L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
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Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La riflessione!
Il Vinitaly in “frammenti cosmici”
Anche l’edizione 2017 ha chiuso i battenti tra luci ed ombre. Le luci hanno portato ad un evento ben strutturato, al passo dei tempi e delle richieste del mercato. Le ombre ancora a registrare l’ineguatezza della viabilità (anche se sono stati fatti passi avanti ma non sufficienti per le aspettative sia degli espositori che dei visitatori). È vero, gli episodi di ubriachezza sono stati di gran lunga inferiori agli anni precedenti. Vuol dire che le iniziative dissuasive, come Vinitaly and the City, hanno dato l’effetto sperato. Bisogna continuare per eliminarli tutti. Infine la piaga del bagarinaggio. Qualcuno mi dovrebbe spiegare come sia stato possibile trovare biglietti d’ingresso per tre giorni a solo € 90,00 (€ 30,00 al giorno) quando il singolo biglietto giornaliero era fissato ad € 80,00. “I miracoli del Vinitaly”.
Frammento n. 1
Inaugurazione con il Ministro Martina e il Commissario Europeo Hogan
Il commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali hanno inaugurato la 51° edizione di Vinitaly. Presenti i vertici di VeronaFiere e le autorità regionali e comunali in una indifferenza quasi totale. L’inaugurazione un evento a sé stante, nel disinteresse, freddezza, distanza dalla realtà. I soliti proclami (faremo, attueremo, interverremo ecc, ecc, ecc…) ai quali siamo abituati e nessuno crede più. Veniamo alla realtà. Al via anche Sol&Agrifood ed Enolitech. In totale 4.768 aziende di cui 4.272 del solo Vinitaly. Atteso l’intervento di Robert Yang, presidente e amministratore delegato di 1919, il più grande operatore cinese della distribuzione online e offline in Cina. La speranza per l’esportazione di vino made in Italy.
Frammento n. 2
La richiesta dei consumatori: vini di qualità legati al territorio.
Il dopo Brexit. Un dato confortante: la grande distribuzione britannica vuole aumentare l’import di vino italiano. Le tavole rotonde che servono per capire meglio. Il riferimento territoriale è stato l’elemento emerso dagli acquisti degli italiani che hanno scelto gli scaffali della grande distribuzione per l’acquisto dei vini. Interessante la ricerca dell’Istituto IRI,Information Resources Italia. Diminuiscono gli acquisti di vino in bottiglioni, damigiane, sfuso e brick a favore della bottiglia da 750 cc. Crescono i consumi di vini biologici. Tutti cambiamenti influenzati dal graduale ricambio generazionale e del rinnovato interessi del consumatore giovanile. Interessante l’intervento di Alex Canneti della Berkmann Wine Cellars di Londra. “Le potenzialità per l’export di vino italiano nella grande distribuzione britannica sono grandi non solo per i perlage (spumanti) ma soprattutto per i grandi rossi. Certo serve la lungimiranza dei politici italiani e dei prossimi negoziati bilaterali post brexit” (!).
Frammento n. 3
Celebrati i 50 anni del Sassicaia, superstar al Vinitaly
Uno dei più prestigiosi simboli del Made in Italy uscito dalla capacità del marchese Mario Incisa della Rocchetta, di suo figlio Nicolò e dalla esperienza e bravura del più grande enologo italiano Giacomo Tachis, recentemente scomparso. L’appuntamento che ha coinvolto giornalisti del settore, sommeliers, enologi è stato di fatto un seminario sul tema un po’ particolare: Indietro nel tempo con il Sassicaia. Ovvero degustare le annate dimenticate. Per gli amanti della validità delle annate, per coloro ai quali piacciono le classifiche, giudicare i vini figli di stagioni complicate sul versante meteorologico, ricordo le vendemmie assaggiate: 1992, 1994, 2002, 2005, 2007, 2008, 2010, 2014. Annate non dimenticate ma considerate un po’ più piccole delle altre.
Frammento n. 4
Vinitaly and the City. Arte, cultura e spettacolo che hanno coinvolto anche il Lago di Garda.
È tornato nel centro di Verona l’appuntamento più atteso dai Wine Lover. Wine & Food di qualità, musica, letteratura, poesia, spettacoli ed incontri in compagnia di grandi ospiti che hanno raccontato il mondo del vino attraverso la storia, l’arte, la moda, il design e il giornalismo. Un vero e proprio festival con intrattenimento e percorsi d’interesse. Divertente e coinvolgente l’abbinamento vino con il cibo da strada in versione gourmet. Foodtruck provenienti da varie regioni d’Italia posizionati nei punti nevralgici della città. Un vero e proprio evento enogastronomico itinerante. Per la prima volta Vinitaly and the City è uscito dai confini di Verona città ed è approdato sulle rive del Lago di Garda nel Comune di Bardolino grazie alla Fondazione Bardolino Top.
Frammento n. 5
I “numeri” parlano da soli
Operatori esteri in crescita, debutto di Panama e Senegal. Il 51° Vinitaly ha chiuso registrando 128.000 presenze da 142 nazioni. 30.200 buyer stranieri accreditati. Il “50+1”, così è stata chiamata l’edizione 2017, ha testimoniato la crescita del ruolo b2b a livello internazionale e il fuori salone pensato per i wine lover, che tanto hanno pesato in negativo sulle edizioni precedenti, ha funzionato registrando presenze che nella sola Bardolino sono state di ben 35.000 unità.
Appuntamento all’edizione 2018, in programma dal 15 al 18 aprile.
Osservo, scruto, assaggio e…penso.
Presentato alla stampa “Il Luogo dell’Esperienza del Vino”.
Vernaccia di San Gimignano Wine Experience.
“Il nome della struttura è una dichiarazione di ciò che vuole essere: il luogo dell’esperienza diretta del vino, che non significa solo quello della degustazione, ma quello della conoscenza e del contatto emozionale con esso”. Così è iniziata la presentazione ad opera della Presidente del Consorzio della Denominazione San Gimignano, Letizia Cesani.
Il progetto, firmato dall’architetto Piero Guicciardini, ha visto la sua realizzazione nelle sale ristrutturate della Rocca di Montestaffoli, ex sede del Museo del
Letizia Cesani presidente del Consorzio |
Vino, all’interno delle mura di San Gimignano in provincia di Siena.
“Ogni sala del primo piano ha un suo tema, la storia secolare della Vernaccia di San Gimignano, i suoi poeti, il territorio, l’agricoltura, la vendemmia e il processo di vinificazione, raccontate attraverso immagini, luci, suoni, voci, video, ologrammi, visori per la realtà virtuale”.
“Al piano terra invece troviamo il luogo dell’esperienza diretta, quello della degustazione: al banco di assaggio si possono degustare oltre 20 etichette di Vernaccia di San Gimignano, che cambiano quotidianamente per offrire ai visitatori l’intera produzione”
È nata una petit citè du vin, esperimento unico ed originale e unica realtà gestita dai produttori aderenti al Consorzio per offrire ai visitatori un’esperienza emozionale.
Per le dovute informazioni sulla realtà produttiva i visitatori trovano le risposte nel monitor touch screen posto all’ingresso. I produttori, i vini, i prodotti tipici del territorio, lo zafferano, l’olio extra vergine di oliva, i formaggi e i salumi.
“Passato, presente e futuro hanno espressione fisica nella Rocca: le mura medievali accolgono al loro interno i più moderni mezzi tecnologici e multimediali per
il Prof. Carlo Fregoli racconta (ologramma) |
raggiungere l’obiettivo di offrire ai visitatori un’esperienza totale ed emozionale della Vernaccia di San Gimignano”.
Si va oltre l’esperienza del vino e della degustazione. Saranno l’approfondimento della conoscenza del territorio e dei vitigni presenti i temi di seminari con il coinvolgimento dei produttori che racconteranno i loro vini e il loro lavoro.
Ed infine…
“sorseggiare un bicchiere di Vernaccia di San Gimignano davanti ad uno dei paesaggi più suggestivi della Toscana sarà un’esperienza straordinaria”.
Per la stragrande maggioranza degli esseri umani la sofferenza degli animali, l’ingiustizia della loro schiavitù, il loro millenario sistematico sterminio, è semplicemente un problema che non esiste: è talmente degenerata l’attenzione sul valore della vita degli altri esseri viventi che nessuno o pochi si accorgono non solo dell’inferno degli allevamenti intensivi e dell’immane olocausto che si consuma giornalmente nei mattatoi, nei mari, nei boschi, tenuto volutamente lontano dagli occhi e dalla coscienza della gente.
Gli umani, deviati dalla loro vera natura di esseri fondamentalmente pacifici, vivono e si nutrono da predatori e, di conseguenza, come tali si comportano, come tali pensano (anzi non pensano) per poi lamentarsi delle malattie e della violenza che dilaga, indifferenti alle leggi della natura che sempre esige il suo riscatto, e la carne degli animali uccisi ci condanna accorciandoci la vita; ci danneggia sul piano morale rendendoci insensibili verso la sofferenza dei nostri stessi simili; ci abitua alla sonnolenza, perché preferiamo non sapere chi abbiamo nel piatto, e a negare il suo diritto all’esistenza. Ammalati, insensibili e chiusi alla conoscenza sperare poi nel proprio benessere, nella pace, nel diritto, nella giustizia
è pura illusione.
L’uso del mangiar carne è la prova del fuoco per tutti, ma soprattutto per chiunque dice di lottare per un mondo migliore; di chi parla ipocritamente di amore, giustizia, di pace, libertà mentre affonda il coltello nelle viscere di una creatura fatta come egli stesso per divorargli una gamba, il fegato, il cuore dopo averlo insaporito in padella, che è come mangiare i resti di un’operazione chirurgica. Come può una persona, degna di questo appellativo, sensata, sana di mente, razionale non sprofondare nell’orrore, nel disgusto e nella vergogna di considerare buone da mangiare le parti anatomiche di un animale identiche alle sue stesse parti anatomiche?
Dalla convinzione che si consideri normale mangiare animali si valuta l’apertura mentale di un individuo, la sensibilità della sua coscienza, il suo senso critico, l’indifferenza nei confronti della sofferenza altrui, la capacità di valorizzare il bene della vita in ogni sua espressione.
Quando i personaggi della storia contemporanea parlano di pace, giustizia, di rispetto dei deboli ma a cena divorano un animale che ha pagato con la prigionia a vita e l’agonia della morte violenta il prezzo del piacere umano non peccano forse di ipocrisia, di indifferenza e di ingiustizia? Questo non dimostra forse mancanza di senso critico, capacità di analisi e soprattutto insensibilità verso la vittima del proprio piacere?
Ma l’ipocrisia non è “prerogativa” solo dei grandi personaggi. Molta gente dice di amare i propri animali, darebbe la propria vita per il proprio cane o il proprio gatto, magari è un attivista per i diritti degli animali, ma ipocritamente usa mangiare il pesce o il formaggio e la motivazione è spesso avvilente: “perché mi piace”.
Voi che parlate di pace tra i popoli, di giustizia sociale, di libertà, di rispetto per il prossimo; voi che usate mangiare la carne di un animale che ha subito l’inferno degli allevamenti intensivi, la prigionia fin dalla nascita e l’agonia della macellazione; voi che ritenete prioritari i vostri diritti sui vostri doveri morali, considerate la vostra incoerenza, confrontatela con ciò che voi stessi quotidianamente causate a creature senzienti che come voi amano la vita, la libertà e hanno paura di morire, considerate tutto questo e vergognatevi di essere cosi egoisti; vergognatevi se invocate la giustizia quando qualcuno vi ha scalfito un’unghia mentre giustificate la tortura e la morte di tanti animali per il piacere del vostro stomaco. A causa di questo un giorno le generazioni future guarderanno a noi con incredulità ed orrore.
Il Principe Antonio de Curtis, in arte Totò, con i suoi film e le sue interpretazioni ha fatto ridere intere generazioni. La sua maschera è impressa in modo indelebile nella memoria collettiva, trattando temi, con acuta ironia e velata malinconia, ancora tremendamente attuali. La parola, nelle sue infinite declinazioni, è protagonista, tra neologismi e trovate geniali.
Quest’anno in occasione dei 50 anni dalla scomparsa, avvenuta il 15 aprile 1967, da nord a sud si terranno una serie di iniziative per ricordare il “Principe della Risata”.
La città di Napoli ospita la mostra monumentale “Totò Genio”, voluta dall’Associazione Antonio de Curtis, promossa e co-organizzata dal Comune di Napoli in collaborazione con le maggiori istituzioni
"Totò, Peppino e a malafemmena" |
culturali del paese, l’Istituto Luce, il Polo Museale della Campania - Palazzo Reale, la RAI, la Siae - Società italiana degli Autori ed Editori, con il contributo di Rai Teche e dell’Archivio Centrale dello Stato.
“Totalmente Totò. Vita e opere di un comico assoluto”, la prima biografia artistica completa dell’attore, firmata da Alberto Anile, che ne ripercorre la vita privata e professionale, dal teatro al cinema,
Totò in "L'oro di Napoli" |
dalle riviste ai film, cercando far luce sulle ombre e sulle tanti voci intorno alla figura dell’uomo e dell’istrionico personaggio.
Nell’ambito del programma "Totò: l'arte e l'umanità", il 15 aprile si svolgerà “Totò, Si Ri-Gira!”, un innovativo esperimento lungo la penisola, con allestimenti site-specific e scene tratte dai suoi indimenticabili film reinterpretate da attori in mezzo a ignari passanti. Teatri Uniti, la compagnia di Toni Servillo, riproporrà nelle location originali, a Roma, Napoli e Milano, gag tratte da tre celebri pellicole. Con un contorno cinematografico, tra scenografia, costumi e colonne sonore, gli attori si caleranno nella realtà attuale interagendo con il pubblico presente che entrerà a far parte della scena.
Si comincia la mattina a Roma con Tototruffa 62 e la vendita della Fontana di Trevi, con Luciano Saltarelli nei panni dell’italo-americano, Decio Cavallo, Tony Laudadio in quelli di Totó, mentre Nino Taranto sarà Giampiero Schiano.
All’ora di pranzo ci si sposta a Milano con Totò Peppino e la Malafemmena: i fratelli Capone si cimentano in uno stravagante dialogo multilingue con il vigile urbano in piazza Duomo. Gli attori sono Davide Cirri, Edoardo Sorgente e Daniele Gai.
Chiusura in grande con Napoli, nel cuore del rione Sanità, per rivivere l’indimenticabile capolavoro di Vittorio De Sica, L’oro di Napoli, con Totò e il
"Totò truffa" |
guappo di quartiere, interpretati da Tonino Taiuti e Yuri Gugliucci.
La giornata è stata voluta dalla Regione Campania e realizzata in collaborazione con la Fondazione Campania dei Festival.
Da molti anni annoveriamo Ferdinando Maddaloni fra i nostri più preziosi collaboratori, e coloro che hanno preso parte al nostro ciclico appuntamento di metà ottobre in ricordo di Antonio Russo (con relativa assegnazione del Premio Italia Diritti Umani) hanno avuto la felice opportunità di conoscerlo di persona, assaporando anche il suo teatro brillante e intelligente, sempre orientato a indicare volti insoliti della realtà e a suscitare schietti sentimenti di indignazione, di curiosità intellettuale e di reazione alle ingiustizie.
Ferdinando Maddaloni |
Insomma, anno dopo anno, sono cresciute, in tutti noi, stima, simpatia e gioia di camminarci a fianco. E’ accaduto così che uno dei Premi assegnati lo scorso anno sia stato attribuito proprio a lui, come doveroso riconoscimento per un lavoro di grande incisività e di indubbia efficacia a favore della grande causa dei Diritti Umani.
Prendendo le mosse da ciò, è nata la seguente conversazione.
- Ferdinando, nel giro di pochi mesi, hai incassato due premi prestigiosi, che riconoscono palesemente lo spessore culturale ed etico-civile del tuo impegno artistico. Che dire? Il mondo si sta finalmente accorgendo di te?!
Devo confessarti che il primo, il Premio Diritti Umani 2016, me lo aspettavo. Collaboro con la Free Lance International Press dal 2009 e mi sono sempre detto che, prima o poi, lo avrei "incassato". Il secondo, invece, il Premio Hollywood International Independent Documentary Awards è stato improvviso. E con alcuni miei collaboratori, a distanza di più di un mese, ancora festeggiamo. La profonda gioia deriva dalla considerazione che il mondo, o almeno Hollywood si è accorto non solo di me, ma anche del mio fraterno amico Andrei Mironov, scomparso nel maggio 2014.
- Quale dei tuoi lavori ritieni che abbia maggiormente attirato l'attenzione della critica?
Di sicuro Anna Politkovskaja.
Concerto per voce solitaria, che mi ha portato all'attenzione della critica anche grazie ai numerosi premi vinti, aprendomi le porte del Teatro Civile.
- Mentre quale tua creazione ha incontrato maggiormente l'interesse e il consenso del pubblico?
11 settembre 2001 : strage o complotto? YOU DECIDE !
L'altra mattina, a Portici, ho fatto una replica con degli allievi di una scuola media che nel 2001 non erano ancora nati!!! Ammirevole il loro interesse per l'argomento: per 90 minuti non ho visto uno smartphone accendersi. Solo il risultato non è stato sorprendente ... ancora un’altra vittoria per il complotto.
- Che vuoi intendere parlando di “vittoria per il complotto”?
Si parte da questa domanda:
“E’ stata una dolorosa STRAGE ad opera di 19 spietati terroristi arabi oppure trattasi di un INSIDE JOB ossia un complotto?” Durante il TheatReality, dopo che ciascuno dei concorrenti ha argomentato la propria tesi, al pubblico presente in sala tocca esprimere il proprio giudizio in favore di quella più convincente. E può farlo tramite un unico applauso finale. Ad oggi 12/3/2017, dopo 21 repliche, il risultato è COMPLOTTO: 19 vittorie; STRAGE: 0; PAREGGIO: 1.
- Purtroppo, termini come "complotto" e "complottismo" sono stati fatti oggetto di un'abile operazione mediatica di svilimento e di banalizzazione ... Una cosa credo che dovrebbe risultare evidentissima a chiunque abbia un minimo di autonomia di giudizio: sulla vicenda 11 settembre siamo stati sommersi da valanghe di menzogne.Tu che idea ti sei fatta? E a quali studi, in particolar modo, hai attinto per costruire il tuo lavoro?
La "Bibbia" in questo caso ha un solo nome: Final Report of the National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States, il rapporto compilato dalla Commissione d'indagine formata su richiesta del Presidente degli Stati Uniti e del Congresso per far luce sugli eventi che portarono agli attentati dell'11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti d'America. Disponibile su internet per il download gratuito https://9-11commission.gov/report/911Report.pdf .
Purtroppo ha una grave lacuna: il crollo della torre 7, addirittura evidenziato dall'attuale presidente Trump. https://ununiverso.it/2016/11/11/trump-riapriro-le-indagini-sull11-
settembre/. Ma, in YOU DECIDE, cerco di essere imparziale. In questi sedici anni credo di aver letto (quasi) tutto quello che è stato scritto, aver visto (quasi) tutti i documentari sull’argomento, e tratto poi ispirazione dalle tesi “complottiste” di giornalisti e studiosi quali Massimo Mazzucco che mi ha pubblicato un video sul suo sito http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4131 e, dall’altra parte, debunker ovvero cacciatori di bufale come Paolo Attivissimo. Sono andato in scena solo quando mi sono sentito pronto sull’argomento, in tutti i suoi aspetti e risvolti, e dopo aver superato la fase emotiva, raggiungendo lucidità ed equilibrio necessari a rappresentare entrambe le versioni in maniera corretta, senza trucchi o inganni.
- Tu, su questo argomento, come su tanti altri degnissimi di attenzione, usi il teatro come salutare antidoto nei confronti delle imperanti "armi di distrazione di massa". E lo fai con intelligenza e tantissima, travolgente passione. Non hai, però, ogni tanto, nonostante i successi e i riconoscimenti, la sensazione di giocare una partita palesemente truccata, con risultato blindatissimo?
Non ti nascondo che sono sempre più numerosi i momenti di scoramento, ma finché avrò un solo spettatore in sala continuerò con il mio teatro civile, fatto in maniera civile, da artisti civili, per un pubblico civile. Tutti essenziali per debellare il virus della disinformazione e cambiare, o almeno provare a migliorare, questo benedetto pianeta!
- Benissimo e d’accordissimo … Un’ultima cosa: potresti indicarmi una tua opera a cui sei particolarmente affezionato?
Quella che in questi giorni sta nascendo... Ammazza quanto ti amo, che porterò in scena il 26 maggio a Napoli, assieme ad una talentuosa attrice, Katia Nani.
- Ci potresti accennare qualcosa o è tutto sotto "silenzio stampa"?!
Non si tratta di silenzio stampa, ma di work in progress.
La fase creativa della scrittura è la più esaltante, soprattutto perché l'ispirazione mi viene agli orari e nei posti più improbabili. Proprio ieri notte ho scritto un magnifico finale che, come sempre, all'alba non mi convinceva più!
L'unica certezza è che sarà una bella battaglia sul palcoscenico per Guido ed Elettra, i due protagonisti!
- E i tuoi prossimi impegni?
Il 7 aprile a Napoli riprendo "Io so. Io so di non sapere più nulla" mentre il 21 aprile saremo al Teatro Comunale di Formello con la nuova edizione di "Concerto per voci solitarie" assieme a Katia Nani, Carmen Femiano e Nicola Dragotto.
*Attore, regista, scrittore ed actor’s coach (preparatore degli attori), frequenta la scuola di Teatro La Scaletta di Roma diretta da G. Diotajuti; debutta al Festival di Taormina ’87 nella Compagnia di Gabriele Lavia in “Macbeth” di W. Shakespeare seguito da ”Edipo Re” di Sofocle. Passa nella
Compagnia di Luigi De Filippo interpretando testi di Machiavelli (“La mandragola”) e Scarpetta (“L’amico di papà”,“ ’Na Santarella”, “Miseria e Nobiltà”). Affronta testi di Pirandello e di giovani autori contemporanei nella Compagnia diretta da Nello Mascia. Recita con Anna Mazzamauro in “Eva
contro Eva” per la regia di Gino Zampieri. Riscuote ampio successo con la performance “Se vuoi conoscere un uomo …Padre Pio” per la rassegna Raccontami 2009, con “Un racconto, una voce, mille dipinti” per Raccontami 2010 a cura di Giulio Baffi e con l’originale formula “RistoranTeatro”. Nella stagione
2015/2016, riveste il doppio ruolo di aiuto regista ed interprete dell’Avvocato Nocella, nel capolavoro di Eduardo De Filippo “Filumena Marturano” con Gloriana per la regia di Nello Mascia. Nella stagione 2016/2017 sarà Vittorio Elia nella messa in scena di “Natale in casa Cupiello” con Luigi De Filippo.
In campo televisivo è il protagonista di “Non è vero, ma ci credo” di P. De Filippo nel ruolo del gobbo Sammaria per la Serie Palcoscenico ’92 e, sempre su RaiDue, interprete di “Cani e gatti” per Palcoscenico ’96. In campo cinematografico lavora con P. Squitieri in “Atto di dolore”, nel film per la TV
tedesca dal titolo “Felicità in prestito”, ne “La vita degli altri” di N. De Rinaldo e in “Quo vadis baby” di G. Salvatores.
Per Canale5 prende parte alla soap opera “Vivere”e alla sitcom ”Casa Vianello”. Nel 2003 interpreta il ruolo di Corradino nella fiction “Luisa Sanfelice” per la regia dei Fratelli Taviani. Nel 2004 è actor’s coach nella fiction “Una famiglia in giallo” per la regia di A. Simone. Nel 2005 partecipa
alle serie “Don Matteo 5” per la regia di E. Marchetti e "La stagione dei delitti 2" regia di D. Maiorca ed è guest fissa nel ruolo del simpatico Nando nella X serie di “Incantesimo” Raiuno. Per la stessa rete nel 2015 è in una puntata della serie “E’ arrivata la felicità 2” per la regia di Francesco Vicario.
Dal 1999 al 2010 è Actor’s Coach per la fiction dal titolo “LA SQUADRA” (cui prende parte anche come attore nel ruolo del P.M. Lorenzo Menale) e la “LA NUOVA SQUADRA-SPACCANAPOLI”.
Nel corso degli anni si dedica alla produzione, alla scrittura, all’interpretazione ed alla regia di tutti i lavori della Compagnia da lui fondata e diretta “ARTISTI CIVILI” tra cui il documentario “Anna Politkovskaja-concerto per voce solitaria” (MENZIONE SPECIALE EPIZEPHIRY 2008, PREMIO CORTIAMO ALCAMO 2008, PREMIO LA TELA DI PENELOPE 2009, PREMIO IMAIE 2009, PREMIO SALENTO FINIBUS TERRAE 2009, MENZIONE SPECIALE NICKELODEON 2009, PREMIO SARDINIA FILM FESTIVAL 2010, PREMIO BORGO IN CORTO 2010, PREMIO SALERNO FILM FESTIVAL 2010, PREMIO BORGO IN CORTO 2010, MENZIONE SPECIALE PREMIO ANTONIO LANDIERI – TEATRO D’IMPEGNO CIVILE 2011 ( oggetto di diversi servizi giornalistici sulle reti Rai nazionali).
Realizza inoltre i cortometraggi “Ma reciti o fai sul serio?” (PREMIO ALTO VOLTURNO MOVIES 2008) e “Vedi Napoli e poi (non) muori” . Con la seconda docufiction “Non cercare la logica dove non l’hai messa tu” (ITA 2016 con il patrocinio di Amnesty International) si aggiudica il Premio Hollywood International Independent Documentary Awards Fondatore, inoltre, del progetto di beneficienza “Una videoteca per Beslan” Nell’ambito del Premio Troisi si aggiudica il Cremanum d’Argento 2011.
Premio nazionale “Carlo La Catena 2013 “per l'impegno civico”, con l'alto patronato di Presidenza della Repubblica, Ministero dell’Interno, Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli
Premio Italia Diritti Umani 2016 - Free Lance International Press
Ha prodotto, scritto, diretto e interpretato il primo TheatReality
“11settembre2001:strage o complotto? YOU DECIDE”
11 settembre 2011 Cortile del Maschio Angioino - Napoli
Nel 2003 si laurea in Lettere con 110/110 e lode all’Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi in Storia del cinema.
Autore del libro e del documentario dal titolo “Cinema e recitazione”, Liguori Editore 2009
Collaborazioni annuali con la Cattedra di Storia del Cinema presso l’ Università Federico II di Napoli e l’Università degli Studi di Salerno - Fisciano
Per il Forum delle Culture 2014 ha riscosso ampio successo con le lezioni spettacolo dedicate a Totò e a Eduardo De Filippo
Prima di tutto invito tutti a cliccare questo link: http://it.wikipedia.org/wiki/Danimarca
Qui saprete le cose che io non vi dirò mai o che vi dirò sbagliando tipo che la Danimarca non è nell’unione europea mentre lo è eccome, semplicemente ha mantenuto la sua moneta. Io vi racconto scorci di vita quotidiana a Copenhagen raccolti in un’estate insolitamente rovente per quelle latitudini.
Parliamo dunque delle terrazze condominiali a Copenhagen. Bene queste terrazze non sono quelle tristi distese di cemento dove orbita l’antennista in compagnia dell’amministratore in caso di guasti. Sono molto di più socialmente ed esteticamente. Sembrano quelle belle aree pic-nic che noi abbiamo sulle nostre montagne con tanto di parquet e spazio barbecue ma attenzione quest’ultimo non è un fornello sporco e nero, ma un lucente contenitore ovoidale ultramoderno e invogliante dal quale si ergono i fumi della carne messa allo spiedo.
Avete presente quei manifesti nostrani dove si informa il popolo della sagra del tortello a Borgo San Lorenzo? Ecco qui gli stessi manifesti vengono affissi sui portoni per far sapere ai cittadini che nel weekend sulla terrazza numero tale alla tale ora ci sarà la grigliata condominiale.
Gli altri spazi comunitari sono le corti interne dove vengono posteggiate le innumerevoli biciclette, posizionati i cassoni per la raccolta differenziata dei rifiuti e allestiti i parchi giochi per bambini sotto un pennone portante bandiera danese(ma non ho mai visto un bambino giocarci) Ma non finisce qui, la terrazza condominiale non è solo un luogo di ritrovo ma un sito dove molti, per lo più i più giovani e studenti, trascorrono la loro giornata.
Fin dalle prime ore della mattina vedi lo statuario danese in soli calzoncini che pratica flessioni e addominali come fosse in palestra, poco dopo raggiunto da un amico che porta su due tazze di nescafè e colazione. Arrivano poi le ragazze, e qui voglio sfatare un mito: signore e signori le danesi sono alte come noi italiane, non ho visto valchirie con stacchi di coscia chilometrici e se le ho viste sono nettamente in minoranza. Insomma gli uomini sono molto più all’altezza della loro fama e lo dico con la massima obiettività. Dicevo che arrivano le donzelle con libri e personal computer pronte a trasformare la terrazza in biblioteca a cielo aperto. Gusto il mio nescafè e spio a più non posso dalla finestra di cucina. Ogni tanto qualche coppia si scambia effusioni ma sono nanosecondi . Dopo lo studio è l’ora del pranzo al quale si aggiungono anche operai di passaggio, che approfittano del comodo barbecue. Pausa nescafè , di nuovo un po’ di flessioni (come faranno con le salsicce nello stomaco solo Dio lo sa) e di nuovo studio e lettura. Cala la sera e nell’intervallo che intercorre tra la cena e la sera la terrazza si svuota. Pochi coloro che cenano all’aperto, ma passata l’ora X ecco che il bancone si ripopola di ospiti e birre e udite udite la birra fa il suo effetto: si odono risate squillanti. Perché va sottolineato che tutti questi attimi di convivialità diurna trascorrono per lo più in silenzio e per me italiana sembra una magia o un maleficio, dipende dai punti di vista. Io ad esempio sono sempre più convinta di abitare in un palazzo di sordomuti immobili o fantasmi. Sempre a proposito delle terrazze va detto che sono luoghi dove non esiste integrazione tra etnie diverse tutto è ad uso e consumo dei veri danesi.
Le donne ritratte da Giovanni Boldini richiamano istantaneamente e immancabilmente l’aria del terzo atto del Rigoletto di Giuseppe Verdi, La donna è mobile. Non sono mai ferme o statiche, ma colte sul momento, perennemente accompagnate dal fruscio delle preziose, lucide e luccicanti stoffe dei loro elegantissimi abiti. Anche quando siedono o stanno fisse sui loro piedi, il movimento viene da dentro, dallo stato d’animo. La luce dei gioielli non offusca la lucentezza del loro sguardo, che, anzi, si sostituisce, in mancanza, ai preziosi monili. Il curatore Tiziano Panconi, autore del catalogo ragionato di Boldini nel 2002, ha detto, in conferenza stampa, che le donne dei dipinti emanano un fascino talmente grande, da non averne esse stesse piena consapevolezza.
Al contrario gli uomini ritratti dal pittore ferrarese, parigino di adozione, siedono statici. Il celebre ritratto di Giuseppe Verdi, presente in mostra, lo inquadra frontalmente, con lo sguardo rivolto allo spettatore, ipnotico, come quello delle divinità orientali e delle icone bizantine.
Alle donne di Boldini si uniscono quelle ritratte da Cristiano Banti, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Antonio de La Gandara, Paul- César Helleu, Telemaco Signorini, James Tissot, Ettore Tito, Federigo Zandomeneghi.
Quattro le sezioni dell’esposizione: La luce nuova della macchia (1864-1870) rende conto dell’influenza dei Macchiaioli fiorentini; La Maison Goupil fra “chic” e “impressione” (1871-1878) racconta l’esperienza parigina nell’ambito degli Impressionisti; La ricerca dell’attimo fuggente (1879-1890) vede ancora Parigi protagonista, ma questa volta dalla parte dell’alta borghesia; Il ritratto Belle Époque (1892-1924) è caratterizzato dalla grandezza naturale delle figure.
Nel catalogo edito per i tipi della Skira, riveste particolare importanza la pubblicazione delle quaranta lettere circa, inviate da Boldini, in qualità di Presidente della commissione d’arte per la sezione italiana dell’Esposizione Universale di Parigi del 1889, a Telemaco Signorini, incarica della scelta e della spedizione delle opere degli artisti fiorentini.
Nel volume sono riprodotti anche quattro schizzi inediti risalenti agli anni tra il 1906 e il 1921.
Giovanni Boldini
4 marzo- 16 luglio 2017
Roma, Complesso del Vittoriano- Ala Brasini
Orario: da lunedì a giovedì 9.30-19.30
venerdì e sabato 9.30-22.00
domenica 9.30-20.30
Ingresso: Intero €.14,00, ridotto €12,00 audioguida inclusa
Info: 06 8715111
Catalogo: Skira €.39,00
Con fiato sospeso si vivono e si attendono le primizie del nuovo corso ai Musei Vaticani. Il passaggio di testimone tra Antonio Paolucci, direttore uscente e Barbara Jatta, direttrice entrante è un cambiamento epocale. Sebbene l’avvicendamento sia stato preannunciato e diluito nel tempo per garantire continuità, le novità si susseguono abbastanza serrate e di sicuro e determinato impatto.
Per prima cosa è stato lanciato il nuovo sito, che costituisce l’interfaccia diretta e l’immagine proposta al pubblico.
Quindi questa prima mostra «Dilectissimo fratri Caesario Symmachus». Tra Arles e Roma: le reliquie di San Cesario, tesoro della Gallia paleocristiana, in corso fino al 25 giugno 2017.
Il santo vescovo di Arles all’inizio della sua vita religiosa è monaco nell’Isola di Lerino. Conserverà le virtù monastiche di povertà e cura pastorale anche da vescovo, fu esegeta biblico e autore di regole monastiche di notevole capacità, così come abile comunicatore e particolarmente versato nell’arte della diplomazia.
L’esposizione è allestita nel cuore del Museo Pio Cristiano, collezione di antichità cristiane, che raccoglie soprattutto sarcofagi e che si trova nell’ala dei Musei Vaticani inaugurata nel 1970. Cuore nel cuore e vero e proprio fulcro della mostra è la statua del Buon Pastore. La ridotta misura si deve al fatto che non nasce come scultura a tutto tondo, bensì come parte di un sarcofago.
Inversamente proporzionale alla dimensione, l’importanza che il manufatto ricopre come simbolo pasquale di salvezza. Sulle spalle e intorno al collo del Pastore si trova la pecora smarrita della parabola evangelica, che è simbolizzata, a sua volta, dal pallio di lana che, posto intorno al collo e sulle spalle, connota il vescovo metropolita. Colui che è a capo di una provincia ecclesiastica e di altri vescovi.
Proprio nelle teche ai piedi del Buon Pastore sono esposti i due pallii parte delle reliquie di San Cesario. In particolare quello donato da papa Simmaco (498-514), è testimonianza diretta sia della funzione pastorale svolta nelle Gallie, sia del legame con Roma.
La duplice importanza del pallio di San Cesario spiega anche le ragioni della mostra, come riscoperta delle radici cristiane dell’Europa e riaffermazione di antichi scambi e relazioni. La tunica, la cintura con fibbia in avorio e i calzari di cuoio sono le altre reliquie provenienti da Arles. A queste si aggiungono frammenti sarcofagi del Museo Pio Cristiano e poche altre preziose testimonianze.
La presenza degli antichi tessuti è ciò che rende preziosa questa esposizione, piccolo gioiello decorato con numerose gemme. I lacerti tessili sono poco presenti nelle mostre e anche negli studi non godono ancora dell’importanza che spetterebbe loro, in assoluto e in connessione con opere d’arte considerate maggiori.
Legato alla funzione di Responsabile del Gabinetto delle Stampe della Biblioteca Apostolica Vaticana ricoperta da Barbara Jatta, è il prestito del codice carolingio del IX secolo, dove è conservato il testo della lettera inviata da papa Simmaco a San Cesario nel 513. L’incipit della lettera costituisce la prima parte del titolo della mostra.
Oltre che sulla figura di San Cesario, particolarmente sui tessuti e sui manoscritti della Biblioteca Vaticana si concentrano i saggi nel catalogo edito per i tipi della Edizioni Musei Vaticani, dove sono approfonditi anche la cristianizzazione della Provenza e la storia della Arles paleocristiana.
(Foto di La Domenica del Corriere) |
08.04.2017 - Stanno già emergendo prove che l’attacco con armi chimiche a Khan Sheikhoun sia una montatura; le storiche bugie di Bush & Blair per scatenare la guerra contro Saddam Hussein hanno almeno in parte vaccinato le coscienze dei popoli occidentali contro le criminali porcherie dei loro governanti.
In mezzo al coro dei pennivendoli che inneggiano all’attacco USA, spicca la CNN con Fareed Zakaria che, dopo aver osteggiato Trump per mesi, ieri mattina ha affermato: “Donald Trump è diventato il Presidente degli USA”.
Poche le voci dissenzienti nel gigantesco clamore di fondo:
Il senatore repubblicano Rand Paul ha esortato Trump ad attenersi alla linea che egli espose prima di entrare in carica: che un intervento militare in Siria farebbe più male che bene.
Un altro Paul, Ron, già deputato al Congresso, dice che l’attacco con armi chimiche a Khan Sheikhoun (che ha ucciso 30 bambini e ha suscitato le richieste all’amministrazione Trump di intervenire in Siria) potrebbe essere un falso pretesto.
Stanno rapidamente emergendo altre prove che si tratti di una montatura; le storiche bugie di Bush & Blair per scatenare la guerra contro Saddam Hussein hanno almeno in parte vaccinato le coscienze dei popoli occidentali contro le criminali porcherie dei loro governanti.
Ovviamente gli alleati degli USA applaudono, in primis Israele, Arabia Saudita e Turchia (agli USA è bastato poco per dissuadere Erdogan dalle sue velleità separatiste di un anno fa).
Francia e Germania rilasciano un comunicato congiunto: “Solo Assad è responsabile di questi sviluppi”.
Il governo italiano scodinzola, come sempre. Alfano addirittura parla di “impieghi di armi chimiche da parte di Assad già accertati dall’Onu”, anche se l’ONU deve ancora formare una commissione d’inchiesta indipendente.
Nettamente contrari Lega e 5 Stelle. Alessandro di Battista twitta: “Le parole di #Gentiloni sono sconvolgenti. Doveva richiamare alla pace ma un vassallo evidentemente non è libero di farlo”.
Noi italiani, in fatto di gas, dovremmo proprio stare zitti. L’espressione “è successo un ambaradàn” è di uso corrente per indicare un caos sconvolgente. Ma pochi sanno che Amba Aradàm è un altipiano etiope dove Badoglio (autentico criminale di guerra) fece un uso massiccio di gas letali contro truppe in ritirata e civili…
…da quale pulpito viene la predica?
Per gentile concessopne dell'agenzia stampa Pressenza
Il concetto di bellezza ed eleganza dei nordici come è risaputo è diverso da quello dei latini. Una metropoli come Copenhagen non ha negozi di abbigliamento che vendono abiti di alta moda. Nelle vie centrali si trovano grandi magazzini dal realismo impressionante e rivenditori di abiti in stile Postal Market.I negozi scarpe poi, ricordano quei banchi del mercato dove andiamo solo a fine mese prima dell’arrivo dello stipendio. Sono ripetitiva ma lo voglio ripetere: agli scandinavi non interessa la bellezza ,lo stile la forma, quella che imperversa nelle nostra società e che ha paralizzato tutto il resto. Ai nordici, complice anche una religione austera, preme la praticità e lo ha sperimentato la sottoscritta il giorno che è andata dal Frisør, parrucchiere in danese.
Di Frisør e ne ce ne sono molti in periferia ma non si riconoscono tanto sono anonime le vetrine. Assomigliano ai nostri vecchi barbieri o possono benissimo essere scambiati per negozi di telefonia. Di estetiste invece se ne vedono pochissime e mimetizzate. Per la vergogna forse?
Io sono capitata in una di queste celle benedettine perché la sua porta posteriore si affacciava sulla corte interna del mio palazzo e andando a gettare la spazzatura ho visto quel piccolo pertugio. Mossa dalla curiosità sono entrata e l’hair stylist, un ometto panciuto sui sessanta, nonostante la mia furtiva entrata da ratto non si è formalizzato e anzi mi ha fatto subito accomodare davanti allo specchio. Ho pensato “che fortuna proprio quello di cui avevo bisogno” e ho cercato di spiegare il taglio che volevo ma a lui era oltre, mi aveva già bagnato i capelli con uno spruzzino cilling bang e dopo mi ha sforbiciato la chioma in ben cinque minuti non un minuto di più. Una volta finita l’opera stava per rispedirmi fuori bagnata come un pulcino, solo il mio sguardo sgomento e allibito lo ha fatto desistere perché ha preso il phon e con poca attenzione alla piega ha tolto almeno l’umidità. Dopo questa gesto di carità ha chiesto 150 corone ossia euro 22. Perché il danese quando vuole la piega o il lavaggio lo chiede prima, e sono 50 corone in più e spesso mi hanno detto che non la chiede perché va di fretta e ha di meglio da fare.
Comunque chi vuole esagerare si faccia mangiare i piedi da Fish Kiss, in Skindergade 35 dove dei piccoli pesci turchi ancora bambini, (quando crescono diventano almeno 50 cm) stanno in delle piccole vasche e mangiando le pelliccine ai piedi delle signore fanno loro un bel massaggio per la cifra 100 corone ogni 15 minuti. Non vi limano le unghie e non vi passano lo smalto però con cinque euro in più , nel mentre potete bere un bicchiere di champagne. La commessa , Karina di nome e di fatto mi ha confessato che è frequentato solo da turisti. “Se non altro non trovate bande di animalisti pronti a saltarvi al collo come accadrebbe in italia” le volevo rispondere “dove per un pronto soccorso si deve aspettare 16 ore e va bene a tutti ma il pesce turco, dopo aver superato i 6 cm deve avere un avvenire sicuro.”
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La riflessione!
Il prossimo Vinitaly in “frammenti cosmici”
Ci siamo. Tra pochi giorni inizierà il Vinitaly. La cinquantunesima edizione che si confermerà come prima fiera del vino al mondo per superficie espositiva e per numero di espositori esteri. In barba a tutti i detrattori nazionali ed internazionali che ne vorrebbero decretare la fine. Sono consapevole che si ripresenteranno alcuni problemi atavici. Ma la forza delle italiche idee, come sempre, riuscirà a regalare, come sempre, “grandi emozioni”.
Frammento n. 1
Più spazio e un nuovo padiglione
Maggiore spazio e restyling al padiglione 10: Piemonte. Un miglioramento pensato per accogliere le esigenze di nuovi espositori e per meglio posizionarsi alle tradizionali cantine presenti. Aumenta anche l’area espositiva nel padiglione 8 per i produttori sardi e per le presenze speciali ormai assodate di Vinitalybio, Vivit-Vigne Vignaioli Terroir e della collettiva FIVI. Quest’ultima finalmente in un’area vivibile e ben attrezzata.
Frammento n. 2
Modifiche al layout e nuovi arrivi
Rinnovamento del layout che permette ad alcune aziende di collocare il proprio stand nel padiglione della propria regione. Tra i nuovi arrivi cantine dagli USA e Regno Unito che troveranno spazio a Vininternational che si aggiungeranno ai già presenti operatori di Spagna, Svizzera, Francia, Arzerbaijan, Georgia, Croazia, Argentina, Portogallo, Australia e Sudafrica.
Frammento n. 3
Per i buyer esteri il servizio free badge e incontri b2b con Taste & Buy
Da gennaio è operativo per gli espositori il servizio invito degli operatori esteri con invio dei free badge per gli ingressi gratuiti ottenendo un lavoro qualificato e di verifica sulle richieste. Per il b2b confermata l’iniziativa Taste & Buy che organizza incontri realizzati direttamente da Vinitaly.
Frammento n. 4
Tanti appuntamenti prima e durante Vinitaly
Per alleggerire l’impatto sui quattro giorni di fiera e cercare di contenere i flussi soprattutto dei cosiddetti wine lover che a volte nascondono nelle proprie file “bande di ubriaconi” più volte segnalate nelle scorse edizioni, ecco la formula “affari in fiera e wine lover in città”. Non vuol essere semplicemente spostare un problema da un luogo ad un altro ma, nell’intento di tenere separati i momenti b2c da quelli b2b, coinvolgere la città di Verona con un fuori salone da dedicare alle degustazioni e convivialità e disperdere i fenomeni di criticità alcolica.
Frammento n. 5
OperaWine. Il grand Tasting
Alla vigilia e precisamente l’8 Aprile il Grand Tasting OperaWine a cura di Vinitaly International. Un folto gruppo di produttori presenti nel Palazzo della Gran Guardia a dar vita ad un tasting su invito
Osservo, scruto, assaggio e…penso.
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La riflessione!
Si avvicina il Vinitaly e riparte la “solita zonfa”
La “zonfa” è una parola dialettale che circola dalle mie parti e significa il ripetersi delle solite storie ciclicamente, la solita musica”. Si avvicina il Vinitaly e come sempre i detrattori iniziano ad elencare le cose che non vanno proponendo assurdità. Questa volta lo sciabigottino d’oro è da assegnare ad Angelo Gaja. Sua l’idea di una biennale del vino da organizzare a Milano. Una sorta di Vinexpo all’italiana imitando quello di Bordeaux. Da riservare solo al business. Pronta la risposta del Direttore del Vinitaly, Mantovani. “Un altro evento del vino? Basta il Vinitaly. Troppi appuntamenti in Europa. Rischiamo l’overbooking”. E poi il Vinitaly continua ad allargare le iniziative extra Fiera proprio per sfoltire la massa dei visitatori. Personalmente condivido l’idea che serva una fiera a trazione business, ma come depauperare un così importante successo conseguito negli anni? Cambiamento sì ma con il fascino trainante della passione per il vino. Poi i numeri parlano chiaro; è in atto un cambiamento per arrivare a coinvolgere un pubblico più attento. Nel 2016 i visitatori totali sono stati 128.000 di cui solo 28.000 i cosidetti appassionati o wine lover’s. Ecco perchè non ha senso la solita zonfa.
Frammento n. 1
E se le bollicine inglesi si chiamassero British Fizz?.
L’idea piace ed arriva da New York. La questione di dare un nome allo Sparkling inglese risale a circa cinquantanni fa. Adesso che la produzione è aumentata notevolmente con piani di esportazione che raggiungono circa il 60% del fatturato globale, la United Kingdom Vineyard Association si è impegnata a trovare un marchio. Così come in Italia c’è quello del Metodo Classico, nella Champagne il nome del suo vino, in Spagna il Cava, in Gran Bretagna ne serve uno. British Fizz concorre accanto ai già circolanti Frisson, Britagne (scontato), Shampagne (inguardabile) e al quotato Merret, nome proveniente dallo scienziato Christopher Merret che inventò la fermentazione secondaria per rendere frizzante il vino della Cornovaglia.
Frammento n. 2
Meglio pedalare che fare del vino vincente.
Parola di Francesco Moser. “Per me che andavo forte è stato più facile vincere nelle corse in bici che col vino”. Oggi è alla guida di una azienda nel trentino con 17 ettari vitati ed una produzione che si
Francesco Moser |
assesta su circa 120.000 bottiglie annue. Discendente di una famiglia di mezzadri ha da sempre calpestato vigne. Dietro a un progetto vincente c’è il saper fare squadra in famiglia. Il figlio Carlo, i nipoti Ignazio e Matteo (l’enologo) sono la squadra. Con loro a “pedalare” ogni giorno per portare gli spumanti e i vini Moser sempre più in alto.
Frammento n. 3
Dopo i Cinesi arrivano i Sud-Coreani. La nuova frontiera del vino.
I sudcoreani sono sbarcati in Italia e precisamente in Sicilia. Visita dei siti archeologici? luoghi dove passare le vacanze? Niente di tutto questo. Vogliono produrre vino e cercano l’uva perfetta. La delegazione, composta da una decina di persone tra funzionari delle Politiche Agricole sud coreane, sommelier, giornalisti e manager, proviene dalla città più importante per la produzione di vino: Yeongcheon. “Vogliamo studiare il territorio siciliano per trovare e sperimentare qualche innesto che funzioni anche in Sud Corea”. Dopo i cinesi diventati in poco tempo il sesto produttore mondiale tocca ai sud coreani iniziare a produrre e continuare nel solco della loro già trentennale esperienza.
Frammento n. 4
Cibo, vino e moda nella nuova Area E dell’Aeroporto di Fiumicino.
L’Azienda francese Lagardère, leader nel settore del travel retail con 4.300 negozi nel settore travel essential, duty free e food srvice ha aperto l’Area E dell’aeroporto di Fiumicino inaugurando i punti vendita. I passeggeri in partenza e in transito possono approfittare di circa 10.000 metri quadri dedicati ai migliori brand italiani e internazionali per fare shopping. Particolare attenzione rivolta alle attività dedicate al food, a cominciare dalla pizza napoletana per poi proseguire con l’hamburger gourmet e la cucina orientale Ramen.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
Gli applausi hanno caratterizzato l’inizio della giornata in cui il Presidente della conferenza per i negoziati su un trattato di messa al bando delle armi nucleari, l’Ambasciatore Elayne Whyte della Costa Rica, ha aperto i lavori. Applausi a scena aperta anche alla fine della giornata, quando ha dichiarato concluso il primo incontro. Chiaramente, sia i diplomatici che gli attivisti sono entusiasti di questo trattato.
O almeno dovrebbero. Come ha dichiarato l’Ambasciatore irlandese Patricia O’Brien nel suo intervento, questo “è un punto cardine nelle nostre relazioni internazionali, è il momento di fare bilanci e onorare la testimonianza del passato, di decidere che tipo di presente desideriamo vivere e quale tipo di eredità vogliamo lasciare alle generazioni future.” Ha affermato: “Qui non stiamo soltanto scrivendo un trattato nuovo e complementare, ma abbiamo anche l’opportunità di scrivere una nuova storia e, così facendo, di creare un nuovo futuro, più stabile, più sicuro e più equo per tutti.”
Questo è il punto cruciale del trattato di messa al bando delle armi nucleari. Sono in corso i negoziati, che si basano più sul coraggio e sulla speranza che sulla paura e l’ineguaglianza. Si tratta di un atto in cui gli stati e la società civile si uniscono per opporsi al potere e alla violenza e per affermare: creeremo un mondo diverso, che vi piaccia o no.
Il primo giorno dei negoziati non poteva andare meglio. Molte delegazioni hanno fornito spiegazioni eloquenti della loro fiducia e delle loro speranze in questo trattato. Diversi hanno spiegato nel dettaglio (in molti casi per la prima volta) quello che considerano il proposito principale del trattato in termini di divieti, mettendo più che mai alla luce le possibilità di questo strumento. La stragrande maggioranza dei paesi vuole chiaramente un forte trattato globale di divieto, che copra una vasta gamma di attività legate alle armi nucleari e che si ritagli lo spazio per i futuri negoziati sul disarmo nucleare e le misure di verifica correlate.
Questo spazio è un segno per gli stati dotati di armi nucleari che abbiamo fiducia in questo trattato. Che lo riteniamo efficace nella sua trasformazione normativa, legale, politica, economica e sociale dell’ordine mondiale nucleare e che contribuirà a costringerli a eliminare le loro armi di genocidio.
La maggior parte di noi – diplomatici, attivisti e accademici – ha dovuto vivere nello spazio creato per noi dagli stati dotati di armi nucleari, che hanno deciso di avere il potere e l’autorità per determinare quando e dove elimineranno le armi nucleari. Finora, i loro obblighi e impegni sono pari a zero e ora uno degli stati con i più grandi arsenali sta rivalutando se considerare il disarmo un “obiettivo realistico” che continuerà anche come impegno retorico. Eppure, questi stati hanno controllato la letteratura e anche gran parte degli studi accademici per così tanto tempo che la maggior parte del mondo crede che abbiano il diritto e la legittimità di farlo.
Ma non ce l’hanno.
Lunedì mattina, un rappresentante del governo di Trump si trovava fuori dalla Sala dell’Assemblea Generale per sminuire i partecipanti che negoziano questo trattato. L’ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, che dovrebbero essere la sede principale del multilateralismo e della ricerca della pace e della sicurezza cooperative, ha denunciato i negoziati e ha suggerito che gli stati che perseguono questo trattato non hanno in mente la sicurezza dei loro cittadini.
Naturalmente, è vero il contrario. Questo trattato, e in senso più ampio il perseguimento del disarmo nucleare, consiste proprio nel cercare di proteggere i civili dai pericoli. La stragrande maggioranza dei governi riconosce che le armi nucleari sono un rischio per gli esseri umani e per l’ambiente di tutto il mondo. Le armi nucleari “non sono deterrenti utili”, ha dichiarato l’Ambasciatore di Antigua e Barbuda Walton Webson per conto della Comunità dei Caraibi. Piuttosto, “coltivano uno stato di insicurezza e di falsa difesa, che fa solo aumentare le probabilità di proliferazione con un impatto devastante su tutti noi.” Vietando le armi nucleari, Alfredo Labbe del Cile ha affermato che si tratta di una “iniziativa liberatoria”, che ci libera dalla minaccia nucleare, piuttosto che essere una minaccia per gli stati dotati di armi nucleari. Gli stati che hanno acquisito armi nucleari, sostiene, sono “prigionieri nella trappola faustiana della deterrenza nucleare”; questo è un modo per aiutarli.
Ovviamente sarebbe meglio cercare di aiutarli ora, invece di aspettare fino a quando le armi nucleari vengano detonate, sia casualmente che volontariamente. Come ha dichiarato l’Ambasciatore austriaco Alexander Marschik, restare in attesa di un disastro nucleare non è una strategia. Dobbiamo vietare le armi nucleari adesso.
Nel corso degli ultimi anni,i sostenitori della messa al bando delle armi nucleari sono stati considerati poco realistici, come se non capissero le “dimensioni di sicurezza” delle armi nucleari. L’eco di tutto questo si è visto chiaramente nel sit-in di lunedì mattina, al quale hanno partecipato alcuni degli stati dotati di armi nucleari fuori dalla sala conferenze. Ma non siamo né poco realistici né ignari riguardo alle dimensioni di sicurezza. Abbiamo semplicemente un punto di vista diverso, una prospettiva che affonda le sue radici in quello che l’Ambasciatore egiziano Amr Aboulatta ha descritto come “sicurezza collettiva in contrasto con la sicurezza selettiva.”
Comprendiamo anche come avviene il cambiamento. Accade “quando il disagio di fare qualcosa di nuovo diventa minore rispetto al mantenere le cose come stanno,” come ha affermato l’Ambasciatore O’Brien. Un trattato sulla messa al bando delle armi atomiche sta già causando agitazione agli stati che ne sono dotati e a quelli dipendenti dal nucleare. Il processo di sviluppo di questo trattato, così come la sua adozione e la sua entrata in vigore, avrà un effetto di trasformazione sulle politiche e le pratiche riguardanti le armi nucleari. È solo questione di tempo.
Traduzione dall’inglese di Simona Trapani
per gentile concessione dell'Agenzia Pressenza
La serata, condotta da Alessandro Cattelan, si è aperta con il corto Io, te e David interpretato da Valerio Mastandrea, Luca Argentero, Matilde Gioli, Paola Cortellesi e un doveroso ricordo del decano dei critici cinematografici e Presidente dell'Accademia del Cinema Italiano, Gian Luigi Rondi.
La 62esima edizione ha visto pari merito Indivisibili e Veloce come il vento con 6 statuette, miglior film è andato alla pellicola tutta al femminile La pazza gioia che con diciassette candidature, conquista 5 statuette: miglior sceneggiatura, migliore scenografia, migliori acconciature, miglior regista, Paolo Virzì, miglior attrice Valeria Bruni Tedeschi. Quest’ultima rimarrà nella storia per il suo discorso apparentemente sconclusionato e paradossalmente comico che si è differenziato da tutti gli altri, andando a ringraziare la sua psicanalista, Franco Basaglia, fino a scomodare Leopardi, Ungaretti, Pavese e Natalia Ginzburg, tra lacrime e risa dell’attrice ha dato un volto alla sua “pazza gioia”. Il premio come miglior attore è andato a Stefano Accorsi, mentre Valerio Mastandrea e
Valeria Bruni Tedeschi |
Antonia Truppo, per il secondo anno consecutivo dopo la vittoria con Lo chiamavano Jeeg Robot, sono risultati miglior attori non protagonisti.
Momento clou della serata è stato l’ingresso di Roberto Benigni, introdotto da un balletto con giochi di luci e ombre che ha ripercorso la sua carriera e i momenti memorabili che l’hanno accompagnata, che ha ricevuto il premio alla carriera dal Presidente dei David, Giuliano Montaldo. Benigni, ringraziando, ha dedicato il premio alla moglie e compagna di vita Nicoletta Braschi, anzi come lui stesso ha specificato: “Non posso dedicare questo premio a Nicoletta Braschi, perché tutto ciò che ho fatto, l’ho fatto con lei, per lei e grazie a lei, quindi questo premio è suo, le appartiene, e spero che lei, in cuor suo, lo dedichi a me".
Gli altri premiati: La stoffa dei sogni come Miglior Adattamento, novità di quest'anno: due premi per Enzo Avitabile che ha vinto sia come Miglior Musicista che come Miglior Canzone Originale con “Abbi pietà di noi” per Indivisibili; il David ai Migliori Costumi è stato consegnato dal premio Oscar Gabriella Pescucci al suo ex assistente Massimo Cantini Parrini per Indivisibili; il Miglior Truccatore è Luca Mazzoccoli per Veloce come il vento; le Migliori Acconciature sono andate a Daniela Tartari per La pazza gioia; Migliore Scenografia a Tonino Zera sempre per La Pazza gioia; Miglior Regista Esordiente è Marco Danieli per La ragazza del mondo; Miglior Sceneggiatura Originale a Nicola Guaglianone, Barbara Petronio, Edoardo De Angelis per Indivisibili; Migliore Sceneggiatura Adattata a Gianfranco Cabiddu, Ugo Chiti, Salvatore De Mola per La stoffa dei sogni; Miglior Produttore Attilio De Razza, Pierpaolo Verga per Indivisibili; Miglior Autore della Fotografia è Michele D'Attanasio per Veloce come il vento; Migliore Scenografo a Tonino Zera per La pazza gioia; Migliore Montatore a Gianni Vezzosi per Veloce come il vento; Miglior Suono Presa Diretta ad Angelo BONANNI – Microfonista: Diego DE SANTIS – Montaggio e Creazione suoni: Mirko PERRI – Mix: Michele MAZZUCCO per il film Veloce come il vento; Migliori Effetti Digitali ad Artea Film & Rain Rebel Alliance International Network per Veloce come il vento; David Giovani a In guerra per amore di Pierfrancesco Diliberto (Pif); Miglior Film dell’Unione Europea Io, Daniel Blake, di Ken LOACH (Cinema); Miglior film straniero Animali notturni, di Tom FORD (Universal Pictures); Miglior documentario di lungometraggio Crazy for football, di Volfango DE BIASI; Miglior Cortometraggio A casa mia, di Mario PIREDDA.