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Salute e 5G - l'altra campana

By Lamberto Righetti May 23, 2020 5133

 

In giro per il web si sente parlare, da qualche tempo, di possibili effetti dannosi che la nuova generazione di sistemi di comunicazione e trasferimento dati 5G potrebbe avere sulla salute umana e addirittura della possibilità che possa essere responsabile, o corresponsabile, dell’insorgenza della patologia Covid-19.

In particolare, il meccanismo che viene spesso indicato come responsabile è l’interazione che le onde millimetriche a 30 GHz e a 60 GHz, impiegate nel 5G, avrebbero a livello polmonare, interferendo con lo scambio sangue-ossigeno operato dagli alveoli, favorendo così l’insorgenza della malattia o aggravandola.

Senza entrare nell’ambito degli effetti biologici delle radiazioni, che non sono di competenza dello scrivente, in questo articolo ho voluto analizzare, in base alla mia esperienza professionalenel campo delle microonde, le condizioni che devono esserci affinché questi effetti possano avere luogo.

 

In particolare ho voluto verificare se le onde elettromagnetiche a 30 GHz e 60 GHz potessero arrivare a interagire con i polmoni e in che misura, avvalendomi di modelli consolidati presenti nella letteratura tecnica (v. nota[1])

La presente analisi, come vedremo, porta a concludere che il corpo umano risulta sostanzialmente “impenetrabile” alle frequenze millimetriche e che quindi non ci possa essere un contatto minimamente significativo tra queste radiazioni EM e gli organi interni, polmoni compresi.

Infatti, per le leggi di penetrazione delle onde, maggiore è la frequenza della radiazione elettromagnetica e minore è il potere di penetrazione dell’onda nella materia, sia che si tratti di tessuto biologico che di materiale inerte. Per questo motivo, le onde millimetriche hanno un potere di penetrazione nei corpi minore di quello delle onde a frequenze più basse, come quelle utilizzate dalle generazioni precedenti, 3G e 4G.

I risultati della presente valutazione sono sintetizzati nella tabella seguente, in cui nella 1° colonna sono riportate le profondità di penetrazione, nella seconda colonna è riportata la potenza EM presente a tali profondità per i 30 GHz e nella terza colonna è riportata la potenza EM presente a tali profondità per i 60 GHz.

 

Profondità di penetrazione (mm)

Potenza delle onde millimetriche alle diverse profondità rispetto alla potenza in superficie

30 GHz

60 GHz

1 mm

4.6 centesimi

8 millesimi

2mm

2 millesimi

6 centomillesimi

3mm

9.7 decimillesimi

0.45 milionesimi

4mm

4.5 milionesimi

3.5 miliardesimi

5mm

0.2 milionesimi

0,027 miliardesimi

 

I valori nelle colonne 2° e 3° rappresentano le frazioni delle potenze che, dalla superficie, sono riuscite a penetrare sino alle profondità indicate nella 1° colonna.

Così (ad es)a 1 millimetro di profondità la potenza dei 30 GHz è pari al 4.6% della potenza presente in superficie, mentre, sempre a 1 millimetro di profondità, la potenza dei 60 GHz è pari all’ 8 per mille della potenza presente in superficie.

Dalla tabella risulta evidente che nelle bande millimetriche la potenza si attenua molto rapidamente non appena entra nei tessuti biologici. Infatti, la potenza residua a 30 GHz diventa trascurabile già prima dei 2 millimetri di profondità, mentre la potenza a 60 GHz scende a valori trascurabili già ad 1 millimetro, scendendo ulteriormente man mano che si procede verso profondità maggiori.

Anche considerando un possibile effetto legato ai dotti sudoriferi della pelle che potrebbero trasportare, come fossero antennine, le onde millimetriche verso l’interno (v. studio in nota[2]) le conclusioni non cambiano. Infatti, anche se ci fosse questo effetto, la radiazione potrebbe essere trasportata al massimo per la lunghezza del dotto (0.35 mm). Il che significa che le profondità di penetrazione precedentemente calcolate andrebbero semplicemente aumentate di circa 0.35 millimetri, dopo di che il derma sottostante “smorzerebbe” la radiazione EM come quantificato nella tabella, senza che questa radiazione possa raggiungere i polmoni o altri organi interni del corpo.

Infatti, considerando che la superficie dei polmoni si trova qualche centimetro al disotto della superficie del corpo e che già a 5 millimetri di profondità le potenze EM residue (vedi tabella) sono pari a frazioni di milionesimi per i 30 GHz e a frazioni di miliardesimi per i 60 GHz, non sembra possibile alcuna interazione significativa tra le onde e gli alveoli polmonari.

A queste considerazioni si aggiunga il fatto che le onde millimetriche nei 5G sono impiegate per trasmettere dati dal tronco di una fibra ottica, tipicamente interrato sotto la strada, agli edifici circostanti e, quindi, hanno potenze di trasmissione estremamente ridotte, sia perché una potenza maggiore non servirebbe, sia perché disturberebbe le altre antenne 5G vicine.

Conclusione

In base alle considerazioni fatte si può ragionevolmente concludere che le onde millimetriche, incluse quelle del 5G, non potendo penetrare significativamente all’interno del corpo umano, non possono interagire con gli organi interni al corpo stesso, polmoni compresi, presentando, al livello degli organi interni, una potenza EM praticamente nulla.

 

 

 

 

Appendice

In Appendice è mostrato l’andamento della potenza in funzione della profondità di penetrazione, sia a 30 GHz (curva rossa) che a 60 GHz(curva blu). La profondità è indicata in millimetri (mm) sull’asse orizzontale.

 

 


[1] Le espressioni impiegate per i calcoli sono state tratte dal testo classico “Campi e onde nell’elettronica delle comunicazioni” (di Ramo-Winnery-Van Duzer Franco Angeli Ed. 2° ed 1980), mentre le caratteristiche elettriche e magnetiche della pelle umana (conducibilità e permeabilità magnetica) sono state tratte dallo studio “The dielectricproperties of biologicaltissues” I, II e III, di Gabriel S., Lau R. W. and Gabriel C, liberamente disponibile in rete.

[2]Human Skinas Arrays of HelicalAntennas in the Millimeter and SubmillimeterWaveRange” PhisicalReviewLetters del 28 Marzo 2008, by Yuri Feldman, Alexander Puzenko, Paul Ben Ishai, Andreas Caduff e Aharon J. Agranat - HebrewUniversity of Jerusalem-

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