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"Summa", l’evento di Alois Lageder che tutti gli anni si svolge in Alto Adige, precisamente a Magrè, compie 20 anni. Celebrerà questo importante traguardo attraverso un racconto con testimonianze concrete “di chi era presente sin dalla prima edizione”. Si uniranno i partner di prestigio e importanti nomi dell’enologia e della gastronomia internazionali.
È stato il Ristorante Trombetta di Milano, guidato dallo chef stellato Giancarlo Morelli, il luogo scelto da Alois e Alois Clemens per presentare alla stampa e partner la prossima edizione della Manifestazione.
“Quest’anno Summa si terrà nella sola giornata di domenica 9 aprile - ha precisato Alois Lageder – perché sarà riservata soprattutto agli operatori del settore, con posti limitati per visitatori interessati”. Sostanzialmente si vuol evitare l’aspetto “sagra” o se preferite “scampagnata fuori-porta”che non sarebbe in linea con quanto progettato, auspicato sin dall’inizio.
“Cason Hirschprunn e Tòr Löwengang a Magrè saranno i luoghi di svolgimento del ventennale che vedrà la partecipazione di 83 produttori selezionati provenienti da ogni parte del mondo: Italia, Francia, Austria, Germania, Kazakhstan, Nuova Zelanda e Usa. L’avverrarsi di un sogno: portare a Magrè l’eccellenza vitivinicola internazionale”. Alois con la pacatezza che lo contraddistingue ha continuato a snocciolare numeri per avvalorare le scelte per l’edizione 2017 “affinchè Summa sia ancora un momento irrinunciabile e scelta consapevole di allontanarsi dal concetto stesso di fiera enoica e avvicinarsi invece ad uno scenario importante di condivisione e di viticoltura sostenibile e vivibile in tutte le sue accezioni”.
Il riferimento, ovviamente, è al Vinitaly. Sembrerebbe quasi che il progetto Summa-Lageder sia stato pensato ed attuato in antitesi alla kermesse veronese. Stesso periodo, alcuni produttori “in rotta” con Verona-Fiere ecc… “Non è assolutamente così”, precisa Alois. “La decisione di lasciare il Vinitaly fu presa, vent’anni fa, non perché la manifestazione non fosse valida, ma proprio per il contrario: la manifestazione aveva raggiunto ormai un successo troppo grande con un numero di visitatori così alto che non riuscivamo a gestire al meglio gli ospiti e i nostri clienti più importanti. Ecco allora il progetto Summa per dedicare più tempo ai nostri ospiti, curarci di loro e avere incontri più approfonditi e non superficiali con i veri interessati”.
Alois Lageder ha continuato a spiegare anche altre scelte che si sono rivelate, via via, azzeccate come quella di “amici vignaioli che hanno da subito condiviso valori, obiettivi e il desiderio di creare un momento unico legato dal fil-rouge della produzione di alta qualità.”
Un momento particolare nella presentazione dell’evento è stato quando ha preso la parola Alois Clemens Lageder, sesta generazione dell’azienda, deciso a seguire la tradizione di famiglia e a conservarne la radicata filosofia.
“Summa per me non significa solo un evento all’insegna del vino, ma è soprattutto un’occasione dove vignaioli, giornalisti, operatori di settore e visitatori interessati si ispirano reciprocamente, in un’atmosfera familiare ed accogliente”. Summa futura nella tradizione Lageder.
Continua anche per l’edizione 2017 l’esclusiva partnership con Demeter, il marchio internazionale che controlla e certifica il lavoro (e i prodotti) degli agricoltori che praticano la coltivazione bio-dinamica. Da settembre 2016 Alois Lageder è il nuovo Presidente Demeter Italia.
Alois Lageder |
Ma veniamo alle novità previste per la ventesima edizione.
Sabato 8 aprile: Walking Wine Dinner, intitolato Sette premium chef per Summa. I vignaioli presenti in partnership con Care’s – the Ethical Chef. Progetto ideato dallo chef Norbert Niederkofler del ristorante St. Hubertus Rosa Alpina di San Cassiano (Alta Badia).
Insieme ad altri sei cuochi di fama internazionale come Giancarlo Morelli, Anatoly Kazakov, Fratelli Costardi, Thorsten Probost, Yoji Tokuyoshi, con la squadra di Hannah & Elia, delizieranno con le proprie creazioni basate sui principi di stagionalità e regionalità, i palati di clienti, fornitori, giornalisti e wine lover.
Domenica 9 aprile, oltre gli assaggi agli 83 banchi dei vignerons, il programma prevederà verticali, da citare quella di COR Römingberg, seminari e visite guidate della cantina Lageder e dei suoi vigneti.
“Infine-ha concluso Alois Lageder-anche per l’edizione 2017, vengono confermati il sostegno alla Casa della Solidarietà di Bressanone che da anni accoglie e assiste persone bisognose e a FAMOS oggetti speciali da persone speciali. Il tutto non può che fare onore alla Famiglia Lageder.
Vent’anni di Summa, vent’anni di successi da quando l’evento si chiamava Quintett e coinvolgeva cinque vignaioli da altrettanti zone diverse. Molti anni da quando, ascoltando una composizione del musicista contemporaneo estone Arvo Pärt, Summa for Strings Alois e sua moglie, appassionati di musica classica contemporanea, decisero che Summa era il nome migliore per l’evento.
“Anche se il termine summa è latino e significa somma o totalità. Lo si può interpretare in due modi: da un lato, quindi, come qualcosa che abbraccia il tutto, la totalità, ma dall’altra anche nel senso di cogliere gli aspetti essenziali. Personalmente propendo per la seconda». Parola di Alois Lageder!
Solo ascoltando Summa for String si può capire il nesso. Chapeau!!!
Il professore Santo Mancuso è un conferenziere internazionale, esperto di intelligence internazionale, sicurezza diplomatica, già consulente del vice Console onorario italiano in Mato Grosso e consulente di altri Consolati esteri, già specialista della scena del crimine e dattiloscopia della Polizia scientifica italiana, ove per anni fu anche dirigente sindacale, corrispondente ANSA, oggi saggista e autore del libro “Sociologia e Diplomazia, due facce della stessa medaglia” (ed. Arduino Sacco Roma, 2010,) un libro nel quale l’autore espone una visione dell’attività’ di intelligence applicata alla diplomazia come mezzo di contrattazione tra popoli ed etnie diverse in relazione ai comportamenti umani e sociali dei singoli.
Ben ritrovato professore Mancuso. Domanda: Il primo intervento di Trump per bloccare il fenomeno dell’immigrazione, ha registrato già, un risultato positivo, ossia, meno 40% di ingressi illegali negli USA. E’ il segnale che Trump sarà un grande Presidente come lo è stato Reagan?
Risposta: Ben ritrovato Ventrella, come già ebbi a dirle, nella precedente intervista, le azioni di Trump sono lanci con paracadute, è evidente che tutte le manovre politiche contro la politica protezionista e nazionalista, non hanno di fatto raccolto i favori dell’Americano medio, che vede in Trump, il baluardo dell’americanità e non dell’americanismo di Obama.
Domanda: Le sinistre in Europa sono in calo rispetto ai consensi a causa proprio delle politiche troppo permissive verso il fenomeno migratorio. Secondo Lei professore è giunto il momento della rinascita della destra in Europa?
Risposta: Si! Ritengo che le sinistre hanno avuto il tempo di dimostrare tutta la loro fallacità, e per disturbare Giordano Bruno: …“Corsi e ricorsi storici!”… Appare evidente che dalla Francia, all’Olanda, e persino nella Germania, o negli stessi paesi dell’Est, stanno soffiando venti da destra. Le politiche economiche pseudo-socialiste, radical-chic hanno lasciato vuoti incolmabili e mancanza di risposte alle esigenze dei consumatori che sono anche risparmiatori.
Sinceramente, non credo che la UE svanisca, sì, credo fortemente in cambiamenti rispetto all’attuale sistema di governance.
Domanda: Marine Le Pen, leader incontrastata in UE, quante possibilità ha di essere eletta Presidente e se sarà eletta, proporrà ai francesi il Referendum per l’uscita della Francia dall’Europa?
Risposta: Beh, senza tema di smentita, Le dico che la Le Pen, sta cavalcando indubbiamente, un cavallo che è quello della rabbia francese. Molti immigrati voteranno a destra, segnatamente, quelli già radicati da generazioni in Francia. Le politiche Europee dell’accoglienza senza limiti e regole comuni e certe, hanno degenerato il senso di accoglienza comunitario, quanto proprio questa fragilità dimostrata dall’Europa che quasi sfiora l’incompetenza, si è trasformata in un’arma letale per la stessa UE.
Lo spirito di nazionalismo francese è secondo solo a quello inglese e americano, perciò le sinistre la sono meno comuniste che in Italia, ove il fascino della sottomissione storica ancora è malcelato con uno strano senso di tolleranza verso l’invasore. La Francia d sempre è stato un paese colonizzatore, a differenza dell’Italia, essa stessa colonia Francese nei secoli, in epoca Napoleonica e risorgimentale.
Domanda: Ritorniamo in Italia. Salvini della Lega Nord, è stato contestato qualche settimana fa a Napoli dai centri sociali e dai black block. Professore Mancuso ci aiuti a capire meglio tale abnorme situazione. Quando Matteo Renzi ha introdotto il Job Act ed i Voucher, con l’eliminazione de plano di tutte le tutele dei lavoratori ed anche il futuro di questi ragazzi, nessuno ha protestato, perché per un semplice comizio hanno distrutto una città?
Risposta: Veda , è da ritenersi plausibile che le passate politiche Bossiane che la Lega professava, non sono ancora dimenticate e le destre che operano al sud, non vedono di buon occhio la leadership di un Uomo dichiaratamente “contro il sud”, poiché la scissione del Veneto è cosa antica, risalente ai Dogi Veneziani, e sinceramente era auspicabile per il sud che ciò fosse accaduto allora, prima dell’Unità d’Italia.
Tuttavia, il fenomeno Black Block, è incorporato con le sinistre di azione dei centri sociali, e poiché Renzi rappresenta quel fenomeno radical chic che alimenta il dissidio politico mascherandolo con un politichese di vecchia maniera e le riforme sono state sostenute da certa sinistra imborghesita, appare chiaro che è più facile fischiare Salvini che sta tentando di redimersi, che non appoggiare le finte riforme della finta sinistra cristiana. Da sempre a sinistra vigono i dicktat ideologici.
Domanda: Professore Mancuso, da esperto qual’è di intelligence e di sicurezza, Le farò una domanda particolare. È un caso che gli estremisti di sinistra, quelli più violenti e facinorosi, non abbiano fatto nulla contro l’abrogazione dell’art. 18 proposto da Renzi? Anni fa sono morti due bravissime persone per aver proposto il “libro bianco” atto alla riforma del lavoro, durante il mandato di Silvio Berlusconi, mi riferisco ai professori D’Antona e Biagi. Se l’avesse abolito Berlusconi l’art. 18, cosa sarebbe successo?
Risposta: Molti stanno gridando “alle streghe”, ma non mi sembra che questa pseudo sinistra stia facendo qualcosa di differente dal vecchio programma Berlusconiano, che mi sembra strafalciato da copia e incolla tutti Renziani, lo stesso PD ne sta uscendo falcidiato da defezioni, quanto proprio i vecchi colonnelli tipo D’Alema e Bersani , stanno poco condividendo le scelte di un leader che fece bene il sindaco, ma che non riesce a essere un leader di partito e non reggerebbe un confronto elettorale. Ma questo è un mio oggettivo pensiero, che tuttavia serve a rispondere alla sua domanda, poiché le scelte politiche di partito influenzano e non poco le politiche sociali , affettando in maniera irrimediabile l’economia dei piccoli risparmiatori, formata da lavoratori a contratto, che si vedono minati nel welfare.
Appare singolare che questa sinistra o pseudo tale, stia facendo le riforme che la destra voleva, in barba alle lotte e ai diritti reclamati in epoche passate, ciò la dice lunga sulla idelogia della sinistra attuale.
Berlusconi, nei suoi governi, stava tentando di dare respiro alle imprese, pressionato dalla crisi contingente, sebbene questa scusa oggi non reggerebbe poiché non è affettando i diritti del lavoratore, che si rierge l’economia di un paese, si invece agendo sugli sgravi fiscali e sulla redistribuzione dell’ impegno imprenditoriale. Grossi gruppi industriali sono spariti dal territorio italico proprio per questo , veda la FIAT, la OMSA, e molte medio e piccole imprese che sono emigrate nei paesi vicini o addirittura in USA (FIAT).
Tuttavia, la capacità di rimodularsi, di piccoli e medio imprenditori, in Italia , non ha attecchito, ove peraltro le modalità di recupero dei debiti sono diventate selvagge negli ultimi decenni.
Domanda: Prof. Mancuso in rete girano notizie e teorie complottiste sul NWO (New World Order), considerati i veri responsabili del fenomeno migratorio in Europa. Per i non addetti ai lavori, si pensa che, questi massoni avrebbero architettato l’invasione in UE per favorire uno scontro tra civiltà tra cristiani e mussulmani. Quanto di vero c’è dietro queste notizie! Tutto questo è confermato, anche, dalla decisione di Orben, Presidente dell’Ungheria, di voler bloccare Soros, il Parlamento, voterà una proposta di legge che obbliga le ONG a fare chiarezza sui fondi che ricevono. Una norma che rischia di intralciare i piani del magnate!
Risposta: Su questo argomento molto controverso, tuttavia, non è nuovo questo concetto di un presunto complotto massonico, per governare il mondo. Ritengo appena di poter dire che la costante secolarizzazione dell’istituzione Massonica, ne fa piuttosto un campo minato, poco incline e affidabile per chi avesse o abbia velleità di conquista globale.
Credo che il mondo sia già governato da un Ordine, ma che sia un Ordine Economico, legato ai grandi gruppi Bancari, siano se vogliamo, essi riconducibili a singole famiglie storicamente impegnate in attività economiche di alto livello. In verità la grande leggenda è quella di un piano di dominio globale sionista, ma credo che questo sia un argomento che ci porterebbe lontano.
Per essere del tutto chiaro , mi lasci dire che la massoneria così come oggi è strutturata, non riuscirebbe a fare un golpe neppure in un paese africano.
Sono altri, i livelli di perversione, che potrebbero e possono influenzare il futuro del mondo. La supposta globalizzazione del Nuovo Ordine Mondiale è iniziata da tempo, con le politiche estere, e se questo NWO visa a unire i popoli, e a diminuire o meglio a annullare le guerre, che ben venga.
A volte, purtroppo, le guerre si fanno per ricostruire, e penso che nessun gruppo economico, vorrebbe una economia globalizzata uniformemente, ne vorrebbe che paesi come Africa o America latina siano alla stregua di paesi di primo mondo.
Laddove, dobbiamo chiarire che le diciture : primo mondo, secondo mondo e terzo mondo, non sono legate a ricchezza del PIL di ogni area, ma nacque da una semplice divisione geografica delle aree di appartenenza ai blocchi americano, (primo mondo,) russo, ( secondo mondo,) e paesi non allineati, ( terzo mondo,) da qui l’improprio utilizzo delle declinazioni.
Dunque, escluderei la massoneria da questo complotto, proprio per gli ideali di Uguaglianza tra i popoli e le genti, sebbene ultime indagini in corso stiano svelando altarini poco civili e poco iniziatici in seno a certe Logge massoniche nazionali, sebbene dobbiamo stare attenti a non criminalizzare le famiglie di appartenenza e una intera Istituzione che tanto bene ha fatto alle libertà individuali e dei popoli in generale.
Domanda: Professore Mancuso il NWO influenza anche l’Italia? Sono questi i veri scopi della Massoneria, oppure, ci troviamo, come penso, difronte ad un gruppo di potere spregiudicato ed arrogante, costituito in un’associazione sovrastatale, che vuole destabilizzare l’Europa attraverso la perdita’ di sovranità popolare?
Risposta: È suggestivo questo panorama inquietante da Lei paventato, giustificato dai recenti, continuo dicendo che per la specificità della struttura iniziatica, la massoneria da sempre fu infiltrata da soggetti inclini alla cospirazione, da Mazzini a Gelli, ai recenti personaggi inquisiti attualmente. Io stesso un decennio fa fui implicato per la mia appartenenza massonica, in una inchiesta nata in quel di Potenza, e che dopo aver devastato la vita di molti personaggi pubblici e funzionari dello Stato , si è poi rivelata una bolla di sapone.
Le inchieste si fanno negli uffici giudiziari e nelle sedi opportune e nongià sui giornali, a colpi di sensazionalismi, e con certezza della pena, perché non accada come accadde già in passato.
Badi che non difendo nessuno, poiché ognuno si difende da solo nelle opportune sedi, tuttavia, non credo alla tesi della massoneria potente sovrastatale, che regge le fila di uno Stato pinocchietto, seppur non possiamo ignorare che le qualità etiche e morali di alcuni Onorevoli, lasci molto a desiderare. Ma questo rispecchia un poco la cultura dei popoli italici, al pari di tutti quei popoli a sud del mondo, ove la politica del “volemose bene”, la fa in barba, al comune senso civico del pudore. In paesi nordici, anglosassoni ove la massoneria è istituzionalizzata e non tollerata, amministratori della cosa pubblica, massoni e non, si sono dimessi con biasimo per l’utilizzo di pochi euro pubblici in fatti personali; in Italia, falliscono banche e non succede nulla, se non fosse per il molto rumore mediatico e la caccia alle streghe che si è istigata. Quanto al presunto NWO, ovviamente, vale quello che già dicevo pocanzi , laddove, se ci riferiamo a livello politico-economico, certamente influenza, in materia di signoraggio bancario, di scelte industriali e di ricerca, l’Italia non meno di altri paesi.
Domanda: Ultima domanda professore. Perché Erdogan litiga con tutti? Attualmente c’è tensione con l’Olanda, potrà mai la Turchia, integrarsi nell’Unione Europea?
Risposta: Mi lasci dire Ventrella, che l’Europa, al pari dei paesi del BRICS, non decolla, per questa ansia del passato, di inglobare paesi con economie fragili; lo spauracchio della russia alle porte, ha indotto ad una espansione calcolata, ma non calibrata, verso paesi senza capacità contributiva, il tutto legato alla fittizia percezione di una libertà di mercati, verso paesi poco sviluppati, che si stanno dimostrando zavorre insopportabili per la contingente situazione che ne consegue.
La Turchia, erroneamente è considerata porta dell’Europa, sebbene le vicende storiche, la identificarono come paese musulmano, di instabile equilibrio politico e scarsamente incline a simpatie verso i paesi dell’occidente europeo, L’annessione della stessa, ha più il senso di un baluardo verso oriente, ma che invece rimarca tutte le differenze etniche e culturali di popoli difficilmente integrabili nel sistema Europa, correndo il rischio di annichilirne i principi naturali dell’antico MEC.
Le recenti politiche scellerate di accoglienza sproporzionata che l’Europa ha praticato, stanno mostrando tutta l’inettitudine dei politici europei, che la storia condannerà come veri nemici della cultura occidentale e cristiana.
Francia prima, Inghilterra oggi, tra i paesi più avvezzi alle colonizzazioni, conoscendo bene i rischi di una ondata di accoglienze di cittadini di fede islamica e avendola per certi versi osteggiata, si sono dimostrati oggi bersagli prediletti da cittadini di seconda e terza generazione di immigrati, che fedeli alle strategie religiose, si sono integrati mascherandosi nei gangli della società e della cultura europea.
MA badi bene, che Erdogan, sta dicendo il vero quando proprio in queste ore si riferisce alla mancanza di sicurezza che l’Europa ha lungo le strade del mondo; la recente pax tra Erdogan e Putin, è servita a sedare gli attriti occorsi dopo l’assassinio dell’Ambasciatore russo, che sinceramente ha avuto il sapore di un complotto volto a destabilizzare gli equilibri fragili delle nuances tra Europa, Russia e Oriente medio.
La manovra russa potrebbe essere volta a abbracciare la Turchia in una alleanza strategica futura, potrebbe essere questa una lettura, che senza dubbio contrasta con la palese incompetenza degli strateghi di Bruxelles.
Oggi l’europa sembra essere più un gigante burocratico che una Potenza strategica, questo le costerà caro e ci costerà caro!!
Professore Mancuso la ringraziamo per la sua cortese disponibilità e grazie per l’intervista rilasciata.
"Ci vuole una legge europea sull' immigrazione, per dire no al razzismo religioso, ai muri e alla radicalizzazione dei giovani”
Confederazione Internazionale CILI-Italia/Cristiani in moschea
Promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, con il coinvolgimento di tutte le realtà religiose e del mondo laico, senza mai sovrapporre le une alle altre; intensificare la conoscenza, la buona informazione e il rispetto reciproco, per favorire la convivenza tra le culture e i popoli contro pregiudizi e strumentalizzazioni politico-mediatiche; promuovere manifestazioni, convegni e altre iniziative su questi temi.
Ecco i principali obbiettivi della CILI- Italia, Confederazione Internazionale Laica Interreligiosa. Realtà nata, a dicembre scorso, dall'iniziativa di un vasto schieramento (forte, ora, di più di 2.000 iscritti) di associazioni, comunità, centri culturali, organizzazioni professionali cristiani, musulmani e di altre fedi e culture, attivi sul fronte appunto del dialogo interculturale e interreligioso: a maggior ragione dinanzi all'offensiva terroristica della scorsa estate (vedi il successo dell'iniziativa "Cristiani in moschea", simmetrica al "Musulmani in chiesa" del luglio 2016: cui hanno partecipato, l'11-12 settembre scorso, ben 23.000 musulmani italiani).
A Roma, nella sede della FUIS, Federazione Unitaria Italiana Scrittori (il cui presidente, Natale Rossi, ha salutato l'iniziativa lanciando anche un appello alle forze politiche per la creazione d'una vera Europa sovranazionale forte e democratica), la CILI-Italia ha avviato la sua "fase costituente". Con l'evento internazionale "Unione, Dialogo, Conoscenza contro la guerra alle religioni" promosso insieme alle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), col patrocinio del Movimento Internazionale "Uniti per Unire", della RIDE - Rete Italiana per il Dialogo Euromediterraneo - e della Confederazione Internazionale UMEM, Unione Medica Euro Mediterranea. E l'adesione di Imam, rappresentanti delle Chiese cattolica e anglo-cattolica, rappresentanti istituzionali, Presidenti di ONG, Comunità e associazioni d' origine straniera.
Ha aperto i lavori Foad Aodi, medico fisiatra, promotore dell'evento #Cristianinmoschea e della stessa Confederazione CILI-Italia: ribadendo "Come l'unione e la valorizzazione delle buone pratiche sono la chiave di quest'incontro, fondato sui valori di umanità e fratellanza". Nicola Lo Foco, scrittore e giornalista, ha sintetizzato l'obiettivo del suo libro "Il sangue del jihad" (Les Flaneurs ed., 2017), inchiesta sul terrorismo e sull'Isis: far luce su una serie di luoghi comuni di cui il mondo arabo e islamico sono ancora vittime.
"Ho cercato con questo libro” dichiara Lo Foco “di fare capire da dove nasce esattamente l'Isis, per sottolineare che il terrorismo è cosa ben diversa dalla religione islamica. Molti dei "demoni" che han portato alla creazione dell'Isis nascono proprio da quegli errori delle politiche occidentali, per i quali il mondo intero paga ancora un duro prezzo".
La scrittrice, di religione ebraica ortodossa, Shazarahel, autrice del libro "Le tre religioni monoteistiche secondo la Kabbalah" ( Ed. Psiche 2, 2017), sottolinea come “In questo clima di antisemitismo e di islamofobia, sia fondamentale riscoprire quelle ricchezze culturali e storiche che ci accomunano tutti, cristiani, musulmani ed ebrei. Secondo la Kabbalah, ogni religione è una manifestazione degli attributi divini: il Cristianesimo la bontà; l'Islam l'attributo della giustizia, del rigore e della forza; l'Ebraismo è, in pratica, una colonna mediana. Questa analisi porta alla naturale complementarietà delle varie forme del Dio di Abramo, che si rafforzano l'una nell'altra".
Il Ministro Plenipotenziario Enrico Granara, coordinatore degli Affari Multilaterali del Mediterraneo e Medio Oriente alla Farnesina, ha portato i saluti della RIDE, Rete Italiana del Dialogo Euromediterraneo, anticipando che è in cantiere una serie di iniziative per l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati. L’ambasciatrice di Palestina, Mai Al-Kaila, ha espresso il suo ringraziamento per aver affrontato il tema del dialogo interreligioso: "Crediamo nella libertà religiosa, ribadita dalla nostra Costituzione, e condanniamo qualsiasi forma di razzismo, che è assolutamente rifiutata dalla nostra cultura".
L'Arcivescovo Anglo Cattolico Miguel Perea Catrillon da un lato, e Sami Salem, Imam della Moschea romana "Al Fath" (Magliana, Roma), dall'altro, membri ambedue del Segretariato di CILI-Italia, hanno esortato i presenti a sviluppare, in tutte le realtà sociali dove operano, i valori di solidarietà e fratellanza umana.
Sono seguìti gli interventi di Salameh Ashour, coordinatore del Dipartimento Dialogo Interreligioso delle Co-mai, Shukri Said, giornalista Portavoce della Fondazione "Migrare", Ammiraglio Enrico La Rosa, Presidente dell' oservatorio geopoitico "Omega", e altri.
Infine Foad Aodi, Presidente di Co-mai e Uniti per unire, s' è appellato al Consiglio Europeo in vista della grande riunione di sabato 25 marzo a Roma, per il 60mo anniversario dei trattati di Roma (1957), istitutivi della Comunità Europea: affinché “Si metta subito in agenda una legge europea sull'immigrazione, basata sul principio dei diritti e doveri reciproci. E' fondamentale” ha concluso Aodi “lavorare per la solidarietà, ma anche garantire la sicurezza internazionale combattendo qualsiasi forma di radicalizzazione da una parte, di populismo e/o razzismo religioso dall'altra".
a cura di Emiliano Caruso
Elda Ferri è la produttrice e amministratrice unica della Jean Vigo’ Italia che ha prodotto il film di Benigni vincitore di tre premi Oscar “La vita è bella” per il quale lei stessa ha ricevuto il David di Donatello come miglior produttore nel 1998.
L’abbiamo intervistata nella cornice spettacolare di una Matera che sta per diventare Capitale Europea della Cultura 2019 dove ha tenuto una “lectio magistralis” all’interno del MICI- VI Meeting del Cinema Indipendente organizzato da importanti associazioni di settore, tra cui l’AGPCI (associazione giovani produttori indipendenti) e patrocinato da enti prestigiosi tra cui il MIBAC direzione cinema, la Regione Basilicata e la Lucana Film Commission tra gli altri.
Lei che ha sempre creduto nel cinema impegnato politicamente e socialmente, quale episodio significativo ricorda nel suo esordio?
Nel 1977 ho prodotto Forza Italia! di Roberto Faenza, un film documentariosulla situazione politica italiana che raccontava la democrazia cristiana con materiali di repertorio. È stato il nostro primo film e stava avendo un successo enorme, 600 milioni in un paio di mesi. C’era una parte dedicata ad Aldo Moro, che spiccava su tutti insieme ad Andreotti. La sera stessa del sequestro di Moro tutti i cinema lo ritirarono ritirato dalle sale. Capisco che il film sia stato ritirato, capisco meno, però, la guerra durissima che subimmo. Per dieci anni non abbiamo più lavorato.
In quegli anni lei è stata anche la produttricedel film di Marco Tullio Giordana “Maledetti vi amerò” che ha vinto al Festival di Locarno, che è stato presentato a Cannes e subito è divenne un cult movie dell’epoca. Il protagonista era un attivista del Sessantotto che, tornando in patria dopo alcuni anni di lontananza, si ritrova spaesato di fronte agli enormi cambiamenti a cui il paese è stato soggetto.
Marco Tullio Giordana faceva già parte del nostro gruppo di lavoro e condivideva i nostri stessi valori. Il cinema ha il compito di onorare la memoria guardando al futuro, educando i giovani. Io ancora oggi vado nelle scuole e, dopo la proiezione dei film, faccio domande ai ragazzi per dialogare con loro. Credo che il cinema possa avere anche una funzione educativa.
A testimonianza del suo impegno politico e sociale, ha recentemente co-prodotto un documentario dal titolo “Il patto della montagna”, il cui trailer è uscito online l’8 marzo. Ha già trovato una distribuzione?
Il documentario da noi coprodotto con la VideoAstolfoSullaLuna, racconta una storia vera, accaduta nel ’44 nelle Alpi biellesi: il primo atto in Europa con cui si stabilisce la parità salariale tra uomo e donna.
Nel 1944-’45, in piena guerra, si riuniscono clandestinamente a Biella imprenditori, operai e partigiani per siglare un accordo volto a mantenere attive le fabbriche tessili e migliorare le condizioni di lavoro, affermando parità retributiva a parità di lavoro tra maschi e femmine. Una conquista che diverrà legge italiana ed europea solo negli anni Sessanta. Era importante raccogliere e trasmettere questa memoria storica. Ancora non ha trovato una distribuzione ma ci stiamo lavorando.
A proposito della “Vita è bella” di Benigni crede che gli Oscar facciano bene ai registi?
Non è detto. Sono costretti a misurarsi sempre con il livello raggiunto con il film premiato, mentre il film è un’opera di artigianato e spesso il risultato varia. Infatti Roberto è 14 anni che non fa un film.
Qui a Matera al MICI si è dibattuto riguardo alle pari opportunità di genere nei decreti attuativi della nuova legge sul cinema, evidenziando l’importanza che venga rispettata e difesa l’applicazione dell’equilibrio di genere e delle pari opportunità. Qual è il suo punto di vista?
Secondo me più che un problema di genere si tratta di una questione di relazioni. In Italia ormai ci sono diverse produttrici giovani ma il problema nell’ambiente del cinema è che non riesci a lavorare se non hai delle relazioni, e questo riguarda tutti.
Riprendendo la sua “lectio magistralis”, chi è un “produttore indipendente”?
Il problema è la parola “indipendente”, visto che purtroppo sia produttori, che registi e autori delle opere, sono costretti ad “autocensurarsi” per continuare a lavorare in tempi in cui il film viene finanziato, acquistato e circuitato nelle sale e in televisione solo se aderente a criteri non scelti ne tantomeno determinati, da chi il cinema lo fa.
Elda Ferri comunque la sua “indipendenza intellettuale” e il suo desiderio di contribuire alla società conservando la memoria storica e proponendo utili riflessioni sulla politica, il sociale e l’educazione, è riuscita a farlo con grande successo e rimane una grande testimonianza femminile e un emblematico esempio di coerenza.
Info: www.jeanvigoitalia.it
Mais spinato |
Lascio Bergamo e, orientandomi verso nord, percorro la strada provinciale 35 della Val Seriana direzione Clusone. A metà via devio sulla 42 per la Val Gandino meglio conosciuta come Le Cinque Terre della Val Gandino. Cinque terre per altrettanti borghi valligiani: Cazzon Sant’Andrea, Leffe, Casnigo, Peia e Gandino.
Perché mi trovo qui. Per la storia delle camice rosse garibaldine o per la scoperta della coltivazione del mais?
La storia delle “camice rosse” è legata alla Tintoria degli Scarlatti di Prat Serval deputata alla tintura del pregiato “scarlatto di Gandino”, un rosso acceso che affascinò Garibaldi.
La scoperta della coltivazione del mais ha ben altre radici. Si perde nel tempo, nel lontano 1632, quando questo cereale arrivò per la prima volta in Lombardia ad opera di un tal Benedetto Miari, nobile proprietario terriero che, sulle proprie terre nel Veneto, aveva già sperimentato dal 1617 questo tipo di coltivazione.
È proprio così; mi trovo nelle Cinque Terre della Val Gandino alla ricerca di questo prodotto di eccellenza. Riscoperta di tutte le qualità del Mais Spinato di Gandino.
Profuma di cultura, storia, tradizione la ricerca di questa riscoperta di antichi sapori di un territorio valligiano dell’alta bergamasca.
Riscoperta perché la coltivazione dei campi aveva subito l’abbandono degli stessi verso più facili guadagni nello sviluppo industriale e turistico. Inevitabile la scomparsa di coltivazioni ritenute, durante il boom economico degli anni sessanta, improduttive.
L’industria tessile, se pur presente fin dal medioevo sotto forma di piccole botteghe artigianali, ha tutt’ora una importanza di primo piano annoverando nel territorio aziende di rilievo internazionale.
Oggi però affiora la forte volontà di riscoprire quel mondo agricolo parte integrante del territorio.
Grazie ad un progetto per la salvaguardia, caratterizzazione e valorizzazione della varietà locale di mais denominato Spinato di Gandino.
Mediante un approccio sistemico sono stati coinvolti il settore agricolo, commercianti, scuole, istituzioni locali, provinciali, regionali e i cittadini.
Nel 2008, il ritrovamento di due pannocchie e di alcuni semi, dette inizio alla ricerca, all’attenta selezione genetica arrivando così alla loro purezza originaria.
Oggi gli abitanti di Gandino vanno fieri per la conservazione di alcuni di questi semi presso il CRA di Bergamo, la Banca del Germoplasma di Pavia e perfino nel Global Seed Vault. Quest’ultimo è un deposito sotterraneo per la conservazione mondiale dei sementi sito in Norvegia, precisamente nell’isola maggiore dell’arcipelago delle Svalbard, a poco meno di 1200 km dal Polo Nord.
Mais, Granoturco, Formenton, Meliga ed altri nomi ancora riconducenti al nome botanico Zea Mays L.
Tutti con una logica storica e, in alcuni casi, leggendaria come il granoturco. Nome attribuibile alla consuetudine generica nel XVI secolo di chiamare tutto quanto proveniente dalle colonie d’oltremare, come prodotti turchi.
La varietà Spinato trae origine dalla forma della granella con la punta a spino, rostro oppure rampino.
Nel corso degli ultimi anni gli abitanti di Gandino e dei borghi delle 5 Terre hanno dato vita ad una vera e propria filiera del gusto che vede protagonista il Mais Spinato come elemento di riferimento.
Oltre alla classica farina per polenta e le Spinette (gallette) sono i prodotti da forno come i Biscotti Melgotto, le Chiacchiere salate, il Pan Spinato, il Melgotto salè, i Frollini ad essere preparati contenendo come prodotto base li mais spinato.
Non si possono dimenticare le varie paste (ravioli Camisòcc, Perle di Gandino, Creperie) fino alla produzione di gelati (gelato Melgotto) e birre artigianali (Scarlatta).
Mais Spinato di Gandino, prodotto di eccellenza di una terra un po’ sconosciuta dove la Storia ha consegnato il seme dell’antica civiltà precolombiana olmeca, ne ha fatto cultura e ultimamente come riscoperta della coltura.
Ottanta anni fa nacque Valentina Tereškova, la prima donna a viaggiare nello spazio nella missione di successo svoltasi il 14 giugno del 1963. Per festeggiare questa ricorrenza, nell’ambito del progetto #russiaamoremio, il Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma ha organizzato una serata di gala dedicata alla cosmonauta sovietica.
L’incontro tematico, condotto dal Prof. Roberto Toscano ed incentrato sulla vita e sulla missione della cosmonauta, ha svelato dettagli inediti sul suo viaggio epocale, offrendo nuovi spunti e riflessioni sul tema dello spazio. Per l’occasione la sala grande della Casa Russa è stata la cornice per la proiezione di foto e video sul volo storico nello spazio della Vostok 6, regalando agli ospiti del Centro un emozionante viaggio virtuale nel passato.
L’iniziativa è stata corredata da una serie di opere pittoriche, esposte nelle sale del Centro, realizzate dall’artista Franco Toscano e dedicate alla «donna delle stelle».
Numerosi sono stati gli articoli pubblicati dalla stampa italiana in occasione di questo importante anniversario, che ricorre proprio oggi, il 6 marzo 2017. «Tereškova è una donna che ha senz'altro
Valentina Tereškova |
lasciato un'impronta nel Novecento», - così la definisce il portale ANSA nel suo articolo dedicato all’eroina sovietica.
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Il 16 giugno 1963 Valentina Tereškova sconfina dall’atmosfera terrestre a bordo della navicella spaziale «Vostok-6». Nel lasso di 71 ore trascorse nell’orbita terrestre compie 48 giri attorno al pianeta. La notizia del volo della Čajka («Gabbiano»), il nome in codice per le trasmissioni radio scelto dalla cosmonauta, raggiunge ogni angolo del mondo.
Quel volo di Tereškova è stato il primo e l’unico nella sua carriera. Dedicò la sua vita all’attività sociale. Per ben vent’anni la donna-generale dell’aviazione guidò il Comitato delle donne sovietiche, a partire dalla fine degli anni 80 del secolo scorso assunse la carica del Presidente dell’Unione delle società sovietiche di amicizia e del Centro Russo per le relazioni con l’estero (Roszarubežcentr, attualmente Rossotrudničestvo*). Fu insignita per meriti con molteplici alte onorificenze dell’URSS e della Federazione Russa nonché di altri stati.
* Agenzia Federale per gli Affari della CSI, dei connazionali residenti all’estero e per la cooperazione umanitaria internazionale presso il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
La riflessione!
e le Anteprime “sono andate”
come sempre! Soliti valzer tra i tavoli, primedonne a fare la passerella, i consueti ciao caro come stai e/o hai assaggiato qualcosa di buono da segnalarmi fino ad arrivare alle sentenze. Annata altalenante, a macchia di leopardo, assaggi inutili di vini ancora “non pronti”. E via a scrivere per le testate rappresentate dove i commenti sono di tutt’altro tenore. Mi vien da pensare: “non sarà mica il solito giochetto per indurmi nell’errore ed abboccare visto che sono gli “immensi Soloni” a predicare?”. Chino la testa e continuo il mio onesto lavoro di assaggiatore, assaggiatore di anteprime!
Frammento n. 1
Anteprima dei Consorzi toscani.
Alla scoperta delle denominazioni toscane. Fortezza da Basso a Firenze. Dieci Consorzi a rappresentare la Regione vitivinicola toscana oltre il Chianti in senso lato, la Vernaccia di San Gimignano, Montepulciano e Montalcino. Assente (di non poco conto) il Consorzio Bolgheri. Presenti: Consorzio di tutela Vini d’Elba, Consorzio Tutela Morellino di Scansano, Consorzio Montecucco, Consorzio Vini Cortona, Consorzio Vini Carmignano, Consorzio di Tutela Valdarno di Sopra, Consorzio di Tutela di Pitigliano e Sovana, Consorzio del Vino d’OrciaConsorzio Vino Colline Lucchesi, Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Non ho potuti assaggiare tutti i loro vini. Necessaria una scelta. Quest’anno ho privilegiato quelli che solitamente hanno minore visibilità e che raccontano storie e tradizioni antichissime. I Vini dell’Elba ovvero grappoli di storia. Sei aziende selezionate per una Anteprima 2016 a 4****stelle. Val d’Orcia. Cinque aziende selezionate per una vendemmia a 5*****stelle. Val di Cornia. Nove Aziende selezionate per una vendemmia a 4**** stelle. Montecucco 11 Aziende che hanno presentato solo le vendemmie in commercio, nessuna anteprima.
Frammento n. 2
Anteprima Consorzio Vino Chianti .
Fortezza da Basso a Firenze. Conosciuta anche come Chianti Lovers. Zona di produzione costituita dai territori delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Firenze e Pisa ad esclusione dei territori facenti parte del Consorzio Chianti Classico (quello del Gallo Nero). 102 aziende presenti con campioni vendemmia 2016, conferme 2015, Riserva 2014. 77 assaggi provenienti da tutte le zone. Vendemmia 2016, sicuramente una eccellente annata su tutto il territorio consortile. Anteprima 2016 5*****stelle. Stesso giudizio per la vendemmia 2015. Le riserve 2014, vendemmia molto difficile, hanno dato risultati diversi a secondo delle zone. Nel complesso non ci si scosta dal giudizio di vino buono ma non ottimo/eccellente. Riserve 2014 3***stelle.
Frammento n. 3
Chianti Classico Collection. Cuore, carattere, cultura. Il più seguito.
e aggiungo il più faticoso. Una due giorni alla Stazione Leopolda di Firenze intensa senza soste. Il Gallo Nero ha colpito ancora nel segno. Terra magica che vanta due capitali: Firenze e Siena. Un disciplinare diverso dalle altre zone Chianti con TRE tipologie: Gran Selezione, Riserva, Annata. Oltre 400 i campioni d’assaggio. Chianti Classico 2013, 2012, 2011. Classico Riserva 2014, 2013, 2012, 2011, 2010, 2009, Gran Selezione 2014, 2013, 2012, 2011, 2010, 2009. Il tutto per capire la loro evoluzione. Mi limito a dare i giudizi sulle Anteprime: Chianti Classico 2013, 4****stelle, Chianti Classico Riserva 2014, ahimè, faticosa nell’assaggio, 3***stelle, Gran Selezione 2014, avrà una vita non durevole come le altre vendemmie, 3***stelle.
Frammento n. 4
Anteprima Vernaccia di San Gimignano. Continua la riscossa.
Il “bianco più longevo della Toscana”, dopo la vendemmia 2015 pentastellata ci ha riprovato anche nel 2016. Visi sorridenti dei produttori durante l’Anteprima. Ottantatre etichette ai banchi d’assaggio. Vendemmia all’altezza per i festeggiamenti del cinquantenario della Doc. Eccellenti le Riserve 2015 e Buone vicine all’Ottimo le Riserve 2014.
Frammento n. 5
Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano
L’area vitivinicola è strettamente limitata alla parte del territorio comunale di Montepulciano. 1.850 ettari suddivisi tra 1.300 destinati al Nobile e 550 al Rosso di Montepulciano. In questa edizione la vendemmia 2016 che promette bene collocandosi tra le 4**** e le 5***** stelle, la conferma delle 3***stelle per la vendemmia difficile del 2014 che entra proprio quest’anno sul mercato. Eccellente 5*****stelle per le Riserve 2013 dopo un giudizio più limitato dello scorso anno.
Frammento n. 6
Benvenuto Brunello, il più atteso.
il più frequentato e chiacchierato. Degustazioni in anteprima: Brunello 2012, Brunello Riserva 2011, Rosso di Montalcino 2015. Archiviata l’annata complicata, problematica del 2014 per quanto riguarda il Rosso (avrà vita breve), si è tornato a sorridere sia per il Rosso 2015, 5*****stelle meritate, sia per il Brunello 2012, 5*****stelle anche se il giudizio, a mio avviso, non è del tutto pieno (4****stelle lo penalizzerebbe, 5*****stelle lo premierebbe oltre). Forse 4 stelle e ½….In alcune zone del territorio ilcinese la vendemmia 2012 non è stata del tutto convincente. Eccellenza piena e meritata per le Riserve 2011. 5*****stelle.
È calato il sipario sulle Anteprime. Assisteremo anche quest’anno al mutare dei giudizi da parte degli eno-camaleonti?
Osservo, scruto, assaggio e…penso.
Intervista al direttore dell'istituto di cultura coreano a Roma, Soo Myoung LEE
La creatività di un artista scaturisce dall’assemblare elementi di cui se ne ha la padronanza e si è in grado di poter mescolare per creare soggetti diversi, e con lo stesso Dna degli elementi mischiati. Questo è, in sintesi, l’obiettivo che si pone l’Istituto Culturale Coreano che ha aperto i battenti un anno fa a Roma, primo in Italia. L’istituto è stato creato, infatti, non solo per far conoscere la cultura coreana al nostro Paese che sin’ora ha conosciuto e apprezzato quella cinese o giapponese, per parlare di estremo oriente, ma poco sa di quella coreana, ben distinta dalle altre due, ma anche per dare la possibilità agli artisti italiani di interagire con quelli coreani, perché possano nascere nuove opere d’arte, figlie delle due culture. In un mondo che va sempre più globalizzandosi la mescolanza di culture è capace di creare opere di cultura non più appartenenti a singoli paesi ma all’umanità, sempre più consapevole della propria unicità. Ne chiediamo conferma al direttore del nuovo istituto, il dottor Soo Myoung LEE.
In quali campi l’istituto promuoverà le sue prossime iniziative in Italia? è previsto anche che all’interno dell’istituto possano incontrarsi artisti dei nostri due Paesi per conoscersi e per ulteriori interscambi culturali?
Innanzitutto vogliamo essere presenti sia nel tradizionale che nel moderno. Il nostro primo obiettivo è quello di presentare la cultura del nostro Paese che comprende, oltre lo spettacolo in generale, sia la tradizione che l’arte moderna. Oltre, quindi, gli eventi culturali e gli spettacoli che organizzeremo, vorremmo presentare al pubblico italiano la quotidianetà in Corea, cioè far vedere cosa mangiano, come si vestono, come vivono a casa i coreani, cioè presentare la vita quotidiana dei coreani. Questo per noi è di grande importanza, ha quasi la stessa importanza degli altri eventi culturali. Per quanto riguarda l’incontro tra artisti italiani e artisti coreani posso anticiparvi che abbiamo in programma una mostra che ha come tema la carta coreana (hanji) che si ricava dalla corteccia del gelso. Ne saranno protagonisti gli studenti italiani che presenteranno le loro opere come espressione di arte moderna e, a fianco, ci sarà un’altra mostra che permetterà di vedere come viene prodotta la carta. E'un ottimo esempio di collaborazione tra artisti italiani e coreani per creare l’arte in se, se possiamo dire. Questo obiettivo si può raggiungere in tre modi: far lavorare gli artisti italiani con elementi coreani, far lavorare artisti coreani con elementi italiani per aversi, infine, un incontro culturale tra gli artisti dei due paesi. Un altro nostro importante obiettivo è quello di promuovere le Olimpiadi invernali che si terranno in Corea, a Pyung Chang, nel febbraio del 2018, alle quali parteciperanno ovviamente anche gli atleti italiani. Sembrerà strano, ma per noi è importante anche che nel mondo si riesca a distinguere la lingua della Corea del Sud da quella del Nord. A volte le persone non distinguono la Corea del Nord da quella del Sud.
Dopo la “Korea week” aperta al pubblico italiano, e alla quale sono intervenuti anche molti giovani, avete in programma altri appuntamenti?
Lo scorso anno abbiamo organizzato a Roma la “Korea week”, quest’anno esporteremo il pacchetto delle manifestazioni in altre città italiane: Firenze, Palermo e così via. Ci saranno mostre, performance di arti marziali coreane, il Taekwondo, si avrà la possibilità di vedere la cultura coreana tramite laboratori, anche di cucina etc. A Roma, in occasione del primo anniversario dell’inaugurazione del nostro istituto, inaugureremo il festival della Corea, sarà il prossimo 26 ottobre, nel mentre continueremo a presentare la nostra cultura con spettacoli, mostre tradizionali, mostrando eccellenze di gastronomia coreana, organizzando manifestazioni di arti marziali e tutto ciò che concerne la cultura coreana. Inoltre, come ultima risposta alla sua domanda, ci sarà una giornata della cultura: il Ministero della Cultura coreano dedica alla cultura l’ultimo mercoledì di ogni mese e quindi anche presso l’istituto c’è stato un evento, lo scorso 22 febbraio c’è stato un concerto di musica classica, e così via, di mese in mese.
Ci sono mostre in corso da poter visitare nel Centro culturale aperte al pubblico?
Certamente, l’istituto è aperto tutti i mesi dell’anno, eccetto luglio e agosto. C’è quella dei dipinti coreani e, a seguire, una mostra di artisti coreani che lavorano in Italia. Per quanto riguarda la gastronomia l’istituto organizza dei corsi, purtroppo ancora limitati per l’orario in quanto gli Scef professionisti per l’ora di pranzo e cena non possono essere presenti in istituto. Seguirà una mostra con tema la carta coreana, poi ancora una mostra sull’arte della calligrafia coreana, ancora una mostra di artigianato molto pregiato, arte creata con le conchiglie, una mostra di artigianato casalingo e, per finire, una mostra di stoffe molto colorate. Inoltre sono stati organizzati anche dei laboratori, di modo che gli italiani possano vivere lla nostra arte.
Molto apprezzati sono stati i corsi di cucina e gastronomia coreana, lei pensa che nel 2017 ci potranno essere altri laboratori di gastronomia?
Il direttore dell'Ist. culturale coreano a Roma Soo Myoung LEE (al centro) |
Per quanto riguarda la gastronomia l’istituto organizza dei corsi, purtroppo ancora limitati per l’orario in quanto gli cheff professionisti, per l’ora di pranzo e cena, non possono essere presenti in istituto in quanto impegnati nei ristoranti, in aprile comunque l’orario sarà più vicino alle esigenze dei tirocinanti e corsi si potranno tenere anche nella pausa pranzo. Attualmente abbiamo intenzione di proporre la cucina coreana anche nei ristoranti di istituzioni internazionali, come per esempio la FAO. Sono in previsione anche delle manifestazioni di cucina vegetariana, tipica dei templi buddisti coreani. In questi viene consumato cibo biologico e viene usato il principio dello Slow food. Vorremmo presentare anche ai preti cattolici la cucina dei templi buddisti. Siamo in contatto con l’associazione dei buddisti coreani in Italia per presentare questo programma il prossimo anno e, non solo per questo, ma anche per presentare i vari aspetti della filosofia buddista, inclusa la cultura del SHANSUSEY, che concerne la permanenza nei templi buddisti , come vacanza per un determinato periodo, che adesso va tanto di moda.
I vincitori, veri o presunti, della più importante e attesa cerimonia di premiazione cinematografica
Oscar 2017 |
Domenica 26 febbraio si è svolta l'89esima edizione dell'Academy Awards, la cerimonia degli Oscar al Dolby Theatre di Los Angeles. Una serata che verrà ricordata più per un clamoroso errore che per i premiati. Nel momento più atteso, ovvero il vincitore della sezione del Miglior Film, a causa di una busta sbagliata, Warren Beatty e Faye Dunaway annunciano l'Oscar al film La La Land, quando in realtà la statuetta era per Moonlight. Sul palco i produttori di La La Land iniziano con i ringraziamenti di rito, quando arriva improvvisamente la smentita, con iniziale incredulità e smarrimento dei presenti seguito dalla commozione del cast di Moonlight. È stata aperta un’inchiesta per capire l’accaduto. Comunque sia, La La Land di Damien Chazelle, con quattordici nomination, ottiene sei statuette: Miglior regia a Chazelle, che a soli 32 anni è il più giovane regista a guadagnarsi un Oscar; Migliore attrice protagonista a Emma Stone; Miglior fotografia a Linus Sandgren; Miglior colonna sonora a Justin Hurwitz; Miglior canzone per "City of Stars" di Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul; Miglior scenografia a Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco. Ma gli errori non sono finiti qui. Infatti nella parte “In memoriam”, dedicata al ricordo di personalità scomparse, appare la foto di una produttrice australiana vivente, Jan Chapman, al posto della costumista Janet Patterson.
Il vincitore del miglior film straniero è Il Cliente di Asghar Farhadi che, come aveva preannunciato, ha deciso di non essere presente alla cerimonia, insieme all’attrice Taraneh Alidoosti, in segno di protesta contro i provvedimenti anti-immigrazione, ingiusti e discriminatori, dell’attuale presidente Donald Trump. "La mia assenza – si legge nel messaggio inviato da Farhadi - è un atto di rispetto verso
Bertolazzi e Gregorini - oscar |
i miei concittadini e quelli di altri sei paesi che hanno subito una mancanza di rispetto per una legge disumana che ha impedito l'ingresso negli Stati Uniti agli stranieri. Dividere il mondo fra noi e gli altri, i 'nemici', crea paure e una giustificazione ingannevole per l'aggressione e la guerra. E questo impedisce lo sviluppo della democrazia e dei diritti umani in paesi che a loro volta sono stati vittime di aggressioni. Il cinema può catturare le qualità umane, abbattere gli stereotipi e creare quell'empatia che oggi ci serve più che mai.”
Fuocoammare di Gianfranco Rosi non porta a casa la statuetta, battuto da O. J. Made in America, ma l’Italia vince lo stesso con Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregoriani, Oscar per il miglior trucco in Suicide Squad. Bertolazzi commenta: "Io sono italiano, questo Oscar è per tutti gli immigrati".
Tutti i vincitori:
Miglior attrice protagonista Emma Stone per La La Land
Miglior attore protagonista Casey Affleck per Manchester by the Sea
Miglior regia a Damien Chazelle per La La Land
Miglior sceneggiatura non originale a Barry Jenkins e Tarell McCraney per Moonlight.
Miglior sceneggiatura originale a Kenneth Lonergan per Manchester by the sea.
Miglior canzone va a "City of Stars" di Justin Hurwitz, Benj Pasek e Justin Paul in La La Land.
Miglior colonna sonora a Justin Hurwitz per La La Land.
Miglior fotografia a Linus Sandgren per La La Land.
Miglior cortometraggio a Sing di Kristóf Deák
Miglior cortometraggio documentario a The White Helmets di Orlando von Einsiedel e Joanna Natasegara
Miglior montaggio a John Gilbert per "La battaglia di Hacksaw Ridge". Si tratta della seconda statuetta su 6 nomination per il film di Mel Gibson.
Migliori effetti speciali a Robert Legato, Adam Valdez, Andrew R. Jones e Dan Lemmon per "Il libro della Giungla".
Miglior scenografia a Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco per La La Land. E' la prima statuetta per il film di Damien Chazelle che ha conquistato 14 nomination.
Miglior film d'animazione a Zootropolis di Rich Moore e Byron Howard
Miglior corto di animazione a Piper del regista di origine italiana Alan Barillaro.
Miglior film straniero a Il cliente (Forushandeh) di Asghar Farhadi (Iran).
Miglior attrice non protagonista Viola Davis per Barriere
Miglior montaggio sonoro a Sylvain Bellemare per Arrival
Miglior sonoro a Kevin O'Connell, Andy Wright, Robert Mackenzie e Peter Grace per "La battaglia di Hacksaw Ridge"
Miglior documentario a "O.J.: Made in America".
Migliori costumi a Colleen Atwood per Animali fantastici e dove trovarli.
Miglior trucco ad Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson per Suicide Squad.
Miglior attore non protagonista Mahershala Ali per Moonlight.
Tre studi a cura degli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico coordinati da Giorgio Barberio Corsetti
Uno spettacolo itinerante, nella suggestiva location di Villa Piccolomini a Roma, ripercorre il pensiero, le opere e la poetica di Heiner Müller, drammaturgo e saggista, definito "il massimo poeta di teatro vivente", tra i maggiori autori tedeschi del XX secolo, nonostante questo poco rappresentato. Fulcro delle sue opere, di impronta brechtiana, sono gli scritti shakespeariani e i classici del mito.
A completamento di un laboratorio durato tre mesi, con il prezioso coordinamento di Giorgio Barberio Corsetti, gli allievi del II anno del Corso di Regia, Tommaso Capodanno, Paolo Costantini, Marco Fasciana, dirigono e mettono in scena, con l´intera classe di Recitazione del II anno, gli allievi del Master di Drammaturgia e Sceneggiatura nella funzione di dramaturg e otto giovani attori professionisti diplomati in Accademia, tre testi di Müller che dipingono un ritratto intimo e completo dell’autore tedesco frutto di un duro lavoro di sperimentazione e ricerca.
Paesaggio con Argonauti - Foto Tommaso Le Pera. |
Paesaggio con Argonauti, regia di Paolo Costantini, è la riscrittura mülleriana del mito di Medea e del viaggio verso la Colchide degli eroi greci guidati da Giasone, così come narrato da Apollonio Rodio. Al centro una grande vasca quadrata piena d’acqua con dentro vestiti e argonauti-naufraghi, sdraiati, immobili, personaggi persi, senza una patria, senza più identità, senza dignità, al margine del paesaggio, di cui non sono più né protagonisti, né tantomeno eroi. Medea siede su un cumulo di vestiti bagnati. Un’altra figura femminile, quasi diabolica, vestita di rosso con abiti maschili, colpisce con i panni bagnati gli argonauti mentre tentano invano di alzarsi. L’acqua riveste una grande importanza e i personaggi si fondono con essa. L’azione è accompagnata da musiche elettroacustiche che creano “paesaggi sonori”, in armonia o in contrasto con i movimenti e le parole degli attori.
Anatomia Tito Fall of Rome Un commento shakespeariano, regia di Marco Fasciana, è un testo inedito in Italia, per la prima volta rappresentato dagli allievi dell’Accademia. Si tratta di una riscrittura mülleriana del Tito Andronico di Shakespeare. Sulla scena un muro
Anatomia Tito Fall of Rome - Foto Tommaso Le Pera. |
attorno al quale si svolge la storia: appaiono e scompaiono i vari personaggi, oggetti, mani, gambe, dal muro escono i nemici macellati da Tito, e a loro volta macellai. La figlia di Tito, unica vestita di bianco candido in contrapposizione ai suoi aguzzini vestiti di nero, viene violata, mutilata, per finire, ormai svuotata e derubata della sua umanità, strangolata dal padre in un ultimo abbraccio. L’azione è interrotta dalla figura di un clown-narratore, quasi una maschera funesta, col volto dipinto di bianco e gli occhi cerchiati di nero, che commenta l’opera di Shakespeare, accompagnando con movenze esasperate del corpo le sue parole, mentre ragiona sulla caduta degli imperi e sull’incursione del terzo mondo sul primo. Il tema del dominio viene reso in modo molto incisivo e provocatorio. Le parole e le immagini sono violente e brutali, colpiscono e feriscono: anatomia del corpo e dell’anima.
HamletMaschine - Foto Tommaso Le Pera. |
In HamletMaschine, capolavoro mülleriano diretto da Tommaso Capodanno, il pubblico viene catapultato all’interno di un cabaret anni ’30 e si trova a far parte di ciò che avviene sulla scena, spettatore di performance quasi macabre, ma sempre in stile varietà, popolato da personaggi surreali, tra bare e ali angeliche, vita e morte, raccontano la storia di un attore che veste i panni di Amleto, dentro e fuori la scena, tra conformismo e rivoluzione. Il dramma svela un ritratto intimo del suo autore. L’ambientazione del cabaret, arricchita da una luce rossa, è funzionale per Amleto, condannato a ripetere ogni volta la sua dolorosa storia ad un pubblico da intrattenere. Anche in quest’ultimo quadro, la musica riveste un ruolo fondamentale, quasi a trasformare il testo in uno spartito, con precise cadenze ritmiche.
Contraddizioni, sofferenza, tormento, alienazione, conflitti, correlazione tra passato e presente, tra mito e storia, tra la società di ieri e di oggi, Müller delinea un nuovo linguaggio drammaturgico non solo verbale, ma anche visivo che prende forma e si fa corpo, reso efficacemente dalla scenografia e dall’interpretazione degli attori, nel suo esasperato pessimismo e in un realismo talmente estremo da oltrepassare la dimensione del reale. Uno spettacolo, molto forte nell’impatto visivo e nei contenuti, in cui tutto è movimento e dove i tre studi si fondono in un’unica narrazione efficace e coinvolgente, dove ogni cosa è talmente lontana da noi da risultare tragicamente attuale.
Colpisce l’allestimento scenico dei tre studi, molto abili gli interpreti a rendere la recitazione energica, intensa, cinica, drammatica, il tutto sapientemente diretto da una regia che è riuscita a rendere la complessità, le diverse sfumature e le molteplici chiavi di lettura che emergono dal linguaggio del controverso autore tedesco.
Dallo scandalo del vaccino MPR (1989-1993) – con la retromarcia nipponica sulla obbligatorietà a causa degli eventi avversi – al recente scandalo del particolato inorganico estraneo nei vaccini (nanoparticelle)
Risponde l'ex capo del Dipartimento di Epidemiologia dell'Istituto di Salute Pubblica del Giappone
[...]
"Il dolore e la disperazione che vivono i genitori dei bambini vittime degli effetti collaterali, tormentano la loro intera vita"
[...]Hiroko Mori, PhD
Alcune settimane fa (a fine dicembre 2016) – attraverso un mio lettore residente in Giappone e già membro di un corpo accademico, e che ci ha messi in contatto - ho intervistato a distanza la dottoressa Hiroko Mori. La Mori, che ha già compiuto ottantadue anni, è stata ricercatrice nipponica in campo medico (soprattutto nel campo della microbiologia, ricerca su virus e batteri, ma non solo), nonché ha ricoperto il delicato incarico di capo della Sezione Malattie Infettive dell'Istituto di Salute Pubblica del Giappone.
L'ho intervistata perché in merito alla vaccinoprofilassi mi sembrava corretto dare voce alla storia professionale di un addetto ai lavori – oggi in pensione - che considera i genitori dei protagonisti sempre attivi, chiamati ad essere responsabilmente vigili ed in prima linea, in merito alle scelte di cura mediche per i loro figli. Inoltre le "reazioni avverse" e gli "eventi avversi" ai vaccini (effetti indesiderati, nocivi, non voluti e con stretto oppure possibile ma non necessariamente esistente nesso causale con il farmaco), sono una realtà scientifica ben documentata da diversi decenni, con cui bisogna fare i conti nel campo della vaccinoprofilassi e della farmacovigilanza più in generale.
Le "reazioni avverse" e gli "eventi avversi" secondo taluni Autori e ricercatori medici non corrispondono e non vanno confusi con gli "effetti collaterali", legati invece alle proprietà farmacologiche del farmaco stesso somministrato in dosi normali ("side effects" in lingua inglese). Nell'intervista sono rimasto sul più generico e meno appropriato "side effects", cioè effetti secondari, collaterali, come conseguenza della vaccinazione, aventi però il carattere di "effetti avversi" ("adverse effects"). Questo lo preciso a scanso di equivoci. Del resto, la stessa italiana Legge n. 210/1992 che riconosce degli indennizzi, parla di "effetti collaterali derivanti dalle vaccinazioni stesse".
Il Giappone, fra i primi Paesi al mondo come qualità della vita, con eccellenti livelli di istruzione e con speranza di vita superiore alla media OCSE, assunse alcuni anni fa un atteggiamento di buon senso e di apertura ad istanze legali e sociali che qui in Europa, e soprattutto in Italia, sembrerebbero impensabili oggi, nell'attuale clima di allarmismo mediatico in tema vaccinazioni, sebbene anche in Giappone lo scontro fra due diverse concezioni sull'argomento sia stato, e sia tuttora, aspro e duro.
Nel 1992 la Corte Regionale di Tokyo (non la Corte Suprema), le associazioni dei consumatori e soprattutto le famiglie dei danneggiati con le loro azioni legali, misero il Governo centrale con le spalle al muro e di fronte alle proprie responsabilità, in tema di indennizzi per gli eventi e le reazioni avverse causate, i cui negativi effetti vennero riconosciuti in Tribunale (si parla di nesso causale), la cui possibilità e realtà non erano state dai medici sufficientemente illustrate in anticipo, con chiarezza, alle famiglie dei minori obbligate all'atto sanitario a cui erano state chiamate (scandalo del vaccino trivalente MPR - MMR nella sua sigla inglese - contro Morbillo-Parotite-Rosolia, avvenuto negli anni 1989-1993).
Da questo scandalo sanitario avvenuto in terra asiatica orientale, nacque nel 1994 una riformulazione del piano nazionale vaccini del Giappone: fu abolita l'obbligatorietà e furono introdotti programmi di vaccinazioni facoltative e di routine.
Noi in Italia abbiamo dovuto attendere il 1992 per avere una legge analoga che preveda una domanda di indennizzo da parte dei singoli cittadini, ed un riconoscimento economico dello Stato in caso di danno/complicanze di tipo irreversibile, a seguito di una vaccinazione ordinata per Legge/o comandata su ordinanza di autorità sanitaria (la nr. 210/1992 e s.m.i.).
Luca Scantamburlo: Dottoressa Hiroko Mori, può dirci qualcosa a proposito della sua carriera professionale in poche parole? Lei ha 85 anni, ho ragione? E Lei, è ora in pensione? La sua pregressa posizione nelle Istituzioni nazionali di Salute del Giappone, e la sua specializzazione come medico. Come dottore in medicina con molti anni di esperienza, Lei ha un punto di vista originale ed importante, perché ha lavorato per decadi in Giappone, dai tempi difficili della Seconda Guerra mondiale sino ai tempi presenti, e può giudicare meglio di altri medici la nuova situazione dal punto di vista epidemiologico, e l'aggressiva campagna di vaccinazione portata avanti da Big Pharma e da alcuni nuclei presenti all'interno di istituzioni di salute pubblica, e presenti in circoli politici di alto livello, in tutto il mondo, che vogliono incrementare il numero di dosi/richiami da inoculare ai bambini ed agli infanti, sin dai primi mesi di vita.
Hiroko Mori, PhD: È con piacere che rispondo a questa tua intervista scritta e tenterò di esprimere i miei punti di vista il più chiaramente possibile. È stata davvero una grande sorpresa per me ricevere un invito da una persona come te, così lontana, al di là del mare, ma condividerò con te le universali ed inflessibili preoccupazioni genitoriali in merito alla sicurezza e salute dei loro bambini.
Innanzi tutto sono nata nel 1934 ed ho portato avanti la mia carriera professionale come ricercatrice medica nel campo delle malattie infettive. Ho ottenuto il mio dottorato di ricerca (PhD) in microbiologia (virus e batteri) nel 1964. Sebbene io sia un medico, non ho mai lavorato su casi clinici, il che sembra ovviamente una cosa piuttosto eccezionale. Dapprima lavorai all'Istituto di Ricerca sul Cancro di Nagoya, nella Prefettura di Aichi, e terminai la mia carriera governativa come Capo del Dipartimento di Epidemiologia, Malattie Infettive, dell'Istituto di Salute Pubblica. La ragione per cui lasciai il mio incarico governativo fu a causa dei dubbi che nutrivo contro l'attitudine governativa assunta nei confronti dell'amministrazione della salute pubblica.
La mia attenzione è stata rivolta alla politica del Ministero giapponese del Welfare, della Sanità e del Lavoro, e mi sono impegnata per divulgare le mie preoccupazioni e punti di vista sulle vaccinazioni e sulla discutibile politica assunta dal Governo.
1) L.S.: Il confronto dei rischi fra gli effetti secondari delle vaccinazioni e che cosa accade se i bambini sono infettati naturalmente con la malattia, particolarmente i casi in cui i bambini possono essere infettati naturalmente dal morbillo, dalla rosolia, dalla parotite epidemica…. Ect
2) Le vostre parole pubblicate su The Japan Times, “il diritto a scegliere [le vaccinazioni] dovrebbe essere riconosciuto come un fondamentale diritto umano„ per i genitori, suppongo che tocchiate un argomento sensibile e bioetico, una questione bioetica, che interessa il consenso informato del paziente, già riconosciuto in Europa dalla Convenzione di Oviedo; essere informato dei possibili effetti secondari è inoltre importante, per i nuovi genitori, ma quest'ultimi non sono spesso bene informati dai medici sugli effetti secondari; questi negativi effetti collaterali [è più corretta l'espressione "reazioni avverse", ndr], sono sempre possibili ed in alcuni casi, anche mortali; potete commentare ancora per noi la vostra dichiarazione e fornirci alcuni esempi in proposito?
3) Il fatto che tutti i vaccini siano facoltativi in Giappone. Nessuno è richiesto per la frequenza scolastica. Anche attualmente c'è in Giappone la medesima situazione od essi nel frattempo sono diventati obbligatori per la frequenza scolastica?
H.M: Naturalmente, la mia discussione è pricipalmente basata sulle circostanze disponibili in Paesi avanzati dal punto di vista sanitario, specialmente mi riferisco alle condizioni di salute nel Giappone. I rischi degli effetti collaterali sono molto più seri e spiacevoli quando avvengono a seguito della inoculazione, piuttosto dei rischi che corrono i bambini quando vengono infettati naturalmente. La maggior parte o persino tutte le malattie infettive quali il morbillo, rosolia e parotite epidemica, possono essere vinte naturalmente dai bambini, nelle situazioni in gli stessi siano in buone condizioni di salute. Il dolore e la disperazione che vivono i genitori dei bambini vittime degli effetti collaterali, tormentano la loro intera vita. Se i genitori sono sicuri che la vaccinazione sia necessaria, non negherei la loro convinzione, ma se un qualunque genitore avesse un dubbio sulle vaccinazioni, alla luce di vari effetti collaterali, gravi, riferiti, voglio sottolineare che essi hanno il diritto di dire No.
Come ho già dichiarato sopra, ai genitori dovrebbe essere consentito scegliere, sia nel caso intendano vaccinare sia nel caso non abbiano questa intenzione. In Giappone tutte le vaccinazioni sono facoltative, ed alcune sono classificate come di routine. Sì, c'è un atmosfera dominante in tutto il Giappone creata dagli Istituti di Salute pubblica, dai medici, dai membri del business farmaceutico, secondo la quale le vaccinazioni dovrebbero essere ampiamente accettate per mantenere buona la salute pubblica. Le madri si sentono gravemente isolate ed incolpate se scelgono di non fare vaccinare il loro bambino durante la crescita, come raccomandato, all'inizio della scuola materna, ecc. Anche gli anziani sono costretti a sentirsi piuttosto colpevoli, quando vedono alla televisione pubblicità progettate in modo persuasivo e con stelle del cinema, se non assumono i vaccini come quelli contro l'influenza e la polmonite. Credo che quanto sopra abbia risposto collettivamente alle tue prime tre domande.
4) L.S.: Le morti degli infanti di 1 anno di età, sono diminuite nel 2013 da 205.000, dato del 1947, a 2.200. Credete che la migliore nutrizione, le migliori condizioni igieniche sviluppate nel mondo occidentale e nel Giappone, siano stati fattori chiave per questi numeri? Sono interessato a capire meglio, quale fu il ruolo svolto dai programmi di vaccinazione in tutto il mondo?
H.M.: Credo inoltre che i bambini che crescono in ambienti estremamente difficili dal punto di vista sanitario e nutrizionale, potrebbero avere una migliore probabilità di sopravvivenza attraverso i mezzi offerti dalle vaccinazioni. Gli effetti positivi possono ben superare i rischi degli effetti secondari (collaterali). Tuttavia, il Giappone come pure la maggior parte delle nazioni sviluppate nel mondo, hanno da tempo vinto l'ampia diffusione delle malattie infettive mortali. Se qualcuno sta viaggiando oltremare dove ci sono rischi predominanti di infezione epidemica, vaccinazioni contro malattie specifiche saranno necessarie. Nel Giappone come pure nel vostro Paese, non ci sono più alcune malattie infettive mortali che minacciano le nostre vite immediatamente, nella nostra vita quotidiana. La vaccinazione ha avuto un ruolo necessario soltanto quando la nostra condizione di vita molto era molto meno avanzata.
5) L.S.: Che cosa accadde nel Giappone quando l'Istituto Nazionale di Salute (o il Ministero della Salute, mi corregga se sbaglio) introdusse il vaccino MMR (contro morbillo, parotite epidemica e rosolia) nel 1989? Potete dirci perché è stato costretto a eliminarli dagli scaffali 4 anni più tardi? Che cosa può dirci delle circa 2000 persone che accusarono effetti secondari, fra i quali la meningite asettica. E poi c'è la Legge Preventiva delle vaccinazioni del 1994, con i Legislatori che decisero di riclassificare la vaccinazione: ora esse sono di routine e facoltative?
H.M.: Il nostro istituto governativo incaricato per tutelare la salute è chiamato Ministero della Sanità, del Lavoro e del Benessere. Non appena il vaccino MMR è stato introdotto nel 1989, sono stati riferiti molti seri casi di effetti collaterali che condussero alla meningite asettica. A quel tempo, la vaccinazione era obbligatoria. Ci vollero 4 anni affinchè il MHLW [sigla che sta per Ministero della Salute, Lavoro e Benessere, Ministry of Health, Labour and Welfare, ndr]riclassificasse questa vaccinazione da obbligatoria a vaccinazione di routine (per esempio facoltativa). Inoltre cessarono [la vaccinazione contro, ndr] la parotite epidemica [cioè gli orecchioni, ndr] ed attualmente l'MMR è stato cambiato in MR. La categoria di ROUTINE significa che [la vaccinazione, ndr] è gratuita (il costo è coperto dal Governo) ed anche il momento [l'età in cui si vaccina, ndr] è assegnato. Tutti i vaccini per gli infanti, compreso l'MR, sono classificati come di routine.
La categoria FACOLTATIVA si riferisce alle vaccinazioni per le quali i destinatari [cioè gli utenti del servizio sanitario giapponese, ndr] devono pagare, ad esempio quella contro l'influenza. Ovviamente né quelle di routine né quelle opzionali (facoltative) sono obbligatorie, ma molti Giapponesi, sia giovani sia anziani, sono portati a pensare che sia un obbligo pubblico assumere le vaccinazioni raccomandate sebbene la consapevolezza degli effetti secondari, come pure il reale scarso effetto rispetto a quanto annunciato al momento dell'inoculazione, stia incrementando.
6) L.S.: “i bambini stanno perdendo la loro capacità di guarire naturalmente„ avete detto a The Japan Times: non vi opponete al programma di vaccinazione, ma siete d'accordo con me se dico che la vaccinazione è soltanto uno strumento medico, che i medici possono utilizzare, ma che dovrebbero usare con molta attenzione e sarebbe meglio condurre alcuni analisi ed esami per identificare eventuali allergie, prima?
H.M.: Credo che i bambini dovrebbero essere cresciuti affinché possano sviluppare la loro propria immunizzazione, per fare fronte alle malattie infettive, esponendosi all'ambiente naturale, se la società è ben sviluppata in termini di igiene pubblica. Che cosa desidero precisare in termini di allergie, è la possibilità che molte delle allergie riscontrate attualmente, potrebbero originariamente essere causate dalla immunizzazione artificiale creata, avvenuta fra molti altri fattori quali quello dell'inquinamento ambientale, ecc
7) L.S.: Siete d'accordo con me se dico che ci sono altre linee di difesa importanti per il corpo umano, per evitare le malattie e le infezioni letali causati dal virus e dai batteri? È vero che nel passato (secolo scorso), il tasso di malattie stava cadendo anche prima dell'introduzione dei programmi di vaccinazioni?
H.M.: Ci sono effettivamente alcune malattie abbastanza letali, che devono ancora essere vinte dalla umanità, ma non credo che la vaccinazione ed il farmaco siano la migliore soluzione per la salute. L'umanità è sopravvissuta finora senza cedere alla estinzione, e deve pertanto avere alcune forze fisiche di base con cui affronta la maggior parte delle malattie. Tuttavia, devo dire che alcune popolazioni che si trovano in un ambiente difficile ed altamente avverso, necessitano della vaccinazione per diminuire l'impatto mortale che i virus hanno sulle loro condizioni fisiche sfavorevoli.
8) L.S.: Siete d'accordo con me se dico che vi sia un pericolo reale nell'approntare una campagna di vaccinazione di massa per la comunità infantile, contro un malattia con virus a RNA, perché questo genere di virus (con la struttura a RNA, come morbillo ed influenza) può cambiare più velocemente di quanto un virus a DNA faccia, cioè che un RNA può geneticamente subire una mutazione in una nuova forma più aggressiva se attaccato?
H.M.: È ovvio che il virus a RNA continui a mutare in natura senza cause esterne. Tuttavia, non sono sicura circa l'impatto esatto dei vaccini sullo [virus a, ndr] RNA.
9) L.S. Siete al corrente che alcuni ricercatori - anche qui in Italia, per esempio il dr.. Stefano Montanari e sua moglie, la d.ssa Antonietta Gatti – hanno scoperto che alcuni vaccini hanno metalli non elencati nelle loro relazioni tecniche allegate [nei loro foglietti illustrativi, chiamati volgarmente "bugiardini", ndr]? I vaccini analizzati dagli scienziati italiani (un campione di 28 di loro), avevano nano-particelle di acciaio, titanio, ferro, cromo, zinco, tungsteno, silicio, ect… I due ricercatori italiani hanno analizzato il contenuto dei 28 vaccini più ampiamente usati in Italia, con analisi di microscopia elettronica. Queste nano-particelle metalliche sono naturalmente impurità metalliche, probabilmente dovute ai processi di produzione differenti che richiedono miglioramenti e protocolli di sicurezza aggiuntivi.
H.M.: Non mi sono imbattuta sinora in questa particolare informazione. Prenderò del tempo per leggerla quando mi riprenderò dal mio viaggio attorno al mondo, da cui sono tornata appena una settimana fa.
Hiroko Mori, Ph.D.
APPROFONDIMENTI
La dottoressa Hiroko Mori ha poi concluso la sua risposta alla mia intervista dicendomi che un suo amico, con una buona padronanza della lingua inglese, l'ha gentilmente aiutata a rispondere alle mie domande, in particolare nella traduzione dall'inglese al giapponese e viceversa, essendo trascorsi oramai 25 anni dall'ultima volta che l'aveva usato durante i suoi studi.
© Luca Scantamburlo, febbraio 2017
socio Free Lance International Press (Roma)
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L’universo onirico della pittrice in mostra al Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci
“La nave dei folli”, opera della pittrice Patrizia Comand, è la nuova proposta espositiva visibile al Labirinto della Masone di Fontanellato, fino al 19 marzo, in concomitanza con la riapertura della struttura dopo la pausa invernale. Esposto l’omonimo dipinto considerato capolavoro della pittrice milanese, insieme ai numerosi disegni preparatori, ispirato all’opera quattrocentesca scritta da Sebastian Brant, in originale "Das Narrenschift", alle cui illustrazioni aveva collaborato un giovane Albrecht Dürer. Questa pittorica “Nave dei folli”, di ben nove metri di lunghezza, realizzata dalla Comand è testimonianza diretta della raggiunta maturità creativa dell’artista che riesce a comporre un universo visivo e narrativo originale e autonomo, dove fluttuano o danzano figure allegoriche, dai chiari rimandi simbolici rivolti sia al poema di Brant sia alla nostra attualità. Nella sua produzione la Comand ha sempre mostrato di prediligere sequenze tematiche, volte ad una narrazione visiva. Accanto, si evidenzia la padronanza della tecnica pittorica e la capacità di applicarla al pensiero, utilizzando suggestioni visive ed emozionali, fino a rendere piacevole ed allusiva quella sua interpretazione del mondo e delle cose che altri non è se non metafora della condizione umana. Abilità formale e fantasia stanno alla base di questo suo percorso che ha trovato nella “Nave dei folli” una ideale interpretazione.
La mostra occupa una delle sale della Corte Centrale, la sala Calvino, affacciata sulla piazza nel cuore del labirinto di bambù, nella quale è stata allestita la scenografica biblioteca progettata nel 1827 dall’architetto bresciano Rodolfo Vantini, recente acquisizione della Collezione Franco Maria Ricci. E’ corredata da un catalogo, stampato da Franco Maria Ricci, con testi di Philippe Daverio e Giovanni Mariotti, affiancati da numerose immagini che illustrano l’opera e la sua genesi. Nata a Corbetta in provincia di Milano, dopo il Liceo Artistico, Patrizia Comand si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove frequenta i corsi di Usellini, Ballo, Marchese e Ilario Rossi e si diploma nel 1972. La sua prima mostra risale al 1974. Un lungo soggiorno in Centro America influenzerà la sua pittura portandola a mutare l’interpretazione della luce e dei colori.
Avvocati, criminalità organizzata e…un gatto nel bidet
È andato in scena al Teatro Tordinona di Roma, dal 31 gennaio al 5 febbraio, lo spettacolo Il gatto nel bidet, vincitore nella sezione Miglior Spettacolo nell’ambito del Festival di Drammaturgia Italiana “Schegge d'autore 2015”, scritto da Gioacchino Spinozzi e Sara Calanna, diretto dalla stessa Calanna che è anche una degli interpreti insieme a Tiziano Floreani, Alessandro Eramo e Armando Puccio.
Un “noir (il)legale a tinte pastello”, come è stato definito dagli stessi autori, esilarante, tra colpi di scena e battute ricche di humor…nero.
Sul palco una coppia di intraprendenti quanto stravaganti avvocati: Domenica, donna iperattiva che divide la sua giornata affollata tra impegni professionali e doveri di mamma esageratamente ansiosa e sbadata; Piergiorgio, marito egocentrico, inconcludente e insoddisfatto, nonché avvocato in cerca di affermazione.
Per dare una svolta alla sua carriera, Piergiorgio accetta un caso che si rivelerà assai rischioso: dovrà farsi carico della consegna di un dipinto di Kandinsky, ambito da un pericoloso boss della malavita. A complicare la situazione ci si mette Domenica che, all’oscuro di tutto, trova in casa la preziosa tela, oggetto del contendere, e pensa bene di poterla riciclare per fare in modo che la figlia vinca un premio scolastico per piccoli artisti.
La vicenda si snoda in una serie di equivoci e paradossi, situazioni più o meno prevedibili, ma sempre spassose nella loro tragicomicità. Una commedia brillante che, con buona dose di ironia e leggerezza, garantisce risate rilassate grazie alla struttura comica di un testo efficace e dinamico.
La storia procede con ritmi serrati, caratteristica principale del testo, reso bene da un gruppo di attori affiatati che gestiscono sapientemente la scena, delineando personaggi comici e ben caratterizzati. La regia è attenta, scrupolosa e ben congegnata. Consigliato per trascorrere una piacevole serata.
Martedì 7 febbraio è stata presentata alla stampa italiana la prossima edizione del Salone francese The World of Wine & Spirits che si svolgerà nei giorni dal 18 al 21 Giugno.
“Un concentrato di novità aspetta gli operatori del settore durante i 4 giorni ritmati da appuntamenti d’affari”.
A presentare l’Evento Guillaume Deglise Direttore Generale di Vinexpo che, in un perfetto italiano viziato solo dalla inevitabile cadenza francese, ha illustrato le novità 2017 del Salone.
Decisamente Internazionale.
2.000 espositori provenienti da circa 40 Paesi che proporranno la ricchezza e la varietà dei vini e dei distillati del mondo.
Affiancheranno gli espositori francesi marche di vini e distillati provenienti da Croazia, Cile, Austria, Argentina, Germania, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, tanto per citarne alcuni e i sempre presenti Georgia, Libano e Russia.
Ultimi ma non ultimi due paesi vitivinicoli di affermata importanza come l’Italia e la Spagna.
L’Italia da sempre svolge un ruolo rilevante e considerevole nell’ambito del Vinexpo con la presenza di diversi Consorzi maggiormente rappresentativi della produzione nazionale. Tra l’altro nel recente Vinexpo Hong Kong che ha avuto luogo nella città cinese nel 2016 è stata proprio l’Italia con i suoi vini a ricoprire il ruolo di Ospite d’Onore.
La Spagna, nella prossima edizione di Bordeaux, sarà il Paese che ricoprirà il ruolo di riferimento come Paese Ospite con la presenza “delle principali denominazioni d’origine, nell’ambito delle partecipazioni collettive o stand dell’ICEX. Numerose aziende esporranno come ogni anno con il proprio stand, ad esempio Araex, Marqués de Riscal o Garcia Carrion, che hanno scelto proprio Vinexpo per sviluppare le proprie vendite internazionali”.
Domenica 18 Giugno la Cité du Vin aprirà eccezionalmente il suo belvedere per proporre una degustazione di vini spagnoli.
Ci sarà anche A Taste of Spain che riunirà nel centro di Bordeaux, in una serata esclusiva in onore dell’ospite d’onore un centinaio di Bodegas e piatti spagnoli preparati da 10 tra i più celebri Chef selezionati da Ferran Adrià e José Andrés.
Vinexpo non come Salone di solo vini di produzione nazionale ma vetrina del Vino e Distillati aperta al Mondo.
Un Salone orientato al Business
“Saranno riproposti i One to Wine Meetings la cui efficacia è stata accolta favorevolmente dagli espositori di Vinexpo Bordeaux edizione 2015 e Vinexpo Hong Kong 2016”
Ma la vera novità 2017 nell’ambito del Business sarà Hosted Buyers, l’invito esteso a 200 nuovi compratori internazionali, rappresentativi di una distribuzione in piena evoluzione, di grande levatura.
“Presteremo particolare attenzione anche nei riguardi di aziende vinicole di dimensioni più limitate con soluzioni espositive flessibili”. Insomma, a dirla con Guillaume Deglise “pari opportunità per tutti”. E non è poco.
WOW
Non come piacevole meraviglia ma come acronimo di World of Organic Wines. Uno spazio interamente dedicato ai vini biologici e biodinamici, circa 200 produttori, che richiamerà e coivolgerà anche quegli operatori che sono sempre alla ricerca di vini e vignaioli cosidetti artigianali. Il tutto supportato da conferenze e tavole rotonde afferenti le tematiche di riferimento. Non solo. Sarà presente un angolo di ristorazione completamente BIO.
Guillaume Deglise, Direttore Generale di Vinexpo (a sin.) |
Academy Vinexpo
“Ad animare questa edizione si svolgeranno conferenze e degustazioni, eventi collaterali che riuniranno i maggiori esperti del settore vitivinicolo e i talenti emergenti””.
Les Vinexperiences
Poiché il Vinexpo, da sempre, è un evento non aperto al pubblico ma solo agli operatori del settore, alcuni eventi collaterali verranno organizzati nel centro storico alla scoperta di luoghi emblematici e dei vini del mondo. Insomma non tralasciare niente. Coinvolgere anche i turisti che si troveranno, per caso o per scelta, a visitare Bordeaux in quei giorni.
The Blend
Cos’è? La serata ufficiale di Vinexpo che in questa edizione si svolgerà presso il Palazzo della Borsa, nel centro storico di Bordeaux. Un contesto conviviale e rilassato dove i partecipanti si potranno ritrovare degustando una selezione originale di vini, champagne, distillati.
Vinexpo Bordeaux: DNA decisamente internazionale