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Tra gli appuntamenti clou confronto internazionale su cambiamenti climatici alimentazione e Paesi in via di sviluppo.
Il clima e va bene. Poi le energie rinnovabili, la crescita, ma anche il cibo. Il G20 di Napoli - 22/23 luglio - si misura anche con l'alimentazione. Con la lunga catena agroalimentare che coinvolge il mondo intero ed è diventata centrale nelle politiche di transizione ecologica . È noto che senza un nuovo equilibrio tra natura,consumi,sviluppo,nessun progetto ecosostenibile potrà avere successo. Stiamo davvero andando in questa direzione? A vedere le contestazioni contro l’usi dei pesticidi, delle tecniche agricole e degli interessi delle Big Pharma non si direbbe.Eppure l’occasione di Napoli è ghiotta.
Su iniziativa del Future Food Institute ecco tre eventi tra Napoli e Pollica (Salerno) nei giorni del summit. Pollica, nota a livello internazionale come capitale della dieta mediterranea,città del sindaco Pescatore Angelo Vassallo ucciso per mano ancora ignota,si riappropria di antiche tradizioni alimentari, da mezzo secolo studiate nelle migliori Università.
Dal 22 luglio in partenariato con Città della Scienza si svolgeranno eventi per indagare le relazioni tra cibo e ambiente,promuovere lo sviluppo sostenibile a livello mondiale e dimostrare l’impegno della scienza per ridurre impatti sull’ambiente.Le iniziative sono parte di Food For Earth,il progetto internazionale che vede in campo anche la Fao.La leva promozionale e scientifica del Future Food Institute, in occasione dei vertici internazionali si sta rivelando di tutto interesse per imboccare una strada con minori disparità verso i Paesi in via di sviluppo. I maggiori punti di attenzione riguardano la sensibilità dei politici e dei manager della grande industria. Quanta è radicata la sensibilità di non voltarsi dall'altra parte dinanzi a movimenti epocali? Davanti a migrazioni mosse da fame,calamità naturali,sottosviluppo?
A Napoli e a Pollica ci saranno esperti a parlare di tutto questo con la voce rivolta ai giovani. "Uniamo così l’attivismo della società civile, la responsabilità imprenditoriale italiana e la politica internazionale -ha detto Sara Roversi di Future Food -per generare un impatto significativo e garantire la costruzione di un futuro corale e sostenibile.Toccare questi punti significa dare un senso al summit sciogliendo il nodo, non piccolo, del potere di chi fa le cose.
Riflettere su sistemi di coltivazione,di gestione dei prodotti della terra, sugli sprechi alimentari di milioni di euro/dollari senza considerare gli squilibri socio economici e le ingiustizie strutturali tra Paesi e continenti, richiede lucidità e sintesi politica. L'Italia che ospita il G20 negli ultimi tempi ha segnato diversi punti a proprio favore con la nuova politica agricola europea (Pac),stanziamenti pubblici aggiuntivi per l'agroagricoltura, accordi con le organizzazioni agricole. C'è bisogno anche di dialogo con le comunità e le istituzioni,per capire, almeno, se non per tanto altro ancora.Le giornate Napoli-Pollica dicono che lo faranno nella cornice della strategia Europea Farm To Fork, il vero pilastro per l'Europa per i prossimi anni. Bisogna fare gli auguri ai relatori e agli scienziati per un buon punto di partenza da Napoli per un tragitto mondiale. Una strada che non tollera più la retorica dei Paesi ricchi che aiutano quelli poveri.Tanto a danneggiare gli uni e gli altri ci pensa già il cambiamento climatico.