L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Cultural Events (216)

    Marzia Carocci

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La Madonna della Cintola, dipinta intorno al 1450 da Benedetto Gozzoli, allievo prediletto del Beato Angelico può essere ammirata nel suo originale splendore, rappresentata mentre sale al cielo e si volge dolcemente verso l’Apostolo Tommaso per offrirgli la sua cintura, egli che aveva già dubitato della resurrezione di Cristo riceve il dono a testimonianza dell’evento miracoloso dell’assunzione al cielo di Maria in anima e corpo.

Correva l’anno 1848 e precisamente il giorno 9 del mese di Maggio quando Papa Pio IX a “perpetua memoria” concedeva il tanto sospirato titolo di “Città” a Montefalco con il seguente diploma: “Sull’esempio dei nostri predecessori romani pontefici siamo soliti conferire di buon grado il titolo e l’onore di Città a quelle terre che per numero di abitanti, dignità di costumi, lodevoli operosità, e soprattutto per certa ed indiscussa fedeltà ed obbedienza verso la Sede Apostolica si distinguano. Ora, v’è in Umbria una terra, chiamata Montefalco, che veramente non di sol Titolo è adorna. E’ noto infatti che, oltre la sua antichità, essa fu ricca di uomini i quali, o per santità di costumi meritano di essere ascritti ai fasti celesti, o per fortezza d’animo procacciarono a loro stessi e alla patria grande lode in pace e in guerra “.

“Oggi quello stesso amore di patria e la comunità Montefalchese” ci conferma con il consueto entusiasmo  Donatella Tesei, sindaco di Montefalco, “ mi hanno spinto con determinazione a ricercare la strada per riportare a Montefalco, con una mostra straordinaria, quella preziosa pala di Benozzo Gozzoli, che la città riconoscente per il prestigioso titolo ricevuto, donò a Papa Pio IX. Dunque, dopo 167 anni la preziosa Pala della “Madonna della Cintola” torna a Montefalco per congiungersi, seppur temporaneamente, al prezioso ciclo degli affreschi che il maestro Benozzo Gozzoli realizzò nello stesso periodo nella Chiesa Museo di San Francesco.Il risultato raggiunto è per me e per tutta la comunità una gioia immensa.Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione e guida del Prof Antonio Paolucci direttore dei Musei Vaticani, di sua Ecc. Renato Boccardo, degli amici dell’Accademia della “Cultura Montefalco” e altre autorità e sponsor , che mi hanno esortata a continuare e “lottare” perché questo desiderio si avverasse … credo che la realizzazione di questo importante progetto sia motivo di vanto per l’intera comunità, non solo per la grande importanza culturale dell’evento ma anche per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico Montefalchese …”.

“Il prestigioso risultato raggiunto nella ristrutturazione dell’opera ” , commenta il Prof. Paolucci, “ è uno dei capolavori del Rinascimento pittorico italiano come il restauro condotto dagli operatori dei Musei Vaticani, Alessandra Zarelli e Massimo Alesi, per la direzione di Arnold Nesselrath coadiuvato da Adele Breda, ha dimostrato: carpenteria lignea di straordinaria qualità, quasi un capolavoro di ingegneria strutturale, arrivato miracolosamente intatto fino ad oggi; cromia tenera e luminosa, sottigliezze fiamminghe degne dell’Angelico, all’altezza del Tabernacolo dei Linaioli e degli affreschi di San Marco.

Ora, portando dal Vaticano a Montefalco la grande pala dell’Assunta, già in San Fortunato, tutti potranno vedere come quell’insegnamento ha fruttificato negli anni fino a diventare lo stile maturo del pittore autore del ciclo del San Francesco.

Per realizzare una impresa come questa, l’amore per la patria, il desiderio di far conoscere e di valorizzare la gloriosa tradizione artistica di Montefalco non erano però da soli sufficienti. Ci volevano, perché il progetto arrivasse al risultato, lungimiranza, pazienza, determinazione, capacità di spiegare e di persuadere.

Sono queste le risorse che solo la buona politica può mettere in campo ed è quello che Donatella Tesei ha saputo fare, attivando e coltivando gli opportuni contatti con i Musei Vaticani, coinvolgendo la comunità, reperendo le risorse necessarie al costoso restauro.

Così a luglio del 2015 Bernozzo Gozzoli è tornato a Montefalco presentando la più bella, la più prestigiosa fra le sue opere di pittura su tavola, mentre la Pinacoteca Vaticana si arricchisce di un prezioso restauro.”

Oltre 11.000 visitatori sono già arrivati ad ammirare lo splendore della eccezionale opera, in continua ascesa di pubblico e di critica richiamati dallo straordinario evento.

… E così, che ci rimane di questa stupenda giornata a Montefalco?

L’avvocato Donatella Tesei, sindaco di Montefalco, che con la forza delle sue idee, con il suo contagioso entusiasmo e carisma ha realizzato questo affascinante evento.

Il Prof. Antonio Paolucci … profondo, al tempo stesso accogliente, sembra prenderti per mano e portarti “dentro” l’opera d’arte; giunto al commiato confessa “si può pensare che Benozzo Gozzoli si fosse innamorato di Montefalco ... e anche io!”

Un affettuoso scroscio di applausi a non finire da una platea attenta, sofisticata e orgogliosa.

Grazie Montefalco!

È arrivata a Roma al Complesso del Vittoriano, la seconda tornata di opere dal Musée d'Orsay di Parigi. Lo scorso anno si è tenuta la mostra dedicata alla storiadell’istituzione parigina.

Ora è la volta di Impressionisti, tête à tête in corso fino al 7 febbraio 2016. Come si evince dal titolo, è il ritratto l’affascinante tema prescelto. Più di sessanta opere, in gran parte dipinti, ma anche qualche scultura, ci mostrano i volti dei protagonisti, non solo della pittura, ma anche della cultura e della società dell’epoca.

Curatori sono Guy Cogeval, presidente dei Musée d’Orsay et de l’Orangerie, il direttore delle collezioni e conservatore del dipartimento di pittura Xavier Rey e Ophélie Ferlier, conservatore del dipartimento di scultura. Quest’ultima ha rimarcato come la mostra offra occasione, più di quanto lo consenta la sede d’origine, di un confronto-dialogo tra pittura e scultura. Le sculture esposte non sono in gran numero e di dimensioni contenute, tra queste il ritratto di Victor Hugo di Rodin del 1897 e una delle fusioni di Ecce Puer, o Impressione di bambino (Ritratto di Alfred Mond a sei anni) del 1906.

Altro italiano in mostra, Giovanni Boldini, che fa toccare con mano i materiali dell’elegante guardaroba delle signore da lui ritratte che sembrano presenti con tutta la loro verve e lo charme, in questo caso si tratta Madame Charles Max, immortalata nel 1896.

La viscontessa di Poilloüe de Saint Perier di John Singer Sargent ritratta 1883, spicca nel suo abito rosso.

 

Una sola l’autrice presente, Berthe Morisot, con Giovane donna in abito da ballo del 1879 e L’ortensia o le due sorelle del 1894.

Le opere coprono un periodo tra il 1850 e il 1920, illustrano ciò che c’era prima e ciò che viene dopo l’Impressionismo. Attraverso i volti si dà conto anche del contesto storico sociale.

Una sezione è dedicata all’infanzia. Bambino e donna in un interno di Paul Mathey del 1890 ca, colpisce per la costruzione dell’immagine, dalla figura del bambino biondo, l’occhio dello spettatore è portato all’interno della casa, che si approfondisce grazie a piani differenti. Nell’interno pieno d’atmosfera si svela l’attività della donna. Interno di una casa o dell’inconscio?

Non tutti famosi gli autori, una manciata sono i capolavori conosciuti e caratterizzanti il movimento. Tra questi Il balcone di Manet del 1890, L’altalena di Renoir del 1867, la Donna con caffettiera di Cezanne, realizzata tra il 1890 e il 1895.

Un filmato che spiega la nascita e lo sviluppo dell’impressionismo apre la mostra, che prosegue con le foto e le biografie degli artisti.

 

Impressionisti, têteàtête

Roma, Complesso del Vittoriano

15 ottobre 2015- 7 febbraio 2016

Orario: dal lunedì al giovedì 9.30-19.30

           venerdì e sabato 9.30-22.00

           domenica 9.30-20.30

Ingresso: intero €.12,00; ridotto €. 9,00

Info: 06 6780664

www.comunicareorganizzando.it

Catalogo: Skira €. 38,00

    

La nascita del Cristianesimo, il ruolo della romanità nella diffusione del movimento religioso, sono solo alcuni dei temi della mostra presentata presso la Sala Stampa dei Musei Vaticani.

L’evento permetterà dal 3 Ottobre 2015 al 7 Febbraio 2016 di ammirare presso la Nieuwe Kerk (la Chiesa Nuova) di Amsterdam tesori d’arte davvero unici.

Tutto è stato realizzato grazie alla rilevante collaborazione con prestigiose istituzioni di Roma (Musei Capitolini, Museo Nazionale Romano) e del Vaticano (Musei Vaticani, Fabbrica di San Pietro).

Gli eccezionali prestiti racconteranno una delle storie più affascinanti dell’età antica: come, nel IV secolo, Roma intraprese la sua trasformazione da capitale imperiale a centro del Cristianesimo. Questo passaggio, come è stato sottolineato, fu reso possibile dal ruolo di una persona: l’Imperatore Costantino il Grande.

Sono intervenuti:

Arnold Nesselrath, Delegato per i Dipartimenti scientifici ed i Laboratori dei Musei Vaticani;

Sible de Blaauw, Università Radboud di Nimega, Curatore della mostra;

Eric Moormann, Università Radboud di Nimega, Curatore della Mostra;

Umberto Utro, Curatore del Reparto di Antichità Cristiane dei Musei Vaticani.

Sible de Baauw ha sottolineato che l’esposizione mette in luce la nascita e soprattutto la crescita del movimento religioso del cristianesimo nella metropoli multiculturale e multireligiosa di Roma tardo antica. Non si tratta di un’investigazione teologica, ma piuttosto di una contestualizzazione culturale, utile a fare nuova luce sulle origini del Cristianesimo. Punto di partenza è la conversione di Costantino e le conseguenze che essa ha prodotto nella società romana del quarto secolo.

I curatori hanno ricercato testimonianze nei Musei Romani e Vaticani e il risultato è una raccolta di 86 opere, 37 delle quali in prestito da vari settori dei Musei Vaticani.

Nonostante la delicatezza di manufatti antichi e nonostante l’ambizione dei Musei Romani e Vaticani di presentare continuamente una collezione intera e coerente ai loro visitatori, gli organizzatori si sono dichiarati particolarmente grati per la generosità dei musei che hanno concesso in prestito alcune opere di grande valore e di massima prominenza.

Una testimonianza centrale viene dall’incontro di due statue dell’arte paleocristiana rappresentate in molti libri di studio di Storia dell’Arte. Sia il cosiddetto Cristo Docente del Museo Nazionale Romano e la famosa scultura Il Buon Pastore verranno espose insieme nella parte iniziale della mostra. Si tratta di un confronto eccezionale tra due sculture del quarto secolo,confronto che sicuramente susciterà nuovamente il dibattito sull’identità religiosa o no delle persone raffigurate.

Altro pezzo di notevole importanza è una delle mani di marmo appartenenti ad una statua colossale dell’Imperatore Costantino proveniente dal cortile dei Musei Capitolini. Tra le opere in mostra figurano sarcofaghi, altre sculture, vetri dorati ben conosciuti ma pure delle opere raramente esposte.

La collezione della mostra viene completata con belle monete e manoscritti poco conosciuti provenienti dai Paesi Bassi.

Si tratta dunque di un evento di singolare interesse per Amsterdam tant’è che già un notevole numero di scuole hanno prenotato una visita alla mostra. Ed è inoltre anche ambizione degli organizzatori e dei curatori di effettuare una connessione tra la nascita del cristianesimo lontano da Roma e, in questo caso, la storia olandese. Inoltre, la società multireligiosa della Roma tardontica può offrire uno specchio ad una società contemporanea multiculturale in cerca di nuove identità e nuove forme di coesione.

La ex Chiesa di Nieuwe Kerk in Amsterdam è un monumento di importanza nazionale nel cuore della capitale, accanto al Palazzo Reale, e fu tramandata alla Fondazione Nazionale De Nieuwe Kerk, che da quest' anno l’ha destinata ad eventi culturali.

In fine c’è da sottolineare il grande interesse suscitato dalla visita guidata dal Dott. Umberto Utro, curatore del reparto di Antichità Cristiane dei Musei Vaticani, che ha accompagnato i giornalisti presso il reparto ove sono in fase di preparazione per la spedizione sia la statua de Il Buon Pastor, che del calco (in quanto non ancora presente il loco l’originale) della statua del Cristo Docente.

Tutto è pronto: ovviamente saranno massime le misure di sicurezza per la spedizione, adottate a tutti i livelli, in considerazione della grande importanza dei reperti.

 

Gabriele Garagnani
Dalla Sala Stampa dei Musei Vaticani

 

A Roma, mentre al Vittorianoèin corso la mostra dedicata allartista cinese contemporaneo, Fan Zeng, poco lontano, a Palazzo Venezia, èdi scena la Cina antica con Tesori della Cina Imperale. Letàdella Rinascita fra gli Han e i Tang (206 a.C.-907 d.C.).

Ela terza delle cinque in programma, dopo La Cina arcaica e Le leggendarie tombe di Mawangdui. Programma che èparte degli accordi presi in occasione della firma del Memorandum dIntesa sul Partenariato per la Promozione del Patrimonio Culturale tra Italia e Cina a ottobre 2010.

Giàsolo guardando il titolo, ci si rende conto che lesposizione costituisce un piccolo assaggio della civiltàcinese. Lintervallo temporale èvasto, cosìcome lestensione territoriale di questo affascinante paese.

Le opere presentate provengono dal Museo Provinciale dello Henan, uno dei piùgrandi della Repubblica Popolare Cinese. Nellepoca considerata, lo Henan, era creduto il Centro del Mondo adagiato nella Pianura Centrale.

La dinastia degli Han (206 a.C. - 220 d.C.) èimprontata dalla cultura tradizionale del primo impero, ma ha in séanche i fermenti che, piùtardi, troveranno piena espressione con letàdelloro dei Tang (581 d.C. -907 d.C.).

La dinastia Han èconsiderata la continuatrice dellopera del Primo Imperatore e responsabile dellaver fatto diventare istituzione lo statuto imperial,e destinato a durare fino al 1911.

La mostra si apre con le riproduzioni in scala di edifici: abitazioni, torri di guardia, pozzi, mulini, granai e porcili,simboli di ricchezza, questi ultimi, che, come gli altri modelli, venivano posti nelle tombe, a continuazione del prestigio oltre la morte. Oltre agli edifici, statuette in terracotta, ma anche preziose vesti funerarie di giada, testimoniavano limmortalità.

Il passaggio allepoca Tang si percepisce nella maggiore ricercatezza tecnica delle opere e nel naturalismo espressivo delle figure.

Oltre ai modelli di edifici, sono esposti particolari architettonici, tra questi colpisce leleganza delle figure rappresentate nei laterizi dipinti.

Le sezioni in cui èsuddivisa la mostra riguardano La Vita Quotidiana, Le Credenze Religiosee La Porcellana dellEtàdellOro.

La veste funeraria di giada, oltre alla funzione estetica, ne aveva una pratica: si credeva, infatti, che conservasse il corpo dalla corruzione, permettendo cosìanche allanima di continuare a vivere.

Le testimonianze relative al buddismo, introducono il sapore di altre civiltà. LIncensiere a tripode in ceramica a tre colori con decorazioni floreali della dinastia Tang (618-907 d.C.), sorprendentemente ricorda manufatti etruschi.

La porcellana colpisce per lespressivitàdelle figure, il naturalismo dei gesti, la ricercatezza tecnica di materiale, forma e colore.

Tesori della Cina Imperale

Letàdella Rinascita fra gli Han e i Tang (206 a.C.-907 d.C.)

16 luglio 2015- 28 febbraio 2016

Roma, Museo Nazionale di Palazzo Venezia

Orari: da martedìa domenica 8.30-19.30

         Lunedìchiuso

Ingresso: Intero .4,00; ridotto .2,00

Info: www.mondomostre.it

museopalazzovenezia.beniculturali.it

www.tesoridellacinaimperiale.it

Catalogo: Casa Editrice Scienza, Pechino

 

Il Complesso del Vittoriano ospita fino al 27 settembre la mostra Fan Zeng. La sinfonia delle civiltà. L'artista cinese è nato nel 1938. La data di nascita aiuta a capire l'opera. Pur essendo un contemporaneo, egli dà voce alla tradizione culturale cinese nella tecnica e nella composizione. La calligrafia è pure presente nei dipinti. Da non dimenticare neanche l'invenzione cinese della carta.

Sarebbe stato interessante, in mostra, dare più spazio alla spiegazione delle tecniche impiegate, che non sono riportate nelle didascalie. La maggior parte delle opere sono state realizzate con inchiostro su carta.

La sinuosità e la naturalezza del tratto sono, probabilmente, derivate proprio dalla calligrafia. Le figure sembrano fluttuanti e in perenne movimento. Stessa mobilità nell'espressione dei volti, resi intensi dall'indagine psicologica.

Ritratti, animali e paesaggi, sono oggetto delle opere in mostra, con particolare attenzione alle figure storiche importanti della tradizione e artisti e intellettuali anche occidentali.

La tradizione caratterizza anche l'aspetto familiare. Fan Zeng discende, infatti, da una stirpe di letterati. Scrittore lui stesso, ha acquisito un'apertura verso il mondo occidentale.

Oltre che alla scrittura è aperto alla musica, alla storia e alla filosofia.

Alcuni dei ritratti in mostra sono dedicati a grandi figure dell'occidente, del passato, come Michelangelo, ma anche della modernità, come Einstein, di qui la sinfonia di civiltà del titolo.

L'artista insegna all'Università di Pechino, il prestigio personale e familiare e l'importanza che la cultura cinese gli attribuisce, sono perentoriamente affermati dalla gigantografia dell'artista, che accoglie i visitatori all'ingresso in mostra.

L'evento nasce per celebrare il 45º anniversario dell'avvio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica Popolare Cinese. Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente della Repubblica Italiana, è il curatore.

Tradizione culturale anche per quello che riguarda il main sponsor, il gruppo Sahne, più grande produttore di te Tiguanyin in Cina.

Fan Zeng

La sinfonia delle civiltà

1 luglio- 27 settembre 2015

Roma, Complesso del Vittoriano

Ingresso gratuito

Orari: tutti i giorni 9,30-19.30

Info: 06 6780664

       www.comunicareorganizzando.it

Catalogo: Nankai University Press €.56,00

Giacomo Lauro, Girandola a Castel Sant’Angelo, 1618, acquaforte, mm 219x279, GS 63Giacomo Lauro, Girandola a Castel Sant’Angelo, 1618, acquaforte, mm 219x279, GS 63
 

La mostra il Barocco a Roma. La meraviglia delle arti si presenta come contenitore sintetico del fenomeno culturale complesso che si è sviluppato nel Seicento.

Palazzo Cipolla l’esposizione, attraverso le opere, ci introduce alla pittura, alla scultura, all’architettura barocche, ma anche alle altre espressioni della cultura e della società dell’epoca.

Ogni tema è poi suscettibile di approfondimento attraverso eventi satellite, conferenze, concerti, visite guidate e offerte didattiche. Il pubblico di qualsiasi età, formazione e nazionalità può scegliere, seguendo i propri interessi e curiosità, di approfondire la conoscenza di opere, tecniche esecutive, luoghi a cui solitamente non gli è consentito l’accesso. Il tutto fino al 26 luglio. Il sitowww.mostrabaroccoroma.it è il punto di riferimento per le date degli eventi e il resoconto di quelli passati, per la personalizzazione del percorso tramite la app da scaricare, i cui contenuti possono essere condivisi sui principali social networks.

 

Uno degli aspetti più interessanti della cultura barocca è la festa. Di questo fenomeno sociale è stata tramandata memoria tramite le stampe, oltre che nei racconti delle cronache. Alcuni esemplari sono presenti alla mostra di Palazzo Cipolla, mentre interamente dedicata alle incisioni è l’esposizione al Museo di Roma, che annovera questa tipologia di opere nelle sue variegate collezioni. Lo spirito giocoso della festa è espresso anche nel titolo Feste barocche “per inciso”. Immagini della festa a Roma nelle stampe del Seicento. Anche questa mostra offre spunti di approfondimento con il concerto Tono su tono in calendario per il 12 luglio. Si sono già tenuti, tra aprile e maggio, i laboratori Il solco che suona: l’acquaforte in età barocca, curati dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dedicati alla tecnica incisoria, inquadrata storicamente e mostrata nell’esecuzione pratica.

Tra le stampe in mostra l’acquaforte di Giacomo Lauro, Girandola a Castel SantAngelo del 1618.

Il 29 giugno alle ore 21.30 sarà possibile provare dal vivo e dal vero l’emozione dei fuochi artificiali, grazie alla rievocazione che la Nona Invicta, ha riportato, ormai già da qualche anno, alla consuetudine passata. Quando la Girandola è stata inventata da Michelangelo e perfezionata da Bernini, per celebrare la festa dei patroni di Roma, S. Pietro e S. Paolo (ma anche la Pasqua e l’elezione papale). Un accurato studio ha portato all’identificazione dei materiali originari e alla riproduzione delle forme pirotecniche originali. La pirotecnia del resto è una delle arti di antica tradizione, oggetto del trattato di Vannoccio Biringuccio, De la pirotecnica pubblicato nel 1540. Quest’anno i fuochi saranno accompagnati dalla musica, gli spettatori potranno infatti fruire della colonna sonora, collegandosi con radio o smartphone a Radio Vaticana. A Castel Sant’Angelo è allestita fino al 29 giugno una mostra fotografica dedicata alla GirandolaAnche la regata storica accompagnerà l’evento.

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