L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
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Da Mosca, Mark Bernardini. Centododicesimo notiziario settimanale di lunedì 20 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Questa settimana c’è stata una interessante conferenza stampa del ministro degli esteri russo Lavrov, è durata quasi tre ore, cercate la mia traduzione integrale sui miei canali.
* Commento di Marija Zacharova, portavoce del ministero degli esteri russo, sugli incendi di Los Angeles.
* Il 20 gennaio è la Festa della Repubblica in Crimea.
* Intervista di Russia 24 a Giorgio Verduci sull'automotive (in russo).
* Oltre le stelle. Un gruppo rock di Pietroburgo, che esisteva ormai da quasi trent’anni, Tequilajazzz. Purtroppo, con l’inizio del conflitto russo-ucraino il loro leader ha prontamente cambiato casacca e ha fatto il salto della cavallina, se n’è andato in Occidente. A noi piace ricordarlo com’era, non certo com’è diventato.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
Chateau Chenonseau |
La Loira, con un corso di 1.020 km, è il più lungo fiume francese. Il suo bacino è esteso per 117.000 Km² e occupa più di un quinto del territorio.
Il nome del fiume in latino è Liger tant’è che gli abitanti si chiamano ligeritains. Sin dai tempi antichi ha ricoperto il ruolo di importante asse di navigazione e di trasporto merci.
Ha le sue sorgenti a sud-est del Massiccio Centrale e precisamente dal monte Gerbier de Jonc. Siamo nel Vivarais ad una altezza di 1.408 m slm, là dove un cartello porta l’iscrizione :” Qui comincia la mia corsa verso l’Oceano”.
Perché “fiume di vino”?
Chateau Chenonseau |
Basta osservare il suo percorso lungo le regioni e i dipartimenti che attraversa dove la vite ne è testimonianza di questo appellativo.
AUVERGNE
L’Auvergne, il regno francese dell’acqua e del fuoco. Ampi pascoli e i fitti boschi che coprono i giganti addormentati costituiti da vulcani che disegnano l’orizzonte. Fonti termali, come Volvic e Vichy, regalano una rilassante palette cromatica. E il vino?
La denominazione si trova sul corso superiore del fiume ed è stata classificata come AOP nel 2009. I vigneti coprono 410 ettari di vigne in 53 comuni. Ci sono cinque sottozone, Boudes, Chanturgue, Châteaugay, Corent e Madargues. I vini rossi e rosati rappresentano due terzi della produzione e sono fatti principalmente di Gamay con proporzioni di Pinot Noir. I vini bianchi sono prodotti da Chardonnay.
Pouilly sur la loire |
BORGOGNA-FRANCA CONTEA
Il fiume inizia ad essere meno turbolento ed assume così la forma di “placido corso d’acqua” nel lungo percorso che lo porterà al grande estuario.
Lascia la regione Alvernia-Rodano-Alpi e lambisce la parte ovest della Borgogna-Franca Contea per iniziare quell’ansa che da fiume verticale lo conduce ad orizzontale. E proprio in quell’ansa troviamo il “favoloso mondo del Sauvignon Blanc”: Pouilly-sur-Loire (il
Chenin Blanc |
celeberrimo Pouilly-fumé) ad est nella Borgogna-Franca Contea e l’area ad ovest intorno alla città di Sancerre, già regione Centro-Valle della Loira.
CENTRO-VALLE della LOIRA
Benvenuti nella regione Centro-Valle della Loira, la Valle rinomata per i suoi Castelli e per città come Orleans e Tours. Qui regna indisturbato il Cabernet Franc. Cheverny, Touraine, Vouvray, Chinon le AOC più famose
PAESI della LOIRA
Foce della Loira |
La regione ultima. Da Samur ancora terra di rossi a Nantes nel bel mezzo dei vigneti di Muscadet, passando per il regno di sua maestà lo Chenin Blanc. Coteaux de Layon, les vins de Anjou e il mitico distretto di Savennières con i suoi vigneti simbolo: Coulée-de-Serrant e La Roche-aux-Moines .
Infine il distretto del MUSCADET. Diviso in tre denominazioni: Muscadet, vicino alla costa, Muscadet de Sèvre-et-Maine, dove si produce il miglior muscadet da abbinare alle ostriche della vicina Bretagna e Muscadet des Coteaux de la Loire posizionato più nell’interno.
Per onor del vero nella Loira si coltivano anche, in piccola parte, il Cabernet Sauvignon, Gamay , Pinot Nero e Grolleau. Quest’ultimo, autoctono della Loira costituisce la base per i vini rosati che troviamo nel distretto di Anjou.
“Nantes è l’ultima città prima dell’estuario della Loira, con il cuore e la storia in Bretagna e i piedi nel distretto della Loira Atlantica”.
Dal centro città, dove inizia l’estuario fino all’Oceano Atlantico ci sono 60 chilometri. Saint- Nazaire ultimo avamposto. I vigneti sono un ricordo. Il grande fiume, stanco del suo lungo cammino si lascia contaminare, a poco a poco, dalle acque salmastre marine.
L’edizione del trentennale del Premio Alghero donna ha avuto luogo, come da tradizione, presso il Teatro Civico di Alghero , sabato 18 gennaio alle ore 20,00, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Alghero, Assessorato alla Cultura e della Fondazione di Sardegna, con la collaborazione organizzativa dell’Associazione Orion, della FIDAPA sezione di Alghero e della Rete delle donne di Alghero APS.
L’edizione del trentennale coincide con l’Anno Giubilare, evento spirituale che coinvolge tutto il mondo. Per questo la Giuria del Premio Alghero donna, composta da: Antonio Casu, Presidente de ‘Il Cenacolo di Tommaso Mo ro’; Antonio Maria Masia, Presidente dell’’Associazione Il Gremio dei sardi’ di Roma; Massimo Milza, Segretario Generale dell’Associazione ‘Salpare’ ; Giuditta Sireus, Direttrice artistica ‘Club Jane Austen Sardegna’, ha assegnato la sezione ‘ Giornalismo’ a Vania De Luca, Caporedattore Vaticanista del Tg3 che nel 2016 è stata eletta presidente dell’UCSI (Unione cattolica stampa italiana), prima donna in quasi 60 anni di storia dell’Unione. La sezione Prosa è stata assegnata per il romanzo « Notte di vento che passa» (Mondadori), a Milena Agus, nata in Liguria da genitori sardi, tornata in Sardegna, ha insegnato a Cagliari dove vive; i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, ha al suo attivo molti premi tra cui nel 2007 è stata finalista al Premio Campiello.
Per il trentennale del Premio la Sezione Poesia si apre alla drammaturgia diventando sezione Arte-poesia con Ilaria Drago, scrittrice e attrice interprete di suoi testi volti a riscoprire il valore femminile da Simone Weil, a Margherita Porete, ad Antigone, a Circe che attualmente porta sui palcoscenici italiani.
Come sempre la serata, condotta da Neria De Giovanni, è stata arricchita dalla musica.
Si sono esibiti sul palco del Teatro civico: Inoria Bande –strumentista di organetto diatonico e cantante solista, unica nel suo genere, figlia del grande fisarmonicista folk Francesco Bande. Ha seguito fin dall'età di quattro anni le orme artistiche del padre. Appartiene ad una famiglia che vanta quattro generazioni di organettisti.
Antonello Colledanchise e Susanna Carboni duo, cari al pubblico per i testi in algherese scritti da Colledanchise valente poeta insignito di molti premi per la sua carriera di scrittore e cantautore. Il duo con Susanna Carboni portano i loro concerti in Italia e in Catalogna, con un repertorio unico di canzoni, arrangiate con il Cuatro Venezolano e il Clarinetto.
Da Mosca, Mark Bernardini. Centoundicesimo notiziario settimanale di lunedì 13 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Le feste sono quasi finite, il 14 gennaio si festeggia il Vecchio Anno Nuovo secondo il calendario giuliano, ma è solo un’ulteriore occasione per fare bisboccia. Stavolta parleremo molto di censura e di rapimenti in stile mafioso. Buon ascolto e buona visione.
* La parte russa sollecita la comunità internazionale a reagire immediatamente e con la massima serietà agli attacchi che il regime di Kiev continua a mettere in atto ai danni degli impianti russi per l’energia nucleare, imponendo a Kiev di smetterla di giocare con le vite di interi popoli e Paesi, sia in Europa che in altri continenti; vite che questo regime ormai impazzito è pronto a offrire in sacrificio alla propria politica criminale provocando una catastrofe nella nostra maggiore centrale nucleare, quella di Zaporož’e.
* Nella regione di Kupjansk, i paracadutisti ucraini hanno catturato il pizzaiolo italiano Gianni Cenni, lo ha riferito qualche giorno fa la pubblicazione Today.it.
* Che l’Ucraina non gradisca la diffusione in Italia del documentario “I bambini del Donbass” è piuttosto ovvio e logico. Ed il diritto di critica è assolutamente lecito. Non è invece affatto lecito che in una lettera indirizzata al sindaco del comune italiano di Resana e al presidente della regione Veneto, l’ambasciatore ucraino in Italia Jaroslav Mel’nik affermi che Vincenzo Lorusso, che avrebbe dovuto presentare il documentario, “è un sostenitore dell’aggressione russa e un attivo incitatore all’odio verso gli ucraini”. Inoltre, Mel’nik sostiene che Lorusso “si trovi costantemente nei territori temporaneamente occupati delle regioni di Doneck e Lugansk, da dove diffonde narrazioni propagandistiche russe e materiali informativi anti-ucraini nello spazio mediatico italiano tramite risorse informative online”.
* Da diversi giorni si discute del motivo per cui Donald Trump vorrebbe che la Groenlandia facesse parte degli Stati Uniti. Proviamo a capirne le ragioni.
* Una bellissima versione di “Bella Ciao” in italiano, russo, ceceno e cabardo. Per girare questo video, i ragazzi hanno scalato l’Elbrus, fino a un’altezza di 4500 metri. “E’ stata una sfida incredibile per tutti noi”, afferma il solista Astemir Apanasov, “si scopre che senza acclimatamento è impossibile stare a tale altitudine, e ancora di più ballare e cantare! Pensavamo di divertirci e basta, ma la mancanza di ossigeno, i pensieri ovattati e gli arti congelati si sono fatti sentire. Era difficile nasconderlo. Ma spero che questo non sia visibile nell’inquadratura. Tutti i ragazzi hanno dato il 100%, come se fosse l’ultimo giorno della loro vita!”.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
Il padel è uno sport particolarmente diffuso e conosciutissimo, allora perché non usarlo per raccontare una storia? Il Teatro Golden lascia spazio ad un vero e proprio campo da gioco in mezzo alla sala, con giocatori che scambiano qualche tiro inscenando una partita; è questo il pretesto per dare vita a una serie di dinamiche non solo plausibili, ma anche interpretate con molta naturalezza.
Dall’adolescente un po’ ribelle che parla con neologismi giovanili incomprensibili per gli adulti, ad una madre che improvvisamente si scopre più materna di quello che in realtà è, al marito bonaccione che a suo tempo ha lasciato la carriera da tennista per sposarla, fino all’amico anche lui tennista sfiorito che ormai si accontenta di fare l’allenatore e il preparatore atletico della ragazza alla quale è particolarmente affezionato e ricambiato.
Scritta e diretta dallo stesso Danilo De Sanctis, la commedia racconta le vicende di Luna (Angelica Pisilli) una giovane sportivamente dotata, la cui gioventù è sacrificata da pesanti rinunce al fine di realizzare il suo sogno: diventare una campionessa di tennis.
Un sogno che però sembra essere più la proiezione dei desideri di chi le sta intorno, di coloro che sono ancora adombrati dai loro fallimenti, dalle delusioni o da rinunce: il padre Giulio (Simone Montedoro) e il suo allenatore Armando (Danilo De Santis).
I due, oltre ad essere amici da sempre, hanno ancora in comune la forte passione per il tennis, quasi un’ossessione che investono sulla ragazza.
Luna sta per raggiungere un suo personale successo in questo campo, ma non sembra felice. Non si sente accettata né compresa dalla madre Mara (Roberta Mastromichele) che continua a trattarla come se fosse ancora una bambina piccola. Anche con il padre non ha il rapporto che vorrebbe, distratto dall’assillo di compensare con la figlia il suo mancato successo. È così concentrato su questo obbiettivo, come gli atri adulti, da tralasciare involontariamente di darle quelle amorevoli attenzioni che le mancano.
Nonostante le premesse, non siamo davanti ad un dramma teatrale, a una commedia divertente e piacevole intrisa di profonda dolcezza e da una dose di velato e appena percepibile dramma.
Una proposta, quella di Danilo, che vuole con simpatia criticare la diffusa tendenza di molti genitori ad usare come surrogato o come avatar i propri figli per raggiungere risultati e successi che non sono riusciti a perseguire, spesso senza chiedersi se quelli sono i desideri dei figli.
Non nascondo che inizialmente, prima che il vortice di riuscita comicità che riempie la proposta mi coinvolgesse, mi sono guardato intorno durante le scene incentrate sul rapporto tra figli e genitori, scrutando i volti del pubblico più maturo per carpire qualche smorfia di disappunto che rivelasse una proiezione di sé nei personaggi. Ho pensato a quante persone potessero riconoscersi nella vicenda che Danilo ha saputo proporre con eleganza ed ironia.
Danilo e il suo cast ci propongono una commedia dinamica e alquanto movimentata che si sviluppa in poco più di un’ora, ricca di vicende e di tante intense emozioni, in cui si affaccia con delicatezza e tatto un piccolo dramma familiare, presentato però con genuina schiettezza e in maniera piuttosto brillante con una bella dose di effervescente ironia e riuscita comicità, senza far mancare delle situazioni che hanno l’intento di stimolare lo spettatore ad una profonda riflessione.
La regia di Danilo è stata molto attenta ad esaltare le scene, che a volte si interrompono e riprendono accavallandosi elegantemente con altre per dare la sensazione che si svolgano contemporaneamente, in parallelo; momenti di confidenza, di scoramento, di rabbia o di allegria che si alternano incastrandosi in perfetta sincronia, danno un senso compiuto ma soprattutto di continuità alla storia. Tutto questo avviene su un bel gioco luci che permette di concentrare l’attenzione sulla scena in atto, lasciando le altre congelate in una suggestiva semioscurità.
Luna, promettente portento, è però troppo giovane per portare il peso della sua grande responsabilità, diventata un pesante fardello.
La brava e deliziosa Angelica ci presenta quest’adolescente schietta, sbarazzina, esuberante e assolutamente vera, un po’ ribelle e frustrata, e la impersona con molta naturalezza facendone spiccare il carattere, i modi, la gestualità e l’ espressività che esprimerebbe una qualsiasi ragazza della sua età, sfruttando efficacemente anche la sua fisicità.
Roberta è la tipica mamma ancora giovanile e piacente, un po’ stressata, scontrosa e forse anche un po’ scontenta della sua vita. Atletica ma negata per il padel, alterna la sua figura a tratti aggressiva e velenosa ad una più dolce, nella quale sembra quasi far fatica a riconoscersi. È in bilico in un piacevole e bilanciato ruolo di madre e di moglie; spontanea e istintiva.
Danilo veste invece i panni di un simpaticissimo e dolcissimo allenatore che ha sviluppato un bel rapporto con la ragazza ed i suoi genitori. È un single incallito, forse perché è un profondo mammone che vive ancora con la madre, che ancora gli prepara la borsa per gli allenamenti… con Simone sono una coppia perfetta in scena. Nonostante sia entrato nel cast poco prima dello spettacolo e abbia fatto una manciata di prove, si è subito affiatato con gli altri. La sua professionalità e bravura, la naturalezza con cui interpreta questo padre un po’ smarrito non hanno fatto trasparire neanche l’ombra di un’incertezza; tutt’altro, sviluppa ottimamente un personaggio piacevole, divertente e sensibile.
Lui e Danilo insieme sono perfettamente in sintonia: gag, battute, sfottò, scherzi… tutto è ineccepibile. Divertono, coinvolgono, appassionano ad una storia che alla fine svela anche dei retroscena inaspettati ed interessanti che insaporiscono la vicenda. Tutti i personaggi interagiscono con naturale disinvoltura, portando gli spettatori a vivere con loro quella partita di padel o a partecipare ai discorsi nello spogliatoio. Appassionano con le loro vivaci e sentite dinamiche e coinvolgono attraverso un testo scorrevole e ben scritto che riserva sorprese inaspettate lasciando in sospeso in attesa degli eventi.
Le reazioni dei coinvolti a questi piccoli colpi di scena hanno sempre un risvolto divertente che alleggerisce le situazioni, ma non tralasciano il lato profondamente umano che porterà, nell’epilogo, a fare i conti con i loro insoluti e non detti e paradossalmente a ricevere anche un’inaspettata lezione di morale proprio da chi avrebbero dovuto educare...
con Danilo Da Santis, Roberta Mastromichele, Simone Montedoro, Angelica Pisilli
scritto e diretto da Danilo De Santis
Vin de sable |
Il Ròdano, in francese Rhône, Ròse in occitano, Rhone o Rotten in tedesco, in latino Rhodanus è lungo 812 km, nasce in Svizzera dove scorre per i primi 267 km, per proseguire poi in Francia per altri 545 km fino a sfociare nel Mar
Vigneti e Rodano |
Mediterraneo. Ha una portata media annua presso la foce di 1820 m³/s e ricopre il ruolo di principale fiume di Francia per volume d'acqua.
Nasce in Svizzera dal ghiacciaio omonimo, la cui acqua si raccoglie in un laghetto a 2208 m di altitudine. Corre latitudinalmente da est verso ovest nell'alta vallata corrispondente al cantone svizzero del Vallese. La valle si restringe notevolmente in corrispondenza di Martigny e il corso del fiume vira in direzione nord prima di gettarsi nel lago Lemano (Lago di Ginevra).
Come emissario in corrispondenza della città di Ginevra entra in Francia proseguendo incassato per svariati km, ricevendo da destra il copioso apporto dell'Ain e giungendo in breve a Lione dove riceve le acque della Saona (oltre 470 m³/s), suo principale tributario di destra. Da qui, notevolmente arricchito d'acque, diventa navigabile.
Syrah |
Continua longitudinalmente, da nord verso sud, verso la foce a delta nel Mar Mediterraneo. Lungo questa seconda parte del percorso riceve da sinistra il grosso contributo (360 m³/s) dell'Isère. Proseguendo il fiume riceve svariati apporti che ne accrescono ulteriormente la già notevole portata.
Il fiume giunge alla fine del suo percorso gettandosi con l'ampio delta della Camargue nel mar Mediterraneo. Il bacino del fiume copre un'estensione totale di 95500 km². Nel delta, che inizia subito dopo la città di Arles, il corso del Rodano si divide in due rami, Grand Rhône e Petit Rhône.
Fin qui niente di particolare, cose risapute da tempo. La particolarità che ci interessa è che il Rodano, lungo l’intero percorso, svolge il ruolo di termo-regolatore di quell’effetto che passa sotto il nome di Hidro-clima, tanto desiderato dai vigneti che corrono lungo tutto il suo percorso.
Mappa del corso del fiume |
Valais (Svizzera)
Il Vallese è una delle sei regioni vinicole svizzere. I vigneti coprono 5.236 ettari. Sono caratterizzati da circa 60 varietà di uve diverse, per lo più autoctone, di cui solo quattro rappresentano quasi il 90% della superficie. Si tratta, per oltre la metà, di Fendant(Chasselas), Pinot Nero, Gamay e Silvaner.
Savoia
Distretto vinicolo attraversato, oltre che dal Rodano, dall’Isère e Ain suoi affluenti. Il Jongieux, Seyssel, Bugey con vitigni Mondeuse, Roussette, Chasselas, Molette
Ma è dopo aver ricevuto le acque della Saona a Lione che il Rodano aumenta la sua importanza viti-vinicola dando il proprio nome a distretti come Rodano settentrionale (La Côte du Rhône Nord) e Rodano Meridionale (La Côte du Rhône Sud). Inoltre diventa navigabile rappresentando una delle vie d’acqua più importanti francesi.
Rodano Settentrionale
Il regno incontrastato del vitigno Syrah. Nomi come Côte Rotie, Condrieu, St-Joseph, Hermitage, Crozer-Hermitage, Cornas, St-Péray parlano da soli e raccontano questo distretto unico.
Rodano Meridionale
Hermitage |
Con i distretti di Côtes du Vivarais, Coteaux du Tricastin, Rasteau, Gigondas, Vacqueyras, Côtes du Ventoux, Lirac, Tavel, Côtes du Luberon e naturalmente il più famoso Chateauneuf-du-Pape.
Vitigni bianchi Viognier, Marsanne, Roussanne, Clairette, Grenache Blanc, Pic-poul, Bourboulenc ed i neri Grenache noir, Morvedre, Muscardin, Vaccarèse, Counoise, Cinsault, Carignan, Terret Noir, Picardin e naturalmente Syrah
Delta del Rodano
Ad est lambisce la Provenza, ad ovest la Camargue. Vogliamo ricordare le vin de sable?
Rodano, fiume di Vino. Chapeau!
Da Mosca, Mark Bernardini. Centodecimo notiziario settimanale di lunedì 6 gennaio 2025 degli italiani di Russia. Buon Natale agli ortodossi osservanti il calendario giuliano, buona Epifania per i cattolici che seguono quello gregoriano. Per me, da buon ateo, è un’ulteriore occasione per fare bisboccia. Stavolta, inevitabilmente, parleremo molto di gas. Buon ascolto e buona visione.
* Ho tradotto l’intervento di Putin per Capodanno. Naturalmente, i detrattori hanno detto di tutto.
* Gli Stati Uniti hanno segretamente fornito armi di vario tipo all’Ucraina ancora nel 2021, ovvero prima dell’inizio dell’operazione militare russa. Le rivelazioni clamorose sono state fatte dal segretario di Stato uscente degli USA, Antony Blinken, in un’intervista al quotidiano “New York Times”.
* Kiev si è rifiutata di rinnovare gli accordi di transito siglati tra la società russa Gazprom e le ucraine “Naftogaz” e OGTSU (Operatore ucraino del sistema di trasporto del gas).
* Il 4 gennaio, a seguito di un attacco mirato di droni da parte di militanti del regime di Kiev, è morto il corrispondente freelance di Izvestija Martem’janov.
* E’ stato annullato l’evento promosso da un consigliere comunale di Arezzo (Michele Menchetti) che prevedeva l’utilizzo di una sala del Comune per la proiezione del documentario di Russia Today “Maidan, la strada verso la guerra” e successivo dibattito.
* Rivelazioni clamorose di una commissione d’inchiesta del Senato degli Stati Uniti: durante le indagini degli anni Novanta la banca svizzera “ha fatto di tutto per nascondere l’esistenza dei conti segreti, riconducibili a gerarchi del regime hitleriano”. Il denaro fu sequestrato durante l’Olocausto alle famiglie ebraiche in tutta l’Europa e depositato sui conti bancari cifrati nella Confederazione Elvetica.
* Dai media italiani si evince che in Russia l’economia è in crisi a causa dello stop dell’Ucraina al gas che costerà 5 miliardi all’anno, e che addirittura c’è un rischio di caos interno, anche se si ammette che le famiglie italiane rischiano di pagare 300 euro in più. Crisi economica in Russia, non pervenuta, nonostante il sottoscritto ci viva nuovamente da oltre un ventennio.
* Musica: Astrachan’, Krasnodar, Adighezia, Volgograd, Mosca, Rostov sul Don, Calmucchia, Crimea, Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Vladimir.
Da Mosca, Mark Bernardini. Centonovesimo notiziario settimanale di lunedì 30 dicembre 2024 degli italiani di Russia. Addio al 2³·11·23, benvenuto 3⁴·5². Buon ascolto e buona visione.
* Dalle risposte del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin alle domande del giornalista Pavel Zarubin, (20 dicembre 2024)
* Nei Paesi europei, i canali Telegram di RIA Novosti e Izvestija sono stati oscurati: non sono disponibili in Polonia, Belgio, Francia, Grecia, Repubblica Ceca e Italia, riferiscono i corrispondenti dell’agenzia.
* Il primo ministro slovacco Robert Fico ha dichiarato: “Ho parlato della disponibilità ad ospitare i negoziati sull’Ucraina in Slovacchia con il presidente russo Vladimir Putin, quindi accolgo con favore la sua reazione positiva. Sto perseguendo e perseguirò una politica estera slovacca sovrana, focalizzata su tutti e quattro gli angoli del mondo”, – ha detto Fico in un videomessaggio pubblicato venerdì sui social media.
* Aereo azero precipitato: i media ucraini attaccano la Russia
* 25 dicembre 1989: Nicolae Ceausescu e sua moglie Elena furono fucilati dai ribelli, dopo il colpo di Stato, sostenuto dall’Occidente. Mentre si recava all’esecuzione, Nicolae Ceausescu cantò “L’Internazionale”. Le sue ultime parole furono: “Lunga vita alla Repubblica Socialista di Romania, libera e indipendente! Abbasso i traditori!”
* Originaria dell’URSS con passaporto rumeno, ora presidente della Moldavia, Maia Sandu si è laureata all’Harvard Institute of Government John F. Kennedy a Cambridge negli Stati Uniti, era un economista presso l’ufficio della Banca Mondiale a Kišinëv, poi consigliere del direttore esecutivo della Banca Mondiale a Washington, DC, USA.
* Il gruppo bancario italiano Intesa Sanpaolo, uno dei più grandi gruppi bancari della zona euro, non accetterà più pagamenti in euro dalle banche russe, ad eccezione della propria filiale in Russia, Intesa.
* Questa settimana, una canzone che non conoscono manco qui in Russia. La cantano i lavoratori delle varie centrali nucleari sparse lungo gli undici fusi orari di questo Paese immenso. La parola d’ordine è: salvare la pace nel mondo, contro la guerra, per l’amore.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci nel 2025, sui miei canali!
Davvero un momento alquanto delicato per i cinefili di orientamento piagnon-pessimistico-cinico-catastrofistico …
E sì, perché nelle italiche sale cinematografiche si aggirano due terribili film in cui, in maniera insolitamente e straordinariamente felice, non muore (quasi) nessuno; dove non si assiste a tarantineggianti cascate di sangue, con relativo contorno di frattaglie e materia cerebrale; dove la gente è in grado di aiutarsi, di abbracciarsi, di pensare alla vita degli altri, soprattutto di quelli che stanno peggio; dove le persone sanno godere dello starsi accanto, dello starsi vicine nell’affrontare i tanti guai della vita, dell’inventarsi strade e ponti per andare oltre gli immancabili momentacci, tenendosi per mano e procedendo, piangendo e ridendo, insieme; dove quelli che sembrano cattivi sanno scoprire, dentro di sé, insperati raggi di luce, e aprirsi ad un nuovo cammino; dove chi si odiava riesce a farsi conquistare dal piacere della condivisione e dello scambio solidale; dove, messe da parte le gabbie egocentriche dell’ “uomo lupo all’uomo”, l’umanità sa farsi empatica famiglia; dove le ostilità e i conflitti possono essere benedetti da generosi brindisi di ironia; dove, soprattutto, il dolore, la solitudine, l’odio, la rabbia e la vendetta non appaiono invulnerabili trionfatori della storia e unici itinerari percorribili del destino comune.
Quindi, se tutto questo vi appare un insopportabilissimo guazzabuglio di buonismo melenso ed ingenuo, nonché di irrealistico moralismo, evitate attentamente:
Diamanti di Ozpetek (una ludica sinfonia di affetti)
e Napoli-New York di Salvatores (un poeticissimo sogno di fiabesca allegria).
Vi potrebbero persuadere (chissà!) che, in questo triste mondo, nonostante tutto, c’è ancora posto per quella strana cosa che chiamiamo
il BENE!
Da Mosca, Mark Bernardini. Centottesimo notiziario settimanale di lunedì 23 dicembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Dall’articolo di Dmitrij Medvedev, Vice Presidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, pubblicato sulla rivista russa di geopolitica “Meždunarodnaja Žizn’”. (13 dicembre 2024)
* Il 17 dicembre, a New York, durante i lavori della 79a sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, su iniziativa della Federazione Russa è stata adottata la risoluzione “Lotta all’esaltazione del nazismo, al neonazismo e ad altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza ad essi legata”.
* La notizia dell’assassinio del tenente generale Igor’ Kirillov, a capo del Dipartimento di Difesa dalle armi radioattive, chimiche e biologiche delle Forze Armate della Federazione Russa, ha occupato le prime pagine dei maggiori giornali italiani, ma né le autorità italiane né i media locali hanno assunto una posizione di condanna. Si è preferito ignorare i segnali del terrorismo nelle azioni dei servizi speciali di Kiev.
* Ho tradotto la parte internazionale della conferenza stampa di fino anno del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin del 19 dicembre 2024. E’ durata quattro ore e mezza, io così l’ho ridotta a mezzora, due milioni e mezzo di domande. Putin ha risposto a 76 domande raggruppate tramite l’intelligenza artificiale. Cercate la mia traduzione nei miei canali e nei vari social network.
* Nei vari social, il 12 marzo 2022 vi avevo parlato di una stazione radio. Ne feci un articolo proprio in questo notiziario il 9 settembre 2024, il N°94. Si chiama UVB-76, Žužžalka, non voglio ripetermi, sintetizzo.
* Quasi in coincidenza con la conferenza di Putin di fine anno, la stazione si è rifatta viva, trasmettendo brani dal “Lago dei cigni” di Čajkovskij, l’inno dell’Unione Sovietica (attenzione: proprio dell’Unione Sovietica, non della Federazione Russa, la musica è la stessa, ma le parole cambiano un po’) e la canzone “Ja russkij” (“Io sono russo”) del cantautore Jaroslav Dronov, in arte Shaman, di cui vi avevo parlato nel notiziario svariate volte.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
https://rutube.ru/video/0ec2e71e851f8ee75520a640e9e3ae20
Arte allo stato puro l’altra sera al “Piccolo teatro San Paolo” a Roma. Il genio di Antonella Pagano ha colpito ancora nel segno e ha mostrato la vera arte in cui il nostro Paese primeggia nel mondo. Fantastica realtà o realtà fantastica, come ha amato definire l’autrice la sua opera, ode alla letteratura. Sincronia, armonia, di un dolce canto che scaturisce dal profondo del nostro cuore, ci conduce per mano in un mondo quasi onirico in cui l’uomo riscopre la sua bellezza, la sua luce, il suo armonico con il tutto, la Pagano riesce a farci sognare ad occhi aperti.
L’opera è di grande attualità, visti i tempi drammatici in cui gran parte dell’umanità vive. La bravissima Antonella Pagano, scrittrice-drammaturga, e Bruce Payne (Raimondin), superstar inglese e internazionale, propongono agli spettatori la metafora di Melusìne e Raimondin. Alla forza bruta, all’ignoranza, all’odio, alla paura, all’oscurantismo culturale, alla violenza generale, in cui un grande fratello’ utilizza paura e odio per mantenere il controllo sulle popolazioni, Antonella Pagano (Melusìne) si oppone ricorrendo alle potenti arti magiche femminili e con la bellezza in tutti i suoi attributi riesce a trasformare il vile metallo in oro.
Melusìne è una figura affascinante e misteriosa che affonda le sue radici nel folklore europeo, viene considerata l'antenata mitica della casata dei Lusignano, una delle famiglie nobili più importanti d'Europa. Si ritiene che la leggenda di Melusìne sia legata alle antiche credenze in esseri femminili legati all'acqua e alla natura, dotati di poteri curativi e profetici, che sia una fata bellissima e potente. La sua figura continua a esercitare un grande fascino, invitandoci a riflettere sulla natura umana e sul rapporto tra l'uomo e il soprannaturale.
Rappresenta la dualità tra il mondo umano e quello soprannaturale, tra bellezza e mistero, tra amore e dolore. La sua figura è spesso associata alla fertilità e alla prosperità, grazie ai suoi poteri magici e alla sua discendenza numerosa. E’ un simbolo del potere femminile, spesso represso e temuto in una società dominata dagli uomini.
Raimondin incontra Melusìne in circostanze fortunate, spesso legate a un evento tragico o a una necessità urgente e la fata lo affascina con la sua bellezza e i suoi poteri magici fin tanto che decide di sposarla, nonostante la sua natura soprannaturale.
Altri interpreti di altrettanto talento che si aggiungono alla Melusìne narrante (Antonella Pagano) e a Raimondin: Monica Marziota, Jaquelina Barra, Claudia Pompili. Le musiche della Pagano sono arrangiate dal Maestro Daniela Brandi. le voci di Flavja Matmuja e Valdrin Gaashi. I costumi di VerbaVeste. Un cast di artisti internazionale capace di dialogare oltre i confini, con l’umanità.