L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
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Chi pensava che Expo fosse una piattaforma informativa, scambio di risorse culturali e tecnologiche con lo scopo di trovare soluzioni politico-economiche per assicurare a tutti cibo sano e sufficiente e sconfiggere la fame che attanaglia 800 milioni di esseri umani, dovrà attendere edizioni eticamente più avanzate.
Il tentativo non è “Nutrire il pianeta” ma vendere di più i propri prodotti, utilizzando il cibo come strumento strategico per assicurarsi maggiori guadagni e far credere, tra le altre cose, che le grandi industrie non sono responsabili del cambiamento climatico in corso: l’80% delle risorse disponibili è ad appannaggio delle lobby.
L’Expo, che nella sostanza è una fiera per la colonizzazione finanziaria delle multinazionali, non parla di sovranità alimentare, di difesa della biodiversità, di impatto sugli ecosistemi da parte dell’industria della carne, di sostenibilità ambientale, dai danni dei cibi industriali, di sperpero di risorse naturali ed energetiche, di spreco di acqua potabile; l’Expo non parla degli enormi sussidi elargiti all’industria zootecnico agroalimentare, non dice che ogni mucca europea percepisce 2,5 euro di sussidi al giorno (che è il doppio di quanto dispone il 75% degli africani); non parla dei suicidi dei contadini indiani strozzati dai debiti delle multinazionali; non dice che il mangime utilizzato dagli animali d’allevamento sfamerebbe 9 miliardi di persone; non dice che si possono nutrire 12 persone con i prodotti coltivati su un terreno necessario a nutrire una sola persona che mangia la carne.
Sia il Brasile (più della metà della terra coltivata è utilizzata per la produzione di prodotti Ogm) sia le Istituzioni Europee sfiorano appena questi problemi: più attente agli interessi delle grandi lobby, industrie e banche, che all’opinione dei cittadini nettamente contrari alla coltivazione e l’utilizzo di prodotti Ogm.
Ma parlare di cooperazione allo sviluppo, diritti umani, condivisione, disinquinamento, di riduzione del consumo di energia, di sistemi ecocompatibili, di biodiversità, di tutela dell’ambiente, mentre si pubblicizzano prodotti che sono la causa di questi problemi significa prendere per i fondelli l’intelligenza umana.
In tutto questo dov’è la voce della Chiesa, la cui ancestrale visione antropocentrica vanta assurdi diritti sulla natura in preda alla furia devastatrice dell’uomo? La Chiesa, a parte un timido invito al “non abuso”, mai si è pronunciata contro gli allevamenti intensivi, le monoculture, la distruzione delle foreste pluviali, i danni provocati dall’industria chimica, dall’industria del tabacco, o contro le centrali nucleari: essa, teoricamente, lotta contro gli effetti della sua stessa politica.
In che modo una manifestazione sponsorizzata da Coca Cola, Ferrero, Eni, Mc Donalds, Nestlè, (ricordate i danni di quest’ultima per le scorrettezze criminali intese a promuovere sostituti di latte materno e di alimenti industriali?) può garantire cibo sano e sufficiente per tutti? Sarebbe come se l’industria farmaceutica indicasse programmi per non far ammalare le persone. Se la fame, l’inquinamento, la distruzione dell’ambiente è determinato dal consumo di un certo prodotto possono coloro che lo producono andare contro i loro stessi interessi?
Altro che nutrire il pianeta! Expo è un raduno mondiale di ingordigia capitalistica: invece di dibattere sui danni causati dal consumo di prodotti animali (sulla salute umana, sull’ambiente, sull’economia…) sarà una grande abbuffata di carne, di tutti i tipi, di tutte le specie, comprese quelle che i popoli europei considerano ripugnanti: serpenti, ragni, scorpioni, formiche… (di questo passo arriveremo ai pidocchi), meglio se di produzione propria: in fondo il cuoio capelluto di un contadino è sicuramente più pulito di una stalla.
l bombardamento mediatico contro il governo greco sembra non funzionare.
Una lettura fatta attraverso i sondaggi di opinione su come la società greca vede l'operato del
proprio governo fino ad oggi.
Mentre a gran voce ci viene detto dalla commissione europea e dal governo tedesco che in
Spagna, Portogallo e Irlanda le misure economiche di austerity stanno portando buoni frutti e
questi paesi stanno facendo "passi avanti", gli elettori di questi paesi, quando sono chiamati a
scegliere, si orientano su posizioni opposte a quelle dei loro governi. Sono forse impazziti?
Credo di no.
Questo ci può far riflettere su quanto l'informazione sia strumentalizzata e asservita a
sostenere un modello economico che da molto tempo ormai si è dimostrato fallimentare. Non
metto in dubbio che questi paesi stiano facendo "passi avanti" grazie alla cura a base di
neoliberismo, mi piacerebbe capire in quale direzione?
Anche per la Grecia, fino a pochi mesi fa quando ancora c'era il governo Samaras, venivano
dette le stesse bugie e tutta Europa stava a guardare una "ripresa della Grecia" invisibile per
noi, ma evidente solo sulla stampa di propaganda.
Il governo greco, per il momento l'unico ad aver alzato la testa è stato attaccato e
sbeffeggiato da tutti gli altri governi. Potendo dire ben poco sulla serietà degli argomenti
messi in campo dagli esponenti del governo Tsipras, si sono accaniti sui singoli ministri
cercando di screditarli con commenti e chiacchericci di bassa lega, ad iniziare dalla cravatta
(che non hanno) a finire con bugie e false dichiarazioni attribuite quando all'uno quando
all'altro.
Questi mesi di contrattazione con l'Eurogruppo non hanno portato a granché, da parte del
governo tedesco (cioè il vero cervello dell'Eurogruppo) è stata attuata la tecnica dello
"sfinimento" ovvero aprire momenti di speranza e di probabile accordo e subito dopo tornare
a chiedere e imporre le decisioni prese dal precedente governo, cercando di far leva sul
ricatto del fallimento economico e delle varie scadenze e pagamenti che la Grecia ha davanti.
Il problema del governo tedesco nei confronti del governo greco è politico e questo è bene
che venga capito da tutti. Non sopportano di aver a che fare con un governo di sinistra.
Poco importanza viene data alle proposte presentate da Atene, non vengono neanche
valutate dagli interlocutori, il "programma deve continuare" e basta.
Che Atene possa trovare all'interno della propria economia altri modi per riprendersi
economicamente diversi dalla macelleria sociale sostenuta dalla Germania, questo non
importa. Il problema non sta nell'economia e quindi nella ripresa economica della Grecia, ma
negli interessi economici della Germania e delle varie multinazionali che avevano iniziato a
spartirsi la torta ellenica. Quindi…meglio se altre soluzioni diverse da quelle imposte non
verranno trovate.
L'obiettivo finale dell'Eurogruppo è senz'altro quello di annientare il cattivo esempio che il
governo greco rischia di dare agli altri popoli d'Europa. E sicuramente nei prossimi giorni e nei
prossimi mesi si intensificheranno gli attacchi e i ricatti affinché il governo greco si pieghi al
volere del neoliberismo. Per il momento, grazie ad i rapporti di forza estremamente
sfavorevoli, Atene ha congelato alcuni punti del proprio programma e sta cercando di arrivare
ad un accordo senza varcare alcune "linee rosse" ovvero dei punti imprescindibili del proprio
programma che riguardano i diritti dei lavoratori, il rifiuto di attuare nuovi tagli a stipendi e
pensioni e l'eliminazione della famosa tassa ENFIA, una tassa orizzontale sulle proprietà che
sta mettendo il popolo greco in ginocchio.
La propaganda internazionale contro la Grecia non è la sola a martellare il governo Tsipras,
dovete sapere che tutte le emittenti televisive private del paese non hanno mai pagato un
euro per i diritti televisivi e per l'uso delle frequenze, ma non perché non dovessero pagarli,
perché i precedenti governi preferivano il sostegno mediatico alla riscossione dei compensi. Il
governo guidato da Tsipras ha pensato bene di iniziare a chiedere i milioni di euro che queste
emittenti televisive devono allo stato ed è così che le stesse emittenti televisive hanno iniziato
una guerra mediatica per screditare il governo. La propaganda che ogni giorno viene fatta
contro i vari personaggi del governo è vomitevole e priva di ogni deontologia giornalistica.
Se sul piano internazionale possiamo dire che il governo ellenico sta percorrendo una strada
da solo e in salita, diversamente vanno le cose in patria. Nei pochi mesi di governo è infatti
riuscito a fare molte cose positive. La differenza con i beceri del governo precedente è
enorme e con una certa velocità la Grecia si sta normalizzando.
Se prima c'era da lottare per non far peggiorare le cose, adesso possiamo discutere di come
migliorarle. L'opposizione al governo è di due tipi: quella da destra che è scontenta di veder
andare in fumo il grosso lavoro fatto in collaborazione con la Troika e che vorrebbe tornare al
precedente modello di dittatura sociale ed economica e quella da sinistra, che vorrebbe delle
posizioni più intransigenti del governo greco nei confronti dei creditori e dell'Eurogruppo.
Personalmente capisco di più l'opposizione di destra con tutte le sue ragioni, ragioni che
politicamente non condivido affatto ma che mi sembrano più sensate delle critiche mosse
dall'opposizione di sinistra.
Capisco che un'evoluzione verso qualcosa di ancora meglio può avvenire solo cercando di
spingere la politica verso nuove soluzioni e che accontentarsi frena questo processo, ma
dall'altra parte devo riconoscere che gli spazi per attuare una politica estera più radicale non
vi sono e gli equilibri europei (per il momento) non sono favorevoli.
Ricordiamoci che se questo governo cade non c'è da sperare in qualcosa di migliore, ma
semmai di un ritorno a qualcosa di molto peggiore...
Nonostante tutto ciò, due giorni fa sono usciti sul quotidiano Avghi dei sondaggi di opinione
relativi al periodo 1319
maggio 2015 e confermano come il governo Tsipras goda ancora di
una ottima popolarità.
Sono molto interessanti da esaminare perché rispecchiano l'impatto sulla società greca delle
scelte del governo in politica estera e confermano che il popolo greco crede ancora
saldamente nel tentativo che questo governo sta facendo per cambiare la politica economica
fin ora abbracciata dai precedenti governi.
Iniziamo con la stima dei voti, " Se in Grecia ci fossero oggi le elezioni politiche che cosa
voteresti ?"
Il 48,5% voterebbe Syriza, mentre Nea Dimokratia il maggiore partito di destra all'opposizione
si deve accontentare di un misero 21%, questo dato descrive in maniera evidente la forte
sfiducia che ancora il popolo greco nutre nei confronti dell'ex primo ministro Samaras,
amicone della Troika.
A seguire abbiamo i Nazifascisti
di Chrisi Avghi con il 6%, i neoliberisti di Potami con il 5,5% i
KKE partito comunista greco (all'opposizione) con il 6%, Anexartiti Ellines (al governo con il
Syriza) con 3,5% il Pasok con il 4% e un 5,5% di altri.
Alla domandato " Quale secondo voi è il migliore governo per il paese?" Il 54 % indica l'attuale
governo, mentre solo il 18% vorrebbe il governo di Nea Dimokratia, segue poi il 18% di
interpellati che non è soddisfatto da nessuno dei due governi.
La popolarità del primo ministro Alexis Tsipras è ancora molto alta e viene stimata al 77%.
Alla domanda: " Quale è il primo ministro più adatto per la guida del paese? " Ben il 63% degli
interpellati ha risposto Alexis Tsipras, mentre Antonis Samaras resta al 20% e il 14% non
indica nessuno di questi due.
L'ormai famoso ministro delle finanze Yanis Varoufakis che da mesi è nell'occhio del ciclone e
su di lui si è abbattuto il chiacchericcio mondiale è ancora molto sostenuto dal popolo greco.
Se analizziamo il confronto tra soddisfatti e insoddisfatti vediamo che a febbraio 2015, subito
dopo le elezioni, coloro che si esprimevano positivamente e coloro che invece risultavano
insoddisfatti erano rispettivamente il 75% e il 24%. A marzo 2015 erano rispettivamente il
59% e il 40%. Ad aplile 2015 il 55% e il 43% e a maggio il 59% e il 40%. Come potete vedere
c'è stato un calo fisiologico rispetto alle aspettative iniziali e al sorprendente dato registrato a
febbraio 2015, la sfibrante trattativa condotta con l'Eurogruppo e la contrattazione portata
avanti nella ricerca di un compromesso hanno fatto scendere la popolarità del ministro
Varoufakis, ma se valutiamo a quale martellamento mediatico negativo è stato sottoposto in
questi mesi possiamo dire che è ancora apprezzatissimo dal popolo greco.
Chiudo con un dato molto significativo che riguarda un argomento di grande attualità: il
referendum sull'Euro. Il 71% del popolo Greco è a favore e il 25% è contrario, il 4% non ha
opinione.
Questa massa di dati e di percentuali ci può dare un idea di come il popolo greco veda ancora
di buon occhio il proprio governo nonostante la feroce propaganda di cui è vittima. Una cosa
è certa: dopo il successo di Podemos in Spagna e la vittoria a Barcellona ci sentiamo un po'
meno soli in questa Europa drogata dall'austerity.
Siete comunisti, che cosa ci possiamo aspettare?" È Inge Graessle, una deputata del partito CDU della Merkel ad averlo detto in una trasmissione televisiva.
Perché non si arriva ad un accordo tra Eurogruppo (governo tedesco) e Grecia?
Dopo mesi di trattativa nei quali il governo greco ha fatto grandi concessioni per raggiungere un accordo ancora si parla di"posizioni distanti" .
Semplice. Il problema non sta nell'economia. Il problema è politico. Il governo conservatore
tedesco ODIA il governo della Grecia semplicemente per un fatto: è di sinistra.
E' la stessa Inge Graessle (rappresentante del governo tedesco) a dirlo apertamente:
..."Siete comunisti, che cosa ci possiamo aspettare?" .
Questa la frase pronunciata in una trasmissione televisiva giornalistica dove la Inge Graessle
oltre a questa affermazione ha ripetuto le solite bugie che da mesi danno in pasto al popolino
di tutta Europa.
Inge Graessle è una deputata del partito CDU della Merkel e detiene la presidenza della
commissione di controllo di bilancio del Parlamento Europeo. Ha partecipato a un talk show
televisivo con Stelios Kouloglou, un giornalista molto noto in Grecia che (ha curato molti
documentari e che ha un sito di giornalismo molto frequentato www.tvxs.gr che nel dibattito
televisivo rappresentava il partito Syriza.
Per l'ennesima volta la rappresentante del CDU si è dimostrata una bugiarda, affermando il
falso. Oltre a questo ha contestato a Kouloglou dei provvedimenti di politica interna del
governo Tsipras, dimostrando palesemente che il problema non è far tornare i conti e
riprendersi i propri soldi indietro, ma è politico e legato alle mire espansionistiche e
commerciali delle multinazionali tedesche.
Vi invito ovviamente a vedere il video, che è in un inglese semplice e capibile. Qui di seguito
riporto e commento alcuni momenti del dialogo.
Vedi il video: https://www.youtube.com/watch?v=OqU9PHRNpM4
Già dai primi minuti del colloquio appare chiaro come la signora Inge Graessle alimenta la
propaganda anti ellenica che da anni viene portata avanti dal governo tedesco. Inizia subito
ironizzando sul fatto che i greci sono inaffidabili e inclini a cambiare spesso idea.
Andrebbe ricordato alla signora Inge Graessle che nell'Eurogruppo del 17 febbraio avvenne
un cambio repentino della bozza di accordo. Una bozza che era stata preparata in
precedenza dai tecnici venne improvvisamente sostituita da un'altra dal presidente
dell'Eurogruppo Dijsselbloem su diretto volere si Schäuble. Il ministro delle finanze greco
Varoufakis si rifiutò di firmarla e di lavorarci sopra e proprio in quell'occasione, notata
l'abnegazione di Dijsselbloem nei confronti del capo, coniò il nomignolo di "Delivery boy" per il
capo dell'Eurogruppo. Se non ci fosse stato Paul Mason (giornalista inglese) a rivelare
l'inganno e a pubblicare il documento sparito i greci sarebbero stati fatti passare da paranoici
visionari. Questo fu il primo episodio di una serie infinita di scorrettezze, inganni, bugie, false
aperture, cambi di idea, accordi poi ritrattati, etc..che hanno caratterizzato questi mesi di
trattativa.
Questa tecnica, un classico del governo tedesco, ha l'unico fine di screditare i propri
interlocutori e di far passare in secondo piano le questioni economicopolitiche.
Il governo
tedesco si vergogna di affermare davanti al proprio popolo che il proprio obbiettivo è
colonizzare economicamente la Grecia (come è stato fatto con il resto dei Balcani) e quindi
deve aggirare l'ostacolo, lo fa presentando i propri interlocutori come dei cialtroni,
spendaccioni e dilettanti...tutte caratteristiche negative che fanno molta presa sulla psicologia
del tedesco medio.
"Il governo greco sta lavorando per un Grexit" , ha continuato. Anche su questa affermazione
c'è molto da ridire. Il governo greco ha fatto passi da gigante verso un compromesso che sia
vantaggioso per tutti.
Si può dire la stessa cosa per la Germania? No.
La Germania sta tirando tutta l'Europa verso una direzione che conviene solo a lei. C'è
veramente da chiedersi a cosa servono le elezioni e i mandati politici che gli elettori affidano
ai propri governi se viene dato per scontato che la politica sia fatta altrove e su decisioni già
prese in precedenza. In realtà è la Germania che sta lavorando per un Grexit, una punizione
esemplare che serva da lezione a tutti gli altri popoli dell'Europa. Ovviamente la Germania
vorrebbe gestire la cosa in maniera da non doversi prendere le responsabilità dei contraccolpi
economici che si ripercuoterebbero sulle economie più deboli di tutta l'eurozona.
La signora Graessle rinfaccia a Kouloglou che il governo attuale non ha rispettato gli accordi
presi dal precedente governo ovvero di portare i salari a 300 euro, tagliare le pensioni e
liberalizzare i licenziamenti di massa. È evidentemente difficile per la signora Graessle capire
che questi provvedimenti oltre a peggiorare l'emergenza umanitaria che già è in corso in
Grecia siano impossibili da applicare. Infatti anche il governo Samaras che ha preso questi
accordi e che sarebbe stato ben contento di applicarli, non ha potuto. Che non sia possibile
vivere con uno stipendio di 300 euro lo capisce anche un cane, ma forse qualche politico del
CDU non ci arriva, e comunque come sottolinea Kouloglou, si parla di alzare gli stipendi nel
settore "privato", quindi signora Graessle, non ci sarà nessun peso economico ulteriore per lo
stato...se è di questo che è preoccupata. Mi sembra che invece la paura sia di guastare gli
interessi delle multinazionali che con i salari ribassati ulteriormente avrebbero a disposizione
una piccola India in Europa.
"Vi aspettate che i contribuenti più poveri della Slovacchia e la Lituania, paghino per le vostre
promesse? Avete riassunto 3900 impiegati statali..". continua la signora Graessle.
La rappresentante del CDU si riferisce alla riforma che improvvisamente oscurò la televisione
pubblica (ERT) e che portò al licenziamento di tutti gli impiegati della televisione di stato.
È bene precisare, se vogliamo spostare la questione sul piano economico, il bilancio
dell'ultimo ERT era circa 3,7 milioni di euro, mentre la nuova tv di regime fatta da Samaras a
sostegno di un governo non democratico ha avuto un budget di 13,8 milioni di euro. C'è poi
da notare che il licenziamento di massa che fu fatto è stato dichiarato illegale dall'alta corte
greca. A parte questo, la televisione pubblica, come Stelios Kouloglou sottolinea giustamente
è finanziata dal contributo dei telespettatori, non dallo Stato. Quindi non influisce
minimamente sul bilancio statale. Ovvio che al governo tedesco piaceva di più una televisione
a diretto controllo della destra di Samaras.
Sarebbe interessante, tra gli altri miti da sfatare, dire che la Grecia non ha poi questo grande
settore pubblico che viene rinfacciato dal governo tedesco. E 'ovvio che anche prima della
crisi, la Grecia era uno dei pochi paesi con una percentuale bassa di funzionari pubblici in
rapporto al totale della forza lavoro. Al contrario, ci sono paesi come la Norvegia, la Svezia e
la Francia, che hanno tre volte il numero dei dipendenti pubblici greci. Ci sono dei settori dove
il taglio del personale e delle spese sono atti criminali, sto parlando, solo per fare un esempio,
degli ospedali. Da tempo mancano gli strumenti basilari come ad esempio un semplice
termometro. È giusto questo? Può uno stato europeo spingere un altro stato in una crisi
umanitaria perché vede in questo un proprio personale guadagno?
Per quanto riguarda i contribuenti di altri paesi europei:
a) la Grecia ha restituito i propri prestiti con interessi per gli anni passati e non ha ricevuto un
centesimo da agosto 2014.
b) Il debito pubblico greco è in crescita dall'inizio del memorandum da 127% al 180%.
Syriza propone un congresso europeo sul debito pubblico dal momento che questo non è
solo un problema greco (es. Italia, Spagna, Francia, etc.) ed è stato principalmente causato
dalla decisione politica del governo tedesco di salvare le banche.
c) Anche il Parlamento Europeo ha concluso che la politica di austerità che viene promossa è
fallimentare e antidemocratica.
Intorno al minuto 15 del video, la signora Graessle, dopo tante bugie, ha finalmente uno
scatto di onestà e dice: "Il governo greco ritiene che nessuna riforma sia il modo giusto
per uscire dalla crisi. (...) Come ci si può aspettare dai comunisti una riforma?
Inge Graessle e il partito popolare europeo, non ha ancora accettato che il muro di Berlino
non esista più, coltivano da 25 anni l'odio. In ogni caso, un grande grazie alla signora
Graessle che con linguaggio eloquente esprime un concetto semplice e alla portata di tutti: Il
problema è politico, inutile arrampicarsi sugli specchi, una soluzione non vogliono trovarla
perché il governo greco è di sinistra e questo cambia i presupposti del confronto. Se alla base
della discussione non vi è un saldo e massiccio sentimento antidemocratico e un gusto
perverso per la macelleria sociale...non ci può essere nessun dialogo.
Per questo rimpiangono il governo Samaras con cui si trovavano tanto bene.
Il recente successo del partito spagnolo Podemos è anch'esso un fatto inquietante per il
governo tedesco. In futuro potrebbero cambiare gli attuali equilibri politici e di conseguenza il
potere decisionale della Germania. Il governo tedesco cerca di ricattare il più possibile il
governo greco, è una corsa contro il tempo. Non potendo vietare le elezioni negli altri paesi
europei cerca di organizzare una punizione esemplare per la Grecia. L'odio è cieco e come in
un film già visto il governo tedesco rischia di fare scelte tragiche per tutta l'Europa come è già
successo nella storia di questo continente. La sua caratteristica è nota, cedere ad un
compromesso equo per tutti è visto come atto di debolezza. Mentre la ritorsione e la
punizione sono viste come normale evoluzione della loro tradizione.
Una vittoria della sinistra in altri stati d'Europa sarebbe per la Germania soprattutto una
sconfitta sul piano morale. Non dimentichiamoci che i peggiori crimini compiuti durante la
seconda guerra mondiale dall'esercito nazista sono stati compiuti in fase di ritirata.
Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo (Voltaire).
Tutto pronto per l’ottava edizione del Film Festival Senza Frontiere, che si terrà alla Casa del Cinema dal 5 al 7 Giugno 2015. La nuova edizione sarà incentrata sul concetto di libertà, nel senso più ampio del termine, inteso come la necessità di condividere, conoscere e lottare per la libertà di espressione, lontana da vincoli e barriere costruite su paure e pregiudizi.
La kermesse accende i riflettori sul Medio Oriente, la Russia, l’Iran attraverso una selezione di film provenienti da cinematografie internazionali legati da un fil rouge che passa dai conflitti ai grandi temi e dilemmi del nostro tempo.
In apertura del festival l’anteprima italiana di Taxi, del regista iraniano Jafar Panahi, vittima nel suo Paese di persecuzioni, a cui è preclusa la possibilità di dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste. Nonostante ciò il 14 febbraio 2015 Jafar Panahi ottiene un ambito premio: l'Orso d'oro al 65° Festival internazionale del cinema di Berlino proprio con il film Taxi, girato in clandestinità a causa del divieto imposto dal governo iraniano. La pellicola raccoglie le testimonianze dei passeggeri del suo taxi, e dipinge uno spaccato eterogeneo, multicolore e variegato della vita a Teheran. La proiezione segna anche il debutto della neonata “Cinema”, casa di distribuzione creata da Valerio De Paolis.
Monk with a Camera, diretto da Guido Santi e Tina Mascara, è la biografia di Nicholas Vreeland (nipote della famosa Diane Vreeland) che ha rinunciato ai privilegi di un fotografo di successo per diventare un monaco buddista tibetano. Inviato dal Dalai Lama ad aprire e dirigere il Rato Monastery in India, è tornato alla fotografia per raccogliere i fondi necessari per la costruzione del monastero.
Sempre nel corso della prima giornata si assisterà alla proiezione di The Fool, per la regia di Yuriy Bykov: una finestra sulla corruzione in Russia, causa di morte e distruzione.
I tre film in programma nel pomeriggio di sabato 6 giugno sono dedicati a storie di bambini e adolescenti: My Neighborhood, regia di Jula Bacha, Redemption regia di Jon Alpert e Kes, regia di Ken Loach. Si continua il secondo giorno con A Girl Walks Home Alone at Night, diretto da Ana Lily Amirpour: “il primo western di vampiri iraniano”, fuori da tutte le categorie. Una città fantasma immaginaria, la sua gente, un vampiro e la musica, sono gli ingredienti principali di una pellicola densa di emozioni e di atmosfera.
In programma anche Gett - The Trial of Viviane Amsalem, diretto da Ronit Elkabetz e Shlomi Elkabetz in cui la protagonista lotta per la sua libertà contro un uomo che usa il suo potere per tenerla legata a sé, in una Israele in cui un divorzio è possibile solo con l’approvazione del marito. A seguire Last Days in Vietnam, di Rory Kennedy, che descrive il dilemma morale di militari e diplomatici americani alla fine della guerra del Vietnam: ubbidire a ordini superiori provenienti dalla Casa Bianca ed evacuare solo i cittadini americani o rischiare l’accusa di tradimento e salvare la vita al maggior numero di vietnamiti possibile.
Chiude il festival la proiezione di “Citizenfour”di Laura Poitras, reduce dal premio Oscar come miglior documentario, e che affronta il tema della mancanza di privacy in una società totalmente dipendente dalla tecnologia, che Edward Snowden evidenzia attraverso l’incontro con la macchina da presa della regista.
Un’originale e approfondita panoramica che affronta temi interessanti e attuali, il Festival rappresenta un’occasione unica e imperdibile per gustare il grande cinema dal respiro internazionale e dalla vocazione solidale.