L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


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Kaleidoscope (1407)

Free Lance International Press

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January 20, 2025

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centododicesimo notiziario settimanale di lunedì 20 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

* Questa settimana c’è stata una interessante conferenza stampa del ministro degli esteri russo Lavrov, è durata quasi tre ore, cercate la mia traduzione integrale sui miei canali.

* Commento di Marija Zacharova, portavoce del ministero degli esteri russo, sugli incendi di Los Angeles.

* Il 20 gennaio è la Festa della Repubblica in Crimea.

* Intervista di Russia 24 a Giorgio Verduci sull'automotive (in russo).

* Oltre le stelle. Un gruppo rock di Pietroburgo, che esisteva ormai da quasi trent’anni, Tequilajazzz. Purtroppo, con l’inizio del conflitto russo-ucraino il loro leader ha prontamente cambiato casacca e ha fatto il salto della cavallina, se n’è andato in Occidente. A noi piace ricordarlo com’era, non certo com’è diventato.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

 

    Chateau Chenonseau

La Loira, con un corso di 1.020 km, è il più lungo fiume francese. Il suo bacino è esteso per 117.000 Km² e occupa più di un quinto del territorio.

Il nome del fiume in latino è Liger tant’è che gli abitanti si chiamano ligeritains. Sin dai tempi antichi ha ricoperto il ruolo di importante asse di navigazione e di trasporto merci.

Ha le sue sorgenti a sud-est del Massiccio Centrale e precisamente dal monte Gerbier de Jonc. Siamo nel Vivarais ad una altezza di 1.408 m slm, là dove un cartello porta l’iscrizione :” Qui comincia la mia corsa verso l’Oceano”.

Perché “fiume di vino”?

    Chateau Chenonseau

Basta osservare il suo percorso lungo le regioni e i dipartimenti che attraversa dove la vite ne è testimonianza di questo appellativo.

AUVERGNE

L’Auvergne, il regno francese dell’acqua e del fuoco.  Ampi pascoli e i fitti boschi che coprono i giganti addormentati costituiti da vulcani che disegnano l’orizzonte. Fonti termali, come Volvic e Vichy, regalano una rilassante palette cromatica. E il vino?

La denominazione si trova  sul corso superiore del fiume ed è stata classificata come AOP nel 2009. I vigneti coprono 410 ettari di vigne in 53 comuni. Ci sono cinque sottozone, Boudes, Chanturgue, Châteaugay, Corent e Madargues. I vini rossi e rosati rappresentano due terzi della produzione e sono fatti principalmente di Gamay con proporzioni di Pinot Noir. I vini bianchi sono prodotti da Chardonnay.

  Pouilly sur la loire

BORGOGNA-FRANCA CONTEA

Il fiume inizia ad essere meno turbolento ed assume così la forma di “placido corso d’acqua” nel lungo percorso che lo porterà al grande estuario.

Lascia la regione Alvernia-Rodano-Alpi e lambisce la parte ovest della Borgogna-Franca Contea  per iniziare quell’ansa che da fiume verticale lo conduce ad orizzontale. E proprio in quell’ansa troviamo il “favoloso mondo del Sauvignon Blanc”: Pouilly-sur-Loire (il

    Chenin Blanc

celeberrimo Pouilly-fumé) ad est nella Borgogna-Franca Contea e l’area ad ovest intorno alla città di Sancerre, già regione Centro-Valle della Loira.

CENTRO-VALLE della LOIRA

Benvenuti nella regione Centro-Valle della Loira, la Valle rinomata per i suoi Castelli e per città come Orleans e Tours. Qui regna indisturbato il Cabernet Franc. Cheverny, Touraine, Vouvray, Chinon le AOC più famose

PAESI della LOIRA

    Foce della Loira

La regione ultima. Da Samur ancora terra di rossi a Nantes nel bel mezzo dei vigneti di Muscadet, passando per il regno di sua maestà lo Chenin Blanc. Coteaux de Layon, les vins de Anjou e il mitico distretto di Savennières con i suoi vigneti simbolo: Coulée-de-Serrant e La Roche-aux-Moines .

Infine il distretto del MUSCADET. Diviso in tre denominazioni: Muscadet, vicino alla costa, Muscadet de Sèvre-et-Maine, dove si produce il miglior muscadet da abbinare alle ostriche della vicina Bretagna e Muscadet des Coteaux de la Loire posizionato più nell’interno.

Per onor del vero nella Loira si coltivano anche, in piccola parte, il Cabernet Sauvignon, Gamay , Pinot Nero e Grolleau. Quest’ultimo, autoctono della Loira costituisce la base per i vini rosati che troviamo nel distretto di Anjou.

“Nantes è l’ultima città prima dell’estuario della Loira, con il cuore e la storia in Bretagna e i piedi nel distretto della Loira Atlantica”.

Dal centro città, dove inizia l’estuario fino all’Oceano Atlantico ci sono 60 chilometri. Saint- Nazaire ultimo avamposto. I vigneti sono un ricordo. Il grande fiume, stanco del suo lungo cammino si lascia contaminare, a poco a poco, dalle acque salmastre marine.

 

 

L’edizione del trentennale del Premio Alghero donna  ha avuto luogo, come da tradizione, presso il Teatro Civico di Alghero , sabato 18 gennaio alle ore 20,00, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Alghero, Assessorato alla Cultura e della Fondazione di Sardegna, con la collaborazione organizzativa dell’Associazione Orion, della FIDAPA sezione di Alghero e della Rete delle donne di Alghero APS.

L’edizione del trentennale coincide con l’Anno Giubilare, evento spirituale che coinvolge tutto il mondo.  Per questo la Giuria del Premio Alghero donna, composta da: Antonio Casu, Presidente de ‘Il Cenacolo di Tommaso Mo ro’; Antonio Maria Masia, Presidente dell’’Associazione Il Gremio dei sardi’ di Roma; Massimo Milza, Segretario Generale dell’Associazione ‘Salpare’ ; Giuditta Sireus, Direttrice artistica ‘Club Jane Austen Sardegna’, ha assegnato  la sezione ‘ Giornalismo’ a Vania De Luca, Caporedattore Vaticanista del Tg3 che nel 2016 è stata eletta presidente dell’UCSI (Unione cattolica stampa italiana), prima donna in quasi 60 anni di storia dell’Unione.  La sezione Prosa è stata assegnata per il romanzo « Notte di vento che passa» (Mondadori), a Milena Agus, nata in Liguria da genitori sardi, tornata in Sardegna, ha insegnato a Cagliari dove vive; i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, ha al suo attivo molti premi tra cui nel 2007 è stata finalista al Premio Campiello.

Per il trentennale del Premio la Sezione Poesia si apre alla drammaturgia diventando sezione Arte-poesia con Ilaria Drago, scrittrice e attrice interprete di suoi testi volti a riscoprire il valore femminile da Simone Weil, a Margherita Porete, ad Antigone, a Circe che attualmente porta sui palcoscenici italiani. 

Come sempre la serata, condotta da Neria De Giovanni, è stata arricchita dalla musica.

Si sono esibiti sul palco del Teatro civico:  Inoria Bande –strumentista di organetto diatonico e cantante solista, unica nel suo genere, figlia del grande fisarmonicista folk Francesco Bande. Ha seguito fin dall'età di quattro anni le orme artistiche del padre. Appartiene ad una famiglia che vanta quattro generazioni di organettisti.

Antonello Colledanchise e Susanna Carboni duo, cari al pubblico per i testi in algherese scritti da Colledanchise valente poeta insignito di molti premi per la sua carriera di scrittore e cantautore. Il duo con Susanna Carboni portano i loro concerti in Italia e in Catalogna, con un repertorio unico di canzoni, arrangiate con il Cuatro Venezolano e il Clarinetto.

 

January 12, 2025

Da Mosca, Mark Bernardini. Centoundicesimo notiziario settimanale di lunedì 13 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Le feste sono quasi finite, il 14 gennaio si festeggia il Vecchio Anno Nuovo secondo il calendario giuliano, ma è solo un’ulteriore occasione per fare bisboccia. Stavolta parleremo molto di censura e di rapimenti in stile mafioso. Buon ascolto e buona visione.

* La parte russa sollecita la comunità internazionale a reagire immediatamente e con la massima serietà agli attacchi che il regime di Kiev continua a mettere in atto ai danni degli impianti russi per l’energia nucleare, imponendo a Kiev di smetterla di giocare con le vite di interi popoli e Paesi, sia in Europa che in altri continenti; vite che questo regime ormai impazzito è pronto a offrire in sacrificio alla propria politica criminale provocando una catastrofe nella nostra maggiore centrale nucleare, quella di Zaporož’e.

* Nella regione di Kupjansk, i paracadutisti ucraini hanno catturato il pizzaiolo italiano Gianni Cenni, lo ha riferito qualche giorno fa la pubblicazione Today.it.

* Che l’Ucraina non gradisca la diffusione in Italia del documentario “I bambini del Donbass” è piuttosto ovvio e logico. Ed il diritto di critica è assolutamente lecito. Non è invece affatto lecito che in una lettera indirizzata al sindaco del comune italiano di Resana e al presidente della regione Veneto, l’ambasciatore ucraino in Italia Jaroslav Mel’nik affermi che Vincenzo Lorusso, che avrebbe dovuto presentare il documentario, “è un sostenitore dell’aggressione russa e un attivo incitatore all’odio verso gli ucraini”. Inoltre, Mel’nik sostiene che Lorusso “si trovi costantemente nei territori temporaneamente occupati delle regioni di Doneck e Lugansk, da dove diffonde narrazioni propagandistiche russe e materiali informativi anti-ucraini nello spazio mediatico italiano tramite risorse informative online”.

* Da diversi giorni si discute del motivo per cui Donald Trump vorrebbe che la Groenlandia facesse parte degli Stati Uniti. Proviamo a capirne le ragioni.

* Una bellissima versione di “Bella Ciao” in italiano, russo, ceceno e cabardo. Per girare questo video, i ragazzi hanno scalato l’Elbrus, fino a un’altezza di 4500 metri. “E’ stata una sfida incredibile per tutti noi”, afferma il solista Astemir Apanasov, “si scopre che senza acclimatamento è impossibile stare a tale altitudine, e ancora di più ballare e cantare! Pensavamo di divertirci e basta, ma la mancanza di ossigeno, i pensieri ovattati e gli arti congelati si sono fatti sentire. Era difficile nasconderlo. Ma spero che questo non sia visibile nell’inquadratura. Tutti i ragazzi hanno dato il 100%, come se fosse l’ultimo giorno della loro vita!”.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

January 12, 2025

 

Il padel è uno sport particolarmente diffuso e conosciutissimo, allora perché non usarlo per raccontare una storia? Il Teatro Golden lascia spazio ad un vero e proprio campo da gioco in mezzo alla sala, con giocatori che scambiano qualche tiro inscenando una partita; è questo il pretesto per dare vita a una serie di dinamiche non solo plausibili, ma anche interpretate con molta naturalezza.

Dall’adolescente un po’ ribelle che parla con neologismi giovanili incomprensibili per gli adulti, ad una madre che improvvisamente si scopre più materna di quello che in realtà è, al marito bonaccione che a suo tempo ha lasciato la carriera da tennista per sposarla, fino all’amico anche lui tennista sfiorito che ormai si accontenta di fare l’allenatore e il preparatore atletico della ragazza alla quale è particolarmente affezionato e ricambiato.

Scritta e diretta dallo stesso Danilo De Sanctis, la commedia racconta le vicende di Luna (Angelica Pisilli) una giovane sportivamente dotata, la cui gioventù è sacrificata da pesanti rinunce al fine di realizzare il suo sogno: diventare una campionessa di tennis.

Un sogno che però sembra essere più la proiezione dei desideri di chi le sta intorno, di coloro che sono ancora adombrati dai loro fallimenti, dalle delusioni o da rinunce: il padre Giulio (Simone Montedoro) e il suo allenatore Armando (Danilo De Santis).

I due, oltre ad essere amici da sempre, hanno ancora in comune la forte passione per il tennis, quasi un’ossessione che investono sulla ragazza.

Luna sta per raggiungere un suo personale successo in questo campo, ma non sembra felice. Non si sente accettata né compresa dalla madre Mara (Roberta Mastromichele) che continua a trattarla come se fosse ancora una bambina piccola. Anche con il padre non ha il rapporto che vorrebbe, distratto dall’assillo di compensare con la figlia il suo mancato successo. È così concentrato su questo obbiettivo, come gli atri adulti, da tralasciare involontariamente di darle quelle amorevoli attenzioni che le mancano.

Nonostante le premesse, non siamo davanti ad un dramma teatrale, a una commedia divertente e piacevole intrisa di profonda dolcezza e da una dose di velato e appena percepibile dramma.

Una proposta, quella di Danilo, che vuole con simpatia criticare la diffusa tendenza di molti genitori ad usare come surrogato o come avatar i propri figli per raggiungere risultati e successi che non sono riusciti a perseguire, spesso senza chiedersi se quelli sono i desideri dei figli.

Non nascondo che inizialmente, prima che il vortice di riuscita comicità che riempie la proposta mi coinvolgesse, mi sono guardato intorno durante le scene incentrate sul rapporto tra figli e genitori, scrutando i volti del pubblico più maturo per carpire qualche smorfia di disappunto che rivelasse una proiezione di sé nei personaggi. Ho pensato a quante persone potessero riconoscersi nella vicenda che Danilo ha saputo proporre con eleganza ed ironia.

Danilo e il suo cast ci propongono una commedia dinamica e alquanto movimentata che si sviluppa in poco più di un’ora, ricca di vicende e di tante intense emozioni, in cui si affaccia con delicatezza e tatto un piccolo dramma familiare, presentato però con genuina schiettezza e in maniera piuttosto brillante con una bella dose di effervescente ironia e riuscita comicità, senza far mancare delle situazioni che hanno l’intento di stimolare lo spettatore ad una profonda riflessione.

La regia di Danilo è stata molto attenta ad esaltare le scene, che a volte si interrompono e riprendono accavallandosi elegantemente con altre per dare la sensazione che si svolgano contemporaneamente, in parallelo; momenti di confidenza, di scoramento, di rabbia o di allegria che si alternano incastrandosi in perfetta sincronia, danno un senso compiuto ma soprattutto di continuità alla storia. Tutto questo avviene su un bel gioco luci che permette di concentrare l’attenzione sulla scena in atto, lasciando le altre congelate in una suggestiva semioscurità.

Luna, promettente portento, è però troppo giovane per portare il peso della sua grande responsabilità, diventata un pesante fardello.

La brava e deliziosa Angelica ci presenta quest’adolescente schietta, sbarazzina, esuberante e assolutamente vera, un po’ ribelle e frustrata, e la impersona con molta naturalezza facendone spiccare il  carattere, i modi, la gestualità e l’ espressività che esprimerebbe una qualsiasi ragazza della sua età, sfruttando efficacemente anche la sua fisicità.

Roberta è la tipica mamma ancora giovanile e piacente, un po’ stressata, scontrosa e forse anche un po’ scontenta della sua vita. Atletica ma negata per il padel, alterna la sua figura a tratti aggressiva e velenosa ad una più dolce, nella quale sembra quasi far fatica a riconoscersi. È in bilico in un piacevole e bilanciato ruolo di madre e di moglie; spontanea e istintiva.

Danilo veste invece i panni di un simpaticissimo e dolcissimo allenatore che ha sviluppato un bel rapporto con la ragazza ed i suoi genitori. È un single incallito, forse perché è un profondo mammone che vive ancora con la madre, che ancora gli prepara la borsa per gli allenamenti… con Simone sono una coppia perfetta in scena. Nonostante sia entrato nel cast poco prima dello spettacolo e abbia fatto una manciata di prove, si è subito affiatato con gli altri. La sua professionalità e bravura, la naturalezza con cui interpreta questo padre un po’ smarrito non hanno fatto trasparire neanche l’ombra di un’incertezza; tutt’altro, sviluppa ottimamente un personaggio piacevole, divertente e sensibile.

Lui e Danilo insieme sono perfettamente in sintonia: gag, battute, sfottò, scherzi… tutto è ineccepibile. Divertono, coinvolgono, appassionano ad una storia che alla fine svela anche dei retroscena inaspettati ed interessanti che insaporiscono la vicenda. Tutti i personaggi interagiscono con naturale disinvoltura, portando gli spettatori a vivere con loro quella partita di padel o a partecipare ai discorsi nello spogliatoio. Appassionano con le loro vivaci e sentite dinamiche e coinvolgono attraverso un testo scorrevole e ben scritto che riserva sorprese inaspettate lasciando in sospeso in attesa degli eventi.

Le reazioni dei coinvolti a questi piccoli colpi di scena hanno sempre un risvolto divertente che alleggerisce le situazioni, ma non tralasciano il lato profondamente umano che porterà, nell’epilogo, a fare i conti con i loro insoluti e non detti e paradossalmente a ricevere anche un’inaspettata lezione di morale proprio da chi avrebbero dovuto educare...

 

Teatro Golden “Il Padel nostro" 

con Danilo Da Santis, Roberta Mastromichele, Simone Montedoro, Angelica Pisilli

scritto e diretto da Danilo De Santis

 

  

    Vin de sable

Il Ròdano, in francese Rhône, Ròse in occitano, Rhone o Rotten in tedesco, in latino Rhodanus  è lungo 812 km, nasce in Svizzera dove scorre per i primi 267 km, per proseguire poi in Francia per altri 545 km fino a sfociare nel Mar

    Vigneti e Rodano

Mediterraneo. Ha  una portata media annua presso la foce di 1820 m³/s e ricopre il ruolo di principale fiume di Francia per volume d'acqua.

Nasce in Svizzera dal ghiacciaio omonimo, la cui acqua si raccoglie in un laghetto a 2208 m di altitudine. Corre latitudinalmente da est verso ovest nell'alta vallata corrispondente al cantone svizzero del Vallese. La valle si restringe notevolmente in corrispondenza di Martigny e il corso del fiume vira in direzione nord prima di gettarsi nel lago Lemano (Lago di Ginevra).

Come emissario in corrispondenza della città di Ginevra entra in Francia proseguendo incassato per svariati km, ricevendo da destra il copioso apporto dell'Ain e giungendo in breve a Lione dove riceve le acque della Saona (oltre 470 m³/s), suo principale tributario di destra. Da qui, notevolmente arricchito d'acque, diventa navigabile.

     Syrah

Continua longitudinalmente, da nord verso sud, verso la foce a delta nel Mar Mediterraneo. Lungo questa seconda parte del percorso riceve da sinistra il grosso contributo (360 m³/s) dell'Isère. Proseguendo il fiume riceve svariati apporti che ne accrescono ulteriormente la già notevole portata.

Il fiume giunge alla fine del suo percorso gettandosi con l'ampio delta della Camargue nel mar Mediterraneo. Il bacino del fiume copre un'estensione totale di 95500 km². Nel delta, che inizia subito dopo la città di Arles, il corso del Rodano si divide in due rami, Grand Rhône e Petit Rhône.

Fin qui niente di particolare, cose risapute da tempo. La particolarità che ci interessa è che il Rodano, lungo l’intero percorso, svolge il ruolo di termo-regolatore di quell’effetto che passa sotto il nome di Hidro-clima, tanto desiderato dai vigneti che corrono lungo tutto il suo percorso.

     Mappa del corso del fiume

Valais (Svizzera)

Il Vallese è una delle sei regioni vinicole svizzere. I vigneti coprono 5.236 ettari. Sono caratterizzati da circa 60 varietà di uve diverse, per lo più autoctone, di cui solo quattro rappresentano quasi il 90% della superficie. Si tratta, per oltre la metà, di Fendant(Chasselas), Pinot Nero, Gamay e Silvaner.

Savoia

Distretto vinicolo attraversato, oltre che dal Rodano, dall’Isère e Ain suoi affluenti. Il Jongieux, Seyssel, Bugey con vitigni Mondeuse, Roussette, Chasselas, Molette

Ma è dopo aver ricevuto le acque della Saona a Lione che il Rodano aumenta la sua importanza viti-vinicola dando il proprio nome a distretti come Rodano settentrionale (La Côte du Rhône Nord) e Rodano Meridionale (La Côte du Rhône Sud). Inoltre diventa navigabile rappresentando una delle vie d’acqua più importanti francesi.

Rodano Settentrionale

Il regno incontrastato del vitigno Syrah. Nomi come Côte Rotie, Condrieu, St-Joseph, Hermitage, Crozer-Hermitage, Cornas, St-Péray parlano da soli e raccontano questo distretto unico.

Rodano Meridionale

         Hermitage

Con i distretti di Côtes du Vivarais, Coteaux du Tricastin, Rasteau, Gigondas, Vacqueyras, Côtes du Ventoux, Lirac, Tavel, Côtes du Luberon e naturalmente il più famoso Chateauneuf-du-Pape.

Vitigni bianchi  Viognier, Marsanne,  Roussanne, Clairette, Grenache Blanc, Pic-poul, Bourboulenc ed i neri Grenache noir, Morvedre, Muscardin, Vaccarèse, Counoise, Cinsault, Carignan, Terret Noir, Picardin e naturalmente Syrah

Delta del Rodano

Ad est lambisce la Provenza, ad ovest la Camargue. Vogliamo ricordare le vin de sable?

Rodano, fiume di Vino. Chapeau!

 

 

January 06, 2025

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centodecimo notiziario settimanale di lunedì 6 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon Natale agli ortodossi osservanti il calendario giuliano, buona Epifania per i cattolici che seguono quello gregoriano. Per me, da buon ateo, è un’ulteriore occasione per fare bisboccia. Stavolta, inevitabilmente, parleremo molto di gas. Buon ascolto e buona visione.

* Ho tradotto l’intervento di Putin per Capodanno. Naturalmente, i detrattori hanno detto di tutto.

* Gli Stati Uniti hanno segretamente fornito armi di vario tipo all’Ucraina ancora nel 2021, ovvero prima dell’inizio dell’operazione militare russa. Le rivelazioni clamorose sono state fatte dal segretario di Stato uscente degli USA, Antony Blinken, in un’intervista al quotidiano “New York Times”.

* Kiev si è rifiutata di rinnovare gli accordi di transito siglati tra la società russa Gazprom e le ucraine “Naftogaz” e OGTSU (Operatore ucraino del sistema di trasporto del gas).

* Il 4 gennaio, a seguito di un attacco mirato di droni da parte di militanti del regime di Kiev, è morto il corrispondente freelance di Izvestija Martem’janov.

* E’ stato annullato l’evento promosso da un consigliere comunale di Arezzo (Michele Menchetti) che prevedeva l’utilizzo di una sala del Comune per la proiezione del documentario di Russia Today “Maidan, la strada verso la guerra” e successivo dibattito.

* Rivelazioni clamorose di una commissione d’inchiesta del Senato degli Stati Uniti: durante le indagini degli anni Novanta la banca svizzera “ha fatto di tutto per nascondere l’esistenza dei conti segreti, riconducibili a gerarchi del regime hitleriano”. Il denaro fu sequestrato durante l’Olocausto alle famiglie ebraiche in tutta l’Europa e depositato sui conti bancari cifrati nella Confederazione Elvetica.

* Dai media italiani si evince che in Russia l’economia è in crisi a causa dello stop dell’Ucraina al gas che costerà 5 miliardi all’anno, e che addirittura c’è un rischio di caos interno, anche se si ammette che le famiglie italiane rischiano di pagare 300 euro in più. Crisi economica in Russia, non pervenuta, nonostante il sottoscritto ci viva nuovamente da oltre un ventennio.

* Musica: Astrachan’, Krasnodar, Adighezia, Volgograd, Mosca, Rostov sul Don, Calmucchia, Crimea, Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Vladimir.

December 31, 2024
 
Una truffa di un’agenzia che vende multiproprietà mette in difficoltà la coppia formata da Mauro, rozzo e burbero macellaio romano (Giorgio Gobbi), e Beate (Annalisa Favetti), la sua compagna russa. Arrivati su un’isola tropicale quasi deserta per la loro vacanza dei sogni, si ritrovano a condividere con un’altra coppia, formata dagli insegnanti Mino (Flavio De Paola) ed Elena (Serena Renzi), lo stesso appartamento fatiscente. 
L’isola è piuttosto selvaggia, i cellulari non sono utilizzabili e quindi è impossibile risolvere il problema con l’agenzia. Il personale del residence è composto esclusivamente dall’inserviente tuttofare Carlos (Ilario Crudetti), che di volta in volta si presenta anche nelle vesti di presunti fratelli gemelli buffissimi e marpioni che si improvvisano idraulico, postino, portiere, operaio… Carlos e fratelli parlano uno spagnolo discutibile inframmezzato da parole italiane, ed è convinto che i quattro si trovino sull’isola per praticare lo scambio di coppia. 
 
I nostri disgraziati vacanzieri sono bloccati su quest’isola dove manca tutto, e l’unico collegamento con la terraferma è una nave che salpa soltanto una volta alla settimana… Non gli rimane che condividere la penosa situazione in un esiguo spazio, cercando di andare d’accordo nonostante le diversità caratteriali e sociali che li dividono e che minano da subito la convivenza, creando una situazione per loro impossibile se non catastrofica ma divertentissima per il pubblico.
La pièce porta con sé il sapore della pura commedia all’italiana del passato, che non disdegna un’ironia più attuale. Nei personaggi si amalgamano stili diversi di recitazione e comicità: Giorgio, tronfio e verace romano senza peli sulla lingua, si fronteggia con Flavio, ponderato, educato e remissivo. I due stili si incontrano, si sfidano e poi si prendono per mano per tornare a fronteggiarsi provocatoriamente con il risultato di far ridere di cuore lo spettatore e dar vita ad una storia riuscita ed esilarante.
Non da meno sono le figure femminili: Serena è una virago inviperita per la superficialità del marito che l’ha trascinata in questa situazione. Risulta indifferente, coriacea, arrogante; lo schiaccia con la sua mascolina ed altèra personalità. Si trova a relazionarsi con la povera e sprovveduta Annalisa, immigrata dalla Russia e oppressa dall’invadente e inveterato maschilista compagno. 
Ilario è il jolly della situazione; istrionico, si inserisce quando meno lo si aspetta cambiando con estrema duttilità la sua veste e intervenendo sempre con una forte comicità. 
Tutte le battute che sentirete sono genuine e spontanee, altre sono provocatorie; sempre estremamente puntuali, contribuiscono alla riuscita di un testo divertente ed intelligente. Trovano posto anche riferimenti allo sfottò calcistico, alla vecchia politica e a quella attuale, in maniera neanche troppo velata. Non manca un’irritante critica ai diversi stili di vita, allo snobismo del ceto più elevato e colto e alla spontaneità delle figure più umili e meno istruite. Questi atteggiamenti, però, non sono stucchevoli ma espressi in chiave leggera e umoristica, talvolta satirica, alimentando il divertimento e la riflessione. 
La spontaneità dei personaggi e l’esagerata personalità dell’indigeno, sempre pronto a dileggiare i truffati turisti e furbescamente convinto di essere al cospetto di scambisti e pronto a sfilargli sonore mance per ogni piccolo servigio, si esprimono con tempi comici perfetti. 
 
Alla contrapposizione tra il colto e ingenuo Flavio e il furbo e gretto Giorgio, come tra la burbera ed insofferente Serena e la sottomessa donna oggetto Beate, si manifesta la critica alla discriminazione razziale e ai pregiudizi della cultura patriarcale e maschilista. Alla fine, le figure che dovrebbero prevalere vengono messe alla berlina, poste in secondo piano. Ma quando le instabili e vacillanti sicurezze sociali dei membri del gruppo crollano, avviene un vero e proprio incontro su quelle macerie emotive che porta ad un avvicinamento tra le diverse culture. I due mondi apparentemente incompatibili trovano un’inaspettata quanto riuscita soluzione pacifica che si traduce in una mutua convivenza fatta di dialogo, comprensione e accettazione fino a un sentimento di amicizia.
Frizzante e divertente commedia, dispensatrice di risate e spunti di riflessione.
 
 
Teatro degli Audaci
“Coppie in multiproprietà”
Con Flavio De Paola, Giorgio Gobbi, Annalisa Favetti, Serena Renzi, Ilario Crudetti
Scritto e diretto da Pino Ammendola
 
 
December 29, 2024

 

Da Mosca, Mark Bernardini. Centonovesimo notiziario settimanale di lunedì 30 dicembre 2024 degli italiani di Russia. Addio al 2³·11·23, benvenuto 3⁴·5². Buon ascolto e buona visione.

* Dalle risposte del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin alle domande del giornalista Pavel Zarubin, (20 dicembre 2024)

* Nei Paesi europei, i canali Telegram di RIA Novosti e Izvestija sono stati oscurati: non sono disponibili in Polonia, Belgio, Francia, Grecia, Repubblica Ceca e Italia, riferiscono i corrispondenti dell’agenzia.

* Il primo ministro slovacco Robert Fico ha dichiarato: “Ho parlato della disponibilità ad ospitare i negoziati sull’Ucraina in Slovacchia con il presidente russo Vladimir Putin, quindi accolgo con favore la sua reazione positiva. Sto perseguendo e perseguirò una politica estera slovacca sovrana, focalizzata su tutti e quattro gli angoli del mondo”, – ha detto Fico in un videomessaggio pubblicato venerdì sui social media.

* Aereo azero precipitato: i media ucraini attaccano la Russia

* 25 dicembre 1989: Nicolae Ceausescu e sua moglie Elena furono fucilati dai ribelli, dopo il colpo di Stato, sostenuto dall’Occidente. Mentre si recava all’esecuzione, Nicolae Ceausescu cantò “L’Internazionale”. Le sue ultime parole furono: “Lunga vita alla Repubblica Socialista di Romania, libera e indipendente! Abbasso i traditori!”

* Originaria dell’URSS con passaporto rumeno, ora presidente della Moldavia, Maia Sandu si è laureata all’Harvard Institute of Government John F. Kennedy a Cambridge negli Stati Uniti, era un economista presso l’ufficio della Banca Mondiale a Kišinëv, poi consigliere del direttore esecutivo della Banca Mondiale a Washington, DC, USA.

* Il gruppo bancario italiano Intesa Sanpaolo, uno dei più grandi gruppi bancari della zona euro, non accetterà più pagamenti in euro dalle banche russe, ad eccezione della propria filiale in Russia, Intesa.

* Questa settimana, una canzone che non conoscono manco qui in Russia. La cantano i lavoratori delle varie centrali nucleari sparse lungo gli undici fusi orari di questo Paese immenso. La parola d’ordine è: salvare la pace nel mondo, contro la guerra, per l’amore.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci nel 2025, sui miei canali!

December 29, 2024
 
Ogni anno questo bel gruppetto di simpatici attori ci delizia con una nuova divertente proposta. Debutta in prima assoluta, al Teatro  de Servi, la nuova commedia di Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi e Simone Giacinti.
Una storia in cui i protagonisti principali sono i sogni, la voglia di riscatto e l’amicizia, quella che nasce tra persone caratterialmente e socialmente diverse ma che condividono una stessa sorte.
Valeria è nei panni della delusa Stella, ragazza che sogna di lanciare una sua linea di moda ma che lavora in un negozio di abbigliamento come commessa. Walter (Maurizio) è invece un architetto sognatore, un bonaccione tenerone, licenziato ed arrestato dopo essere stato incastrato per un reato che non ha commesso. Ora vorrebbe aprire una società edilizia e dimenticare il passato.
 
Gianni (Simone) era una promessa del calcio, ma per un infortunio ha dovuto smettere di giocare, così ora lavora nel bar dello zio anche se vorrebbe diventare un talent scout o aprire un bar suo.
Bogdan (Alessandro) è un rom laureato in economia, costretto a rubare perché nessuno gli concede un’opportunità lavorativa. Sogna di lavorare in proprio come commercialista.
Tutti i protagonisti hanno in comune un passato ma anche un presente travagliato che gli impediscono di realizzare i propri sogni. Insomma, sono tutti insoddisfatti, sottopagati e sfruttati. Nonostante la frustrazione e i pochi soldi in tasca, ambiscono ad un riscatto personale ma non hanno i fondi necessari per raggiungerlo. 
I quattro, pur avendo in comune un destino simile, non si conoscono ma frequentano tutti lo stesso bar, dove finalmente una mattina a colazione si incontreranno grazie a un evento che potrebbe tramutarsi in tragedia e che, loro malgrado, li coinvolgerà tutti. Calmata la situazione, entrano in confidenza e scoprono di avere molto in comune. 
Tutti hanno un sogno da realizzare ma nessuno ha gli strumenti economici per concretizzarlo. Quando uno di loro ha un’idea: siccome a breve verrà esposto un quadro di un famoso artista, che sul mercato nero renderebbe un bel gruzzoletto, decidono di percorrere questa strada per realizzare le loro ambizioni. Certo, sono una banda sgangherata senza esperienza, dei sempliciotti un po’ imbranati ma anche molto motivati. Riusciranno nella loro impresa? Saranno baciati dalla fortuna? Cambieranno idea o rischieranno il tutto per tutto? Tra una risata e l’altra, tra gag e piccoli momenti di tensione e trovate esilaranti, scoprirete il destino del quartetto.
 
Quando si viene a vedere uno spettacolo proposto da questo gruppo artistico, si sa già a cosa si va incontro. Le loro commedie sono tutte tenere e divertenti, e i loro personaggi, oltre che a far ridere, mirano a toccare il cuore dello spettatore. Questo è il segreto delle loro proposte, che riescono sempre ad attirare nuovo pubblico e a riempire le sale. Ci si diverte, si riflette, si viene toccati nel profondo, a volte ci si riconosce nei personaggi e poi ci si alza sempre dalla poltrona con un sorriso, il cuore leggero e una sensazione di allegria che accompagna fino a casa.
Maurizio, Alessandro e Valeria lavorano spesso insieme, sono più che affiatati, e con loro troviamo spesso anche Simone, ormai diventato uno di casa. Insieme, con la loro personalità e sensibilità danno vita sempre a personaggi buffi, simpatici, un po' sfortunati ma anche profondamente umani, veri e soprattutto dolcissimi, come quelli che conosceremo stasera. I loro personaggi prendono vita non solo grazie alla loro grande comicità, ma anche a una evidente sensibilità che vuole valorizzare e riscattare quei caratteri strampalati e sfortunati dall’animo buono. È un loro modo di dare un’opportunità ai protagonisti, che rispecchiano le persone bistrattate dalla vita e dalla società, i deboli  schiacciati da eventi più grandi di loro che trovano però nel gruppo e poi nel loro intimo la voglia di reagire. 
Così Alessandro, Maurizio, Valeria e Simone gli danno un’ anima, li inventano, li creano, gli danno vita, parola, sentimenti, permettendogli di salire sul palco e farsi conoscere, apprezzare per quello che sono, per le debolezze che non nascondono e per  gli sforzi che sostengono  per sopravvivere e affermarsi o per trovare semplicemente un piccolo posto in una società che li ignora, abituata ad accettare stereotipi ben diversi come le persone affermate, sicure di sé, realizzate, oppure i furbetti e i prevaricatori che non mancano mai e calpestano i diritti dei più deboli. 
Alessandro stasera è esteticamente improponibile; è riuscito ad indossare una serie di tute da ginnastica una più brutta dell’altra, le peggiori che si possano trovare nei mercatini dell'usato, restituendoci un personaggio più che realistico. Si è fatto crescere la barba e i baffi e ha studiato movenze e modi di esprimersi tipici di un rumeno italianizzato. Ha inserito poi, nel suo lessico, parole storpiate che suscitano un grande divertimento nel pubblico. 
 
Maurizio porta sempre con sé quella personale comicità che lo caratterizza: introversa, mai eccessiva, oserei dire timida ed educata, che spesso non ha bisogno neanche di battute riuscite per divertire. Gli bastano la sua spontaneità, la semplicità e la tenerezza, quell’ aspetto un po’ sottomesso e riservato mai invadente che colpisce e fa ridere. 
Valeria questa sera mostra una sua comicità particolarmente esuberante ed aggressiva, sprizza energia ed allegria da tutti i pori e si impone attraverso un personaggio divertentemente prepotente e caotico. Strilla, salta, balla, lotta. Così facendo, impone il suo ruolo femminile e tiene testa ai tre maschi in scena pur rimando deliziosa e femminile, esaltando le doti di una donna che vuole reagire ed essere sé stessa.
Simone, con la sua vivace romanità, veste un personaggio inizialmente sottomesso ma che al momento giusto sa diventare brioso ed effervescente. Gioca da protagonista e da spalla a seconda dei momenti, sfoderando uscite ricche di comicità che colpiscono proprio perché inaspettate e nascoste dietro ad un’apparente rassegnazione caratteriale.
I nostri cambiano spesso costume e colorano le varie scene che si susseguono senza fine. Il bar è ben ricostruito dalla scenografia, azzeccata e sfiziosa la scelta delle musiche. Da sottolineare l'attento e riuscito uso delle luci, determinante nella maggior parte delle scene perché da una parte crea gli spazi giusti che esaltano ogni personaggio e situazione, dall’altra crea l'atmosfera ideale e suggestiva per la storia.
Uno spettacolo adatto a trascorrere una piacevole e spensierata serata.
 
 
Teatro de Servi
“Ci prendesse un colpo”
-La svolta della vita-
Di Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi, Simone Giacinti
Con Valeria Monetti, Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi, Simone Giacinti
Regia di Andrea Palotto
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