L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Kaleidoscope (1382)

Free Lance International Press

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Il primo confronto diretto tra medici e il giornalista Adriano Panzironi, mette ancor più in evidenza la necessità di un corretto chiarimento scientifico sulla salute degli italiani a fronte dell’incremento vertiginoso delle maggiori patologie nel nostro Paese

 

I personaggi - Finalmente dopo tante sterili polemiche a distanza, Panzironi, che non ha certo bisogno di presentazioni, ritenuto reo di aver introdotto un’innovazione nel concetto dietetico tradizionale del nostro Paese, si confronta per la prima volta a “distanza ravvicinata” con due medici rappresentanti della medicina ufficiale.

Si tratta del Dott. Francesco Carrano, dirigente della Asl di Frosinone e il Dott. Giancarlo Pizzutelli, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della stessa Asl.

L’incontro è stato condotto in modo chiaro e professionale dal direttore della                       emittente Teleuniverso, Alessio Porcu, nella funzione di interlocutore e moderatore della trasmissione. Questi ha cadenzato gli interventi con precisazioni su quanto veniva detto, improntando il colloquio in un piacevole ascolto. Ciò che ha stupito nel corso della trasmissione almeno per chi non conosceva la signorilità del dott. Pizzutelli, è stata la pacatezza con la quale i due medici hanno affrontato con Panzironi i vari argomenti trattati dal punto di vista obiettivo, cosi da aver più chiaro quale sia nel futuro, la sostanza del contendere.

Avvalendoci dell’opportunità di ascoltare per la prima volta le parti che discutono in modo diretto tra loro il futuro della nostra salute, si è ritenuto di non sintetizzare eccessivamente gli interessanti approfondimenti su questo argomento così che, per ragioni di spazio, si riporta quanto è stato detto, in due articoli.  

 

Entrando in tema - Il tema ovviamente, è stato quello delle precisazioni sulle caratteristiche della così detta dieta mediterranea e su quella che Panzironi propone in sostituzione ritenendo la dieta mediterranea, ricca di zuccheri e carboidrati, sia la causa primaria dell’insorgenza e dell’aggravarsi della maggior parte delle più insidiose e pericolose malattie del nostro tempo.

I due medici si sono alternati nelle loro precisazioni e hanno integrato attraverso i vari interventi il pensiero ortodosso della medicina ufficiale ovviamente, ritenendo giusto e corretto tutto ciò che è stato finora realizzato ai fini terapeutici attraverso il Servizio Sanitario Nazionale del nostro Paese.

Il primo argomento affrontato è stato quello delle cause patologiche che affliggono attualmente la nostra realtà demografica, quantunque ritenuta la più longeva del Mediterraneo, con i suoi 83 anni di aspettativa di vita; risultato questo di primaria importanza che confermerebbe secondo gli stessi medici, la valenza anche dell’alimentazione tipica del nostro Paese, ossia, della tipica dieta mediterranea.

Si deve però far notare che il limite di 83 anni non è una soglia invalicabile ma soltanto l’attuale base di partenza dell’età dei 120 anni che in senso ovviamente teorico, Panzironi ritiene raggiungibile attraverso una dieta sicuramente diversa da quella mediterranea.            È vero che ciascuno di noi potrà portare un esempio di una persona estremamente longeva che pur facendo una vita dissennata, si fa per dire, ha vissuto oltre 100 anni in buona salute. Ma un caso del genere è sicuramente un’eccezione che come si dice, conferma la regola, e, la regola è quella della statistica di 83 anni. Vi è tuttavia ancora un altro aspetto, forse ancor più importante della vita, rappresentato dalla qualità dello stato di salute degli ultimi anni dell’esistenza nei quali alcuni gradi di invalidità possono pesare di più di quanto si possa o si voglia immaginare.

Quindi, se anche in Italia la media di 83 anni è il risultato finora ottenuto, questo fatto non smentisce lo slogan di Panzironi di arrivare in salute fino al suo estremo limite che in teoria si differenzia di quasi quarant’anni rispetto all’attuale.

 

Le cause di malattia secondo la medicina ufficiale - Questi argomenti vengono integrati dalla risultanza statistica sull’insorgenza di malattie in Italia che come gli stessi medici precisano, il 45 - 50 % è dovuta al comportamento individuale e alla alimentazione, il 20% alla predisposizione genetica, il 20% all’ambiente e 10 -15% ai farmaci e ai servizi sanitari.

Per quanto riguarda Panzironi, questi sostiene che le sue affermazioni di carattere                  medico-biologico non sono sue opinioni ma sono delle precisazioni che derivano dalle ricerche scientifiche di insigni ricercatori che non sono state, però, recepite nel protocollo della nostra medicina ufficiale e che quindi, non vengono prese in considerazione.

Di conseguenza, le prescrizioni terapeutiche risalgono a circa trent’anni prima e pertanto, alla luce delle ultime risultanze della scienza e non del pensiero di Panzironi, non trovano una rispondenza nella realtà attuale.

Egli differenzia la dieta da lui proposta sulla base sostanziale di carne o pesce, verdura e grassi con modica quantità di frutta, da quella italiana   tipica, ricca soprattutto di sostanze zuccherine o di carboidrati che egli stesso esemplifica in pane, pasta, mais, legumi, e farinacei; alimentazione questa che all’interno dell’organismo si trasforma in zuccheri i quali a loro volta richiedano insulina per essere trasportati attraverso il sangue negli organi elettivi. Ma l’insulina e anche la causa primaria di infiammazione dell’organismo e della insorgenza delle peggiori patologie, come malattie cardiache, cancro, morbo di Alzheimer ed altro ancora. Tra queste malattie vi è anche il diabete che paradossalmente necessita di insulina per trasferire lo zucchero presente nel sangue nelle cellule che sono costrette ad assorbirlo, in luogo delle proteine. Da qui ha inizio il ciclo perverso cumulativo, come il cane che si morde la coda.

 

L’ origine della avversione ai grassi animali - Panzironi spiega che l’avversione alle sostanze proteiche e ai grassi animali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha un’origine di carattere molto opinabile. Infatti, nella circostanza della morte di infarto negli anni 70 di un Presidente americano, l’ opinione pubblica fu molto allarmata per questo decesso improvviso, tanto che fu istituita una commissione USA affinché indagasse sulla causa degli infarti, per evitare che nel futuro la popolazione fosse sottoposta a rischi di questo genere.

I risultati della commissione furono divergenti, tra coloro che sostenevano che le cause della patologia erano dovute ad una dieta ricca di farinacei e sostanze zuccherine, e gli altri che invece, attribuivano ai grassi in generale e soprattutto ai grassi animali, il danno alle arterie ed in particolare a quelle del cuore.

La controversia fu risolta affidando ad una commissione diversa la soluzione del problema, la quale elaborando gli elaborati altrui, attribuì ai grassi l’insorgenza di patologie cardiache, probabilmente perché il colesterolo che ostruisce in progressione le arterie è sostanzialmente composto da sostanze lipidiche, ovvero, grasse.

Questa decisione trasferì anche in Europa l’impronta finora indelebile, sulla presunta origine delle malattie cardiovascolari e di gran parte delle altre soprattutto, ove la presenza di colesterolo in eccesso, si ritiene causata dall’uso di grassi alimentari.

 

Gli effetti dei carboidrati - Di contrario avviso è invece Panzironi che sostiene che

allo stato delle cose è la tipica dieta con significativa presenza di carboidrati o addirittura di sostanze zuccherine che ha causato una progressione patologica sia di insorgenza che di aggravamento, non attribuibile ad altro se non alla alimentazione quotidiana che com’è prima accennato, è quella tipica della pastasciutta, della pizza e così via.

Possiamo prenderne atto del preludio di questo peggioramento, facendo riferimento ad un passato relativamente recente ma molto significativo. Una proiezione statistica del trend delle patologie in atto è che da trent’anni a questa parte, a fronte del presunto miglioramento della qualità alimentare, di effetti piuttosto deleteri, l’obesità è aumentata del 500%; le malattie cardiache del 1000%; mentre una persona su quattro attualmente si ammala di tumore e una persona su due muore di malattie cardiovascolari. Questo fatto ha traghettato l’umanità verso una sorta di morti premature che diversamente non vi sarebbero state.

D’altra parte anche altri studi scientifici hanno dimostrato quanto nel passato le cose erano state improntate su convinzioni errate. Un esempio è il burro sostituito per queste ragioni dalla margarina che, essendo un prodotto vegetale, veniva preferita al burro, espressione di grasso animale e come tale ritenuto corresponsabile di molte malattie. Guarda caso però, che i convincimenti adesso sono cambiati di 180° e il burro ha ripreso la sua tradizionale gerarchia nutrizionale, mentre la margarina è ora ritenuta nociva.

Finisce qui la prima parte dei commenti sulla trasmissione che va avanti affrontando lo stato di salute della popolazione. Segue in articolo diverso la seconda parte, interessante per le conclusioni, che sarà pubblicata nei prossimi giorni.

November 06, 2018

Oggi 6 novembre in America si terranno le “midterm elections”, le elezioni di metà mandato.

Le elezioni di metà mandato sono elezioni legislative, elezioni per il rinnovo parziale del Congresso per eleggere i governatori di 36 stati e l’assemblea legislativa. Si voterà anche per alcuni referendum.

Queste elezioni non riguardano la figura del Presidente, in quanto il suo mandato dura quattro anni, ma riguardano la composizione del Senato e del Congresso. Ogni quattro anni però, le elezioni  presidenziali e le elezioni di metà mandato coincidono.

Si vota per eleggere 435 deputati alla Camera, il quale mandato dura due anni, e per rinnovare un terzo del senato, 35 senatori su 100. Camera e Senato attualmente sono guidati da una maggioranza repubblicana e questo fa sì che Trump abbia finora potuto operare con una maggioranza a lui favorevole.

Qualora perdesse la maggioranza nel Parlamento sarebbe limitato nei decreti e nell’applicazione della propria politica.

I democratici hanno 7 possibilità su 8 di vincere alla Camera con una percentuale che tocca l’88%, mentre i repubblicani hanno 1 possibilità su 8 possibilità di vincere alla Camera con il 12%. Mentre al Senato invece c’è una possibilità su 5 che i democratici ottengano la maggioranza con una percentuale del 19.5% e i repubblicani hanno 4 possibilità su 5 di mantenere il controllo con l’80.5%.

Le previsioni su FiveThirtyEight ci mostrano che probabilmente il Senato rimarrà a maggioranza repubblicana in quanto il Senato rinnova 35 seggi su 100, di cui 26 in mano attualmente dei democratici i quali sono uscenti ed hanno, quindi, più da perdere rispetto ai repubblicani.

Donald Trump, dopo due anni dalla nomina a Presidente, affronta le elezioni con impopolarità. Il 52.8% dei votanti si mostra contrario e il 41.9% favorevole.

Qualora si trovasse a governare con una maggioranza democratica al Congresso rischierebbe di essere sottoposto al processo di messa in stato di accusa (Impeachment).

La procedura di impeachment infatti, per essere avviata, necessita solo della maggioranza semplice da parte del Congresso.

Per la rimozione dalla carica a Presidente, invece, è necessario il voto della maggioranza dei due terzi.

Ci sono stati tre casi in cui si è stato fatto ricorso all’ Impeachment: nel 1868 con Johnson, nel 1998 con Bill Clinton e nel 1974 con Nixon che, per evitare di essere sottoposto a processo, si dimise.

Se Trump dovesse essere sottoposto a un processo di messa in stato d’accusa gli sarebbe impedito di governare, in quanto posto continuamente sotto processo nei tribunali.

Le elezioni si tengono ufficialmente oggi ma milioni di americani hanno già votato tramite “l’Early voting”. Si tratta della possibilità di andare anticipatamente alle urne. Molte volte negli Stati Uniti le elezioni sono andate al di là di ogni previsione e, dunque, anche questa volta ogni proiezione, con qualsiasi percentuale venga proposta, potrebbe essere totalmente ribaltata.

La cornice dello splendido Palazzo Firenze a Roma ospita il Premio, ricco di delegazioni russe, cinesi e americane.

 

“A cosa serve scrivere?”. “A sconfiggere la morte” rispose il poeta e drammaturgo Ennio Flaiano. “Nel 2049 una ragazza entrerà in libreria e leggerà un nostro libro. Così avremmo sconfitto la morte”.   Il Premio Penne- Mosca 2018 compie 40 anni oggi; presentato presso la sala dello scrittore “Walter Mauro” di Palazzo Firenze a Roma, i primi di ottobre, è un patrimonio da difendere, un lessico da tutelare, unico al mondo, svincolato dalle logiche delle case editrici.

Un concorso sull’Olimpo della cultura glossa il Sindaco di Penne. Non abbiamo niente da invidiare a il Premio Strega o Campiello, qui i popoli si combattono culturalmente, incalza Antonio Sorella, direttore scientifico del Premio. “Il regionale può diventare globale - chiosa lo scrittore Carmine Abate vincitore del premio narrativa dello scorso anno - Prendiamo ad esempio il termine, vongole veraci, pochi sanno che viene dalla lingua abruzzese”. Il Premio ha l’ambizione di creare un legame con i linguaggi culturali tra i paesi, per questo esiste da 20 anni ,anche ,il Premio Penne Russia. Lo scrittore Abate, originario di una minoranza albanese della Calabria ha delle idee precise al riguardo. “A soli 16 anni sono arrivato in Germania. Mi sono reso conto che quando ero in Italia ero un germagnese e per i tedeschi uno straniero”. Alla fine mi sono chiesto ma chi sono io veramente? E’ cosi che ho capito attraverso le vie e gli sguardi, prendendo il meglio dal nord e dal sud, di essere molte definizioni, svincolato dalle differenze etniche. Sorrido quando a volte qualcuno mi chiede: E’’ meglio il Trentino o la Calabria?. E come domandare a chi vuoi più bene alla mamma o al papà?”

Ecco perchè allora Il premio Penne Mosca 2018 va al regista Matteo Garrone, il quale, incarna in questo momento gli ideali più sentiti del Premio. Garrone difatto ha focalizzato sempre il suo lavoro sui i temi degli esseri umani, centrale nell’era moderna, autore di Gomorra, Dogmam e del prossimo film fiabesco su Pinocchio. “sarà un capolavoro dell’anima - spiega Garrone - legato alla forza dei personaggi e alle immagini. Una fiaba moderna con cast internazionale”

Il Premio 2018, insomma, è una splendida 40enne la quale non mostra i suoi anni ma è sempre più attraente, con una ricchezza di collaboratori e personaggi eccellenti, come la casa editrice Dante Alighieri e premiati doc come Carlo Verdone . Nel corso degli anni il Premio è cresciuto dedicando una parte alla sezione cinema onorata da Enrico Vanzina - fratello del compianto regista Carlo - e autore del libro “Detective Max”, a breve un film-romanzo di successo. Una grande famiglia dove la letteratura dona felicità, abbraccia e rende i popoli interconnessi con la cultura. Diverse delegazioni di letterati russi e un congruo gruppo di persone provenienti da Pechino, Shangai e Taiwan erano presenti all’inaugurazione. “Ricordo l’Italia degli anni ’70 – rivela il nipote del grande scrittore cinese Lu Xun – e visitando Roma, mi sono emozionato, proprio come nel film della grande bellezza. La nostra ambizione? Un Premio Penne-Cina 2019”. Ad 86 anni dalla morte di D’annunzio non si poteva non omaggiare un grande poeta di Pescara, D’Annunzio, delegando l’interpretazione della “pioggia nel pineto” ad una coppia storica del teatro italiano Ugo Pagliai e Paola Gassman. Il Premio si è concluso con un buffet eccezionale, con i tipici prodotti abruzzesi: i cantucci alla liquirizia di Atri sono da svenimento. Indispensabili i ringraziamenti a tutta la giuria tecnica tra cui Alessandro Masi segretario della Dante Alighieri, le autorità accademiche, gli ospiti di onore e gli sponsor della manifestazione, dal Sindaco di Penne alla Camera di Commercio di Pescara, Confindustria di Pescara, al Presidente Domenico Noviello presidente della nota compagnia petrolifera italiana portatrice di energia nelle case e aziende di ben 80 paesi. A Luglio 2019 appuntamento con un'altra edizione ,mentre Il Premio cresce a San Francisco nasce Il Penne Americano.

Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.

La Riflessione!

Merano Wine Festival Ne vogliamo parlare?

Ci siamo, mancano pochi giorni all’evento-eccellenza del vino italiano: Merano Wine Festival, l’unico, inimitabile. 27^ edizione, sempre firmata da Helmuth Köcher, con tante, tante novità che ogni anno arricchiscono questa manifestazione. Non solo wine, anche food; quello di qualità, con la presenza di aziende leader nel settore e chef ad esaltare “in diretta” ricette della tradizione italiana. Si dia il via alla kermesse 2018. Flipnews sarà presente nei cinque giorni per poi comunicare a tutti gli appassionati quanto di meglio sarà esposto.

 

Frammento n. 1

Naturae & Purae, Bio & Dynamica e Wild Cooking


L’8 novembre al Merano Wine Festival sarà di scena il convegno Naturae & Purae. Al Castel Trauttmansdorff esperti ed interpreti del mondo del vino si confronteranno sui concetti “molto di moda” della naturalità e della “purezza”. Oggi circola nell’ambiente il concetto diffuso dai “naturalisti, vegani convinti” che il vino cosiddetto “convenzionale” (?) sia “ricco di veleni”. Sarà sicuramente un dibattito molto acceso (sono d’accordo che bisogna affrontarlo e parlarne) visto che il tema sarà: Vino veleno o alimento? Alle radici del bere. Il 9 novembre in Piazza della Rena, di lato al Kurhaus, si svolgerà Wild Cooking dove rinomati chef si esibiranno in spettacolari showcooking. Sempre il 9 prenderà il via, al Kurhaus, Bio&Dynamica dove sarà possibile assaggiare i vini biologici e bio-dinamici ritenuti i più eccellenti dello scenario italiano e internazionale. All’interno troveranno spazio i cosiddetti PIWI, sintesi-acronimo di pilzwiderstandfähig - da viti resistenti alle malattie fungine. Insomma due giorni da non perdere per coloro che amano la didattica!

   

 

Frammento n. 2

Ritornano i Vini Vulcanici. Seguire l’ultima moda.

Il risveglio dei vulcani. Mai come adesso la moda del bere è rivolta ai vini prodotti nelle caldere dei vulcani, alcuni spenti da millenni, altri tutt’ora “vivi”. Tema, dunque, di grande interesse al quale Helmuth Köcher ha voluto dedicare una parte del suo MWF. Viaggio in Italia alla scoperta di prodotti “vulcanici” di grande qualità. Viaggio in particolare in Campania alla ricerca di “chicche” sconosciute da portare alla ribalta di questo evento. Dalla Campania alla Sicilia, alle falde dell’Etna fino a quasi 1.000 metri di altezza per poi arrivare alle isole Eolie, alle Malvasie, già conosciute. Sarà un viaggio tutto da scoprire, vera “perla” del MWF 2018

 

Frammento n. 3

The Circle, Spirits Experience, Futuro del Vino: le novità in assoluto.

 

Accanto agli eventi che contraddistinguono da sempre il Merano Wine Festival, ad arricchirne il programma e che vuole esserne ricordato nell’edizione 2018, sarà lo spazio polivalente di THE CIRCLE, 450 mq in Piazza della Rena che diventerà il palcoscenico “dove raccontare le storie di uomini, di cibo, di vino, di territori”. Un luogo dove incontrare esperti del settore e approfondire temi focalizzati sulla produzione nazionale. Poi ci sarà Spirits Experience e Mixology (l'abilità di mescolare varie bevande e ingredienti per creare cocktail), un viaggio tra degustazioni e seminari a tema dove wiskey, rum, liquori e vermouth saranno i protagonisti. Al teatro Puccini, sabato 10, si svolgerà l’importante e attesa conferenza “Futuro del Vino”: che metterà l’accento sulle prospettive future della viticoltura tra l’influenza dei cambiamenti climatici, i nuovi gusti, le aspettative dei consumatori. A Merano non si beve soltanto.

 

 

Frammento n. 4

 

Non solo vino. Gourmet Area, il lato culinario del MWF

Come sempre la Guourmet Area riuscirà a captare l’attenzione dei visitatori. 120 aziende presenteranno i loro “selezionati” prodotti a formare un percorso gustativo che attraverserà tutta l’Italia “con l’obiettivo di celebrare la qualità dei prodotti italiani”. Dolci, caffè, selezioni di birre, salumi, latticini, prodotti ittici, pane e pasta. Un insieme di prelibatezze da assaggiare ed abbinare ai vini e distillati presenti. Sì perché in questa area saranno presenti 15 tra consorzi di tutela e gruppi rappresentativi dei territori vitivinicoli. Informazioni più precise consultabili su www.winehunter.it

 

Frammento n. 5

27^ edizione del Merano Wine Festival. I numeri

950 aziende vinicole selezionate tra le migliori in Italia e nel mondo. 120 artigiani del gusto e numerosi personaggi di spicco nel mondo Food&Wine”.Vale la pena ricordare i The Official Selection nell’incantevole location del Kurhaus, la vera essenza della manifestazione e Catwalk Champagne, il martedì di chiusura. Come non chiudere con un calice di champagne?

 

In collaborazione con il press-office del Merano Wine Festival

 

Osservo, scruto, assaggio e…penso.

Il 15 dicembre si terrà la ventiseiesima edizione del Concerto di Natale, presso l’Aula Paolo VI in Vaticano.

Anche quest’anno, accompagnato dall’Orchestra Universale Sinfonica Italiana diretta dal Maestro Renato Serio, con la collaborazione del Maestro Stefano Zavattoni, il cast sarà eccezionale e prevede al momento la presenza dell’americana Dee Dee Bridgewater, una delle inarrivabili voci femminili del jazz; della statunitense Anastacia, una delle artiste di maggior successo del terzo millennio; dei due cantautori Raphael Gualazzi e Edoardo Bennato, delle voci stupefacenti di Alessandra Amoroso e Elisa, cantautrice, polistrumentista, compositrice e produttrice; del vincitore di Sanremo 2017 e 2018, Ermal Meta; del vincitore nuove proposte Sanremo 2015, Giovanni Caccamo; del grande flautista Andrea Griminelli e dell’altrettanto prestigioso suonatore del flauto di Pan, Gheorghe Zamfir e del poliedrico astro nascente Mihail; e con la partecipazione straordinaria di Miguel Angel Zotto e Daiana Guspero. Il Coro Gospel statunitense sarà il New Direction Tennessee State Gospel Choir (USA), il complesso vocale che accompagnerà i solisti sarà quello dell’Art Voice Academy, mentre le voci bianche saranno quelle del Piccolo Coro Le Dolci Note diretto dal Maestro Alessandro Bellomaria.

Il 26° Concerto è promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede, a favore della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes e di Missioni Don Bosco Valdocco Onlus.

Il Concerto, prodotto e organizzato dalla Prime Time Promotions, verrà mandato in onda in tutto il mondo attraverso la piattaforma di Canale 5 il 24 dicembre, in prima serata. I telespettatori avranno un numero di sms solidale al quale inviare le loro donazioni ai destinatari dei progetti di solidarietà.

Il “Concerto di Natale” porterà a vivere l’atmosfera del Santo Natale in maniera più profonda, unendo alla spiritualità, l’emozione della grande musica nazionale ed internazionale.

I biglietti sono acquistabili online sul sito www.concertodinatale.it oppure in tutti i punti vendita TicketOne e Box Office Lazio. Per informazioni e prenotazioni chiamare il numero 06 68136738.

Il centro commerciale Euroma2 è lo Sponsor Ufficiale della manifestazione canora per la Solidarietà.                                                        

Prima asta della Bertolami Fine Art, fashion&luxury.

Un evento mondano ricco di personaggi del mondo dello spettacolo e politico.

 

Marina Ripa di Meana non c’è più, se n’è andata inizi 2018, all’età di 76 anni, ma la sua imprevedibile creatività, il suo carattere esuberante, la sua personalità anticonformista, il suo amore per la vita aleggia ancora a Roma. E’ scomparsa a causa di un male incurabile, lasciando però una via di uscita a chi soffre a causa del cancro: l’uso della sedazione profonda. Un ultimo messaggio, prima della dipartita, lanciato da un donna provocatrice e promotrice di tante battaglie a difesa dell’ambiente e degli animali. Così anche dopo la sua morte vediamo il ricrearsi di quella atmosfera briosa e di valore a favore, questa volta , della Fondazione Umberto Veronesi. Infatti grazie ad un’ asta pubblica ,dei suoi copricapo e oggetti, verranno raccolti fondi per la ricerca scientifica sulle neoplasie. L’ apres-midi a Palazzo Caetani vicino alla fontana delle Tartarughe, accanto al ghetto Ebraico - dove nel frattempo domenica si è svolto un dibattito sulla discriminazione della Comunità di Sant Egidio - è stato particolarmente sentito. Un’ occasione per incontrare attraverso il suo guardaroba lo stile di Marina Meana. Una delle donne più belle degli anni ‘70, stravagante, innamorata della vita, stilista, amica di grandi scrittori come Moravia, Pasolini e artisti come Schifano. Generosa amante del pittore Angeli e del giornalista Jannuzzi, con vitalità da vendere: attrice e opinionista, donna criticata con un forte legame con Bettino Craxi, fedele a lui, nonostante la costretta latitanza dell’uomo politico.

La ricordiamo per le sue battaglie ecologiste, nelle memorie il famoso blitz a Palazzo Farnese sede dell’Ambasciata di Francia a Roma e le sue provocazioni a difesa della pelliccia degli animali. Scrittrice e animatrice, conosceva bene il mondo della comunicazione. Battagliera su Roma come quella contro le sventramento del Pincio e la chiusura dello storico Ospedale San Giacomo. “affidabile, intelligente e generosa “ come la definisce il suo amico giornalista Giampiero Mughini. Ed  è appunto la moda, in mostra a palazzo Caetani Lovatelli con i suoi allegri e irripetibili cappelli costruiti secondo lo stile made in Meana, a riportare il sapore e i ricordi di quelle lotte e del suo stile unico. Le pareti della mostra-asta del Palazzo Caetani trasudano di stravaganza e gioia, con i copricapi dalle farfalle dorate, arancioni e nere, i fiori violacei, i colori gialli, cappelli campagnoli o con il ragno elegante dalle zampette nere attorniate da piccoli treppiedi alzati in volo. In un atmosfera provocatoria, bizzarra ed eccentrica è stata inaugurata l’asta che si terrà il 30 ottobre a cura della Bertolami Fine Art degli oggetti di moda style Marina Ripa di Meana con una base d’asta accessibilissima. Le stanze arredate con gioielli vestiti e quadri - come quello nel vano di ingresso dell’artista Sironi - sono avvolti da una luce vigorosa, da set cinematografico come in un film sembra quasi stia per arrivare Marina. Ma siamo alla fine del 2018 e Marina è già andata via, ci sono invece i suoi amici e parenti a ricordarla, come l’onorevole Fausto Bertinotti intervenuto all’evento, la figlia e attrice Lucrezia Lante della Rovere, Eleonora Albrecht del mondo dello spettacolo e perché no, anche il sosia di Jack Nicholson. Durata dell’asta dal 22 al 29 ottobre 2018. il 30 ottobre incanto del guardaroba di Marina Ripa di Meana. Il catalogo on line www.bertolamifinearts.com.

 
Il sosia di  Jack Nicolsson         

 

October 26, 2018

Capire la realtà, anche con i dati, per combattere la battaglia sull’integrazione. Le cifre che fotografano la realtà degli stranieri in Italia contenute nel Dossier Immigrazione 2018: “non esiste nessuna invasione. L’Italia è già multiculturale”

 

Il numero degli stranieri che vivono in Italia è pressoché invariato, sia nel numero, sia nell’incidenza sulla popolazione complessiva, con un aumento fisiologico di residenti, in gran parte controbilanciato dalla notevole diminuzione dei migranti sbarcati e dalle nuove acquisizioni di cittadinanza. Dunque, contrariamente alla credenza che vorrebbe il paese assediato e invaso dagli stranieri, al netto dei movimenti interni il loro numero è stabile intorno ai 5 milioni dal 2013.

A fotografare fedelmente la realtà delle migrazioni in Italia attraverso la lente dei dati è, anche quest’anno, il Dossier Statistico Immigrazione, curato dal Centro Studi Idos in partenariato con il Centro Studi Confronti, il sostegno dell’Otto Per Mille della Tavola Valdese e la collaborazione dell’Unar, l’Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziali; il Dossier è stato presentato oggi a Roma, al Nuovo Teatro Orione, e, in contemporanea in tutte le regioni e province autonome d’Italia.

Alla fine del 2017 gli stranieri residenti in Italia sono 5.144.000, circa 97.000 in più rispetto all’anno precedente (+1,9%), per un’incidenza dell’8,5% sulla popolazione totale. Tra i soli non comunitari, circa su due su tre (2.390.000) hanno un permesso di soggiorno di durata illimitata, che attesta un grado di radicamento e stabilità ormai consolidato. I restanti 1.325.000 (35% del totale) hanno un permesso a termine, in maggioranza per famiglia (39,3% del totale) o per lavoro (35,2%). Meno di 1 su 5 (239.000) è titolare di un permesso inerente alla richiesta di asilo o alla protezione internazionale o umanitaria. Alla fine dell’anno erano 187.000 quelli inseriti in un centro di accoglienza (Cas piuttosto che Sprar, 80,95% contro 13,15%).

Il crollo dei flussi. A tutto ciò si aggiunge il fatto che il boom di profughi che, attraversando il deserto e il Mediterraneo centrale, sono approdati sulle coste italiane si è pressoché esaurito nel 2017, dopo quattro anni in cui ne sono giunti, nel complesso, circa 625.000. Basti pensare, poi, secondo quanto hanno rilevato Unhcr e Oim, che mentre nel 2017 l’Italia ha convogliato il 69% degli oltre 172.000 migranti forzati arrivati in Italia via mare, nei primi 9 mesi del 2018 ne ha accolti sul suolo poco più di 21.000, un dato crollato di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2017.

Un’integrazione non più utilitaristica, ma basata sui diritti delle persone. «Sono dati che ci parlano della cruciale importanza delle politiche di integrazione, di cui oggi nessuno parla più e su cui sempre meno i governi intendono investire», ha spiegato Luca di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, aggiungendo, inoltre: «i numeri non bastano più: abbiamo bisogno di esempi, di testimoni, di buone prassi che mostrano in maniera concreta e tangibile che l’integrazione è possibile». E ancora, «nell’integrazione si vince insieme, perché, a dispetto di tutti i tentativi di imbastire conflitti sociali tra categorie ugualmente svantaggiate, i destini di italiani e immigrati sono già intrecciati nella nostra società». Poi, Di Sciullo, lasciando il palco del Teatro Orione agli interventi degli altri relatori, il vice moderatore della tavola valdese, Luca Anziani, il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, il responsabile immigrazione del sindacato Usb, Aboubakar Souhamoro e il direttore dell’Unar, Luigi Manconi, ha così concluso: «è venuta l’ora di cambiare il paradigma del dibattito tra chi vuole chiudere all’immigrazione e chi si batte per una società pluralista e interculturale, tra buonisti e cattivisti».

“È venuta l’ora di avere il coraggio di alzare il tiro e di elevare le ragioni nella discussione a un livello più adeguato ai nostri principi di civiltà”, è il messaggio finale, condiviso, dell’incontro di presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2018 (a cui hanno partecipato le scolaresche di diversi licei della Capitale e che è stata dedicata al Comune di Riace, simbolo di un’accoglienza riuscita). Un messaggio fatto proprio dal direttore dell’Unar, Luigi Manconi, che in questo senso, ricordando l’omicidio avvenuto qualche giorno fa a Roma della piccola Desireè, ha invitato alla riflessione, non mancando di ammonire: «credo di interpretare il sentimento e il pensiero di tanti nel ritenere realizzabile una società della convivenza dove gli autori di un crimine tanto crudele non siano definiti assassini africani, senegalesi, ma assassini e basta». E in questa ottica, scrivono Claudio Paravati e Luca Di Sciullo nel testo introduttivo del rapporto: «il Dossier non si rassegna a parlare ancora all’intelligenza del pubblico; a quanti hanno il desiderio di documentarsi su un fenomeno che ci riguarderà a lungo tutti, interrogando le nostre coscienze».

In occasione della presentazione, Idos ha lanciato il suo nuovo sito web, predisposto anche per l’e-commerce, dal quale sarà possibile acquistare il nuovo Dossier 2018 (e prossimamente anche le altre pubblicazioni di Idos), in formato sia cartaceo sia elettronico (pdf), e in quest’ultima versione anche per singoli capitoli. Il sito, che verrà allestito nella sua completezza nelle prossime settimane, è stato realizzato grazie alla collaborazione con la Cooperativa Lai Momo di Bologna, da anni partner di Idos per le iniziative regionali in Emilia Romagna.

I principi cardine su cui è basata la convivenza sociale e i pilastri su cui l’Umanità ha posto la base della sua sopravvivenza sembrano affievolirsi, l’Uomo si sente sempre più smarrito in un mondo in cui forse non si riconosce più, risente di quest’angoscia e grida dolore. Roma in questo momento storico vive, forse, uno dei periodi più bui della sua storia; la sua gente, incatenata dai tanti ostacoli cui la città costringe, è sempre più assuefatta ai modelli che la società impone. Il vuoto interiore si fa sempre più stringente, più prepotente, si vaga nel deserto della città senza mete, senza riferimenti, alla sfrenata ricerca dell’effimero nella vana convinzione sia il fine ultimo del nostro vivere. C’è molto da fare,in questi frangenti, per le associazioni che cercano di dare una risposta a questo malessere generale. La cooperativa sociale “Il Futuro Quadrifoglio” di Roma si occupa di assistere persone al proprio domicilio, sia che si tratti di persone agli arresti domiciliari, sia si tratti di tossicodipendenti o alcolisti, sia che si tratti di persone deboli psicologicamente.

“Abbiamo dieci persone fisse specializzate, tutte volontarie: psicoterapeuti, psicologi,operatori sociali, educatori, i quali operano tutti nei contesti familiari, nelle case c’è una forte disconnessione familiare” – dice Massimo Tomaselli, responsabile della cooperativa – “ Si cerca in qualche modo di supplire a questi tipi di problemi con uno staff multidisciplinare. Sono operatori che lavorano per noi, attualmente siamo in trattativa con alcuni Municipi della Capitale ma, per ora, non abbiamo sovvenzioni, quindi tutti a carico della cooperativa sociale.”

Le strutture pubbliche fanno una convenzione con voi e voi fate assistenza a chi è indicato da queste previo compenso. C’è un bando di gara per questo tipo di servizi?

“Lavoriamo come privati, certamente ci sono dei bandi di gara a cui partecipiamo, attualmente stiamo vedendo di spingere il progetto presso alcuni Municipi.”

Quindi vi offrite come punto di riferimento tra le strutture pubbliche e i cittadini?

“Esatto. Questo servizio a Roma non c’è. Ci sono persone che non hanno ferite visive ma dei traumi irrisolti che non si vedono ma fanno male quanto le ferite visive. Il servizio di assistenza socio-sanitaria, conforme alle normative vigenti in materia, prevede un percorso educativo – riabilitativo specifico e individualizzato.

Il programma prevede la partecipazione ad attività strutturate attraverso le quali, progressivamente, si cerca di migliorare la qualità della vita dell’utente in carico, potenziarne le abilità e di fargli acquisire delle competenze lavorative. La Cooperativa dispone, inoltre, di alcune abitazioni residenziali di pronta accoglienza nella provincia di Roma.”

Assistere i soggetti più fragili, dal tossicodipendente che vuole smettere, agli alcool dipendenti…. è il vostro pane quotidiano. Avete assistito parecchie persone nell’arco della vostra attività sin’ora, qual è il risultato del vostro lavoro?

“ne abbiamo assistito centinaia e centinaia. Quando prendiamo questo tipo di utenti in carico con il nostro nuovo progetto abbiamo un grandissimo risultato in quanto si sentono accettati, hanno un punto di riferimento. Molte persone non sapevano da dove provenissero i loro problemi, pensavano addirittura fosse la droga a creare dipendenza, e ciò invece a noi non risulta perché, facendo degli studi, anche scientifici, ai professionisti che abbiamo nell’equipe risulta che dopo aver somministrato in ospedale per mesi e mesi anche della morfina, molto più potente dell’eroina, non si è verificata alcuna tossicodipendente da questa. Non è la sostanza a creare tossicodipendenza ma il vuoto psicologico, l’informazione sulla droga che crea dipendenza è sbagliata.”

In che anno è nata la cooperativa?

“Siamo nati come associazione nel 2013, nel tempo poi abbiamo creato la cooperativa sociale.”

A Maglie una mostra personale di arte contemporanea del Pittore Alessandro Passaro.

 

DENTRO IL REALISMO, OLTRE LA FORMA

La creazione artistica presuppone sempre uno stato di tensione, uno slancio emotivo in cui idea primigenia e materia informe si incontrano e si affrontano. Uno scontro proficuo che si materializza con veemenza sulle tele di Alessandro Passaro, artista brindisino che da quasi un ventennio si muove con convinzione – e convincimento – sul confine tra figurativo e informale, dando luce a composizioni pittoriche dense, grumose e quasi materiche. Nei suoi dipinti il colore sembra esplodere in composizioni magmatiche, in cui brandelli di corpi si legano e si confondono a masse informi, di evidente estrazione espressionista. La figurazione è compromessa da un tratto pittorico istintivo, puramente gestuale, mentre cromie brillanti ne movimentano la composizione, in un effetto estetico di inusitato fascino, in cui il pathos prevale sempre sul logos.

Dipinti nati da un autentico slancio vitalistico in cui non è la realtà a tradursi in arte ma è l’arte ad imporsi alla realtà, con i suoi modi e i suoi mezzi. È la stessa pittura ad essere sotto esame, la sua capacità di riprodurre e astrarre, di accogliere e respingere. Passaro ne sonda le capacità mimetiche e al contempo ne mette alla prova le possibilità estranianti; tenta di rinnovare la pittura operando al suo interno, valorizzandone le molteplici potenzialità mediante un disegno agile, che tende a sparire sotto pennellate ampie ed energiche, simili a sciabolate, e una gamma cromatica sempre brillante. Un omaggio alla pittura quale veicolo di scandaglio interiore oltre che mezzo d’interpretazione del reale, medium e compendio di necessità espressiva che attraverso la luce, il gesto e il colore trova la via per la corporeità.

Passaro indaga le zone d’ombra della ragione e mostra il disagio esistenziale attraverso figure in pose ardite, provate dall’esistenza, sofferenti, a volte grottesche, simili a martiri della contemporaneità. Lo dimostrano i grandi dipinti di critica al sistema dell’arte, datati 2018 e alla loro prima esposizione. Collezionista, pittore, critico, gallerista, sono ritratti con pungente ironia, rivelandosi figure meste e grottesche, vittime di quegli stessi stereotipi che hanno contribuito a creare, protagonisti improbabili di atmosfere sardoniche e scene surreali. Mediante un tratto corsivo e una solida conoscenza delle tecniche pittoriche l’artista crea composizioni visivamente coinvolgenti, generate da una poetica visionaria e da una personale ricerca creativa. Immagini allocate in spazi dilatati, di cui si percepisce la continuazione oltre i margini della tela, determinando effetti di forte suggestione. Talvolta è la stessa materia (tela, ma anche legni o pelli) a suggerire all'artista idea e soggetto, senza però nulla perdere della sua peculiarità linguistica ed espressiva. Passaro sovrappone e confonde luoghi fisici e contesti memoriali, in avvicendamenti emotivi stratificatisi in corso d’opera. Le cromie variano per intensità e stesura, passando dalle campiture piatte agli innesti gestuali, con frequenti turbamenti in forma di colature e andamenti vorticosi. Trame complesse attraverso cui l’artista scompagina la figurazione tradizionale per traslarla in un equilibrio di mera precarietà.

Ancorato alla scala reale, Passaro mescola volontà analitica e invenzione artistica riuscendo a conferire poeticità e visionarietà ad ogni soggetto rappresentato all’insegna del motto borgesiano “L’arte vuol sempre irrealtà visibili”. La sua è una ricerca che nell’indeterminatezza ripone una sua specifica qualità estetica, una ricerca espressiva in cui gli opposti si affrontano e si confondono, rendendo i lavori ambigui sul piano formale e percettivo. Umorismo e solennità, irriverenza e meditazione, citazionismo e ideazione, sintesi e narrazione, compendio e meticolosità, sono solo alcune delle contrapposizioni possibili, poli di una produzione pittorica imprevedibile che avanza in una condotta zigzagante, caricandosi di antiche suggestioni e rivelandosi audace testimone del presente.

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Alessandro Passaro artista salentino, vive e lavora a Mesagne, consegue il Diploma di Laurea all'Accademia di Belle Arti di Lecce nel 2005. Abbraccia un genere che spazia dal figurale all'informale con un atteggiamento sperimentale verso le potenzialita' del mezzo pittorico. L'idea di un limite che si trasforma in ricchezza linguistica lo affascina. Dalla sua terra deriva il temperamento sanguigno e la freschezza emotiva,elementi che caratterizzano le sue opere.
Il vernissage si terrà il 16 Novembre 2018 dalle ore 18 alle 22 presso la Fondazione per Arte e le Neuroscienze F. Sticchi, in via Thaon De Revel 25 nell'antica cittadina di Maglie in Salento.
Ufficio Stampa: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Mobile. 3291273493

 

 

 

October 24, 2018

DAL KABARETT BERLINESE A FABRIZIO DE ANDRE’ di Roberto Russo.

Uno spettacolo musicale diretto e interpretato da Gianni De Feo. Musiche originali di Francesco Verdinelli. Voce off di Edoardo Siravo.

 

CHAPEAU! racconta la (semi)surreale vicenda del Civis 2 Barra 4 abitante in una immaginifica Società / Alveare dove controllo e repressione sulle vite, sulle coscienze e soprattutto sulle emozioni degli individui, vengono esercitati in maniera sempre più autoritaria. In un mondo iperrazionale e fondato su concetti di opportunità ed utilità, calderone di rimandi kafkiani ed orwelliani, qualsiasi forma di Istinto è considerata Reato!La cartina tornasole dalla quale il Potere evince possibili comportamenti sovversivi ed anti sociali, consiste nell’assoluto rispetto e conoscenza delle formule matematiche. Da quelle più elementari a quelle più complesse. Ebbene, gli involontari errori di Calcoli Matematici da parte del protagonista diventeranno, agli occhi delle Autorità, pericolose manifestazioni di devianza da stroncare, senza pietà!2Barra4 soffre di una dislessia aritmetica che lo induce, cosa gravissima, a collegare la Realtà al Sogno e che lo condurrà, in un finale liberatorio, a rivendicare questo suo“handicap” come vera e propria espressione di Libertà. Attraverso una narrazione frenetica, grottesca e a tratti “sgangherata”, il nostro Civis 2Barra4 dalla cella del suo Alveare giunge ad evocare due momenti di puro istinto, epici, ognuno a proprio modo: Il gesto di Orfeo che, voltandosi, al di là di ogni cautela, perde Euridice, ed il gesto di Zidane che durante la finale dei Mondiali di calcio del 2006, nella sua ultima partita, al di là di ogni razionalità, colpisce un avversario con una testata,facendosi espellere. Gesti inconsulti ed istintivi che, nella loro evidente natura autolesionista, si pongono, liricamente, al di fuori di ogni calcolo. Ed allora, in un mondo nel quale si tende ad annacquare ogni forma di Istinto, Chapeau! a chi, provocatoriamente, non mortifica la propria Natura ma la perpetua andando in“Direzione ostinata e contraria”.Lo spettacolo, basandosi su atmosfere decadenti, da festa finita o mai iniziata, tali da rimandare a Weimar, evoca suggestioni sonore fortemente Mitteleuropee che partono dal taglio crudo e ironico del Kabarett Berlinese per sfociare infine in un catartico e poetico Fabrizio De André.

 

DAL 23 AL 28 OTTOBRE dal martedì al sabato ore 20.30 domenica ore 17.00

Biglietto intero 12 euro. Biglietto ridotto 9 euro.
Tessera semestrale 3 euro
Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma
0677076486 0677204149

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