L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.


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Kaleidoscope (1382)

Free Lance International Press

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E' bene sapere che i "coronaviridae" sono fra i patogeni virali  responsabili dei comuni raffreddori. Prima del nuovo Covid 19, erano noti circa 40 diversi tipi di Coronavirus (inclusi quelli responsabili di Sars e Mers). In  altre parole, conviviamo con i Coronavirus (così definiti per l'aspetto che hanno al microscopio elettronico) da sempre. Non è nota con  precisione, al momento, la durata del periodo di "contagiosità" (notizie dalla  Cina refertano casi sieropositivi dopo 27 giorni dal contatto con persone già sieropositive) e non è nota la resistenza del virus una volta depositato (tramite secrezioni umane) su superfici inanimate: banalmente quanto tempo ci mette a morire una volta fuori dal corpo umano? Minuti, ore, giorni? Queste caratteristiche, unite al fatto che i sintomi, quando si manifestano, sono di norma quelli di un comune  affreddore rendono pressoché impossibile fermarlo esattamente come non si può fermare la diffusione pandemica dell'influenza annuale. Ci saranno moltissimi pazienti infettanti e completamente asintomatici. Per  questo è solo questione di tempo prima che si diffonda. Quello che si può fare è ridurre al massimo il numero dei contagi per evitare di sovraccaricare il sistema sanitario, specialmente per gli acuti ed i critici. Le  proporzioni, ad oggi, sono di 8 casi su 10 di pazienti asintomatici o lievemente sintomatici, 2 casi su 10 di pazienti con sintomi severi e sindromi polmonari (polmoniti) virali. Il tasso di letalità è di circa il 2,9%. Non  altissimo, ma neanche basso. Se si esamina la popolazione deceduta si osserva una concentrazione su persone over 65 ed affette dalle tipiche patologie croniche che predispongono ad esito infausto anche in caso di  altre infezioni (influenza, polmoniti nosocomiali ecc.): diabete, insufficienza cardiaca, obesità, BPCO ecc. ecc.

Non possiamo scaricare tutto sull'autorità pubblica (che ha i suoi doveri e  le sue responsabilità): la lotta contro una malattia infettiva riguarda tutti i cittadini. I nostri anziani poi vanno particolarmente protetti e questa è una battaglia che dipende da tutti e da ciascuno di noi. Usiamo quindi guanti usa e getta per il contatto con le superfici "a rischio" (tipicamente nei mezzi pubblici), laviamoci comunque le mani in modo corretto (40/60 secondi con abbondante sapone e poi risciaquo), riduciamo al massimo gli assembramenti non indispensabili (locali, concerti, pub, cinema, teatri ecc.), teniamo con noi della candeggina per  detergere le superfici di casa che tocchiamo di solito (le maniglie delle porte in primis) ogni volta che rientramo da fuori, dotiamoci di un saturimetro digitale ed impariamo ad usarlo per capire se siamo di fronte a una
probabile insufficienza respiratoria o meno. Nel caso peggiore utilizziamo  il numero indicato dalle autorità (1500) e segnaliamo il valore rilevato correttamente con il saturimetro. Un saturimetro costa online anche  meno di venti euro. Averlo in casa può salvarvi la vita o può salvarla ai vostri vecchi anche in casi diversi da infezioni da Covid 19. 

E' stata inaugurata a Santa Maria di Leuca il 9 febbraio di quest'anno la nuovissima SPA "Corte di Leuca", che si può già definire il più grande centro benessere del Salento anche grazie all' impegno di uno dei suoi ideatori, Antonio Fantasia, e del direttore commerciale Giulio Caforio. La SPA e' posizionata su tre piani, tra cui due nel sottosuolo lontano da rumori e stress quotidiano cioè quell'incessante ritmo moderno che incide spesso sul nostro umore e sulla nostra fisicita'.

 

Nella struttura ben areata contornata da pietra leccese ed ampie volte a stella che si liberano nell'ambiente miscelandosi con garbo alle più attuali forme geometriche e materiali di ultimo grido, tramite ascensori od a scelta una scala escargot si comunica tra questi open space dove si distinguono una ampia piscina a vari getti, tre vasche Jacuzzi ad anelli concentrici, bagno turco e sauna, quattro cabine ad uso per varie terapie salutari,una sala meditazione zen con ampia vasca e zona biomassaggi con un duplice letto futon e luci soffuse,docce,bagni e spogliatoi, una sala relax con comodo lettini,una palestra ben attrezzata,una morbida sala relax e sala tisane e tanti svariati angoli multi uso ed invitanti.Inoltre per gli ospiti ci sono delle stanze ai livelli superiori nel caso che volessero prolungare i loro soggiorni.

 

In questa oasi di pace e d'incanto, in un atmosfera idilliaca,immersi in una saga onirica,circondati dal lusso e da un eleganza architettonica,in un ecosostenibilità inondata da profumi diffusi e speziati con lo scopo di trasmetterti un totale riposo stimolando sicuramente un ringiovanimento non solo a livello cerebrale ma anche epidermico ci affidiamo alle magiche mani di valenti esperte per una rinascita che ridoni freschezza e belta', sicurezza e felicità.

Per informazioni:

www.Cortedileuca.com
Via Virgilio 57 - 73040
Santa Maria di Leuca
email:This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

February 20, 2020
 
 Teresa Bellanova

18 febbraio 2020  - Grande affluenza di pubblico ieri a Palermo presso l’hotel Addaura di Mondello in occasione della visita del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova.

Più di due ore di ritardo rispetto all’ora prevista ma, comprensibile, siamo al sud!

Alle 20:00 circa il ministro entra in sala con il suo stuolo di cavalier serventi di chiaro stampo renziano e il sipario si apre su quell’ambiguo teatrino della politica sempre nuovo e sempre uguale a se stesso.

Dopo i primi, diretti attacchi al Movimento 5 stelle, al PD, il neo-costituito partito Italia Viva ha rivolto l’invettiva verso il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, tacciato di incompetenza.

Una situazione preoccupante, a sentir loro, quella nazionale che sembrerebbe aver registrato una regressione pari al -4%, per quanto concerne la produzione industriale, e un -12% per il settore auto.

Un “sistema Paese” che non esiste e che scoraggia i potenziali investitori esteri che non trovano condizioni di garanzia sufficienti nella nostra nazione per i loro scopi imprenditoriali.

Si è, inoltre, stimato un aumento del precariato e del part-time volontario per via delle difficoltà, soprattutto della donna, a conciliare lavoro e famiglia.

Ma se le condizioni generali della nazione sono preoccupanti, principalmente per via del fisco che non ha prodotto i risultati promessi dal vecchio e decaduto Governo, quelle siciliane sembrano essere davvero disastrose!

La stessa ministra avrebbe visitato aziende agricole e un istituto agrario e riferisce che le prime segnalano crolli della produzione per via degli enormi disagi legati alla logistica.

La viabilità in Sicilia costituisce un’enorme ferita, una cicatrice mal cucita che attraversa un enorme territorio.

Dappertutto è un dissesto.

E lungo quelle ferite, ogni deviazione del percorso è una questione irrisolta, amara testimonianza dell’incompiuto siciliano.

Così gli autotrasportatori si rifiutano di consegnare il prodotto perché i costi lievitano spropositatamente a causa dei lunghi tempi necessari al trasporto.

Infrastrutture carenti, quindi, e opere pubbliche bloccate.

Pare, infatti, che siano 120 i miliardi di euro di opere pubbliche bloccate.

E la Sicilia, sempre più, si stacca dai tavoli nazionali e il “fattore tempo” che non si riesce a rispettare, sta escludendo la regione dai ricchi mercati dell’Unione Europea.

“Nihil novum sub sole” verrebbe da dire! Dove anche il sole sta prendendo parte a quella non meno spietata guerra che è quella climatica.

E Così i giovani, di cui tanto si parla e che non si fanno parlare, abbandonano la propria terra e le proprie terre che non sono più la primaria fonte di sostentamento dell’economia del Mezzogiorno.

Mentre nelle nuove arene dello scenario politico mondiale, dove il popolo è la nuova bestia da sfamare, il “circenses” è presto garantito dagli usurpatori di turno che si contendono la scena e che, grazie alla loro capacità di mistificazione, riescono a strappare ovazioni e consensi a quei cittadini “cornuti e contenti”che assistono allo spettacolo e che ben si accontentano della miseria ricevuta.

Ma il “panem”… quello NO!

Un accusativo che necessariamente sottende un verbo di elargizione.

Ma il soggetto che elargisce non è certo la classe politica dirigente.

Oggi sono i genitori e i nonni che provvedono ad aiutare questa nuova generazione con serie difficoltà economiche.

E’, ancora una volta, la famiglia, fin dove e, fin quando può, a sopperire ad un sistema carente che fa acqua da tutte le parti.

Ma sarà, forse, l’ultima generazione che potrà permettersi questo lusso!

Ancora una volta, “mutatis mutandis”, la miglior forma di demagogia è addestrare.

Di vero ci è rimasta solo l’ignoranza e la volontà di professarla.

Perché gli argomenti scottanti vengono evitati, seppelliti sotto le macerie.

Neanche lontanamente sfiorato l’argomento “grano”, oggetto di una spietata speculazione al ribasso. 18 centesimi non sono sufficienti neanche a coprire le spese per chi, come si dice da queste parti, “sta sempre con gli occhi al Cielo”.

Per fortuna, però, continuano ad arrivare navi cariche di grano contaminato nel silenzio più assoluto e la Sicilia rimane, sempre e comunque, una terra vessata, popolo di conquista, bacino di voti, ieri come oggi.

Del riformismo tanto auspicato e osannato ancora NESSUNA TRACCIA.

February 18, 2020

18 FEB 2020 — Il «Budget per il futuro dell’America», presentato dal Governo Usa, mostra quali sono le priorità dell’Amministrazione Trump nel bilancio federale per l’anno fiscale 2021 (che inizia il 1° ottobre di quest’anno). 

Anzitutto ridurre le spese sociali: ad esempio, essa taglia del 10% lo stanziamento richiesto per il Dipartimento della Sanità e dei Servizi Umanitari.

Mentre le stesse autorità sanitarie comunicano che la sola influenza ha provocato negli Usa, da ottobre a febbraio, circa 10.000 morti accertati su una popolazione di 330 milioni. 

Notizia taciuta dai grandi media, i quali lanciano invece l’allarme globale per i 1.770 morti a causa del coronavirus in Cina, paese con 1,4 miliardi di abitanti che è stato capace di misure eccezionali per limitare i danni dell’epidemia. 

Non può non venire il sospetto sulle reali finalità della martellante campagna mediatica, la quale semina terrore su tutto ciò che è cinese, quando, nella motivazione del Budget Usa, si legge che «l’America ha di fronte la sfida proveniente da risorgenti Stati nazionali rivali, in particolare Cina e Russia». 

La Cina viene accusata di «condurre una guerra economica con cyber armi contro gli Stati uniti e i loro alleati» e di «voler plasmare a propria somiglianza la regione Indo-Pacifica, critica per la sicurezza e gli interessi economici Usa». 

Perché «la regione sia libera dalla malefica influenza cinese», il Governo Usa finanzia con 30 milioni di dollari il «Centro di impegno globale per contrastare la propaganda e disinformazione della Cina».  

Nel quadro di «una crescente competizione strategica», il Governo Usa dichiara che «il Budget dà la priorità al finanziamento di programmi che accrescano il nostro vantaggio bellico contro la Cina, la Russia e tutti gli altri avversari».

A tal fine il presidente Trump annuncia che, «per garantire la sicurezza interna e promuovere gli interessi Usa all’estero, il mio Budget richiede 740,5 miliardi di dollari per la Difesa nazionale» (mentre ne richiede 94,5 per il Dipartimento della Sanità e dei Servizi Umanitari). 

Lo stanziamento militare comprende 69 miliardi di dollari per le operazioni belliche oltremare, oltre 19 miliardi per 10 navi da guerra e 15 miliardi per 115 caccia F-35 e altri aerei, 11 miliardi per potenziare gli armamenti terrestri.  

Per i programmi scientifici e tecnologici del Pentagono vengono richiesti 14 miliardi di dollari, destinati allo sviluppo di armi ipersoniche e a energia diretta, di sistemi spaziali e di reti 5G. 

Queste sono solo alcune voci di una lunga lista della spesa (con denaro pubblico), che comprende tutti i più avanzati sistemi d’arma, con colossali profitti per la Lockheed Martin e le altre industrie belliche. 

Al budget del Pentagono si aggiungono diverse spese di carattere militare iscritte nei bilanci di altri dipartimenti. Nell’anno fiscale 2021, il Dipartimento dell’Energia riceverà 27 miliardi di dollari per mantenere e ammodernare l’arsenale nucleare. Il Dipartimento per la sicurezza della patria ne avrà 52 anche per il proprio servizio segreto. Il Dipartimento per gli affari dei veterani riceverà 243 miliardi (il 10% in più rispetto al 2020)  per i militari a riposo. 

Tenendo conto di queste e altre voci, la spesa militare degli Stati uniti supererà , nell’anno fiscale 2021, 1.000 miliardi di dollari.

La spesa militare degli Stati uniti esercita un effetto trainante su quelle degli altri paesi, che restano però a livelli molto più bassi. Anche tenendo conto del solo budget del Pentagono, la spesa militare degli Stati uniti è 3/4 volte superiore a quella della Cina e oltre 10 volte superiore a quella della Russia. 

In tal modo «il Budget assicura il dominio militare Usa in tutti i settori bellici: aereo, terrestre, marittimo, spaziale e cyber-spaziale», dichiara la Casa Bianca, annunciando che gli Stati uniti saranno tra non molto in grado di produrre in due impianti 80 nuove testate nucleari all’anno.

«Il futuro dell’America» può significare la fine del mondo.

(il manifesto, 18 febbraio 2020) 

 Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

Le Anteprime allo scoperto

Il mese di Febbraio è da sempre il mese delle Anteprime. Verona per l’Amarone, Firenze per i vari Consorzi toscani e per i Chianti, San Gimignano per la Vernaccia, Montepulciano per il Nobile, Montalcino per il suo Brunello e Montefalco per il Sagrantino. E tutti gli anni le solite polemiche vuoi per le organizzazioni che non riescono ad apportare le modifiche richieste, vuoi per (in alcuni casi) vivere sugli allori. Piangere se il Buon Dio non manda il sole o la pioggia nei momenti richiesti, prendersela con Trump e Putin per i dazi ed ora con il coronavirus per le minori esportazioni in Cina. Sabato ero a Firenze e non ho mai visto tanta tristezza all’anteprima dei Consorzi della Toscana. Bolgheri ha abbandonato da alcuni anni, Pitigliano e Sovana hanno dato forfait, Montecarlo ha deciso di non ritornare e quella che è la vetrina sul mondo vinicolo toscano sarà destinata a rivedere il tutto, rendendosi conto che la formula è carente e doveroso sarà cambiare strategia.

 

 

 

Frammento n. 1

Vi.Te. Vignaioli e Territori.

È un’organizzazione dove sono banditi personalismi e verticismi. L’inizio del 2020 è stato scoppiettante. Valpolicella, Maremma, Roma e Abruzzo in attesa del Vinitaly. Quattro incontri in quattro zone diverse d’Italia. Circa settanta vignaioli che si sono confrontati con un pubblico sempre più “bio”, “biodinamico” e “naturalista”, convinto e/o “al passo con i tempi”, meglio dire modaiolo. Allargare l’essere protagonisti, andare oltre l’appuntamento nell’area riservata del Vinitaly, insomma un “VI.TE. in fermento”.

 

 

Frammento n. 2

LVMH (gruppo Louis Vuitton) è venuto a fare spese a Montalcino.

“Il nostro modello, basato su una visione a lungo termine, valorizza il patrimonio delle nostre Maison e stimola la creatività e l'eccellenza. È la forza motrice del successo del Gruppo e la garanzia del suo futuro.” Così si è presenta la LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy) multinazionale francese dell’eccellenza, con le sue 75 Maison, € 53,7 milioni di ricavi nel 2019 e 156.000 dipendenti in quel di Montalcino attratta da Castello Banfi. Dopo Biondi-Santi l’altro “idolo ilcinese” rappresentativo di quel territorio patrimonio del Vino Italiano. Si sta parlando di 2.400 ettari di cui 900 a vigneto (173 di questi atti a produrre Brunello). Poi se aggiungiamo seminativo, bosco e uno splendido Relais, la fotografia è pronta. Dimenticavo: Castello Banfi nel 2018 ha registrato € 2,2 milioni di utile netto.

 

 

Frammento n. 3

GARDAMI, il nuovo tormentone estivo

Garda spumante Doc e Amaro, Aperitivo Rosato Ramazzotti: nasce il cocktail Gardami (Garda e Milano), patto per l’italian style. Sarà il cocktail che narrerà la dialettica territoriale e lo stile italiano del buon vivere. Così nelle intenzioni dei promotori. Sostituirà l’Aperol Spritz, usato e abusato in centinaia di migliaia di modi. Per niente felice di questo avvicendamento. Anzi, di sicuro, saremo tartassati pesantemente da budget pubblicitari ultramilionari per indurci ad essere “fighi”, “alla moda”. Com’è lontano il tempo quando l’aperitivo era rappresentato da un calice di Vermouth o da un bicchierino di Marsala secco e per darsi un contegno chic uno Sherry Palomino fino. Almeno sapevamo cosa bevevamo.

 

 

Frammento n. 4

Sapevate che a Londra esiste un Bancomat del Prosecco?

Che lo spumante Prosecco è il vino italiano più venduto al mondo lo sappiamo. Che il territorio complessivo di produzione comprenda gran parte del Veneto e Friuli (in particolare la Venezia Giulia) lo sappiamo. Che l’Inghilterra è il paese estero che maggiormente consuma Prosecco lo sappiamo. Ma che nel paese di Sua Maestà fossero posizionati nei pressi di alcuni Pub dei “simil-bancomat” distributori di Prosecco Doc alla spina, ai più era ed è sconosciuto. Apriti cielo, spalancati terra. Invocare il Signore affinchè faccia precipitare nell'inferno i reprobi. Attenzione! Il Consorzio di tutela del Prosecco Doc (da non confondere con il Prosecco Docg) è intervenuto chiedendo l’immediata rimozione dei “bancomat gialli” sulla base del disciplinare di produzione che non prevede la mescita con sistemi alternativi al versamento diretto dalla bottiglia al calice. Anche la Ministra Bellanova è intervenuta parlando di “pronto intervento” delle autorità italiane nel ruolo di vigilanza ricordando che si tratta di frode. Reggerà questa accusa o verrà cambiato il disciplinare tornando a degustare per strada, magari in un bicchiere di plastica (riciclabile ovviamente), il tanto amato Prosecco?

Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)

Sarebbe importante per tutti conoscere dove, quando e soprattutto come, dalla “Quarta sponda” alle nostre coste, le Istituzioni collaborano per impedire preventivamente la diffusione dell’ epidemia in Italia

 

La indifferenza non aiuta

Non si tratta del solito astratto pericolo connesso alla immigrazione; non si tratta neppure di ingressi giustificati o clandestini di coloro che giungono alle nostre coste dal continente africano, ma del possibile, incontrollato e probabile contagio del coronavirus.

Il contagio non riguarda il luogo originario da cui si è diffusa la malattia. Come ormai tutti sanno, la possibilità di contrarre l’infezione del corona virus, è dovuta al  contatto con le persone che già ne sono affette e che   si spostano in zone diverse con il loro carico virale.

Nell’epoca della globalizzazione, il contagio a cui dovrebbe essere sbarrato il passo, avviene ovunque, Africa compresa, a causa del flusso e del riflusso di una parte dei milioni di cinesi che si muovono in quel continente lungo la cosiddetta nuova “via della seta“ e di circa 100.000 africani che per le medesime ragioni, sono ospitati in istituti cinesi dove apprendono nozioni di economia di scambio.

 

I controlli in Africa

Gli uni e gli altri non hanno modo di essere tempestivamente individuati tra i portatori di questa malattia. E’ infatti notorio che le condizioni sanitarie per evitare i contatti umani sospetti attualmente operanti in terra d’Africa,  lasciano un po’ il tempo che trovano. Il contagio tra la popolazione di quei luoghi è molto probabile che avvenga attraverso  coloro che invece della “via della seta” preferiscono unirsi a quella del flusso migratorio destinato alle nostre coste.

Dopodiché Il passo è breve, non solo per il traversamento del Mediterraneo agevolato adesso dall’ attuale governo come non mai, ma per il contagio prima, durante e dopo l’ approdo degli immigrati nei   centri di accoglienza del nostro Paese, oppure da quelli che per un motivo o per l’altro, si sottraggono ad ogni controllo, infiltrandosi direttamente tra la popolazione.

Qui non si tratta di solidarietà o di buonismo o di senso civico dell’accoglienza, ma della salute degli italiani per la quale è stato allestito soprattutto nei porti e negli aeroporti nazionali, un apparato sanitario eccezionale con mobilitazione di uomini e mezzi come mai prima di adesso era avvenuto.

È significativo infatti, il comunicato che viene riportato in rete da alcuni giornali in cui si legge che tra la attuale incertezza di nuovi rimedi efficaci contro il coronavirus, secondo il parere di un illustre virologo: “È fondamentale continuare nell’implementazione delle misure di isolamento, le uniche attualmente in grado di controllare la diffusione del virus”.

 

Quali misure

E allora? Quali rimedi e quali misure la pubblica Autorità sta usando contro la possibilità di contagio da chi arriva in Italia con il quotidiano flusso migratorio africano?

Una soluzione del genere non trova analogia nelle precauzioni adottate in altre circostanze, quando in un modo sicuramente molto più omogeneo, il rimedio era improntato sulla sicurezza generale, ossia, di tutti i cittadini.

In questo caso invece, le condizioni sono assolutamente sbilanciate tanto da far venire in mente una grande rete da pesca con strappi tra le maglie da far passare attraverso, anche le barche. Soltanto che in questo caso si tratta non genericamente di salute, ma della vita di coloro che nel nostro Paese non intendono morire.

February 10, 2020

Un magico viaggio tra sogni, ricordi e fantasie…

 

 

Dopo il debutto in Francia, Italia e Svizzera ritorna a grande richiesta sui palcoscenici europei Arturo Brachetti nel suo coinvolgente one man show SOLO. Un vero e proprio assolo del grande artista, dopo il trionfo dei suoi precedenti spettacoli, L’uomo dai mille volti e Ciak!, applauditi dagli spettatori di tutto il mondo. Un ritorno alle origini per Brachetti che, in questo spettacolo, apre le porte della sua casa, fatta di ricordi e di fantasie; una casa senza luogo e senza tempo dove ognuna delle stanze racconta un aspetto diverso del nostro essere e gli oggetti della vita quotidiana prendono 

vita, conducendoci in mondi straordinari dove il solo limite è la fantasia. È una casa segreta, senza presente, passato e futuro, in cui vengono conservati i sogni e i desideri… Brachetti apre la porta di ogni camera, per scoprire la storia che ne è contenuta e che prende vita sul palcoscenico. Reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà: tutto è possibile insieme ad Arturo Brachetti, che mette in scena un varietà surrealista e funambolico, in cui immergersi. Protagonista è il trasformismo, con oltre 60 personaggi, molti ideati appositamente per questo show. Ma in SOLO Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser. Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping, permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori nello show. Dai personaggi dei telefilm celebri a Magritte e alle grandi icone della musica pop, passando per le favole e la lotta con i raggi laser in stile Matrix, Brachetti da vita a 90 minuti di vero spettacolo pensato per tutti. Il Tour prosegue in Italia ed Europa https://brachetti.com/tour-spettacoli/

Per info www.brachetti.com

 

 written by Giovanni Cavaliere

Fin tanto che prevarrà  l’ ideologia partitica sui diritti vitali della popolazione  non potremo aspettarci cose molto diverse dalle attuali decisioni politiche

 

 

Il senno del poi

Quando l’emergenza che riguarda la nostra vita ci preoccupa al punto di adottare tutte le possibili cautele, spesso avviene che lo stato di ansia si presti a   considerare soltanto l’immediatezza del pericolo.  Questo  impedisce però, di  cogliere in modo razionale gli aspetti più nascosti,   ma ancora più pericolosi perché trascurati.

Esiste per questa ondata di influenza-polmonite del corona virus,  una preoccupazione generale tra la gente che traspare dall’ eccessivo  movimento delle auto, dalla affluenza dei supermercati in cerca di provviste,   dalla carenza di folla di solito molto attiva nei luoghi di raduno di carattere ludico: cinema, teatri e anche ristoranti. Non si è però ridotta ma al contrario,  è aumentata la tendenza di  evitare in modo decisamente eccessivo e talvolta anche fuori luogo, ogni possibile contatto con ciò che proviene dalla Cina.  Attualmente questo  sta  avvenendo,  malgrado  le cautele sanitarie che il Governo e le Pubbliche Amministrazioni  hanno intrapreso sul controllo sanitario del ponte aereo tra i due Stati  che    sotto questo punto di vista,  dovrebbe  aver  ridotto al  minimo. il pericolo di contagio del coronavirus.

La via della seta

Sotto il profilo delle possibilità di contagio,  è statisticamente poco probabile che a fronte dell’   imponenza  dell’apparato sanitario che l’Italia ha organizzato sul transito, soprattutto delle persone tra Italia e Cina,  l’ infezione del coronavirus,  possa penetrare da quella via nel nostro Paese se non  per qualche rara eccezione.

Ciò non significa che l’Italia sia pressoché invulnerabile, tant’è che alcuni casi già sono stati individuati e isolati in strutture sanitarie approntate allo scopo. Il problema che ora sussiste è che i  contatti con la Cina che sfuggono al controllo sanitario avvengono attraverso vettori estranei alla diretta relazione   con le città  cinesi colpite; contatti che si verificano   magari  in percentuali minime ma tra quei milioni e milioni di cinesi che vivano in terra d’Africa soprattutto nelle città e nei  luoghi della così detta,  “via della seta”.

Oltre questi, vi è anche un numero imponente di africani  soprattutto del Gana,  della Costa di Avorio, della  Nigeria, dello Zambia, del Ruanda, del Kenya  e del Sudafrica   che studiano  in Cina in centri  di istruzione  la politica  di mercato  per gli scambi tra i Paesi di appartenenza e la stessa Cina.   Molti di questi in occasione delle festività del  fine anno cinese,  sono rientrati  in Africa.  Ma sia i  cinesi, che questi africani, quantunque ritornino nei propri luoghi di origine o di lavoro soltanto in parte, creano la condizione di contatto con quella stessa gente  che si recherà  in Italia unendosi soprattutto in Libia, al corpo del   flusso migratorio delle decine di  migliaia di persone che vengono trasportate  con ogni mezzo sulle nostre coste.

Quali controlli

È abbastanza intuitivo  senza entrare in dettagli, considerare con quali criteri  di carente   precauzione sanitaria è accolta questa gente, prima e dopo essere sbarcata in Italia,  gran parte della quale fugge dove può,  prima ancora di essere identificata. Fugge creando ovunque di  continuo,  i naturali e inevitabili contatti umani  nonché   oltre frontiera,  unendosi ai flussi clandestini  diretti in altri i Paesi, e così via.

Si tratta, come detto,  di persone che approdano nelle nostre coste in condizioni igieniche assai più suscettibili di reciproco contagio e che a maggior  ragione,  dovrebbero  essere sottoposte a controllo sanitario  come per coloro  che provengono dalla Cina. Per questi invece,  si trascura  il pericolo,  senza considerare  con il dovuto scrupolo,  che con una decina di giorni il corona virus avrebbe  possibilità di infettare  abbondantemente   i  super affollati centri di accoglienza, in quanto il contagio di questa epidemia avviene già durante il tempo di incubazione.

Siccome la gente in  Africa  non è più immune al corona virus di quanto lo sia quella italiana o europea, la possibilità che una parte della popolazione locale  africana  che si unisce all’ intenso  flusso dell’esodo  migratorio verso l’Europa,  possa essere vettore di contagio dalla terra di provenienza,  è sufficientemente plausibile.

Quali risultati

Quindi il controllo meticoloso  sanitario nell’aeroporto di Fiumicino o di Milano,  oppure il blocco in mare in mare davanti a Civitavecchia di una nave da crociera con il divieto di sbarco  per i preventivi controlli sanitari,  a nulla serve o a molto poco, di fronte a decine di migliaia di immigranti  che arrivano  di continuo nelle nostre coste dal continente africano.

È una situazione che rappresenta un’incongruenza tipica di chi da una parte si propone un risultato preciso con misure eccezionali, mentre dall’altra , allarga le maglie del setaccio sanitario,  al punto di vanificare i risultati complessivi dell’intera prevenzione.

Ma è ancora più inaccettabile che per una impostazione mentale ideologica basata sull’accoglienza ad oltranza, considerata intoccabile per ragioni di buonismo politico, si corra il rischio di compromettere  la salute demografica dell’intera nazione.  Questo potrebbe avvenire   attraverso i flussi di immigrazione che continuamente arrivano in Italia, le cui frontiere sono divenute un setaccio a maglia così larga che ogni cosa riesce a passare.

Per quanto riguarda i controlli sanitari,  tutto sembra rimandato al momento in cui si verificheranno gli eventi, mentre si continua a controllare gli aeroporti come se tutto il rischio di patologia dovesse arrivare direttamente dalla Cina attraverso il cielo e non da altrove.

La cosa migliore sarebbe in questo periodo,  di evitare per quanto più possibile l’intensità del flusso dei migranti dall’ Africa verso il nostro Paese   con accordi internazionali all’origine anche se a titolo sufficientemente oneroso, ma molto meno oneroso di quanto in caso contrario, le conseguenze potrebbero gravare, in parte anche in modo irreversibile, sulla salute collettiva del popolo italiano.

February 05, 2020

In riferimento al termine antropocene, con cui si indica l'epoca iniziata con la Seconda rivoluzione industriale e tutt'ora in corso, ci si potrebbe domandare se non sia opportuno, piuttosto, parlare di pantopoliocene, ossia di un'era in cui tutto è reificato e mercificato, in vendita: fenomeni naturali, dinamiche sociali e relazioni internazionali.

 

A causa della licenza [la democrazia] contiene tutti i generi di costituzione e probabilmente chi vuole costruire una città, come noi facevamo poc'anzi, deve recarsi in una città democratica, scegliere il tipo di Stato che più gli piace, come se fosse arrivato a una fiera delle costituzioni, e, dopo aver scelto in tal modo, fondare la città. (Platone, Repubblica, 557d). Queste parole, pronunciate dal personaggio di Socrate nella Repubblica di Platone in riferimento all'ordinamento democratico, sembrerebbero, oggi, particolarmente adatte a comprendere il principio fondante delle democrazie neo-liberali, nelle quali, tanto in politica interna quanto in politica estera, il piano finanziario si è imposto come fattore dominante nelle scelte compiute dalle classi dirigenti in domini tradizionalmente qualificati come di pubblico interesse, poiché legati ai diritti fondamentali della persona: il lavoro, le politiche abitative, l'istruzione e la cultura, la sanità, il diritto alla pensione. Si tratta di un aspetto che sembra distinguere queste forme di democrazia da quelle del secolo scorso, nelle quali la classe lavoratrice, in quanto anello fondamentale del sistema produttivo, conservava un certo potere di contrattazione. Infatti, se le prime due rivoluzioni industriali, in particolare la seconda, avevano conferito un peso politico notevole ai partiti e alle forze politiche e sindacali che rappresentavano i lavoratori, le maggiori conquiste in termini di diritti sono avvenute dopo il secondo conflitto mondiale, quando il confronto con l'Unione sovietica spingeva a venire incontro alle esigenze di quelle classi che avrebbero potuto rappresentare una solida base di consenso per i partiti e i movimenti di sinistra. In realtà, è piuttosto l'adozione di un certo tipo di sistema economico-produttivo a influenzare (quando non a determinare) le linee politico-culturali della classe dirigente. Valeva tanto nell'Atene del V secolo a.C., in cui l'aristocrazia era la classe dominante nel quadro di un'economia basata sulla schiavitù, quanto nelle società interessate dalla seconda rivoluzione industriale, caratterizzate da un'economia di tipo capitalistico. Contesti, questi ultimi, le cui dinamiche trovano una notevole sintesi nell'arte, nella letteratura e nel cinema a partire dalla seconda metà del XIX secolo.

 

Pur richiamandosi nella teoria all'imprenditorialità, alla libera iniziativa, all'individualismo e alla competizione per il successo personale, nella pratica, il capitalismo subordina qualsiasi istanza a quella della produttività e della concorrenza nella produzione e nel commercio di beni e servizi. In una parola, al mercato. In tale prospettiva, la libera iniziativa per avere successo deve iscriversi nei meccanismi del mercato, che oggi è un mercato globale. In caso contrario, causa all'individuo che la esercita esclusione ed emarginazione sociali, potenti deterrenti in grado di indurre le masse (nella concorrenza l'ordine quantitativo prevale quasi sempre su quello qualitativo) a prendere liberamente iniziativa solo nella direzione più funzionale al mercato, non considerandone il carattere disfunzionale rispetto allo sviluppo dell'individuo e della sua personalità. Le stesse nozioni di progresso e sviluppo sono elaborate e definite in relazione al successo economico e materiale, senza alcun riguardo, se non qualche cenno di compassione formale, per ciò che favorisce la crescita e il rafforzamento dell'individuo nella sua autentica dimensione esistenziale. Inoltre, per far fronte agli effetti disastrosi delle dinamiche innescate da un simile approccio, non si fa che mettere in piedi palliativi inefficaci a lungo termine (nella migliore delle ipotesi), fino ad arrivare a strategie repressive più o meno sofisticate e più o meno in linea con le leggi positive e morali. Infatti, per ridurre al minimo il disagio psichico individuale di massa, l'unica soluzione sarebbe andare alla radice, ossia all'ossessione della competitività, che induce la percezione dell'altro come nemico/rivale, dissestando il tessuto sociale. Al contrario, nelle società attuali si tende a identificare capri espiatori che non sono necessariamente incarnati in un tipo o categoria sociale: i migranti, i devianti, generiche allusioni a squilibri psichici o al disagio sociale, una scuola non abbastanza inclusiva (anche se le società neo-liberali attuali sono profondamente esclusive) o la mancanza di sovranità nazionale. Persino la lotta alla corruzione finisce sempre per rientrare in questo quadro.

Lo stesso discorso vale per la sensibilità ecologica o per le innovazioni nel campo delle nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale. Potenzialmente, si tratta di istanze positive per un autentico sviluppo sociale, ma che finiscono per essere inquadrate nei circuiti dell'economia di mercato. Così, per combattere il riscaldamento climatico e i disastri ambientali, si aumenta progressivamente il carico di responsabilità che gravano sugli individui, evitando di chiamare in causa l'inquinamento prodotto dalle grandi multinazionali e da altri organismi potenti e competitivi sul mercato, ivi inclusi i produttori di armi. In altri termini, invece di impegnare le grandi industrie a non produrre rifiuti e agenti inquinanti, finora si è rivelato più semplice appellarsi alla sensibilità dei singoli. Nondimeno, un sistema economico che trae la sua linfa vitale dalla crescita e dall'espansione continue e in(de)finite, su un pianeta con spazi e risorse limitati, ostacola la soluzione dei problemi ambientali molto più di piccoli gesti quotidiani, che pur avendo una loro importanza non sono determinanti. Nel caso delle nuove tecnologie e dell'intelligenza artificiale, un settore dominato dagli interessi privati delle grandi multinazionali di Internet, il rischio è che il potenziamento e l'oltrepassamento dell'umano teorizzato dai transumanisti si riduca in realtà a un ulteriore spostamento delle diseguaglianze sociali sul piano delle capacità individuali. Dunque, come è avvenuto nel caso del culto dell'uomo borghese vincente e di successo del secolo scorso, chi potrà sborsare ingenti somme di denaro per migliorare le proprie facoltà lo farà in uno spirito di competizione e concorrenza funzionale agli ingranaggi del mercato. Quindi otterrà maggiori opportunità di successo, a scapito delle classi sociali già svantaggiate dai meccanismi dell'accumulo di capitale. Anche in rapporto all'intelligenza naturale dell'uomo, il concetto di quoziente intellettivo già nel secolo scorso aveva ridotto l'intelligenza a fattori misurabili e quantificabili, difficilmente adatti a un'entità così complessa e indeterminata. In un certo senso, l'intelligenza dell'individuo nato e cresciuto in una società caratterizzata dall'economia di mercato è già tendenzialmente artificiale, in quanto è progressivamente irregimentata nei meccanismi del mercato.

Per riprendere Platone, le innovazioni tecnologiche permetteranno verosimilmente a ciascuno di acquistare capacità il cui significato, rispetto alla personalità, non appare sempre evidente.

Così Andrea Sartori, Presidente del Consorzio Tutela vini Valpolicella: “Archiviamo un’edizione che ha sancito, tra le altre cose, il successo di vendite dello scorso anno sia all’estero che in Italia. Guardiamo al 2020 consapevoli di poter contare su un’eccellente nuova annata, ma anche preoccupati per il moltiplicarsi di incognite sulle principali piazze internazionali. Servirà per questo intensificare gli sforzi e le professionalità con l’obiettivo di monitorare e ascoltare sempre di più i mercati e le tendenze dei consumi globali”.

Semplificando, visto “il moltiplicare delle incognite” (dazi e quant’altro), è la comunicazione l’arma del successo. E la buona comunicazione riesce anche a contribuire alle inutili e pericolose derive divisorie in atto. Le Famiglie Storiche da una parte e il Consorzio dall’altra, negli stessi giorni, non sono un’immagine comunicativa che “arriva” là dove dovrebbe arrivare e non fa certamente chiarezza. I panni sporchi si lavano sempre in famiglia. Francesi docet.

Torniamo all’Anteprima. Sorrisi, tanti sorrisi sulle bocche dei produttori: “siamo a presentare una vendemmia (2016) eccellente, che ci ripaga dell’anno orribile 2014”.

E questo l’abbiamo subito capito al primo assaggio. Il 2016 ha mostrato al primo sorso una tessitura setosa e flessibile con un frutto godibile rilasciando slancio alla beva.

Al di là dei numeri il mercato dell’Amarone è in crescita sia su quello interno che estero. Forse questa “rinascita” è dovuta al cambio generazionale all’interno delle “famiglie” dove si cura maggiormente sia la produzione che la commercializzazione.

Accelerano i vigneti sostenibili, oggi a ¼ del totale. “Una tendenza bio – ha detto il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello - cominciata forse un po’ tardi ma che ora non accenna a rallentare, se si considera che anche gli ettari in conversione sono cresciuti nell’ultimo anno del 10,5%”.

Ma a trainare i vigneti green in Valpolicella è soprattutto il progetto RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), la certificazione voluta per le aziende dal Consorzio a tutela dell’ambiente, che prevede l’adozione di tecniche innovative in vigneto ma anche la sostenibilità sociale e la tutela del paesaggio.

“Nei 19 comuni della Doc Valpolicella si fa sempre più largo il verde, quello della sostenibilità”.

2.273 produttori di uve, 272 aziende imbottigliatrici con 373 fruttai destinati all’appassimento. Circa 15 milioni le nuove bottiglie di Amarone che entreranno in commercio quest’anno. Numeri rappresentativi usciti dagli incontri programmati nella due giorni veronese.

Ma sono stati, ancora una volta, i calici ad esprimere i vari micro-terroir e consegnare la verità sulla vendemmia 2016. Est, Ovest, Nord, Sud. Pianura anziché collina alle diverse altitudini. Assaggi mirati provenienti da tutte queste realtà della Valpolicella. Il risultato? Grandi Amaroni che apparteranno ad una vendemmia a “sette stelle”. Ne parlerò nei dettagli, nei giorni a seguire, con i dovuti riferimenti alle relative aziende.

Unico rammarico aver constato il calo delle presenze delle cantine. Solo 53 contro le 63 dell’anno scorso e le quasi 100 di alcuni anni fa. La mancata partecipazione delle Famiglie Storiche si è fatta sentire nei numeri ma non ha inciso sulle diversità territoriali presenti ben rappresentate.

Le accoglieremo a braccia aperte qualora decidessero di rientrare nel Consorzio Valpolicella”. E l’Amarone ringrazierebbe.

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