
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Roberta Skerl riesce a scrivere un testo drammatico in cui ricrea magistralmente le stesse dinamiche di una famiglia che sembra presa dall'estrema periferia di Roma e trasportata sul palco.
Propone un dramma intenso, una sorta di versione pasoliniana moderna, che racconta una storia non diversa da quella di molte famiglie nascoste dietro le mura di una casa popolare.
Sfortuna, malattia, difficoltà economiche, incomprensione e solitudine portano allo svilimento questi esseri umani, che abbandonano ogni speranza o sogno e si lasciano andare ad una apatia mentale che finisce per annichilirli, oppressi da una realtà che li priva di ogni iniziativa atta a migliorare la propria esistenza.
Quello che viene portato sul palco, e che funziona così bene, è questa realtà triste, disperata, dura, espressa da un’efficace, continua e monotona tristezza che spegne i protagonisti, che sopravvivono come naufraghi in balia delle proprie sventure, avvelenandosi mentre si cibano di rabbia, dolore e rassegnazione.
Sono anime perse che come mosche imprigionate in una stanza, sbattono contro il vetro dell’indifferente destino.
Serena e Mirko sono due fratelli interpretati da Francesca Bruni Ercole e Gabriel Durastanti. Entrambi hanno sulle spalle il peso di una famiglia al limite e il fardello di un destino avverso. Lei, dopo aver vissuto un’esperienza tremenda, vive abbandonandosi agli eccessi alimentari, apatica e sempre e sdraiata su un divano. Oggi si direbbe che risponde ai canoni di una hikikomori. Non si prende cura di sé, non esce di casa, non parla con i familiari. Tristemente ipnotizzata davanti alla tv, segue il programma di un sedicente medico, il dottor Soltz, una figura più vicina ad un imbonitore televisivo, una sorta di motivatore truffatore interpretato da Pietro Becattini. Nelle sue trasmissioni vorrebbe convincere con il motto ridondante “Belive It!” (Credici!) che basta credere in qualcosa ardentemente perché si concretizzi. In realtà non sarebbe un consiglio erroneo, ma gli atteggiamenti e la personalità dell’uomo lasciano perplessi sul suo vero scopo.
Serena è l’immagine della dolcezza. Seppur non proferisca parola per tutto lo spettacolo, parla con gli occhi e con le sue espressioni tristi. Spenta e apparentemente vuota, sembra un cristallo incrinato pronto a frantumarsi, si direbbe che viva in un mondo parallelo dove niente sembra sfiorarlo, neppure i consigli del dottore.
Anche il fratello, dietro l’atteggiamento scostante e duro, nasconde un trauma che ha rovinato lui ma ha trascinato anche la famiglia in una situazione drammatica. Con il suo migliore amico Tullio (Francesco Stella) tenta di dare una svolta alla sua vita, ma peggiora le cose scivolando con i suoi cari nel baratro.
Tullio si porta dietro una serie di drammi e fallimenti che condizionano lui e chi gli sta intorno. Seppur poco gradito, è diventato quasi un figlio adottivo della famiglia, con cui ha in comune la stessa sorte.
Lorenza Guerrieri è Elvira, una nonna dal cuore grande, amabile, acciaccata dagli anni e dalla vita difficile. Una bella figura, direi stupenda, profonda e sensibile, che cerca inutilmente di essere l’ago della bilancia nelle controversie e dispute familiari e riesce sempre a mettere una buona parola.
Alessandro Salvatori e Veronica Milaneschi sono Elia e Sara, una coppia che vive il peso di un grande senso di colpa. Lui, malato e disoccupato, è ormai mantenuto dalla povera moglie che si distrugge di lavoro. Insieme sono qualcosa di tragicamente sublime, il dramma fatto persona. Le loro dinamiche lasciano ammutoliti, guardandoli si sente un grosso peso sullo stomaco e ci si sente a disagio.
La storia è bella, intensa, pesante e opprimente, e di tanto in tanto si intravede un flebile bagliore, una speranza, forse avvertito più dallo spettatore che dai protagonisti. Si spera che accada qualcosa di positivo a cambiare le sorti di questa sventurata famiglia.
Ad intermittenza riappare la figura del dottor Soltz che spezza e allevia il dramma, o almeno ci prova. Non mancano momenti ironici che strappano qualche risata, come le battute ed esternazioni molto spontanee che sentiremmo nella vita reale e che danno respiro al dramma, fino all’epilogo intelligente, che non so se possa definirsi lieto fine tanto è realistico e vero.
Tirando le somme, “Belive It!” è una tragi-commedia che parla di sogni infranti e irrealizzati, di speranze soffocate, di vita vera ed immaginata.
Il cast
La coppia Veronica Alessandro è straordinaria, per quanto terribilmente drammatica. Sono intensi, dolci, romantici, profondi ed angoscianti. Commuovono e colpiscono.
Bellissima la figura della nonna interpretata da Lorenza, i cui atteggiamenti, movenze e la voce roca fanno venire i brividi, così come l'intensità dei sentimenti che mostra quasi in punta dei piedi. La sua presenza è fondamentale anche quando si pone al margine di una situazione. Dona completezza grazie alla sua forte presenza scenica.
Serena, nonostante possa sembrare un soprammobile, è viva e ricca di espressività. La sua non presenza diviene ingombrante quanto un macigno, così come i suoi non detti, che sembrano riuscire a parlare pur senza proferire parola. Deliziosa.
Gabriel e Francesco interpretano in modo realistico le loro dinamiche accese e penetranti, come i loro toccanti sfoghi.
Pietro sembra un piccolo diavoletto, una figura buffa ma anche perversa e fastidiosa. Spezza le scene con i suoi interventi inducendo la riflessione su quanto alcune figure televisive siano dannose per le menti fragili. Istrionico.
Infine la dolcissima Francesca, che farà un'apparizione fugace sul finale come speaker per dare una notizia che chiuderà la storia, rubando un liberatorio sorriso finale.
Una bella e drammatica storia interpretata da un cast che ha saputo donare la giusta intensità e lasciare lo spettatore sulle spine fino all’ultimo.
Teatro 7 “Belive It!” -Credici-
Di Roberta Skerl Regia di Vanessa Gasbarri
Con Alessandro Salvatori, Veronica Milaneschi Pietro Becattini, Francesca Bruni Ercole, Gabriel Durastanti, Francesco Stella e Lorenza Guerrieri
Aiuto Regia Maria Francesca Galasso, Musiche Momo
VIDEO
Da Mosca, Mark Bernardini. Centodiciannovesimo notiziario settimanale di lunedì 10 marzo 2025 degli italiani di Russia. A Mosca fa inusualmente caldo, più dodici, che, a fronte dei più venti a Roma, è davvero tanto, considerando che siamo più o meno alla latitudine di Copenaghen, o di Edimburgo. Buon ascolto e buona visione.
* Alcuni passaggi tratti dall’intervista della holding mediatica “Krasnaja zvezda” a Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, 2 marzo 2025.
* Mia intervista al portale 360 del 5 marzo 2025.
* Dall'intervista a Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, a Visione TV (3 marzo 2025)
* Dalla Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in merito alle affermazioni del Presidente della Francia Emmanuel Macron
* Commento dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia nell'ambito dei piani di Francia e Regno Unito di dispiegare sul territorio ucraino le cosiddette “forze di pace”.
* Dalle risposte di Aleksej Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, alle domande del “Corriere della Sera”, 7 marzo 2025
* Mia intervista a Cusano Radio del 5 marzo 2025
* Un po’ in ritardo, ma buon anno, è troppo carina, un inno alla vita!
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
https://rutube.ru/video/c3fa9367641921f5b2d64728a71415ae
Data e luogo annunciati in modo entusiasta. Ma non poteva essere diversamente per un beniamino della città e poi dell’Italia. Il 19 marzo in Piazza del Gesù a Napoli ci sarà il grande concerto in onore di Pino Daniele, a dieci anni dalla morte. Un concerto evento che ricorda l’artista, il “mascalzone latino”, dalle mille sfumature musicali, che riunirà nella piazza della sua giovinezza, artisti conosciuti in tutto il mondo. Nomi come Tullio De Piscopo, Mario Biondi, Antonio Annona, Tony Cercola, Enzo Gragnaniello, Michele Zarrillo, 99 Posse si esibiranno per celebrare uno di loro, apprezzato in decine di concerti e autore di 21 Cd. Il concerto è parte del progetto “Je Sto Vicino a Te Forever”, ideato e curato da Nello Daniele, fratello di Pino. La serata è stata presentata dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che promuovono l’evento insieme a sponsor tecnici. La Rai riprenderà l’evento e lo trasmetterà successivamente. Pino Daniele evoca passioni, sentimenti, storia, legati fortemente alla sua città.
La sua forza artistica, ancora a dieci anni dalla morte, è richiamo per aziende e sponsor che condividono scelte economiche per la città. E' un bene. La SumUp, per esempio, società attiva nel settore dei pagamenti digitali, è main sponsor del progetto “Je Sto Vicino a Te Forever”. Napoli è sicuramente una piazza dove le opportunità per le piccole industrie hanno bisogno di sostegno. Il panorama è fatto di piccole e grandi attività che si stanno digitalizzando e molte altre si stanno sviluppando. Gli eventi pubblici sono la proiezione di interessi commerciali, apprezzati. “Per noi supportare l’imprenditoria locale significa essere vicini all’identità e ai valori di un territorio – spiega Umberto Zola, Responsabile Online Sales di SumUp”. “L’omaggio musicale a Pino Daniele, uno dei più grandi cantautori partenopei, è utile per consolidare il legame con la comunità locale".
Il concerto è stato presentato come un ritorno simbolico alle radici dell’arte di Pino Daniele. Un’arte ispirata dal quotidiano, dalla ricchezza di una città che anche nei momenti difficili sa trovare dentro le energie per non soggiacere. Pino Daniele l’ha indagata in silenzio per trascriverne luci e ombre in canzoni che hanno conquistato milioni di fan. Una grande parte è già pronta per il 19 marzo. Se lo Aspettavano
Data e luogo annunciati in modo entusiasta. Ma non poteva essere diversamente per un beniamino della città e poi dell’Italia. Il 19 marzo in Piazza del Gesù a Napoli ci sarà il grande concerto in onore di Pino Daniele, a dieci anni dalla morte. Un concerto evento che ricorda l’artista, il “mascalzone latino”, dalle mille sfumature musicali, che riunirà nella piazza della sua giovinezza, artisti conosciuti in tutto il mondo. Nomi come Tullio De Piscopo, Mario Biondi, Antonio Annona, Tony Cercola, Enzo Gragnaniello, Michele Zarrillo, 99 Posse si esibiranno per celebrare uno di loro, apprezzato in decine di concerti e autore di 21 Cd. Il concerto è parte del progetto “Je Sto Vicino a Te Forever”, ideato e curato da Nello Daniele, fratello di Pino. La serata è stata presentata dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che promuovono l’evento insieme a sponsor tecnici. La Rai riprenderà l’evento e lo trasmetterà successivamente. Pino Daniele evoca passioni, sentimenti, storia, legati fortemente alla sua città.
La sua forza artistica, ancora a dieci anni dalla morte, è richiamo per aziende e sponsor che condividono scelte economiche per la città. E' un bene. La SumUp, per esempio, società attiva nel settore dei pagamenti digitali, è main sponsor del progetto “Je Sto Vicino a Te Forever”. Napoli è sicuramente una piazza dove le opportunità per le piccole industrie hanno bisogno di sostegno. Il panorama è fatto di piccole e grandi attività che si stanno digitalizzando e molte altre si stanno sviluppando. Gli eventi pubblici sono la proiezione di interessi commerciali, apprezzati. “Per noi supportare l’imprenditoria locale significa essere vicini all’identità e ai valori di un territorio – spiega Umberto Zola, Responsabile Online Sales di SumUp”. “L’omaggio musicale a Pino Daniele, uno dei più grandi cantautori partenopei, è utile per consolidare il legame con la comunità locale".
Il concerto è stato presentato come un ritorno simbolico alle radici dell’arte di Pino Daniele. Un’arte ispirata dal quotidiano, dalla ricchezza di una città che anche nei momenti difficili sa trovare dentro le energie per non soggiacere. Pino Daniele l’ha indagata in silenzio per trascriverne luci e ombre in canzoni che hanno conquistato milioni di fan. Una grande parte è già pronta per il 19 marzo. Se lo Aspettavano
![]() |
Lorraine |
C’era una volta la Regione Champagne, poi accorpata a le Ardenne, trasformata in Champagne-Ardenne. Nel 2016 la Grande riforma regionale francese. La Champagne, le Ardenne, l’Alsazia e la Lorena confluiscono in quella denominata GRAND EST con capoluogo regionale Strasburgo.
I territori vitati che fine hanno fatto?
- Il dipartimento della Champagne (così si chiama adesso) è rimasto nei confini precedenti sempre tutelato dalle leggi che non cambiano dal 2011;
- Il dipartimento dell’Alsazia stessa soluzione con i suoi spumanti classificati Cremant d’Alsace;
e la Lorena dove da diversi anni abbiamo la presenza di viticoltori spumantisti?
![]() |
Perlage lorraine |
Ecco arrivare in soccorso alle legittime richieste di una cantina sociale, alcuni negociant e 44 produttori la Commissione Europea approvando una nuova IGP, l’IGP LORRAINE.
Cinquantuno (51) ettari vitati interamente dedicati alla spumantizzazione così ripartiti:
- 75% spumanti bianchi;
- 5% spumanti rosé;
- 5% spumanti rossi.
Altri dati significativi: 23.500 km², 3 dipartimenti (Meurthe-et-Moselle, della Moselle e della Meuse).
I vitigni ammessi sono in totale 17. Le uve bianche consentite includono chardonnay, pinot bianco, riesling, aubin, auxerrois, müller-thurgau, johanniter, muscaris e solaris. Le uve rosse consentite invece includono pinot noir, gamay, meunier, cabernet cortis, gamaret e pinotin. Altri vitigni ammessi sono il pinot Grigio e il souvignier gris, e l'unica condizione è che il riesling non possa costituire più del 30 per cento del prodotto finale.
Inoltre gli spumanti devono essere prodotti con il metodo tradizionale della rifermentazione in bottiglia con un minimo di nove (9) mesi di permanenza sui lieviti.
![]() |
Marchio IGP Lorraine |
Lo sapevate che nel XIX secolo nella Lorena si producevano già vini spumanti? I produttori si stabilirono nella Mosella nel 1870 per commercializzare vini spumanti per il mercato tedesco. Durante l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, diversi produttori presentarono i loro spumanti.
All'inizio del XX secolo i conflitti armati, significativi in questa regione, danneggiarono profondamente i vigneti. Rimasero allora solo pochi nuclei, nei dipartimenti di Meurthe-et-Moselle, Mosa e Mosella.
Il territorio vinicolo è piuttosto sparpagliato e gode di un clima molto rigido. Nondimeno l’assenza di montagne agevola la maturazione delle uve dovuta all’irraggiamento solare e al drenaggio dei terreni.
La situazione viticola presenta alcuni apprezzamenti curiosamente isolati come i vigneti persi nel mezzo della pianura cerealicola.
Non resta che assaggiare i nuovi IGP Lorraine e prometto che lo farò presto. Chapeau!
Moda, arte, pittura teatro all'insegna della bellezza. L’Associazione Culturale Note Musicali, con il patrocinio della Regione Lazio hanno presentato a
Roma lo scorso 22 febbraio presso Palazzo WE GIL a Trastevere “L’Arte si fa Bella” con Donna Serena Pizzo e Raffaele De Bartolomeis, un progetto culturale che rappresenta in pieno i valori espressi dall’Artista internazionale Donna Serena Pizzo, dal momento che si sono fuse in un evento unico nel suo genere tante Arti (moda, pittura, teatro) in uno spettacolo che ha visto protagoniste eccellenze di tutte le età unite dal bisogno di riscoprire la bellezza dell’umanità attraverso l’Arte quale espressione dell’essenza dell’uomo.
Il pubblico è stato rapito da un’ondata di colori e di passione in una visione avanguardista dell’Artista, la quale ha condotto il pubblico in un viaggio intimistico, dal Primitivismo giungendo poi, sino alle più recenti Pop Art, con influenze di tinta londinese vicine alla più recente Street- Art al fine di arrivare idealmente in un posto magico dove veramente “L’Arte Veste la Moda!”.
In questo evento si sono fuse più Arti seguendo lo spririto accennato, sempre al fine di ricercare la bellezza nelle capacità umane, fonte costante di ispirazione per una vita migliore e più qualificante.
Dopo i saluti dell’Assessore della Regione Lazio alla mobilità, trasporti, Tutela del Territorio, Ciclo dei Rifiuti, Demanio e Patrimonio Dott. Fabrizio Ghera, gli ospiti hanno potuto assistere al
- Vernissage dal Titolo “Emozioni Surreali” con Opere della Pittrice Internazionale Surrealista Serena Pizzo, accompagnata da sfilata anche di abiti dipinti con commento dei critici d’arte Maestro Mario Salvo ed il Principe Alfio Borghese;
A fine sfilata brindisi con gli ospiti di donna Serena Pizzo, le Modelle della M.G. Eventi di Massimiliano Spinella e tutti i protagonisti. Buffet conclusivo ispirato sempre ad una interazione positiva e concludente.
![]() |
VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE |
Da Mosca, Mark Bernardini. Centodiciassettesimo notiziario settimanale di lunedì 24 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Servizio di Asja Emel’janova, giornalista di “Russia-1”, dedicato ai Consoli onorari della Federazione Russa in Italia.
* Questa settimana, sono stato particolarmente prolifico nelle interviste ai media russi. D’altro canto, me lo chiedono loro. Mia intervista a Car’grad del 17 febbraio 2025.
* Mia intervista al canale TV 360 del 19 febbraio 2025.
* Mia intervista a Cusano Radio del 20 febbraio 2025 sui pensionati italiani in Russia.
* Mia intervista ad Argumenty i Fakty del 21 febbraio 2025.
* Cito molto raramente Marco Travaglio, stavolta è inevitabile.
* Su Giuseppe Conte ho innumerevoli ed immense riserve, e però è necessario citare pure lui.
* Il corrispondente da Lugansk di International Reporters e autore del canale telegram Donbass Italia, Vincenzo Lorusso, ha incontrato la portavoce del ministero degli esteri della Federazione Russa Marija Zacharova.
* “Il volo del calabrone” è un brano dal terzo atto dell’opera “La fiaba dello zar Saltan”, composta tra il 1899 e il 1900 da Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov. In questa scena, il protagonista Gvidon si trasforma in un insetto.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
https://rutube.ru/video/58366359d502a2e4550e416cbfb916fd/
RUTUBE (https://rutube.ru/video/58366359d502a2e4550e416cbfb916fd/)
Da un nostro connazionale che risiede in Russia riceviamo la seguente lettera che condividiamo e volentieri pubblichiamo. Per motivi di opportunità tralasciamo nome e cognome del firmatario.
"Egr. Dott. Virgilio Violo, spett. redazione,
scrivo perché sono anche io basito dalle irresponsabili, oltre che false, dichiarazioni del sig. Mattarella. E tristemente impressionate sono tutte le persone, sia in Italia, che all'estero, con cui ho avuto modo di parlare.
Sono sposato ormai da venti anni con una signora russa, di S. Pietroburgo, ed abbiamo una figlia di 16 anni. Io sono andato in pensione due anni fa, e ci siamo immediatamente trasferiti dall'Italia in Russia. Le motivazioni sarebbero degne di qualche riflessione, ma non è questo ora il motivo della mia lettera. Voglio solo aggiungere un punto che non ho sentito da nessuno: il sig. Mattarella, che non mi ha mai rappresentato, si rende conto della situazione in cui ha messo migliaia e migliaia di Italiani che vivono all'estero? Impossibile per ovvi motivi rispondere NO. E allora, se si rende conto di questo, con quale coraggio o diritto si permette di raccontare al mondo intero simili offensive bugie/baggianate? Dove pensava di essere mentre parlava ad una platea universitaria, fra "quattro amici al bar"? Noi siamo fortunati, probabilmente, dal momento che il popolo russo è molto, molto intelligente oltre che comprensivo! Sono un popolo serio. Sono un popolo. Gli italiani amano il popolo russo, ed i Russi ADORANO gli italiani e l'Italia! Persone adulte che senza alcuna necessità studiano nel tempo libero la (difficilissima) lingua italiana, frequentano circoli letterari dove si trattano romanzi di scrittori italiani, (in qualche occasione sono stato chiamato anche io a tenere qualche lezione in lingua italiana), negozi, locali, strade e piazze con nomi italiani o di italiani, o che richiamano l'Italia, e tanto altro ancora.
Quando giro per le strade di S. Pietroburgo, le persone che mi sentono parlare in lingua italiana, mi fermano continuamente, dicono qualche parola in italiano, mi dicono di essere stati, o di voler venire in visita in Italia! Mi fanno i nomi di luoghi, città... commovente! Non ho MAI percepito un sentimento di amore così forte, diffuso, concreto, vero, condiviso e spontaneo quale quello del popolo russo per gli italiani e l' Italia! Come calpestare tutto questo? Perchè? Per dei "giochi politici/economici di potere" che non riguardano in alcun modo gli italiani? Come questo signore, che evidentemente non conosce la storia recente dell' Italia, ma messo lì da qualcuno nella carica più alta e rappresentativa del nostro bel paese, si può lasciare andare ad espressioni così triviali, false, volgari, offensive dei vivi e di ventotto milioni di morti? In nome di chi? Non in mio nome! E certamente non in nome di tanti, tanti italiani! Sig. Mattarella, si rende conto in quale situazione ha messo migliaia e migliaia di italiani che vivono all'estero? (a parte naturalmente la sua figura mondiale di palta...) Ci sarebbe qualcosa da dire anche sul "corazziere", e sul premio oscar ricevuto dagli ameri kani, per una falsa bandierina ameri kana messa sopra ad una gip in un suo film, ma sarebbe fuori tema qui.
Saluti,
un italiano che risiede in Russia.
P.S. La situazione degli italiani all'estero non è delle più felici, anzi... a causa delle insensate ed immotivate restrizioni verso gli italiani, di governo italiano, compagnie aeree, dogane, pensioni indebitamente trattenute dalle banche italiane, ed altro ancora, pertanto, qualora voleste citare pubblicamente questo aspetto che vi ho esposto, vi chiedo di farlo NEL MASSIMO RISPETTO DELLA RISERVATEZZA DEI DATI PERSONALI.
Grazie."
"
![]() |
Antonella Pagano |
“Quando il linguaggio poetico sa vestire la magìa del palcoscenico e il palcoscenico sa esaltarne la valenza letteraria e simbolica fino a far sognare il pubblico, è allora che accade quel miracolo che solo il teatro, dalla notte dei tempi, sa fare”, Così riferisce Antonella Pagano, autrice dell’Opera sul Normanno d’Altavilla. Il dono questa volta arriva anche per via degli interessi sociologici della drammaturga e poeta Antonella Pagano che collabora con Kinetès -spin hoff dell’Università del Sannio- per la “Poesia dei Territori fisici e dell’anima che da sempre la Pagano alacremente coltiva” e da cui nascono tutte le sue opere. Con lo sguardo sfaccettato generato dalla sociologia che s’è insinuata nella poesia e dalla poesia che s’è incastonata nella sociologia, la Pagano riesce a cogliere i più vari aspetti e il senso pieno delle azioni umane che traspone sulle sacre tavole, nelle incantate piazzette dei preziosi borghi italiani, sulle vette, solle torri come quella dell’orologio di Orsomarso, nei castelli, negli antichi bagli, nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle magioni, case nobili blasonate e case nobili per l’avvicendarsi di vite e storia. Chi è il Normanno d’Altavilla? Un fagiuolo, niente altro che un fagiuolo. Una storia affascinante quanto incredibile, soprattutto perchè vera. Dopo il sisma dell’ ’80, durante i lavori di restauro della Collegiata dell’Assunta, oggi Santuario Diocesano di Altavilla Irpina, l’archeologa Lucia Portoghesi recuperò e restaurò molti dei brandelli dei costumi e degli oggetti provenienti dai resti mortali di centinaia di defunti sepolti proprio lì. Tutto il materiale recuperato consentì di far nascere il “Museo civico della Gente senza Storia, MUGEsS” sul quale già cinque anni orsono la Pagano aveva scritto una prima sceneggiatura. Una collezione di rilevante valore storico e culturale di abiti, scarpe, bottoni, copricapi e altri accessori di fine Ottocento e inizi del Novecento è il patrimonio del Museo. Poi l’oggi.
E qui il colpo di teatro: nel panciotto di uno di quegli uomini sepolti oltre 200anni orsono, un uomo molto alto, perciò detto normanno, sono stati rinvenuti tre fagioli, forse un modo alternativo all’antichissima tradizione delle tre monete sepolte con il soggetto perché potesse pagare il pedaggio al traghetto per l’aldilà. Ebbene, i tre fagioli finirono ben tutelati dal bibliotecario Raffaele Sarti nel Centro di Documentazione della Media Valle del Sabato della Biblioteca Comunale dove rimase fino al luglio del 2018 quando il Sindaco Mario Vanni decise di farli studiare. Successivamente il Prof Roberto Papa del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche non solo li ha studiati, ma ne ha anche estratto il DNA. Ne seguirà la dettagliata scrittura del disciplinare fino alle sperimentazioni di rito e alla reintroduzione in coltivazione. Il GAL Partenio - grazie al progetto “Strategie di Sviluppo Locale Misura 16 Cooperazione” per il recupero e la valorizzazione del fagiolo tipico “Normanno d’Altavilla”- concretizzerà la nuova cultivar da impiantare nel territorio altavellinese. Un vero e proprio copione di produzione e immissione sul mercato, il palcoscenico della vita, dello storico fiabesco fagiolo. Come non poteva interessare una storia così originale, singolare, una storia che si è andata componendo lungo 200 anni e che si fa significante di tutto un territorio e di azioni umane scientifiche e avventurose da trasporre in trama per la pièce? Un fagiolo non più coltivato, ma riscattatosi con la narrazione di pagine che altrimenti non avremmo mai potuto conoscere, che adesso è coltivato e sul mercato si trova la prima raccolta 2024. “La promozione e valorizzazione del fagiolo normanno d’Altavilla è già di per sé un esempio virtuoso di quanto i patrimoni materiali e immateriali possano diventare volano di sviluppo dei territori” lo è di più quando una drammaturga e poeta lo trasforma in volano teatrale, incantevole ed emozionante racconto.
E la Pagano ha narrato ed ha fatto riflettere finanche a come sfugga pressochè a tutti che i primi ricettari culinari risalgano a donne, pressochè illetterate, che andavano a servizio nelle case nobiliari; popolane che ben sapendo di rischiare d’esser cacciate via, era questa la loro angoscia quotidiana, presero ad appuntarsi modi e tempi di cottura delle pietanze sì da poter apportare modifiche di volta in volta e non rischiare di annoiare i signori; la noia, quella noia, ossia l’assenza di varianti, sarebbe stata la causa della perdita del lavoro. Chi avrebbe mai pensato che proprio quei librettini con grafie approssimative e con ancora un più approssimativo italiano, con disegni sostitutivi di parole che ignoravano, sarebbero stati gli antesignani degli storici e famosi ricettari? Acerbe sceneggiature culinarie! E che la pièce della Pagano avrebbe portato i molti ospiti arrivati ne’ La Casa di Ilde a Morcone a farla -in un sol colpo- elegante Teatro-casa-residenza d’artisti e scrittori, con mura Sette/Ottocentesche, arrampicata nell’erta salita verso la piazza centrale della Morcone-capitale della Terra dell’antico popolo sannita; il popolo che prima di cedere e appartenere alla Provincia romana, seppe per ben due volte sconfiggere il potente esercito romano. Lo stesso esercito che umilio’ con le forche caudine! Come poteva l’indagine di questo universo non rientrare fra gli interessi della Pagano e dei tanti convenuti da tutto il circondario, oltre che da Napoli, Salerno, Benevento, Caserta, ma anche Londra e l’Australia, con i Sindaci della stessa Morcone e di Altavilla Irpina, con il Console del Touring Club Campania, l’Università del Sannio, Kinetès, il Gal Partenio? La curiosità di scoprire quale fosse il comportamento dei grandi della letteratura verso il cibo, quali i grandi nomi che hanno portato in Francia l’invenzione del gelato (fu Messer Ruggieri che in Francia appunto andò con Caterina de’ Medici) sbalordendo l’intera nobiltà parigina…e via di seguito; la considerazione più volte confermata che cibo e storia s’intreccino fra loro ed intrecciano la storia delle varie nazioni e Paesi; che le influenze e le contaminazioni arricchiscono enormemente e che delle celeberrime multietniche tavole imbandite di Federico II di Svevia la Pagano ha narrato nell’altra sua Opera teatrale: ”Eva e la minestra del paradiso”? E che in questo caso, la Prof.ssa Rossella Del Prete dell’Università del Sannio, fondatrice di Kinetès, Arte, Cultura, Ricerca e Impresa, abbia realizzato una vera e propria plaquette per pubblicizzare la serata ma anche per continuare a scrivere la storia del MuGesS, Museo della Gente senza Storia di cui è Direttrice Scientifica; ed abbia fatto nascere il Fagiolo porta fortuna di cui è stato fatto dono a tutti i presenti. “Il tempo non è mai tiranno poiché ciò che prende oggi può riportar fiorito a noi dopo qualche anno, così è arrivato il Fagiuol Normanno” -è il motto estratto dalla pièce della Pagano che accompagna il piccolo scrigno nel quale son custoditi tre piccoli “Fagioli Normanni d’Altavilla che mai si sarebbero pensati così tanto nobilitati”. Per la cronaca va detto che tutti gli ospiti son rimasti senza parole e con l’acquolina in bocca subito soddisfatta, atteso che la pluristellata Chef Annamaria Mastrantuono – “straordinaria interprete contemporanea delle storiche tavole imbandite con i prodotti tipici più prelibati e simbolici”- ha pensato un’intera cena in cui tutte le pietanze hanno avuto a base il Fagiolo, ulteriormente nobilitato dalla Pagano che ha composto la Carta del Menù in latino e che in futuro provvederà a trasporre nell’alfabeto Osco; “anche questa notizia è poco nota: che il popolo sannita si fosse dotato oltre che di un esercito efficientissimo, anche di un alfabeto”.
La storica-teatrale-serata è stata degna dell’Opera che la Pagano, in onore del divin poeta, ha intitolato “Convivium” il cui prologo dice:” …ma è Dante, il divin poeta che c’illuminò riguardo al banchetto di sapienza in cui le vivande son le canzoni… letterarie e il pane son fragranti fette di commenti in prosa. Nobili d’animo siano dunque i convitati, e ben selezionati, siano essi donne che uomini tutti affamati, si, di sapere. Laici tutti che parlino il volgare (fino a quel momento usato solo nella poesia amorosa) or -per la prima volta- Dante l’usò per l’opera dottrinaria, il Convivium per l’appunto. Insomma la Pagano ha posto in essere una Pièce-Banchetto-Sapienziale in cui ha rammentato che il divin poeta chiarì il ruolo dell’intellettuale: ammaestrare, ammaestrare e divulgare conoscenza ed esperienze…inducere li uomini a scienza e vertù…sicchè dal Mollis hummus fabae alla pasta cum antiquis granis, alla faba pulventi e fino alla secunda mensa… il Fagiuol Normanno d’Altavilla s’è fatto gustare anche dalle papille, oltre che dalle orecchie, ed ha insegnato pure che la pazienza premia, saranno occorsi 200 anni, la resilienza di tre fagioli e la passione d’una archeologa, la cooperazione illuminata di tanti attori sociali e il tempo gentiluomo che ha fatto il resto, ha restituito un tesoro che farà crescere economia e turismo mentre il Teatro porgerà la fabula creando la magia …che sol le parole ben composte e una voce ben ammaestrata sapranno porgere al mondo quello di cui ha bisogno, l’incanto di fiabe che si fanno realtà, e la Pagano ha proprio questa qualità. La pièce è stata preceduta dalla Prof.ssa Del Prete che ha architettato l’evento, quindi la dettagliata esposizione delle notizie storiche a cura del giornalista Roberto Vetrone, mentre il Sindaco di Morcone, Luigino Ciarlo e il Sindaco di Altavilla Irpina, Mario Vanni con l’annuncio delle azioni positive di sviluppo dell’entroterra sannitico; l’esponente del Touring Lorenzo Piombo ha enunciato la nuova visione dei Territori alla quale il Touring intende informare tutte le proprie azioni. Sicuramente il Teatro della Pagano fa della “Poesia dei Territori” una formula vincente da tutte le prospettive, anche quella di servizio al territorio.
L’innovativo progetto di inclusione promosso dalla Fondazione Monticolo&Foti di Trieste e finanziato dal Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, presentato di recente nella Sala Tessitori della Regione, sarà motivo di promozione della Regione.
Il progetto ha offerto l’opportunità a un gruppo di ragazzi con disabilità cognitive di raccontare e promuovere il Friuli Venezia Giulia attraverso la realizzazione di un video del territorio denominato “FVG con i miei occhi”. Affiancati dal video maker professionista Hari Bertoja, che ha curato regia e montaggio, i giovani partecipanti hanno esplorato diverse località della Regione, documentandole con i loro occhi e il loro punto di vista unico. Hanno partecipato attivamente sia come registi sia come attori, contribuendo in prima persona alla creazione di un prodotto audiovisivo che valorizza il territorio e ne promuove l’accessibilità.
"Questo progetto rappresenta per la Fondazione Monticolo&Foti un'opportunità straordinaria per dare voce a chi spesso non ce l'ha, utilizzando strumenti innovativi e creativi per promuovere l'inclusione e creare nuove opportunità di lavoro per le persone con disabilità." ha dichiarato Andrea Monticolo, Presidente della Fondazione.
L'evento di presentazione ha visto la partecipazione di autorevoli rappresentanti istituzionali e del mondo dell’inclusione. Mauro Bordin, Presidente del Consiglio Regionale del FVG, ha sottolineato: "Il sostegno a progetti come questo è fondamentale per costruire una società più equa, dove ogni individuo ha la possibilità di esprimersi e contribuire attivamente alla crescita della comunità."
Alessia Del Bianco Rizzardo, referente per il turismo accessibile di PromoTurismoFVG, ha evidenziato l'importanza dell'iniziativa nel contesto regionale: "Il turismo accessibile è un tema centrale per la nostra Regione, e raccontarlo attraverso gli occhi di questi ragazzi ci permette di migliorare e ampliare le opportunità per tutti."
Il regista del progetto, Hari Bertoja ha raccontato l’esperienza con i giovani protagonisti: "Lavorare con questi ragazzi è stato un viaggio straordinario. Hanno dimostrato creatività, entusiasmo e una capacità di narrazione che ha reso il video un'opera autentica e potente."
Il valore sociale dell'iniziativa è stato ribadito anche da Marco Tortul, Presidente della Consulta Territoriale delle associazioni delle persone con disabilità della provincia di Trieste: "L’inclusione passa attraverso la cultura e la creatività. Questo progetto dimostra come il punto di vista delle persone con disabilità possa ampliare gli orizzonti di tutti, offrendo nuove chiavi di lettura della realtà. Il linguaggio audiovisivo, in questo caso, si rivela uno strumento potente per abbattere barriere e creare nuove opportunità."
Il video ufficiale che verrà inserito per promuovere la Regione e un appassionante video di backstage che racconta il dietro le quinte del progetto sono stati proiettati durante la presentazione del progetto. Successivamente, a riconoscimento del lavoro svolto dai sei giovani autori del video: Maja Borrometi, Miguel Fonda, Davide Della Valle, Filippo Monticolo, Anderson D’Orlando e Alessandro Perugia, è stato conferito loro un premio che ha esaltato l’impegno, la loro creatività, la determinazione e il talento esternati per l’esito di un video che in un minuto o poco più celebra le doti dei giovani interpreti che presentano con orgoglio la loro Regione. La platea dei presenti ha coperto l’emozione con uno scroscio di applausi.
www.fondazionemonticolofoti.it
Da Mosca, Mark Bernardini. Centosedicesimo notiziario settimanale di lunedì 17 febbraio 2025 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
* Dopo che per mesi i media occidentali mainstream ci hanno deliziati con le loro elucubrazioni circa un presunto incontro di Trump e Putin, che in realtà non è mai avvenuto, se non durante il primo mandato di Trump negli anni ‘10, ora ha avuto luogo una conversazione telefonica tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che gli stessi media definiscono candidamente come “inaspettata”.
* In epoca relativamente recente, circa due secoli fa, la Penisola era suddivisa in diversi Stati. E’ sufficiente ricordare che erano attive Ambasciate e altre rappresentanze diplomatiche russe sia a Roma, allora capitale dello Stato Pontificio, sia a Firenze, centro amministrativo del Granducato di Toscana, così come a Torino, presso la corte sabauda, e anche a Parma; inoltre, fino alla fine del XVIII secolo, le Ambasciate e le rappresentanze diplomatiche russe furono presenti anche nelle Repubbliche di Venezia e di Genova. Ma i suoi legami più stretti, l’Impero di Pietroburgo li intessé proprio con Napoli.
* Si sta diffondendo la sensazione che la leadership dell’UE sia completamente slegata dalla realtà e dal suo popolo. Mi vengono in mente varie saggezze popolari, tipo “raglio d’asino non sale al cielo”.
* Sin dal 2014, subito dopo il golpe incostituzionale di Euromaidan a Kiev, gli ucraini hanno colpito con artiglieria pesante scuole, ospedali, asili, case, edifici civili. Si è mirato di proposito ai servizi sociali essenziali come acquedotti e impianti energetici. Non stiamo parlando di obiettivi militari – per così dire “legittimi” – ma infrastrutture civili. Con un impatto che ricorda vivamente le immagini delle battaglie della Seconda Guerra Mondiale di cui il Donbass ha ancora indelebile memoria viste le atrocità compiute dai nazisti.
* Il Ministro degli Esteri italiano, nel commentare la conversazione telefonica avvenuta tra il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e il Presidente degli USA Donald Trump, ha espresso il parere secondo cui l’Europa non dovrebbe rivestire un “ruolo di secondo piano” nei negoziati per l’Ucraina.
* Il presidente della Repubblica italiana, nata dalla Resistenza antifascista, normalmente taciturno e misurato, è andato veramente fuori dalle righe, paragonando la Russia al Terzo Reich. Non sto a riportarvelo, non avete bisogno di questo notiziario per trovarlo. Invece, è importante la reazione della Russia, per bocca della portaparola del ministero degli esteri russo Marija Zacharova.
* E non finisce qui. Chiunque abbia solo scorso i media italiani mainstream avrà notato la canea sollevata, una levata di scudi, del tipo “come si permette?”. Beh, si permette eccome, giustamente. O è lesa maestà?
* Mattarella ha detto che non c’è più stata una guerra in Europa in settant’anni. A parte le guerre scatenate in altri continenti, verrebbe da ricordare la Jugoslavia. Mattarella era il vicepresidente del consiglio dei ministri italiano.
Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!
https://rutube.ru/video/1992edfd50cac871fbe25f77eae195d7/