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La crisi climatica mette in disaccordo gli scienziati ma le energie pulite sono il futuro che ci aspetta?

By Lisa Biasci May 23, 2023 711

 C'è chi afferma le posizioni a favore del surriscaldamento globale e chi minimizza o nega il cambiamento climatico ma la corsa per le energie pulite è partita anche se il green, oggi, è di moda. 

 

Ormai il cambiamento climatico è l'argomento più al centro della nostra informazione e delle nostre vite. 

I fatti avvenuti di recente nella nostra Emilia Romagna, ci dicono alcune cose che sembrano distanti tra di loro ma forse facce diverse della stessa medaglia. Una prima tesi, sostiene che siamo davanti a fenomeni irreversibili a cui possiamo rispondere con una vera transizione ecologica che è energetica prima di tutto. 

Oppure, tesi che minimizzano il cambiamento climatico e per i fatti della Romagna, adducono che la causa principale che ha colpito quella terra siano lavori di manutenzione di argini, fossi e fiumi che sono mancati. Parola del fisico Franco Prodi, professore accademico, fratello di un presidente del consiglio, dirigente del Cnr a 30 anni e una carriera spesa tra cattedre e istituzioni prestigiose. E' incontro esperto di microclima e in particolare della formazione di nubi. 

Vediamo il contesto degli esperti e partiamo da qui: gli scienziati che sostengono che le temperature stanno aumentando, sono tanti nella comunità scientifica internazionale. Non me ne vogliano gli esclusi, ma tra di loro ci sono voci altrettanto prestigiose. 

Citiamo tra tutte, la voce di Guido Visconti, fisico, coetaneo di Prodi che come lui ha studiato nel centro meteorologico di Boulder in Colorado. Visconti è anche un accedemico dei Lincei e afferma che “le prove sono schiaccianti: non ci sono dubbi che è in corso un riscaldamento senza precedenti per velocità, e che è responsabilità dell'uomo”. ("Clima estremo: un'introduzione al tempo che ci spetta" di Guido Visconti). 

Coloro che sostengono le tesi della crisi climatica, sostengono le politiche della decarbonizzazione prima di tutto. La questione dei combustibili fossili e delle emissioni non può essere ignorata, insomma. Dobbiamo limitare il livello totale delle emissioni di anidride carbonica, anche con una carbon tax che impone un prezzo alto alle tonnellate di carbonio, seguendo ad esempio il prezzo della Svezia che è quello di 100 dollari a tonnellata. 

E investire ed acquistare fonti rinnovabili elettriche, termiche, solari ed eoliche, cioè tutte energie pulite affinché queste energie possano sostituire le altre. 

Decarbonizzare significa eliminazione dei combustibili fossili da tutti gli usi industriali e sociali, con la sostituzione di bio-metano, di idrogeno verde e il resto sarà tutto prodotto con l'energia elettrica. 

Significa anche rendere i prezzi delle energie rinnovabili, competitivi, alla portata di tutti, soprattutto il fotovoltaico. Ma non solo.

Nell'edilizia, ad esempio, il futuro delle nostre abitazioni saranno gli edifici NZEB, edifici a consumo di energia quasi a 0. Case più isolate, finestre efficienti, ricambi d'aria, cercando di recuperare l'aria dall'interno verso l' esterno. La tecnologia interna per riscaldarci nel futuro delle nostre case sarà la pompa di calore, probabilmente.

E poi, esempi virtuosi, per superare la crisi idriche, per fare un esempio, vediamo il caso emblematico di Barcellona, ​​con la creazione di pozze d'acqua, di veri parcheggi di serbatoio idrico.

 Nella comunità scientifica non tutti sono assertori della decarbonizzazione a ogni costo. Il professore Franco Prodi è invece di parere diverso. Più volte nelle sue interviste ai media, afferma che il “cambiamento climatico richiede adattamento e non panico”. Rifiuta l'approccio catastrofista, il pensiero unico delle Nazioni Unite. “L'aumento delle temperature non è in discussione. Ma prima di tutto bisogna pensare che il cambiamento è connaturato al clima. Ci sono ragioni astrofisiche e astronomiche, oltre a quelle atmosferiche…” (IL FOGLIO, intervista del 1 novembre 2021). 

Il professore cita un esempio. Se lei pensa che le alluvioni, gli eventi estremi, siano in aumento e per questa ragione decidono di alzare il livello degli argini dei fiumi, fa un intervento che comporta certi costi. Se invece decidi di investire sulla salvaguardia dell'ambiente intero fa altri interventi”. Il professore insomma non accetta una visione troppo appiattita sulla Co2 e avanza il sospetto che le transizioni troppo rapide possano provocare scossoni al sistema economico, con effetti drammatici a livello sociale. Ci sono delle strade che possono essere percorse, anche quelle delle energie rinnovabili (che pure hanno dei costi e dei limiti) ma tenendo sempre conto delle conseguenze di ogni decisione. 

Sul clima, insomma la prospettiva è complessa ma va aggiornata. Le posizioni possono essere diverse, si può essere più o meno d'accordo o rinnegare il tutto, ma il tema “ cambiamento climatico”, la discussione sulle soluzioni, la transizione ecologica verso le energie alternative, o meno, sono tutte domande che non possono finire in secondo piano perché presuppongono ingenti costi economici e sociali da cui non si scappa.

Perché se il clima planetario è in evoluzione è pur vero che l'uomo moderno e contemporaneo “può fare bene per il suo bene”.

 

 

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Last modified on Tuesday, 23 May 2023 20:07
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