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No a una transizione energetica di facciata con soldi pubblici!
12 maggio 2021 - Extinction Rebellion Italia (XR) presidia l'assemblea degli azionisti di ENI per chiedere al Governo di cessare la connivenza con il cane a sei zampe, principale responsabile italiano delle emissioni di gas serra e del collasso climatico ed ecologico. Molte le manifestazioni di protesta: a Roma, per “far rumore" e pretendere dagli azionisti l'eliminazione definitiva delle fonti fossili dai piani energetici di ENI, a Ravenna per denunciare l'ipocrisia green malcelata dietro il progetto di ENI per la cattura e lo stoccaggio della CO 2 a largo della costa ravennate Mobilitazioni anche a Milano, Napoli e in altre città italiane.Schierati, accanto a XR, cittadini e attivisti dei maggiori schieramenti ecologisti locali, nazionali e internazionali tra cui GreenPeace, Fridays for Future e Rise Up for Climate Justice.
I progetti pilota sul CCS nel mondo raccontano una tecnologia con una grossa inefficienza nella cattura, molto costosa, non consolidata, energivora e che perpetua lo sfruttamento dei pozzi e del fossile denunzia Extinction Rebellion Italia.
Un dato su tutti: un fronte delle attuali 400 milioni di tonnellate di CO 2 emesse all'anno dall'Italia, ENI prevede di stoccare 7 milioni di tonnellate di CO 2 all'anno sotto il mare di Ravenna entro il 2030 e 50 milioni di tonnellate all'anno entro il 2050, per una capacità complessiva di stoccaggio del sito fino a 300-500 milioni di tonnellate di CO 2 .
ENI stima un costo di circa due miliardi di euro per il CCS ravennate e i finanziamenti pubblici per realizzarlo. L'Ente Nazionale Idrocarburi è partecipato al 30% dalla Cassa Depositi e Prestiti (controllato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze), di fatto è sostenuto dal settore pubblico italiano, con i soldi di tutti. Questo impone scelte collettive e condivise su come attuare una reale transizione energetica e abbandonare il vigente sistema tossico della fossile.
Ravenna, manifestazione nazionale"Il futuro non si (s) tocca! - CCS |
Per gli ambientalisti il Governo deve rispondere al mandato costituzionale che impone di proteggere la salute della popolazione, fare scelte coraggiose e introdurre le assemblee dei cittadini, reale strumento di democrazia deliberativa su questioni che, come il CCS, riguardano il benessere e il futuro di tutti. Sulla base delle migliori evidenze scientifiche, la proposta è di far deliberare a future assemblee le strategie ei percorsi da attuare per trasformare la società in chiave di neutralità di emissioni e rispetto dei sistemi ecologici, in equità con tutti gli esseri viventi. La richiesta al Governo è di agire ora, di dire la verità, di andare oltre la politica.