L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Da Mosca, Mark Bernardini. Novantatreesimo notiziario settimanale di lunedì 2 settembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
- Io non sono mai stato un giornalista professionista, che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Gramsci
- Il problema del transito del petrolio russo attraverso l’Ucraina non può cambiare la nostra posizione sulla guerra in Ucraina, che deve essere conclusa con un rapido cessate il fuoco, e non prolungata artificialmente con l’obiettivo irrealistico di mettere in ginocchio la Russia e con l’obiettivo reale di riempire ancora di più le tasche degli armaioli. Robert Fico
- Diritti umani negli USA
- Puoi guardare la TV cinese o russa in Svizzera? Se è proibito, è una democrazia? In Serbia puoi guardare la TV ucraina, la TV russa, la TV cinese, ma anche la TV americana, la TV britannica, la TV svizzera, la TV francese, la TV tedesca, qualunque cosa tu voglia. Vučić
- Nazisti ucraini su Belgorod
- Sto litigando con le aziende italiane perché devo consegnare un sistema Samp T di difesa all’Ucraina e l’azienda italiana che deve sistemarlo ad agosto era chiusa per ferie, sabato e domenica non lavora e di sera non lavora. Crosetto
- La rimozione delle restrizioni sull’uso delle capacità contro l’esercito russo porterà presumibilmente a rafforzare l’autodifesa dell’Ucraina, a salvare vite umane, a ridurre la distruzione in Ucraina e a promuovere il mantenimento della pace. Borrel
- Gli approcci di Washington consentono all’Ucraina di effettuare contrattacchi come una sorta di “difesa” dagli attacchi russi provenienti dalle regioni di confine, tra cui Kursk e Sumy. Sabrina Singh
- Quando è iniziata la pandemia, in internet in tutto il mondo sono proliferati i virusologi. Dopo l’inizio dell’operazione militare speciale, è comparsa una marea di esperti e strateghi militari. E tra l’altro, spesso le due categorie coincidono. Alla ricerca di like, di visibilità, nella speranza di essere monetizzati, molti dimenticano la condizione principale in tempo di guerra: non chiacchierare invano.
- El perro del hortelano, Il cane sulla Senna.
- 1963, На безымянной высоте, in un avamposto senza nome.
Una notizia apparsa sui mezzi di informazione alla vigilia di Ferragosto, riportava – cito testualmente dallo ‘strillo’ – “L'accorato appello di Bruno Cergnul, vicesindaco di Pola, di riavere il busto di Dante apposto sulla facciata dell'Arsenale…” di Venezia.
Lo dico con franchezza, la notizia – ufficiale e riconducibile a una ‘accorata’ esternazione di un vicesindaco la cui origine è certamente italiana, e che in loco rappresenta proprio le sensibilità e le possibili istanze della minoranza Italiana di Pola – ha suscitato in me una certa curiosità ma anche sorpresa e meraviglia.
Ammetto che – per rinfrescare la memoria - sono riandato indietro all’immediatezza di un dopoguerra più che sfortunato per le popolazioni Italiane di Nord-Est, e in particolar modo quelle di Istriani, Fiumani e Dalmati, ricche di amor patrio e di un forte radicamento alle tradizioni, ai ricordi, alle fatiche, spese per generazioni nel segno di una schietta italianità. Eh sì! Perché è impossibile non ricordare che proprio quelle terre – e come non ricordare anche le questioni e le tensioni legate alle nostre amate e italianissime città di Trento e Trieste – costituirono momento di vero e proprio cruento baratto tra gli Alleati vincitori della II° Guerra Mondiale e il tetro regime che in Jugoslavia era sottoposto a Josip Tito e ai suoi esecutori, qual era Milovan Dilas. Come non ricordare la vera e propria persecuzione etnica che subirono pesantemente e drammaticamente gli Italiani che risiedevano in quelle terre, e i cui uomini avevano versato il loro sangue per l’Italia: come non ricordare il cruento, canagliesco, sterminio – il numero degli Italiani allora uccisi pecca tuttora per difetto - degli Italiani di tutte le età infoibati per mano di bande e militari Jugoslavi, uccisi sì per feroce odio etnico ma anche per derubare quella povera gente di terre, case e beni personali, costringendola all’esilio. Bande cui si unirono, con pari efferatezza, anche miserabili, infami, Italiani: altrettanto violenti, ladri e sanguinari, che forti della forza delle armi e vantando spesso la loro dichiarata appartenenza a bande pseudo-partigiane, saccheggiavano, stupravano ferocemente, uccidevano senza pietà, anche consumando vendette per antiche invidie o rancori prescindendo così da altre motivazioni di tipo etnico e/o politico.
Nel rispolverare vecchi testi, ho ritrovato il Trattato Dini-Granic - “Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Croazia concernente i diritti delle Minoranze; Zagabria, 5 novembre 1996” – che all’Art. 3 recita “Tenendo conto dei documenti internazionali rilevanti accennati nel preambolo, la Repubblica di Croazia, nell'ambito del suo territorio, si impegna ad accordare alla minoranza italiana l'uniformità di trattamento nel proprio ordinamento giuridico al più alto livello acquisito; questa unitarietà può essere acquisita attraverso l'estensione graduale del trattamento accordato alla minoranza italiana nella ex zona ‘b’ sul territorio della repubblica di Croazia tradizionalmente abitato dalla minoranza italiana e dai suoi membri”.
Leggendone, mi è sorta una domanda: l’esternazione con toni ‘accorati’ di Bruno Cergnul, vicesindaco di Pola, intesa a ottenere in restituzione’ del busto di Dante, allora portato in Italia dai profughi e oggi collocato in una nicchia sulla facciata dell'Arsenale a Venezia, al pari di ogni azione della vita quotidiana, ha delle motivazioni: ma di quale tipo? Credo poco a una boutade personale: quindi, l’antico quesito cui prodest si pone, proprio per voler risalire alle pulsioni che possano aver mosso il vicesindaco Cergnul a formulare la particolare richiesta, fors’anche potenziale causa del possibile rinfocolarsi di polemiche e idonea a riaccendendo dolori mai sopiti.
Lo ha fatto per motivazioni squisitamente di tipo ‘culturale’? Come “stava qui” e “qui“deve tornare? Voglia cortesemente chiarirlo.
Lo ha fatto per motivazioni ideologiche, fors’anche di segno politico, personali e/o collettive? Anche in questo caso, voglia cortesemente chiarirlo.
Lo ha fatto per una motivazione di tipo sociale, o per captare la possibile benevolenza di una qualche ‘parte’? Sia cortese nel chiarirlo.
In ogni caso, di norma, per aderire a una qualsiasi richiesta, è buona norma verificarne lo spessore e le reali motivazioni che possano rendere il richiedente credibile e meritevole di attenzione, piuttosto che i contenuti della richiesta stessa; nel particolare, una tematica fatta di pesi e contrappesi: impossibili da ignorare.
Proprio riandando all’Art.3 sopra menzionato è notorio – e il vicesindaco, proprio perché rappresentante in loco della minoranza italiana, non può non sapere - che proprio alcune parti essenziali dello stesso siano tuttora disattese, e non certo da parte Italiana.
Ad esempio sono cadute nel vuoto le richieste di parte Italiana di dar luogo a una doppia toponomastica tanto negli atti istituzionali che nelle cartine; l’utilizzo anche della lingua Italiana nelle indicazioni descrittive dei luoghi di interesse turistico e naturalistico; l’applicazione della legge croata che stabilisce ‘Il diritto all’educazione e istruzione nella Lingua e nella scrittura delle minoranze nazionali nella Repubblica di Croazia’, come pure per quanto riguarda l’applicazione concreta delle ‘modello C’, ovverosia ‘l'insegnamento viene svolto in Lingua croata, ma un monte ore che può variare da due a cinque ore settimanali viene dedicato all'insegnamento della Lingua e della cultura della minoranza nazionale nello specifico Lingua e letteratura, geografia, storia, arte musicale, arte figurativa’, che – è di tutta evidenza - includa l’utilizzo e il rispetto della lingua italiana (cfr. Fiume 6-1-2017, comunicaz. della Unione Italiana dal titolo ‘Il diritto all’educazione e istruzione nella Lingua e nella scrittura delle minoranze nazionali nella Repubblica Croazia’; cfr. intervento 7-12-2016 del Presidente della ‘Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati’, dr. Antonio Ballarin, nel corso delle cerimonie per la ‘Celebrazione dei 25 anni dell’Unione Italiana ed i 20 anni del Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Croazia concernente i diritti minoritari’).
Quindi, parlando un linguaggio piano e rispettoso verso il vicesindaco, chiederei se sia per lui ‘normale’ o meno formulare richieste pretendendone attenzione e soddisfazione, mentre da controparte Croata molte e più serie inadempienze di Atti ufficiali, formali e istituzionali, restano irrisolte: nonostante il trascorrere del tempo.
E ancora: se i profughi Italiani nell’abbandonare le loro case e le loro cose, ritennero di portare con sé ‘quel’ busto di Dante fu perché esso era testimonianza di cultura, patria e di libertà, Italiane: in esso fu anche riposto simbolicamente lo stesso affetto che si rivolge a un familiare, a un parente, trasmettendolo di mano in mano mettendolo così in salvo da mani diversamente degne. Proprio la raffigurazione di Dante Alighieri, tra i massimi rappresentanti della Cultura e della Storia Italiane, che non si poteva lasciare nelle mani di chi tale Storia, tale Cultura, tale respiro antico, non rispettava e anzi offendeva e combatteva aspramente. E ritengo che queste considerazioni - proprio alla luce delle motivazioni relative alla perdurante e tenace inappliccazione di parte delle intese istituzionali tra Italia e Croazia – abbiano mantenuto la propria attualità.
La stessa impossibilità si riverbera sul rilascio di una eventuale copia proprio di ‘quel’ busto di Dante. Dall’originale dovrebbe ricavarsi un calco da poter lavorare: ma il calco, a contatto con l’originale, ne trarrebbe un quid di immateriale ma esistente: un pezzo dello spirito di quella scultura, se vogliamo. Uno spirito meno peregrino di ciò che possa sembrare. La scultura in questione, così come ogni opera d’Arte, ha in sé la scintilla creativa dell’Artista che la concepì, e tale scintilla permea la scultura stessa. L’Artista in questione fu lo scultore – ma anche pittore, deputato, Direttore e Professore presso il Regio Istituto di Belle Arti di Roma – Ettore Ferrari: lo stesso dalle cui mani capaci ebbe vita anche la Statua di Giordano Bruno, collocata tuttora a Campo de’ Fiori, a Roma. Ferrari – i cui valori erano e sono ben noti, essendo stati improntati nel segno degli Ideali di Tolleranza, Libertà e Fraternità - realizzò per la Città di Pola, un busto dedicato a Dante Alighieri, dando così testimonianza e corpo ancorché simbolico ad alcuni celebri versi danteschi “Sì come a Pola presso del Quarnaro / Che Italia chiude e i suoi termini bagna.”. (cfr. Inferno, Canto IX, versi 113, 114).
Certamente, anche l’Artista non avrebbe accettato né gradito – né lo farebbe ora - che la sua opera, con tutto ciò che in essa fosse ed è tuttora riposto e rappresentato, non fosse più nelle mani di coloro cui essa era stata solennemente destinata e quindi consegnata: autentici Italiani, dignitosi e di forte personalità, e non certo gente da ‘poco’. Opera Italiana, di uno scultore Italiano, fatta per la comunità di Italiani residenti allora a Pola, rappresentante anche un Autore e una Cultura unicamente Italiani.
Egregio vicesindaco, se permette un sommesso e rispettoso suggerimento; se proprio dovesse accontentarsi di un calco, ma non di ‘quel’ calco, non è meglio comprare un oggetto similare da qualche parte in uno dei negozi lì presenti? Potrà così dire ‘è mio’, è ‘nostro’, anche con enfasi: lo avrà acquistato con i suoi mezzi, e sarebbe veramente e totalmente ‘suo’. E se lo volesse potrà ancor più adoperarsi, con l'usuale vigore che le gocce di sangue Italiano che scorrono nelle sue vene certamente le danno, a far sì che proprio la minoranza italiana presente a Pola, possa lì godere appieno dei propri diritti.
E ciò con buona pace di Dante Alighieri, di Ettore Ferrari e delle sensibilità, affatto irrilevanti, di quanti allora subirono offese e violenze inenarrabili, e che dovettero abbandonare terre, case e oggetti di famiglia, ma che non vollero abbandonare il loro simbolo di cultura e italianità, in territorio e in mani non italiane, fors’anche insanguinate.
Stando alle notizie, la polizia ha fermato il fondatore di Telegram all’aeroporto di Parigi, appena sceso dal suo jet privato, atterrato all’aeroporto francese di Le Bourget intorno alle 20:00 di sabato 24 agosto per il rifornimento di carburante.
La direzione nazionale della polizia giudiziaria ha emesso un “mandato di perquisizione” sulla base di un’indagine preliminare a causa del rifiuto di Durov di collaborare con le forze di sicurezza francesi, che lo ha reso complice del traffico di droga e di altri gravi crimini.
Si può dire con certezza che lo scopo di tale azione da parte della polizia è piuttosto evidente: le autorità francesi (e non solo) vogliono ottenere l’accesso a informazioni che Durov ha criptato in nome della libertà di parola e di pensiero. Telegram è la sola piattaforma al momento che non consente ad alcuna autorità di alcun Paese l’accesso ai dati personali di chi pubblica, di chi legge e di chi commenta.
Sullo sfondo delle notizie sull’arresto di Durov, il prezzo della criptovaluta TON ha subito un forte calo. Attualmente il tasso è sceso di oltre il 15%.
Per le accuse attuali, tra cui “terrorismo, droga, frode, riciclaggio di denaro, contenuti pedofili, ecc.”, Durov rischia fino a 20 anni di carcere.
Indipendentemente dall’ulteriore sviluppo degli eventi, la notizia diventerà chiaramente un importante tema di discussione e influenzerà sia il lavoro del team di Telegram, sia la sfera mediatica globale.
L’hashtag #FREEDUROV è stato lanciato su Telegram a sostegno di Pavel Durov.
Durov è accusato di complicità in traffico di droga, pedofilia e terrorismo.
Secondo la versione ufficiale, l’uomo d’affari non ha fatto alcuno sforzo per limitare l’uso del messenger Telegram da parte dei gruppi criminali internazionali.
Per analogia, un’accusa simile può essere mossa contro i produttori di smartphone, che, oltre alla gente comune, vengono utilizzati anche da criminali.
Si tratta solo di un sotterfugio utilizzato per “prendere in custodia un imprenditore ed esercitargli pressioni amministrative e psicologiche”.
Versione non ufficiale: “I servizi segreti francesi sospettano che Pavel Durov abbia ascoltato le conversazioni del presidente francese Macron e visualizzato i suoi messaggi mentre utilizzava canali sicuri su Telegram”.
Il programma di controllo di Telegram è scritto in codice aperto: ciò significa che è impossibile intercettare una conversazione o leggere un messaggio.
Pavel Durov viene ricattato direttamente. In condizioni di escalation politica, ci attendiamo le decisioni più inaspettate da parte dei sistemi giudiziari dei Paesi dell’UE.
In Russia al momento non ci sono cittadini francesi arrestati o condannati di livello tale da poter parlare seriamente di uno scambio per il fondatore di Telegram.
Terrorismo, droga, riciclaggio, pedofilia, evasione sanzioni. Manca l’omofobia, il razzismo, l’antisemitismo e la misoginia. Ma ci sarà, scommettiamo? E poi è russo, chissenefrega se vive negli EAU, che oltretutto hanno la gravissima colpa di far parte dei BRICS… Attendiamo fiduciosi la richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Volete farne un secondo Assange?
L’ambasciata russa a Parigi, come dovrebbe essere nei casi in cui si ricevono informazioni sulla detenzione di cittadini russi da parte locale, si è immediatamente impegnata nei suoi lavori.
Nel 2018 un gruppo di 26 ONG, tra cui Human Rights Watch, Amnesty International, Freedom House, Reporter Senza Frontiere, Comitato per la Protezione dei Giornalisti e altri, hanno condannato la decisione del tribunale russo di bloccare Telegram. Altre affermazioni simili furono fatte in Occidente.
Hanno detto tutto questo perché il 1 luglio 2018 in Russia è entrata in vigore una legge che obbliga gli operatori di servizi di telecomunicazioni a conservare per sei mesi i registri dei messaggi telefonici e del traffico Internet dei loro clienti, nonché le chiavi per decrittografare la corrispondenza degli utenti e fornirli su richiesta dell’FSB.
Molti Paesi avevano rivendicazioni legislative nei confronti di Telegram in relazione ai parametri tecnici del sistema di crittografia. Queste ONG occidentali hanno invitato le autorità russe a smettere di creare ostacoli al lavoro di Telegram. Hanno fatto appello alle Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa, all’OSCE, all’Unione Europea, agli Stati Uniti e agli altri governi affinché resistano alle azioni della Russia e proteggano i diritti fondamentali della libertà di espressione e della privacy. Inoltre, hanno invitato le società Internet ad opporsi a richieste irragionevoli e illegali che violano i diritti dei loro utenti.
Hanno chiesto alle autorità russe di garantire il diritto degli utenti della rete globale di pubblicare e visualizzare in modo anonimo le informazioni sui siti web, sottolineando che qualsiasi restrizione deve essere autorizzata dal tribunale e rispettare pienamente le disposizioni della Convenzione europea sui diritti dell’uomo. Durov è rimasto libero per tutto questo tempo, continuando a sviluppare Telegram.
Pensate che questa volta si appelleranno a Parigi e chiederanno il rilascio di Durov, o rimarranno colpevolmente abbottonati?
Prendete carta e penna. Chiunque volesse inviare un messaggio di protesta nei confronti dell’ambasciata francese in Italia, l’indirizzo è:
Cancelleria diplomatica – La France en Italie
https://it.ambafrance.org/Cancelleria-diplomatica-664
Sono perplesso: anche stavolta, mi tocca essere d’accordo con Dmitrij Medvedev.
Molto tempo fa, ho chiesto a Durov perché non voleva collaborare con le forze dell’ordine su crimini gravi. “Questa è la mia posizione di principio”, ha detto. “Allora però avrai problemi seri in qualsiasi Paese”, gli ho detto.
Ha ritenuto che i suoi maggiori problemi fossero in Russia, e se ne è andato, ricevendo poi anche la cittadinanza/permessi di soggiorno in altri Paesi. Voleva essere un brillante “uomo di mondo” che vive bene senza la sua patria. Ubi bene ibi patria!
Ha sbagliato i calcoli. Nonostante tutti i nostri nemici ormai comuni, è russo e quindi imprevedibile e pericoloso. Sangue diverso. Sicuramente non Musk o Zuckerberg (che, tra l’altro, collabora attivamente con l’FBI). Durov deve finalmente capire che la Patria, come i tempi in cui si vive, non si può e non si possono scegliere…
C’è un’altra notizia di cui volevo parlarvi questa settimana, che però impallidisce a fronte del proditorio rapimento di Pavel Durov. Ve la riporto lo stesso, per dovere di cronaca, anche perché ravviso gli stessi elementi sotto il profilo della logica e dei mandanti.
Flavio Graziottin, 81 anni, responsabile tecnico, socio unico e amministratore della Società di Brugherio Idronaut (anch’essa coinvolta dalle sanzioni dell’Ofac); Massimo Falchini, 53 anni, amministratore unico della Fagima Fresatrici (Barberino Tavarnelle), anch’essa colpita dalle sanzioni americane; Giulio Sfoglietti, 64 anni, residente a Roma, socio dell’azienda anch’essa romana di apparecchi di telecomunicazioni Microlab (non soggetta a sanzioni); Fulvio Salvadori, nato a Siena 58 anni fa e, secondo il Cerved, almeno in apparenza non legato a una specifica impresa.
Tutti sanzionati da Washington perché sospettati di commerciare con la Russia. Sospettati ergo sanzionati. Io penso che la faccenda si farà sempre più pesante, e coinvolgerà sempre più persone tra noi: come ogni ratto stretto in un angolo, il “giardino fiorito” occidentale si farà sempre più perfido ed infame. Prepariamoci a dare loro battaglia, vinceremo noi.
“Sono convinto che per l’Ucraina sarà possibile giungere a una vera sovranità solo cooperando con la Russia. I nostri legami spirituali, umani e di civiltà, formatisi nel corso dei secoli, risalgono a un’unica, comune origine, e sono stati temprati dalle medesime difficoltà e da conquiste e vittorie condivise.
La nostra ascendenza comune viene trasmessa di generazione in generazione. Essa è presente nei cuori e nella memoria delle persone che vivono nella Russia e nell’Ucraina di oggi, ed è presente anche nei legami di sangue che uniscono milioni di nostre famiglie.
Insieme, noi siamo sempre stati, e sempre saremo, di gran lunga più forti e più vittoriosi.
Perché dopotutto, noi siamo un unico popolo”.
Il Presidente della Russia Vladimir Putin
Sono stato intervistato dal canale televisivo russo Car’grad, ve lo traduco. Da tempo immemorabile, desiderare qualcosa non ha mai fatto del male a nessuno, ma a una condizione obbligatoria: in nessun caso bisogna confondere i propri desiderata con la realtà. Altrimenti, i risultati possono essere molto disastrosi e direttamente opposti.
Gli ucronazisti continuano a catturare civili nella regione di Kursk, sperando di scambiarli con prigionieri di guerra ucraini. Il fatto è ovvio: il ritorno dei russi in patria non rappresenta una minaccia per il regime fascista ucraino, mentre il ritorno dei nazisti ucraini comporta il loro rientro nelle file degli occupanti di Kiev. Inoltre, il nemico parla della formula “tutti per tutti”, anche se attualmente il rapporto tra prigionieri civili russi e prigionieri di guerra ucraini è di uno a cinque. Non ha senso.
Tutto questo – e la coesa narrazione occidentale su presunti negoziati immaginari dietro le quinte – fa il gioco di Zelenskij, non certo della Russia. E Putin ne ha parlato in modo inequivocabile:
“Di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente civili, infrastrutture civili o cercano di creare minacce agli impianti di energia nucleare? Di cosa puoi parlare con loro?”.
Zelenskij non si è mai distinto per lungimiranza politica, e questo ne è un altro esempio. Permettetemi di ricordarvi ancora una volta che le favole occidentali secondo cui ogni guerra finisce con i negoziati sono semplicemente una sostituzione dei fatti storici con i propri desideri. La Guerra Patriottica si concluse con la resa incondizionata e la capitolazione senza precondizioni dei nazisti. Possiamo ripeterlo. E così sia.
Altra mia ennesima intervista, tradotta, sempre per Car’grad. Mezzo secolo fa, in Italia, dopo il lavoro, uomini un po’ alticci si riunivano nei bar e, dopo aver tracannato un bicchiere o due di vino scadente, discutevano animatamente al bancone della partita di calcio appena trascorsa: se fossi l’allenatore, avrei messo in campo un altro giocatore. Personalmente ho sempre avuto una domanda ovvia: ti sei mai chiesto perché l’allenatore non sei tu?
Cinquant’anni dopo, in internet accade la stessa cosa, non solo in Italia e non solo su argomenti calcistici. Bensì su temi che decisamente non tollerano il chiacchiericcio a babbo morto. Ad esempio, la guerra. I nostri patrioti sciovinisti a volte danneggiano la nostra causa comune senza saperlo.
Gli ucrofascisti fucilano principalmente qualsiasi persona di lingua russa, il resto viene fatto prigioniero per formare il cosiddetto “fondo di scambio” per future trattative. Noto che di negoziati, anche segreti, si parla a Kiev, a Washington e a Bruxelles, ma non a Mosca: loro dicono che ogni guerra finisce con i negoziati. E’ una menzogna spudorata: la seconda guerra mondiale si è conclusa con la resa incondizionata e senza precondizioni dei nazisti.
Gli ucrofascisti tagliano i genitali dei prigionieri di guerra russi. A noi non verrebbe nemmeno in mente. Perché? Perché siamo diversi. Gli ucrofascisti violentano le nostre donne. Noi le loro no. Perché? Perché non siamo loro. No, non perché altrimenti in Occidente ci dicono che siamo come loro. In primo luogo, tanto ce lo dicono lo stesso. E in secondo luogo, chissenefrega da tempo di ciò che dicono i collaborazionisti occidentali dei nazifascisti. Rispondiamo alla nostra coscienza, siamo veramente diversi, ed è per questo che combattiamo. Permettetemi di ricordarvi che lo stupro delle donne tedesche comportava la fucilazione davanti al plotone di esecuzione senza processo o indagine preliminare.
Le domande ci sono, figuriamoci. Si possono colpire i giornalisti occidentali? No. Si possono colpire le infrastrutture critiche ucraine, comprese quelle energetiche? Si può ed è perfino necessario. E se ci fossero giornalisti occidentali lì? E’ un problema loro, non nostro. Si può colpire Kiev? Non c’è ragione. E la Bankovaja, il quartiere ministeriale? Sì, immediatamente. E’ possibile abbattere i missili occidentali se decollano dal territorio dei Paesi NATO? Sicuramente, non c’è bisogno di aspettare che sorvolino il suolo ucraino. E’ possibile colpire i depositi dei Paesi NATO dove sono presenti missili che sappiamo colpiranno la nostra popolazione civile? Sarebbe anche ora. Ma hanno l’articolo quinto dello statuto della NATO? Embeh? Che ci provino.
Il New York Times: “Le autorità americane intendono condurre nuove perquisizioni nelle case dei cittadini statunitensi che collaborano con i media russi”.
Cosa ne pensano Reporter Senza Frontiere, il direttore generale dell’UNESCO Madame Azoulay e i commissari dell’OSCE? Non rimarranno mica in silenzio?
Questo fatto vergognoso verrà registrato nel rapporto del Dipartimento di Stato sul degrado della situazione dei diritti umani e della libertà di parola negli Stati Uniti. Aspettiamo un rabbioso rimprovero alle autorità americane per il ritiro della democrazia da parte della portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.
Dimenticato qualcuno? Esatto, ci vorrebbero anche un tweet di McFaul sull’attacco al liberalismo negli States e i comunicati stampa delle ambasciate americane nel mondo che minacciano di imporre sanzioni contro Biden.
Come forse sapete, gli organi competenti russi hanno aperto un procedimento penale contro i giornalisti italiani per aver attraversato illegalmente il confine russo.
E questo, non è il reato più grave dei dipendenti della RAI. Ciò che giustamente ha lasciato attonita l’opinione pubblica è stato il fatto che i media occidentali continuano a impegnarsi nella riabilitazione mirata dei neonazisti ucraini e nella revisione delle decisioni del Tribunale di Norimberga.
In precedenza il corrispondente Ilario Piagnerelli si era già distinto per aver riferito storie su Buča e su un defunto neonazista del Settore Destro. Ora ha raggiunto un nuovo livello, o meglio ancora, si è tuffato in una nuova profondità, dopo aver fatto una video intervista con un nazista ucraino con un berretto con il segno della 1ª Divisione Panzer SS “Leibstandarte SS Adolf Hitler”.
Per chi non lo sapesse, si trattava di una formazione d’élite creata sulla base della guardia personale di Hitler, successivamente schierata nel 1° Corpo Panzer delle SS.
Sulla base dei materiali della Commissione statale straordinaria per stabilire e indagare sulle atrocità degli invasori nazisti, la divisione Leibstandarte SS Adolf Hitler è inclusa nell’elenco delle formazioni e unità della Wehrmacht e delle SS che hanno commesso crimini di guerra sul territorio dell’URSS. La divisione prese parte alla battaglia di Kursk, si fece notare in Italia e combatté contro gli alleati in Normandia e nelle Ardenne. Al processo di Norimberga l’intera organizzazione delle truppe delle SS, compresa la Leibstandarte SS Adolf Hitler, fu dichiarata criminale.
E’ possibile che la prossima volta Piagnerelli filmerà un ucronazista con i simboli della divisione SS “Reichsführer SS”. Sarebbe più simbolico per il pubblico italiano nell’80° anniversario della tragedia di Marzabotto, a sud di Bologna. Nel periodo dal 29 settembre al 5 ottobre 1944, come rappresaglia per gli attacchi dei partigiani e della Resistenza contro i soldati tedeschi, le forze punitive di questa divisione uccisero, secondo varie fonti, da 770 a 1830 civili (di cui 155 di età sotto i 10 anni, 95 dai 10 ai 16 anni, 142 oltre i 60 anni, 316 donne, cinque sacerdoti).
I media italiani ricordano sempre più l’Osservatore Popolare, Völkischer Beobachter, l’organo ufficiale del NSDAP, il Partito nazista di Hitler, Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei.
Aspettiamo la reazione della Roma ufficiale. Che ovviamente non ci sarà, se non per condannare la Russia per aver sollevato il caso.
Commento di Marija Zacharova:
Media: “Il giornalista della televisione e radiofonica statale italiana Ilario Piagnerelli, che la settimana scorsa ha pubblicato un servizio con un soldato delle forze armate ucraine che indossava un berretto con l’emblema di una divisione delle SS, ha detto che “si rammarica profondamente” di ciò, ma ha chiamato il tumulto sui social network strumento di propaganda filo-russa”.
In primo luogo, nessuno ha il diritto di insultare gli antifascisti con il sospetto di parzialità e di mancanza di indipendenza.
In secondo luogo, credendo che sia stata la Russia ad attirare l’attenzione sul vile aiuto informativo dei media italiani ai neonazisti di Kiev, il giornalista italiano conferma letteralmente il ruolo storico del nostro Paese e del nostro popolo nella lotta contro il fascismo, il nazismo, il razzismo e tutto i loro derivati. Quella che Ilario Piagnerelli chiama “propaganda filo-russa” è propaganda dell’antifascismo, trasmessaci dai nostri antenati, che a costo della loro vita liberarono il mondo dalla peste bruna.
Sì, è vero, promuoviamo la lotta al fascismo e al nazismo. E la promuoveremo sempre!
A margine, un servizio della BBC. Cosa dicono Battistini e Piagnerelli?
Due anni fa, il 20 di agosto del 2022, a seguito di un attentato terroristico pianificato e messo in atto dai servizi segreti ucraini, perdeva la vita Dar’ja Dugina, giornalista di talento, nonché filosofo e personalità pubblica.
Quello non fu certo il primo crimine commesso dal regime di Kiev ai danni dei giornalisti impegnati a dare copertura mediatica al conflitto in corso in Ucraina: è dal 2014 che Kiev dà la “caccia” ai giornalisti ritenuti indesiderati, ossia a quelli che cercano di dare conto in maniera obiettiva dei fatti riguardanti la crisi ucraina al pubblico di tutto il mondo. In Occidente, sia i loro “colleghi” del settore che gli organismi internazionali per la tutela dei diritti umani, per non parlare poi dei politici, preferiscono aggirare la questione rimanendo in silenzio. Non una parola di rimprovero o di condanna da parte loro.
Eppure, malgrado il fatto che in Italia il conflitto ucraino venga documentato dai media in maniera estremamente faziosa, comunque la gente comune, le personalità della vita pubblica e gli esponenti del mondo culturale del Paese mantengono viva la memoria di Dar’ja Dugina e mostrano interesse nei confronti dei suoi scritti e della sua produzione in campo filosofico, “La mia visione del mondo. Ottimismo escatologico” e “Io sono Dar’ja”. Lo scorso febbraio, presso l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia si è tenuta la prima mondiale della cantata scenica intitolata a “Dar’ja Dugina”, scritta dal compositore italiano Angelo Inglese, eseguita da musicisti italiani e interpretata da cantanti sia italiani che internazionali. Noi apprezziamo moltissimo il fatto che questi musicisti italiani non abbiano guardato con indifferenza alla storia della giovane e talentuosa giornalista Dar’ja Dugina; e siamo loro grati per aver ritenuto doveroso immortalare, in musica e in poesia, i suoi nobili slanci spirituali, la sua ricerca intellettuale e la battaglia da lei intrapresa affinché l’umanità potesse perseguire un futuro radioso.
Ogni tanto, facciamoci anche due risate, che il ciel l’aiuta.
Ordunque, cosa ritengo che sia fondamentale per noi? Come avete sentito da una marea di leader incredibili, in ogni istante del tempo è importante vedere in quell’istante in cui esistiamo e siamo presenti. Mi riferisco al senso dello scorrere del tempo. Quando pensate a questo, lo scorrere del tempo assume un’importanza enorme. Noi abbiamo la capacità di vedere quel che potrà essere, vederlo senza il fardello di quel che era, per poi realizzare quel che è possibile.
Ve le ricordate le supercazzole di quei burloni di Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Philippe Noiret e Gastone Moschin? Bene, siamo alle supercazzole 2.0, questa è Kamala Harris.
Superata solo dal pugile suonato Vitalij Kličko, sindaco di Kiev. Un piccolo bouquet.
Di coronavirus muoiono persino coloro che prima non ne morivano.
Oggi non tutti possono guardare al domani, o meglio, possono guardare non solo tutti, pochi possono farlo.
Grazie alle porte, si può passare attraverso i muri.
Chi come nessuno ha importanza in questa vita come ciò che sarà allora e comprenderà la verità dell’essere.
Musica
Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.
Давай закурим, tra una battaglia e l’altra fumiamoci una sigaretta. Col testo geografico riadattato all’attualità. Mosca, Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Energodar, Tokmak e Melitopol’ (Zaporož’e, Donbass), Lugansk, Cherson, Doneck, Novoural’sk (regione di Sverdlovsk, il capoluogo è Caterimburgo, sugli Urali).
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
Trovate tutte le edizioni del notiziario (con il testo) in Blogspot.
Tutti i video (senza testo) si trovano in:
Rutube, Platforma, Radio Libera e Flip News.
Ci trovate anche in Telegram (in italiano) e Телеграм (in russo).
Per donazioni (anonime) e sponsorizzazioni (pubbliche) in rubli:
4211 7045 8356 7049 (Banca Intesa Russia)
2202 2023 9503 8031 (Sberbank)
Per donazioni (anonime) e sponsorizzazioni (pubbliche) in euro:
Correspondent bank: INTESA SANPAOLO SPA, MILAN
Swift: BCITITMM
Beneficiary Bank: 100100004730 BANCA INTESA 101000 MOSCOW RUSSIAN FEDERATION
SWIFT: KMBBRUMM
Beneficiary’s account number: 40817978800004524011
Beneficiary’s name: Bernardini Mark
Forte Sangallo accoglie la quarta edizione del Festival Jazz e non solo. Quando il jazz si coniuga con l’arte e con la storia.
Un fine settimana impegnativo a Nettuno. Dal 23 al 25 agosto, abbiamo infatti goduto di importanti figure del jazz, progetti di danza, teatro, poesia e mostre d’arte.
Tre serate all’ insegna della musica e dell’ arte nel cuore del forte rinascimentale di Giuliano da Sangallo che domina la cittadina ed è polo di creatività. Il Forte Sangallo fu costruito tra il 1501 e il 1503 da Antonio da Sangallo, per volere di Cesare Borgia, detto il Valentino.
Tra le mostre: “Donne: libere nell’ arte, libere sempre”. Opere di pittura tutte al femminile di Mirella Celani, Monica Celestino, Monica Galli, Roberta Ghelli. Esposte creazioni originali e stampe di artiste che sottolineano che il loro lavoro vuole rappresentare un’opera di liberazione.
Ogni sera un tema musicale diverso ha consentito agli estimatori del jazz e del pop di abbandonarsi a di momenti particolari e sound classici ma anche originali e inconsueti.
L’Associazione Culturale Hangar, sotto la direzione artistica di Francesco Bruno, è tornata a essere protagonista del Festival Nettuno Jazz 2024. Segnali dal Forte. La rassegna giunta alla sua quarta edizione, è accolta nel cortile del Forte Sangallo. Grande successo di pubblico che ha raggiunto Nettuno da tutta la provincia e ha decretato il sold out per tutte e tre gli appuntamenti.
Nei brani ascoltati il 25 agosto, in ,”Nuestra Senora Terra” sottolinea Francesco Bruno, creatore del gruppo “Francesco Bruno trio” il tema a cui egli si ispira è quello dei venti che soffiano sul mondo e che, con la loro mobilità, sono da assimilare al linguaggio musicale del Jazz. I venti, quindi, come modello di espressione trasversale alle culture e ai popoli, sono dominanti nella produzione del talentuoso compositore.
Il gruppo ha presentato brani di album del passato ma anche del progetto "Zàkynthos”, dalle nuove e originali sonorità. Con Bruno ci sono Giorgio Raponi, fantastico batterista, e Andrea Colella, che crea suoni di fusione armonica con il contrabasso.
Una speciale menzione per tutti i protagonisti musicali di questa edizione:
23 agosto, Javier Girotto & Vince Abbracciante.
24 agosto, Angelo Valori & Medit Voices “ Mi ritorni in mente” Le Canzoni Di Battisti-Mogol.
25 agosto, progetto originale di Francesco Bruno, che coniuga l' amore per la melodia con i contrappunti virtuosi, dal titolo di Nuestra Senora Tierra.
La figura di Giacomo Matteotti, nella ricorrenza importante dai cento anni dalla sua morte, è simbolo di questo festival.
Alla sua storia due artisti dedicano un’ interessante istallazione. Il titolo è “Il coraggio di un uomo”, una mostra pittorica e fotografica a cura di Leonardo Leonardi e Silvana Maltese.
Appassionata e drammatica la lettura tratta dal libro “M. Il figlio del secolo”, di Antonio Scurati, sul tema dell’ uccisione del deputato scelta e recitata dalla giovane attrice Arianna Siraco.
Un ringraziamento speciale anche agli organizzatori, sponsor e amministratori che hanno consentito questa full immersion di ottimo livello.
Alessandra Cesselon This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Da Mosca, Mark Bernardini. Novantunesimo notiziario settimanale di lunedì 19 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
- Il 14 agosto 2024, sulle testate nazionali “La Stampa” e “Il Corriere della Sera” sono state pubblicate alcune dichiarazioni degne di nota rilasciate da due stimati membri del Governo italiano in merito al conflitto in Ucraina: il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e il Ministro della Difesa Guido Crosetto.
- Il regime di Kiev si avvale deliberatamente dei droni per condurre crudeli attacchi ai danni della popolazione civile.
- Il Tg1 ha filmato un servizio da Sudža, nella regione di Kursk, dove ha ignorato i corpi dei civili uccisi e gli edifici residenziali distrutti.
- Ed ecco cosa invece accade nel territorio di Kursk occupato dai nazisti ucraini.
- Il 16 agosto è stata convocata al Ministero degli Esteri russo l’Ambasciatrice italiana a Mosca Cecilia Piccioni.
- Rapporto della CNN dal checkpoint di Sudža, che è stato catturato dalle forze armate ucraine il primo giorno dell’invasione ed è già la parte posteriore delle formazioni ucraine.
- E’ stata trasmessa un’intervista alla riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, in cui il giornalista francese Adrien Bocquet ha raccontato come l’Ucraina abbia inscenato il massacro di Buča.
- Ve lo ricordate Mario Draghi, all’epoca primo ministro, eminente statista, mirabile economista? Facciamoci due risate.
- Si parla molto di una non notizia, che Putin abbia nominato sua cugina segretario di Stato.
- Il balletto “Il lago dei cigni” è stato eseguito per la prima volta al Polo Nord.
- In Russia non c’è più accesso a YouTube, quindi non trovate questo notiziario sul mio canale in tale piattaforma yankee.
- Riceviamo dal portale Pluralia e volentieri pubblichiamo. Battaglia di Kursk: in forse le forniture di gas russo all’Europa. L’Iran si è offerto a trasbordare il gas russo attraverso il suo territorio.
- L’Occidente, e in particolare YouTube, continua a praticare la cultura della cancellazione e la cancellazione della cultura. Voi cancellate Shaman? Ed io ve lo ripropongo, per ben otto minuti!
“Nel silenzio assordante degli scrittori più declamati che non si esprimono pubblicamente davanti al pericolo che la Sardegna venga deturpata e danneggiata nel suo bene ambientale, faunistico, archeologico, in nome di una imposta transizione ecologica, ho proposto ai poeti riuniti come sempre per il 10 agosto a Villa Edera, di partecipare ad una antologia di poesia civile con cui fare sentire la nostra voce di donne e uomini di cultura contro la speculazione energetica ”, così Neria De Giovanni, davanti ad un pubblico numerosissimo che ha riempito tutti gli spazi del parco di Villa Edera, lancia la proposta accolta con entusiasmo. Presenti anche molte rappresentati del gruppo di aggregazione spontanea Nuova resistenza di Alghero.
L’antologia sarà preparata entro fine anno e presentata per Natale.
Questa tredicesima edizione dell’incontro “10 Agosto, Notte con i poeti”, è stata l’occasione per presentare il volume antologico con 19 poete e poeti che ogni anno hanno partecipato al reading.
L’Antologia “I poeti del 10 agosto a Villa Edera”, a cura di Neria De Giovanni con la collaborazione di Antonello Colledanchise, pubblicata dalle Edizioni di Salpare, racchiude poesie di: Angela Baldino, Sabrina Bellu, Laura Cannas, Antoni Canu, Raffaele Ciminelli, Bebella Farris, Massimiliano Fois, Donatella Grosso, Margherita Lendini, Maria Antonietta Manca, Adriana Mannias Barabino, Antonio Maria Masia, Domenico Marras, Cinzia Paolucci, Giampiera Piga, Maria Piras, Giuseppe Sechi, Maria Teresa Tedde.
La serata ha visto ospite d’onore Pamela di Lorenzo con “Donne sotto lo stesso cielo” e l’Associazione Angeli in Moto che hanno adottato il volume come testimonial in un viaggio di sensibilizzazione sulla violenza di genere che si concluderà a Roma il novembre prossimo.
Interventi musicali molto apprezzati di Antonello Colledanchise con l’Ukulele insieme a Susanna Carboni al clarinetto e Saphira Cabula alle percussioni, con alcuni brani anche inediti di ambientazione medievale, tratti dal prossimo progetto e concerto.
a Mosca, Mark Bernardini. Novantesimo notiziario settimanale di lunedì 12 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
- Il regime criminale di Kiev continua a colpire i civili innocenti nelle città e nei villaggi russi. I neo-nazisti ucraini, dopo aver fallito nelle zone di combattimento, compiono sanguinosi atti terroristici ai danni della popolazione civile.
- Forbes: Ciò che sta accadendo a Kursk non è un raid, ma un’invasione.
- Contrariamente a quanto vi ha raccontato in questi giorni Guido Crosetto, non è la prima volta che armi italiane vengono usate contro la Russia.
- Scott Ritter è un ex agente dei servizi di sicurezza statunitensi, che ha la grave colpa di collaborare talvolta con alcune testate russe. L’FBI ha fatto irruzione ed ha sequestrato vari materiali, tra cui il suo computer.
- Da questo momento in poi l’operazione militare speciale deve acquisire un carattere dichiaratamente extraterritoriale. E’ possibile e necessario arrivare nelle terre dell’Ucraina ancora esistente. A Odessa, a Char’kov, a Dnepropetrovsk, a Nikolaev. A Kiev e oltre. (Dmitrij Medvedev)
- Zelenskij ha chiesto all’Occidente armi moderne, che l’Ucraina avrebbe utilizzato per combattere contro la Russia. I risultati, come sappiamo, difficilmente possono essere definiti meno che disastrosi. Ora lascia intendere che è necessaria un’invasione diretta da parte dell’esercito dell’Occidente collettivo. Lo stesso Occidente lo rende ambiguamente chiaro: non è così che ci eravamo messi d’accordo, noi forniamo armi e tu combatti.
- Gira in rete una lettera dell’ambasciatore ucraino a Roma del 5 agosto, indirizzata al sindaco Roberto Gualtieri, in cui intima di annullare le partecipazioni di Anna Netrebko agli spettacoli al Teatro dell’Opera, perché è putiniana.
- Ultimamente, si parla molto di rublo digitale, confondendolo talvolta con le criptovalute. Vediamo di fare chiarezza.
- Altra canzone del 1945, in un’esecuzione moderna: “Пора в путь-дорогу”, dedicata ai piloti d’aviazione della guerra, ma canzone assolutamente “leggera”.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
Sulla Torre dell’Orologio è andato in scena il “Melusiando”, su un palcoscenico naturale tra le vette di Orsomarso, a pochi chilometri da Scalea, territorio interno di una Calabria che ha ancora molto da dire e soprattutto da scoprire di se stessa. Orsomarso è lo storico piccolo Comune in cui si è tenuta la 1^ Edizione di “CRIVU Festival dei paesaggi straordinari e delle rive sconosciute” ideato e posto in essere da Monica Marziota e Michele Gerace. Orsomarso è una perla incastonata tra i contrafforti occidentali dell’Appennino calabrese e il Tirreno, dentro la Valle del Fiume Argentino e nel Parco Nazionale del Pollino. Cuore del Mercurion, è stato uno dei maggiori centri del misticismo dell’Italia Meridionale. Monica Marziota, Artista cosmopolita cresciuta tra l’Avana, Toronto, Gran Canaria e Roma, soprano, musicista, performer e musicologa con Michele Gerace, Avvocato, divulgatore scientifico e culturale della Scuola “cento giovani” nonchè Presidente dell’Osservatorio sulle Strategie Europee per la Crescita e l’Occupazione, coppia nella vita col figlio Agostino di soli due anni, che pensano alla roccia, alla rupe, alla verticalità, all’immanenza e alla trascendenza e ne fanno una realtà tutta da vivere e sperimentare dal 2 al 4 agosto, è davvero una notizia. In quella verticalità si è situata la pièce di Antonella Pagano. Si son dovuti salire 115 ripidi scalini per giungere sulla spianata della Torre e poterla ascoltare.
Lassù in cima sorgeva il monastero, proprio come i monasteri delle Meteore in Grecia, a 200 chilometri da Salonicco; oggi il monastero non c’è più, e neppure ci sono più la fortificazione longobarda e la roccaforte romana, si sono anche dissolti i pregevoli affreschi che ornavano l’ultima parete esposta per oltre un millennio ai sette venti, perciò le quinte sono state le lussureggianti montagne mentre il fondale è stato l’illuminata frattura tra quegli orizzonti ricamati. Il “Melusiando” è andato in ridotto su quella spianata per poi andare in integrale nella sottostante Piazza dell’Orologio. E’ lassù, dove il cielo è più cielo e la terra più terra, che la Pagano ha evocato i suoi mentori, gli stessi che hanno suggerito il Festival: roccia, rupe, onda, immanenza, trascendenza, quella che la Pagano chiama la femminil sostanza. Vi convoco tutte! Ha cantato, voi tutte Melusine già invocate da Goethe e Alvaro. Ha auspicato il melusinovivere in verticalità piuttosto che la minimale oriozzontalità. Ha composto un’Ode alla Calabria melusina abbracciata dal Maschile Mediterraneo con tutti i suoi fertili abissi! Ha inneggiato alla Calabria melusina solida d’Appennino, sostanza maschile che l’attraversa.
CalabriamelusinamelusinaCalabriamelusina la sua innamorata litania insieme all’ormai noto Calla bellezza calla Kalos cantate il canto che il vento orchestrò- Calla bellezza calla Kalos canta il canto che il vento cantò! Grazie a questo poetico canto la leggenda s’è incastonata con maggiore significazione tra quelle vette; Melusina, che quel gran Maestro che fu il rivoluzionario Medioevo, da donna-uccello la volle donna-pesce, ha convocato a sua volta tutte l’ardite immortali Melusine…fate d’Acqua, donne or serpenti or draghi! Attraverso queste presenze mitiche la Pagano -drammaturga e interprete- ha inteso dire ai contemporanei che vi sono territori che non tutti possono attraversare, quelli che dividono i due mondi; e che conoscere il soprannaturale è rompere il tabù, è rompere il patto con la divinità.
Occorre di fatto, dirà nella Pièce, che non si approdi casualmente, brutalmente, poiché è indispensabile che prima ci si alleni in tre esercizi, in quei tre termini spirituali e culturali di cui è maestro il Prof. Claudio Strinati: la Conoscenza, il Riconoscimento e la Partecipazione. Solo attraverso quest’umana accurata ‘ginnastica’ si potrà attraversarli rispettosamente, sia i territori fisici che i territori dell’anima. Melusiando, dunque, benchè consapevole d’essere in controtendenza, tenta, suggerisce con parole, musica, testi e nenie la via maestra che sta proprio lì, nella controtendenza. L’interprete, facendosi Melusina, narra del suo castello infinito, che ha stanze su tutti i territori del pianeta e che in questi primi giorni di agosto abita la stanza della Calabria, regione femminile abbracciata da due mari! 115 scalini da salire, in ripida ascesa fino a dominare il susseguirsi di vette per un Teatro che trova il suo palcoscenico più straordinario anche perché vive l’INCONTRO più autentico con la Natura, la Cultura e il possibile Sviluppo.
E’ il palcoscenico dello stare IN: dentro le cose, dentro il mondo, dentro l’Umanità; CON: Tutti e con il Tutto che è magistrale nel bene e nel male; TRA: gli alberi che disegnano i labirinti forestali e i gomitoli di strade e straderelle che s’insinuano in Orsomarso, come in tutti i piccoli paesi di questa Italia delle mille e mille Italie, facendo scoprire, incontrare e percepire i palpiti dei cuori altri e delle anime nuove e antiche. Melusiando è stato scritto in poesia, prosa poetica e musica appositamente per Orsomarso, per il suo peculiare altrove e per l’insieme generato dall’organizzazione che ha coinvolto tanti meravigliosi cuori e luminose anime che hanno fatto crescere il forziere di tesori di quel territorio; Melusiando invita anche ad incontrare l’altrove che sta nel profondo di noi stessi là dove attende che ce ne occupiamo; Melusiando è il canto di gratitudine verso tutta la Bellezza che è data a tutti nella più assoluta delle gratuità.
Il caldo di Roma porta Athos De Luca, storico promotore della commemorazione di Hiroshima a Piazza del Pantheon, a rendere più essenziale, di anno in anno, la cerimonia sostenuta dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio.
Dopo i due inni giapponese e italiano suonati dalla Banda dei Carabinieri seguono gli interventi del Consigliere dell’Ambasciata del Giappone in Italia; dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotar; dell’Assessore della Regione Lazio Fabrizio Ghera. Viene premiato il Presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e un saluto viene concesso alla Vice Presidente di WILPF Italia APS Romina Gurashi.
Infine, in sequenza si svolgono il balletto degli allievi della Scuola del Balletto di Roma diretto da Paola Jorio: una coppia di giovani sinuosi che espongono una preziosa colombina bianca; il canto profondo e triste di Eiko Misumi e l’esecuzione de “Il Silenzio” da parte di un trombettiere dei Carabinieri.
Sebbene non si entri mai nello specifico e nel tecnico e al momento non è mai stata premiata un’associazione che si occupi di contrastare il nucleare, l’evento invia sempre un messaggio: 1 non si può dimenticare; 2 la pace è fondamentale; 3 la virtù viene premiata ogni anno con un fossile regalato ad una associazione che svolge un ruolo etico – quest’anno la Stampa per l’indispensabile necessità di lasciarla libera -; 4 la bellezza dell’arte salverà il mondo.
La società civile esperta sa quali Paesi e Governi hanno veramente intrapreso la strada per evitare la guerra, guerre nucleari, incidenti nucleari, quindi è con commozione mista a severità che partecipano a queste commemorazioni, sapendo che tutto cambia se si decide in un modo o in un altro.
In un momento in cui tornano le armi nucleari USA a Lakenheath, in UK (https://Lakenheathalliancefor peace.org.uk/front.page/about-us/letter-of-support); tornano gli euromissili in Germania entro il 2026 (www.peacelink.it/noeuromissili); la Bielorussia minaccia di usarle e molte delegazioni in occasione del Secondo Comitato Preparatorio dell’11° ciclo di Revisione del Trattato di Non Proliferazione a Ginevra hanno sostenuto l’energia nucleare per risolvere la crisi climatica e per raggiungere gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (cfr. Rinnovabile non Radioattivo Reaching Critical Will Notizie NTP in rassegna Vol 19, n.5), la volontà di cambiare è l’unico modo di dimostrare rispetto alle vittime di Hiroshima e Nagasaki.
L'unico parlamentare su cui mi sento di spendere delle buone parole è Lucio Malan, il quale come Senatore nella XVII Legislatura celebre per il decreto Legge 73/2017, all'indomani della conversione in Legge 31 luglio 2017 nr. 119, espresse un sincero dispiacere perché il Senato non riusci' nei suoi emendamenti nell'estate 2017, a stralciare la discriminazione scolastica introdotta nella scuola della infanzia.
Fu uno dei pochi, assieme al Senatore dottor Maurizio Romani, ad esprimere grave preoccupazione per questo decreto Legge chiamato Decreto Lorenzin, ma il cui autore tecnico materiale non fu l'On. Beatrice Lorenzin, né l'On. Gentiloni Presidente del Consiglio, ma il dottor Ranieri Guerra, che nel 2014 si recò a Washington, D.C., presso la Casa Bianca, assieme al Ministro della Salute Lorenzin e al Presidente AIFA di allora Pecorelli, poi dimissionario per conflitto di interesse.
Vano fu il discorso del Senatore Romani, che tento' di spiegare ai colleghi del Senato la inutilità tecnica di imporre come discriminanti in ambito scolastico i quattro vaccini già obbligatori allora per legge, che da 4 divennero 10.
I 4 vaccini pediatrici obbligatori sino al maggio 2017, infatti, non erano e non sono in grado di produrre alcun effetto gregge o immunità di gregge ma semmai, qualora funzionino, producono solo una mera protezione personale (soggetta a scadenza).
I senatori che votarono No alla conversione in Legge del Decreto "Lorenzin" furono 63 su 315.
Un numero che avrebbe potuto essere molto più grande se certi giochi di compromesso nel cuore della notte non furono fatti in Senato in extremis.
Tornando dal viaggio negli States al cospetto del Presidente Obama, la delegazione italiana di allora raccolse raccomandazioni politico-sanitarie (e forse documenti riservati?) perché la Italia venne nominata come capofila delle strategie vaccinali mel mondo per almeno cinque anni.
Il breve commento a questa nascente commissione d'inchiesta sulla psicopandemia Covid-19 non lo faccio perché vi siano salvatori o benefattori che in Parlamento possano cambiare la musica o la sensibilità, ma per sottolineare chi è rimasto da allora, e che forse ha più sensibilità di altri rispetto a certe tematiche.
Un cambiamento di politica sanitaria vaccinale - pediatrica e non - sarà possibile in Italia soltanto quando una massa critica di persone (trasversale e che non riunisca etichette e che non sia etichettabile) esprima un dissenso o un malumore diffuso nei confronti del potere autoritativo dello Stato in materia di salute pubblica e autodeterminazione della salute a livello individuale.
Al momento molti si sono svegliati in Italia e hanno messo in dubbio la buona fede delle Autorità, anche pagando un caro prezzo personale per aver riposto fiducia in prodotti biotecnologici che si è poi scoperto - ma lo si sapeva già a livello tecnico - che non solo non erano in grado di arrestare alcun contagio, ma esponevano i vaccinati / sierati a gravi rischi di reazioni avverse oltre che a una compromissione - in taluni casi - del proprio sistema immunitario.
Vi è nondimeno ancora una larga fetta della popolazione italiana totalmente ignara dell'inganno perpetrato e delle ripercussioni di salute a breve e a lungo termine, a causa dell'uso a tappeto di questi vaccini a vettore virale e sieri genici, che si manifestano e si manifesteranno verosimilmente ancora nel futuro.
Il distretto della Rioja si estende lungo le rive del fiume Ebro. Si trova, insieme al distretto della Navarra, ai piedi dei Pirenei, quella catena di monti che separa la Spagna dalla Francia. Non solo.
Rioja e Navarra sono considerate le zone viticole dei Paesi Baschi.
La Rioja è larga circa 40 Km e lunga 100 Km. Il suo nome? Deriva da un affluente dell’Ebro, il Rio Oja.
Tre sono le sottozone che la contraddistinguono: Rioja Alta, Rioja Alavesa e Rioja Baja.
Clima continentale con terreni principalmente calcarei con venature di ardesia (Rioja Alavesa), argilla ferrosa, limo e sabbia (Rioja Baja).
Classificazioni diverse dal resto della Spagna: Sin crianza, con crianza, riserva, gran riserva, double pasta.
La Rioja. Panorama |
Produzione attestata sull’80% di vini rossi e il restante tra bianchi e spumanti (cava).
I vitigni Tempranillo, il più importante, seguito da Garnacha Tinta, Mazuelo, Graciano, il bianco Viura, la Garnacha Bianca e la Malvasia.
Ma non è di questo che desidero parlare, anche perché non scopro niente di nuovo. Tutti dati conosciuti.
Nel mio recente viaggio nella Rioja come sempre, prima di partire, ho fatto ricerche sulla Storia di questo distretto.
È vero che i resti fossili trovati risalgono al Terziario, che la vite risulterebbe coltivata sin dal 3000 a.C., che i Fenici approdarono in Spagna intorno all’anno 1000 a.C. ed infine i Romani che posero il controllo del vino su tutta la penisola iberica.
La fillossera della vite |
Si narra che il vino spagnolo fosse molto gradito a Roma tant’è che Columella ne riportò i pregi nel suo De re rustica.
Poi arrivarono i barbari, i vandali e i Mori (musulmani) che, per ignoranza o motivi legati alla religione, impedirono di fatto alla viticoltura di crescere.
Ed eccoci a parlare della notorietà della Rioja. Perché?
Tutti noi conosciamo la Philloxera vastatrx, l’afide devastante distruttore dei vigneti in Europa. Storicamente ci troviamo alla fine del 1800. L'attività di questo insetto, arrivato dalle Americhe, si mostrò particolarmente pernicioso e i danni che provocò furono molti: la sua puntura infatti generò tuberosità, delle voluminose escrescenze che alterarono, indebolirono fino a distruggere i vitigni, facilitando anche l'attacco di altri infestanti. Tutta l’Europa ne fu invasa e contagiata tranne qualche piccola enclave. Cito la Regione Puglia in Italia e la Rioja in Spagna.
Quando il territorio vitivinicolo di Bordeaux fu invaso da questo afide dovuto agli scambi commerciali, via mare, dall’allora importante porto sulla Garonne, diversi vignaioli bordolesi, persi i loro vigneti, si stabilirono nella vallata del fiume Ebro (Rioja e Navarra)dove appunto l’insetto non era arrivato.
Per non contaminare l’area non portarono nessuna talea con loro. Portarono però la loro conoscenza ed esperienza elevando in poco tem
Gli effetti della fillossera |
po ia viticoltura della Rioja.
Basti pensare che è stato il primo distretto spagnolo ad usare le tecniche di vinificazione bordolese con la fermentazione in tini e l’affinamento in barrique da 225 litri.
La fillossera, in un certo senso, alla base dei successi dei grandi rossi della Rioja. Chapeau!
Urano Cupisti
Da Mosca, Mark Bernardini. Ottantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 5 agosto 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
- Verso una vera indipendenza. Un’Italia sovrana nel nuovo mondo multipolare.
- Parigi 2024, ombre russe sui Giochi.
- I video sull’hosting YouTube hanno praticamente smesso di essere riprodotti in Russia.
- Zelenskij sopravvaluta le sue capacità di stratega. Chi si crede di essere, Marco Aurelio?- L’Unione Europea continuerà a nutrire l’Ucraina.
- Perché esistono i pesi mosca, i pesi medi e i pesi massimi?
- Chi è Umar Kremlëv, l’oligarca russo amico di Putin che ha squalificato Khelif.
- Nuova York, provincia di Doneck.
- I cosacchi a Berlino.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, merita un premio Nobel per la medicina, dopo aver scoperto il metodo più veloce per curare il covid. La cura rivoluzionaria si chiama “ritiro dalla corsa elettorale”.
Biden era risultato positivo al covid giovedì 18 luglio. La notizia è stata subito interpretata dai media statunitensi e internazionali come “motivo plausibile”, volto a permettere a Biden di mettere la parola “fine” alla propria disastrosa campagna elettorale. Infatti due giorni più tardi, domenica 21 luglio, Biden ha annunciato il ritiro della propria candidatura e ha subito appoggiato quella del vicepresidente, Kamala Harris.
E martedì 23 luglio il medico della Casa Bianca, Kevin O’Connor, ha solennemente annunciato che il “presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non è più positivo al covid”. In pochissimo tempo i sintomi di Biden si sono risolti miracolosamente, il covid “politico” non c’è più e le sue condizioni di salute sono rientrate nella norma.
Fate caso alla cronologia di questi ultimi giorni sull’Alaska.
22 luglio. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti intende condurre esercitazioni militari nell’Artico in modo indipendente e insieme agli alleati di Washington per dimostrare la sua capacità di combattimento e interoperabilità, afferma la strategia artica aggiornata del Pentagono.
“Essere presenti nell’Artico, conducendo esercitazioni sia in modo indipendente che congiuntamente con alleati e partner per dimostrare l’interoperabilità e la solida capacità di combattimento complessiva, supportando la difesa nazionale e le operazioni di proiezione della potenza globale”, afferma il documento.
Inoltre, gli Stati Uniti intendono cooperare con i loro partner e alleati nell’Artico, nonché con le società industriali e le tribù locali dell’Alaska, afferma la strategia artica aggiornata del Pentagono.
“Lavorare con i nostri alleati e partner, le autorità federali, statali e locali, le tribù e le comunità dell’Alaska e l’industria per rafforzare la deterrenza integrata e migliorare la sicurezza condivisa”, afferma il documento.
23 luglio. Il Pentagono, in particolare, esprime preoccupazione per le crescenti capacità della Russia nella regione, che, come si legge nel testo, “rappresentano potenzialmente una minaccia per il territorio degli Stati Uniti e dei loro alleati”. Questa strategia tiene conto, dei cambiamenti geopolitici e geofisici. Cioè, per la prima volta comincia a prendere in considerazione il riscaldamento nell’Artico. Il secondo punto è che ora tutti i cosiddetti paesi circumpolari, ad eccezione della Russia, sono diventati membri della NATO, comprese Svezia e Finlandia. Su questa base si sta costruendo la strategia. Se prima, nella strategia precedente, si diceva che avrebbero monitorato la situazione nell’Artico, ora hanno scritto che non stanno solo monitorando, ma stanno contrastando tutte le aree di attività russa nell’Artico, che considereranno ostili per se stessi. Il cambiamento climatico influenza l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della rotta del Mare del Nord.
Diciamo che il Mare di Barents e lo Stretto di Bering stanno diventando più liberi per la navigazione. Naturalmente, gli Stati Uniti affermano di non tenere conto, di non considerare importante la priorità della Russia rispetto alla rotta del Mare del Nord. Dobbiamo anche tenere conto dell’Ice Pact concluso da Finlandia, Canada e Stati Uniti, che prevede grandi investimenti nella costruzione di una flotta di rompighiaccio.
E poi c’è il rafforzamento dei gruppi NATO nella Finlandia settentrionale e in Alaska. La regione artica è concettualmente una priorità per l’Alleanza del Nord Atlantico e per il suo principale beneficiario, Washington, con l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO. Il raggruppamento nella Finlandia settentrionale viene rafforzato: l’addestramento delle forze speciali Utti e l’acquisto di Caccia F-35 Lightning. Sul lato dell’Alaska, viene creata una nuova ala aerea con caccia F-35 Lightning e F-22 Raptor e, naturalmente, la componente aviotrasportata. Stanno rafforzando questo gruppo con l’aviazione dell’esercito e le divisioni di fanteria vengono riqualificate come unità aviotrasportate per indebolire la Russia. Gli Stati Uniti sperano di controllare la regione attraverso la quale passa la rotta del Mare del Nord.
Questa regione è interessante anche per loro perché non riconoscono la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 e considerano la rotta del Mare del Nord come extraterritoriale. E questo suggerisce che faranno ogni sforzo per garantire che se la Russia si indebolisse, loro possano controllare questa regione. Naturalmente, questi sono progetti irrealistici, perché negli ultimi 12 anni un potente gruppo di forze e mezzi della flotta russa è stato creato nell’Artico e ci sono basi permanenti negli arcipelaghi che non consentono alla NATO e a Washington di realizzare i loro piani aggressivi.
24 luglio. Due bombardieri russi e due cinesi sono volati nello spazio aereo internazionale vicino all’Alaska, ha detto il North American Air Defense Command (NORAD). Il NORAD ha rilevato, tracciato e intercettato due aerei russi Tu-95 e due aerei militari cinesi H-6 che operavano all’interno della zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska, ha affermato il NORAD in una dichiarazione sul sito del social network X.
Come ha sottolineato il Comando, i bombardieri russi e cinesi “sono rimasti nello spazio aereo internazionale e non sono entrati nello spazio aereo sovrano del Canada o degli Stati Uniti”.
Gli aerei russi e cinesi hanno ripetutamente effettuato pattugliamenti congiunti. A maggio, a seguito della visita a Pechino di Vladimir Putin, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta in cui si affermava, in particolare, l’intenzione dei due Paesi di approfondire la cooperazione in campo militare, ampliare la portata delle esercitazioni congiunte e dell’addestramento al combattimento.
Il Ministero della Difesa russo ha ripetutamente indicato che gli aerei russi volano nel rigoroso rispetto delle regole internazionali per l’uso dello spazio aereo su acque neutre, senza attraversare rotte aeree o avvicinarsi pericolosamente ad aerei di uno Stato straniero.
25 luglio. Il Ministero della Difesa russo ha riferito che i vettori missilistici strategici Tu-95MS e i bombardieri cinesi hanno condotto pattugliamenti congiunti sulle acque dei mari di Čukči, di Bering e dell’Oceano Pacifico settentrionale. Il dipartimento ha sottolineato che nello svolgimento degli obiettivi gli aerei di entrambi i Paesi hanno agito in conformità con le disposizioni del diritto internazionale e non hanno violato lo spazio aereo di altri Stati. Inoltre, il pattugliamento non è stato diretto contro terzi e si è svolto in conformità con il piano annuale di cooperazione tra gli eserciti dei due Paesi, ha concluso il ministero.
26 luglio. Il Pentagono è allarmato dai dati sui bombardieri russi e cinesi che pattugliano il mare di Bering al largo delle coste dell’Alaska, ha detto il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, come riportato dall’Associated Press. “Questi rapporti tra Mosca e Pechino ci preoccupano costantemente”, ha detto.
L’articolo rileva inoltre che questa è stata la prima volta nella storia che i bombardieri cinesi hanno volato all’interno della zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska e che gli aerei dei due Paesi sono decollati dalla stessa base nel nord-est della Russia.
Alcuni spettatori mi hanno chiesto in settimana, preoccupati, se fosse vero che Lavrov fosse in fin di vita. Mentre me lo chiedevano, io lo stavo guardando in diretta, sottolineo in diretta, all’incontro a Mosca con le ONG russe, che ho poi tradotto in simultanea per Visione TV. Subito dopo, è partito alla volta di Ventiane, nel Laos, per il vertice dei ministri degli esteri dell’ASEAN. Lavrov li ha incontrati praticamente tutti, ed erano decine, ma di questo i media italiani non hanno proferito verbo.
A margine, si è svolto un incontro tra lui e il suo omologo cinese Wang Yi. Le parti hanno molto apprezzato lo sviluppo del dialogo politico e l’interazione pratica tra Russia e Cina in un contesto di crescente turbolenza nel sistema mondiale. Particolare attenzione è stata rivolta ai progressi nell’attuazione degli accordi raggiunti a seguito del vertice di Pechino del maggio di quest’anno.
I ministri hanno discusso in dettaglio le questioni della cooperazione all’interno dell’ASEAN nel contesto dell’intensificazione delle attività di singoli Paesi per creare meccanismi politico-militari a blocco ristretto volti a minare il sistema incentrato sull’ASEAN per il mantenimento della sicurezza e della stabilità nella regione Asia-Pacifico. Hanno molto apprezzato il nuovo formato di interazione “Presidenza Russia – Cina + ASEAN”, il cui incontro inaugurale con la partecipazione della parte laotiana si è svolto a Vientiane il 25 luglio. E’ stata espressa la speranza per un ulteriore rafforzamento di questa piattaforma di dialogo nell’interesse dello sviluppo della cooperazione nello spazio ASEAN.
Sergej Lavrov e Wang Yi hanno sottolineato l’importanza di rafforzare il coordinamento della politica estera tra Mosca e Pechino su varie piattaforme internazionali, tra cui l’ONU, la OCS, l’APEC, il G20 e altri formati. Il ministro russo ha espresso gratitudine alla parte cinese per aver sostenuto la presidenza russa nei BRICS e ha confermato la disponibilità di Mosca ad assistere Pechino nel suo “avvicendamento” alla presidenza nella OCS. Sergej Lavrov e Wang Yi hanno discusso le prospettive di attuazione del concetto avviato dalla parte russa di creare una nuova architettura di sicurezza in Eurasia in un contesto di stagnazione dei meccanismi euro-atlantici.
Il capo del Ministero degli Esteri russo ha espresso gratitudine per la posizione equilibrata e coerente sulla crisi ucraina e ha accolto con favore le iniziative di Pechino volte a promuovere approcci che tengano conto degli interessi di tutte le parti coinvolte e implichi l’eliminazione delle cause profonde del conflitto.
La conversazione si è svolta nel modo tradizionalmente confidenziale e costruttivo tipico del partenariato strategico russo-cinese.
Apertura Olimpiadi a Parigi. Sì sì. Senza commenti, da parte mia. Un breve paragone tra Soči nel 2014 e Parigi nel 2024.
Economia
L’Ucraina ricorre all’arma energetica contro i Paesi “filorussi” della UE, il greggio russo crea discordia tra i Ventisette.
Braccio di ferro tra l’Ucraina da una parte, l’Ungheria e la Slovacchia dall’altra, che non ricevono più petrolio dal colosso petrolifero russo Lukoil. Kiev ha letteralmente “chiuso il rubinetto” dell’oleodotto ex sovietico “Družba” (Amicizia) attraverso il quale notevoli quantità di poco costoso greggio russo affluivano alle raffinerie ungheresi e slovacche, lasciando praticamente “a bocca asciutta” i consumatori est-europei.
Le sanzioni ucraine contro Lukoil hanno fatto infuriare i Governi di Budapest e di Bratislava che lunedì 22 luglio hanno inviato alla Commissione europea una lettera di protesta congiunta, firmata dai ministri degli esteri dei due Paesi est-europei e contenente la richiesta di “premere sull’Ucraina affinché ripristini pienamente il transito attraverso il suo territorio del petrolio di Lukoil”. Budapest e Bratislava hanno accusato l’Ucraina di aver violato i termini dell’accordo di associazione alla UE nel quale, “nero su bianco”, Kiev si impegnava a non impedire il transito di energia sul suo territorio.
L’Ungheria e la Slovacchia non hanno sbocchi sul mare e insieme alla Repubblica Ceca, erano stati esentati dal divieto di importare petrolio via terra dalla Russia. L’Ungheria acquista dalla Russia il 70% delle sue importazioni petrolifere e la carenza di petrolio ha già iniziato a spingere al rialzo i prezzi di benzina con conseguenze drammatiche sull’intera catena economica.
Come ha fatto sapere il capo della diplomazia ungherese, Péter Szijjártó, scaduto un ultimatum di tre giorni, la questione verrà portata sul tavolo della Corte di giustizia europea, mentre l’Ungheria in assenza di una soluzione rapida ed efficace bloccherà qualsiasi nuovo pagamento all’Ucraina da parte del cosiddetto “Strumento europeo per la pace”, una specie di “calderone” finanziario che permette all’Unione europea di inviare aiuti finanziari ai Paesi extra comunitari. Per rispondere alle esigenze di difesa e armamento di Kiev, Bruxelles nel 2022-2024 attraverso questo strumento finanziario ha mobilitato oltre 6 miliardi di euro. A marzo l’Ungheria dopo forti pressioni aveva accettato l’aumento del massimale di altri 5 miliardi di euro, e l’istituzione di un apposito fondo pro Ucraina.
Alla fine del 2024 scadrà l’accordo di transito di gas russo attraverso il territorio dell’Ucraina mentre il presidente ucraino, Zelenskij, ha dichiarato che “non intende rinnovare l’intesa”, con conseguenze drammatiche per le forniture di “combustibile blu” verso la martoriata Europa centrale e orientale.
Intanto la Russia ha dichiarato che lavora con tutte le parti interessate per garantire che le forniture attraverso l’oleodotto “Družba” continuino. Come ha detto il vice primo ministro russo con delega all’energia, Aleksandr Novak, la “Russia vuole proseguire le forniture di petrolio via “Družba” verso la trojka dei Paesi, composta dell’Ungheria, della Slovacchia e della Repubblica Ceca”.
Nella prima metà del 2024 la Russia ha prodotto 357,3 miliardi di metri cubi di gas naturale, ovvero +8,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. In un solo mese di giugno la produzione è cresciuta del 9,5%, raggiungendo i 49 miliardi di metri cubi, poiché il gruppo energetico Gazprom, che produce più della metà di tutto il gas della Russia, ha aumentato le esportazioni.
Secondo i dati del ministero dell’Energia della Russia (Minenergo) nel periodo maggio-giugno del 2024 le esportazioni di Gazprom all’Europa attraverso il sistema di gasdotti ex sovietico “Sojuz” (Unione) che passa per il territorio dell’Ucraina, sono aumentate del 34% fino a 1,2 miliardi di metri cubi, mentre quelle che passano per il gasdotto Russia-Turchia “Turkish Stream” sono cresciute del 60% anch’esse fino a 1,2 miliardi di m3.
Intanto i produttori russi aumentano di mese in mese anche le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL). Come scrive il quotidiano economico russo “Kommersant” nella prima metà del 2024 l’export di GNL è cresciuto rispetto al corrispondente periodo del 2023 del 2,7% fino a 16,79 milioni di tonnellate. L’export russo di GNL verso i Paesi europei nel periodo gennaio-giugno è aumentato del 6,3%, mentre il maggiore consumatore è stata la Francia, che ha importato 3,2 milioni di tonnellate di GNL russo (+86,8%). Al secondo e al terzo posti si sono trovati rispettivamente il Belgio (2,94 milioni di tonnellate) e la Spagna (2,55 milioni di tonnellate).
Comunicazione di servizio
Come già preannunciato la settimana scorsa, a partire dalla puntata del 5 agosto, non troverete questo notiziario su Visione TV, non spaventatevi: vanno in ferie, ma il notiziario proseguirà regolarmente sui miei canali, e cioè in Blogspot, con il testo, e poi sulle piattaforme YouTube, RuTube e Platforma. Cercatemi, basta digitarmi per nome e cognome. Finalmente, ho due canali Telegram, uno in russo e uno in italiano, la ricerca è la stessa.
A settembre poi vediamo: economicamente, Visione TV non versa in buone acque, se non contribuite temo che dovranno rinunciare a molte delle attuali collaborazioni. Ai miei detrattori e ai vari haters da divano salottieri sicuramente farà piacere, fateli schiattar di rabbia.
Ne approfitto per chiedervi di non scrivermi per posta elettronica, la guardo di rado, meglio in Telegram, o, se proprio non lo avete, in WhatsApp, col mio numero di telefono: +7 (903) 191-37-30.
Musica
Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.La Russia non è il mio nemico, ve lo ricordate? Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali, e a settembre, forse, su Visione TV!
Con un’autentica pièce e un testo poetico: “Panalfabetare” mi sono recata nel cuore del Sannio, a Morcone. L’Alfabeto di pane che ho ideato molti anni orsono continua a ispirarmi pagine e a suggerirmi territori in cui e di cui narrare. Quest’ultimo Panalfabetare, capitolo di tutta la grande magia che è la Poesia dei Territori fisici e dell’anima che da sempre alacremente coltivo- è dedicato alla storia e alla vitalità che l’Antico Mulino Florio ha avuto nel tempo e che continua ad averne rinnovando ancora oggi il farsi esperienza produttiva del territorio fin dal 1700 quando fu edificato. La direzione artistica e scientifica di RaRo ha pensato e voluto la parola poetica per tratteggiarne la storia passando per una prospettiva creativa e fiabesca insieme, la storia di tutto il contesto, vita, sementi, acqua, meccanica e idraulica. Il Mulino Florio è stato appositamente aperto dall’Associazione Il Presepe nel presepe; associazione che in dicembre allestisce l’immenso presepe vivente sull’estesa radura prospicente il bosco, poco più in là da dove sorge il delizioso mulino. Dunque è proprio dentro il mulino che s’è espanso il suono dell’armonica a bocca e dei campalli che fanno sintesi di tutto il pastorale, il magico e il sacro che percorre le contrade italiane.
Il rito della molitura ovvero il Rito della Mugnaia, così ho sciorinato poesia, storia, letteratura, fatti sociali insieme ad una spolveratina sapiente di sociologia, giusto quanto e come fanno le mamme in cucina con il sale. E il Rito si è fatto pièce naturale nella sua totale verità, non v’è stata finzione e la scenografia è stata realmente il mulino con l’acqua che riempiva la fota, la grande vasca dentro la quale girava la grande ruota a trasmettere energia alle grandi pietre che molivano i grani antichi. Forse era tempo che ci fosse una mugnaia dopo secoli di mugniai? E’ stata la trovata drammaturgica per un copione riversato in uno scenario oltremodo sorprendente. Morcone, capitale del Territorio sannitico, area interna del beneventano sta ospitando, dal 5 luglio a tutto il 4 agosto, la 1^ Edizione di RaRo, Festival del Lavoro Creativo & Culturale.
L’anima di tutto quanto è la Prof.ssa Rossella Del Prete, Responsabile scientifico e Direttore artistico che sostiene vibratamente che: “La creatività ha ampiamente dimostrato di essere fondamentale per la qualità sociale e lo sviluppo economico dei territori. Design e cultura materiale, moda, architettura; tecnologie e software dell’informazione e della comunicazione (ICT), branding, pubblicità, teatro, cinema radio, televisione ed editoria e poi l’industria del gusto, l’arte contemporanea, il patrimonio culturale, la musica e lo spettacolo dal vivo sono alcune delle declinazioni della creatività e dei lavori ad essa connessi; le imprese creative -ha continuato la Prof.ssa Del Prete - generano circa il 6% delle ricchezza prodotta (oltre 90 miliardi) e valorizzano una filiera produttiva di oltre 250 miliardi di euro. La cultura, per l’Italia tutta, è un formidabile attivatore di economia come riporta anche quest’anno il Rapporto annuale di Fondazione Symbola e UnionCamere ‘Io sono Cultura’, che continua ad attestare il valore crescente del Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) che nel 2021 corrispondeva a 88,6 miliardi di euro corrispondenti al 5,6% del valore aggiunto italiano e un valore accresciuto di + 1,8% nel 2022. Il Settore Culturale e Creativo, dunque, offre lavoro a quasi un milione e mezzo di persone, cioè quasi il 6% dell’occupazione totale. Si tratta di una filiera oggi molto complessa in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore (275.318 imprese e 37.668 organizzazioni no-profit)”.
Avendo vissuto molti decenni a Matera è indubbio che nutra un’autentica venerazione per la farina e il pane, indubbio che la lunga storia dei mugnai -terminata con il declino dei mulini in quel lontano gennaio del 1869 quando una legge iniqua, brutta e cattiva penalizzo’ proprio i piccoli mulini di montagna- che non potesse interessarmi, anzi mi intrigasse fino al punto di scrivere una pièce. Di lì a pensare il personaggio della mugnaia che si fa rivoluzionaria e rivendica la dignità e l’importanza di quei lavori nobili che hanno significato molto nella storia della nostra nazione e dei nostri paesi, il passo è stato non proprio breve ma di certo sentito fino nelle viscere. Sapere, per esempio, che i mugnai riuscirono, almeno nelle grandi città, a fondersi e comporre le corporazioni benchè poi non siano riusciti ad assumere un ruolo importante nella generale organizzazione sociale, è altra sostanza storica e sociale che di diritto è entrata nella pièce.
Alla materializzazione delle metafore, cosa che amo fare da sempre, vi ha provveduto la Chef internazionale Anna Maria Mastrantuono che ha realizzato le lettere dell’Alfabeto di pane ricamando la pasta di pane, intrecciandola e decorandola con rose e farfalle, sempre buone e di pane pure quelle. Pagine di seta e lettere di pane hanno composto una pièce delicata e commovente che ha accarezzato finanche le pietre di cui è fatto l’Antico Mulino Florio nella fitta boscaglia di Morcone, le parole e le lettere di pane, i versi, le filastrocche e le delicate laiche ‘litanie’ hanno incisivamente stigmatizzato la sacralità dei chicchi di grano che -sotto il lavorio delle pietre molitorie e di sorella acqua- han fatto la sacralità di quella polvere bianca che diventa pane per la famiglia e meraviglia di nutrimento, oltre che di nutrizione. La sacra magia del Teatro s’è fusa alla sacra magia della Farina e del Pane dentro un sacro Bosco. Un sacro Mulino tutto in pietra, con la sua forma fiabesca, la ruota con pale orizzontali, che è rarità e peculiarità insieme, e i grani antichi e le belle parole danno ancora oggi un Pane Buono! Non ha forse il pianeta bisogno urgente di buone parole, buone come il pane? Non può il Teatro rigenerarsi narrandosi in luoghi che sono autentici, veri teatri naturali?