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Joe Biden |
Alla luce del prossimo insediamento di Joe Biden alla presidenza della Casa Bianca, essendo una guida democratica e non più repubblicana il rapporto sia economico che politico tra Comunità europea e Stati Uniti potrebbe essere suscettibile di variazioni. Abbiamo chiesto al dottor Tiberio Graziani, presidente dell'Istituto Vision & Global Trend (Istituto Internazionale per le Analisi Globali) quali potrebbero essere gli scenari del rapporto futuro tra Europa e America.
Presidente Graziani, qual è l'atteggiamento dell'Unione europea nei confronti degli eventi negli Stati Uniti, incluso l'attacco al Campidoglio da parte dei sostenitori di Donald Trump?
Riguardo al recente attacco al Campidoglio USA, attuato dai sostenitori di Trump, i leader europei hanno espresso pubblicamente tutto il loro stupore e criticato per tale azione.
A livello nazionale, i capi politici dei principali partiti, anche quelli considerati euroscettici, nazionalisti e populisti, hanno gridato allo scandalo, sostenendo l'attacco al Campidoglio USA fosse un attacco alla democrazia tout court.
Le affermazioni - fondamentalmente unanimi sull'equiparazione attacco al Campidoglio = attacco alla democrazia - dei leader europei e dei politici delle varie nazioni membri dell'Unione Europea meritano almeno due riflessioni.
La prima di tipo generale: i leader europei non riescono a concepire un tipo di democrazia diverso dal modello liberaldemocratico, cioè dal modello che gli USA hanno diffuso ed esportato a partire dal 1945 in gran parte del pianeta e che costituiscono la sovrastruttura - ad un tempo ideologica ed operativa - del cosiddetto Occidente a guida statunitense.
Dal punto di vista della cultura politica, tale incapacità appiattisce le classi dirigenti europee e le decisioni dei loro politici in materia di politica economica e sociale interna e politica estera sulle posizioni e sugli interessi di Washington. Tutto ciò si traduce in scelte politiche che - oltre a non tenere nella giusta considerazione le variegate identità culturali e gli interessi specifici del Vecchio Continente - nel medio e lungo periodo potrebbe rivelarsi molto negativo per l'implementazione della stessa integrazione europea e dell'evoluzione della UE in senso unitario.
Un'altra riflessione - più attenta alle circostanze attuali - riguarda invece l'interesse pratico di Bruxelles e in generale delle classi dirigenti europee volte a compiacere la
Tiberio Graziani |
nuova amministrazione che dal 20 gennaio sarà guidata dal democratico Joe Biden.
Quali saranno le conseguenze della situazione politica negli USA per le relazioni con l'Europa?
Sul lungo periodo non ci saranno conseguenze degne di nota, a meno che non ci siano cambiamenti - al momento non prevedibili - nell'ambito dell'attuale leadership dell'Unione Europea. La politica di Bruxelles, invece, potrebbe subire influenze dal posizionamento di alcuni governi nazionali. In particolare, in riferimento all'Europa centroccidentale, si dovrà prestare molta attenzione alla Francia, e in certa misura alla Germania, per quanto riguarda l'implementazione delle singole politiche estere di questi due paesi verso la Cina, la Russia e l'Iran. La sintonia manifestatasi in alcune occasioni tra Parigi e Berlino riguardo ai loro interessi verso la Cina e la Russia potrebbe infatti riflettersi anche su alcune future decisioni di Bruxelles verso le due potenze euroasiatiche, peraltro strategiche per la sua evoluzione: gli USA, ovviamente, ostacolerebbero tali eventualità. Per quanto riguarda l'Europa orientale, la situazione sembra essere meno chiara, a causa degli effetti che le iniziative ambigue e contrastanti di Budapest e di Varsavia ei loro rapporti con gli USA potrebbero avere su Bruxelles. L'Ungheria di Orban, retoricamente critica verso la visione liberaldemocratica di Bruxelles, e, in una certa misura, più prossima alla "dottrina Trump", potrebbe subire da parte della nuova amministrazione USA pesanti "ritorsioni", anche in considerazione di alcune "sintonie" tra Budapest e Mosca. Nel caso di eventuali "ritorsioni" non sono da escludere che potrebbero sfociare in una sorta di "rivoluzione colorata" sul modello di quanto sperimentato in Ucraina, volta alla eliminazione di Orban. La Polonia, parimenti critica verso Bruxelles come l'Ungheria, resta, tuttavia, ancora il "miglior amico" europeo degli USA: per tale ragione non penso che subirà "ritorsioni" da parte di Biden. Al contrario, la sua funzione antirussa e filoucraina sarà rafforzata dal nuovo inquilino della Casa Bianca.
Le relazioni bilaterali UE-USA cambierebbero sotto la presidenza di Joe Biden e, se lo fossero, in quale misura?
Gli Stati Uniti, anche sotto la presidenza democratica di Biden, non cambieranno la loro strategia, ormai secolare, verso l'Europa. Nel quadro della strategia statunitense, l'Europa è considerata una testa di ponte gettata sulla massa eurasiatica e sul continente africano, in particolare attraverso l'Italia: la relativa amministrazione Biden si manterrà fedele a tale prospettiva, d'altra parte vitale per la sopravvivenza degli Stati Uniti quale potenza globale. In considerazione di ciò dobbiamo aspettarci che la nuova amministrazione sarà ancora più assertiva della precedente amministrazione repubblicana nei confronti di Bruxelles e dei suoi Stati membri. Verosimilmente,Biden attuerà azioni ancora più risolute di Trump nel contrasto al progetto russo-tedesco del North Stream o altre analoghe iniziative di partenariato tra Mosca e Berlino ed anche tra Mosca e Parigi. E' inoltre realisticamente prevedibile che Biden ostacolerà le iniziative di partenariato eurocinese, imperniate, a vario titolo, sul progetto della Nuova Via della Seta. Alla luce di ciò, la contraddizione tra i reali interessi europei e quelli degli USA potrà esplodere solo se Germania e Francia condurranno una battaglia comune in nome della rifondazione dell'Unione Europea quale attore indipendente nel nuovo scenario globale, apparentemente policentrico.
"Chi sarà il prossimo nemico?" , si domanda il giornalista Serge Halimi, nell'editoriale di gennaio del mensile Le Monde Diplomatique , commentando l'articolo dell'ex Segretario generale della NATO Hans Fogh Rasmussen a proposito della missione globale degli Stati Uniti a guida e in difesa del mondo libero ; frattanto, con l'aggravarsi delle diseguaglianze, le posizioni degli attori politici e geopolitici sembrano polarizzarsi in misura crescente, e su un numero sempre maggiore di frontiera.
“ Voi non avete vinto. La violenza non vince mai. Vince la libertà ”. Con queste parole il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence ha condannato quello che lo scorso sei gennaio è stato presentato come un attacco alla sede del Congresso USA da parte di un manipolo di persone che si dichiaravano e si mostravano sostenitori del presidente (quasi uscente Donald Trump , scesi in strada a protestare su suggerimento del loro leader .Il nemico della libertà sono loro, e la simbologia che esibiscono, oltre alle bandiere e agli striscioni convenzionali, appartiene alla galassia dell'estrema destra statunitense (e non solo): un microcosmo in cui alla Bibbia si affiancano con disinvoltura elementi tratti dalla mitologia norrena e da armamentari mitico-religiosi neopagani. In prima linea, in immagini diverse, confronta Jake Angeli, aspirante attore italo-americano dell'Arizona e sciamano (sic!) Seguace di QAnon , ovvero Q Anonymous (l'anonimo Q). This etichetta, nata venire pseudonimo Sotto il Quale, Qualche anno fa, un presunto internauta anonimo ha Iniziato a elargire le pillole citare in giudizio di verità nel forum di Estrema Destra 4chan, è ben presto passata a designare un complesso di teorie, dogmatico e fluido allo stesso tempo, tra occultismo, cospirazionismo e costruzione di identità. Per citarne una, Trump sarebbe stato eletto per condurre una guerra contro un gruppo di satanisti pedofili , che avrebbe preso il potere negli USA (dopo l'omicidio dell'ex presidente John Fitzgerald Kennedy) e nel mondo; questa forza oscura controllerebbe uno Stato profondo che annovererebbe tra i suoi esponenti non solo Hillary Clinton, Barack Obama, George Soros e Bill Gates, ma anche Tom Hanks, Céline Dion e Michelle Obama, che, peraltro, secondo QAnon sarebbe un uomo.
Sul corpo di Angeli, coronato da un improbabile copricapo con pelliccia di castoro e corna di bisonte, ma di una forma che vorrebbe evocare le epopee nordiche, campeggiano alcuni dei simboli più tipici dell'estrema destra. Anzitutto, quelli desunti dalla mitologia nordica, come i tre triangoli del Valknut, simboli del wotanismo, e l'albero della vita, che, nel caso di morte del suo portatore, provocherebbe la fine del mondo. A Prescindere Dalle Considerazioni su Quanto i Movimenti Che sbandierano un racconto armamentario mitico ne comprendano davvero il significato autentico (venire Accadde alla svastica , adottata vieni simbolo dal nazismo) ,this simbologia fornisce, in primo Luogo, Una giustificazione metafisica e dogmatica una Una mentalità razzista (benché dichiaratamente ostile al globalismo imperialista ascritto ai democratici statunitensi). Al contempo, costituisce il pretesto per assumere una postura scismatica rispetto alle religioni codificate, soddisfacendo le velleità ribellistiche delle masse di fronte a una società dominata dal “dio quattrino”. Infine, serve da fondamento a un fascismo consumistico, nel quale la volontà di creare l' uomo nuovo e l'aspirazione alla pretesa purificazione della razza , sono sostituite, nella società di massa digitale, dal desiderio ossessivo di visibilità epopolarità sulle reti sociali, che da tempo hanno già colonizzato e canalizzato il dissenso politico e il malcontento sociale. Peraltro, alla pretesa di identificare il capo ( Duce o Führer ) con lo Stato con le armi della propaganda e dello squadrismo, tipica dei fascismi classici , si è sostituito l'appello alle masse ad abbattere il sistema mediante l'assalto al potere , senza indicare un modello sociale alternativo. In fondo, si tratta solo di sostituire, per l'ennesima volta, una classe dominante con un'altra, non di Elaborare un modello che prescinda dalle logiche di potere e di sopraffazione, sia pure sotto la forma di concorrenza economica, optando per una prospettiva multilaterale e pluralista. In assenza di programmi politici e di gravidanza culturale, i simboli ostentati da chi pretende di assaltare il Congresso USA sono, in sostanza, alcuni dei tanti accessori di moda, da esibire sulla rete per aumentare le visualizzazioni e le condivisioni attraverso le reti sociali. Cresce quindi il peso politico dei giganti del web , indicato complessivamente con l'acronimo GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft), ai quali l'emergenza sanitaria ancora in corso ha assicurato un aumento esponenziale dei fatturati.E del rilievo socio-politico, come dimostra l'eco della subitanea chiusura dell'account Facebook e Twitter di Donald Trump, che pone la questione del potere che simili industrie private hanno acquisito nel dibattito pubblico, nella società civile digitale . Nondimeno, a parte impatto visivo degli eventi di Capitol Hill, né pronunciata, né la massa hanno il potere di incidere sui processi storici che la contraddistingueva agli albori della società di massa, nella quale animava i dibattiti mediante la carta stampata: fino alla fine del secolo scorso, infatti, le masse contavano perché contava un modello economico imperniato sulla fabbrica, destinato a scomparire una volta ultimata la transizione all'industria 4.0 .
Ora, se la massa ha perso il suo peso in quanto manodopera , non lo ha perso tuttavia nel ruolo dell'organismo del consumatore , che fa sì che essa alimenti ancora gli ingranaggi della produzione. Inoltre, questo ruolo , che nella società di massa del secolo scorso si manifestava essenzialmente nelle trappole sociali di pirandelliana memoria (posizione sociale, lavoro, identità personale hanno un valore di mercato, poiché assicurano la continuità del processo di produzione), nella società di massa digitale ha da tempo strutturato la dimensione della realtà virtuale, dove stanno trasferendo progressivamente tutte le attività, non solo quelle economiche e finanziarie, ma anche quelle del tempo libero. Cio favorisce un'osmosi Tra le due sfere esistenziali dell ' digitalis homo , Quella fisica e Quella virtuale, Attraverso la sottile membrana dello Schermo . Se dunque nella sfera virtuale si proiettano le aspirazioni frustrate nella sfera fisica, quest'ultima può facilmente trasformarsi nel prolungamento della prima, alla quale l'ego del singolo individuo, traendone una gratificazione maggiore e a buon mercato , ha già attribuito il primato psichico sull'altra. Sembra pertanto realizzarsi il tempo espresso da psicologi e sociologi ai primordi di questa fase transitoria: in particolare, i rischi che comportano la maggiore facilità d' azione e la minore percezione della responsabilità individuale, caratteristiche della vita da internauta. In altri termini, pubblicare un contenuto su una qualsiasi rete sociale è possibile in tempi rapidi, raggiungendo un numero considerevole di utenti e non espone direttamente alle critiche o al contraddittorio.Questa differenza, che potrebbe consentirebbe alle reti sociali di aumentare il grado di partecipazione politica, in realtà ha finito per svuotare l'ultima della sua gravidanza reale, concreta, diminuendo sensibilmente la percezione del suo significato. Così, chiunque pubblichi un contenuto entra a far parte di un marasma comunicativo e informativo, nel quale tutto può essere smentito, ammesso che la confutazione sia ancora un modo valido per far prevalere una voce sulle altre. Virtualizzando e spettacolarizzando i conflitti sociali ben più di quanto non avessero fatto la televisione e gli altri mezzi di comunicazione “tradizionali”, la società di massa digitale li ha degradati a una serie continua di scaramucce in maschera, imprime l'immaginedel vincitore per un intervallo di tempo che, generalmente, stenta a superare il tempo di un anno.
Intanto, nella sostanza, l'attuale modello sociale resta quello strutturato dalla seconda rivoluzione industriale e dall'imperialismo nella seconda metà del XIX secolo: conflitti interni alle società capitaliste tra padroni e masse lavoratrici, rivalità geopolitiche nella corsa agli imperi coloniali e al controllo delle materie prime. In entrambi i casi, l'opposizione tra dominanti e dominati viene continuamente alimentata dal mercato, che a sua volta si nutre di tale antinomia che consente di aumentare i margini di guadagno e di gerarchizzare la società sul modello della fabbrica. Parimenti, la suddivisione del mondo tra potenze coloniali e teste colonizzate da un lato ha stabilito una gerarchia ineguale nelle relazioni internazionali, che si riflette in buona parte l'articolazione delle società capitaliste, dall'altro ha reso necessaria una giustificazione scientifica di tale gerarchia, che si è trovata nei nazionalismi e nelle teorie razziste ed etnocentriche e negli estremismi religiosi. Queste prospettive identitarie sono inoltre disponibili per unificare il tessuto sociale, dissestato dagli ingranaggi della e del consumo. Ora che la società di massa digitale ha teatralizzato i conflitti rendendoli prodotti spendibili sulle reti sociali, basta individuare un nemico e definire in relazione ad esso un concetto di identità : ad esempio, un noi che rappresenta il mondo libero, dogmaticamente investito della missione di debellare la dittatura, il sovranismo, il populismo, l'integralismo… insomma, il prossimo nemico.
Come non si può separare il corpo dallo spirito, non può essere separato la fiamma dal calore, il fiore dal suo profumo. C'è chi dà più importanza alla bellezza formale del fiore, chi al suo colore, chi al suo profumo. Ma la sua forma, il suo colore e la sua fragranza sono un'unica cosa: l'una non può esistere senza l'atra, affinché il fiore sia tale.
L'unità è sterile, fecondo è solo il dualismo: è la differenza simbiotica ciò che genera la vita. I valori morali, culturali, spirituali, scientifici si arricchiscono al contatto con realtà differenti. Tutto ciò che è parziale, settoriale è per sua natura incompleto: avere una tale visione della realtà limita la percezione delle cose, e questo genera esclusioni, razzismi, specismi, rivalità, guerre. Tutte le visioni parziali si sono rivelate tanto più perniciose quanto più avevano la presunzione di essere preminenti sulle altre.
Armonizzare le forze eterogenee nell'obiettivo del bene comune, la pace, la giustizia, l'evoluzione, l'amore, questo è il primo, fondamentale scopo della vita e ciò che rende l'esistenza dell'uomo degna di essere vissuta.
Io sono ricco in virtù della presenza degli altri e delle cose che mi circondano. Se fossi solo non conoscerei che me stesso e non potrei evolvere. Ogni persona ed ogni cosa influisce sulla mia vita e ricevuto al mio arricchimento interiore per mezzo dell'esperienza che acquisisco nell'interazione. Come una persona è tanto più padrone della sua lingua quanti più vocaboli conosce, così è tanto più ricco interiormente quante più esperienze positive ha potuto sperimentare.
Ma io non percepisco che una piccolissima parte dell'insieme: l'insieme mi condiziona through la sua unità e il suo singolo componente.
L'importanza del “tutto” è data dal singolo elemento che lo compone, altrimenti sarebbe come dire che ha valore il mucchio non il singolo chicco, la foresta non il singolo albero, il popolo non la singola persona. Il dirigente di un ente è importante quanto la donna delle pulizie perché l'uno senza l'altro l'azienda non potrebbe funzionare. Il musicista quanto il suo strumento musicale: l'uno senza l'altro nessun concerto potrebbe essere realizzato.
Come il contesto influenza e condiziona il mio comportamento e la mia vita così il mio modo di essere influenza e condiziona il mio prossimo, perché gli altri ed io siamo la folla dei viventi, siamo la vita.
Se io violento o uccido qualcuno in sostanza sto violentando e uccidendo una parte di mia famiglia, di me stesso, sia perché nell'azione malvagia sto facendo peggiore la mia coscienza e sia perché nei confronti del contesto e della vita mi esprimo in modo negativo, lesivo, disarmonico.
Non v'è pensiero o azione che non abbia i suoi effetti universali, “Non si può cogliere un fiore senza turbare le stelle”. Una buona azione influenza il mio vicino e lo induce ad essere anch'egli più disposto alla bontà e più disponibile nei confronti degli altri. Per contro un'azione egoistica, cattiva si ripercuote negativamente non solo sulla
vittima ma su tutti generando malcontento, rabbia, autodifesa e quindi disarmonia.
L'interdipendenza è la realtà a cui sono legate indissolubilmente tutte le cose: essere in sintonia con il proprio contesto aiuta al funzionamento armonico del tutto; a pprezzando il valore delle diversità si apre la mente e la coscienza a considerare ogni cosa come membra dello stesso organismo, tessere del medesimo mosaico, nota della stessa sinfonia: condizione che consente alla terra e all'universo di esistere.
Riportiamo di seguito le statistiche che i media nascondono a proposito della pandemia da Covid19;
1) Il 90% degli individui Covid-positivi è asintomatico.
2) Il tasso di diffusione dei Covid-positivi è pari allo 0,7%
3) Il tasso di sopravvivenza è del 99,82% per i soggetti di età compresa fra 0 e 69 anni e del 94,6% per quelli oltre i 70 anni
4) Qualunque individuo morto col Covid viene comunque catalogato fra i morti di Covid. A dichiararlo la dott.ssa Deborah Birx e funzionari sanitari statali. Le stime sono estremamente falsate per via degli enormi falsi positivi (punto che esamineremo di seguito)
5) Solo il 6% delle mortalità il Covid come unica causa di mostra morte
6) E 'scientificamente provata la totale inefficacia della mascherina contro i virus. L'85% delle persone positive era portatore di mascherina
7) Da 350. a 650.000 i decessi stimati ogni anno per virus influenzali con 195 decessi pediatrici e 810.000 ricoveri nella stagione 2017/18. Ad oggi i morti per SARSCOV2 sono 370.000 (errata corrige dei milioni stimati a monte). Eppure si continua a parlare di Pandemia.
8) Nessun campione SARS-CoV-2 è stato mai isolato e purificato. Molti scienziati, fra cui anche l'inventore della PCR sostengono che la PCR non deve essere utilizzata a fini diagnostici poiché producono troppi falsi positivi. A confermarlo il dott Fauci, immunologo statunitense, che ha apportato contributi fondamentali nel campo della ricerca sull'AIDS e altre immunodeficienze.
Su cosa si basano quindi i provvedimenti restrittivi dei vari DPCM da marzo ad oggi? Diagnosi di Covid 19 effettuate con 78 tamponi diversi di cui nessuno validato sarebbe già stato l'oggetto di un esposto depositato fra varie Procure in Sicilia. I risultati dei tamponi sarebbero del tutto inattendibili e l'inaffidabilità sarebbe addirittura certificata dalla Commissione Europea e dall'Istituto Superiore di Sanità. La denuncia arriva dal CODACONS e dall'Associazione Italiana Diritti del Malato. L'utilizzo dei tamponi finalizzato esclusivamente a ricavare dati utili per determinare proclami sullo stato d'emergenza, quarantene individuali o di gruppo, per imporre restrizioni ad ogni livello della scala sociale è praticamente senza alcun fondamento scientifico.
Secondo il dott. Stefano Scoglio i tamponi Covid 19 produce fino al 90% di falsi positivi come certificato dall'Istituto Superiore di Sanità il quale dichiara altresì che ad oggi non esiste alcun marker specifico del virus, nessuno standard che possa rendere i tamponi affidabili. Dietro l'alto numero di falsi positivi rilevati, un grosso business ospedaliero come dichiara l'ex capo della protezione civile, Bertolaso. La sanità non si priva dei malati Covid 19 per via dell'alto indennizzo che ne riceve.
A dimostrazione di quanto detto, l'esperimento condotto in laboratorio dal dott. Mariano Amici, in collaborazione col dott. Stefano Scoglio. Il tampone è stato testato su materiale non umano. Se il tampone ha aspettative di funzionamento dovrebbe produrre risultati tutti negativi.
L'esperimento è stato eseguito in laboratorio dal dott. D'Angelo, perito chimico, e riguarda i test rapidi antigenici. Il risultato prodotto su 10 tamponi è di 4 positivi certi e 3 incerti che peraltro i laboratori danno come positivi nell'essere umano.
Come ha ammesso, pochi giorni fa, l'OMS i troppi falsi positivi prodotti dai tamponi PCR sarebbero da attribuire ai troppi cicli che richiedono.
L'esperimento dimostra che il tampone è assolutamente inattendibile e che quindi non può essere preso come base per dire che esistono nuovi focolai e che aumentano i ricoveri. Perché chi è positivo al Covid non è detto che abbia il Covid e viceversa. Quindi su questa base non possono essere applicati protocolli terapeutici o misure di restrizione nei confronti dei cittadini e delle attività commerciali che sono in ginocchio ormai da mesi. Con ogni probabilità, si smetterà di parlare di emergenza sanitaria non appena prenderà il sopravvento quella economica e sociale. E visti gli altri dati ... troppo e purtroppo taciuti ... ahimè! diffidiamo che questa possa tardare ad arrivare! Ma, tornando ai laboratori, l'analisi dei campioni di virus dei soggetti asintomatici ha provato che i campioni, posti sotto coltura in laboratorio, non hanno portato alla generazione di alcun virus trasmissibile per via della bassa carica virale. Questo dato ribalta tutta la letteratura medica finora vigente circa i rischi di trasmissibilità. Questa è la vera scoperta! A causare la mortalità elevata della prima fase (non ci stancheremo mai di ribadirlo!) Sono state le gravi incompetenze terapeutiche adottate. Ora, invece, sarebbe l'interazione con la somministrazione dei normali vaccini antinfluenzali, cosa che avrebbe procurato shock postvaccinale. Infatti il virus COVID19 subisce un'attivazione per via del vaccino antinfluenzale e antimeningococco. A detta del dott Mike Yeadon già vicepresidente e Chief Science Officer di Pfizer per 16 anni, la soglia per l'immunità di gregge potrebbe essere molto più bassa di quanto non si pensasse inizialmente. Sempre secondo il dott Yeadon, attualmente ci sono 4 ceppi che circolano liberamente in tutta la popolazione, il più delle volte legate a comune raffreddore. La popolazione dovrebbe possedere già un certo livello di immunità delle cellule T, ossia il gruppo dei globuli bianchi che ha il compito di memorizzare un breve pezzo di qualsiasi virus con cui siamo stati infettati in modo che il tipo di cellule giusto possa moltiplicarsi rapidamente e proteggerci se dovessimo venire a contatto con un'infezione correlata. Almeno il 30% della popolazione, su controlli a campione, aveva già il riconoscimento immunologico di questo nuovo virus prima che arrivasse. Una casistica che, da sola, basta a dimostrare che, stando ai dati, la pandemia potrebbe essere già finita. Per il resto ... profilo di rischio, garanzie di immunità, dati sul contagio, interazioni, effetti collaterali ... tutto tace nell'inconsapevolezza più totale da parte dei magnati della scienza che nel bugiardino rimandano al semplice operatore saniatrio di quartiere le decisioni da prendere caso per caso. Intanto, a scanso di equivoci, anche per i vaccinati rimangono invariate le norme di condotta ... Adesso sì ... è il caso di dirlo ... "Tutto cambia perché nulla cambi" ... il Bavaglio è per sempre .. .
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
Anno nuovo, vita nuova. Lo si dice tutti gli anni. Sarà così per il 2021? Se tutto filerà nel modo giusto sarà un anno di transizione che consentirà di programmare il futuro della comunicazione dell'eno-gastronomia. Le aziende stanno mettendo tutta, innovando i sistemi di vendita, meno sfarzi e più concretezza, eliminando le spese superflue e più dedite alle vere richieste del mercato. Le manifestazioni promozionali nazionali ed estere, tutte programmate in periodi diversi, se pur nell'incertezza dell'attuale fase della pandemia, stanno preparando il tutto per essere pronte per le date prefissate.Unico vero dubbio è dato dalla ristorazione che uscirà molto ridimensionata ea fatica inizierà un nuovo futuro cammino per essere ancora protagonista del made in Italy. Buon Anno a tutti. Il modo migliore per festeggiarlo? Con la notizia della distribuzione in italia di uno champagne tutto al femminile. Nel primo frammento il dettaglio della notizia. Chapeau!
Frammento n. 1
Fa 'Bulleuse |
Isos, lo champagne des Fa'Bulleuses per festeggiare la rinascita.
Sette Maison a rappresentare sette terroir diversi, sette amiche produttrici di champagne, la loro unione di intenti nel gruppo tutto al femminile Fa 'Bulleuses , determinato nel progetto ISOS (tradotto dal greco: Uguale) importato in Italia da Alberto Massucco Champagne. “ Dalla fusione di sette differenti luoghi della Champagne, nasce un solo territorio. Un'unica identità che farà viaggiare dentro ad una sola comunità. Sette vini di sette giovani vigneronnes, travolgenti, brillanti e audaci: una magnifica avventura ”. 36% Pinot Noir, 50% Chardonnay, 14% Pinot Meunier. 57% vendemmia 2017 e 43% vendemmia 2016 per un extra-brut da 2 gr / l.
Frammento n. 2
Berlucchi, 60 ° anniversario.
Quando si parla di Berlucchi si parla della Franciacorta , della sua storia relativa alla attività spumantistica. Con la sua Cuvée Imperiale la maison Berlucchi ha scelto di festeggiare l'evento preferendo un innovativo linguaggio visuale. La nuova campagna di comunicazione, un mix perfetto di tradizioni, innovazioni, lungimiranza, coraggio e passione che si raccontano. Una narrazione coinvolgente basata su: una storia che inizia ogni giorno . L'origine della cantina, la volontà di condividere il piacere del perlage. 2021 la nuova Guido Berlucchi, la nuova visione della Franciacorta post-Covid.
Frammento n. 3
Aggiornamento sulle nuove date di alcune importanti Manifestazioni.
ViniVeri per la prima volta è programmata a giugno (venerdì 18 e sabato 19) nella “fabbrica” di Cerea (Vr). Dopo l'annullamento dell'evento 2020 i vignaioli artigiani del Consorzio lanciano queste due nuove date pur sapendo delle difficoltà del periodo (i vignaioli di ViniVeri in quel mese sono to occupati in vigna)
Spumantitalia Il festival Spumantitalia slitta a giugno nei giorni 11, 12, 13 per permettere di vivere a pieno il ricco calendario. Punti focali saranno i Talk Show e le Master Class sul variegato panorama degli spumanti Made in Italy.
Dati Chianina & Syrah Nuove: Cortona dal 21 al 23 maggio. Date scelte in linea con il riposizionamento di tutte le Manifestazioni. “ Due eccellenze della nostra economia torneranno a sposarsi a Cortona” .
Frammento n. 4
Parliamo di Birra: la Gose.
Questa birra tedesca legata al nome di un fiume: il Gose appunto. Una tormentata storia è collegata a questo marchio. Fallimenti, riaperture a Berlino Est, espatrio in Baviera. Oggi la produzione di questa tipologia è assicurata dalla Bayerischer Bahnhof di Lipsia. La sua ricetta? 50-60% di malto di frumento, aggiunta in bollitura di semi di coriandolo macinati e granelli di sale (quest'ultimi per ricordare l'acqua del fiume Glose), un processo di trasformazione del mosto al quale, accanto a convenzionali ceppi di lieviti saccharomyces cerevisiae, concorrono colonie di batteri lattici. Volete provare una Gose? Il consiglio: Original Gose di Ritterguts o la Original Leipziger Gose di Bayerischer Bahnhof.In Italia la produrre? Cercate la Goslar 1826 del Piccolo Birrificio Clandestino o la Margose di Birranova . Per gli abbinamenti con il cibo per niente provocatorio uno spaghetto alle vongole .
Frammento n. 5
Miglior ristorante italiano: Da Vittorio a Shanghai.
“Da Vittorio” a Shanghai, è risultato il miglior Ristorante dell'anno secondo la guida digitale Top Italian Restaurant (Gambero Rosso). “In questi quattro anni di vita della guida abbiamo stimolato una sana competizione valorizzando un percorso di crescita senza precedenti della ristorazione italiana nel mondo”. Così Paolo Cuccia, presidente del Gambero Rosso. “Quest'anno è emersa tutta la capacità manageriale, tipicamente italiana, di far fronte alle emergenze”. Affacciato sul Bund, uno dei luoghi simbolo della città più grande della Cina, mantiene lo stile, l'eleganza e la cura per il dettaglio che lo hanno reso un punto di riferimento mondiale nella ristorazione e nell'accoglienza.
Osservo, scruto, assaggio e… penso. (urano cupisti)
Il cavallo eretico - video-intervista ad Antonio Presti |
E niente… ci piace chiudere e aprire un anno così… con la favola dell'Eresia, la bella storia di un visionario e del suo viaggio nella Bellezza. A incarnare ancora una volta lo spirito eretico quale valore della scelta è Cavallo eretico, la sontuosa scultura in lamiera zincata che Antonio Presti ha donato alla valle dell'Alesa. Iconico e imponente, Cavallo eretico, si pone a custode della verità e dall'alto dei suoi 4 mt di altezza ci impone il diritto di scegliere.
Esortazione e monito, dunque, in un periodo storico che è sicuramente il più critico della storia moderna, dalla Seconda guerra in poi! Ma poiché di Favola… oggi… vogliamo parlare… diciamo pure che Cavallo eretico è il Dono, (l'ennesimo di una lunga serie peraltro!) Che un mecenate, eretico per scelta e per dogma di fede, fa all'umanità tutta.E 'il dono dell'amore che, stanco di dormire, nella notte, si volge indietro a guardare il giorno appena trascorso, quasi fosse l'ultimo giorno di dolore, nell'ingenua, forse, ma ostinata e dannata speranza che quel misterioso Salvatore del mondo segretamente custodito e abitato nei meandri più o meno reconditi dell'umana esistenza… si svegli e venga a sdoganare gli animi dal pregiudizio, a districare i nodi che sono divenuti grovigli, ad allentare le maglie di quella fitta rete che è la Soglia della gabbia dorata che dispoticamente tiene il pensiero ostaggio di libertà negate.
E questa è la Favola bella che Presti racconta instancabilmente agli alunni di Librino, realtà ai margini di una Terra a margine. E i ragazzi ascoltano, e… fiduciosi… si adoperano affinché lo stereotipo del vecchio adagio che da più di un secolo anima le coscienze di chi ama pensare che nella Terra del Gattopardo “nulla mai cambierà” si tradisca da sé. In questa terra inquieta che vive le profondità del suo mare azzurro,
Antonio Presti |
dilaniata e accecata dalle sue intime contraddizioni si consuma il mistero della vita, della morte e della bellezza generatrice.
Sarà colpa della Luna che annega nel nero di un orizzonte indecifrabile, a renderla così inquieta… questa
terra che invoca gli abbracci ei baci negati. Mentre quell'orizzonte nero si fa strada in un pensiero segreto e diventa l'Orizzonte altro, quello possibile, quello da cui ripartire, feriti forse, provati sicuramente, ma prostrati Mai. A tutti… cittadini del mondo auguriamo di correre come gitani, verso quel mare dalle onde salmastre che ci tenta con le sue rughe salate perché custode della nostra memoria e delle nostre Speranze. Grazie ancora Antonio perché ci restituisci fiducia e speranza!
“Credo che i demoni approfittino della notte per traviare gli sprovveduti”. Non sembra certo una frase scritta dal padre della narrativa macabra. In realtà Edgar Allan Poe (Boston 19 gennaio 1809-Baltimora 7 ottobre 1849) aveva paura anche del buio. Figlio di una coppia di attori girovaghi perse la madre da piccolo. Il padre già aveva abbandonato la famiglia e morì poco tempo dopo la moglie. Orfano dall’età di 3 anni fu adottato da una famiglia benestante ma anaffettiva e che certo non lo comprese mai veramente. Crebbe in Virginia nella città di Richmond. Alcolizzato fin da giovanissimo e dedito al gioco d’azzardo si indebitò moltissimo; con i soldi che gli mandava il padre non pagava le rette Universitarie tanto che abbandonò la scuola dove aveva studiato lo spagnolo, l’italiano e il francese, iscrivendosi in seguito all’Accademia militare a West Point. Entrò nel 1830 e già l’anno successivo fu estromesso per comportamenti non idonei e disubbidienza agli ordini. Fu processato alla corte marziale.
Sgradevole, ubriacone, attaccabrighe e giocatore d’azzardo. Di aspetto cagionevole e trasandato da dimostrare più della sua età. Lottò per tutta la sua breve vita contro le proprie dipendenze e debolezze. Fu diseredato dal padre adottivo per il suo comportamento e addirittura minacciato se si fosse ripresentato presso la sua abitazione. Sposò sua cugina Virginia Clemm di soli 13 anni, lui ne aveva 27. Iniziò a scrivere racconti e storie per alcune riviste. Non si riprese mai psicologicamente, la sua vita fu un tormentoso viaggio annegato nell’alcool e nel delirio oltre che all’abitudine del gioco d’azzardo.. E’ nota la vicenda dei cinque giorni nel quale lo scrittore/poeta fece perdere le proprie tracce. Fu ritrovato svenuto e emaciato di fronte a un pub Irlandese. Ricoverato in ospedale, morì in preda all’incoscienza invocando più volte un nome: Reynolds… Reynolds… All’inizio i medici pensarono che fosse morto a causa di un delirium tremens o congestione celebrale da alcool e narcotici. E’ probabile invece che la causa della sua morte stesse racchiusa tutta in quei cinque giorni dove forse lo scrittore fu rapito da alcuni assoldati per motivi politici. Pare fosse stato obbligato a votare più volte lo stesso nome per l’elezione del sindaco contro la propria volontà; probabilmente fu fatto bere fino al coma etilico. Si dice inoltre che fosse malato di sifilide e di diabete ma di tutto questo vi è totale mistero dal momento che le cartelle cliniche non furono mai ritrovate.
Il suo poema preferito fu “Il corvo” nonostante non avesse avuto alcun successo. Ne era così compiaciuto da inviarlo a tutte le riviste dell’epoca ma se ne crucciò poiché il testo era diventato talmente noto che quando arrivò a pubblicarlo, non fu acquistato praticamente da nessuno.
I suoi pensieri erano spesso imbrigliati fra le righe dei suoi racconti dove nella finzione esponeva anche le proprie verità di pensiero.
*Nel racconto Eleonora del 1841 scrisse:
«Mi hanno chiamato pazzo; ma nessuno ancora ha potuto stabilire se la pazzia sia o non sia la più elevata forma d'intelligenza, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non derivi da una malattia del pensiero, da umori esaltati della mente a spese dell'intelletto generale.»
Scrisse romanzi, racconti, raccolte grottesche, racconti di terrore ma anche di temi vari, scrisse satira letteraria e critica oltre ai saggi. Iniziò anche una drammaturgia che lasciò incompiuta (Poliziano) e scrisse molte poesie che dimostravano la sua grande sensibilità spesso occultata dietro a opere di spessore diverso. Molti non sono a conoscenza che Poe non amava solo dedicarsi alla letteratura ma era anche appassionato di spazio e cosmologia. Durante la sua breve vita Edgar Allan Poe fu conosciuto più come critico letterario che come scrittore. Soffrì dei suoi stessi errori. Morì a soli 40 anni.
Un aforisma ci offre parte della sua profondità.
"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte".
Gli struffoli: pasta dolce fritta e condita col miele e frutta candita, |
Nelle case nelle giornate di festa, i ricordi dei profumi dell’infanzia, ci conducono lontano riportandoci alla gioia della nostra gioventú. Chi non torna bambino pensando ai profumi delle spensierate giornate di vacanze natalizie?
Una manager dell’informatica innamorata dell’innovazione scopre il piacere delle fragranze della tradizione. Sin da bambina è attratta dalla scienza, la matematica la fa palpitare, ma nella sua mente si installano profondi i sentori delle feste a cui non fa caso finché non le vengono tolti e solo allora le tornano alla mente i sapori dei piatti della sua infanzia e così decide di cimentarsi. Come sempre la tecnologia la sostiene e recupera le antiche ricette e insieme alle tracce lasciate dalle sagge nonne: su magnifici manoscritti, ecco riprodotti i dolci dell’infanzia e di tutta una vita. Struggente e’ il ricordo di sua madre che, prima da bambina poi sposa e madre, la circonda di amore anche con dolci e manicaretti. Ora i rituali si ripetono. Ma la nostra manager non è l’unica: il ritorno alla tradizione, in questa epoca di grandi cambiamenti, sembra essere un’ancora di salvezza che porta nuova linfa vitale. E’ come affondare le radici per sentirsi più reali. Assistiamo al ritorno all’agricoltura, molti giovani sono ritornati alla terra attraverso l’innovazione e la cura e il rispetto dell’ambiente. Così, riprendere vecchie ricette, ci riporta ai nostri momenti più belli quando tutto sembrava possibile e avevamo tutta la vita davanti.
Ripetere quei rituali che prima non apprezzavamo fino in fondo, i valori antichi dell’accudimento, ci danno il senso del tempo che si ripete rassicurante tra le generazione.
Nelle famiglie sta accadendo qualcosa di nuovo: non esistono più i ruoli definiti ma la vera conciliazione, senza differenza di genere, si realizza. Insieme madri, padri e figli lavorano per riprodurre quei piatti antichi e così, a quattro mani, fare gli struffoli della tradizione partenopea, diventa un momento aggregante in questo passaggio generazionale. Da monopolio delle signore di altri tempi, la cucina anticipa le mutazioni della società. Senza più stereotipi e barriere culturali. Come sempre i cambiamenti all’interno della famiglia sono specchio delle rivoluzioni sociali.
Che soddisfazione riprodurre un capolavoro della tradizione campana, l’insalata di rinforzo, partendo dalla ricerca delle materie prime fino alla realizzazione finale, all’assaggio a cui ci prepariamo ansiosi. Ecco che, incredibilmente, tornano antichi sapori e gli odori che ci portano a quando eravamo bambini. Pura magia.
Ora non resta, per completare l’incanto, che cercare l’abbinamento perfetto tra cibo e vino coinvolgendo tutti, esperti e meno esperti, nella soluzione di questo annoso dilemma.
Dolce col dolce e salato per contrasto: questo è quello ci hanno insegnato nei corsi da Sommelier ma, alla fine, vince il gusto personale, il ricordo e la memoria.
Diventa difficile convincere i più, che i panettoni sono più buoni quando si abbinano con un moscato oppure un panforte con un passito di Pantelleria. In tutti i nostri ricordi delle feste, con il panettone si brinda con lo spumante secco e la tradizione vince.
Per i salati, si potrebbe seguire il principio dell’abbinamento per colore cioè semplicemente bianco-pesce, rosso-carne, anche questo scandalizza i nostalgici del vino da tavola, sicuramente è troppo complicato fare la scheda del cibo e quella del vino per cercare l’abbinamento perfetto e allora lasciamo agli esperti l’ardua sentenza e facciamoci consigliare dai nostri sommelier, orgoglio italiano nel mondo, che esportando la loro enorme competenza , valorizzano al meglio, i nostri meravigliosi vini.
Anche se viviamo una vita frenetica, sempre connessi, Natale è tutto questo: tradizione abbinata all’innovazione ed alla sperimentazione, ovunque ma soprattutto in cucina ci guidano la curiosità di creare qualcosa di nuovo ma anche la memoria di una conoscenza antica che ci fa da Stella Polare indicandoci la direzione.
L'insalata di rinforzo. Tipica pietanza natalizia napoletana che serve a rinforzare il pasto in caso sia troppo leggero. A base di cavolo bianco ricca di sottaceti capperi alici olive e in alcuni casi addirittura baccalà, ricchissima e molto sapida. |
Ricordare significa creare un ponte tra passato e futuro. Andare avanti avendo la consapevolezza di ciò che siamo stati.
Le tradizioni, come quella del Natale, contribuiscono a rafforzare la consapevolezza di un popolo. Triste chi non ha un passato, ricordi ed esperienze alle quali riferirsi. Ed il Natale , più di ogni altra ricorrenza, civile o religiosa, incarna lo spirito di fratellanza che lega insieme tutta l’Umanità, qualunque sia il credo religioso professato. E’ una festa UNIVERSALE, con tradizioni, usi e costumi differenti ma il cui insegnamento alla tolleranza ed all’amore verso gli altri , è rivolto a tutti gli Uomini.
Questo è ciò che rende la festa del Natale semplicemente, magicamente meravigliosa
Giuseppina De Cicco
Manager dell’Informatica
La promessa messianica del vaccino è stata mantenuta. E già! Qualche volta accade che il Governo mantenga i suoi impegni, soprattutto se alla base vi è un ritorno economico non indifferente (e magari non solo quello!) Così finalmente, il nuovo Salvatore dell’umanità è arrivato. Forse non a caso proprio a ridosso del Natale. Mentre nelle chiese non si svolge celebrazione e i credenti non possono trovare conforto in una voce che plachi le loro ansie, in questo momento, cruciale per la storia dell’umanità, arriva il nuovo Messia. E con lui i nuovi Evangelisti, media e social, divulgatori della buona novella. Ci è voluto quasi un anno per un vaccino… sembra tanto ma in realtà è molto poco. Si sarebbe potuto fare anche prima, a dire il vero, mese più mese meno, poco importa ai fini di un vaccino contro un virus che non si conosce (ricordiamo che il virus non è ancora stato isolato) approntato con una tempistica che del protocollo di sperimentazione se n’è a dir poco fregata. Prova ne sia che il vaccino attualmente è stato testato solo su 45 soggetti umani in 63 giorni, che il tempo del passaggio tra le varie fasi è stato eccessivamente accelerato e che una sperimentazione che dovrebbe durare anni, si è ridotta a pochi mesi. Ma se i miracoli compiuti da Gesù posiamo leggerli nelle Sacre scritture, dei miracoli vaccino anti COVID 19 al momento purtroppo conosciamo solo le reazioni avverse. Effetti collaterali sistemici rilevati anche a somministrazione di dose ridotta sono gli effetti a breve termine. E non sappiamo ancora di quelli a lungo termine. Autorevoli studi medici stimano che la sterilità femminile e gli aumentati casi di autismo del nostro tempo siano gli effetti a lungo termine dei vari vaccini “canonici” somministrati negli anni addietro. Ora, nel caso del vaccino anti COVID 19 ci troviamo di fronte ad un prodotto che utilizza RNA modificato e DNA modificato. Questo significa che il vaccino potrebbe cambiare il nostro genoma, ossia ciò che ci rende umani, il nostro codice, provocando difetti alla nascita e malattie. Tecnica della trasfezione, si chiama ed è praticamente identica a quella utilizzata per gli OGM, una tecnica che produce organismi sostanzialmente non sani.
Oggi, dopo mesi di spietata campagna terroristica mirata a diffondere panico e terrore, via libera dell’Ema, agenzia europea di controllo dei farmaci che ha sede ad Amsterdam, al vaccino Pfizer-Biontech. L’approvazione consentirà l’avvio della campagna vaccinale in tutta Europa a partire dal 27 dicembre. Col suo imprescindibile corredo, tanto di patentino che sarà lo zoccolo duro della politica, l’arma del ricatto messa a disposizione di qualunque ente possa utilizzarla. Primo fra tutti il comparto dei trasporti aerei. Non ci si potrà più spostare se non si è vaccinati. Non si potranno fare concorsi. E la lista potrebbe continuare di molto... Di fatto sarà reso obbligatorio anche se non lo è in teoria. Questo l’escamotage messo a punto dai centri di potere per imporre un trattamento sanitario senza intaccare la tanto abusata nostra Costituzione.
Ma perché si sta pressando con tale aggressività mediatica verso il vaccino anti COVID 19? Perché per quasi un anno pieno, l’informazione sull’argomento è stata polarizzata esclusivamente sulle misure di contenimento del contagio, quasi fosse l’unico mezzo a disposizione per combattere il virus? Perché è stato disposto quasi un embargo a nominare i farmaci anti COVID 19 e una reale censura verso la clorochina? AIFA (Agenzia italiana del farmaco, lo ricordiamo) mette fuori uso la clorochina dopo la dichiarazione di pericolosità annunciata da un’autorevole rivista scientifica. Eppure la clorochina è usata da anni per la malaria, il lupus e non è mai morto nessuno. Anzi non è neanche l’unico farmaco oggetto delle promettenti terapie “sperimentali” contro il COVID 19, ci sono anche il siero iperimmune e sostanze che attivano l’immunità. E non sarà neanche un caso che in Africa dove il COVID 19 pare non avere attecchito, nonostante il va e vieni di milioni di cinesi, la tanto diffamata clorochina sia un antimalarico di uso universale! Delegittimare ogni farmaco che ha dimostrato efficacia nel trattamento perché scomodo a quelle elites di potere che guarda caso coincidono con chi sta “allestendo” un vaccino a tempi di record, è stata la strategia.
Cosa sta accadendo? Siamo di fronte a dei falsi epocali! Riviste scientifiche inquinate dalla logica del profitto. E’ la prima volta che accadono fatti di tale gravità!
Molti si stanno chiedendo perché non è stato ancora trovato un vaccino contro l’HIV, il virus responsabile dell’AIDS che pure si conosce da quarant’anni, mentre si sta “imponendo” un vaccino in maniera autoritaria senza che siano state dimostrate le prove di tossicità, efficacia, stabilità, tutte caratteristiche che si richiedono ad un farmaco per essere sicuro. E poi almeno che sia efficace, per quanto tempo dura? Alla prima mutazione che succede? I recenti fatti made british sono già la risposta. La variante inglese, infatti, a detta del professor Calum Semple, scienziato dell’attuale Comitato scientifico britannico, diventerà il ceppo dominante per via della sua capacità di trasmettersi più rapidamente.
Uno studio interessante ha rilevato che il 95% degli anziani che non ce l’hanno fatta nella battaglia contro il COVID 19 fossero tutti plurivaccinati (influenza, meningite, ….) E’ ovvio che una campagna che per mesi prospetta una malattia con rischi molto superiori al reale provochi terrore. E uno terrorizzato è uno che non ragiona. E non è alquanto strano che in uno scenario dell’imprevedibilità qual è quello COVID 19 ad essere previsti con estrema precisione siano state solamente le date del vaccino e dei picchi? Possibile che le nuove ondate di virulenza siano “provocate” dai virus vaccinali antinfluenzali che stanno facendo da mesi? Cosa contengono i vaccini antinfluenzali? Qualcuno li ha fatti analizzare? E se compromettessero il sistema immunitario impedendoci paradossalmente di combattere il COVID?
Potrà mai il capitalismo garantire quell’istanza di libertà che, insieme ad altri diritti, è il fondamento della nostra Costituzione?
Sarà proprio vero … esplode oggi la favola messianica della Pfizer ma, come spesso avviene, un sistema corrotto alla base viene minato nelle sue fondamenta proprio da se stesso. Amen!
Paolina Leopardi, (Paolina Francesca Saveria Placida Blancina Adelaide)è stata una traduttrice e scrittrice italiana. Nata il 5 ottobre del 1800, era la terzogenita e unica figlia femmina del conte Monaldo Leopardi e di Adelaide Antici (cugini fra oro).
Ricordata spesso solo come la sorella del poeta di Recanati, sottolineando soprattutto il suo aspetto gracile e la non bellissima presenza estetica.
Vestiva sempre di nero, carnagione olivastra e capelli corti e neri, religiosa tanto da dir messa, fu soprannominata “Don Paolo”, visse nella sua “casa prigione” 57 anni fino alla morte della madre dispotica trovando finalmente una sorta di libertà nella seconda stagione della sua vita. Iniziò a viaggiare, andare a teatro a conoscere persone e avere così una vita sociale.
Non dava amicizia nell’immediatezza, ma quando accadeva era devota a questo sentimento.
Timida ed erroneamente giudicata non cordiale. In realtà Paolina aveva sempre avuto pochissimo contatto con le persone da sembrare schiva ma era solo schiava della propria timidezza tanto che quando si trovava in presenza di estranei, non riusciva quasi a proferire parola.
Una donna coltissima che privata di contatti e di possibilità riuscì solo in piccola parte a esprimere il suo grande sapere e la sua enorme cultura. Studiò la lingua francese in modo ottimale, sapeva inoltre tradurre sia il tedesco che l’inglese. Conosceva ed approfondì il latino. Studiosa di musica e di storia oltre che di testi biblici.
In età adulta fu un valido ed indispensabile aiuto per il padre Monaldo nel tradurre articoli di giornali in lingua francese che inoltre recensiva. Fu autrice di diverse traduzioni dal francese e di una biografia di Mozart (fu la prima donna che lo ha fatto in lingua italiana).
Paolina dunque crebbe in un ambiente ferreo con il padre Monaldo e la madre Adelaide, quest’ultima era particolarmente despota costringendo la figlia a regole continue che la privavano anche di semplici libertà quali il ridere o il piangere vivendo una sorta di clausura domestica.
In una lettera scritta il 26 maggio 1830 a Marianna Brighenti scrisse:
Fra gli altri motivi che hanno renduto così triste la mia vita e che hanno disseccato in me le sorgenti dell’allegrezza e della vivacità uno è il vivere a Recanati, soggiorno abominevole ed odiosissimo; un altro poi è l’avere in Mamà una persona ultra-rigorista, un vero eccesso di perfezione cristiana, la quale non potete immaginarvi quanta dose di severità metta in tutti dettagli della vita domestica. Veramente ottima donna ed esemplarissima, si è fatta delle regole di austerità assolutamente impraticabili, e si è imposta dei doveri verso i figli che non riescono punto comodi …
Ebbe un rapporto stretto per molto tempo con il fratello Giacomo che adorava; fu al suo fianco quando egli iniziò a non vedere più molto bene e addirittura scriveva sotto dettatura le poesie che Giacomo le dettava. Ascoltava ogni suo progetto, desiderio, confidenza. Tutto questo fino a quando il poeta risedeva a Recanati. Cambiò in seguito il loro rapporto, nel periodo che il Leopardi si instaurò a Napoli, quando a causa di diverse opinioni politiche e religiose dei due, il legame si freddò. Paolina era religiosa come il padre Monaldo, mentre Giacomo portava avanti le idee ateiste. Non si scrissero quasi più nonostante il poeta chiedesse alla sorella di farsi sentire più spesso. Lui si ammalò ma lei non andò mai a trovarlo.
Solo nel 1867 rese omaggio alla tomba del fratello a Napoli
Gli ultimi anni di Paolina si conclusero viaggiando finalmente libera da tanta segregazione.
Visitò spesso Pisa che era la città amata dal fratello Giacomo. Andò spesso a Firenze.
Morì sola a Pisa nel 1869 probabilmente per una pleurite. Fu in seguito trasportata a Recanati e seppellita al cimitero civile.
Ci lascia un bagaglio di opere, epistolari vari, traduzioni, recensioni e molti inediti.
Una donna forte nonostante le privazioni, le segregazioni, le imposizioni. Con la mente e la voglia di sapere studiò tutto quello che voleva conoscere quasi fosse un lungo viaggio oltre il luogo fermo della sua casa a Recanati.
Paolina non era l’ombra di Giacomo, ma il suo alter ego. L’incomprensione e l’anaffettività della famiglia la limitò molto tagliandole le ali ancor prima di volare.
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La Riflessione!
La Pandemia non molla la presa. I tempi della somministrazione dei vaccini si allungano e l’economia, compresa quella del vino, dalla preoccupazione è passata alla tragedia. Ci arrabattiamo come permesso. Sono notizie recenti quelle che vedono “il rimandare” le manifestazioni a date future (si parla nella tarda primavera) se non addirittura al 2022. In questo disastro c’è qualcuno che “tenta” comunque di tener viva l’attenzione sulle proprie produzioni come il Consorzio del Brunello che ha dato il via all’organizzazione di “Benvenuto Brunello OFF”, quattro weekend di degustazioni a Montalcino per presentare la vendemmia 2016 e la Riserva 2015. Altri si limiteranno a conferenze in formato digitale. E la Cina? Si è appena concluso il ProWine China a Shanghai ed è nella fase organizzativa il ProWein Hong Kong. Anche il Vinitaly ha annunciato che effettuerà la manifestazione a Hong Kong mentre per quella italiana prevista a Verona (attualmente slittata a Maggio), pare non ci siano le condizioni “di sicurezza”. Molti si chiedono: perché in Cina è possibile e da noi no? Mistero!
Frammento n. 1
Ultim’ora: è spagnolo il vino migliore al mondo secondo Wine Spectator.
Questa la notizia che gira vorticosamente sui social mondiali riaprendo i soliti e puntuali annuali lagnosi dibattiti. Una cosa è certa: Wine Spectator non sarà la Bibbia del Vino Mondiale ma è sicuramente la rivista più “influente” al Mondo. Riesce a dettare le regole, il marketing, i listini prezzi. Un consiglio? Correte ad acquistare i cimeli prima che i prezzi schizzino alle stelle.
Così è se vi pare. Ci sarà qualcuno, più curioso degli altri, che arriverà a convincere il consigliere della Prefettura, Lamberto Laudisi, a fare l’indagine? (Pirandello docet).
RioJa Castillo Ygay Gran Reserva Especial 2010 della Bodegas Marqués de Murrieta, un blend di tempranillo e mazuelo, su podio. E gli italiani? Terzo il Brunello di Montalcino Le Lucére 2015 cantina San Felice e settimo il barolo 2016 di Massolino.
Frammento n. 2
Maxi sequestro in Sicilia: vino adulterato con acqua e zucchero.
Vini commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche. Partinico in provincia di Palermo il luogo. 37mila ettolitri di vini commercializzati. Dietro a questo sequestro le indagini hanno potuto accertare anche emissioni e utilizzo di false fatturazioni, truffe, rilievi conducibili ad attività mafiose. Insomma di tutto e di più. Un laboratorio clandestino all’interno di uno stabilimento enologico. Quello che ha dato fastidio non è l’operazione della Guardia di Finanza, ma il politico di turno che ha letto un comunicato “dal sapore antico”: presidiare la legalità per difendere il made in Italy.
Frammento n. 3
Club Excellence cambia: da semplice club a vera e propria Società.
Ricordo quando nel 2012 i “magnifici sette” importatori e distributori italiani di vino trovarono “l’intento di fare squadra”. Oggi che sono ben diciotto hanno sentito il bisogno di crescere, andare avanti, dare maggiore vitalità al progetto iniziale. Ecco nascere Società Excellence con 1400 agenti su tutto il territorio nazionale e distribuire i prodotti di quasi un migliaio di produttori tra i quali molti francesi dai nomi altisonanti. Cambia anche il logo: si rinnova senza perdere il contatto con il passato. E dell’impatto sul mercato italiano della distribuzione dello champagne? Sarà ancor più efficace anche per superare questo difficile momento che stiamo vivendo. Ora tutti gli amanti del “perlage” attendono la conferma della manifestazione annuale Champagne Experience!
Frammento n. 4
Medaglia d’Oro ad un Vermouth!
Massimo riconoscimento da parte del Concours Mondial de Bruxelles al Vermouth di Torino Superiore al Barolo del Professore nella categoria Spirit Selection 2020. Il Concorso premia i migliori spiriti di tutto il mondo. Giusto riconoscimento ad un prodotto italiano che ha fatto storia nei secoli. Questo nello specifico è l’unico realizzato partendo da una base di Barolo del vigneto Cerretta, un Cru della cantina Ettore Germano di Serralunga d’Alba. Eccellenza nell’eccellenza. Il Vermouth di Torino Superiore al Barolo è un vero e proprio ritorno alle origini, ai tempi in cui un ottimo vermouth non poteva che nascere da un ottimo vino. Il vermouth, quel “vino liquoroso” caratterizzato da una miscela, a volte segreta dove, accanto ad un grande vino invecchiato nel tempo, ritrovi erbe e spezie aromatiche tra cui assenzio, rabarbaro, vaniglia, china, chiodi di garofano. Da provare come aperitivo, digestivo, corroborante, tonico. E l’abbinamento con piccoli pasticcini come gli amaretti di Fossano (tanto per rimanere in Piemonte) come lo vedete? (Notizia dell’ufficio stampa Carlo Dutto)
Frammento n. 5
I “poliziani” e gli “ilcinesi” portano in Banca il vino prodotto per avere liquidità.
Due, per il momento, gli accordi stipulati tra il Monte dei Paschi di Siena e i Consorzi di Montepulciano (i Poliziani) e Montalcino (gli Ilcinesi). Lo strumento finanziario oggetto degli accordi? Il Pegno Rotativo. Di cosa si tratta? Uno strumento innovativo per far fronte alla grave crisi di liquidità delle singole imprese vinicole (e non solo) dovuta all’emergenza sanitaria in atto. Detto in maniera spicciola e comprensibile, una banca potrà concedere un prestito per un importo pari all’80% del prezzo medio corrente (emanato dalle Camere di Commercio) con le garanzie, in questo caso specifico, da parte dei Consorzi. I produttori incassano subito il credito mantenendo la disponibilità del prodotto che può essere sostituito con altri aventi le medesime caratteristiche. La proprietà del bene non viene ceduta ma rimane in capo al viticoltore. La svolta? Il riconoscimento, da parte di un Istituto bancario, sul “valore” di un vino importante tanto da essere elemento di pegno.
Frammento n. 6
Festival Nazionale Spumantitalia 2021. Si fara?
Al momento la terza edizione di questo evento è programmata a Desenzano sul Garda per il 21-22-23-24 gennaio 2021. Tutto dipenderà dalla “terza ondata” Covid. Una kermesse che vedrà, accanto alla presenza del sistema spumantistico nazionale anche maison straniere. Giornate di lavoro, dibattiti, confronti con tutti “gli attori” della filiera, ben 20 Master Class. Insomma un festival innovativo. Incrociamo le dita!
Frammento n. 7
Il club del Sake
Brillante ed originale idea: il Sake Company Club. Strutturato come un vero e proprio Club, con tanto di iscrizione, esclusivo. Ogni socio riceverà mensilmente una bottiglia di sake appositamente importata esclusivamente per il club e non verrà messa in distribuzione. Un’assoluta chicca per stile e gusto, accompagnata dalle schede informative e i consigli del “sake sommelier”. La partecipazione al Sake Company Club può avere durata di un mese, sei mesi o annuale e può essere interrotta in qualsiasi momento senza alcuna penale. Chi fosse interessato questo l’indirizzo: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. cell: 393 3324312.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
- Traduzione dell'articolo apparso sulla testata americana TAP NEWS
http ://tapnewswire .com/2020/12/vall-reallv-need-to-understand-how-mma-vaccines-are-desi gned- and-executed-youre-not-going-to-like-it/
C'è davvero bisogno di capire come vengono progettati e come funzionano i "vaccini" ad mRNA: ma non vi piacerà.
Ma prima, possiamo essere d'accordo sulla definizione di "vaccino?" Supponiamo che stiamo parlando di un vaccino tradizionale totalmente legittimo, che esiste da anni ed è sicuro ed efficace. Fondamentalmente, che cos'è? Possiamo essere d'accordo sul fatto che un vaccino sia una sostanza prodotta da una versione indebolita o morta dell'agente patogeno che viene introdotta nel flusso sanguigno per indurre una risposta immunitaria?
Va bene.
ndi ora cercate di capire quest'altro concetto: i "vaccini" mRNA non sono vaccini. No. Ciò con cui abbiamo a che fare è la bio-tecnologia e la bioingegneria. In breve, è una modificazione genetica. (Immaginatevi l'esuberanza dei finanziati da Big Pharma/Luciferian Gates, per non parlare dello stesso Gates, nel loro giocare ad essere Dio)
ndi, come funziona? Quando le cellule si dividono, i filamenti di DNA vengono replicati e l'RNA messaggero (mRNA) gioca un ruolo fondamentale nei processi noti come trascrizione e traduzione. Se ne parla. Questa cosa che Moderna / Pfizer / Gates hanno inventato, è un filamento sintetico di mRNA, che penetra nella membrana di cellule umane sane e dirotta il normale processo di replicazione. La cellula umana precedentemente sana verrà ora trasformata, per produrre un frammento del virus vero e proprio, la cosiddetta "proteina spike". Questa molecola sarà riconosciuta come un agente patogeno, provocando la risposta immunitaria.
La cellula umana precedentemente sana, verrà ora trasformata per produrre un frammento del virus vero e proprio. Si: hai letto bene. Quanto segue è ripreso dal primo paragrafo della voce wiki su questa tecnologia:
Un vaccino a RNA o vaccino a mRNA (RNA messaggero) è un nuovo tipo di vaccino che trasferisce molecole di RNA sintetico in cellule umane. Una volta all'interno delle cellule, l'RNA funziona come mRNA, riprogrammando le cellule per creare la proteina estranea, che normalmente sarebbe prodotta dal patogeno (ad esempio un virus) ... Queste molecole proteiche stimolano ndi una risposta immunitaria adattativa che insegna al corpo a distruggere qualsiasi agente patogeno ... La molecola di mRNA è rivestita con un veicolo per la somministrazione di farmaci, solitamente nanoparticelle lipidiche PEGilate, [2] per proteggere i fragili filamenti di mRNA e favorire il loro assorbimento nelle cellule umane. [3] [4]
... si sa poco sugli effetti collaterali a medio e lungo termine [8]
Se vai su wiki e fai clic su Visualizza cronologia nella parte superiore della pagina, scorri verso il basso e fai clic su Più vecchio, ove si vede che questo articolo è stato creato per la prima volta il 17 febbraio 2020. Noterai anche che, fino a gennaio 2020, questa tecnologia non era nemmeno ancora considerata sperimentale. Era considerata teoria. Wow!
Così tante domande. La folla biologica vegana anti-OGM boicotterà questa biotecnologia, che trasforma efficacemente ogni essere umano che la prende in un OGM ambulante? Sicuramente odio quando la logica si intromette nelle decisioni sanitarie. Cosa succede se la corsa alla velocità per
ripulire la biotecnologia, si traduce in una parziale interruzione del sequenziamento dell'mRNA?
Continuo anche a pensare a tutti i decenni infruttuosi di tentativi di sviluppare un vaccino contro il coronavirus, con innumerevoli topi, gatti e bambini che sono morti nelle prove. Non lo sapevi? Sì, il problema è che questi "vaccini" hanno la tendenza a migliorare l'assorbimento del patogeno. Questo effetto è chiamato potenziamento dipendente da anticorpi (ADE) e ho pubblicato una lunga spiegazione annotata di questo problema . In conclusione, questo è il motivo per cui non c'è mai stato alcun tipo di vaccino contro il coronavirus. Ma in qualche modo ne hanno trovato uno in dieci mesi!?
E la gravidanza, l'allattamento e la fertilità a lungo termine delle mamme geneticamente modificate? Ohhh ... non vogliono che si vada a curiosare proprio in queste cose. Vuoi sapere in che modo la biotecnologia mRNA potrebbe interferire su un bambino in via di sviluppo, un bambino che si allatta o con le possibilità della mamma di rimanere incinta di nuovo? Peccato, non si può!, dal momento che hanno evitato di proposito di sperimentare qualsiasi cosa di tutto ciò, persino sui topi. Non c'è bisogno di far sparire le prove, se non sono state prodotte prove. Poi, quando Pfizer ha ottenuto l'approvazione dal Regno Unito, ha pubblicato DIECI PAGINE di spiegazioni, avvertimenti, dichiarazioni di non responsabilità, ecc.
Si può ascoltare Bill Gates in un video in cui afferma che vuole ridurre la popolazione mondiale del 90%, ma posso essere proprio io il pazzo che suggerisce che un vaccino che agisce tramite la genetica sintetica può comportare rischi per la fertilità?
Per favore, iniziate a spiegare questi concetti ad amici e parenti.
p.s.
i link mancanti in questo articolo tradotto sono reperibili e cliccabili nell'articolo originario.
accostamenti tibetani |
Chi mi conosce e mi segue sa che da anni studio l’evoluzione della vitivinicoltura in Cina. Più volte ho parlato dei passi da gigante in questo settore, se pur “criticato” da molti.
“Non arriveranno MAI ai nostri livelli, non hanno la retrocultura millenaria, non hanno territori adatti all’allevamento dei vitigni, sono sprovveduti in tutto”. Senza riportare le frasi offensive.
Oggi registriamo che la Cina è il quinto produttore mondiale di vino. Da diversi anni ha permesso agli occidentali europei di eseguire “saggi” dei terreni a Nord (Mongolia interna) ad Est (verso la Manciuria),nel Centro (Ningxia) ad Ovest ( verso il Tibet) per identificare i micro climi ideali per l’ allevamento dei vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Pinot Nero, Petit Verdot, Merlot, Sauvignon Blanc, Chardonnay, senza dimenticare gli studi sul Sangiovese, Colorino, Canaiolo per la produzione del Chianti, autenticamente cinese 基安蒂.
In seguito hanno iniziato la produzione di vino con l’aiuto di agronomi, enologi, chef de cave francesi, italiani, spagnoli mandando, in contemporanea, i loro giovani a studiare scienze agrarie ed enologia nelle università di Bordeaux, Montpellier, Lione e far pratica anche presso le nostre aziende più blasonate.
Chianti in cinese |
Hanno stretto legami economici e joint venture, ovvero accordi fra aziende per realizzare determinati progetti in tempi limitati, sotto l’attenta vigilanza del governo cinese. L’accordo più significativo?
Dare da bere vino al 10% della popolazione. Ma vi rendete conto, in numeri, quanto rappresenti il 10% dei cinesi?
È di oggi la notizia del “vino che fa volare sopra le nuvole": un vino prodotto con la supervisione del Gruppo francese LVMH ai confini con il Tibet e la sua bottiglia misteriosa ed esclusiva commercializzata nella rete distributiva dello stesso colosso francese LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy, tanto per capirci).
A parlarne è Francesca Landolina su Cronache di Gusto.it del 4 dicembre.
A dire il vero ero già a conoscenza di questo investimento in quella parte remota della Cina e dopo la notizia di per sé emblematica, definita allora come allegorica, ne avevo perso traccia e sostanza.
Francesca Landolina la riprende e ne parla a seguito di una degustazione che, da quanto riportato qui sotto, l’ha letteralmente sconvolta. E i pregiudizi si frantumano.
Vigne a 2.600 metri di altezza |
“La Cina potrebbe diventare uno dei Paesi più importanti per la produzione di vino nel mondo? Potrebbe sfidare anche la Francia e i suoi Bordeaux?” si chiede Francesca.
“Ci sono ancora tanti interrogativi aperti, ma una cosa è certa: mentre i big già affermati nel mondo del vino sono impegnati alla conquista del mercato cinese, Ao Yun, il vino del Tibet, parte all’assalto dell’Occidente. E lo fa con un grande vantaggio: è il nato tra i prestigiosi vini dell’impero LVMH, il big del lusso di Bernard Arnault. LVMH ha puntato sull’esclusività”.
Ao Yun, un blend di Cabernet Sauvignon 74%, Cabernet Franc 20%, Syrah 4% e Petit Verdot 2%, cresce nella vallata tibetana del fiume Dza-Chu (meglio conosciuto con il nome thailandese Mekong, il fiume che percorre ben sei nazioni: Cina, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam) ad una altezza compresa tra i 2.200 e i 2.600 metri.
Vino Ao-Yun |
Meglio precisare il suo vero aerale, la provincia nord dello Yunnan, al confine con il Tibet.
Il territorio di quattro villaggi che presto saliranno alla cronaca mondiale come villaggi Grand Cru del vino Ao Yun: Adong, Shuori, Sinong e Xidang. E guardate che non è affatto una battuta visto che la bottiglia è in vendita intorno ai € 300,00.
Francesca Landolina sciorina numeri per far capire che non è uno scherzo: 314 parcelle distribuite su 28 ettari di terreno con l’impiego di centoventi famiglie contadine di quella provincia per una produzione da definirsi di “nicchia”: solo 21mila bottiglie.
“Aggiuungo che il risultato è stato sorprendente. Un vino raro e di ottimo livello gustativo, complesso e multi-sfaccettato”.
Analisi sensoriale eseguita da Francesca Landolina:
“Il vino ha un colore scuro e profondo. Al naso rivela freschezza, aromi di fumo, legno di cedro, frutta gialla ed esotica che si mescola ai frutti rossi, ribes nero e mirtilli. Evidenti note balsamiche e cenni di muschio bianco. Al palato è persistente ed elegante, con tannini estremamente morbidi e densi, seguiti dal lungo finale minerale sapido. Di certo un grande rosso che fa “volare sopra le nuvole”, come indica il significato del suo nome, e che fa viaggiare con la fantasia tutti coloro che in un vino cercano territori, storie, persone e avventure”.
L’enologo Maxence Dulou, da parte sua, aggiunge:
“La fermentazione malolattica si è svolta per 3 mesi in botti (32%) e vasi di argilla (68%), che aiutano a compensare la mancanza di ossigeno in altura. È seguito un affinamento per 14 mesi in botti di rovere nuove (32%) e di secondo passaggio (68%), regalando ancor più finezza al vino”.
Amici eno-scettici prendete appunti:
“A partire dal 2016, nello Yunnan, hanno cominciato ad adottare un nuovo sistema di classificazione del territorio basato sull’osservazione del suolo e la misurazione delle piante: il risultato è stata un’ulteriore frammentazione delle 314 parcelle in 900 sottoparcelle che mostravano caratteristiche simili; si è così cominciata a gestire ciascuna di queste sotto-unità in maniera indipendente”.
Vigneti nello Yunnan |
Ora tocca a noi imparare.
Maxence Dulou continua: “Questo nuovo sistema è riuscito a migliorare ancora di più la qualità dei grappoli. L’altitudine della Tenuta di Ao Yun, con la cantina ad Adong a 2.600 metri, è tra le più alte del mondo. A questa quota la quantità di ossigeno è inferiore del 25% e ciò influisce sulla percezione del gusto. Dopo tre annate, per la prima volta da quando è stato lanciato Ao Yun, l’assemblaggio finale della vendemmia 2016 è stato deciso a livello del mare, a Hong Kong, dove il grado di umidità dell’aria è più costante. Stiamo studiando le condizioni in cui avviene la degustazione per avere un’idea più precisa su come verrà percepito il gusto del vino in condizioni di altitudine e umidità dell’aria regolari”.
Nel chiudere l’articolo Francesca si chiede:
“solo avventura portata avanti dalla determinazione, passione e impegno di un gruppo di visionari o un attento risultato ottenuto secondo scelte scientifiche ben precise?”
e continua : “Il 100% delle operazioni sui vigneti è svolto a mano, secondi i principi della produzione biologica e della centenaria tradizione locale. Agli inizi del 2008, Estates & Wines, la divisione vini del mondo di Moët Hennessy, ha chiesto al Dottor Tony Jordan, enologo e scienziato australiano, di individuare in Cina un territorio che presentasse le condizioni ideali per la produzione di un grande vino rosso. Dopo quattro anni di ricerche è giunto nel nord dello Yunnan, dove ha trovato un microclima ideale nel villaggio di Adong. Nel 2012, affascinato dalla meraviglia di ciò che si nascondeva in questa remota parte del mondo, Maxence Dulou, enologo di Bordeaux, si è unito all'avventura di Ao Yun. Le spesse nuvole vaganti, caratteristiche della zona, sono un'eco del nome di Ao Yun, che significa proprio “volare sopra le nuvole”. Ed il vino riflette questo ideale”.
Giudicate voi.
Francesca Landolina per Cronache di Gusto.it 4 dicembre 2020
La ondulata morfologia del territorio romano, avvenuta nell’ultimo milione di anni, è stata determinata dall’attività della tettonica, proveniente dall’apparato vulcanico dei monti Sabatini a nord-ovest e dei Colli Albani a sud -est.
Tuttavia sono state le diverse oscillazioni del livello del mare, scandite nelle diverse epoche glaciali, insieme alla presenza dei corsi d’acqua che la percorrevano, che esercitando l’alternanza sedimentaria ed erosiva ne hanno disegnato il suo dolce collinare andamento, che non supera quasi mai i 50 mt lm., conformato essenzialmente da tufo ed argilla.
Andamento comodo, fertilità delle terre, presenza di acqua anche navigabile, vicinanza al mare, clima mite, va da se, che da sempre hanno reso comoda l’antropizzazione.
Va da se che Roma si fondò proprio qui!...
Si ma come e dove esattamente?
E come erano formate queste alture ? Ma perché il numero sette?
…tra leggenda e storia …
I primi insediamenti nella fase 900 a.C. - 770a.C erano diffusi su villaggi a spazi aperti adibiti a pascolo e all’agricoltura, sulle pendici perlopiù del Palatino e del Campidoglio, ma anche nella piana del Velabro
Tuttavia la difesa primitiva era affidata alla conformazione orografica del territorio, quindi il leggendario solco di Romolo della “Roma quadrata “ per la forma vagamente trapezoidale del Palatino, attestata proprio sulla sommità del colle , ci riporta ad un tracciato di confine verosimile, una sorta di recinto sacro il “pomerium”, nel centro del quale secondo Festo e Properzio vi era scavata una fossa sacrificale il “mundus” , dove venivano interrati simboli religiosi che avrebbero dovuto assicurare alla futura città benessere, prosperità, pace e giustizia.
La fondazione di una città infatti sia latina sia etrusca, seguiva un complesso insieme di solenni cerimonie e suggestivi riti .
Innanzitutto un sacerdote, “l'àugure” provvedeva a conoscere gli “auspici,” ovvero la divinazione tratta dal volo e dal canto degli uccelli.
Una volta espresso il vaticinio favorevole, si procedeva a scavare una fossa circolare nel punto ove le due strade principali “cardo e decumano” si incontravano formando un angolo retto :il “mundus”. Il fondatore vi gettava una zolla della terra di provenienza , seguito dalla stessa azione dai patres familia
Finalmente si tracciava il solco di confine, al quale si aggiungeva un secondo solco parallelo.
La fascia di terra compresa fra i due solchi era il “pomerium”.
In questo spazio territoriale, considerato sacro, sacerdoti isolavano ogni sorta di avversità e sciagura potesse abbattersi sulla città e sulla sua popolazione ed era alienato da ogni tipo di attività, compresa quella del semplice passaggio.
Era quindi per tale ragione, ovvero per evitare di infrangere i divieti rispettandone la divinità, che nei tempi successivi, proprio su questi solchi, venivano erette le mura di recinzione. Spesso all'esterno del muro veniva anche scavato un fossato, tale da rendere quanto meno difficoltoso l'avvicinamento nemico, sui lati non difesi naturalmente.
Nascevano così le “urbes”, chiamate così perché consacrate dagli dei.
A differenza delle città fortificate prive di un confine sacro che erano invece le “oppidi”.
Verosimilmente quindi la tradizione ci riporta ad una origine della “Roma Quadrata” di Romolo, secondo le usanze riportate dall’archeologia storica. Sorta dunque nell’VIII° sec. a.C., Roma era cinta da mura e fossato con tre porte, dove il primitivo muro si suppone sia stato costruito a cavallo fra le alture del Germalo e del Palatino, alla base del quale sorgeva il Lupercale, ovvero la grotta, dove la leggenda ci narra, Faustolo aveva trovato i gemelli Romolo e Remo.
Alla fondazione della “Roma Quadrata” seguiva il Septimontium, che come ci riporta Varrone , era così denominato dal numero dei monti che lo costituivano , legato all’estensione degli insediamenti delle circostanti popolazioni.
Cominciava così la tradizione che identificherà nel numero sette i colli di Roma.
Nella lista più arcaica delle alture compaiono solo le selle che costituiranno in seguito il Palatino e l’Esquilino oltre al singolo Celio.
- il mons Palatium
- il mons Germalus o Cermalus - Germalo
- la Velia,
- il mons Fagutal
- il mons Oppius
- il mons Cispius
- il mons Caelius o Querquetulanus
- la Subura che non era un mons ma la pianura di collegamento
Bisognerà arrivare a Plutarco e Cicerone per le acquisizioni delle rimanenti alture .
E troviamo la lista a tutti conosciuta.
- l'Aventino
- il Campidoglio
- il Celio
- l'Esquilino
- il Palatino
- Quirinale
- il Viminale
Nel periodo imperiale la città continuava ad espandersi, quindi ai 7 colli si aggiunsero il Vaticano mons Vaticanus ed il Gianicolo mons Ianiculum
Non erano più 7!.... ed allora come mantenere il numero magico per eccellenza?
Semplice ai tempi di Costantino i sette colli erano nuovamente cambiati ….
- il Palatino, ,
- il Germalo,
- la Velia
- l'Esquilino
- il Vaticano
- il Gianicolo
- la Suburra
Ed allora quanti erano veramente questi colli ?...
Illustriamoli e contiamoli una volta per tutte……chissà se ne veniamo a capo!
Il Colle Palatino comprendeva le tre alture :
del Palatino propriamente detto , del Germalo , della Velia.
Il Colle Aventino comprendeva le due alture:
dell'Aventino Maggiore e dell' Aventino Minore o collina San Saba.
Il Colle Esquilino comprendeva le tre alture :
del colle Oppio, del Cispio , del Fagutale, della zona delle Carinae, della Velia scomparsa che collegava il colle Esquilino al Palatino.
Il Colle Quirinale comprendeva le quattro alture:
del Colle Quirinale propriamente detto , del colle Latiaris, del colle Mucialis e colle Salutaris.
Colle Campidoglio con le tre alture :
del colle Capitolino , della sella Asylum, della Arx Capitolina, della Rupe Tarpea,
Colle Viminale : con l'altura del colle Viminale
Colle Celio: con l'altura del colle Celio
Vi era un ulteriore sella, che collegava il colle Campidoglio al colle Quirinale.
Veniva completamente sbancata per l'edificazione del complesso del Foro di Traiano.
La stessa Colonna di Traiano, mostrerebbe l’altezza originaria dell’altura rasa al suolo….
Allora questi colli sono 18 forse 19…..ma anche di più ….
come la mettiamo infatti con il Gianicolo e il Vaticano ? ….
Beh! … ma sono al di là del Tevere….
D’accordo, ed il Pincio? Ma è fuori dal sacro pomerio …si, però comunque entro le mura
Per non parlare per quei monti di terreno di riporto e da discarica: Monte Citorio e Monte Testaccio…. Ok …. questi non sono naturali…. tuttavia ci sono….
E allora quanti sono questi colli?
I colli di Roma non erano e non sono mai stati soltanto sette…..
Di certo il numero sancito dalla tradizione è basato più sul suo valore sacro che sulla realtà.
Il "sette", era un numero magico per Roma, una sorta di perfezione che emergeva dal caos, una costante del 7 nella tradizione, nella storia e nella cultura della Città Eterna, perché:
7 erano i Re di Roma,
7 i Magistrati incaricati nella distribuzione delle Terre,
7 le Coorti dei Vigiles,
7 i septemviri epulones
7 i Colossi (Apollo sul Campidoglio, Giove in Campo Marzio, Apollo nella biblioteca di Augusto, altri due Giove in Campidoglio, Nerone nel Colosseo e Domiziano nel Foro Romano.)
7 le Cose fatali dalle quali dipendevano le sorti di Roma ( l’Ago di Cibele, la Quadriga dei Vejenti, le Ceneri di Oreste, lo Scettro di Priamo, il Velo d’Ilione, il Palladio e gli Ancili)
7 le lucerne dell'Arco di Tito,
7 le meraviglie di Roma narrate da Polemio Silvio nel "Laterculus".
I COLLI NON POTEVANO CHE ESSERE SETTE…..
E 7 SIANO!... Noi li amiamo così!....
con un famoso passo di Tito Livio: (ab urbe condita , V, 54)
“Non senza motivo gli dèi e gli uomini scelsero questo luogo per fondare la Città: colli oltremodo salubri, un fiume comodo attraverso il quale trasportare i prodotti dell’interno e ricevere i rifornimenti marittimi; un luogo vicino al mare quanto basta per sfruttarne le opportunità ma non esposto ai pericoli delle flotte straniere per l’eccessiva vicinanza al centro dell’Italia, adattissimo per l’incremento della città; la stessa grandezza di quest’ultima ne è la prova“.
…..vi do appuntamento ai prossimi racconti , dove vi porterò su ciascun colle per scoprirne, storia, misteri, segreti e leggende …………………..
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