L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Food & Wine (247)

 
 
 
 
Urano Cupisti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

 

VINITALY edizione n. 50, da vivere, godere, “da bere”.

(fonte: press office veronaFiere)

Ecco le Novità in frammenti (fonte: press office veronaFiere):

Frammento n. 1

La novità in assoluto: Vinitaly 2016 aperto ai solo operatori business, sommeliers e stampa specializzata.

ert“L’ingresso a Vinitaly, dal 10 al 13 aprile a VeronaFiere, è riservato solo agli operatori business, ma per il grande pubblico degli enoappassionati dall’8 all’11 aprile nel cuore storico di Verona ci sarà Vinytali and the City: un vero e proprio fuori salone con degustazioni di vino e cibo, spettacoli musicali e culturali, dj set e incontri sul tema enogastronomico. Notte viola sabato 9 aprile. In arrivo cantanti da Sanremo, big e giovani.” Finalmente qualcosa si muove per arginare scene imbarazzanti che tutti gli anni abbiamo registrato. Allineamento con gli altri eventi mondiali. Arriveremo al Vinitaly con solo invito? (Bordeaux docet). Per maggiori info visitare il sito www.vinitalyandthecity.com

Frammento n. 2

Calici dal Mondo al 50° Vinitaly

“Grandi vini di Francia, Spagna, Regno Unito, Portogallo, Australia, Argentina, Ungheria, Ucraina, Romania, Georgia, Azerbaijan, Svizzera, Serbia, Slovenia, Croazia e, per la prima volta, Cina nei padiglioni, nelle esclusive degustazioni di Vinitaly e nel Taste and Buy”. Vinitaly apre il padiglione I (a sinistra dopo l’entrata principale) al vino del resto del mondo. Quest’anno la Spagna sarà la protagonista con una grande collettiva di ben 18 cantine a rappresentare l’intero suo territorio vinicolo. Forte di ben 90 Dop e 41 Igp. Una grande occasione per approfondire la conoscenza. Sicuramente il padiglione della Cina, visto il grande successo di presentazione dei vini cinesi al Vinexpo di Bordeaux edizione 2015, sarà frequentatissimo. Come non esserci!

Frammento n. 3

Vinitalybio e Vivit.

Aziende estere anche tra i vini biologici di Vinitalybio (da questa’anno collocato nel padiglione 8, dove sono presenti altri vini spagnoli, rumeni e francesi. Spostamento al padiglione 8 anche per Vivit che ospiterà vini internazionali provenienti da Francia, Argentina, Slovenia.

Frammento n. 4

yjVinitaly Internacional Accademy

A Vinitaly 2016 il vino sarà business ma anche cultura. Degustazioni sempre più prestigiose ed uniche. Le executive class organizzate dal Direttore Scientifico Ian D’Agata, con protagonisti i migliori vini del panorama mondiale. Uno fra i tanti? Pinot Gris Clos Saint-Urbain Rangen de Thann di Zind-Humbrecht.

Segnalazioni:

Save to Date

Lunedì 11, per la prima volta al Vinitaly, tasting sui vini cinesi!!! Sempre Lunedì 11, nell’ambito di Tasting Ex…press, i vini della Tasmania!!!

Frammento n. 5

e non potevano mancare i Premi. 5 Star Wines

“Giudici specializzati per aree produttive, in grado di comprendere la qualità sulla base delle specifiche peculiarità del luogo di origine dei vini e valore espresso in centesimi: sono queste le principali innovazioni proposte dal nuovo premio, ma non le sole. Con 5 Star Wines, Vinitaly offre ai vini che superano i 90 punti uno strumento di marketing estremamente moderno ed efficace, perché comprensibile e riconoscibile dai consumatori di tutto il mondo” In termini più semplici significa avere la possibilità di apportare in etichetta il logo specifico del premio contenente il punteggio ricevuto. Dal Concorso Enologico Internazionale nato 22 edizioni fa al Nuovo “5 Star Wines. Non più primo, secondo, terzo premio o medaglia d’oro, argento e di bronzo, nemmeno menzioni, ma solo il logo e, all’interno, il punteggio in centesimi ottenuto. “Questo renderà più trasparente il rapporto con il mercato, dove a un premio corrisponderà un valore reale, immediatamente codificabile dal consumatore e dal Buyer” Insomma una vera garanzia e trasparenza.

Conclusioni:

Un Vinitaly veramente da vivere, godere, “da bere”.

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

(Foto Vinitaly)

Non c’è tre senza quattro! È da questa riflessione che si arriva al nostro ristorpizza “Olio&Farina”; vediamo i precedenti.
La prima attività nasce a Napoli agli inizi del 1900 dall'unione di due famiglie: i D'Elia e i Fiorenzano.
I D'Elia erano già noti sin dal 1800 per la preparazione dei fritti poveri napoletani, in una piccola bottega, in Via dei Ventaglieri.
La seconda attività viene fondata nel 1920 con la denominazione "Friggitoria Fiorenzano" in Via Porta Medina 35, a Napoli.

staff al completo 

 Da sin. Francesco del Bene in arte "Franky", Mimmo Lomartire,
Sergio Japino, Salvatore Donaddio e Ciro D'Elia

Nel 1932 la friggitoria riceve il premio della fiera dell’Esposizione del Littoriale di Bologna e dal magistero scientifico italiano di Roma viene premiata con medaglia d'oro.
La terza attività, dopo il bombardamento del 4 agosto 1943 da parte degli Alleati, la “Friggitoria Fiorenzano”apre alla clientela a Piazza Montesanto e vi rimane in attività fino al 2009.
Si volta pagina, e la quarta attività si inaugura proprio qui a Roma nel dicembre 2015, assumendo il nome di “Olio&Farina”, all’Appio Latino, in Via Arrigo Davila 83,vicino alla fermata della Metro Colli Albani, e l'arte culinaria secolare della famiglia napoletana di Salvatore Fiorenzano ben presto viene così apprezzata dai palati romani più esigenti anche per merito dei due pizzettari instancabili, Francesco Del Bene, detto Frank, e Ciro D’Elia, che nel bancone a vista con grande vetrata che s'affaccia sulla strada, usando lievito madre, preparano, spianano, condiscono pizze gigantesche cotte nel forno a legna, che ha il pregio di profumare l’aria del quartiere.

“Olio&Farina” nasce da una centenaria tradizione famigliare. Nella cucina del Ristorante, per la preparazione dei piatti e per le pizze tradizionali napoletane, si utilizza solo ed esclusivamente olio extra vergine italiano prodotto nella Sabina romana, nella Puglia e nella Campania ovvero, nei posti patria dell’ulivo.
Per soddisfare i palati più esigenti, per essere certi di poter recapitare anche a domicilio un prodotto di altissima qualità, nasce la volontà di unire e avvicinare direttamente il produttore al consumatore, ossia dare forma ad una vera e propria filiera corta.
È interessante sapere che si può prenotare da “Olio&Farina” la scorta di olio per la nostra cucina familiare con Olio Extra Vergine d'Oliva e, ben presto anche la scorta di farina di ogni gradazione: dalla farina 1 integrale alla 0 e alla 00.“Olio&Farina” cura la salute della propria clientela!
Oggi come allora il motto della loro attività è la genuinità e l'utilizzo di prodotti genuini. Specializzati nella vera pizza napoletana, lievitata ad arte con lievito madre, il lievito più digeribile in assoluto, e preparata da Frank.

i fritti
 I fritti

Da “Olio&Farina”si possono assaporare degli ottimi piatti sia di carne scottona italiana, che di pesce freschissimo, così come lo è la pasta all’uovo e i pomodori che si usano. E poi, e poi... il fritto napoletano, i fiori di zucca con alice e mozzarella insomma, è tutto da provare!
La filosofia principe di “Olio&Farina”, è quella di offrire cibi e prodotti veramente freschi e far sentire a proprio agio i clienti, proprio come si sentirebbero a casa loro.

“Olio&Farina” pizzeria al forno a legna, ristorante, bisteccheria, ottima cucina, ottimo vino, ed ottima gestione con personale dedito alla clientela ed ottimo rapporto qualità-prezzo completamente nuovo negli arredi sobri e originali nello stile essenziale;“Olio&Farina”, un vero ristorante all’altezza delle amicizie e delle famiglie da riunire per passare momenti rilassanti. È comunque il personale, il punto di forza trainante di tutto il complesso ristorativo. Luca, il figlio di Ciro, e Nicola che con la loro cordialità e precisione accompagnano gli “ospiti” ai loro tavoli facendoli accomodare carpendo i desideri culinari che in breve tempo saranno realizzati dai mastri cuochi, Frank Franky il pizzettaro pugliese, Ciro il napoletano e Tina che è la moglie, oltre al ragazzo del Bangladesh, addetto alla lucidatura delle stoviglie.

Ehi, ragazzi, questa sera ci incontriamo da “Olio&Farina” nel VII Municipio, all’Appio Latino! “Olio&Farina”, il ristorante dedicato alle famiglie dove i bambini hanno il loro piccolo spazio giochi. Il ristorante di Via Arrigo Davila 83, “Olio&Farina”, nel cuore del VII Municipio, si propone come un punto di riferimento imprescindibile per le famiglie romane, dove la sensibilità dei ristoratori propongono anche menù pensati per i più piccoli o per i più grandi ovvero, i nonni dei piccoli! Ottimi tagli di carne sono esposti sotto vetro, fiori di zucca fritti in pastella ed acciugate con bruschette di pane della casa si accompagnano alla birra alla spina servita in pinte o a vini delle migliori vigne del territorio italiano. “Olio&Farina”è un ristorante pizzeria, bisteccheria, dedicato a chiunque voglia trascorrere in relax e in gioia la consumazione del cibo. I menù sono pensati e realizzati per accontentare il gusto e le necessità alimentari di famiglie, bambini, studenti, single, non più giovani e coppie varie. I gruppi per i compleanni, i battesimi, le comunioni, i matrimoni, le feste di laurea, e le festività in genere, si potranno radunare anche in grandi tavolate e approfittare così di menù concordati per tutte le esigenze e ricorrenze. Prima del saluto si consiglia la mousse al pistacchio, la crostata, la pastiera e i babbà, il tiramisù, la

FRANK 
 Frank

sbriciolata di frutti di bosco, la crema napoletana che è meglio della catalana, e tutti i dolci della casa proposti.

Voglio evidenziare che “Olio&Farina” nasce dalla tradizione napoletana più di mezzo secolo fa ed oggi eccolo qui a Roma con tutti gli odori ed i sapori della tradizione napoletana, non disdegnando la pugliese, e la romana! Ah, dimenticavo di suggerirvi gli spaghetti alla carbonara, i bucatini all’amatriciana, le penne alla gricia e i rigatoni alla puttanesca con olive e capperi! Resta comunque un ristorante specializzato nell'arte culinaria napoletana, mettendo al primo posto i fritti fatti al momento con l'olio della casa, che si potrà anche acquistare.
Chiaramente sono specializzati nella vera pizza napoletana, condita con olio fresco su una nevicata di mozzarella e pomodoro, dove l’alice ancora nuota nel golfo di Napoli, in vista di Capri e Procida mentre il Vesuvio se la fuma!“Olio&Farina” è uno di quei locali che una volta provato, difficilmente si dimentica e non vedi l'ora di tornare a gustare le specialità genuine della tradizione napoletana, e non solo. Ricordo alla clientela che la loro filosofia è quella di offrire cibi e prodotti veramente freschi e far sentire a proprio agio i clienti, il tutto a prezzi veramente contenuti. Il cliente si sente così coccolato, perché risalta evidente l’impegno profuso dai camerieri per accontentare e saziare, viziare e soddisfare tutta la clientela con tutti i loro gusti. Non perdete tempo, chiamate per prenotare il vostro tavolo e citando questo articolo avrete addirittura uno sconto del 10% sul menù alla carta.

Il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati si presenta

 

Presentato a Roma nei giorni scorsi presso il Congress Center del Roma Eventi Piazza di Spagna la 50° Edizione del Vinitaly, il Salone Internazionale dei Vini e Distillati al cui interno trovano spazio Sol&Agrifood (Salone dell’Olio e prodotti agricoli) e Enolitech (il reparto sempre più visitato delle tecniche ed attrezzature al servizio dell’Aziende vitivinicole). La Manifestazione che si svolgerà a Verona dal 10 al 13 Aprile apre da quest’anno ad iniziative che porteranno a cambiamenti importanti tendenti a superare problematiche dovute alla crescita stessa negli anni. Già la decisione di ridurre da cinque a quattro le giornate di fiera, avvenuta alcuni anni indietro, unitamente al rilascio dei biglietti nominativi, restringere il consegnare dei biglietti a SAM 3043riduzione, dovrebbe arginare il fenomeno della presenza dei Wine Lover troppo Lover.

Per l’edizione del cinquantesimo sono previsti investimenti sostanziosi per incoming, strutture, servizi, servizi alle aziende e agli operatori professionali provenienti da ben 141 paesi.

Ma la novità portante di questa edizione è: i Buyer in Fiera e i Wine Lover nel fuori-salone in città.

Duplice scopo: favorire meglio gli incontri d’affari e far vivere la magia del Vinitaly ai numerosi Wine Lover in uno spazio a loro dedicato nel centro storico di Verona con un ricco programma di degustazioni ed eventi nel fuori-salone Vinitaly and the City.

Aumentano le presenze estere nel padiglione Vininternational. Sarà la Spagna la Nazione protagonista con 18 cantine a rappresentare tutti i suoi territori vinicoli.

Francia, Svizzera, Australia, Portogallo, Argentina, Serbia insieme a Regno Unito, Georgia, Azerbaijan e per la prima volta la Cina.

Maurizio Danese, Presidente di VeronaFiere, nel ricordare i numeri dell’export vinicolo italiano ed indicando l’obiettivo di raggiungere i 7,5 miliardi di euro di esportazioni da qui al 2020, ha spiegato e rammentato che:” Per raggiungere questo risultato è necessario che tutti gli attori agiscano in una logica di rete”. Un impegno che ha inizio proprio da questa edizione con molte novità come la netta divisione tra b2b, acronimo che significia business-to-business (commercio internazionale) e b2c, business-to-consumer (relazione tra imprese e la clientela).

Giovanni Mantovani, Direttore Generale di VeronaFiere, ha ricordato che “ per il 2016 VeronaFiere ha investito 8 milioni di euro per aumentare il già alto tasso di internazionalità di Vinitaly con 55mila operatori stranieri in rappresentanza di 141 nazioni e 1.000 buyer selezionati in più all’estero.

Ma Vinitaly non è e non può essere solo business internazionale.

Vinitaly International Accademy continuerà a promuovere su tutti i mercati la forza espressiva del Vigneto Italia. “ La più grande biodiversità al mondo (oltre 500 varietà autoctone) va anche spiegata, per non ingenerare confusione in un importatore o in un consumatore straniero. Ad oggi – ha affermato Ian d’Agata direttore scientifico- abbiamo certificato, tre esperti e 29 ambasciatori del Vino Italiano, che contribuiranno a creare attorno al Vinitaly una vera community globale”.

Senza dimenticare il mercato interno, altrettanto importante al quale bisogna riconoscere di aver accompagnato Vinitaly in questi cinquant’anni facendone la Storia.

Non solo le 48 aziende della prima edizione, 1967 Le Giornate del Vino Italiano – Verona, ma anche tutte le altre che, dal 1971la manifestazione

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 Urano Cupisti

diventa Vinitaly, occupano sempre più numerose i 18 padiglioni del quartiere fieristico.

Cinquant’anni di storia del vino italiano, cinquant’anni di Vinitaly

Per ultimo un accenno alla logistica più volte ricordata dal sottoscritto nelle passate edizioni come deficitaria.

“Siamo intervenuti anche sulla logistica del quartiere fieristico. Abbiamo predisposto il rafforzamento della copertura wi-fi in grado di garantire ora il 30% di connessioni in più” parola di Gianni Bruno, area manager wine&food di VeronaFiera. Tutti noi restiamo fiduciosi di questa affermazione. Speriamo anche che la Polizia Locale di Verona abbia in serbo un Piano per la circolazione intorno al Quartiere fieristico da rendere maggiormente facile e fruibile l’accesso e l’uscita dai vari Parking per non registrare e narrare le dolenti note di tutti gli anni unite alle scene raccapriccianti che ne conseguono.

Giugno 2013, Vinexpo di Bordeaux. Il mio primo approccio con l’allora progetto “La Cité des Civilitation du Vin” come “Città di Civiltà”. Un plastico in esposizione all’ingresso mi incuriosì, mi conquistò ancor prima di affascinarmi. Quella costruzione a “decanter” sulla riva gauche della Garonne, là all’entrata des Bassins, il porto vecchio di Bordeaux.

Scrissi allora, al ritorno dalla Esposizione bordolese:” Ne museo ne parco a tema ma un luogo da vivere in una continua scoperta culturale, scientifica e intrattenimento educativo. Il Vino come elemento magico, mitologico, sacro. Simbolo di ospitalità e, allo stesso tempo, di condivisione: l’incontro di civiltà”.

PontonA corredo del plastico i tempi di realizzazione. Inizio lavori 2011 (progetto, acquisizione dei terreni, inizio costruzione), consegna fine marzo 2016. Il ritardo sui tempi previsti sarà di 60 giorni. Infatti il 1 giugno 2016 ci sarà l’inaugurazione alla presenza delle più alte cariche dello Stato francese, Presidente della Repubblica compreso.

Scrissi allora:” Le note dei due architetti, Anoux Legendre e Nicolas Desmazières, descrivono l’opera partendo da due elementi precisi: un ceppo di vite e il movimento del vino all’interno di un calice da degustazione. L’incontro di questi due elementi in un abbraccio dalle curve arrondies (arrotondate). Una rievocazione non del vino ma della sua anima”.

Gloria, gloria a Dionisio! Una Menade nuda (baccante del Dio greco) ci ricorderà “la frenesia estatica e invasata”. Mito, leggenda, tradizione. La Città delle civilizzazioni del Vino. Un percorso nel tempo fino alla realtà dei nostri giorni.

162 ettari ricavati all’ingresso dei “Bassins à flots”, tutto inserito in un più vasto progetto urbanistico definito “Eco-Quartier résidentiel”.

55 metri d’altezza con all’estremità superiore un “ristorante” belvedere a 360° dove ammirare, in senso orario, la Garonne, la Città di Bordeaux e tante tante vigne dell’Haut-Medoc.

Una costruzione di vetro e alluminio che rifletterà il cielo, le acque della Garonne e la Città di Bordeaux. Tutt’intorno alberi a ricordare la cultura della vinificazione, dei tonneaux, delle barriques. Ed infine una grande vigna “selvaggia” per ricordare le origini.Tour du monde des vignobles CREDITS Casson Mann Agency Cité des civilisations du vin

Universalità la parola d’ordine. Concerti, incontri, dibattiti in un Auditorium di 750 mq per 250 posti a sedere, sei sale di degustazione e ambienti ludici per adulti e bambini.

Non solo cultura e vini francesi ma porte aperte a tutte le regioni vinicole del Mondo.

Ma soprattutto quell’accesso multimodale previsto lungo la Garonne che permetterà, vista la posizione strategica, una interazione con le zone vinicole dell’area Bordeaux.

Sautèrnes, Graves, Medoc, Saint-Émilion, Pomerol, Entre-deux-Mers saranno raggiungibili con navette fluviali che risaliranno la Garonne, la Gironde e la Dordogne per una interazione con le più conosciute aree vitivinicole.

Il costo dell’intera opera si aggira intorno a 83 milioni di Euro principalmente forniti dalla Municipalità di Bordeaux (38%), dall’Unione Europea (15%), Comunità urbana di Bordeaux (10%), Consiglio dei Vini di Bordeaux (7%) ed il resto dai più grandi Châteaux della zona.

Sono previsti 450.000 visitatori all’anno per incrementare il turismo enologico che già conta numeri da capogiro. Basti pensare che nell’ormai lontano anno 2000 si contarono visitatori pari a 2.000.000 (duemilioni) saliti nel 2015 a 6.000.000 (seimilioni) con benefici per tutta la Regione Aquitania.

“ Con la Città del Vino vogliamo attirare ancor più visitatori. Siamo consapevoli che, per raggiungere questo successo, necessitano interventi e grandi progetti in appoggio per lo sviluppo del turismo del Vino” Parole di Alain Juppé, Sindaco di Bordeaux.

Non un Museo; sarà una città di attività culturali.

Il piano terra sarà l’occasione per fare un giro del mondo tra i vigneti esistenti utilizzando schermi giganti. Un grande tavolo touch-screen presenterà una cinquantina di vignerons che lavorano in dieci regioni del mondo.

Al primo piano mostre temporanee di opere d’arte e una galleria delle civilizzazioni del vino con documenti a partire dall’Antico Egitto, attraverso l’Antica Grecia arrivando alla fine del XVIII secolo.

Uno spazio sarà dedicato all’abuso dell’alcool. I dati invitano alla prudenza e “bere consapevole” è la parola d’ordine.

Appuntamento al 1 Giugno 2016 per l’inaugurazione della Cité du Vin e la consacrazione della città di Bordeaux come Capitale Culturale Mondiale del Vino.

 

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

Notizia dell’ultim’ora.

È deceduta a 89 anni Jacqueline Salvatori una delle icone della Champagne. Sfido qualsiasi amante di questo vino che dal 1952 abbia frequentato Epernay a non ricordare l’operosa, energica, dinamica proprietaria dell’enoteca in Rue Flodoard. Da lei trovavi “tutti gli champagne” a prezzi concorrenziali, a volte inferiori alla vendita effettuata nelle caves delle Maisons. Un passaggio obbligato per gli acquisti e per la foto di rito “immersi in un mare di bottiglie di champagne”.

Frammento n. 1

Giacomo Tachis nella sua bottiglieria1
Giacomo Tachis nella sua bottiglieria

Ci ha lasciato Giacomo Tachis, l’Uomo del Rinascimento del Vino Italiano.

Insieme a Emile Peynaud è stato uno dei Grandi in assoluto nel mondo moderno della vitivinocoltura. Come ricordarlo? Il Vinitaly ha pensato di dedicargli la più importante degustazione nel corso della 50° edizione (10-13 Aprile 2016). <Il racconto di ciò che ha creato lo faranno quei produttori che hanno avuto l’intuizione, il privilegio e l’onore di lavorare al suo fianco> (Giovanni Mantovani Direttore generale di Veronafiere). Uomo raro, intelligente, colto, umile, ironico, ha scritto le pagine fondamentali dell’enologia e della vitivinicoltura italiane moderne. (Fonte: Veronafiere)

Frammento n. 2

1716-2016 I trecento anni del primo territorio di…Vino.

4EFECE1E C99E 4C98 A843 2F528AB5232121Il 15 e 16 febbraio torna alla Stazione Leopolda di Firenze la “Collection” del Chianti Classico. Quest’anno celebrerà i suoi Trecento Anni di Storia da quel lontano 24 settembre 1716, quando il Granduca Cosimo III de’ Medici decise di delimitare con un bando, per la prima volta nella storia, alcuni territori particolarmente vocati per la produzione di vini di alta qualità, fra cui quello del Chianti, corrispondente oggi al Chianti Classico. 165 aziende, per un totale di 587 etichette, 47 anteprime da botte della vendemmia 2015 e 70 Chianti Classico Gran Selezione in degustazione. Un totale di 7000 bottiglie che saranno aperte e servite da una squadra di 50 sommelier per oltre 250 giornalisti provenienti da 30 paesi diversi e più di 1500 operatori accreditati. (Fonte: Consorzio Vino Chianti Classico)

Frammento n. 3

SAM 2518Il Merano Wine Festival in trasferta in Toscana: Wine&Siena  

Il 30 e 31 gennaio scorso si è svolta l’attesa manifestazione promossa da Merano Wine Festival in due location storiche e suggestive a Siena: le Sale di Rocca Salimbeni e le sale dell’Hotel Continental. La Toscana dei Grandi Rossi insieme al perlage del Franciacorta, i bianchi del Nordest, i corposi piemontesi, i vitigni autoctoni adriatici e della viticoltura eroica ligure e tanti altri accanto a eccellenze del food italiano di qualità. <Abbiamo voluto Whine&Siena – ha affermato Helmuth Köcher l’anima del MWF – per promuovere e sostenere gli imprenditori di un settore che portano ricchezza e benessere al territorio. Grazie alla sinergia con amministratori locali e l’attenzione di chi ha la disponibilità di location di grande valore storico e artistico siamo riusciti a portare una selezione di grandi produttori in terra di Siena. È la dimostrazione che il vino è il motore dell’Italia> (Fonte: Merano Wine Festival)

Frammento n. 4

Pizza napoletana Franciacorta Tour 2016

foto pizza e chiarettoSi è svolto in Gennaio il primo Franciacorta Pizza Tour. I Vini dell’Arcipelago Muratori insieme alle pizze di Ivano Veccia della Pizzeria Il Limoneto a Forio d’Ischia (Na). La fortuna di possedere due Tenute in Campania porta la Famiglia Muratori a nutrire una profonda passione per la Pizza Napoletana. La prima location è stata il Bistrot della Filanda a Chiari (Bs) dove l’abbinamento molto riuscito è stato con il Bianco Pietra Brox, biancolella Ischia DOC prodotta nella Tenuta Giardini Arimei a Ischia. La seconda alla Pizzeria Al Fienile a Palazzuolo S/o (Bs) con l’abbinamento del perlage NumeroZero Villa Crespia Franciacorta blanc de blancs, risultato poi il miglior abbinamento in assoluto. Terza presso i Cappuccini Resort a Cologna (Bs). La location più “sciccosa”. Altro perlage, Cisiolo Villa Crespia Franciacorta dosaggio zero blanc de noirs. Alla Pizza si deve abbinare la Birra. Ma quando mai? (Fonte: Ufficio stampa Arcipelago Muratori)

Frammento n. 5

roscioli caffeIl nuovo Caffè Pasticceria Roscioli a Roma.

Ha aperto di recente, in Piazza Benedetto Cairoli a due passi dalle storiche insegne di famiglia, quello che vuol essere, negli intenti dei fratelli Alessandro e Pierluigi Roscioli, la loro personale versione del caffè romano. Dopo una ristrutturazione attenta dei locali che furono della storica Pasticceria Bernasconi basata su un mix di classico e contemporaneo, il 13 gennaio scorso ha aperto questo che possiamo chiamare format. Non solo caffè e pasticceria ma lunch, after seventeen ed infine l’aperitivo con ostriche, piccoli “sfizi”, per accompagnare vini e champagne. <la filosofia della nuova pasticceria sarà quella che da sempre ci contraddistingue: grande attenzione alla materia prima, alle preparazioni, al lavoro in laboratorio e al cliente, sia a livello di narrazione del prodotto che di accoglienza> Parola di Pierluigi Roscioli.(Fonte: Aromi Creativi)

Segnalazioni:

Rocco LettieriDue particolari articoli scritti da Rocco Lettieri, valente giornalista associato alla Flip, pubblicati da La Rivista della Camera di Commercio Italiana di Zurigo, su argomenti differenti: uno su Wine2Wine, la seconda edizione del Forum ideato da Veronfiere-Vinitaly dedicato al mondo del Vino, l’altro su di una tradizione da valorizzare e preservare dal titolo Lo Stivale del Pane Italiano. <il più antico degli alimenti presente su tutte le tavole con forme e ingredienti che cambiano da paese a paese, da campanile a campanile> (Rocco Lettieri). (Fonte: mensile La Rivista gennaio 2016 e settembre 2015)

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

Una storica insegna che non c’è più ed i locali di quello che fu “il Garibaldino”, uno dei locali della “Versilia degli Anni Ruggenti, anni ‘60”, che rivivono per una nuova avventura. Si è voltato pagina completamente. Nessun riferimento di alcun tipo e presentazione di un Ristorante rinnovato in ogni sua parte, dagli arredi ai colori delle pareti, alla nuova cucina che prepara piatti partendo dalla tradizione con una presentazione di modernità al limite dell’avanguardia. Tutto questo è “Acquasalata”. Nato per stupire.

Già il nome potrebbe farci pensare ad una specie di sinonimo del mare, ma non è così. Appena entri nella prima sala ti colpisce un “murales” di piccole acquasalata sala 242c3dimensioni ; un’opera di Pietro Annigoni salvata per caso dalla ristrutturazione interna. Questo artista nonostante sia ricordato come "Il pittore delle regine", ebbe grande predilezione nel ritrarre "persone meno agiate" e “momenti semplici della vita di tutti i giorni”, Era abile nel descriverne fedelmente tanto l'aspetto esteriore quanto l'interiore. La raffigurazione del “pescato del giorno” è il riferimento al mare, all’acqua salata.

Raffinato locale frutto dell’evoluzione progettuale di Paola e David, giovani ma non giovani per l’appartenenza al mondo della ristorazione. Ė tutto in mano a loro, eredi di una cultura familiare che ha radici che portano lontano nel tempo.

Tavoli distanziati apparecchiati con gusto, con tovagliato “neutro” rilassante nell’impatto cromatico. Elegante senza eccessi, servizio professionale e premuroso, mai ingessato e sopra le righe.

La cucina, dove mamma Giovanna rappresenta la “tradizione” e il giovane chef Matteo Angeloni “l’innovazione”, fa arrivare in tavola piatti ricchi di “concretezza”, convincenti, appaganti basati su ingredienti (il pescato del giorno) di raffinata e ricercata qualità con l’evidente e manifesta capacità di esaltarli nel modo migliore. Piatti di notevole impatto visivo e gustativo.

Precisione nelle cotture e rispetto di ogni singolo ingrediente. Non cosa da poco.

SAM 2191
la premiazione del nostro redattore Urano Cupisti (a sinistra)

Ed infine i desserts che conquistano tutti i sensi dalla vista al palato.

Carta dei vini con centinaia di etichette frutto di attenzione e ricerca e “finalmente” la Carta delle Acque minerali non banale.

L’unico imbarazzo, del tutto personale, si è verificato quando ho chiesto un caffè. Mi hanno portato una Carta caffè con varietà provenienti da tutto il mondo come quella miscela etiope e Il Kopi Luwak indonesiano che è un tipo di caffè prodotto con le bacche, ingerite, parzialmente digerite e defecate dallo zibetto comune delle palme. Di fronte a tanta “arabica cultura” sono quasi arrossito.

In attesa di una “stella” che arriverà presto il locale è già stato segnalato da “Gambero Rosso” con le tre forchette. Ed anche la Chaîne des Rôtisseurs, Baillage Versilia, non poteva non annoverare tra i propri Confrères David Cupisti procedendo alla sua affiliazione come Maître de Table Restaurateur.

Acquasalata, via Fratti 62, Viareggio. Nato per stupire

Finalmente anche gli astemi possono far roteare l’acqua nel bevante (la parte superiore del calice), annusarla, descriverla.

È nata la nuova figura di idrosommelier.

 

L’Italia, per la sua conformazione fisica, geomorfologica e idrologica è strapiena di sorgenti. Sorgenti di vetta, sorgenti di detrito, sorgenti di emergenza, sorgenti di fessura, sorgenti di deflusso o di strato, sorgenti di sinclinale o di trabocco, sorgenti di sfioramento di livelli idrostatici. Quanti termini tecnici registriamo alla visione di una falda acquifera. A noi interessano le “falde” delle acque definite “minerali” ovvero «Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute». (D.Lgs. nº 176 dell'8 ottobre 2011 (attuazione della direttiva 2009/54/CE). E qui si apre un mondo incredibile di diversità.

Due sono le Storie che corrono parallele per poi incontrarsi di fronte allo studio specifico per il loro utilizzo nelle proprie diversità. Perché di diversità ce ne acqua cibosono, eccome!

La Storia geologica;, racconti di rocce, sedimenti, che si perdono nella notte dei secoli, nei milioni di anni.

La Storia umana; la ricerca nelle acque di un mix tra divinità, medicamenti, magia.

Poi l’incontro tra Storia e Umano fino ai tempi d’oggi, alla ricerca del gusto dell’acqua fino all’analisi sensoriale. Non più come necessità ma come prodotto e pertanto, come tale, non si sottrae al marketing diventando un “fenomeno di moda”.

Le più affermate cristallerie mondiali, Riedel in testa, dedicano studi, seminari, per approntare il “giusto calice” non per sorseggiare ma per degustare l’acqua. Anzi: i giusti calici per le differenti acque.

Le acque hanno i propri gusti, parola di idrosommelier, la nuova figura di esperto che ha origine e legittimazione da Corsi appositamente costituiti, riconosciuti al pari degli altri Corsi di formazione professionali. Attestati conseguiti per l’indirizzo, consiglio, verso la scelta consapevole della bottiglia giusta o per il migliore abbinamento a tavola.

“Un buon abbinamento con l’acqua minerale può far crescere anche un piatto povero”.

È l’ADAM, Associazione Degustatori Acque Minerali, che l’afferma e che ultimamente ha coniato il termine “Oro Blu” per elevare le acque de gustative al rango nobile: proprio come il Vino.

ll sommelier dellacqua minerale IdrosommelierUn’acqua demineralizzata con residuo fisso bassissimo per carni bianche, pesci a vapore o bolliti in genere e acqua effervescente naturale per piatti più corposi con abbondanti condimenti.

E si parla anche di terroir, questo termine francese che non ha una parola eguale nella nostra lingua. Nel mondo del vino è divenuto un termine internazionale a significare “un complesso di elementi ambientali, pedoclimatici, di tradizione per uno specifico vino”. Nel caso delle acque il termine terroir assume un significato diverso. Manca la mano dell’uomo che “trsforma” qualcosa. Nessuna mediazione umana se non nelle acque “frizzanti” con aggiunta di anidride carbonica; prodotti che esulano di principio dall’affascinante mondo delle Chiare, fresche, dolci, acque minerali”. Non la mano dell’uomo ma un’insieme di elementi, rigorosamente in successione, costituiti da rocce, minerali, molecole biologiche che portano alla composizione chimico-fisica da cui hanno origine le componenti organolettiche.

Osservare, odorare, gustare ovvero l’occhio, il naso, la bocca. Distinguere le sfumature cromatiche, la consistenza, le note complesse vuoi sulfuree, metalliche o dolci. Al palato la dolcezza, l’amaro, l’acido e il salato; molti fattori che determinano l’equilibrio e l’armonia. Il tutto per l’abbinamento perfetto con il cibo.

L’acqua può essere abbinata anche al vino. Vino tannico? Via ad un’acqua dolce, magari di montagna, dai sentori di prato” parola di ADAM. E Bacco, non solo lui, che sorride!

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

 

SAM 1245
Maximilian Riendel

Frammento n. 1

Maximilian Riedel uno dei personaggi più influenti dell’Industria del Vino (Fonte: La Revue du Vin de France)

11° generazione dell’azienda austriaca Riedel, attuale Ceo e Presidente, è nella classifica dei 200 influencer a livello mondiale dell’industria del vino. L’autorevole rivista enoica Revue du Vin de France ha pubblicato la graduatoria biennale selezionando i personaggi tra Vignerons, istituzioni, aziende, ristoratori ed enotecari. Interessante il profilo-guida nelle scelte: “influenza nel mondo del vino”. Maximilian Riedel è stato scelto perché ha enormemente influenzato, se non rivoluzionato, l’industria enologica grazie ai suoi pregiati calici in armonia con il vino e i suoi decanter di design. Strumenti di precisione studiati per dare il giusto valore al contenuto ed esaltare le specifiche peculiarità di ogni tipologia d’uva.

Frammento n. 2

Sempre più Bio nel Carrello della Spesa (Fonte: Sol&Agrifood e Teatro Naturale)

Nonostante la crisi dei consumi nel 2014 il trend legato agli acquisti di prodotti biologici è cresciuto dell’11%. Tra i Biologicoprincipali prodotti sono segnalati pasta, olio di oliva extravergine, yogurt e vino. Il Primo mercato in assoluto è quello degli Stati Uniti. In Europa guida il trend la Germania seguita dalla Francia e terza l’Italia. Il dato interessante non è quello del fatturato ma del consumo pro-capite. In Europa svizzeri e danesi guidano la classifica con ben € 160,00 all’anno. Sbalorditivo, sorprendente, impressionante e sotto certi aspetti sconcertante è il rapporto IFOAM (International Foundation for Organic Agricolture) che ricorda: se il consumo è concentrato nei Paesi Occidentali, la produzione lo è invece nelle Nazioni in via di sviluppo (India al primo posto seguita da Uganda, Messico, Tanzania e non ultima la Cina). L’80% delle aziende agricole che praticano l’agricoltura biologica si trova in questi paesi!

Frammento n. 3

Novellosmall1 e1394634556589L’Olio Novello non esiste. (Fonte: Sol&Agrifood e Teatro Naturale)

Questa dicitura non è prevista da alcuna normativa e può indurre in errore. Al contrario del Vino Novello, prodotto con procedure diverse da quello del vino comune (macerazione carbonica), l’olio dichiarato novello viene prodotto allo stesso modo di quello tradizionale. Esiste l’Olio Nuovo particolarmente apprezzato e ricercato. W la bruschetta con l’olio nuovo, la tradizione autunnale e non solo che si ripete.

Frammento n. 4

Nuove Birre grazie a Nuovi Lieviti (Fonte: Sol&Agrifood e Teatro Naturale)

LIEVITO DI BIRRASono i lieviti la nuova frontiera della ricerca nel campo delle Birre. Non è solo la tostatura a dare origine al sapore. Sono anche i lieviti a convertire l’amido solubile in alcol e a creare, grazie a metabolismi secondari, composti volatili che danno aromi e profumi alla bevanda. Tutto questo è stato dimostrato dall’Università di Leuven (Belgio). Il nuovo lievito Saccharomyces Pastorianus ottenuto dopo diversi tentativi attraverso la modulazione di temperature di fermentazione e fattori di crescita dei lieviti ha dato risultati sorprendenti per una birra definita “magnifica”. Per ulteriori info: www.teatronaturale.it

Frammento n. 5

bufale alimentariLa Top ten delle Bufale alimentari. (Fonte: merendine italiane.it)

La bufala è sempre pronta dietro l’angolo. Cibi dai poteri miracolosi, diete che promettono dimagrimenti in tempo record. Ci si fida più della TV e della rete che dei medici. Ecco allora una ricerca della DOXA che stila ben 9 bufale alimentari molto diffuse sul web alle quali gli italiani credono:

-      Gli agrumi servono a prevenire il raffreddore;

-      I grassi fanno male e andrebbero totalmente eliminati dalle diete;

-      Le merendine sono piene di additivi tossici come l’E330;

-      Mangiare Ananas aiuta a bruciare grassi;

-      Lo zucchero fa male e non va dato ai bambini;

-      I carboidrati fanno ingrassare;

-      Eliminare il glutine aiuta a dimagrire;

-      Il lievito fa male alla salute;

-      Ogni tanto la merenda e la colazione andrebbero saltate per stare meglio in salute.

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

Non crediate che sia uno spot pubblicitario di un film cartoon natalizio della Disney o altra produzione giapponese con l’eroe buono Spaghetto Volante e i suoi Pirati.

Non sembra ma il fenomeno del Pastafarianesimo, adesso, comincia ad incuriosire, allarmare e sotto certi aspetti ad inquietare.

imagesUna nuovo Culto nato come protesta ed oggi a tutti gli effetti divenuto una nuova Religione con seguaci in tutto il Mondo. Complice il diffondersi di una cultura, a volte esasperata, intorno all’enogastronomia.

E una moda non può rimanere senza i propri idoli.

Atei di tutto il mondo attenzione perché le fondamenta di questo Credo sono pur sempre legati alla creatività. Non il Dio di Abramo o di Maometto ma pur sempre un Dio: Il Prodigioso Spaghetto Volante e i suoi Pirati.

Bobby Enderson vi dice niente? Chiamo a raccolta atei, non credenti, agnostici e scettici. Possibile che questo nome non vi ricordi niente? Aggiungo: nato nel 1981 negli Stati Uniti, laureatosi in Fisica all’Oregon State University? Niente?

Bobby aveva 24 anni nel 2005 quando inviò una lettera al Kansas State Board of Education “per protestare contro la decisione del Consiglio per l’istruzione di quello Stato di insegnare il creazionismo nei corsi di scienze come una delle alternative alla teoria di Charles Darwin sulla evoluzione”.

E fin qui niente di strano. Il nostro giovane Professor Enderson ha sempre sostenuto di non avere assolutamente problemi con la religione. “Ho problemi se la religione si comporta come una scienza. Insegnate pure creazionismo nelle scuole, ma NON nell’ora di scienze. Scienza significa studio di fenomeni naturali, osservabili e replicabili. Accettare una spiegazione soprannaturale è fuori tema. E’ fede. NON scienza.” Come dargli torto.

Ma Bobby è voluto andare oltre. Se perfino l’allora Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush supportò l’insegnamento delle teorie non evoluzionistiche nelle ore dedicate alle scienze, era necessario far riconoscere una nuova Religione non evoluzionistica ma basata su di una nuova fede e concedergli lo stesso tempo dato alla spiegazione della Creazione da parte di religioni più tradizionali (leggi Ebraismo, Cristianesimo e Flying Spaghetti MonsterIslamismo).

Una religione parodistica? Niente affatto.

“ L’Universo è stato creato da un invisibile e non rilevabile Prodigioso Spaghetto Volante…la tesi evoluzionistica è stata intenzionalmente impiantata per mettere alla prova gli adepti di questa religione…le preghiere devono terminare con la parola Ramen (una qualità di spaghetto giapponese)…i seguaci devono indossare abiti da pirati…la religione ha i propri comandamenti (pardon: condimenti)”

Perché parlare di tutto questo? Perché è notizia di questi giorni che la Chiesa degli Spaghetti è stata riconosciuta Religione. In Nuova Zelanda si possono celebrare matrimoni con un tripudio di tortellini al posto dei confetti e negli Stati Uniti qualcuno ha ottenuto di poter mettere la foto sui documenti con un colapasta al posto del cappello. Direte voi: la classica burla. Non è così.

In Italia sono già circa ventimila i pastafariani e aumentano vertiginosamente. Forse contribuiscono a questo successo tutte le trasmissioni televisive, i siti web, le pagine face book che ogni giorno ci indirizzano verso il Culto del Cibo. L’intestino supererà il cervello. Tutti chef e tutti sommelier e il Prodigioso Spaghetto Volante, in forte stato di ebrezza, è vero che abbia creato l’Universo.

Prepariamoci. Non più pellegrinaggi verso questo o quel Santuario ma andremo in Trentino da Felicetti o verso la Calamarata di Gragnano.

Pirati Pastafariani 
 Pirati pastafariani

Il Pastafarianesimo è una vera Religione. Il Prodigioso Spaghetto Volante è il nostro Dio e Bobby Henderson il suo Profeta. Esiste il Libro Sacro ( Il Libro sacro del Prodigioso Spaghetto Volante edito in Italia da Mondadori) dove il povero Darwin e la sua evoluzione altro non sono che solo e solamente una teoria, la scienza solo un mucchio di teorie e gli scimpanzé sono superati dai Pirati dello Spaghetto.

E i Santi, i Beati? Barattolini di sughi e condimenti più o meno importanti. E i loro Cardinali, Arcivescovi, Vescovi fino ad arrivare a Arcipreti, Preti, Diaconi? I vari Vissani, Gracco, Barberi, Antonella Clerici e quanti, tutti i giorni, ci spiegano che non è figo chiedere un po’ di sale a tavola ma “mi porta del sale rosa himalayano” o ancor più figomi porta della salgemma cristallina pakistana Halite”.

La Chiesa Pastafariana Italiana del Mostro di Spaghetti Volanti è una realtà. Qualcuno che, guardando Master Chef o la Prova del Cuoco, è rimasto folgorato lungo la visione televisiva e ha ricevuto la divina vocazione può diventare un Sacerdote Pastafariano. Chi è proprietario di un ristorante sarà investito del Ministero del Culto e potrà così celebrare pranzi e cene nel nome del Mostro degli Spaghetti Volante. Chi possiede un bar, pub può diventare un Evangelista Pastafariano.

Dimenticavo: tranquilli, non è prevista alcuna rinuncia alle pratiche sessuali. Verrebbe da dire: si mangia, si beve e…

www.pastafariani.weebly.com per saperne di più

Posizionato sul tetto del Palazzo Real Casa del Correo a Madrid

attenderà la mezzanotte del 31 Dicembre

 

Alzi la mano chi non ha mai bevuto un bicchierino di sherry Tio Pepe. Nella mia terra, la Versilia, lo Sherry Tio Pepe negli anni ’60/’70 era un mito, anzi, il mito dell’ora dell’aperitivo.

Alla Bussola di Bernardini alle Focettte, alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi e da Oliviero a Marina di Massa aspettavamo l’inizio delle notti “folli” sorseggiando Tio Pepe. Poi fiumi di champagne; ma all’alba, dopo il rito del “risotto di Carletto Pirovano”, si concludeva nuovamente con un Tio Pepe.

I ricordi della mia giovinezza che mi hanno assalito nella Sala Czerny al primo piano del Kurhaus durante il Merano Wine Festival.

SAM 2056La Sala Czerny, dedicata dagli Ausburgo al grande musicista allievo di Beethowen, ospita da molti anni, durante la manifestazione meranese, le Aziende estere. E tra i numerosi tavoli dell’edizione 2015 quello spagnolo della Gonzales Byass, desde 1835, Familia de Vino.

Come tutte le storie miste a leggende anche quella di Gonzales Byass e del suo Tio Pepe non sfugge all’icona del nato per caso, in una piccola cantina e poi con il mix di coraggio, caparbietà, dedizione raggiungere ogni parte del mondo. Da non dimenticare la passione dell’arte concretizzata nelle costruzioni delle varie cantine, una delle quali, la Concha, progettata ed edificata da Gustav Eiffel (sì proprio lui, quello della Torre di Parigi).

La realizzazione, da parte di Gonzales Byass, di un impero vinicolo. Non solo; anche un patrimonio architettonico unico tanto da meritarsi la possibilità di posizionare, in via del tutto eccezionale, una propria insegna gigantesca sui tetti di un Palazzo nella Plaza Puerta del Sol a Madrid divenendone parte architettonica integrante (esiste una disposizione di legge che proibisce insegne sopra i tetti nella capitale spagnola).

L’appellativo curioso Tio Pepe deriva dal nome dello zio del fondatore, Tio José (Pepe). Come non fuggire dalla storia mista a leggenda.

Interessa di più Il musicista di flamengo, l’icona di Tio Pepe e non a caso. I conoscitori di questo stile musicale organizzato intorno al canto e alla poesia sanno che il ruolo del chitarrista è quello di predisporre un "tappeto sonoro" intervallando il canto con degli assoli melodici. Quante analogie, attinenze con lo sherry. Assolo negli aperitivi, nei momenti di meditazione, ma anche come accompagnatore di piatti e pietanze particolari. Del resto flamengo e sherry sono parti sostanziali e fondamentali della cultura andalusa.

Durante l’evento meranese 2015 mi sono fermato al tavolo Gonzales Byass ed ho effettuato alcuni assaggi.

Tio Pepe Palomino Fino. Contrariamente a quanto credono molti consumatori italiani lo sherry non è solo un vino esclusivamente dolce. Può essere sia dolce sia secco, a seconda del processo di vinificazione e dell’invecchiamento che il prodotto subisce. Il Tio Pepe è uno sherry decisamente secco prodotto da uve Palomino e rientra nella categoria Fino. È quindi adatto per accompagnare i piatti spagnoli come tapas, paella e il pregiato prosciutto Pata Negra. Ma la sua versatilità lo rende eccellente anche su piatti a base di pesce e ai moderni, per noi italiani, sushi e sashimi. Tio Pepe Palomino Fino è perfetto per un innovativo happy hour.

Essendo il tavolo utilizzato dall’Azienda Gonzales Byass per la presentazione della propria gamma di Sherry, non ho potuto astenermi da ulteriori assaggi oltre il Fino, passando per il Del Duque Amontillado, l’Oloroso, il Soleras Cream 1847 approdando al Noe da uve Pedro Ximenes (PX), quello dolce per eccellenza ottenuto con il metodo solera y criadera.

Negli anni ’90 e nei primi dieci del nuovo secolo c’è stata una sostanziale e generale flessione verso il consumo dei Vini liquorosi. Ne hanno risentito il Marsala, Porto, Madeira, Malaga, Sherry soppiantati, al momento del rito giornaliero degli Happy Hour, dalle mode dei cocktail’s dai nomi esotici.

Adesso in Spagna è il momento del “Rebujito”, una bevanda rinfrescante a base di limonata, ghiaccio, fetta di limone e Tio Pepe. Ha inizio di nuovo il suo consumo, il suo ritorno.

Nella Plaza “Puerta del Sol” a Madrid il musicista di flamengo dal tipico cappello rosso, sorride nell’ora della movida madrilena dall’alto del tetto del Palazzo Real Casa del Correo, l’attuale Palazzo della Regione e quest’anno attenderà i rintocchi dell’orologio del palazzo alla mezzanotte del 31 Dicembre per festeggiare alla grande il suo ritorno: la rinascita di Tio Pepe.

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