Ottavia Nigris Cosattini, rappresentante legale dell'Associazione Culturale G.G. International, lavora da molti anni come organizzatrice di eventi e collabora come free lance in numerose realtà culturali, come Fattore K, Compagnia LABit, Trasformatorio, IF Animazione.
Con un passato di attrice teatrale e un presente di organizzatrice di eventi, in sinergia con le sue esperienze formative, realizza eventi a sostegno della sostenibilità e della consapevolezza.
Incontriamo Ottavia in occasione della proiezione romana, in programma domenica 4 marzo al Teatro Quirinetta, del suo ultimo lavoro: un docu-film dal titolo “LUPO NERO, LUPO BIANCO”, che mostra i risultati del Permacul-Tour, realizzato nel 2016 dalla stessa Ottavia, con la preziosa collaborazione dei suoi fratelli, Olimpia e Giovanni Nigris Cosattini, allo scopo di raccontare la realtà del Gruppo Permacultura Sicilia.
Dal teatro alla permacultura, come è nata l’idea di questo docu-film?
Ho organizzato una residenza per artisti internazionali nel 2012 in Sicilia, sul tema della sostenibilità dell'arte. In quell'occasione sono venuta in contatto con alcuni esponenti del Gruppo Permacultura Sicilia e lì ho scoperto cosa fosse la permacultura. Innamorata dei loro racconti, del loro modo di vivere, ho deciso di trascorrere del tempo per capire meglio come funzionava questo gruppo, questa rete. Dopo svariati anni in cui insistevo con Peppe Arena, che sarebbe stato poi la nostra guida per questo viaggio, che 'qualcuno' avrebbe dovuto raccontare le cose belle che stavano succedendo in Sicilia, Peppe mi rispose: "Ma se aspetti che qualcun altro faccia le cose in cui credi tu, non succederanno mai. Perché non lo fai tu?"... e così è nato il progetto. Nonostante io non sia una documentarista di professione, ho deciso di buttarmi in questa avventura, proprio come un 'atto politico', inteso come lo sforzo di fare qualcosa che possa aiutare a cambiare lo stato di cose attuali. Ho deciso di autoprodurlo con i miei risparmi, di coinvolgere mia sorella Olimpia, come cameraman, e mio fratello Giovanni, come supporto alla logistica. Mi piaceva il fatto che tre fratelli friulani andassero fino in Sicilia a scoprirne le eccellenze. Ho lavorato più di un anno al montaggio, non potendomi permettere un montatore esterno, e poi ho chiesto supporto a Sarah Farmad per l'editing finale e a Michele Saldarella per il montaggio audio.
Perché proprio la Sicilia?
Un omaggio prima di tutto ai siciliani che mi hanno fatto scoprire questo meraviglioso mondo della permacultura. E poi perché effettivamente il gruppo permacultura Sicilia è davvero un'eccellenza sotto tutti i punti di vista. Esistono altri gruppi in Italia, ma nessuno è riuscito a creare una rete così unita e produttiva. Non solo parte della loro economia si fonda sul baratto (non solo di beni, ma anche di conoscenze), ma hanno istituito un weekend al mese (l'ultimo weekend del mese) in cui si svolge il mutuo aiuto, ogni volta in un luogo diverso della rete, per supportare e aiutare quel progetto a realizzare strutture, a progettare lo spazio, o fare quei lavori pesanti che da soli sarebbero impossibili. Un senso di collettività assolutamente ammirevole, un vero esempio di reciproco supporto che sarebbe meraviglioso poter replicare in altre regioni.
C’è una frase o un incontro che ti ha colpito in modo particolare?
Abbiamo visitato solo alcune delle realtà siciliane che praticano permacultura, per questioni di tempo e di economie. Nel mio docu-film quindi emergono circa 20 realtà, ma ne esistono ad oggi in Sicilia più di 400 e veramente ognuna di queste è meritevole d'attenzione per il lavoro che sta portando avanti. La progettazione sistematica di Saja, a Paternò, il progetto di aridocoltura al Giardino delle Belle a Butera, il progetto della Biotaverna a Montelepre, e il bellissimo progetto di permacultura sociale e con i bambini di A.P.E. (Aula Permanente di Ecologia), sono solo alcuni degli incontri che mi hanno riempito il cuore per la passione e l'amore che mettono nel loro progetto. Direi che è la somma di questi progetti ambiziosi e rispettosi della terra e delle persone che mi ha colpito infinitamente.
Ma se devo scegliere una cosa in particolare, è stato l'incontro con i bambini della rete: i bambini cresciuti in queste realtà (ma anche gli avventori dei corsi e i conoscenti) hanno un approccio alla vita davvero ammirevole: sono bambini molto sicuri di sé, che hanno un rispetto e una predisposizione alle buone pratiche, che non hanno bisogno della televisione per intrattenersi, a cui, come una volta, basta un giardino e la buona compagnia per stare bene.
Cosa ti è rimasto più impresso di questo viaggio?
I sorrisi. Il buon umore. La leggerezza con cui tutte queste persone affrontano le problematiche quotidiane. Aspetto che ho cercato di inserire nel film. E che non è da sottovalutare. Nel senso che tutti loro affrontano quotidianamente gli stessi problemi che affrontano tutti gli altri, ma con uno spirito diverso, con una serenità, quella serenità gliela si legge negli occhi, come di qualcuno che ha trovato la sua propria dimensione nel rispetto del mondo che lo circonda, al di là dei problemi che possono sorgere.
Credo che le etiche della permacultura (rispetto e cura della terra, rispetto e cura delle persone e condivisione del surplus) siano le linee guida di un "vivere meglio" che tutti quanti ricerchiamo.
Quali sono i messaggi racchiusi nel docu-film?
Il docu-film vuole far vedere che esiste un'alternativa: esiste un modo di vivere diverso dal sistema vigente da cui ci sentiamo schiacciati, esiste un modo di rapportarsi agli altri basato sulla fiducia e sull'etica, esiste un modo di vivere con gli altri che non sia competitivo, ma basato sulla condivisione. E tutto questo volevo farlo vedere, altrimenti si può pensare sia un mondo impossibile o troppo lontano dalla realtà. Invece il mio viaggio serve per far vedere alle persone che non solo è possibile, ma sta già succedendo.
Le tematiche fondamentali sono la consapevolezza personale, il consumo critico/consapevole, la riduzione dei consumi, l'economia positiva e sostenibile, il cibo come rivoluzione sociale. Dal punto di vista più filosofico, il messaggio principale si rifà all'unica legge della permacultura: prenditi la tua responsabilità. Sii cosciente che ogni tua azione ha un peso sul mondo e sulla società. Scegli bene che azioni vuoi intraprendere, perché ognuno di noi ha un ruolo in questo mondo. Più responsabilità ti prenderai nei confronti di te stesso e del mondo che ti circonda, più sarai libero di agire consapevolmente. Il concetto di libertà e di responsabilità sono strettamente connessi.
Qual è, secondo te, il primo passo da compiere per andare verso un vero cambiamento?
Il primo passo in assoluto è quello di avere il coraggio di guardarsi dentro. Attualmente viviamo in mondo in cui è molto facile giudicare e criticare l'altro, ma quasi impossibile fare una vera analisi di noi stessi. Siamo troppo abituati a delegare a qualcun altro le sorti della nostra esistenza e non diamo importanza invece a quello
|
Ottavia Nigris Cosattini |
che potremmo fare noi per cambiare quello che non ci piace.
La transizione non vuole essere un cambiamento repentino nelle abitudini (i cambiamenti troppo rapidi non sono duraturi), vuole essere un incamminarsi verso una direzione di rispetto e sostenibilità. Credo sia importante cominciare solo osservando le nostre abitudini quotidiane, per capire cosa riusciamo a cambiare subito (lasciare le luci accese inutilmente, sprecare l'acqua, buttare il cibo avanzato), cose semplici che richiedono solo la nostra attenzione. Poi si può passare a gesti più impegnativi, come cambiare le abitudini mentali e pratiche (stare attenti a dove spendiamo i nostri soldi, a dove facciamo la spesa, a quale economia stiamo alimentando con i nostri soldi; fare attenzione a che tipo di comunicazione abbiamo con gli altri: siamo aggressivi, presuntuosi, abbiamo una comunicazione violenta verso il prossimo? non solo di persona, ma anche sui social che ci rappresentano; preferire i mezzi pubblici alla macchina....).
Mi permetto di citare San Francesco senza riferimenti religiosi: "Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile."
Avete già fatto un tour di proiezioni in Sicilia, com’è stato accolto?
E' stata un'esperienza incredibile. L'accoglienza che ho ricevuto è stata sorprendente, sono stata accolta come una persona di famiglia.
Le proiezioni sono state fatte nei luoghi più disparati, dal cinema del comune, ad associazioni e anche dentro casa delle persone che mi avevano invitato: in tutte le occasioni è stata una sorpresa, non solo la conoscenza ogni volta di persone nuove, interessate e impegnate e capire quindi che la permacultura si sta diffondendo a macchia d'olio, ma anche lo stupore di molti che una ragazza friulana era riuscita a raccontare la Sicilia, con tanta passione e affetto. In molti mi hanno detto: "Dovevamo aspettare te dal Friuli per conoscere quanto è bella la nostra terra e quanto sono forti i siciliani". Ma forse solo un occhio esterno poteva dare voce a un movimento autogestito e partito dal basso.
Dopo Roma, avete in programma altre proiezioni?
Per ora abbiamo confermato il 22 Marzo a Udine, al cinema Visionario. Il 26 Marzo a Milano, alla Cascina Torchiera. Ma in previsione anche Perugia, Napoli, Firenze...
Progetti futuri?
L'anno scorso ho avuto l'occasione di essere coinvolta in un progetto di cooperazione internazionale per gli aiuti al popolo Saharawi, popolo segregato nel deserto dell'Algeria dopo l'invasione del Marocco negli anni '70. Sono più di 40 anni che vivono nei campi per rifugiati senza poter tornare nella propria terra. Il prossimo documentario sarà su di loro.
Appuntamento quindi al Teatro Quirinetta di Roma, il 4 marzo, a partire dalle ore 18, per la proiezione del docu-film “LUPO NERO, LUPO BIANCO – Viaggio nel gruppo Permacultura Sicilia”, con l’intervento dei rappresentanti di gruppi e associazioni locali e nazionali, degustazione di prodotti siciliani e non, percorso didattico nell'orto biologico e nel Playground per i più piccoli e, per finire, concerto live del gruppo VERROSPIA. L’ingresso è libero. Non mancate!