvolgono, appassionano ad una storia che alla fine svela anche dei retroscena inaspettati ed interessanti che insaporiscono la vicenda. Tutti i personaggi interagiscono con naturale disinvoltura, portando gli spettatori a vivere con loro quella partita di padel o a partecipare ai discorsi nello spogliatoio. Appassionano con le loro vivaci e sentite dinamiche e coinvolgono attraverso un testo scorrevole e ben scritto che riserva sorprese inaspettate lasciando in sospeso in attesa degli eventi.
Le reazioni dei coinvolti a questi piccoli colpi di scena hanno sempre un risvolto divertente che alleggerisce le situazioni, ma non tralasciano il lato profondamente umano che porterà, nell’epilogo, a fare i conti con i loro insoluti e non detti e paradossalmente a ricevere anche un’inaspettata lezione di morale proprio da chi avrebbero dovuto educare...
con Danilo Da Santis, Roberta Mastromichele, Simone Montedoro, Angelica Pisilli
scritto e diretto da Danilo De Santis
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Vin de sable |
Il Ròdano, in francese Rhône, Ròse in occitano, Rhone o Rotten in tedesco, in latino Rhodanus è lungo 812 km, nasce in Svizzera dove scorre per i primi 267 km, per proseguire poi in Francia per altri 545 km fino a sfociare nel Mar
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Vigneti e Rodano |
Mediterraneo. Ha una portata media annua presso la foce di 1820 m³/s e ricopre il ruolo di principale fiume di Francia per volume d'acqua.
Nasce in Svizzera dal ghiacciaio omonimo, la cui acqua si raccoglie in un laghetto a 2208 m di altitudine. Corre latitudinalmente da est verso ovest nell'alta vallata corrispondente al cantone svizzero del Vallese. La valle si restringe notevolmente in corrispondenza di Martigny e il corso del fiume vira in direzione nord prima di gettarsi nel lago Lemano (Lago di Ginevra).
Come emissario in corrispondenza della città di Ginevra entra in Francia proseguendo incassato per svariati km, ricevendo da destra il copioso apporto dell'Ain e giungendo in breve a Lione dove riceve le acque della Saona (oltre 470 m³/s), suo principale tributario di destra. Da qui, notevolmente arricchito d'acque, diventa navigabile.
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Syrah |
Continua longitudinalmente, da nord verso sud, verso la foce a delta nel Mar Mediterraneo. Lungo questa seconda parte del percorso riceve da sinistra il grosso contributo (360 m³/s) dell'Isère. Proseguendo il fiume riceve svariati apporti che ne accrescono ulteriormente la già notevole portata.
Il fiume giunge alla fine del suo percorso gettandosi con l'ampio delta della Camargue nel mar Mediterraneo. Il bacino del fiume copre un'estensione totale di 95500 km². Nel delta, che inizia subito dopo la città di Arles, il corso del Rodano si divide in due rami, Grand Rhône e Petit Rhône.
Fin qui niente di particolare, cose risapute da tempo. La particolarità che ci interessa è che il Rodano, lungo l’intero percorso, svolge il ruolo di termo-regolatore di quell’effetto che passa sotto il nome di Hidro-clima, tanto desiderato dai vigneti che corrono lungo tutto il suo percorso.
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Mappa del corso del fiume |
Valais (Svizzera)
Il Vallese è una delle sei regioni vinicole svizzere. I vigneti coprono 5.236 ettari. Sono caratterizzati da circa 60 varietà di uve diverse, per lo più autoctone, di cui solo quattro rappresentano quasi il 90% della superficie. Si tratta, per oltre la metà, di Fendant(Chasselas), Pinot Nero, Gamay e Silvaner.
Savoia
Distretto vinicolo attraversato, oltre che dal Rodano, dall’Isère e Ain suoi affluenti. Il Jongieux, Seyssel, Bugey con vitigni Mondeuse, Roussette, Chasselas, Molette
Ma è dopo aver ricevuto le acque della Saona a Lione che il Rodano aumenta la sua importanza viti-vinicola dando il proprio nome a distretti come Rodano settentrionale (La Côte du Rhône Nord) e Rodano Meridionale (La Côte du Rhône Sud). Inoltre diventa navigabile rappresentando una delle vie d’acqua più importanti francesi.
Rodano Settentrionale
Il regno incontrastato del vitigno Syrah. Nomi come Côte Rotie, Condrieu, St-Joseph, Hermitage, Crozer-Hermitage, Cornas, St-Péray parlano da soli e raccontano questo distretto unico.
Rodano Meridionale
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Hermitage |
Con i distretti di Côtes du Vivarais, Coteaux du Tricastin, Rasteau, Gigondas, Vacqueyras, Côtes du Ventoux, Lirac, Tavel, Côtes du Luberon e naturalmente il più famoso Chateauneuf-du-Pape.
Vitigni bianchi Viognier, Marsanne, Roussanne, Clairette, Grenache Blanc, Pic-poul, Bourboulenc ed i neri Grenache noir, Morvedre, Muscardin, Vaccarèse, Counoise, Cinsault, Carignan, Terret Noir, Picardin e naturalmente Syrah
Delta del Rodano
Ad est lambisce la Provenza, ad ovest la Camargue. Vogliamo ricordare le vin de sable?
Rodano, fiume di Vino. Chapeau!
Da Mosca, Mark Bernardini. Centodecimo notiziario settimanale di lunedì 6 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon Natale agli ortodossi osservanti il calendario giuliano, buona Epifania per i cattolici che seguono quello gregoriano. Per me, da buon ateo, è un’ulteriore occasione per fare bisboccia. Stavolta, inevitabilmente, parleremo molto di gas. Buon ascolto e buona visione.
* Ho tradotto l’intervento di Putin per Capodanno. Naturalmente, i detrattori hanno detto di tutto.
* Gli Stati Uniti hanno segretamente fornito armi di vario tipo all’Ucraina ancora nel 2021, ovvero prima dell’inizio dell’operazione militare russa. Le rivelazioni clamorose sono state fatte dal segretario di Stato uscente degli USA, Antony Blinken, in un’intervista al quotidiano “New York Times”.
* Kiev si è rifiutata di rinnovare gli accordi di transito siglati tra la società russa Gazprom e le ucraine “Naftogaz” e OGTSU (Operatore ucraino del sistema di trasporto del gas).
* Il 4 gennaio, a seguito di un attacco mirato di droni da parte di militanti del regime di Kiev, è morto il corrispondente freelance di Izvestija Martem’janov.
* E’ stato annullato l’evento promosso da un consigliere comunale di Arezzo (Michele Menchetti) che prevedeva l’utilizzo di una sala del Comune per la proiezione del documentario di Russia Today “Maidan, la strada verso la guerra” e successivo dibattito.
* Rivelazioni clamorose di una commissione d’inchiesta del Senato degli Stati Uniti: durante le indagini degli anni Novanta la banca svizzera “ha fatto di tutto per nascondere l’esistenza dei conti segreti, riconducibili a gerarchi del regime hitleriano”. Il denaro fu sequestrato durante l’Olocausto alle famiglie ebraiche in tutta l’Europa e depositato sui conti bancari cifrati nella Confederazione Elvetica.
* Dai media italiani si evince che in Russia l’economia è in crisi a causa dello stop dell’Ucraina al gas che costerà 5 miliardi all’anno, e che addirittura c’è un rischio di caos interno, anche se si ammette che le famiglie italiane rischiano di pagare 300 euro in più. Crisi economica in Russia, non pervenuta, nonostante il sottoscritto ci viva nuovamente da oltre un ventennio.
* Musica: Astrachan’, Krasnodar, Adighezia, Volgograd, Mosca, Rostov sul Don, Calmucchia, Crimea, Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Vladimir.