L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Kaleidoscope (1429)

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February 26, 2017

Tre studi a cura degli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico coordinati da Giorgio Barberio Corsetti

 

Uno spettacolo itinerante, nella suggestiva location di Villa Piccolomini a Roma, ripercorre il pensiero, le opere e la poetica di Heiner Müller, drammaturgo e saggista, definito "il massimo poeta di teatro vivente", tra i maggiori autori tedeschi del XX secolo, nonostante questo poco rappresentato. Fulcro delle sue opere, di impronta brechtiana, sono gli scritti shakespeariani e i classici del mito.

A completamento di un laboratorio durato tre mesi, con il prezioso coordinamento di Giorgio Barberio Corsetti, gli allievi del II anno del Corso di Regia, Tommaso Capodanno, Paolo Costantini, Marco Fasciana, dirigono e mettono in scena, con l´intera classe di Recitazione del II anno, gli allievi del Master di Drammaturgia e Sceneggiatura nella funzione di dramaturg e otto giovani attori professionisti diplomati in Accademia, tre testi di Müller che dipingono un ritratto intimo e completo dell’autore tedesco frutto di un duro lavoro di sperimentazione e ricerca.

 

Paesaggio con Argonauti 
 Paesaggio con Argonauti - Foto Tommaso Le Pera.

Paesaggio con Argonauti, regia di Paolo Costantini, è la riscrittura mülleriana del mito di Medea e del viaggio verso la Colchide degli eroi greci guidati da Giasone, così come narrato da Apollonio Rodio. Al centro una grande vasca quadrata piena d’acqua con dentro vestiti e argonauti-naufraghi, sdraiati, immobili, personaggi persi, senza una patria, senza più identità, senza dignità, al margine del paesaggio, di cui non sono più né protagonisti, né tantomeno eroi. Medea siede su un cumulo di vestiti bagnati. Un’altra figura femminile, quasi diabolica, vestita di rosso con abiti maschili, colpisce con i panni bagnati gli argonauti mentre tentano invano di alzarsi. L’acqua riveste una grande importanza e i personaggi si fondono con essa. L’azione è accompagnata da musiche elettroacustiche che creano “paesaggi sonori”, in armonia o in contrasto con i movimenti e le parole degli attori.

Anatomia Tito Fall of Rome Un commento shakespeariano, regia di Marco Fasciana, è un testo inedito in Italia, per la prima volta rappresentato dagli allievi dell’Accademia. Si tratta di una riscrittura mülleriana del Tito Andronico di Shakespeare. Sulla scena un muro

Anatomia Tito
         Anatomia Tito Fall of Rome - Foto Tommaso Le Pera.

attorno al quale si svolge la storia: appaiono e scompaiono i vari personaggi, oggetti, mani, gambe, dal muro escono i nemici macellati da Tito, e a loro volta macellai. La figlia di Tito, unica vestita di bianco candido in contrapposizione ai suoi aguzzini vestiti di nero, viene violata, mutilata, per finire, ormai svuotata e derubata della sua umanità, strangolata dal padre in un ultimo abbraccio. L’azione è interrotta dalla figura di un clown-narratore, quasi una maschera funesta, col volto dipinto di bianco e gli occhi cerchiati di nero, che commenta l’opera di Shakespeare, accompagnando con movenze esasperate del corpo le sue parole, mentre ragiona sulla caduta degli imperi e sull’incursione del terzo mondo sul primo. Il tema del dominio viene reso in modo molto incisivo e provocatorio. Le parole e le immagini sono violente e brutali, colpiscono e feriscono: anatomia del corpo e dell’anima.

 

HamletMaschine 
 HamletMaschine - Foto Tommaso Le Pera.

In HamletMaschine, capolavoro mülleriano diretto da Tommaso Capodanno, il pubblico viene catapultato all’interno di un cabaret anni ’30 e si trova a far parte di ciò che avviene sulla scena, spettatore di performance quasi macabre, ma sempre in stile varietà, popolato da personaggi surreali, tra bare e ali angeliche, vita e morte, raccontano la storia di un attore che veste i panni di Amleto, dentro e fuori la scena, tra conformismo e rivoluzione. Il dramma svela un ritratto intimo del suo autore. L’ambientazione del cabaret, arricchita da una luce rossa, è funzionale per Amleto, condannato a ripetere ogni volta la sua dolorosa storia ad un pubblico da intrattenere. Anche in quest’ultimo quadro, la musica riveste un ruolo fondamentale, quasi a trasformare il testo in uno spartito, con precise cadenze ritmiche.

Contraddizioni, sofferenza, tormento, alienazione, conflitti, correlazione tra passato e presente, tra mito e storia, tra la società di ieri e di oggi, Müller delinea un nuovo linguaggio drammaturgico non solo verbale, ma anche visivo che prende forma e si fa corpo, reso efficacemente dalla scenografia e dall’interpretazione degli attori, nel suo esasperato pessimismo e in un realismo talmente estremo da oltrepassare la dimensione del reale. Uno spettacolo, molto forte nell’impatto visivo e nei contenuti, in cui tutto è movimento e dove i tre studi si fondono in un’unica narrazione efficace e coinvolgente, dove ogni cosa è talmente lontana da noi da risultare tragicamente attuale.

Colpisce l’allestimento scenico dei tre studi, molto abili gli interpreti a rendere la recitazione energica, intensa, cinica, drammatica, il tutto sapientemente diretto da una regia che è riuscita a rendere la complessità, le diverse sfumature e le molteplici chiavi di lettura che emergono dal linguaggio del controverso autore tedesco.

Dallo scandalo del vaccino MPR (1989-1993) – con la retromarcia nipponica sulla obbligatorietà a causa degli eventi avversi – al recente scandalo del particolato inorganico estraneo nei vaccini (nanoparticelle)

Risponde l'ex capo del Dipartimento di Epidemiologia dell'Istituto di Salute Pubblica del Giappone
[...]

"Il dolore e la disperazione che vivono i genitori dei bambini vittime degli effetti collaterali, tormentano la loro intera vita"
[...]
Hiroko Mori, PhD

 

 

Alcune settimane fa (a fine dicembre 2016) – attraverso un mio lettore residente in Giappone e già membro di un corpo accademico, e che ci ha messi in contatto - ho intervistato a distanza la dottoressa Hiroko Mori. La Mori, che ha già compiuto ottantadue anni, è stata ricercatrice nipponica in campo medico (soprattutto nel campo della microbiologia, ricerca su virus e batteri, ma non solo), nonché ha ricoperto il delicato incarico di capo della Sezione Malattie Infettive dell'Istituto di Salute Pubblica del Giappone.

L'ho intervistata perché in merito alla vaccinoprofilassi mi sembrava corretto dare voce alla storia professionale di un addetto ai lavori – oggi in pensione - che considera i genitori dei protagonisti sempre attivi, chiamati ad essere responsabilmente vigili ed in prima linea, in merito alle scelte di cura mediche per i loro figli. Inoltre le "reazioni avverse" e gli "eventi avversi" ai vaccini (effetti indesiderati, nocivi, non voluti e con stretto oppure possibile ma non necessariamente esistente nesso causale con il farmaco), sono una realtà scientifica ben documentata da diversi decenni, con cui bisogna fare i conti nel campo della vaccinoprofilassi e della farmacovigilanza più in generale.
Le "reazioni avverse" e gli "eventi avversi" secondo taluni Autori e ricercatori medici non corrispondono e non vanno confusi con gli "effetti collaterali", legati invece alle proprietà farmacologiche del farmaco stesso somministrato in dosi normali ("side effects" in lingua inglese). Nell'intervista sono rimasto sul più generico e meno appropriato "side effects", cioè effetti secondari, collaterali, come conseguenza della vaccinazione, aventi però il carattere di "effetti avversi" ("adverse effects"). Questo lo preciso a scanso di equivoci. Del resto, la stessa italiana Legge n. 210/1992 che riconosce degli indennizzi, parla di "effetti collaterali derivanti dalle vaccinazioni stesse".

Il Giappone, fra i primi Paesi al mondo come qualità della vita, con eccellenti livelli di istruzione e con speranza di vita superiore alla media OCSE, assunse alcuni anni fa un atteggiamento di buon senso e di apertura ad istanze legali e sociali che qui in Europa, e soprattutto in Italia, sembrerebbero impensabili oggi, nell'attuale clima di allarmismo mediatico in tema vaccinazioni, sebbene anche in Giappone lo scontro fra due diverse concezioni sull'argomento sia stato, e sia tuttora, aspro e duro.

Nel 1992 la Corte Regionale di Tokyo (non la Corte Suprema), le associazioni dei consumatori e soprattutto le famiglie dei danneggiati con le loro azioni legali, misero il Governo centrale con le spalle al muro e di fronte alle proprie responsabilità, in tema di indennizzi per gli eventi e le reazioni avverse causate, i cui negativi effetti vennero riconosciuti in Tribunale (si parla di nesso causale), la cui possibilità e realtà non erano state dai medici sufficientemente illustrate in anticipo, con chiarezza, alle famiglie dei minori obbligate all'atto sanitario a cui erano state chiamate (scandalo del vaccino trivalente MPR - MMR nella sua sigla inglese - contro Morbillo-Parotite-Rosolia, avvenuto negli anni 1989-1993).

Da questo scandalo sanitario avvenuto in terra asiatica orientale, nacque nel 1994 una riformulazione del piano nazionale vaccini del Giappone: fu abolita l'obbligatorietà e furono introdotti programmi di vaccinazioni facoltative e di routine.

Noi in Italia abbiamo dovuto attendere il 1992 per avere una legge analoga che preveda una domanda di indennizzo da parte dei singoli cittadini, ed un riconoscimento economico dello Stato in caso di danno/complicanze di tipo irreversibile, a seguito di una vaccinazione ordinata per Legge/o comandata su ordinanza di autorità sanitaria (la nr. 210/1992 e s.m.i.).


Luca Scantamburlo: Dottoressa Hiroko Mori, può dirci qualcosa a proposito della sua carriera professionale in poche parole? Lei ha 85 anni, ho ragione? E Lei, è ora in pensione? La sua pregressa posizione nelle Istituzioni nazionali di Salute del Giappone, e la sua specializzazione come medico. Come dottore in medicina con molti anni di esperienza, Lei ha un punto di vista originale ed importante, perché ha lavorato per decadi in Giappone, dai tempi difficili della Seconda Guerra mondiale sino ai tempi presenti, e può giudicare meglio di altri medici la nuova situazione dal punto di vista epidemiologico, e l'aggressiva campagna di vaccinazione portata avanti da Big Pharma e da alcuni nuclei presenti all'interno di istituzioni di salute pubblica, e presenti in circoli politici di alto livello, in tutto il mondo, che vogliono incrementare il numero di dosi/richiami da inoculare ai bambini ed agli infanti, sin dai primi mesi di vita.

Hiroko Mori, PhD: È con piacere che rispondo a questa tua intervista scritta e tenterò di esprimere i miei punti di vista il più chiaramente possibile. È stata davvero una grande sorpresa per me ricevere un invito da una persona come te, così lontana, al di là del mare, ma condividerò con te le universali ed inflessibili preoccupazioni genitoriali in merito alla sicurezza e salute dei loro bambini.

Innanzi tutto sono nata nel 1934 ed ho portato avanti la mia carriera professionale come ricercatrice medica nel campo delle malattie infettive. Ho ottenuto il mio dottorato di ricerca (PhD) in microbiologia (virus e batteri) nel 1964. Sebbene io sia un medico, non ho mai lavorato su casi clinici, il che sembra ovviamente una cosa piuttosto eccezionale. Dapprima lavorai all'Istituto di Ricerca sul Cancro di Nagoya, nella Prefettura di Aichi, e terminai la mia carriera governativa come Capo del Dipartimento di Epidemiologia, Malattie Infettive, dell'Istituto di Salute Pubblica. La ragione per cui lasciai il mio incarico governativo fu a causa dei dubbi che nutrivo contro l'attitudine governativa assunta nei confronti dell'amministrazione della salute pubblica.

La mia attenzione è stata rivolta alla politica del Ministero giapponese del Welfare, della Sanità e del Lavoro, e mi sono impegnata per divulgare le mie preoccupazioni e punti di vista sulle vaccinazioni e sulla discutibile politica assunta dal Governo.


1) L.S.: Il confronto dei rischi fra gli effetti secondari delle vaccinazioni e che cosa accade se i bambini sono infettati naturalmente con la malattia, particolarmente i casi in cui i bambini possono essere infettati naturalmente dal morbillo, dalla rosolia, dalla parotite epidemica…. Ect

2) Le vostre parole pubblicate su The Japan Times, “il diritto a scegliere [le vaccinazioni] dovrebbe essere riconosciuto come un fondamentale diritto umano„ per i genitori, suppongo che tocchiate un argomento sensibile e bioetico, una questione bioetica, che interessa il consenso informato del paziente, già riconosciuto in Europa dalla Convenzione di Oviedo; essere informato dei possibili effetti secondari è inoltre importante, per i nuovi genitori, ma quest'ultimi non sono spesso bene informati dai medici sugli effetti secondari; questi negativi effetti collaterali [è più corretta l'espressione "reazioni avverse", ndr], sono sempre possibili ed in alcuni casi, anche mortali; potete commentare ancora per noi la vostra dichiarazione e fornirci alcuni esempi in proposito?

3) Il fatto che tutti i vaccini siano facoltativi in Giappone. Nessuno è richiesto per la frequenza scolastica. Anche attualmente c'è in Giappone la medesima situazione od essi nel frattempo sono diventati obbligatori per la frequenza scolastica?


H.M: Naturalmente, la mia discussione è pricipalmente basata sulle circostanze disponibili in Paesi avanzati dal punto di vista sanitario, specialmente mi riferisco alle condizioni di salute nel Giappone. I rischi degli effetti collaterali sono molto più seri e spiacevoli quando avvengono a seguito della inoculazione, piuttosto dei rischi che corrono i bambini quando vengono infettati naturalmente. La maggior parte o persino tutte le malattie infettive quali il morbillo, rosolia e parotite epidemica, possono essere vinte naturalmente dai bambini, nelle situazioni in gli stessi siano in buone condizioni di salute. Il dolore e la disperazione che vivono i genitori dei bambini vittime degli effetti collaterali, tormentano la loro intera vita. Se i genitori sono sicuri che la vaccinazione sia necessaria, non negherei la loro convinzione, ma se un qualunque genitore avesse un dubbio sulle vaccinazioni, alla luce di vari effetti collaterali, gravi, riferiti, voglio sottolineare che essi hanno il diritto di dire No.

Come ho già dichiarato sopra, ai genitori dovrebbe essere consentito scegliere, sia nel caso intendano vaccinare sia nel caso non abbiano questa intenzione. In Giappone tutte le vaccinazioni sono facoltative, ed alcune sono classificate come di routine. Sì, c'è un atmosfera dominante in tutto il Giappone creata dagli Istituti di Salute pubblica, dai medici, dai membri del business farmaceutico, secondo la quale le vaccinazioni dovrebbero essere ampiamente accettate per mantenere buona la salute pubblica. Le madri si sentono gravemente isolate ed incolpate se scelgono di non fare vaccinare il loro bambino durante la crescita, come raccomandato, all'inizio della scuola materna, ecc. Anche gli anziani sono costretti a sentirsi piuttosto colpevoli, quando vedono alla televisione pubblicità progettate in modo persuasivo e con stelle del cinema, se non assumono i vaccini come quelli contro l'influenza e la polmonite. Credo che quanto sopra abbia risposto collettivamente alle tue prime tre domande.


4) L.S.: Le morti degli infanti di 1 anno di età, sono diminuite nel 2013 da 205.000, dato del 1947, a 2.200. Credete che la migliore nutrizione, le migliori condizioni igieniche sviluppate nel mondo occidentale e nel Giappone, siano stati fattori chiave per questi numeri? Sono interessato a capire meglio, quale fu il ruolo svolto dai programmi di vaccinazione in tutto il mondo?

H.M.: Credo inoltre che i bambini che crescono in ambienti estremamente difficili dal punto di vista sanitario e nutrizionale, potrebbero avere una migliore probabilità di sopravvivenza attraverso i mezzi offerti dalle vaccinazioni. Gli effetti positivi possono ben superare i rischi degli effetti secondari (collaterali). Tuttavia, il Giappone come pure la maggior parte delle nazioni sviluppate nel mondo, hanno da tempo vinto l'ampia diffusione delle malattie infettive mortali. Se qualcuno sta viaggiando oltremare dove ci sono rischi predominanti di infezione epidemica, vaccinazioni contro malattie specifiche saranno necessarie. Nel Giappone come pure nel vostro Paese, non ci sono più alcune malattie infettive mortali che minacciano le nostre vite immediatamente, nella nostra vita quotidiana. La vaccinazione ha avuto un ruolo necessario soltanto quando la nostra condizione di vita molto era molto meno avanzata.


5) L.S.: Che cosa accadde nel Giappone quando l'Istituto Nazionale di Salute (o il Ministero della Salute, mi corregga se sbaglio) introdusse il vaccino MMR (contro morbillo, parotite epidemica e rosolia) nel 1989? Potete dirci perché è stato costretto a eliminarli dagli scaffali 4 anni più tardi? Che cosa può dirci delle circa 2000 persone che accusarono effetti secondari, fra i quali la meningite asettica. E poi c'è la Legge Preventiva delle vaccinazioni del 1994, con i Legislatori che decisero di riclassificare la vaccinazione: ora esse sono di routine e facoltative?

H.M.: Il nostro istituto governativo incaricato per tutelare la salute è chiamato Ministero della Sanità, del Lavoro e del Benessere. Non appena il vaccino MMR è stato introdotto nel 1989, sono stati riferiti molti seri casi di effetti collaterali che condussero alla meningite asettica. A quel tempo, la vaccinazione era obbligatoria. Ci vollero 4 anni affinchè il MHLW [sigla che sta per Ministero della Salute, Lavoro e Benessere, Ministry of Health, Labour and Welfare, ndr]riclassificasse questa vaccinazione da obbligatoria a vaccinazione di routine (per esempio facoltativa). Inoltre cessarono [la vaccinazione contro, ndr] la parotite epidemica [cioè gli orecchioni, ndr] ed attualmente l'MMR è stato cambiato in MR. La categoria di ROUTINE significa che [la vaccinazione, ndr] è gratuita (il costo è coperto dal Governo) ed anche il momento [l'età in cui si vaccina, ndr] è assegnato. Tutti i vaccini per gli infanti, compreso l'MR, sono classificati come di routine.

La categoria FACOLTATIVA si riferisce alle vaccinazioni per le quali i destinatari [cioè gli utenti del servizio sanitario giapponese, ndr] devono pagare, ad esempio quella contro l'influenza. Ovviamente né quelle di routine né quelle opzionali (facoltative) sono obbligatorie, ma molti Giapponesi, sia giovani sia anziani, sono portati a pensare che sia un obbligo pubblico assumere le vaccinazioni raccomandate sebbene la consapevolezza degli effetti secondari, come pure il reale scarso effetto rispetto a quanto annunciato al momento dell'inoculazione, stia incrementando.



6) L.S.: “i bambini stanno perdendo la loro capacità di guarire naturalmente„ avete detto a The Japan Times: non vi opponete al programma di vaccinazione, ma siete d'accordo con me se dico che la vaccinazione è soltanto uno strumento medico, che i medici possono utilizzare, ma che dovrebbero usare con molta attenzione e sarebbe meglio condurre alcuni analisi ed esami per identificare eventuali allergie, prima?

H.M.: Credo che i bambini dovrebbero essere cresciuti affinché possano sviluppare la loro propria immunizzazione, per fare fronte alle malattie infettive, esponendosi all'ambiente naturale, se la società è ben sviluppata in termini di igiene pubblica. Che cosa desidero precisare in termini di allergie, è la possibilità che molte delle allergie riscontrate attualmente, potrebbero originariamente essere causate dalla immunizzazione artificiale creata, avvenuta fra molti altri fattori quali quello dell'inquinamento ambientale, ecc


7) L.S.: Siete d'accordo con me se dico che ci sono altre linee di difesa importanti per il corpo umano, per evitare le malattie e le infezioni letali causati dal virus e dai batteri? È vero che nel passato (secolo scorso), il tasso di malattie stava cadendo anche prima dell'introduzione dei programmi di vaccinazioni?

H.M.: Ci sono effettivamente alcune malattie abbastanza letali, che devono ancora essere vinte dalla umanità, ma non credo che la vaccinazione ed il farmaco siano la migliore soluzione per la salute. L'umanità è sopravvissuta finora senza cedere alla estinzione, e deve pertanto avere alcune forze fisiche di base con cui affronta la maggior parte delle malattie. Tuttavia, devo dire che alcune popolazioni che si trovano in un ambiente difficile ed altamente avverso, necessitano della vaccinazione per diminuire l'impatto mortale che i virus hanno sulle loro condizioni fisiche sfavorevoli.


8) L.S.: Siete d'accordo con me se dico che vi sia un pericolo reale nell'approntare una campagna di vaccinazione di massa per la comunità infantile, contro un malattia con virus a RNA, perché questo genere di virus (con la struttura a RNA, come morbillo ed influenza) può cambiare più velocemente di quanto un virus a DNA faccia, cioè che un RNA può geneticamente subire una mutazione in una nuova forma più aggressiva se attaccato?

H.M.: È ovvio che il virus a RNA continui a mutare in natura senza cause esterne. Tuttavia, non sono sicura circa l'impatto esatto dei vaccini sullo [virus a, ndr] RNA.

9) L.S. Siete al corrente che alcuni ricercatori - anche qui in Italia, per esempio il dr.. Stefano Montanari e sua moglie, la d.ssa Antonietta Gatti – hanno scoperto che alcuni vaccini hanno metalli non elencati nelle loro relazioni tecniche allegate [nei loro foglietti illustrativi, chiamati volgarmente "bugiardini", ndr]? I vaccini analizzati dagli scienziati italiani (un campione di 28 di loro), avevano nano-particelle di acciaio, titanio, ferro, cromo, zinco, tungsteno, silicio, ect… I due ricercatori italiani hanno analizzato il contenuto dei 28 vaccini più ampiamente usati in Italia, con analisi di microscopia elettronica. Queste nano-particelle metalliche sono naturalmente impurità metalliche, probabilmente dovute ai processi di produzione differenti che richiedono miglioramenti e protocolli di sicurezza aggiuntivi.

H.M.: Non mi sono imbattuta sinora in questa particolare informazione. Prenderò del tempo per leggerla quando mi riprenderò dal mio viaggio attorno al mondo, da cui sono tornata appena una settimana fa.


Hiroko Mori, Ph.D.

APPROFONDIMENTI

La dottoressa Hiroko Mori ha poi concluso la sua risposta alla mia intervista dicendomi che un suo amico, con una buona padronanza della lingua inglese, l'ha gentilmente aiutata a rispondere alle mie domande, in particolare nella traduzione dall'inglese al giapponese e viceversa, essendo trascorsi oramai 25 anni dall'ultima volta che l'aveva usato durante i suoi studi.

© Luca Scantamburlo, febbraio 2017

socio Free Lance International Press (Roma)

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© L. Scantamburlo, Febr. 2017. Reproduced by permission.

 


L’universo onirico della pittrice in mostra al Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci

“La nave dei folli”, opera della pittrice Patrizia Comand, è la nuova proposta espositiva visibile al Labirinto della Masone di Fontanellato, fino al 19 marzo, in concomitanza con la riapertura della struttura dopo la pausa invernale. Esposto l’omonimo dipinto considerato capolavoro della pittrice milanese, insieme ai numerosi disegni preparatori, ispirato all’opera quattrocentesca scritta da Sebastian Brant, in originale "Das Narrenschift", alle cui illustrazioni aveva collaborato un giovane Albrecht Dürer. Questa pittorica “Nave dei folli”, di ben nove metri di lunghezza, realizzata dalla Comand è testimonianza diretta della raggiunta maturità creativa dell’artista che riesce a comporre un universo visivo e narrativo originale e autonomo, dove fluttuano o danzano figure allegoriche, dai chiari rimandi simbolici Patrizia Comand rivolti sia al poema di Brant sia alla nostra attualità. Nella sua produzione la Comand ha sempre mostrato di prediligere sequenze tematiche, volte ad una narrazione visiva. Accanto, si evidenzia la padronanza della tecnica pittorica e la capacità di applicarla al pensiero, utilizzando suggestioni visive ed emozionali, fino a rendere piacevole ed allusiva quella sua interpretazione del mondo e delle cose che altri non è se non metafora della condizione umana. Abilità formale e fantasia stanno alla base di questo suo percorso che ha trovato nella “Nave dei folli” una ideale interpretazione.

La mostra occupa una delle sale della Corte Centrale, la sala Calvino, affacciata sulla piazza nel cuore del labirinto di bambù, nella quale è stata allestita  35la scenografica biblioteca progettata nel 1827 dall’architetto bresciano Rodolfo Vantini, recente acquisizione della Collezione Franco Maria Ricci. E’ corredata da un catalogo, stampato da Franco Maria Ricci, con testi di Philippe Daverio e Giovanni Mariotti, affiancati da numerose immagini che illustrano l’opera e la sua genesi. Nata a Corbetta in provincia di Milano, dopo il Liceo Artistico, Patrizia Comand si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove frequenta i corsi di Usellini, Ballo, Marchese e Ilario Rossi e si diploma nel 1972. La sua prima mostra risale al 1974. Un lungo soggiorno in Centro America influenzerà la sua pittura portandola a mutare l’interpretazione della luce e dei colori. 

February 10, 2017

Avvocati, criminalità organizzata e…un gatto nel bidet

È andato in scena al Teatro Tordinona di Roma, dal 31 gennaio al 5 febbraio, lo spettacolo Il gatto nel bidet, vincitore nella sezione Miglior Spettacolo nell’ambito del Festival di Drammaturgia Italiana “Schegge d'autore 2015”, scritto da Gioacchino Spinozzi e Sara Calanna, diretto dalla stessa Calanna che è anche una degli interpreti insieme a Tiziano Floreani, Alessandro Eramo e Armando Puccio.

16426176 1408715602480486 9222274681917138848 nUn “noir (il)legale a tinte pastello”, come è stato definito dagli stessi autori, esilarante, tra colpi di scena e battute ricche di humor…nero.

Sul palco una coppia di intraprendenti quanto stravaganti avvocati: Domenica, donna iperattiva che divide la sua giornata affollata tra impegni professionali e doveri di mamma esageratamente ansiosa e sbadata; Piergiorgio, marito egocentrico, inconcludente e insoddisfatto, nonché avvocato in cerca di affermazione.

Per dare una svolta alla sua carriera, Piergiorgio accetta un caso che si rivelerà assai rischioso: dovrà farsi carico della consegna di un dipinto di Kandinsky, ambito da un pericoloso boss della malavita. A complicare la situazione ci si mette Domenica che, all’oscuro di tutto, trova in casa la preziosa tela, oggetto del contendere, e pensa bene di poterla riciclare per fare in modo che la figlia vinca un premio scolastico per piccoli artisti.

La vicenda si snoda in una serie di equivoci e paradossi, situazioni più o meno prevedibili, ma sempre spassose nella loro tragicomicità. Una commedia brillante che, con buona dose di ironia e leggerezza, garantisce risate rilassate grazie alla struttura comica di un testo efficace e dinamico.

La storia procede con ritmi serrati, caratteristica principale del testo, reso bene da un gruppo di attori affiatati che gestiscono sapientemente la scena, delineando personaggi comici e ben caratterizzati. La regia è attenta, scrupolosa e ben congegnata. Consigliato per trascorrere una piacevole serata.

Vinexpo 17Martedì 7 febbraio è stata presentata alla stampa italiana la prossima edizione del Salone francese The World of Wine & Spirits che si svolgerà nei giorni dal 18 al 21 Giugno.

“Un concentrato di novità aspetta gli operatori del settore durante i 4 giorni ritmati da appuntamenti d’affari”.

A presentare l’Evento Guillaume Deglise Direttore Generale di Vinexpo che, in un perfetto italiano viziato solo dalla inevitabile cadenza francese, ha illustrato le novità 2017 del Salone.

Decisamente Internazionale.

2.000 espositori provenienti da circa 40 Paesi che proporranno la ricchezza e la varietà dei vini e dei distillati del mondo.

Affiancheranno gli espositori francesi marche di vini e distillati provenienti da Croazia, Cile, Austria, Argentina, Germania, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, tanto per citarne alcuni e i sempre presenti Georgia, Libano e Russia.

Ultimi ma non ultimi due paesi vitivinicoli di affermata importanza come l’Italia e la Spagna.

L’Italia da sempre svolge un ruolo rilevante e considerevole nell’ambito del Vinexpo con la presenza di diversi Consorzi maggiormente rappresentativi della produzione nazionale. Tra l’altro nel recente Vinexpo Hong Kong che ha avuto luogo nella città cinese nel 2016 è stata proprio l’Italia con i suoi vini a ricoprire il ruolo di Ospite d’Onore.

La Spagna, nella prossima edizione di Bordeaux, sarà il Paese che ricoprirà il ruolo di riferimento come Paese Ospite con la presenza “delle principali denominazioni d’origine, nell’ambito delle SAM 5662partecipazioni collettive o stand dell’ICEX. Numerose aziende esporranno come ogni anno con il proprio stand, ad esempio Araex, Marqués de Riscal o Garcia Carrion, che hanno scelto proprio Vinexpo per sviluppare le proprie vendite internazionali”.

Domenica 18 Giugno la Cité du Vin aprirà eccezionalmente il suo belvedere per proporre una degustazione di vini spagnoli.

Ci sarà anche A Taste of Spain che riunirà nel centro di Bordeaux, in una serata esclusiva in onore dell’ospite d’onore un centinaio di Bodegas e piatti spagnoli preparati da 10 tra i più celebri Chef selezionati da Ferran Adrià e José Andrés.

Vinexpo non come Salone di solo vini di produzione nazionale ma vetrina del Vino e Distillati aperta al Mondo.

Un Salone orientato al Business

“Saranno riproposti i One to Wine Meetings la cui efficacia è stata accolta favorevolmente dagli espositori di Vinexpo Bordeaux edizione 2015 e Vinexpo Hong Kong 2016”

Ma la vera novità 2017 nell’ambito del Business sarà Hosted Buyers, l’invito esteso a 200 nuovi compratori internazionali, rappresentativi di una distribuzione in piena evoluzione, di grande levatura.

“Presteremo particolare attenzione anche nei riguardi di aziende vinicole di dimensioni più limitate con soluzioni espositive flessibili”. Insomma, a dirla con Guillaume Deglise “pari opportunità per tutti”. E non è poco.

WOW

Non come piacevole meraviglia ma come acronimo di World of Organic Wines. Uno spazio interamente dedicato ai vini biologici e biodinamici, circa 200 produttori, che richiamerà e coivolgerà anche quegli operatori che sono sempre alla ricerca di vini e vignaioli cosidetti artigianali. Il tutto supportato da conferenze e tavole rotonde afferenti le tematiche di riferimento. Non solo. Sarà presente un angolo di ristorazione completamente BIO.

SAM 5660

Guillaume Deglise, Direttore Generale di Vinexpo (a sin.)
con Urano Cupisti

Academy Vinexpo

“Ad animare questa edizione si svolgeranno conferenze e degustazioni, eventi collaterali che riuniranno i maggiori esperti del settore vitivinicolo e i talenti emergenti””.

Les Vinexperiences

Poiché il Vinexpo, da sempre, è un evento non aperto al pubblico ma solo agli operatori del settore, alcuni eventi collaterali verranno organizzati nel centro storico alla scoperta di luoghi emblematici e dei vini del mondo. Insomma non tralasciare niente. Coinvolgere anche i turisti che si troveranno, per caso o per scelta, a visitare Bordeaux in quei giorni.

The Blend

Cos’è? La serata ufficiale di Vinexpo che in questa edizione si svolgerà presso il Palazzo della Borsa, nel centro storico di Bordeaux. Un contesto conviviale e rilassato dove i partecipanti si potranno ritrovare degustando una selezione originale di vini, champagne, distillati.

Vinexpo Bordeaux: DNA decisamente internazionale

1816- 2016 Alle Scuderie del Quirinale a Roma si celebra il bicentenario di un grande ritorno

 

Quando un’opera d’arte è ultimata, nasce al mondo come un individuo e, come tale, è soggetta alle vicissitudini di un’esistenza, forse non comune, ma condivisa.

Nasce, almeno nel passato, da un rapporto più o meno amoroso tra artista e committente. Poi, come tutti, segue un destino che non dipende da lei, ma dal capriccio della storia e delle passioni umane.

Alle Scuderie del Quirinale è in corso, fino al 12 marzo 2017, la mostra Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova. Nel 1796 Napoleone sogna di raccogliere e concentrare le opere d’arte più importanti al mondo in un solo museo a Parigi, al Louvre. Comincia così l’incubo delle città italiane e dello Stato Pontificio, che si vedono strappare capolavori che, da secoli, formavano l’identità di un territorio, come parti vitali costitutive di un organismo.

L’istituzione museo nasce, fin dall’antichità, come luogo identitario di raccolta della bellezza e della memoria. Attraverso le storie che racconta, esplica la sua funzione educativa.

Fin dall’antichità, il successo di un’impresa bellica è quantificata, espressa e comunicata dal bottino di guerra, trasferito, con processione trionfale, dalla patria del vinto a quella del vincitore.

La realizzazione di un museo universale è un sogno e i sogni non sono eterni. Nel 1816 la Restaurazione sancisce la fine del sogno napoleonico.

Un’altra figura eroica si impone all’orizzonte, è quella dell’artista veneziano Antonio Canova. Con lui, gran parte delle opere trafugate da Napoleone, percorrono in senso contrario il cammino dell’allontanamento, in un emozionante, commosso ritorno.

In realtà la mostra rievoca, in parte, proprio il sogno di Napoleone, raggruppando in un solo luogo un’abbuffata di capolavori, da Raffaello a Canova, dall’antichità delle sculture romane al XIX secolo.

Le grandi pale d’altare si susseguono con ritmo incalzante. Fissate a pochi centimetri dal pavimento, costringono lo spettatore a rimbalzare qua e là, avanti e indietro, in uno spazio relativamente ridotto, cercando di sfuggire a un’illuminazione inclemente. Quest’ultima è addirittura deturpante nel caso del magnifico dipinto di Raffaello, che raffigura Leone X Medici con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi. Sembra di poter carezzare le ricche e soffici stoffe, prendere la lente dalle mani del papa e sfogliare il prezioso libro, apparecchiato sul tavolo, accanto al campanello d’argento cesellato d’oro.

Avevano preso la strada di Parigi anche il gruppo marmoreo del Laocoonte e l’Apollo del Belvedere dei Musei Vaticani, collezionate da Giulio II agli inizi del ‘500, prime ad entrare nelle raccolte papali. Per riempire il vuoto straziante, non solo fisico, ma soprattutto spirituale, Antonio Canova aveva scolpito il Perseo e i Pugilatori, tutt’ora esposti nel Cortile Ottagono, in contiguità con le ritornate statue antiche che avevano dovuto sostituire.

Ma la mostra può riportarci anche all’oggi, al pensiero delle opere vendute, trafugate e distrutte per via della guerra e del terrorismo.

Dolorosamente vicini a noi, fisicamente e psicologicamente, i disastri degli eventi sismici.

Chi è o chi sarà l’Antonio Canova di oggi? Forse tutti noi, condividendo il dramma di persone e cose, ricostruendo la nostra identità.

 

Il Museo Universale - Dal sogno di Napoleone a Canova
16 dicembre 2016- 12 marzo 2017
Roma, Scuderie del Quirinale
Orari: Domenica – giovedì dalle 10.00 alle 20.00; Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30     
Ingresso: Intero € 12,00 - Ridotto € 9,50
Info:    Tel. +39.06.39967500 - www.scuderiequirinale.it

February 06, 2017

L'italiano, nato come lingua “volgare”, assunse dignità letteraria quando divenne lo strumento di espressione dell'élite politico-culturale; le attuali oligarchie finanziarie, invece, hanno imposto il modello del profitto a tutti i costi e il paradigma “vincente” dell'anti-cultura.

 

La lettera recentemente inviata al governo da 600 docenti universitari, in cui si osserva che gli studenti commettono “errori appena tollerabili in terza elementare”, potrebbe essere un interessante spunto di riflessione sui cambiamenti sociali in atto negli ultimi decenni. La necessità della scolarizzazione di massa è un'istanza affermata con successo, negli anni '60 e '70, da movimenti che lottavano, oltre che per la giustizia sociale, per il diritto all'accesso alla conoscenza, contro le discriminazioni economiche e sociali della scuola classista. È una delle poche eredità sopravvissute che hanno lasciato le utopie di sinistra del secolo scorso: Ernesto Che Guevara considerava l'istruzione una componente indispensabile del progetto rivoluzionario. Per i movimenti studenteschi, quindi, il sapere, la cultura erano un diritto fondamentale, in quanto basi imprescindibili dell'autosufficienza intellettuale ed etica dell'individuo, quindi, fattori di emancipazione dai meccanismi alienanti e oppressivi della società capitalistica. Contro questi ultimi nulla si può fare se gli oppressi non elaborano un progetto di vero progresso.

Inoltre, da un punto di vista più strettamente materiale, nell'immaginario collettivo dei decenni passati un titolo di studio più elevato avrebbe permesso di cercare lavori più remunerativi e meno usuranti, ma negli ultimi quindici anni questa motivazione è venuta meno. Contestualmente, i media più seguiti (e più potenti) hanno contribuito ad affermare il modello del profitto a ogni costo, che ha tra le sue caratteristiche principali l'opposizione manichea tra i perdenti, esclusi dal “mercato globale” e tenuti ai margini della società a prescindere da ciò che sanno o sanno fare, e i vincenti, che per essere e mantenersi tali possono limitarsi a sostenere efficacemente le forme di competizione demenziali che dilagano nel “mondo del lavoro”, anche facendosi portatori di messaggi anti-culturali. A tutto ciò fa specchio una classe politica che esalta le “tre I” (Inglese, Informatica, Impresa) o parla di rottamazione liquidando come un ferro vecchio la totalità della cultura politica pregressa, invece di considerarla una base su cui fondare un vero cambiamento. Questa ossessione di opporre nell'immediato un “nuovo” al “vecchio” impedisce (o almeno rende più difficile) una riflessione che permetta di distinguere tra autentica evoluzione e falso progresso. Quanto all'uso dell'italiano, per tornare allo spunto di partenza, l'élite politica sia di maggioranza, sia di opposizione, con poche eccezioni, non offre di certo esempi edificanti.

Praticando la “religione” del profitto a qualsiasi costo, peraltro, poco importa che si si tragga guadagno dall'economia legale o dal crimine organizzato, anche perché entrambi, con le dovute differenze di forma, non disdegnano metodi oppressivi e violenti. Basti pensare, a titolo di esempio, all'atteggiamento dell'Unione Europea di fronte alla crisi economica in Grecia, culla della civiltà, e, a breve distanza, la facilità con cui Bruxelles ha sborsato sei miliardi di euro a una Turchia in piena deriva autoritaria, o al peso dell'Azerbaigian nel Consiglio d'Europa (http://www.corriere.it/cronache/17_gennaio_30/consiglio-d-europa-caso-azerbaijan-regali-milioni-2cbc0b5e-e66b-11e6-84c1-08780d9999f1.shtml). In questo panorama, la scuola offre un modello che contrasta con quelli presentati come vincenti dai media e dal tipo di relazioni sociali che si è venuto affermando negli ultimi decenni, in particolare dagli anni '80. Un motivo in più per bambini e adolescenti (le cui famiglie sono spesso troppo occupate a sopravvivere al tritacarne del “mercato del lavoro”) per considerare lo studio, persino quello della lingua italiana, come un dovere imposto, anziché come un diritto. A scuola si deve insegnare la legalità, l'importanza della democrazia, del diritto e della costituzione, la responsabilità nei confronti della collettività, ma nello stesso tempo si chiede alle istituzioni scolastiche di “preparare” al “mondo del lavoro” (sarebbe lecito chiedersi quale lavoro si intenda, perché ogni lavoro ha i suoi meccanismi di funzionamento). Terminate le lezioni, si accende il televisore e si assiste con troppa frequenza al trionfo della violenza, del pensiero unico e dell'interesse particolare. Cosa può essere dunque la scuola nel capitalismo globalizzato che, dopo aver rinunciato alla servitù delle colonie, ha imposto nuove forme di schiavitù interna? Questione di scelta.

XIV edizione dell’Anteprima Amarone promossa dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella. Vendemmia 2013, l’Amarone che ti aspetti dopo la divergenza climatica, stress idrico e la fase di maturazione con alti valori termici. Riporto subito il giudizio: annata di qualità che è riuscita ad arrivare all’ottimo con il finale di stagione ma non all’eccellenza. Vendemmia a 4 stelle.

I risultati finali hanno decretato il successo dell’Evento: 2.800 presenze in tre giorni di cui 2.000 nella sola giornata di Domenica, 235 giornalisti del settore con tanta partecipazione estera proveniente da 16 Paesi stranieri. Numeri che danno l’idea dell’impatto mediatico di questo evento.

L’Osservatorio Vini Valpolicella, ha presentato il punto sull’export e sul mercato interno. La vocazione all’export, consolidatasi nel tempo, risulta confermata con un aumento del 3% sui dati dell’anno precedente e accrescimento del 5% del giro d’affari sempre rispetto al 2015. “Il sistema Amarone tiene”.

DSCN0001L’export rappresenta il 65% del prodotto imbottigliato verso mercati consolidati come Germania (18%), Usa (11%), Svizzera (11%) e a seguire Gran Bretagna, Canada mentre quelli asiatici risultano ancora in affanno. Questi ultimi insieme al mercato italiano ancora stabile e non in crescita pagano dazio perché, pur essendo un vino eccellente e conosciuto, richiede una spiegazione, un racconto.

Verona, Palazzo della Gran Guardia. 78 Aziende provenienti da tutte le zone vinicole della Valpolicella a presentare la loro annata 2013 e permettere di confrontarla con annate selezionate e ritenute storiche per capirne e apprezzarne l’evoluzione.

Come linea guida all’Assaggio l’Interessante rispondenza uscita dal documento finale redatto dalla Commissione di Degustazione interna al Consorzio che ha riscontrato una grande eleganza fruttata nei vini provenienti dalle zone vinicole di Mezzane, Illasi e Cazzano e una prepotente eleganza e potenza in quelli di Negrar. Mentre i vini della vallata di Fumane sono risultati contraddistinti da delicatezza olfattiva ed equilibrio gustativo. Quelli di San Pietro in Cariano con note marcate di confettura.

Il profilo di questo vino, in generale, è il risultato del contesto climatico, delle espressioni territoriali (Mezzane, Illasi, Cazzano, Negrar, Fumane, San Pietro in Caiano ed infine Valpantena) e dalla stilistica aziendale. Concordo con chi afferma che è un vino “unico” dovuto alla sua “nascita” da vitigni autoctoni (principalmente Corvina e Corvinone, Rondinella, Molinara, Oseleta), “crescita” in un ambiente pedoclimatico irripetibile a cui si aggiunge la fase di “appassimento” che in queste varietà autoctone porta alla sintesi di composti non presenti nelle uve fresche. Ne consegue che l’Amarone è il risultato dell’influenza reciproca tra vitigni ed ecosistema ai quali si associa la tecnica di appassimento senza eguali altrove.

Per la vendemmia 2013 niente di diverso dalle linee generali riscontrate nelle ultime vendemmie precedenti: ottima intensità colorante valida per tutti i campioni oggetto di assaggio, alcolicità e acidità altrettanto ben presenti. Naso e palato altalenante a seconda della zona: eleganza e potenza per alcuni, delicatezza per altri. Territori dell’est, centro ed ovest Valpolicella a confronto in un susseguirsi di realtà diverse e diversificate.

Riporto la degustazione di sei campioni che hanno ben impressionato rappresentanti di aree vitivinicole diverse:

  • Accordini Igino, Le Bessole 2013. San Pietro in Cariano. È sceso nel bevante con un manto intenso rilasciando morbidezze sulle pareti. Archi fitti e copiosi ruota con notevole consistenza. Al naso il frutto arriva in verticale per poi aprirsi sugli speziati con un sottile filo balsamico. Al palato buona la freschezza e sapidità in equilibrio con il residuo zuccherino, l’alcolicità e iDSCN0015 polialcoli. Tannini generosi e un finale con retrolfattivi fruttati.

  • Corte Sant’Alda, vendemmia 2013, Mezzane Un Amarone diverso dal primo. In evidenza la dolcezza vellutata come espressione di eleganza. L’esuberanza alcolica in equilibrio con una acidità ben in evidenza. Persistente

  • La Dama, Classico 2013, Negrar Nero con lampi rubino. Consistente nel ruotare. Naso con notevole impianto olfattivo. Ridondante di fruttati per poi aprire sugli speziati e balsamici. Tannini giovanissimi in un contesto dolce.

  • Ilatium, Campo Leòn, Illasi. Devo dire che questo Amarone mi ha piacevolmente sorpreso. Impenetrabile, si è presentato con intense sensazioni di frutta rossa. Un mix di speziati con soffio balsamico. Robusto al palato e ben articolato tra morbidezze e durezze. Equilibrato. Ritorni fruttati

  • Secondo Marco, Classico 2013, Fumane Buon Sangue non mente. Quinta generazione Speri. “Quando prosegui una tradizione di famiglia, da una parte c’è il timore di cambiare, dall’altra la voglia di fare qualcosa di nuovo, lasciare l’impronta”. E l’impronta l’ha lasciata. Rubino cupo molto concentrato. Ruota con insistenza nel bevante. Al nato le nuances della provenienza territoriale. Delicatezza olfattiva ed equilibrio gustativo. Uno dei campioni che ho apprezzato maggiormente. Fruttato su amarene, speziati su vaniglie, note balsamiche diffuse. Al palato replica dell’olfattivo. Freschezza e sapidità che sposano alcolicità, residuo zuccherino e i polialcoli diffusi. Trama tacnica con un grande avvenire. Lunga persistenza. Lunga vita a questo Amarone

  • Bennati, vendemmia 2013, Cazzano di Tramigna. La confettura “da tagliare a pezzettoni”. Così recitava una nota pubblicità di confetture di frutta di alcuni anni fa. E la frutta la senti in questo campione. Non solo frutta ma anche spezie scure e vaniglie con effusi balsamici. Al Palato molto espressivo, con una acidità che stempera l’alcolicità.

Gli assaggi dell’Amarone sono diversi. Hanno sempre bisogno di una spiegazione e di un racconto!

Dal 26 al 29 gennaio si è tenuta l’edizione invernale di Altaroma 2017, piattaforma riconosciuta a livello nazionale e internazionale per la ricerca e la promozione dei nuovi fashion designers   del made in Italy, ma anche occasione per incontrare la sofisticata ed superba altamoda di stilisti icone come Balestra e Guillermo Mariotto per Gattinoni o partecipare ad eventi come l’apertura della boutique romana di Chiara Boni.

Il programma della manifestazione è stato diviso in tre sezioni: Fashion Hub, dedicata allo scouting, formazione e promozione della creatività emergente; Atelier, contenitore di sfilate e presentazioni di maison di couture, neo-couture, piccoli atelier, sartorie e artigianalità; In Town, destinata a iniziative e attività connesse alla moda che colgono questa occasione per promuoversi.

La maggioranza degli happening si è svolta presso il nuovo headquarter di questa edizione: il Guido Reni District, area unica nel suo genere situata all’interno delle ex – caserme Guidi Reni. Diversi importanti eventi delle quattro giornate si sono svolti in diverse zone della città.

Il 26 sera si è tenuto il Grand Opening presso l’headquarter dove in tre diversi spazi espositivi si potevano visitare tre mostre:

Artisanal Intelligence, progetto proprio di Altaroma, che questa volta presenta “Studio”, il luogo di lavoro dell’artista e dell’artigiano, ovvero dove si materializza il pensiero creativo. Gli arazzi di Enrico Accatino e Alberto Di Fabio, le borse di Magrì e Forms Studio, le scarpe di Aletheia Milano, gli abiti di giovani stilisti.

Esposizione delle collezioni F/W 17-18 dei designer proveniente dall’ultima edizione di “Who is on next?”, progetto di scouting ideato e realizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia.

The secret of couture, progetto nato da un idea di Silvia Venturini Fendi e realizzato da Altaroma, in cui un video, realizzato dal famoso fotografo americano Jeff Bark, fa da sfondo agli abiti esposti di quattro couturier (Hussein Bazaza, Antonio Grimaldi, Krikpr Jabotian, Aouadi Paris).

Fashion Hub

Greta Boldini (sfilata F/W 17-18): marchio d’alta sartoria che nasce a Roma nel 2011 dall’esperienza di due giovani designer, Alexander Flagella e Michela Musco; dal 2016 l’egida creativa è affidata esclusivamente ad Alexander. La collezione, che si ispira gli anni ’40, si intitola “Come Falene” con la donna rappresentata come una falena che non ha paura di cimentarsi nella vita; gonne plissettate, abito che sfiorano la caviglia, capispalla rubato al guardaroba maschile e un’interessante rivisitazione della giacca Barbour trasformata in funzione sartoriale. Viscose, sete, tulle ricamati, crepe de chine, pizzi, chiffon e organze: questi tessuti.

Marianna Cimini (sfilata F/W 17-18): fashion designer formatasi presso Max Mara, Fay e Miroglio. La collezione si intitola “La teoria del Bamboo”, dove l’esile e tenace arbusto la fa da padrone nelle fantasie disegnate sui diversi abiti e capispalla; i colori vanno dal bordeax al blu cina e al verde, mentre i tessuti sono velluti, cotoni e nylon; forme essenziali addolcite da nastri, fiocchi, rouches, impunture e nervature lungo i busti del bamboo.

Istituto Europeo di Design: in quarant’anni di storia l’IED di Roma ha formato migliaia di creativi in diverse discipline tra cui la moda; nello spazio espositivo, presso il MAXXI, intitolato “This is IED!”, gli studenti in squadra, al computer e circondati da campioni di tessuti, mostravano come trasformare le loro ispirazioni in prodotti di successo.

Brognano (sfilata F/W 17-18) :giovanissimo stilista calabrese, formatosi presso le maison Giambattista Valli e Dolce & Gabbana, vincitore della categoria pret-a-porter di “Who is on next?” 2016; la collezione si ispira agli anni ’80 e propone una donna che attinge ad abiti e capi maschili su cui appaiono maxi fibie gioiello; abiti lunghi e minigonne, pantaloni over e silhouette; colori accesi dal rosso al viola, al fucsia, al glicine; i tessuti : pizzi, georgette, devoré di velluto si accostano a tessuti tecnici, nylon, vernice e eco pelliccia.

Portugal Fashion (sfilata F/W 17-18): tre stilisti portoghesi già operanti da diversi anni con loro produzioni. Pè de Chumbo: pizzo e dettagli lurex per il tema party, mix di colori a righe su tute in maglia per i look più casual . Estelita Mendoca: uomo con materiali riciclati (vecchie coperte, sacchi a pelo, scarti di cotone). Susana Bettencourt: collezione “we are art”, ispirata al parco giochi per adulti; disegni geometrici su capi in maglia.

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 Accademia Koefia

Accademia Koefia: nelle varie stanze dell’Accademia vi erano studenti che svolgevano diversi tipi di esercitazioni; dalla tessitura su telai da tavolo alla realizzazione di modelli in carta su manichino o su stoffa; contemporaneamente alcune modelle sfilavano con abiti realizzati dagli allievi.

New designer at Coin Excelsior: presso il noto Department store si possono ammirare le creazioni di due stilisti: Giannico (Nicolò Beretta) e Noka’oi. Giannico, marchio nato nel 2013 per la produzione di calzature e già affermatosi a livello internazionale (Lady gaga ha indossato sue crezioni già nel 2015); viene mostrata la collezione S/S 2017 caratterizzata da sandali e décollettée con colori forti (zafferano, verde smeraldo , azzurro cielo) e mixando tra di loro camosci verniciati, nappe, plexy e pelli laminati; cristalli swarowsky, pietre e paillettes impreziosiscono tomaie e tacchi. Noka’oi, marchio di activewear che trova radici nella pratica dello yoga, presenta collezione pre-fall 2017: maglie in velluto e microfibra tecnica, pantoloni bianchi della tuta con applicazioni di perle in vetro di Murano, cappotti dalla silhouette ampia con cuciture a contrasto e forti dettagli in metallo.

Melampo (sfiilata F/W 17- 18): Melampo, ovvero Lulu’ ed Anna Poletti tra il 2013 e il 2014 realizzano un loro sogno ridando vita ad un marchio di berretti che apparteneva alla storia della loro famiglia per trasformarlo in un nuovo brand di total look. Alla base della collezione il contrasto tra un sopra strutturato, solitamente una camicia, e un sotto fluido. Il cotone maschile è accostato alla mussola di seta, la lana tartan al pizzo chantilly,il velluto delavè al tessuto tappezzeria. Colli vittoriani e dettagli edoardiani si mescolano con il barocco spagnolo egli animali mitologici delle chiese gotiche francesi.

Accademia Di Costume e Moda (sfilata F/W 17-18) : quindici neo designers del’accademia hanno sfilato con le loro collezioni donna, uomo ed accessori. Si spazia dal pret –a-porter degli undergraduated all’alta moda per vestiti ed accessori dei postgraduated con soluzioni che competono ampiamente con gli stilisti universalmente noti ed apprezzati.

Atelier

Renato Balestra (sfilata S/S 2017): è il risveglio della primavera , il tema della collezione , con i suoi glicine, rosa delicato, verde e celeste acquamarina. La sfilata si apre con un abito in tulle

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 Balestra

drappeggiato arcobaleno. Le giacche e gli da cocktail e da gran sera sono ornati da fiori, piccoli ventagli di plissè in taffettas e chiffon. Infine l’abito da sposa in candido mikado e pizzo chantilly. Al termine della sfilata lo stilista viene premiato dalla sindaca Raggi con la medaglia per il Natale di Roma 2017, coniata in occasione del sessantesimo anniversario del gemellaggio Roma/Parigi. Balestra ringrazia e chiede maggiore attenzione per l’alta moda romana.

Gattinoni (sfilata S/S 17) : la splendida antica dimora del Papa San PIO V è l’ideale cornice per ambientare questa sfilata ; la passerella è stata trasformata in un giardino incantato,meta dei sogni ma anche degli incubi di tante acerbe adolescenti e sfila infatti per la prima volta Zoe SinopolI, 14 anni ,nipote del celebre direttore d’orchestra. Mariotto, celebre stilista della maison, trasforma il classico pigiama a righe in un capolavoro d’alta moda in organza di seta con quattromilaottocento punti smock dall’effetto matelassè. Camicie over in organza si indossano con gonne a pieghe unite tra di loro con piccoli fiocchi. Per la modella Vanessa Hessler, un vestito principesco dipinto a mano con coda lunga cinque metri; i colori sono le diverse nuances del rosa, azzurro polvere, verde salvia, grigio perla, lampone, ma anche nero come il chiodo in piume di gallo, struzzo e pernice, indossato su una culotte, omaggio a Beyoncè, grande fan dello stile Gattinoni. Nel parterre Massimo Giletti, Marta Flavi; Gloria Guida, Carmen Lasorella.

Rani Zakhem (sfilata S/S 17): la collezione dello stilista libanese si ispira al jet-set degli anni’70 ed ’80 ed in particolare alla cantante Dalida, a Bianca Jagger, agli outfit per una festa allo STUDIO 54. Ecco sfilare le jumpsuit, gli abiti scollati all’americana, con fasce che cingono il collo e lasciano la schiena scoperta, impreziosite da ricchi ricami in pietre e cristalli; poi i mini abiti da cocktail, le maniche a pipistrello, gli abiti a sirena con le scollature asimmetriche, impreziositi da ricami floreali. Infine l’abito da gran sera beige ed oro con effetto nudo scintillante. Contrasti tra lucido ed opaco per i tessuti mentre i colori vanno dal lilla al giallo, al verde, al rosa al blu ed al rosso carminio.

Sabrina Persichino (sfilata S/S 2017) : la fonte di ispirazione per questa collezione è la jaali, una pietra perforata a mo’ di griglia che consente la visione in una sola direzione. Dall’intaglio di questa pietra parte la creazione di un macramè geometrico che diventa l’elemento di forza negli abiti bianchi e lineari proposti. Altri tessuti sono in filigrana d’oro o un intreccio di fili in resina ritorti che crea un elegante effetto di struttura traforata; fessure ed intarsi sulle pelli color olio; il nero unito all’oro vivacizza gli outfit da giorno, da cocktail e da gran sera.

Camillo Bona (sfilata S/S 2017): lo stilista reinterpreta e propone l’eleganza e lo stile dell’alta moda italiana ai tempi della Dolce Vita attraverso il lavoro certosino che vuole solo il fatto a mano. Trenta i capi di finissima fattura dove il colore dominante, il bianco, si mischia al rosa, al giallo, al verde acqua, celeste. La collezione è dominata dai plissè, dai lini leggerissimi lavorati con lane, da chiffon e raffia. Perle, coralli e pietre dure compongono preziosi collarini da cui scendono cascate delle stesse pietre.

Nino Lettieri (sfilata S/S 2017): lo stilista si lascia trascinare da fascino per le figure geometriche che aveva fin da ragazzo e le riproduce su chiffon, organza e satin. Ne nasce un divertente e raffinato gioco di sovrapposizioni di righe, pois, fasce, quadrati e rettangoli. Quaranta sono gli outfit esibiti in passerella dai colori che vanno dal bianco – nero,al rosso corallo, al giallo intenso, con svariate sovrapposizioni di tessuti trasparenti. Kaftani, pantaloni, tute, giubbotti e soprabiti con ricami di paillettes. Per la sera abiti lunghi con pietre e delicate piume. L’abito da sposa è un candido kaftano di organza a righe e chiffon a pois che si sovrappongono. Le calzature sono di Albano.

Arnoldo Battois (sfilata F/W 17-18) : Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois in questa collezione richiamano suggestioni glamour dal sapore vintage. Le silhouette sono allungate ed avvolgenti, la schiena è definita da volumi importanti, le spalle partono piccole e rotonde e a sorpresa si innestano maniche molto ampie. Scimmie, fenicotteri e dettagli architettonici di edifici veneziani diventano paesaggi grafici stampati sui tessuti. Lane double, panni ammorbiditi dai toni pastello si intrecciano a satin e cotoni neri, alternati a pelliccia in lurex nero che attraversa i capispalla e diventa dettaglio in altri capi.

In Town

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 Persechino

Chiara Boni: La Petite Robe –Inaugurazione Boutique : Chiara Boni, stilista fin dai primi anni ’70,inaugura la sua seconda boutique in Italia, a Roma, nella prestigiosa Via del Babuino. Dalla sua esperienza nasce nel 2007 il pocket chic de la Petite Robe; capi realizzati in tessuti stretch innovativi,progettati per una donna dinamica, continuamente in viaggio. Abiti di elegante praticità, ideali per essere riposti in valigia perche non necessitano di stiratura. Nel 2009, la collaborazione con un nuovo partner lancia La Petite Robe su nuovi canali di distribuzione internazionali ed ottiene consensi e visibilità nei maggiori Department Stores e Specialty Stores statunitensi. All’inaugurazione della nuova boutique avvenuta durante Altaroma hanno partecipato tra gli altri Nancy Brilli, Laura Lattuada, Irene Ferri, Giovanna Melandri, Mirta Merlino e Marco Tardelli.


Filippo La Terza Arte: dieci opere di pittori universalmente noti ispirano le 10 creazioni di Alta Moda dello stilista Filippo Laterza; veri e propri capolavori sartoriali dove rivivono i mondi immateriali,affascinanti e magici di Sonia Delaunay, Georgia O’ Keeffe, Tamara De Lempicka, Yayoi Kusama, Henri Matisse, Lucio Fontana, Kazimir Malevic, Gustav Klimt, Yves Klein, Vincent Van Gogh. Location della performance è la Galleria Marchetti nella mitica via Margutta, da sempre luogo di residenza privilegiato per artisti, donne e uomini di cultura.

Giuseppe Penone - Matrice: Penone è uno dei più grandi scultori viventi. Questa mostra è un progetto della maison Fendi che continuamente si impegna a sostenere l’eccellenza e la cultura del made In Italy. Sono esposte 15 istallazioni: una selezione di opere storiche assieme ad altre realizzate proprio per questa occasione. Il Palazzo della Civiltà Italiana è la speciale location e le opere sono in dialogo con gli spazi del palazzo, creando una contrapposizione tra la geometria precisa e gli elementi marmorei dell’edificio e il senso della materia e della forma come entità vive ed organiche.L’opera ‘Matrice’, che da il nome alla mostra, è una spettacolare istallazione lunga 30 metri; consta di un tronco d’abete tagliato e scavato in cui è incastonata una forma di bronzo che sembra congelare il flusso della vita dell’albero,

"La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone...", è quanto detto da Papa Francesco che ha ispirato la creazione di questo nuovo sito: pensato e realizzato in modo da renderne accessibili i contenuti al maggior numero di utenti.

Presso la Sala Stampa della Santa Sede è stato presentato il nuovo sito web dei Musei Vaticani.

Sono intervenuti: S.E. Mons. Fernando Vergez Alzaga, L.C., Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Direttore della Direzione delle Telecomunicazioni; Rev.mo Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la comunicazione; Dott.ssa Barbara Jatta, Direttrice dei Musei Vaticani.

La struttura del portale infatti, guida il pubblico visitatore, prima, durante e dopo la visita con nuove e riformulate informazioni, risulta semplice ma al contempo elegante e sofisticato, accattivante facilmente accessibile e navigabile da qualsiasi dispositivo e piattaforma, mirando ad arricchire e agevolare "l'esperienza di visita", sarà consultabile sia da computer, tablet e smartphone e fruibile in cinque versioni linguistiche ( italiano, inglese, spagnolo, tedesco, francese).

Le caratteristiche proporzionali del nuovo sito possono essere ben comprese da alcune cifre: 12.995 pagine ( nelle cinque lingue), 3.071 immagini e numerosi contenuti multimediali.

Il lungo e notevole lavoro di realizzazione del nuovo portale è stato promosso dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, su indirizzo e supervisione dei Musei Vaticani e coordinato dall'ufficio Multimedi@ e Sito Web dei Musei Vaticani.

L'Ufficio Supporto Tecnologico dei Musei Vaticani, la Direzione Tecnologica della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, il Provider Servizi Internet Vaticani e Inarea Strategica Design, hanno prestato la loro opera nella realizzazione del nuovo sito.

"I Musei siano aperti a tutti" - esorta Papa Francesco - "Se il Papa ha dei musei è proprio per questo!Perché l'arte può essere un veicolo straordinario per raccontare agli uomini e alle donne di tutto il mondo, con semplicità, la buona notizia di Dio che si fa uomo per noi, perché ci vuole bene! Ed è bello questo!"

E' così che , attraverso il nuovo portale, I Musei Vaticani, saranno in grado di preservare, valorizzare, promuovere e condividere il patrimonio storico - artistico -culturale della Chiesa.

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