L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Cultural Events (233)

    Marzia Carocci

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Il X Agosto, la 14esima edizione della Notte coi Poeti della Letture d’estate a Villa Edera, ha registrato un altro grande successo.

Un incontro annuale di Poeti, tra i piú sensibili della Sardegna, ma anche di oltremare. Un appuntamento fisso, coordinato da Neria De Giovanni , tra poesia e musica. Quest’anno, come le passate edizioni, ha aperto e puntellato la serata con  brani musicali  Antonello Colledanchise in duo con Susanna Carboni  e Saphira Cabula alle percussioni, davanti ad un pubblico di Poeti, musicisti, pittori e amici degli artisti.

Lo scrittore algherese Antoni Canu ("un ragazzo di 97 anni"…) ha aperto la carovana di poeti che, presentati da Neria De Giovanni, si sono avvicendati al microfono mixato da Ivan Perella: Margherita Lendini, Laura Cannas, Maria Piras, Rosanna Fadda, Sandra Manca, Maria Antonietta Manca, Antonio Maria Masia, Maria Teresa Tedde, Teresa Anna Coni, Bianca Maria Ginesu,Tiziana Meloni, Gianfranca Piras, Raffaele Ciminelli, Giuseppina Palo, Roberto Barbieri, Maria Antonietta Pirigheddu e Monica Tronci.

L’intera serata è stata dedicata  al ricordo di Sergio Bolgeri, a cinque anni dalla sua scomparsa. Artista poliedrico aveva sempre partecipato alla Notte coi poeti, autore anche di due preziose sillogi con Nemapress edizioni. Al centro dell’evento un ritratto di Bolgeri opera della pittrice Maria Filomena Mura, sua grande amica che ha letto alcune poesie inedite. Anche Giovanni Corbia, curatore dell’ultima mostra internazionale di Sergio Bolgeri, ha letto alcuni brevi versi inediti dell’artista e a sorpresa come Presidente della Biennale del Mediterraneo ha fatto un importante annuncio. A Sergio Bolgeri è stato assegnato il Premio Biennale Paolo Pulina nella sez. Artisti storicizzati, manifestazione che fa parte degli eventi della Biennale d’Arte di Roma e del Mediterraneo, Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il premio verrà consegnato nel mese di ottobre in occasione di una mostra antologica delle opere di Sergio Bolgeri che si terrà ad Alghero sempre a cura di Giovanni Corbia. 

 vista dello studiolo di Francesco I° De' Medici

Un  uomo è libero nel  momento in cui desidera esserlo.”-  Voltaire


Firenze, la culla del Rinascimento, è un libro di storia a cielo aperto dove ogni vicolo, ogni piazza e ogni palazzo racconta una storia. Ma cosa succede quando si va oltre la facciata splendente, oltre le opere d'arte che tutti conosciamo? Se si gratta la superficie dorata, si scopre una Firenze più segreta, fatta di passaggi nascosti, simboli esoterici e intrighi che hanno segnato la vita dei suoi abitanti più potenti.
È qui, tra le mura del maestoso Palazzo Vecchio, che si nasconde una delle curiosità più affascinanti e misteriose della città: il passaggio segreto di Francesco I de' Medici, un tunnel che sembra uscito da una spy-story rinascimentale.
Francesco I de' Medici (1541-1587), secondo Granduca di Toscana, non aveva l'animo del politico né la tempra del condottiero. A differenza del padre, Cosimo I, che governò con pugno di ferro, Francesco era un uomo solitario e introverso, un intellettuale affascinato dall'alchimia e dalle scienze naturali. Mentre il mondo si aspettava che governasse, lui passava invece le sue giornate a Palazzo Vecchio, non nei saloni di rappresentanza, dove in realtà doveva essere, ma in un luogo intimo e riservato. Questo luogo, al quale si accedeva attraverso un percorso segreto, era il suo Studiolo, il cuore pulsante delle sue passioni, la zona dove poteva in libertà lavorare ai propri interessi e piaceri.
Progettato da Giorgio Vasari, lo Studiolo non era un semplice ufficio, ma una vera e propria "camera delle meraviglie" rinascimentale. Era un piccolo ambiente rettangolare e senza finestre, le cui pareti erano decorate con dipinti che nascondevano un profondo significato simbolico, con riferimenti ai quattro elementi: Terra, Aria, Acqua e Fuoco. Sotto ciascun dipinto, si trovavano armadietti che custodivano gli oggetti più rari e preziosi della sua collezione: minerali rari, gemme preziose, strumenti scientifici e ampolle da alchimista.
Il Granduca fece realizzare quel passaggio segreto proprio per accedere a quel tempio della conoscenza. Più che un semplice corridoio, era lo specchio della sua anima, la confort zone dove si sentiva se stesso, un modo per isolarsi dalla corte e dedicarsi indisturbato alle proprie passioni. Questo passaggio gli garantiva la riservatezza assoluta e gli permetteva di muoversi tra i suoi appartamenti e il laboratorio senza essere visto, proteggendo così i suoi esperimenti di alchimia, una disciplina che all'epoca era vista con sospetto e circondata da un alone di mistero.
Si racconta che questo percorso venisse utilizzato anche per ricevere ospiti particolari o per incontri privati, evitando le rigide formalità di corte, e forse anche per i suoi incontri amorosi prima  con la sua amante, e poi seconda moglie, Bianca Cappello.
La storia di questo passaggio non è solo un aneddoto affascinante, ma una chiave per comprendere un Granduca che, pur essendo al centro del potere, cercava la solitudine e preferiva il silenzio di un laboratorio al clamore di una sala del trono.
Francesco I de' Medici era un uomo di passioni, che viveva per i suoi interessi più che per il potere. Nonostante abbia promosso grandi progetti per Firenze, come l'ampliamento del porto di Livorno e la creazione della Galleria degli Uffizi, non riuscì a farsi amare mai dal popolo. Rimase nella memoria dei suoi sudditi soprattutto per la sua natura schiva, solitaria, per  le sue manie e per essere ossessionato dai suoi studi di alchimia, piuttosto che per le sue opere da mecenate.

Conclusione personale:
"Ogni uomo e donna ha nel cuore sogni e desideri. In alcuni periodi storici, luoghi o contesti familiari non era permessa la libertà individuale. Tuttavia, se veramente desiderata, questa libertà emerge in qualche modo, perché è un bene sacro per ogni essere umano."

 


    Andrea Scanzi
Quattro giorni nel quartiere Isolotto di Firenze all’insegna di una cultura che parla e che si fa ascoltare e capire


La "Gaberiana", condotta da Andrea Scanzi, è un progetto dedicato a Giorgio Gaber, uno dei più grandi cantautori e intellettuali italiani. Andrea Scanzi, noto giornalista e scrittore, ha spesso parlato e scritto molto su Gaber, celebrandone l’opera e il pensiero.
La "Gaberiana" nasce come una serie di serate di approfondimento che analizzano e condividono il patrimonio artistico, culturale, politico e informativo. Durante gli eventi, personaggi di spicco si confrontano sotto la guida di Scanzi, aprendo spazi a pensieri, ricordi, aneddoti e progetti futuri. Le serate hanno riscosso un grande successo, attirando fino a oltre 3000 spettatori ogni sera in piazza.
L’evento fa parte dell’estate culturale fiorentina, una rassegna multidisciplinare promossa dal Comune di Firenze, che si svolge dal primo giugno al 30 settembre. Questa iniziativa mira a offrire un’ampia varietà di proposte culturali, coinvolgendo cittadini e visitatori in un percorso di scoperta e riflessione.

La prima serata si è aperta con i saluti della Sindaca Sara Funaro e del Presidente del Quartiere 4, Mirko Dormentoni. Nel corso delle serate si sono alternati ospiti di grande calibro, tra cui Fabrizio Gifuni, Setak accompagnato da Massimo Germini, il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri (premiato con il riconoscimento "La Gaberiana 2025"), Corrado Formigli, Amara con Jacopo Carlini, Stefano Massini, Alessandro Di Battista, Niccolò Fabi, Marco Giallini, Luca Sommi, Syria con Tony Pujia e Samuele Bersani, anch’egli premiato con "La Gaberiana 2025" nella sezione musica.
Ognuno di loro ha senza dubbio regalato qualcosa per emozione, riflessione, discussione. Ognuno di loro è stato libero di essere ciò che è senza tagli alle risposte, senza condizionamento alcuno, senza compromesso di pensiero e di parola e forse proprio questo, ecco la giusta la meritocrazia di tanto successo. La libertà di parola, di condivisione non deve temere restrizioni in un mondo libero e civile. Abbiamo sentito idee politiche, abbiamo ascoltato musica, progetti, abbiamo sentito emozione e commozione. Chi ha apportato idee, chi si è lamentato di un sistema, chi attraverso la musica e le parole ci accompagnato nel caldo di un’ estate fiorentina ricca di phatos. E come dimenticare le risate fra gli aneddoti di un Giallini sempre più simile a un Rocco Schiavone amato da tutti noi?
Il merito alla riuscita di questo progetto, va principalmente all’intelligenza, alla preparazione e allo stile di Andrea Scanzi, che ha saputo condurre gli incontri con grande empatia, creando un’atmosfera di confronto aperto e rilassato. Gli ospiti, tra attori, cantautori, politici e giornalisti, si sono sentiti a loro agio, portando se stessi e condividendo le proprie esperienze. È stato un vero e proprio talk show all’aperto, capace di coinvolgere e appassionare il pubblico.

L’organizzazione è stata impeccabile, nonostante la grande affluenza di pubblico. Gli ospiti hanno dimostrato grande disponibilità e spontaneità, portando in scena se stessi senza filtri. Attori di grande talento, cantautori, politici e giornalisti che si sono lasciati andare a risposte sincere e a momenti di autentico confronto.
La Gaberiana, giunta alla sua terza edizione, ha confermato il suo grande successo, dimostrando che con intelligenza, creatività e la scelta dei personaggi giusti si può realizzare un evento capace di coinvolgere e interessare la massa: persone comuni, di ogni ceto e condizione. Un plauso speciale va senza dubbio ad Andrea Scanzi, che non è solo un giornalista, uno scrittore e un opinionista, ma anche un uomo che guarda oltre, che conosce le risposte prima ancora di porre le domande grazie a una profonda preparazione e conoscenza. Grazie al suo essere eclettico e curioso, Scanzi si distingue in un panorama culturale spesso piatto, sterile e superficiale.
 Marzia Carocci con Marco Giallini

Cosa augurare a questo tipo di evento? che possa arrivare alla centesima edizione, crescendo sempre di più in successo, attenzione e ascolto da parte di un pubblico ormai stanco di un nulla che chiude le menti.   

 Festa grande ieri pomeriggio presso la sede delle associazioni regionali di Roma (UnAR) in via Ulisse Aldrovandi. L’ occasione è stata data dal concerto tenuto dal Maestro Massimo Cappello e dal Maestro Raul Dousset da Buenos Aires per la fine delle attività dell’UnAR  con riferimento alla pausa estiva.

Il M° Massimo Cappello, salentino, straordinario pianista, mattatore indiscusso della serata, con i suoi irresistibili brani  ha guidato gli ospiti in un affascinante viaggio musicale dal titolo Souvenirs de Voyage - Pianist’s Concert: un itinerario che ha spaziato da  Mosca a New York, passando per Roma e Parigi, attraverso musiche che hanno segnato epoche e sentimenti in un intreccio di cinema, emozione e virtuosismo.

L’ampio repertorio ha ricompreso brani di varie epoche, stili e generi musicali fortemente coinvolgenti, molti dei quali noti al grande pubblico e capaci di risvegliare  ricordi e rinnovare il rapporto empatico ed emotivo tra gli artisti e il pubblico. Dai grandi compositori del passato fino alle colonne sonore, alla musica tradizionale. Souvenir de Voyage  è stato un ideale viaggio dal passato al pre­sente.

Il concerto è stato organizzato dall’associazione musicale Mozart, il Gremio dei Sardi, l’Associazione dei Pugliesi, la Società Umanitaria, il Fogolar Furlan e il il CSS, finale con buffet e "scoppiettante" brindisi con la  la simpatica e coinvolgente presentatrice,  professoressa Irene Venturo, presidente dell’Associazione dei Pugliesi a Roma. Nutrita la presenza dei rappresentanti delle altre regioni italiane.

 

 

 

 

Sabato 14 giugno si è svolta la cerimonia di premiazione dell’XI edizione del Premio Internazionale Letterario e d’Arte Nuovi Occhi Sul Mugello. Questo prestigioso concorso, ideato e organizzato dalla Presidente Annamaria Pecoraro, nasce con l’obiettivo di valorizzare il territorio e le risorse della terra del Mugello, oltre a sostenere e aiutare alcune realtà locali particolarmente bisognose.

Quest’anno, il premio ha avuto il piacere di supportare la Casina Aps, un’associazione fondata nel 2023, composta da famiglie volontarie che accolgono persone con disabilità all’interno del proprio nucleo familiare.

Il Premio non si limita a essere un contenitore di racconti, poesie e dipinti da valutare, ma assume anche un forte valore sociale. L’instancabile Annamaria Pecoraro riesce ogni volta a rendere questa manifestazione un fiore all’occhiello del Mugello, attraverso iniziative benefiche e solidali che contribuiscono a rendere questa terra ancora più speciale.

Inoltre, fra tanti partecipanti alle varie arti presenti nel bando, sono stati premiati numerosi giovani under 18, dimostrando come il talento e la creatività possano essere coltivati fin dalla giovane età, portando avanti con entusiasmo e passione il patrimonio culturale e artistico del territorio. 

Durante la cerimonia, è stato inoltre consegnato il Premio alla Carriera a Daniela Morozzi, attrice di televisione, cinema e teatro. Donna molto impegnata nel settore sociale, Daniela dà voce agli emarginati, affronta il problema dell’immigrazione, si dedica alle donne, agli anziani, alla legalità e ad altre tematiche di grande rilevanza. È anche testimonial per diverse campagne solidali. Inoltre, Daniela Morozzi, si impegna attivamente sul tema del fine vita. I suoi spettacoli sono rappresentazioni che invitano alla riflessione, all’attenzione e alla comprensione di quanto il nostro vivere quotidiano possa essere spesso sordo di fronte alle problematiche sociali.La giuria ha lavorato attentamente nel giudizio di tutte le sezioni: poesie, racconti, dipinti e tutto quanto è arrivato. Le opere presentate sono state valutate con cura, e sono state apprezzate poesie bellissime, racconti emozionali, disegni e dipinti molto interessanti. La presidente di giuria è stata la prof.ssa Marilisa Cantini, che da anni svolge questo incarico con grande attenzione e dedizione. Le poesie, i racconti e le chiamate sul palco del bellissimo Teatro Rossini sono state curate dalla conduttrice radiofonica Roberta Calce, che da 10 anni dà voce e professionalità a questo concorso. È stata una giornata ricca di valore, emozione e attenzione da parte di un pubblico che ha seguito con grande interesse fino all’ultimo momento. Un plauso va sopratutto  a chi con amore e impegno costante continua a portare avanti un Premio che ha all’interno un cuore pulsante; quello di Annamaria Pecoraro.

                                                                                                   

 Alfredo Savini, Accompagnando le reti, 1904, olio
su tela, 121 x 145 cm, Fondazione Cariverona

Pur condividendo quanto asserito da Benedetto Croce  in merito al “giudizio dell’arte” che, pur prendendo le mosse dalla  “ingenua impressione”, non dovrebbe mai esaurirsi “nelle cosiddette prime impressioni”, è impossibile negare che, nella contemplazione estetica, siano quest’ultime, di fatto, ad

 Alfredo Savini, Albori primaverili, s.d., olio su cartone,
69 x 62 cm, collezione privata

infiammarci, a prenderci per mano, oppure a respingerci con più o meno forte vigore.

E le prime impressioni, a volte, sono quelle che più di ogni altra cosa importano, quelle che, senza mediazioni filtranti (e a volte annebbianti), riescono a farci entrare in subitaneo contatto con l’oggetto del conoscere.

Per quanto mi riguarda, impressioni sorprendentemente belle mi sono cadute addosso nella recente visita al bolognese Museo dell’Ottocento*, grazie alla  Mostra dedicata ai tre pittori della cosiddetta Dinastia Savini**, passando dagli ameni paesaggi dell’arcadicheggiante Giacomo (1768-1842) alle scene neo-pompeiane e alle sognanti figure femminili di Alfonso (1838-1908), per approdare, infine, con inaspettata gioia, alle numerose opere ritrattistiche e paesaggistiche di Alfredo (1868-1924).

Di quest’ultimo, nella cui poetica si mescolano influssi molteplici dall’ evidente respiro europeo (da Segantini a Mucha, da Pellizza da Volpedo a Klimt, da Millet a BÖcklin), ho molto apprezzato, sopra ad ogni altra cosa, la delicata attenzione alla quotidianità del vivere, particolarmente tangibile in quadri come Accompagnando le reti del 1904 e Lavandaie di vent’anni dopo.

Davvero felici, soprattutto, le opere in cui bambine e giovani donne si trovano calate in contesti bucolici, abbracciate da una flora agreste gaiamente colorata.

Ci sono, nelle esperienze degli uomini, - scrive Giovanni Papini - ubriachezze, ebbrezze, pazzie, estasi di più gradi e nature. Tra quelle di origine terrestre – cioè tralasciando i rapimenti dei mistici e le illuminazioni dei beati – nessuna, forse, avvicina l’anima umana all’anima dell’universo quanto l’esaltazione totale che solleva una creatura sensibile in mezzo alla natura in fiore, in alto, vicino al cielo, in un tacito e solitario mattino di primavera.” (G.Papini, Figure umane, Vallecchi, Firenze 1940, p. 200)

 Alfredo Savini, Bambina con pecore (serie Sole ed ombra),
1897 ca., olio su tela, 116x150 cm, MAMbo

 Le saviniane creature sensibili non saranno forse immerse in simile condizione di panica osmosi, ma di certo, credo, ben sintonizzate con l’anima dell’universo.

 Alfredo, ci rivela la figlia Laura, amava conversare con i pescatori dell’amatissimo lago di Garda, con i genuini figli del popolo, in quanto portatori di una nobile ed austera dignità. “Signorilità e umiltà - ci dice - si fondevano assieme in lui che, schivo di onori, preferì vivere nell’ombra lontano dal fasto e dalla ricchezza, convinto che nella vita semplice consiste il vero valore dell’esistenza.”

Di lui, l’allievo Antonio Nardi, in una lettera scritta dopo la sua morte, ci lascerà un suggestivo quanto toccante ritratto, definendolo “maestro saggio” capace di aprire “l’intima vita degli spiriti”, come “il raggio tiepido, ma senza violenza, del sole, schiude i fiori e li colora delle più graziose sfumature”.

Insomma, la Mostra è un vero piccolo scrigno di scoperte e di gemme rare, curata con intelligenza e con gusto raffinato. Elegante nella veste grafica e ricco di sostanza contenutistica anche l’ottimo Catalogo a cura di Francesca Sinigaglia e Ilaria Chia.

 

 Alfredo Savini, Lavandaie, 1924, olio su tela,
110 x 92,5 cm, Fondazione Cariverona

NOTE

*Il Museo Ottocento di Bologna è patrocinato dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Bologna, ed è inoltre sostenuto da Confcommercio Ascom Bologna.

Il Museo persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale: tutela, conserva, valorizza e promuove fondi artistici, librari, archivistici e qualsiasi testimonianza che abbia valore di civiltà degli artisti felsinei facenti parte di correnti artistiche espresse appieno tra l’Ottocento e il Novecento, in un filone che può essere ricondotto in modo semplificativo ai cosiddetti “Ottocentisti”.

               

Titolo Mostra

Dinastia Savini Giacomo (1768-1842) Alfonso (1838-1908) Alfredo (1868-1924)

Città

Bologna

Sede

Museo Ottocento Bologna (Piazza San Michele)

Date

Dal 18/10/2024 al 05/05/2025

Artisti

Alfredo SaviniGiacomo SaviniAlfonso Savini

Curatori

Francesca SinigagliaIlaria Chia

Temi

OttocentoBolognaMuseo dell'Ottocento

 

 

Сelebrazioni dell'80° anniversario della Vittoria a Roma

 

La Casa Russa a Roma ha inaugurato l'anno dell'80° anniversario della Vittoria. La serata dedicata alla liberazione di Leningrado dall'assedio ha riunito un numero record di ospiti. All'ingresso, ogni visitatore ha ricevuto i 125 grammi di pane d’assedio – la razione giornaliera dei residenti di Leningrado – con una riproduzione della tessera annonaria per pane. In Italia in questa data si celebra il Giorno della liberazione di Auschwitz. L’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, ha ricordato ai presenti che il campo di concentramento è stato liberato dalle truppe sovietiche: “Oggi vediamo moltiplicarsi in tutto il mondo i tentativi di riscrivere la Storia, di ribaltare cause ed eventi della Seconda Guerra Mondiale per sminuire l’eroismo dei soldati dell’Armata Rossa e per equiparare i criminali ai vincitori. È ovvio, che spetta a noi, a tutte le persone che amano la verità e la giustizia di trasmettere alle generazioni successive la memoria vera di quegli anni, tramandare il ricordo di tutti coloro che si sono sacrificati per vincere il nazismo”.

 

Il Salotto letterario e musicale “L'assedio di Leningrado in prosa, musica e poesia” si è svolto insieme alla mostra “Pane d'assedio” basata sul materiale d’archivio del Museo Commemorativo Statale della Difesa e dell'Assedio di Leningrado. La mostra è stata organizzata in collaborazione con la Rappresentanza Permanente della Federazione Russa presso la FAO e altre organizzazioni internazionali. “Oggi ci siamo riuniti qui per rendere omaggio e rispetto a coloro che sono sopravvissuti all'assedio di Leningrado. A coloro che hanno resistito con coraggio nelle condizioni più terribili. Non soltanto ricordiamo gli eventi di quegli anni, ma rendiamo omaggio all’eroismo di ogni persona in ogni momento di quegli inverni terrificanti, quando il pane era non solo un prodotto alimentare, ma un simbolo di vita e di speranza”, afferma Igor Golubovskiy, Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso la FAO, parlando sul tema “Fame come un mezzo di guerra”.

 

In programma della serata c’erano poesie di Anna Akhmatova e Olga Berggolts, estratti dai diari dei sopravvissuti all’Assedio, musiche di Sergej Rachmaninov, il tema del film “La lista di Schindler”, il Vocalise dell’opera “Qui le albe sono quiete” e altro. Un’attenzione speciale è stata alle storie di vita e ai ricordi di Nadezhda Nikolaeva, 94 anni, testimone degli eventi dell'Assedio di Leningrado che vive nella capitale italiana.

 

Nell’ambito delle celebrazioni dell’80° anniversario della Vittoria, la Casa Russa a Roma ha ospitato anche la presentazione della riedizione del libro “Il Battaglione partigiano russo d’assalto”, scritto da Vladimir Pereladov, un ufficiale sovietico fuggito dalla prigionia unendosi al movimento di Resistenza italiano. Divenne il comandante del più grande battaglione d'assalto, che univa prigionieri di guerra italiani e sovietici. Insieme fecero saltare in aria più di 120 ponti e 350 veicoli da combattimento, liquidarono 50 guarnigioni e 4.500 nemici. Vladimir Pereladov ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Russia e in Italia. “I partigiani sovietici hanno dato un contributo straordinariamente importante alla sconfitta del fascismo. Basti dire che metà dei partecipanti stranieri alla Resistenza italiana erano cittadini sovietici” - commenta lo storico e ricercatore Michail Talalay – “e tra loro Pereladov divenne una delle figure simboliche, perché fu un notevole combattente con un destino interessante. Ciò Per gli italiani era importante che l'Armata Rossa stava combattendo i nemici sul loro territorio, sugli Appennini”.

 

L’Ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, afferma “L'Ambasciata, insieme alla Casa Russa a Roma, è impegnata principalmente a preservare la memoria dei partigiani sovietici che, durante la Seconda guerra mondiale, nel movimento di Resistenza italiano, hanno combattuto contro il nazismo, contro il fascismo qui in Italia. Qui c'era un movimento di resistenza piuttosto forte, i cui discendenti custodiscono molto bene questo ricordo, e prima di tutto custodiscono il ricordo della lotta comune contro il fascismo e il nazismo insieme a quei partigiani russi e partigiani di origine russa che si trovarono sugli Appennini durante la Seconda guerra mondiale. Innanzitutto, si trattava di soldati sovietici che riuscirono a fuggire dalle prigioni fasciste e che qui, insieme ai loro fratelli d'armi italiani, si unirono al movimento di Resistenza, facendo di tutto per avvicinare la vittoria”.

 

Il libro “Il Battaglione partigiano russo d'assalto” è stato pubblicato per la prima volta in italiano nel 1975. Più di 10 anni dopo, Vladimir Peredadov scrisse una versione ampliata in russo intitolata “Le note di un garibaldino russo”. L'edizione aggiornata è stata pubblicata in Italia nel 2024 con il sostegno dell'associazione culturale italiana “Russia - Emilia-Romagna”. Come afferma il suo presidente Luca Rossi, “Il problema è che nel corso degli anni la ricerca storica, le iniziative di commemorazione hanno sempre di più trascurato l'elemento sovietico nonostante questo sia stato decisivo. Purtroppo man mano che i cambiamenti politici che ci sono stati - la fine dell'Unione Sovietica, il Patto di Varsavia è caduto sempre in in secondo piano fino a essere quasi del tutto dimenticato. Ci sono documenti, ci sono monumenti che ricordano i partigiani sovietici ma al di là delle commemorazioni istituzionali manca quell'azione, diciamo, a livello informativo e conoscitivo per le nuove generazioni. Quindi dal punto di vista del ricambio generazionale manca proprio una diffusione di questo contributo proprio a livello mediatico, c'è un vuoto e qui e questo vuoto lo stiamo colmando noi con la nostra azione, con i nostri libri pubblicati, con le iniziative che stiamo facendo.”

 

Alla presentazione ha preso parte anche la nipote di Vladimir Pereladov. Fin dall'infanzia, Marina Pozdnyakova ascoltava i racconti del nonno e 8 anni fa il destino la portò in Italia: da diversi anni vive nella periferia di Firenze. “Ricordava sempre con grande affetto i suoi amici partigiani italiani, perché il calore delle persone che gli avevano salvato la vita, la gente con cui aveva combattuto era semplicemente il suo grande amore. L'Italia è il suo grande amore. E quando parlava dell'Italia, i suoi occhi si illuminavano di una luce così insolita, una luce davvero insolita, diventava di nuovo giovane, con uno sguardo ardente. Non si può spiegare”, ricorda la nipote.

 

Gli eventi dedicati all'80° anniversario della Grande Vittoria si terranno a Roma durante tutto il 2025.

 

 

 

В Риме начали отмечать 80-летие Победы

 

Русский дом в Риме открыл год 80-летия Победы. Вечер в память о снятии блокады Ленинграда собрал рекордное количество посетителей. На входе в Русский дом каждый получал блокадные 125 граммов хлеба – дневной рацион жителей Ленинграда — с воспроизведенной «хлебной карточкой». В Италии в этот день отмечают день освобождения Освенцима. О том, что концлагерь особождали Советские войска напомнил собравшимся Посол РФ в Италии Алексей Парамонов: «Мы видим, как по всему миру множатся попытки переписать историю, извратить причины и события Второй Мировой войны, умалить подвиг военнослужащих Красной Армии, уравнять преступников с победителями. Наша общая задача сегодня – передать последующим поколениям правду о событиях тех лет, рассказать о всех, кто жертвовал собой ради Победы над нацистами».

 

Литературно-музыкальная программа «Блокада Ленинграда в прозе, музыке и стихах» прошла в сопровождении выставки «Блокадный хлеб» Государственного мемориального музея обороны и блокады Ленинграда. Экспозиция подготовлена в сотрудничестве с Постоянным представительством Российской Федерации при ФАО и других международных организациях. «Сегодня мы собрались здесь, чтобы отдать дань памяти и уважения тем, кто пережил Блокаду Ленинграда, тем, кто стойко и с мужеством выстоял в самых страшных условиях. Мы не просто вспоминаем события тех лет – мы чтим подвиг каждого человека, каждое мгновение тех страшных зим, когда хлеб был не просто продуктом питания, а символом жизни и надежды», - сказал Постоянный представитель Российской Федерации при ФАО и других международных организациях в Риме Игорь Голубовский, выступиший на тему «Голод, как средство ведения войны».

 

На протяжении вечера звучала поэзия Анны Ахматовой и Ольги Берггольц, отрывки из дневников блокадников, музыка Сергея Рахманинова, тема из фильма «Список Шиндлера», «Вокализ» из оперы «А зори здесь тихие» и др. Отдельное внимание уделили истории жизни и воспоминаниям 94-летней Надежды Николаевой – свидетельнице событий блокадного Ленинграда, живущей в итальянской столице.

 

Накануне в Русском доме в Риме в рамках мероприятий, посвященных 80-летию Победы, представили свежее издание книги «Русский партизанский ударный батальон», написанной Владимиром Переладовым - бежавшим из плена советским офицером, примкнувшим к итальянскому движению Сопротивления. Он стал командиром самого большого ударного батальона, объединившего итальянцев и советских военнопленных. Вместе они взорвали более 120 мостов и 350 боевых машин, разоружили 50 гарнизонов и уничтожили 4 500 врагов. Переладов получил множество наград в России и Италии. «Советские партизаны, внесли необычайно важный вклад, вклад в разгром над фашизмом. Достаточно сказать, что половина иностранных участников итальянского Сопротивления были советскими гражданами, - комментирует историк, исследователь российской диаспоры в Италии Михаил Талалай - и среди них Переладов, пожалуй, стал одной из таких символических фигур, потому что это был замечательный боец с интересной судьбой. Для итальянцев было важно то, что на их территории, на Апеннинах, захваченных врагами, сражается Красная Армия».

 

По словам Посла России в Италии Алексея Парамонова, «посольство совместно с Русским домом в Риме, занимается сохранением памяти о советских партизанах, которые в годы Второй мировой войны в составе итальянского движения Сопротивления боролись с нацизмом, с фашизмом здесь, на территории Италии. Надо отдать должное, здесь существовало достаточно сильное движение сопротивления, потомки которых очень дорожат этой памятью, и, в первую очередь, они дорожат памятью совместной борьбы с фашизмом и нацизмом совместно с теми российскими партизанами, которые оказались на территории Апеннин в годы Второй мировой войны».

 

Книга «Русский партизанский ударный батальон» впервые была издана на итальянском языке в 1975 году. Спустя более чем 10 лет Владимир Передадов написал расширенную версию на русском языке – «Записки русского гарибальдийца». Обновленное издание было опубликовано в Италии в 2024 году при поддержке итальянской культурной ассоциации «Россия - Эмилия-Романья». Как сказал ее президент Лука Росси, «проблема в том, что на протяжении многих лет исторические исследования все больше игнорировали роль советских солдат, несмотря на то что она имела решающее значение. Сегодня есть реальная нехватка распространения информации об этом на уровне СМИ, на уровне исторических исследований. Мы чувствуем информационную пустоту, и мы стараемся ее заполнить нашими книгами и инициативами, которые мы организуем в Италии».

 

Участие в презентации приняла внучка Владимира Переладова. С детства Марина Позднякова слушала рассказы деда о войне, а 8 лет назад судьба привела ее в Италию. Уже несколько лет она живет в пригороде Флоренции: «с огромной теплотой он всегда вспоминал своих партизанских друзей итальянцев, потому что именно сердечность людей, которые спасли ему жизнь и с которыми он воевал бок о бок - это его огромная любовь. Италия - его огромная любовь. И когда он рассказывал про Италию, его глаза загорались таким необычным светом, он становился опять молодым, с горящим взором. Это невозможно передать», - вспоминает внучка.

 

Мероприятия, посвящённые 80-летию Великой Победы, будут проходить в Риме на протяжении всего года.

 

 

 

L’edizione del trentennale del Premio Alghero donna  ha avuto luogo, come da tradizione, presso il Teatro Civico di Alghero , sabato 18 gennaio alle ore 20,00, con il patrocinio e il sostegno del Comune di Alghero, Assessorato alla Cultura e della Fondazione di Sardegna, con la collaborazione organizzativa dell’Associazione Orion, della FIDAPA sezione di Alghero e della Rete delle donne di Alghero APS.

L’edizione del trentennale coincide con l’Anno Giubilare, evento spirituale che coinvolge tutto il mondo.  Per questo la Giuria del Premio Alghero donna, composta da: Antonio Casu, Presidente de ‘Il Cenacolo di Tommaso Mo ro’; Antonio Maria Masia, Presidente dell’’Associazione Il Gremio dei sardi’ di Roma; Massimo Milza, Segretario Generale dell’Associazione ‘Salpare’ ; Giuditta Sireus, Direttrice artistica ‘Club Jane Austen Sardegna’, ha assegnato  la sezione ‘ Giornalismo’ a Vania De Luca, Caporedattore Vaticanista del Tg3 che nel 2016 è stata eletta presidente dell’UCSI (Unione cattolica stampa italiana), prima donna in quasi 60 anni di storia dell’Unione.  La sezione Prosa è stata assegnata per il romanzo « Notte di vento che passa» (Mondadori), a Milena Agus, nata in Liguria da genitori sardi, tornata in Sardegna, ha insegnato a Cagliari dove vive; i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, ha al suo attivo molti premi tra cui nel 2007 è stata finalista al Premio Campiello.

Per il trentennale del Premio la Sezione Poesia si apre alla drammaturgia diventando sezione Arte-poesia con Ilaria Drago, scrittrice e attrice interprete di suoi testi volti a riscoprire il valore femminile da Simone Weil, a Margherita Porete, ad Antigone, a Circe che attualmente porta sui palcoscenici italiani. 

Come sempre la serata, condotta da Neria De Giovanni, è stata arricchita dalla musica.

Si sono esibiti sul palco del Teatro civico:  Inoria Bande –strumentista di organetto diatonico e cantante solista, unica nel suo genere, figlia del grande fisarmonicista folk Francesco Bande. Ha seguito fin dall'età di quattro anni le orme artistiche del padre. Appartiene ad una famiglia che vanta quattro generazioni di organettisti.

Antonello Colledanchise e Susanna Carboni duo, cari al pubblico per i testi in algherese scritti da Colledanchise valente poeta insignito di molti premi per la sua carriera di scrittore e cantautore. Il duo con Susanna Carboni portano i loro concerti in Italia e in Catalogna, con un repertorio unico di canzoni, arrangiate con il Cuatro Venezolano e il Clarinetto.

 

La cerimonia del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria, dedicata alle opere di saggistica, ha consacrato il vincitore della sezione: Marco Ansaldo con il libro La marcia turca. Istanbul crocevia del mondo (Marsilio), seguito da Giorgio Fornoni, vice-presidente della Free lance international press con l’opera Putinstan. Come la Russia è diventata uno stato

   Giorgio Fornoni

canaglia (Chiarelettere) e da Enrica Garzilli con l’opera Mussolini e Oriente (Utet).

Sono stati inoltre consegnati al dott. Gian Carlo Caselli il Premio alla Carriera e i Gran Trofei al prof. Riccardo Campa per il saggio L’epopea delle incertezze (Carrocci) e alla dott.ssa Marilena Rossi, responsabile della Narrativa Italiana Mondadori, per l’opera Ogni storia d’amore è una fine, firmata da Aura Cenni e Lorenzo Donati (pseudonimi di due famosi scrittori che hanno scelto l’anonimato).

La cerimonia è stata moderata dal giornalista, saggista e scrittore Mauro Mazza. Tra i partecipanti: Paola Monzardo, Carlo Sburlati, Marino Magliani, Matteo Moraglia, Marco Mauro, Francesco De Nicola, Mauro Grondona e Marzia Taruffi.

Il premio, intitolato a Antonio Semeria, illustre sanremese e Presidente del Casinò negli anni ’80, è stato istituito per celebrare personalità e opere che mantengono viva la tradizione culturale della Casa da Gioco, promuovendo i valori di salotto letterario e centro ludico.

 

15 Novembre, a Roma, presso la Casa Russa di piazza Benedetto Cairoli, nella splendida cornice del salone affrescato nel secondo quarto del Seicento dagli artisti bolognesi in Palazzo Santacroce, si è svolta, organizzata dal Salotto Letterario e Musicale della Casa Russa in Roma, a cura di Elena Sotnikova,  la presentazione della raccolta poetica di Natalia Stepanova: “La compagnia delle oche”, edizioni Matteo Chiavarone Ensemble. L' evento ha avuto il patrocinio dalla Casa Russa in Roma; F.U.I.S e il Salotto Letterario Tevere. 

Natalia Stepanova con Virgilio Violo

Serata bellissima, perfettamente organizzata nei tempi e nel ritmo, scandita da letture, messaggi, dagli interventi critici di Antonella Rizzo e Flaminia Cruciani e intermezzi musicali per pianoforte (Giuseppe Rossi) e voce (straordinaria la soprano Elizaveta Smirnova con le “Chansons d’été » di Berlioz). Letture dell’attrice Natalia Smirnova.

Tra gli ospiti presenti: il Vice Parroco di Santa Caterina Grande Martire d’Alessandria, chiesa ortodossa russa in Roma, padre Alessio ( Maksimov), poeta. Il parroco di San Nicola Taumaturgo, chiesa ortodossa russa in Roma,   padre Sergej ( Volkov), Il Presidente della Free Lance International Press Virgilio Violo, la Presidentessa del Premio Internazionale Pushkin di Roma, elegantissima Yulia Bazarova e la Principessa Elena Borghese. Presenti alla serata i poeti e amici dell’autrice: Furio Durando, Letizia Leone, Tiziana Marini, Alessandro dell’Olio, Il noto e apprezzato pittore Igor Ladojanin.

Secondo la tradizione del salotto letterario musicale della Casa Russa alcuni partecipanti, tra il numeroso e attento pubblico, hanno letto al microfono delle brevissime poesie della raccolta. Un’ atmosfera magica e avvolgente, in un luogo speciale come la Casa Russa nel Palazzo Santacroce, un prezioso gioiello nel cuore di Roma.
A conclusione è stato offerto un aperitivo dalle amiche della poetessa, Inna Korol e Tamara Sedikova.

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